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Autore: shaaaWn_    13/11/2019    2 recensioni
Hogwarts!Au
Aziraphale e Crowley, due normali studenti del sesto anno, sono entrambi innamorati l'uno dell'altro, ma pare che non vogliano rovinare la loro forte amicizia.
Infatti, ci penserà qualcun' altro, anzi, qualcos'altro.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley, Hastur, Ligur
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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In quella fredda mattinata invernale, nella scuola di Hogwarts vigeva il caos assoluto.
Metà degli insegnanti si trovavano in infermeria con l'influenza a causa dell'improvviso e ulteriore abbassamento della temperatura.
Centinaia di studenti erano ammassati nei corridoi principali, in attesa di ricevere spiegazioni e informazioni.
Tra questi, vi era anche un povero Corvonero dai capelli chiari, in mostruoso ritardo per la lezione di pozioni con il professore Lumacorno, uno dei pochi a non essere vittima della febbre.
Aziraphale era sempre stato una persona calma e tranquilla, ma in quel momento era seriamente sull'orlo di una crisi di nervi.
Si trovava schiacciato in mezzo a gente più alta e massiccia di lui, per di più sudata, che non faceva altro che spingere e blaterare.
Ormai era passata circa mezz'ora dalla sua entrata in quella trappola mortale e dopo aver ricevuto l'ennesima botta, decise di darsi da fare, iniziando a muoversi a spintoni tra la folla.
Fortuna volle che riuscì a trovare la via di fuga, che gli permise di correre a più non posso verso l'aula di pozioni al piano superiore.
Non essendo mai stato un tipo atletico, sentì il fiato mancargli dopo qualche minuto ma l'idea di rassegnarsi non lo sfiorò minimamente, d'altronde era piuttosto motivato. 
Non solo dal fatto di una assicurata perdita di punti alla sua casata, ma anche perché quel giorno avrebbe avuto lezione con i Serpeverde, e ciò significava rivedere Crowley.
Un ampio sorriso si fece spazio sul suo viso paffuto e sudato mentre iniziava a salire le scale, pregando con tutto sé stesso che non cambiassero direzione proprio in quel momento critico.
La stanchezza iniziale fu sostituita da una gioia esplosiva all'idea di poter passare un po' di tempo con il suo migliore amico.
I due si erano incontrati durante il primo anno ad Hogwarts , dopo una partita di Quidditch vinta dalle serpi per merito del formidabile Cercatore Crowley.
Aziraphale era rimasto ammaliato da tutta quella bravura e bellezza che il ragazzo dai capelli rossi aveva emanato per l'intera partita e non aveva potuto fare a meno di andare a congratularsi.
Dal quel giorno avevano cominciato a vedersi più volte, magari per studiare insieme o semplicemente per fare una passeggiata, stupendosi di quanto la compagnia dell'altro fosse piacevole.
Per il biondo, però, la compagnia del ragazzo, oltre che gradita, era diventata pian piano una vera e propria "dipendenza". 
Aveva cominciato a desiderare di passare sempre più tempo insieme a quella dannata, bellissima e fantastica serpe che gli illuminava le giornate.
Lentamente, dentro di sé, era iniziato a crescere qualcosa di più di semplice affetto, e data la sua ingenuità e testardaggine, se ne era accorto molto tempo più tardi.
Inzialmente aveva trovato giustificazioni insulse ai suoi battcuori, alla necessità di contatto fisico, al suo balbettare, al sentirsi in imbarazzo o in ansia insieme a Crowley.
Inutile dire che una volta scoperto gli si era come aperto un mondo. 
Da allora aveva continuato a vivere reprimiendo il suo amore con la paura di rovinare lo splendido rapporto che li univa ormai da più di cinque anni. 
Svoltó a destra, vedendo finalmente l'aula di pozioni ad qualche metro da lui, che vennero percorsi in tempo record. 
Fece irruzioni a metà lezione, ricevendo sguardi indiscreti e contraddittori, soprattutto dal professore che non perse un minuto di tempo. 
«Fell, vedo che finalmente siamo arrivati» disse con disapprovazione. «Mi duole farlo ma 10 punti in meno a Corvonero» 
Per niente sorpreso, si scusó per il ritardo e andò a sedersi affianco alla sua serpe preferita, che aveva avuto la brillante e dolce idea di tenergli il posto. 
«E io che pensavo che la R di Aziraphale stesse per ragionevole , mentre ora scopro che corrisponde a ritardatario» 
Schernirlo era il modo in cui Crowley lo salutava ogni volta, con l'aggiunta di un sorriso beffardo sul suo volto. 
«Piacere di vederti, Anthony» marcó bene l'ultima parola, sapendo quanto odiasse il suo vero nome. 
Raramente rispondeva alle sue battute, ma ogni volta si godeva l'espressione infastidita del ragazzo. 
«Non chiamarmi in quel modo Angelo»
Dio solo sa quanto amava quel soprannome e quanto uscisse bene dalle sue labbra. 
Si ritrovò a sorride come un ebete, fortunatamente il ragazzo affianco non se ne accorse. 
Una volta seduto, avvertì un odore pungente e dolce allo stesso tempo, che conosceva come le sue tasche e al quale era affezionato. 
«Buon dio ma quanto profumo hai messo?» esclamò sottovoce, lamentandosi e agitando la mano davanti al naso. 
Il rosso seduto affianco a lui, che fino ad allora era stato impegnato a lanciare palline di carta un po' ovunque, fece cadere la bacchetta sul banco con un tonfo sonoro. 
Assunse un colorito rossastro sulle gote, con gli occhi che per poco non gli uscirono dalle orbite. 
Aziraphale, decisamente perplesso, inarcó un sopracciglio. 
«Ho detto qualcosa di male?»
E fu in quel momento che il professore fece una domanda che gli cambió completamente l'esistenza. 
«Qualcuno di voi sa cos'è l'Amortentia?» 
Il silenzio scesce nell'aula. 
Sembrò quasi fatto apposta. 
La sua espressione mutò da confusa a terrorizzata, ma nonostante ciò alzò la mano per rispondere.
«Dimmi pure, Fell» 
Ingoió rumorosamente la saliva. 
« L'Amortentia è un potente filtro d'amore, che solitamente ha un odore diverso per ogni persona che lo sente, secondo le fragranze che gli piacciono di più. Solitamente si sente l'odore del soggetto che ci attrae di più, o di cui si è innamorato.
Gli ingredienti che servono sono: l'uovo di Ashwinder, petali di rosa, peperoncino in polvere e acqua di luna» 
Sputó la risposta tutto d'un fiato, ricevendo uno sguardo fiero del professore che aggiunse quindici punti alla sua casata ma sentì quello di Crowley corrodergli la pelle, con l'orribile sensazione di aver appena rovinati una meravigliosa amicizia. 
«Azira-» 
«Non ora, non qui» 
Rassegnato ormai all'idea che quella sarebbe stata l'ultima lezione seduto di fianco a Crowley, aprì il libro e spostó l'attenzione sul suo insegnante, in attesa si ulteriori spiegazioni. 

-

La coppia di amici non si scambio più una sola parola per tutta la lezione. 
Erano stati troppo impegnati a lanciarsi sguardi furtivi ed impacciati. 
Quando quella "tortura" giunse finalmente a termine, il Corvonero raccattó tutta la sua roba in fretta e furia, con l'intento di allontanrsi il più velocemente possibile dall'aula e naturalmente da Crowley. 
Non aveva il coraggio e lo forza di affrontarlo, voleva solamente chiudersi nella sua stanza e maledirsi mentalmente per il resto dei suoi giorni. 
Magari con alcune pause da dedicare alla lettura di un buon libro o alla degustazione di qualche dolce preso ad Hogsmeade.
A passi veloci lasciò l'aula, dirigendosi spedito verso la sua stanza, ignorando a fatica il continuo strepitare del suo amico che tentava invano di attirare la sua attenzione. 
Il ragazzo dai capelli rossi, però, al contrario suo era molto abile nella corsa e impiegò meno di due secondi a raggiungerlo. 
«Aziraphale non puoi andartene come se non fosse successo nulla» 
Il suo tono trasudava autorità e preoccupazione, ma subì un immediato cambiamento non ottenendo nessuna risposta in cambio.
«Per l'amor di Salazar! Smettila di fare il testardo e rispondimi!» 
Afferró il biondo per il colletto della divisa, bloccando il suo continuo camminare. 
Aziraphale spalancó gli occhi, sentendo il cuore accelerare nella cassa toracica e il profumo del ragazzo gli invase la narici, strodendolo leggermente. 
Non era la prima volta che si trovavano ad una distanza così ravvicinata, ma era la prima volta che accadeva in un momento così tremendamente delicato. 
Aveva paura, paura di rivelare la verità, di tirare finalmente tutto fuori. 
Non era un tipo coraggioso, spavaldo, o che sapeva dire le cose in faccia senza problemi proprio come faceva Crowley. 
No lui era un tipo timido, impacciato, silenzioso, invisibile agli occhi di tutti. 
Come poteva pretendere che il rosso ricambiasse i suoi sentimenti quando non aveva assolutamente nulla da offrire? 
Temeva il rifiuto, come tutti d'altronde, del suo migliore amico, l'unico che tenesse veramente a lui. 
Incroció il suo sguardo ardente e prese un bel respiro. 
«Lasciami» ordinò semplicemente. 
«No Angelo, non-» 
«Ho detto lasciami» 
Non c'era cattiveria nel suo tono, solo un calma piatta e tremenda. 
Il Serpeverde eseguì la sua richiesta, guardandolo stupito, cercando di capire cosa gli stesse passando per la testa. 
«T-ti prego non venirmi a cercare..» sussuró con la voce leggermente incrinata, raccogliendo i libri caduti in precedenza. 
Non si voltò a vedere la reazione che ebbe Crowley dopo quella frase che fu come una pallottola che trapassó il suo povero cuore. 
Si limitò a raggiungere la sua stanza in completo silenzio e con il volto rigato dalle lacrime. 

-

L'ora di cena arrivó troppo velocemente secondo Aziraphale; quella era la prima volta che non aveva nessuna voglia di gustarsi le leccornie che gli elfi gli offrivano. 
Ovviamente i continui gorgoglii emessi dal suo stomaco vuoto gli fecero cambiare idea immediatamente, sostituiti però da un dolore atroce e da un'agitazione a dir poco soffocante. 
Non voleva rivedere Crowley, era passato troppo poco tempo da tutto quel caos che si era generato. 
Si passò le mani sul viso, chiedendosi cosa avesse fatto di male per meritarsi tutto ciò. 
Raggiunto il tavolo della sua casata non perse tempo a cercare la chioma fiammeggiante del suo amico ma con scarsi risultati. 
Il ragazzo non si era presentato alla cena e come dargli torto. 
Sentì lo stomaco chiudersi e gli occhi pizzicargli al solo pensiero dello svanire dei momenti passati insieme.
Per la prima volta nella sua vita, mangiò forzatamente, giusto quel poco che bastava per azzittire il suo stomaco. 
Silenziosamente e a passi svelti, si diresse al tavolo delle serpi, trovando fortunatamente i compagni di stanza di Crowley: Hastur e Ligur. 
«Aziraphale giusto?» 
Hastur lo squadró da capo a piedi, leggermente disgustato, come se fosse il biondo ad avere un alito fétido che per poco non gli fece risalire su la cena. 
«Che cosa vuoi?» fu il turno di Ligur a guardarlo male con un sopracciglio inarcato e lo sguardo furente di chi era stato interrotto durante il dessert. 
«S-sapete dove è Crowley?» dato l'asfissiante nervosismo che lo torturava da ore, non poté fare a meno di giocherellare con la sua cravatta blu durante la breve conversazione. 
«Probabilmente nella Torre di Astronomia, é fissato con le stelle e altre stupidaggini varie» 
Emisero entrambi un verso schifato, al contrario di Aziraphale che amava la passione che Crowley aveva per le stelle. 
Ogni volta che ne parlava, i suoi occhi assumevano la stessa lucentezza emanata da quei meravigliosi corpi celesti. 
Con un mezzo sorriso, ringrazió i due ragazzi e si fiondó, per la seconda volta in una giornata, su per le scale, andando a tutta velocità. 
Durante il tragitto tentò di formulare un discorso sensato, sia per scusarsi sia per spiegare quel piccolo inconveniente avvenuto durante la lezione. 
Sicuramente piccolo non era, anzi era un gigantesco problema senza vía d'uscita. 
Purtroppo, le scale lo indussero a imprecare sotto voce dato che non gli concessero la grazia divina di non cambiare direzione. 
Infatti si ritrovò dall'altra parte dell'edificio scolastico rispetto alla torre. 
Se a fine non giornata non avesse perso almeno due chili, probabilmente avrebbe dato di matto. 
Con la mente ancora affollata da discorsi sconclusionati e senza capo né coda, raggiunse finalmente la sua meta, essendo sicuro solamente di una cosa: se la stava facendo sotto. 
Poggió i polpastrelli sull'antica porta di legno, dandogli una leggera spinta che causò un leggero scricchiolio, che però non attirò l'attenzione del rosso.
Il ragazzo era intento a fissare la volta celeste ammaliato ma con un sguardo stanco e sofferente. 
Aziraphale , con ancora gli occhi incollati alla figura inerme di Crowley, fece due passi in avanti, andando a sbattere contro un tavolino, facendo, di conseguenza, sussultare il rosso per lo spavento. 
«Che male dannazione» imprecó sotto voce, nonostante il danno fosse ormai fatto. 
«Complimenti Angelo, necessiti di un paio di occhiali?» per quanto la frase risultasse spiritosa, il tono del ragazzo era assai cupo e tagliente. 
«I-io» 
Non riuscì neanche a completare una frase di senso compiuto, che Crowley si giró di scatto, dandogli le spalle. 
Non lo biasimó, d'altronde lui aveva dato vita a quell'assurda situazione. 
«Possiamo parlare..?» chiese incerto e spaventato per la risposta che avrebbe ottenuto di lì a breve. 
«Prima mi dici di non cercarti e poi ti presenti qui come se nulla fosse» 
Colpito e affondato. 
Spostò lo sguardo sul pavimento, soffermandosi su una lastra di pietra dalla forma stramba, torturandosi le mani. 
«H-ho sbagliato-» 
«Tu credi?» 
Finalmente gli occhi ambrati e lucidi del ragazzo si posarono su lui, facendolo rimanere perplesso. 
Crowley stava...piangendo?
«Sono qui per rimediare!» esclamò deciso, acquistando maggiore coraggio. 
Questa volta, non ricevette una risposta se non un muto invito a continuare. 
«A-ammetto di aver sbagliato, di aver detto cose stupide e senza senso, ma avevo semplicemente paura di affrontare il problema, sono solo un codardo...» sussuró afflitto. 
Il rosso era a conoscenza dei suoi problemi di fiducia e spesso e volentieri lo supportava, a modo suo. 
«Non dire idiozie, lo sai benissimo che non è vero» ribatté acido, incrociando le braccia al petto indignato.
«C-comunque» si schiarì la voce «Volevo solamente dirti che...»
Le parole gli morirono in bocca, bloccare da un potente nodo che gli stringeva la gola. 
«Dirmi cosa!» sbottó Crowley, alzandosi dalla sedia e avvicinandosi al biondo, gesto che non aiutò minimamente. 
«Io..» balbettó per l'ennesima volta, facendo perdere definitivamente le staffe al rosso che si massaggió le meningi con fare adirato. 
«Di cosa hai paura Angelo? Non sono qui per giudicarti» quella frase pacata e inaspettata lo sorprese, così tanto da farlo rilassare leggermente e fargli riprendere un minimo il controllo. 
«Ho paura di rovinare la nostra amicizia Crowley» confessò Aziraphale, guardandolo dritto negli occhi, mischiando il suo azzurro chiaro all'ambra intensa. 
«Che si fotta, voglio sentirti dire cosa provi » 
Ed ecco un'altra risposta decisamente non prevista, accompagnata addirittura da un leggero rossore sulle guance. 
Il silenzio caló tra di loro per qualche secondo, infranto solamente dai loro respiri. 
«Sono innamorato di te» 
E finalmente quell'enorme peso voló vía leggiadro, sostituito dal terrore puro. 
Quella confessione, oltre che a raggiungere le orecchie e il cuore di Crowley, lo fece scattare in avanti, poggiando le sue labbra su quelle del biondo, soddisfacendo la sua voglia. 
Aziraphale divenne paonazzo e per una frazione di secondo congeló sul posto, come se fosse stato pietrificato, ma rendosi conto che tutto quello che stava succedendo non era un assurdo e abituale sogno, portó le mani bollenti sul volto magro del rosso.
«C-cosa significa..?»
Domandò d'un tratto, ancora perplesso e insicuro, facendo assumere a Crowley un'espressione indecifrabile.
«Significa, mio caro angelo tontolone, che provo lo stesso da molto tempo» gli sussurró, mentre le gote si tinsero del medesimo colore dei suoi capelli.
Un ampio sorriso si fece spazio sul volto di Aziraphale, il quale, carico di gioia, baciò nuovamente il ragazzo.
«Se me lo avessi detto prima, avremmo evitato di discutere» puntualizzó il rosso, giocherellando con i suoi ciuffi chiari.
«Lo so, ma come ho detto prima-»
«Come io ho detto prima, smettila di sparate stronzate: non sei un codardo, un idiota, o qualsiasi aggettivo dispregiativo continui ad affibiarti senza motivo» lo interruppe bruscamente ma con uno sguardo serio e deciso.
«Sei una persona stupenda, intelligente, dolce e coraggiosa; c'è più un motivo se mi sono innamorato di te Aziraphale» increspó leggermente le labbra, stringendo il Corvonero tra le sue forti braccia, che non tardó a ricambiare.
«Grazie Crowley» sussurró sulla sua spalla, sentendo una piacevole sensazione di calore avvolgerlo completamente, facendolo finalmente rilassare del tutto.
Stettero abbracciati tutta la notte, scambiandosi effusioni e dolci promessi proprio sotto la meravigliosa volta celeste.




Salve popolo di efp 
É la prima oneshot che pubblico a tema Good Omens e devo dire che ne vado abbastanza fiera (stranamente) 
Erano mesi che volevo scrivere qualcosa sugli Ineffable Husbands che mi hanno rapito il cuore e finalmente sono riuscita nella mia impresa. 
Spero sia stata di vostro gradimento :3  

   
 
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