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Autore: PrimbloodyBlack    15/11/2019    0 recensioni
(la pubblicazione continuerà su Wattpad) Skye faceva parte di una della famiglie più importanti del regno. Suo padre, braccio destro del re, l'aveva educata ad una vita di sfarzo e lusso. Tutto ciò che voleva era suo, le bastava solo chiedere. Ma l'unica cosa che lei voleva era l'unica che non gli era concessa. Essere libera.
Dopo la morte della madre Margaret, il padre sprofondato nella depressione, aveva riposto tutto il suo amore morboso verso la figlia. La teneva chiusa nell' enorme dimora impedendole di uscire e quindi di cercare marito. Aveva ormai raggiunto i diciassette anni ed ogni donna della sua società aspirava ad uno sfarzoso matrimonio. Ma a lei fu negato anche di amare. Tentò più volte di fuggire ma sempre in vano.
Solo una volta si era avvicinata alla libertà ma un incontro alquanto magico aveva cambiato tutto.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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[FINE PARTE 1 - Danza coi Lupi]

You rise, I fall,
I stand, you crawl 
You twist, I turn, 
Who's the first to burn

(Black Sea - Natasha Blume) 
 

Erano passati due giorni da quando Thalia si era risveglia, era ancora debole ed erano frequenti le volte in aveva un capogiro e cadeva a terra. In compenso Skye cercava di restare forte, nonostante quel rilascio di energia durante il giorno dell'esecuzione l'aveva lasciata stordita.

Aruel una volta assicurato che la sorella stesse fisicamente bene, decise di andare via con la bambina.
"Non è più un posto sicuro." aveva detto ad Anaan e l'anziana aveva risposto, "vai pure, tra non molto vi raggiungeremo."
Skye come al solito non fece domande, per lei il concetto di casa era relativo, Thalia era la sua casa e non le importava di altro. Inoltre la vecchia signora passava quasi tutto il giorno a meditare senza neanche prendersi una pausa, mentre Dickens, il vecchio e scorbutico Jago e gli altri quattro maghi si alternavano tutto il giorno per mantenere viva  la barriera magica che rendeva invisibile la casa.

A lei invece era stato dato l'incarico di sorvegliare Annie, posseduta da un entità che non aveva ancora rivelato il suo nome. Ogni ora doveva scendere giù in cantina e assicurarsi che l'effetto dell'incantesimo soporifero fosse ancora attivo. Inoltre Anaan era quasi sicura che la ragazza non potesse essere posseduta, sennò sarebbe già accaduto.

Quando le furono poste delle domande, Skye era stata abbastanza superficiale nei dettagli. Le faceva male ricordare tutto quello che era successo e per questo l'anziana aveva creato un contatto mentale per accedere ai suoi ricordi e in quel frangente capì che qualcosa non andava.

"I tuoi ricordi..."

"Cosa?"

"Sono stati riscritti." esclamò "e con una magia che non conosco."

In quel momento l'unica persona che poteva saper la verità era l'unica che aveva predetto il futuro. Le rimbombavano ancora in testa le inquietanti parole che Thalia aveva detto al fratello.

"Prima di svenire ha detto di aver visto delle cose, una guerra, contro la regina." gli aveva confessato Aruel.

Ma era troppo presto per metterla sotto uno sforzo del genere, Anaan lo sapeva, ma la situazione era sia rischiosa che anomala. Con il consenso e l'appoggio di Skye decise di andare a chiedere chiarimenti alla lupa, ma come aveva immaginato non era pronta e si rifiutò di parlare.

~ * ~

"È così distante..." disse afflitta gettandosi sul divano. "Non capisco cosa abbia."

"Le devi dare del tempo Skye." suggerì sedendosi anche lei. "Non sappiamo cos'è che la turba, deve decidere lei quando parlare."

"Non potresti creare un contatto mentale anche con lei?" suggerì speranzosa.

"No." rispose schietta. "Non credo sia giusto ingannare qualcuno. Inoltre la persona deve essere consenziente o non potrei entrare nella sua mente."

"Capisco..."

Ma poi sentirono dei passi scendere le scale. Si sarà decisa? Sperò Skye.

Si era raccolta i capelli in una coda lasciando scoperto il suo viso pallido. Il suo sguardo puntava verso il basso, mentre camminava per raggiungere la porta d'uscita.

Indossava una giacca marrone di velluto a causa della bassa temperatura e degli scarponi impermeabili, tutto datogli dal fratello.

"Dove stai andando?" chiese la ragazza.

"Vado a fare una passeggiata."

"Non allontanarti troppo." esclamò l'anziana.

Thalia annuì ed uscì fuori dalla vecchia casa, investita da un freddo gelido. Essendo un licantropo la sua temperatura corporea era molto più elevata rispetto alle normali creature e riusciva a sopportare il freddo più facilmente.

Seguì il sentiero e dopo essersi allontanata abbastanza, si inoltrò nella fitta vegetazione. Non c'era neve, ma l'erba era bagnata come se avesse piovuto tutta la notte. Ironicamente pensò che il suo nuovo look si abbinava molto ad un ambiente  invernale e per un momento sorrise.

Camminò finché non trovò uno spazio aperto ed isolato. Si guardò intorno, si sfilò la giacca e la gettò alla base di un albero. Sentì il freddo attraverso la camicia, strinse i dente e fece un profondo respiro. Si concentrò, focalizzò tutta la sua forza in un unico punto, ma non sentiva più quel calore nel petto che l'aveva accompagnata da quando era nata. Strinse gli occhi, si sforzò nuovamente, gridò per la frustrazione ma nulla cambiava. Si guardava e il suo corpo era ancora lo stesso.

"Perché?!" gridò cadendo in ginocchio. "Perché?! Perché?! Perché?!" Continuava a gridare sbattendo i pugni contro il terreno. Poi si alzò di scatto andando contro ad un albero, non smise di colpirlo finché le mani non le sanguinarono.

Dopo due ore, con l'aiuto di Dickens e la sua magia, la trovano seduta a terra che guardava il vuoto. Skye la raggiunse correndo, si inginocchiò e le sollevò il viso, guardando quei occhi bianchi e arrossati. La circondò con le sue braccia e la sentì ammorbidirsi.

"Non so cosa fare..." balbettò. "Non lo sento più." disse singhiozzando.

"Thalia," la chiamò l'anziana. "dove andremo c'è una comunità di licantropi, loro ti aiuteranno."

La lupa annuì e una piccola speranza si riaccese in lei. Il sapere che c'erano dei suoi simili, la rincuorò. Ultimamente si era circondata di un alone negativo e non si sentiva più appartenente a qualcosa. La sua stessa famiglia l' aveva abbandonata e il sapere che poteva ricominciare la sua vita da capo la rendeva davvero felice, magari in un luogo dove non doveva preoccuparsi delle sue responsabilità o della sua stessa e violenta madre.

Mentre si alzava da terra, Skye la reggeva per paura che potesse cadere per la stanchezza. Invece Anaan le appoggiò premurosamente sulle spalle la giaccia e le fece un sorriso di conforto.

"Da questa parte." esclamò Dickens.

Camminavano a passi lenti e più erano vicini alla casa e più Thalia si agitava. Voleva dire a Skye tutto quello che sapeva, tutto quello che sua madre le aveva rivelato, ma aveva paura. Aveva paura di come avrebbe reagito e temeva anche di non riuscire ad esserle di supporto ora come era. Aveva ancora i suoi demoni da sconfiggere, come posso aiutarla adesso? Si diceva. Sono inutile... Non faccio altro che creare problemi. A mia madre, a mio fratello, a lei, a... Iris. Non sono neanche in grado di proteggere me stessa, non doveva scegliere me come sua guardiana.

"Prendete tutto quello che avete, ce ne torniamo a casa." disse Anaan varcando la soglia dell'abitazione. 
"Mi dispiace tesoro," si voltò verso Thalia. "So che stai male, ma siamo qui fin da troppo tempo e quel tracciatore che avevi addosso potrebbe crearci problemi."

"Cosa?!" esclamò stupita e arrabbiata.

"Qualcuno ti aveva gettato una pozione, te l'ho tolta non appena sei arrivata."

La lupa strinse i denti sopprimendo tutta la rabbia che stava insorgendo in lei.

"Pensavo di aver fatto in tempo, ma è da stamattina che sento delle strane vibrazioni, quindi è meglio andarsene."

"Pensi siano stati i primi figli?" chiese Dickens alla donna.

"No," disse Thalia, "è stata mia... L'Alfa del mio villaggio."

L'anziana la scrutò notando un certo tremore nelle sue parole, non dovuto dalla stanchezza.

"Ne sei sicura?"

"Sicurissima, non è la prima volta che lo fa."

L'anziana annuì e con fare frettoloso si rivolse al mago "Dickens informa gli altri e poi andate a prendere la ragazza, deve essere una cosa veloce non sappiamo ancora come funziona la possessione."

L'uomo correndo andò in cerca dei suoi compagni.

"Avete qualcosa da prendere voi due?"

Thalia scrollò il capo, così come Skye. Pochi minuti dopo Dinkens tornò con Annie tra le braccia ed incatenata, seguito dagli altri uomini.

Si misero tutti in cerchio per mano, nessuna parola venne detta, nessun movimento. La vista della lupa cominciò ad annebbiarsi, per un momento pensò di star svendendo. Si girò con occhi sgrani a guardare Skye, ma la ragazza le sorrise per rassicurarla. Improvvisamente la realtà intorno a lei cominciò a svanire, lasciando spazio a nuove forme e suoni. Chiuse gli occhi frastornata e nauseata da quelle immagini ancora distorte, finché i suoni non si fecero distinti. Sentiva il fruscio delle poche foglie ancora attaccate agli alberi e quelle sotto i suoi piedi, ma si decise ad aprire gli occhi solo quando la chiamò Skye.

Si trovavano in uno spazio aperto, davanti a loro un gran cancello senza inferriata si trovava in mezzo al nulla. Sulla destra di esso un cartello recitava "Che i viandanti e gli sperduti possano riposare sotto la protezione delle nostre braccia".

Anaan fu la prima a rompere il cerchio, poi tutti gli altri la seguirono. Il cancello si aprì non appena si avvicinò ad esso ed invitò gli altri a precederla. Uno ad uno varcarono il cancello sparendo nel nulla, lasciando Skye stupita, Thalia un po' meno.

"Un portale?" chiese la lupa.

"Più o meno," rispose Anaan. "Su venite!"

Ma Thalia non faceva altro che guardarsi indietro, incerta se fosse stata la scelta giusta. Provava ancora del rimorso, stava abbandonando tutto in nome in un futuro incerto. Nonostante tutto quello che era successo provò nostalgia per la sua casa e per le persone che aveva lasciato durante il suo cammino. I sui pensieri si fermarono nuovamente su Iris, Ciril e Basil. Li ho abbandonati... Si ripeteva in continuazione, ancora e ancora. Per non parlare che adesso doveva avere a che fare col fratello e la sua nuova famiglia.

"Thalia... C'è qualche problema?" chiese premurosa e quasi bisbigliando.

"No. Andiamo."

Non appena gli passarono attraverso sentirono un brivido su tutto il corpo e poi i loro occhi si illuminano per le bellezza che vedevano. Non era un ambiente desolato come quello in cui erano pochi attimi prima, anzi sembrava un vero e proprio villaggio abitato da ogni tipo di creatura immaginabile.

"Non ho mai visto così tante creature diverse!" esclamò stupita Skye. "non è per nulla simile a Border Leaf!"

La strada era affollata. Tra tutta quella gente Thalia riuscì a scorgere un incendiaria che con la sua abilità di creare e modellare il fuoco stava facendo dei trucchi a dei piccoli Puck. 
Ma più osservava gli abitanti di quel posto, più si sentiva minacciata. Non era un posto abitato da semplici creature magiche, c'era ogni tipo di essere anche quelli che lei uccideva durante i suoi giorni da cacciatrice.

"Anaan che cosa significa questo?!" chiese cercando di contendersi.

La donna si volto con sguardo interrogativo, anche Skye aveva corrugato la fronte.

"Perché questi esseri sono..." disse alzando il braccio per indicarli, ma si bloccò all'improvviso, fermando il suo sguardo su una figura in lontananza.

"Che c'è?" chiese la ragazza.

Era un essere giovane di sesso maschile, di colore verde chiaro ed alto due metri. Aveva il muscoloso petto scoperto e sulla schiena una pesante spada. Gli occhi neri erano sporgenti e le labbra erano grandi e marroni, non aveva sopracciglia ed i capelli erano raccolti in una lunga treccia ed erano di un verde così scuro che da lontano sembravano neri. Inoltre aveva delle evidenti cicatrici sporgenti su tutto il corpo che rendevano evidente che era un guerriero.

Quando l'anziana comprese a cosa stava puntando Thalia si parò davanti a lei.

"Tranquilla," cercò di rassicurarla.

"Spiegami perché quella cosa è qui?! Gridò con rabbia attirando l'attenzione di qualche passante.

"Qui nessuno è una minaccia!"

"Perché c'è un Goblin qui?!

Ma più la lupa inveiva, più veniva notata, finché anche quel essere se ne accorse.

"Thalia smettila!" esclamò, "Andiamocene!"

Ma la lupa resto immobile, trasformando la sua espressione infuriata in un espressione composta e di sfida quando il Goblin cominciò a camminare nella sua direzione.

"Vieni schifoso." disse tra sé.

"Thalia non osare ingaggiare una lotta qui!" la intimò Anaan.

Ma che sta succedendo? Si chiese Skye.

Quando l'essere si avvicinò sorrise all'anziana che ricambiò, "Buongiorno Hok!"

Thalia la guardò con sguardo assassino, sconcertata dalla gentilezza nelle sue parole.

"Buongiorno a lei!" disse sorridendo. "C'è qualche problema?" chiese guardando verso Thalia.

"Nulla, è solo che la ragazza è nuova e..."

"E non si aspettava la presenza di un Goblin?" disse ridendo, ma la lupa mantenne sempre quel suo sguardo farcito d'odio. "Senti... Non so perché mi stai guardando con tanto disprezzo  ma non sono in cerca problemi."

Ma lupa non vedeva ragione. Con uno scatto alzò il braccio con la mano che impugnava un coltello. Tentò di colpirlo al collo ma l'uomo le bloccò il braccio prima che potesse affondare la lama nella pelle.

"Dove l'hai preso?!" gridò Anaan tra stupore e paura.

"Sei agile, te lo devo." disse con un sorriso compiaciuto. "Ma la prossima volta cerca cerca di colpirmi dritto alla gola, sarebbe stato più difficile bloccarti invece che di lato al collo."

La lupa alzò un sopracciglio e l'uomo la lasciò.

"Vedi, l'errore che hai fatto è stato l'aver creato un semicerchio muovendo il braccio. Facendo così dai tempo all'opponente di individuare l'attacco e fermarlo."

Le prese le mano che stringeva ancora il pugnale e senza il minimo timore lo avvicinò dritto e davanti alla sua gola. "invece se mi colpisci così, con l'intero braccio disteso in avanti, non avrei neanche il tempo di capire cosa sta succedendo."

Thalia guardò sbalordita la disinvoltura dell'uomo, tanto che non sapeva come reagire.

"Comunque piacere mi chiamo Amon Hok, voi?"

"Thalia,"

"E cosa sei... Thalia?"

"Un Licantropo." disse con un sorriso di superiorità.

"Adesso si spiega tutto." disse serio, "E tu?" si volto verso Skye ancora spaventa per l'attacco inaspettato.

"Skye, piacere!" sorrise.

"Anche tu un Licantropo?"

"Non sono affari tuoi, andiamo Skye." si intromise la lupa.

L'uomo aggrottò la fronte, incapace di comprendere quel comportamento.

"Allora arrivederci,"

"A presto Hok!" lo salutò l'anziana. "E scusala non pensavo l'avrebbe fatto,"

"Stia tranquilla, avrà avuto le sue ragioni." l'anziana annuì dispiaciuta.

"Anaan!" la chiamò Thalia per sbrigarsi.

"Arrivò arrivò!" disse raggiungendole.

"E benvenute a Utopia!" esclamò da lontano il Goblin, mentre Thalia trascinava via Skye.

"Allora, dove stiamo andando?" chiese la lupa.

"Dovrai scusarti con lui, hai capito?"

"Nemmeno sotto tortura!" ribatté.

"Senti signorina!" disse bloccandola, "Qui non siamo a Border Leaf o in un'altra qualsiasi città del regno! Ogni persona, di qualsiasi specie sia, viene accolta per una ragione. Dovresti ringraziarmi per essere qui, perché ricorda che se non fosse stato per noi, ora saresti morta! Te e anche lei!"

Il viso dell'anziana ribolliva e le vene sul collo e sulla fronte erano più in risalto che mai. Una volta vista l'espressione a disagio e quasi mortificata di Thalia, ricominciò a camminare, battendo i piedi sul terreno polveroso.

"Andiamo," sospirò Skye, per poi prendere per mano la lupa.

"Stiamo andando nella nostra sede, siamo vicine." disse dopo una decina di minuti.

Dopo aver superato il mercato e qualche altra piccola via, si trovarono davanti ad una casa più grande e più bella delle altre. Era l'unica ad essere fatta in marmo e con un portone d'ossidiana con incisa la stessa scritta che stava al cancello.

"Benvenute nelle Creature Dell'Ombra ragazze!" esclamò l'anziana mentre camminava verso la porta. "La vostra nuova casa,"

Ma prima di fare qualche altro passo, Thalia si girò verso Skye e con un atto di coraggio dichiarò, "Skye dobbiamo parlare, c'è una cosa che devo dirti." 

 

Finalmente la fine della prima parte! La 2° parte si intitolerà utopia ma non come il nome della città ma come sostantivo. A proposito della città, non si pronuncia Utopìa, bensì Utopia senza l'accento sulla i (tipo "pianta"). Appare ciò spero che il capitolo vi sia piaciuto, avevo in mettere di aggiungere anche altro ma poi sarebbe uscito troppo lungo. Scusatemi per eventuali errori.

 

 

   
 
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