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Autore: Will Darklighter    10/11/2019    8 recensioni
"Unisciti a me, e insieme potremo governare la galassia, come padre e figlio!". Questa celeberrima frase racchiude in se tutto il desidero di un padre di ricongiungersi alla propria discendenza e al contempo la volontà di un apprendista di voler mettere fine una volta per tutte al legame che lo vincola al proprio Maestro. E se questa duplice intenzione avesse avuto una possibilità di realizzarsi? E se al padre fosse riuscito quantomeno di porre il seme del dubbio nel cuore del proprio emotivo figlio? A questo e ad altri interrogativi, come un possibile approfondirsi della relazione sentimentale tra gli inconsapevoli gemelli Skywalker e un miglior trattamento di alcuni comprimari sin troppo maltrattati nei film, provo a rispondere in questa storia.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker, Nuovo personaggio, Principessa Leia Organa
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
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Capitolo 27 - Una importante decisione

 
HAN
 

“Sei proprio sicuro che debba occuparmi ANCHE di questo, Comandante Carlissian ? – la voce del Generale Solo era piena di sarcasmo e fastidio.
“Temo proprio di sì, signore – rispose il suo vice, con uno dei suo soliti e larghissimi sorrisi, canzonandolo lievemente – anche questo fa parte dei tuoi doveri come eroe e liberatore di Kashyyyk. Non c’è un solo soldato, meccanico o pilota dell’Alleanza che non sappia il tuo nome adesso e la tua personale approvazione su un paio di questi manifesti per la propaganda non farà che aumentare l’arruolamento di volontari nelle nostre fila. O almeno così dice l’Ammiraglio Ackbar.”
 
“Volontari – pensò tra se e se il corelliano pensando a quello che era accaduto da che avevano dato il loro supporto agli Wookie.
I Bothan si erano dati un bel da fare nel diffondere la notizia della “gloriosa vittoria” riportata dall’Alleanza e nel far accettare che il proclama fatto poco dopo il termine dello scontro da Palpatine evidenziasse il suo timore circa l’ eventuale sconfitta finale nella guerra, visto che non faceva un’uscita pubblica da più di quattro anni. I centri di reclutamento della Ribellione erano letteralmente esplosi per numero di adesioni e considerando poi che nella maggior parte dei casi si trattava di luoghi clandestini e ricercatissimi da parte dell’autorità Imperiali, il corelliano riusciva a malapena ad immagine il pandemonio che stavano vivendo in quei giorni i reclutatori, i quali già normalmente svolgevano uno degli incarichi più pericolosi in assoluto all’interno dell’Alleanza, figurarsi in quelle condizioni particolari!
Molti di questi volontari a cui Lando aveva fatto riferimento erano giunti su Kashyyyk con mezzi personali oppure addirittura con navi a noleggio che molto probabilmente giammai avrebbero restituito; sembrava insomma che il servizio di propaganda alleato avesse trasformato le parole dell’Imperatore nelle sua più grande gaffe e che tutto quel supporto in aumento fosse da attribuire soprattutto al più grande nemico della causa della libertà per le genti della galassia e solo in seconda battuta alla vittoria ottenuta.
Il tocco finale doveva essere uno di quei manifesti e i Bothan, con la sicura complicità di Kev’Lya, il comandante della base segreta di Ord Mantell che tanto aveva fatto per la liberazione di Han, avevano chiesto tramite la mediazione dell’Ammiraglio, un parere personale al corelliano, ormai diventato a tutti gli effetti il più conosciuto eroe dell’Alleanza.
Rassegnatosi a svolgere quell’ennesima incombenza, il Generale parlò a denti stretti.
“D’accordo, d’accordo! Ma sarai tu a ricevere ed accogliere l’ultimo arrivo di volenterosi mocciosi ansiosi di farsi ammazzare per un secondo di gloria! Se rivedo un altro di quei ragazzini che mi dice che conosce tutte le mie avventure e che vuole diventare come me, giuro che mi metto ad urlare!”
Lando cominciò a ridere.
“Vorrei averlo io un decimo della tua popolarità! Specie con le giovani volontarie!”
Han lo guardò torvo.
“Va bene, lo farò io – replicò sbuffando Carlissian a quell’occhiataccia, porgendogli un datapad – ecco qui le scansioni dei manifesti. Scegline due e in meno che non si dica saranno conosciuti e diffusi in tutta l’Holonet da qui al Centro Imperiale.”
Il corelliano prese a guardarli, erano tutti abbastanza interessanti ma non gli fu difficile fare la sua scelta.

                  

“Il primo e il terzo – asserì dopo una manciata di secondi, restituendo il pad al suo interlocutore – a proposito dell’Ammiraglio, sappiamo quando arriverà finalmente ? Tarfull, il Grande Unificatore, me lo chiede almeno una volta all’ora.”
“Radunare tutta la flotta dell’Alleanza non deve essere uno scherzo – fece Lando, tornando completamente serio – vedrai che sarà qui presto.”
“Lo spero bene – rispose il Generale – sono due settimane che siamo qui e agli Wookie non bastano più migliaia di ragazzi male armati che arrivano alla spicciolata. Vogliono navi, mezzi terrestri, armi e soldati esperti.”
“Arriveranno – il giocatore fece un elegante inchino accompagnandolo con un nuovo sorrisetto – vado a fare servizio di accoglienza, come mi hai chiesto e se qualcuno domanderà di te, risponderò che sei indisposto.”
“Grazie mille – Han si stravaccò nella elegante poltrona che un tempo apparteneva al governatore imperiale del luogo – credo che ne approfitterò per andare a trovare Leia. Dovevo farlo giorni fa e invece …”
“Non mi dire che sei ancora arrabbiato con lei perché credi che ti abbia tenuto nascoste delle cose sul conto di Luke – nel tono dell’ex amministratore di Cloud City era evidente una lieve nota di rimprovero – vai a parlarle, sono certo che vi chiarirete in poco tempo.”
Il Generale non aggiunse nulla e il suo vice uscì dall’ufficio, anch’esso in passato proprietà del Moff Tolruck.
Aveva pensato molto spesso alla sua amata in quei giorni e aveva la strana sensazione che gli stesse nascondendo qualcosa in merito al giovane Skywalker; non lo aveva del tutto convinto con quella storiella degli ordini superiori e inoltre era evidente che sapesse del perché il caccia Ala X del loro amico fosse giunto pilotato da R2D2 e senza di lui.
Ci si era arrovellato inutilmente su quel dubbio, senza trovare alcuna risposta e un po’ per il grande numero di impegni e un po’ per orgoglio non aveva raggiunto Leia prima, sperando in una sua chiamata in cui gli chiedesse magari di raggiungerla.
Ma la principessa del suo cuore non lo aveva contattato e lui era rimasto a cuocersi inutilmente nel suo brodo. Adesso però sarebbe andato da lei e avrebbe messo fine al suo tormento, accantonando la sua testardaggine e sottraendosi anche se solo per poco ai suoi doveri. Dopotutto c’era Lando a sostituirlo.

Si allontanò non visto, usando una porta di servizio secondaria che dava sull’esterno e si recò nella rimessa delle speeder-bike. Si avvicinò ad una e stava già per accenderla, ringraziando la sua buona stella e il passo felpato di cui era dotato, quando udì una voce alle sue spalle.
“Generale Solo! – una voce femminile e decisamente giovanile, era la prima volta che la sentiva.

“Adesso mi pedinano addirittura!”


Si voltò per vedere chi aveva parlato e si trovò davanti una ragazza twi-lek dalla pelle verde che lo guardava con i suoi occhi dello stesso colore seppure appena più scuri, pieni di speranza e di gioia. Per un istante gli ricordò quella povera ballerina che era morta nel palazzo di Jabba e per la quale non aveva potuto fare nulla.
“Lo dicevo che era lei! Mi scusi se l’ho seguita, ho visto che usciva in tutta fretta dal suo ufficio e l’ho seguita. Che emozione incontrarla di persona!”
Han sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
“Scusami ragazza, ma sono occupato. Puoi parlare con il comandante Carlissian, lui ti dirà dove potrai trovare un alloggio e un pasto caldo. Devo scappare.”
La giovane aliena gli disse qualcos’altro ma lui non l’ascoltò nemmeno, accese i motori della moto e partì a tutta velocità, fiondandosi fuori dalla base e dirigendosi alla volta del luogo dove Leia si stava tenendo occupata.
Raggiunse facilmente il posto: una piccola radura con un altrettanto piccolo ruscello che l’attraversava, circondata e tenuta ben nascosta dai mastodontici alberi wrooshyr. I due wookie di guardia misero prontamente mano alle loro armi quando videro arrivare lo speeder-bike ma quanto riconobbero chi lo pilotava si tranquillizzarono.

La ragazza stava meditando nei pressi del corso d’acqua, aveva gli occhi chiusi e pareva completamente isolata dal mondo. Poco distante erano state montate due tende da campo piuttosto spaziose. Han arrivò vicino alla principessa con il suo mezzo e poi fece qualche passo a piedi; quando fu al cospetto della donna che amava, le poggiò delicatamente una mano sulle spalla e lei riaprì gli occhi con un sorriso.
“Finalmente hai trovato un po’ di tempo – gli disse – sai quanto mi hai fatto aspettare ?”
“Due settimane, certo che lo so – si grattò la testa lievemente imbarazzato – scusami, ma ho avuto davvero moltissimo da fare. Non hai idea di quello che sta succedendo alla base. Sembra che tutta la galassia si stia coalizzando contro l’Impero e la parte principale l’ha fatta il vecchio bastardo che siede sul trono di Coruscant!”
Leia rise delicatamente e mentre la vedeva ridere si rese sempre più conto di quanto fosse innamorato di lei.
“Allora dimmi – parlò a seguito di un lieve sospiro – ora hai tempo per ascoltarmi ?”
“Si – ribatté lui – e spero anche che potremmo passare del tempo insieme, magari nella tua tenda.”
Schietto e diretto come sempre. Lei arrossì lievemente.
“Questo naturalmente solo se puoi sottrarre del tempo al tuo … addestramento, s’intende.”
“Ma certo che posso – gli disse abbracciandolo –  è ciò che vorrei di più, siamo stati separati per così tanto tempo e ora c’è una difficile battaglia che incombe su di noi.”
“Stavo pensando alla stessa cosa – rispose lui con dolcezza – e si sa che durante una battaglia può succedere di tutto. Se dovrò andarmene, vorrei portare con me almeno un bel ricordo. Uno MOLTO bello, voglio dire.”
Leia lo guardò con aria più che interessata.
“Con cosa preferisci cominciare allora, con il bel ricordo o con le spiegazioni ?”
Han comprese subito dallo sguardo della giovane donna che era più che pronta ad entrambe le evenienze e ne fu più che lieto; fece dunque la sua scelta.
“Prima mi tolgo questi pensieri dalla testa e meglio è. Raccontami tutto.”
Leggermente delusa, la ragazza cominciò a parlare.
“Quello che sto per dirti potrà sembrarti incredibile e darti molto fastidio, addirittura farti infuriare – si grattò la fronte con un certo nervosismo – sei pronto?
 
 
“Comincio a pensare di aver fatto la scelta sbagliata.”
 
“Avanti, prometto di non arrabbiarmi – le rispose con un sorriso incoraggiante.
“Io … vorrei che comprendessi che ho molta difficoltà a dirti tutto questo. Sono stata tentata di rimandare alla fine di tutto quello che sta per accaderci, questo discorso ma poi ho deciso che meriti di sapere, anche se potrà essere doloroso – lei lo guardò e vide nei suoi occhi qualcosa che non si aspettava di vedere.

“Per tutti i gundark, ha paura di parlare! Ma cosa dovrà mai dirmi?”

“Coraggio – le prese la mano – quanto hai da rivelarmi è davvero così terribile ?”
“Comincerò dall’inizio – la ragazza prese fiato – ho fatto diverse scoperte, e non ce ne è una meno scioccante dell’altra. Ecco la prima: Han, io e Luke siamo – fece una pausa – fratelli, gemelli a dirla tutta. Abbiamo la stessa madre e lo stesso padre.”
Il corelliano spalancò gli occhi e la bocca, capì immediatamente la donna che amava non stesse scherzando.
“Non dire nulla, ti prego – continuò lei – se mi fermassi, non se riuscirei a riprendere. Finalmente ho scoperto l’identità dei miei veri genitori, mia madre è stata una regina e una senatrice del remoto pianeta di Naboo. Mio padre era Anakin Skywalker, uno Jedi. Lei è morta da tempo, mio padre invece … è ancora vivo.”

Leia sembrò avere un piccolo mancamento a quel punto ma lui la sorresse, continuando a restare in silenzio come gli aveva chiesto di fare.
“ Da qualche anno, ha un nome diverso. Uno che anche tu conosci molto bene e che è …”
Deglutì a fatica e Han potette sentire tutta la tensione che provava la ragazza a fargli quella confidenza.

“Darth Vader”

Quando sentì quel nome, l’intero corpo dell’ex-contrabbandiere divenne un blocco di marmo, rigido e freddo. E prima ancora che potesse decidere come reagire a quella notizia, Leia disse qualcos’altro.
“Luke non è tornato con il suo caccia perché desidera salvarlo, perché crede che in lui ci sia ancora qualcosa di buono.”
Sentite quelle ultime parole, il generale lasciò andare di scatto le mani della ragazza, fissando a terra.
“ Ti prego, guardami – la principessa provò a sfiorargli la guancia ma lui si ritrasse.
Era furioso, aveva voglia di sparare a qualcosa o meglio ancora di distruggerla con le sue stesse mani.
Voltò le spalle alla donna, cercando di respirare con molta fatica, il volto gli stava diventando paonazzo per la rabbia.
“Han – sentì le mani di lei poggiarsi sulle sue spalle – ti prego, io …”
E scoprì che quel tocco che fino a pochi istanti prima aveva cercato e desiderato con tanto ardore, ora invece gli dava ribrezzo.
Avanzò con determinazione verso la speeder-bike e ne salì su. Vide con uno sguardo fugace che gli occhi di Leia erano pieni di lacrime.
“Per chi stai piangendo, principessa – disse lui con voce fredda e tagliente – per me, per il fratello morto per salvarmi da una situazione in cui il tuo genitore ci ha messo o per il tuo di fratello che anziché pensare ad aiutare degli amici che hanno sempre fatto lo stesso con lui, decide di sprecare tempo con il peggiore assassino che questa galassia abbia mai partorito ?”
“Han – parlò singhiozzando lei – non andartene, vieni, resta con me.”
“Restare con te ? – sbuffò l’ex-contrabbandiere – e per quale motivo? Scusami ma ho di meglio da fare, come ad esempio fare tutto ciò che posso per vincere la battaglia che ci aspetta.”
Se fosse rimasto li avrebbe solo peggiorato una situazione già abbastanza grave e se ne rendeva perfettamente conto. Aveva bisogno di allontanarsi da li e sbollentare la sua rabbia. Poi avrebbe deciso cosa farsene di quelle notizie.
Non aggiunse altro, accese il mezzo e se ne andò, ignorando le altre parole che la giovane donna gli rivolse.

Tornò più in fretta che potette alla base e quando fu all’interno della struttura, si diresse verso il suo ufficio lasciato da meno di un’ora e per poco non andò a sbattere contro Lando, tanto che camminava immerso nella sua frustrazione.
“Ehi ! – l’amico lo bloccò appena in tempo per le spalle – che diamine ci fai qui? Ti avevo detto che ci avrei pensato io.”
“Non ne parliamo nel corridoio – disse il corelliano evitando di guardarlo negli occhi e procedendo in direzione della sua meta e costringendo l’altro a seguirlo.
Quando furono all’interno della stanza, il giocatore ebbe l’accortezza di chiudere la porta e le tendine in modo tale da far comprendere il meno possibile a qualunque curioso quello che sarebbe avvenuto di li a poco.

“ E’ TUTTO UNA FOTTUTISSIMA MERDA ! – gridò – NON C’è NULLA, ASSOLUTAMENTE NULLA CHE NON SIA STATO CORROTTO DA QUESTA MALEDETTA GUERRA!”
Lando lasciò che si sfogasse e che si accomodasse ancora una volta sulla poltrona del Moff. L’ex-contrabbandiere chiuse gli occhi e cominciò a massaggiarsi nervosamente le tempie.
“Non startene li impalato ! – disse poi abbassando solo un po’ la voce – siediti e servi da bere per tutti e due. Voglio del bourbon di Coruscant!”
L’ex amministratore di Cloud City si avvicinò alla rifornita teca di bevande alcoliche del governatore imperiale e prese la bottiglia di vetro richiesta dal suo amico, assieme a due bicchieri. Una volta averli poggiati sulla scrivania antistante la poltrona dove era seduto l’ex-contrabbandiere, prese a riempirli.
Han aspettò che il suo fosse pieno fino all’orlo prima di fare cenno a Lando di fermarsi e poi lo bevve tutto d’un fiato. Il giocatore invece se ne versò una scarsa metà e prese a sorseggiare lentamente.
“Ora vuoi dirmi cosa è successo ? – domandò finalmente il vice.
Il generale respirò profondamente prima di rispondere.
“Leia – deglutì a fatica, parlando con voce roca – il problema è Leia. Mi ha – rifletté per qualche secondo per trovare la parola giusta da usare – fatto delle rivelazioni sul suo passato che mi hanno … lasciato molto amareggiato.”
“Non puoi essere più specifico? – chiese dubbioso il giocatore.
“No, meglio di no – sbuffò – ma pensa alla peggiore notizia che ti possa venire in mente e pensa di doverla sentire dalla persona che ami.”
Questa volta fu Lando a massaggiarsi nervosamente le tempie.
“ Senti Han, non vuoi o non puoi parlarmene, lo capisco. Ma lascia che ti dica io qualcosa su quella ragazza, nel caso te ne fossi dimenticato. Se non fosse stato per lei, saresti ancora congelato nella grafite. E’ stata lei a motivarci quando sentivamo di essere troppo stanchi per riuscire in un’impresa tanto difficile e per continuare a rinfrescarti la memoria, ha salvato anche la mia di pellaccia quando ero finito nelle grinfie di una pericolosissima ricattatrice twi-lek!”
L’ex contrabbandiere non rispose, fissando un punto del pavimento
“E aggiungo, lei non era d’accordo sul fatto che Chewie affrontasse Fett da solo e ha provato a persuaderlo dal non farlo !”
Il generale rialzò di scatto lo sguardo, fissando il suo interlocutore. Quella era un’altra rivelazione

“Stiamo tutti evitando di parlarti di lui per evitare di farti ancora del male; possiamo dare la responsabilità della sua morte al cacciatore di taglie, a Jabba, all’Impero, a me che vi ho traditi pur non avendo scelta o persino a te per essergli stato tanto amico da fargli desiderare di sacrificare tutto per salvarti – senza rendersene conto, sull’occhio ancora umano di Han comparve un velo di lacrime – ma la verità anche se non vuoi ascoltarla è che Chewie è morto perché è stato sé stesso: un guerriero onorevole, come lo è tutto il popolo di questo pianeta che siamo venuti a soccorrere, che ha in grande considerazione il concetto di sfida e che mai avrebbe voluto mettere in pericolo altri a cui era legato se non fosse stato strettamente necessario!”
Cacciò indietro le lacrime, aveva promesso a se stesso che avrebbe pianto per suo fratello solo quando tutta quella storia sarebbe finita.
“Ma se c’è qualcuno che proprio non puoi incolpare per la sua morte o per non aver fatto abbastanza per salvarti, è solo e soltanto Leia! Non hai idea di quanto quella ragazza abbia fatto per te!”
Come già era stato su Ord Mantell, l’essere strigliato con parole dirette stava avendo il suo effetto positivo.
“Io ... – cominciò a dire il corelliano a voce bassa e decisamente più calma ma prima che potesse pensare a qualcosa di sensato da dire, la porta della stanza si aprì all’improvviso e dietro di essa le fattezze di un giovane ufficiale di guardia dell’Alleanza.
“Generale Solo – parlò mettendosi sull’attenti – chiedo scusa per l’interruzione ma la flotta dell’Ammiraglio Ackbar è appena arrivata nell’orbita di Kashyyyk. Volete che vi passi la comunicazione qui o preferite seguirmi in sala comunicazioni ?”
“La prendiamo da qui, tenente – rispose cercando di darsi un contegno il più rapidamente possibile – grazie.”
“Dovere, signore – il soldato salutò nuovamente per poi chiudere la porta.
“Finiremo più tardi – Han tese la mano all’amico il quale la prese stringendogliela con forza – grazie anche a te.”
Lando sorrise e in quell’istante si attivò l’oloproiettore ed entrambi videro la sagoma bluastra del comandante in capo di tutte le forze alleate, l’Ammiraglio Gial Ackbar.



“Generale Solo, Comandante Carlissian – il suo modo di parlare il Basic ricordava quello di un anziano e simpatico signore che aveva qualche difficoltà con una dentiera altrettanto vecchia – ben trovati e complimenti per quanto avete fatto finora.”
“Grazie, signore – risposero i due umani all’unisono.
“Buona parte della Flotta dell’Alleanza è con me, il resto arriverà entro la prossima settimana. Sto già predisponendo l’invio verso il pianeta di armi, mezzi e soldati oltre che dei vettovagliamenti richiesti. Qual è la situazione dei volontari ?”
“Circa ventimila signore – disse il corelliano – e ne sono previsti altrettanti entro una decina di giorni se continueranno ad arrivare con questo ritmo. La maggior parte di essi sono pressoché a digiuno di qualsivoglia preparazione militare, ho chiesto agli Wookie di darci una mano da questo punto di vista ma non sono molto pazienti con le reclute.”
“Nessun problema – replicò il Mon Calamari – tra le forze di terra che si apprestano a sbarcare ci sono anche i nostri migliori istruttori che potranno dar loro una formazione di base ed inquadrarli come si deve. Ci sono altre annotazioni a riguardo ?”
“Una sola, signore – asserì Han – è mia personale opinione che dietro qualcuno di questi volontari possa nascondersi qualche infiltrato imperiale ma sono così tanti che ci è impossibile fare una indagine caso per caso. Magari potremmo stilare una lista degli individui che riteniamo più sospetti e inviarvela cosicché i Bothan possano esaminarla.”
“E’ una eccellente idea, Solo – plaudì l’ufficiale alieno – e a questo riguardo sia io che la nostra intelligence abbiamo il suo stesso dubbio. Proceda pure. Ci sono altre domande ?”
“Solo un’altra. Sono state fatte delle stime circa una possibile data inerente l’attacco della flotta imperiale ? – chiese circospetto il corelliano
“Due settimane da oggi se saremo sfortunati, altrimenti tre o anche un mese, se la Forza ci assiste. Tutto dipende da quante navi l’Imperatore stia radunando e quali e quanti sistemi stia sguarnendo. Ma la stima più probabile si aggira intorno ai 20 giorni standard; la rete Bothan conta di poterci dare un preavviso di 48 ore rispetto all’inizio dell’attacco vero e proprio.”
Non era molto tempo ma neanche pochissimo, quello almeno era un sollievo. Una possibilità decente offerta a quei ragazzini per imparare ad essere se non dei soldati provetti quantomeno dei bersagli non facili da eliminare.
“Per la difesa del pianeta – continuò l’Ammiraglio – si affidi completamente ai consigli degli Wookie, non intendo elaborare una strategia che scavalchi la loro. Per quanto riguarda la battaglia nello spazio, cercheremo di far atterrare quanti meno mezzi e truppe d’assalto possibili, provando ad eliminarli durante il trasporto verso la superfice. Se saremo di molto soverchiati nei numeri, come è estremamente probabile che sarà, non potremo però darvi una grande mano da questo punto di vista e l’impatto del combattimento a terra non avrà nulla da invidiare a quello fra le stelle. Ci aggiorneremo comunque quando sapremo con più esattezza data e numeri a disposizione del nemico per elaborare una tattica il più possibile condivisa.  Tutto chiaro ?”
“Si, signore – risposero nuovamente all’unisono i due umani.
“Che la Forza sia con tutti noi – e il Mon Calamari chiuse la conversazione.
Han si lasciò andare nella poltrona, mettendo le mani dietro la nuca.
“Beh, allora – gli fece Lando – che stai facendo ancora qui ? Ti ho già detto che qui ci penso io. Vai da lei e passate qualche ora insieme. Chissà quando e se ne avrete la possibilità man mano che ci avviciniamo alla data dello scontro!”
Han guardò il suo amico piuttosto imbarazzato.
“Ho fatto una gran brutta figura con Leia e … credo di dovermi far perdonare.”
“Ho solo una domanda da farti: quanto sono serie le tue intenzioni con la principessa ? – gli chiese il giocatore con tono inquisitorio.
“Le più serie possibili – replicò il corelliano con un lieve sospiro – solo un’altra volta mi sono sentito così per una donna e credevo non sarebbe più successo.”
“Con la prima ti è andata male, me lo ricordo bene. Ma eri giovane e squattrinato all’epoca – Lando cominciò a ridere – ora invece sei un po’ più vecchio ma sempre squattrinato! Però questa volta ti è andata bene, a Leia non interessano soldi e potere.”
“Già – fece l’ex-contrabbandiere, meditando ancora una volta su quanto facilmente perdesse la pazienza, specie quando erano coinvolte persone a cui teneva. Avrebbe dovuto fare qualcosa prima o poi per quel suo caratteraccio.
“Aspettami qui – fece Carlissian, strizzandogli l’occhio con fare complice e truffaldino – torno presto, con una bella sorpresa.”
Il suo amico fu di parola, dopo neanche un’ora lo vide tornare con un cofanetto di velluto blu.
Han lo aprì e vide cosa c’era dentro.
“Wow! – esclamo semplicemente il corelliano – ma come hai fatto a …”
“Shhh – rispose il giocatore con un tono divertito – sai bene che mezza galassia mi deve un favore. Ora vai, i rinforzi stanno arrivando e tra qualche minuto qui ci sarà una confusione totale.”
“Grazie Lando. Ora anch’io te ne devo uno”
“Allora, te ne vuoi andare o no, pirata ? – l’amico lo prese per un braccio, buttandolo letteralmente fuori – lasciami un po’ al comando, ora!”
E gli chiuse la porta dell’ufficio in faccia.
Senza ulteriori indugi, Han fece ritorno ancora una volta alla rimessa delle speeder-bike e ancora una volta salì su una di esse, senza stare ad assicurarsi di essere stato seguito o notato esattamente come prima, per come era emozionato e distratto.
Nessuno lo fermò questa volta ma una certa twi-lek dalla pelle verde che a quanto pare non lo aveva mai perso di vista, prese anch’ella un mezzo e con grande scaltrezza lo seguì alla debita distanza e senza farsi notare.
   
 
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