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Autore: StarCrossedAyu    14/11/2019    0 recensioni
Si pensa che le stagioni siano caratterizzate esclusivamente dai colori, talvolta più accesi rispetto ad altri, oppure dal profumo che trascinano al loro passaggio.
Tuttavia in pochi riescono a percepire il loro suono: squillante, cupo, nostalgico, gioioso.
Quando esse sfumano, cedendo il testimone alla compagna, risuona una melodia sorda in grado di pizzicare le corde dell'animo.
Perdersi in essa è solo una conseguenza.
||In corso|¦|Raccolta di one-shot/flash-fic|¦|Multiship||
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Spoiler dal manga [Ritsuka/Mafuyu - Uenoyama/Satō]



Ritsuka era ruvido. 

Non sapeva come altro definirlo.

Il chitarrista stava tendendo le corde del proprio strumento con cipiglio concentrato e Mafuyu fissò come ipnotizzato il modo in cui le sue dita callose stringevano le chiavette una ad una, ascoltando ciascun filo attraverso il tatto. Quando ebbe terminato, le pizzicò dapprima con decisione e poi con maggior delicatezza, facendo riverberare il suono prodotto attraverso l'amplificatore nell'angolo della stanza. 

Erano soli in casa; persino Yayoi era uscita, con la scusa che non sarebbe riuscita a studiare con tutto quel baccano. La verità era che si sentiva di troppo e l'idea di essere la terza incomoda non l'allettava per niente, perciò aveva battuto - clamorosamente, come il suo solito - il ritirata. 

«Bene, proviamo il giro di prima.» 

Ritsuka sollevò il volto, le ciocche scure che ricadevano sulla sua fronte aggrottata per la concentrazione, e i suoi occhi trovarono quelli incantati di Mafuyu. Sembrava sempre avere la testa sulle nuvole, con quell'espressione innocente e un po' svampita, e il ragazzo si ritrovò inspiegabilmente ad arrossire. Gli faceva quell'effetto, Mafuyu: un miscuglio di timidezza, camuffata da semplice imbarazzo, puntualmente lo coglieva in pieno investendolo come un'onda anomala di dimensioni variabili. Le labbra schiuse e la Gibson tra le braccia, lo guardava col medesimo stupore che prova un bambino di fronte ad un supereroe. Uenoyama distolse lo sguardo, il viso scarlatto fino alla punta delle orecchie, schiarendosi meccanicamente la voce per spezzare quell'atmosfera goffa e silente. L'altro non si mosse, continuando a fissarlo come se quella situazione non lo mettesse minimamente a disagio. 

«Ma-Mafuyu...» 

«Mh?» 

Come faceva a spiegargli quanto forte gli battesse il cuore, in quel momento? 

«Suoniamo?» 

«Dopo.» 

«D-dopo cosa?» 

Mafuyu calò le palpebre, in attesa, e Ritsuka capì subito cosa desiderasse. Deglutì a vuoto, il palato arido come il deserto, posando con delicatezza la propria chitarra al suolo. Coi palmi ben aperti sul pavimento si sporse in avanti, le braccia rese tremule dal timore di fallire in qualcosa di così elementare ed il fiato corto. L'aria era bollente sulla pelle di Mafuyu, il quale sembrava una statua di sale tanto era immobile. Pochi millimetri di distanza li separavano, e Ritsuka non aveva il coraggio di colmarli. 

«Uenoyama-kun...» 

«D-dimmi.» 

«Puoi farcela.» 

Quante volte glielo aveva detto? Quante quelle in cui lo aveva incitato a quel modo, urlandogli che fosse perfettamente in grado di superare gli ostacoli? Tante, troppo per non ricordarle, e Mafuyu non si era mai tirato indietro persino quando credeva fosse impossibile poter esternare la propria sofferenza ed il suo profondo tormento.

Ritsuka prese un respiro profondo e toccò le sue labbra con le proprie, un contatto tanto repentino quanto gradito ad entrambi.

Il profumo di Uenoyama giunse alle narici di Mafuyu, gli entrò nei polmoni e gli riempì il petto. La sua bocca era screpolata, ma il modo in cui premeva sulla propria delicato e gentile. Era così diverso da lui... 

Il ragazzo sentiva l'orologio sulla parete - lo stesso che Yuki aveva in camera - ticchettare insistentemente nella stanza altrimenti priva di ogni altro rumore.

Lo aveva sentito scandire il tempo la prima volta che loro avevano fatto l'amore.

L'aveva sentito fermarlo quando aveva trovato il suo corpo esanime, le scuse bloccate in gola e un urlo di dolore rinchiuso nello stomaco contratto per l'incredulità.

Ora, invece, contava i secondi in cui Ritsuka indugiava in quel bacio che sapeva di zucchero, dalla consistenza granulosa ed il gusto tremendamente dolce. 

Sospirò, Mafuyu, chiedendosi quanto avrebbe ricordato di quel contatto negli anni a venire. Avrebbe rimembrato la titubanza di Uenoyama? La sensazione del suo respiro incandescente sul proprio viso...? L'incredibile morbidezza dei suoi capelli tra le dita? 

Ritsuka spalancò gli occhi sentendo le sue mani intrecciarsi tra le ciocche corvine, e vide i tratti di Mafuyu distesi in un'espressione serena, completamente smarrito in quella piccola dimostrazione d'affetto tanto inutile quanto necessaria.
Non ricordava quando se ne fosse innamorato e, onestamente, non avrebbe neppure saputo dire perché fosse accaduto. Così sensibile, Mafuyu, eppure tanto distaccato. Si teneva tutto dentro come se il suo solo fragile corpo fosse in grado di contenere una simile quantità di emozioni. Era quando i suoi occhi divenivano lucidi l'attimo in cui Ritsuka capiva che avesse raggiunto il punto di rottura, come un vaso pieno fino all'orlo e non più in grado di contenere il liquido in eccesso. 

I suoi palmi si posarono su quelle gote morbide che infinite volte aveva inaspettatamente toccato, sorprendendo l'altro e perfino sé stesso, carezzandole coi pollici e muovendo le labbra ad un ritmo lento per meglio imprimere la propria forma su quelle del ragazzo. 

Mafuyu non parlò, né fece altro. Semplicemente continuò a stringere quei fasci setosi nei pugni, lasciando che la propria mente sbiadisse il colore che aveva il cielo quel giorno al mare di un paio d'anni prima, e imprimesse invece il profumo di Uenoyama nel suo cuore come un marchio a fuoco. 

Non avrebbe mai dimenticato Yuki. Era stato il suo tutto così a lungo... tuttavia, ciò che gli aveva lasciato - frammenti di un'esistenza che in nessuna altra occasione si sarebbe intrecciata con la propria - lo aveva reso un essere completo e non più solo una metà di qualcosa che non comprendeva. Perciò si lasciò plasmare, sospirando brevemente quando la lingua di Uenoyama gli accarezzò il labbro inferiore. 

Ritsuka era ruvido, scostante, grezzo e un po' burbero, ma in un modo assolutamente perfetto e che Mafuyu non poteva fare a meno di adorare. 

   
 
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