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Autore: VisAletheias    14/11/2019    1 recensioni
Mischa Green, figlia di un diavolo irlandese e di un'ortodossa russa. Spia di Stalin e nemica di Roosevelt. Indipendente, indomita, irriverente.
Flashfic che potrebbe diventare una storia di più capitoli.
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali
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Spying on Jazz
Michaela Green





N.d.A
Salve a tutti! Desidero premettere che questo è un estratto di un'idea più ampia, che non ho ancora il coraggio di pubblicare. Dopo tante scritture e riscritture mi sono detta di provare a pubblicare questo pezzo e vedere se le opinioni sono favorevoli. Non ha senso dilungarmi per un testo così breve (409 parole) perciò vi auguro buona lettura e aspetto i vostri pareri (positivi o negativi che siano)




Tante memorie legavano Mischa al Green Dragon, una più spiacevole dell'altra. Molte volte, alle due di notte, sua madre rispondeva alle chiamate di Johnny e, con le lacrime agli occhi, si copriva le spalle col cappotto blu e usciva di casa. Il portamonete nella mano sinistra e la lanterna nella destra, Mila Green percorreva a passi piccoli ma lesti il tratto di strada che la separava dal pub di Johnny e, implicitamente, da suo marito.
Ora veterano di guerra, Andrew Green aveva lasciato la moglie e la figlia il 5 settembre come un cristiano timoroso di Dio per tornare quattro anni più tardi nelle vesti del Diavolo. Se prima del Grande Conflitto, la domenica mattina, il sergente di bandiera Green andava a messa e distribuiva pane, pesce al forno ed un bicchiere di vino ai poveri, dopo il 1918 il capitano Green iniziava il lunedì e finiva la domenica al pub di Johnny con un dente in meno e un piede rotto. Sfigurato dall'yprite spruzzatogli addosso da una spia tedesca durante un meeting, Andrew Green era spesso vittima dello sberleffo dei Londinesi rimasti a casa e le risate soffocate dal buonsenso trovavano scampo nel pub di Johnny.
Ogni notte, alle due, quando Mila Green chiudeva la porta e svoltava l'angolo del vicinato, Michaela usciva dalla sua stanza e si dava da fare. Tra un sospiro e l'altro si muoveva per la casa, raccogliendo ai piedi del divano il cesto per i panni ed un asciugamano. Guidata in parte dall'abitudine ed in parte dall'istinto, rimuoveva coltelli e soprammobili pesanti e si andava a nascondere sotto le scale quando sentiva l'arrancare di sua madre alla porta.
E, quando la porta si apriva sul buio della notte e Mischa sentiva chiamare il proprio nome, allora chiudeva gli occhi e tra i singhiozzi recitava l'Отче наш(1).
A ventitré anni aveva pensato che dopo il matrimonio non si sarebbe più dovuta nascondere sotto le scale. Aveva avuto ragione.
La notte del matrimonio, quando suo marito rincasò con una bottiglia mezza vuota di gin, e la chiamò a sé, Michaela si rese conto che si sarebbe dovuta nascondere nell'armadio.
Dopo anni di persecuzioni da parte del marito e di cedimenti nervosi da parte sua, Mischa non si curò più dell'opinione pubblica e consegnò al marito la richiesta di divorzio.
Rimasta sola, senza casa e senza famiglia, Mischa si rese conto che lui l'avrebbe scovata ovunque. Perciò decise di far perdere ogni traccia di sé.


(1): Padre Nostro in russo
   
 
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