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Autore: SweetPaperella    16/11/2019    4 recensioni
Questa storia é il sequel di “There's no storm we can't out run, we will always find the sun” consiglio la lettura della storia precedente prima di leggere questa.
Sono passati tre anni, Emma é ormai felice accanto a Killian stanno per sposarsi, oltre Henry, hanno una splendida bambina di nome Hope.
Regina Mills é felicemente sposata con il suo fuorilegge Robin e ha finalmente l’amore di sua figlia.
Ma può la morte di una persona cara, distruggere la felicità costruita con tanta fatica? E il passato può tornare distruggendo il presente con la forza devastante di un ciclone?
Un nuovo caso, nuovi personaggi e verità sconvolgenti dal passato, che non è mai del tutto passato.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Robin Hood
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo dieci - La fuga 



L’articolo di giornale che Emma ha usato per far uscire allo scoperto Ade è uscito, l’uomo non si è esposto, al contrario, ha fatto in modo di informarsi su Emma e colpirla in modo da non farle più una carognata di questo genere. 
Lo sceriffo infatti, ha fatto in modo di provocare la sua reazione stuzzicandolo nell’orgoglio, dicendo che ci fosse un nuovo sospettato per l’omicidio di Lucy Booth e di conseguenza di August, il famigerato Ade, che si nasconde sotto falsa identità per sfuggire alle autorità. 
Ciò che Emma non aveva sicuramente previsto però è di diventare la sua nuova vittima. Anche lei ha osato infangare il suo nome e ora si è vendicato, presto uscirà la notizia e non vedo l’ora di vedere la ragazza impazzire nel ricordare. 


Emma è appena arrivata in ufficio insieme a Killian, quando è sua madre a chiamarla per dirglielo. A darle la sconvolgente notizia. 
Peter Pan è evaso. Ha finto un malore ed è stato portato urgentemente in ospedale, pensando a un avvelenamento, ma in realtà ciò che ha ingerito l’ha portato solo a un coma apparente. Strettamente sorvegliato è stato aiutato a scappare da un uomo che con la scusa di chiedere informazioni, ha accoltellato il poliziotto di guardia. Pan a quel punto si è svegliato e prima che si potesse dare l’allarme a riguardo, è scappato insieme all’uomo che l’ha aiutato nel suo piano di fuga. 
È stato chiamato proprio dal seguente uomo in cui gli dava le direttive su come evadere e che lo avrebbe aiutato se lui terrorizzava nuovamente Emma Swan. Ha accettato immediatamente. La libertà per un po’ di terrorismo psicologico, è pane per i suoi denti. 
Emma a quella notizia non riesce a muovere un solo muscolo, ha il terrore negli occhi. In un attimo rivive l’incubo della violenza subita e inizia a tremare automaticamente. Cerca di ricomporsi nel momento in cui lo dice a Killian, ma l’uomo riesce a scorgere ugualmente il terrore nei suoi occhi, la paura e il panico. I ricordi sono tornati prepotenti a invaderle la mente e non riesce a scacciarli via nemmeno volendo. Ha provato a dimenticare, ad andare avanti, ma è bastata la notizia della sua fuga per far tornare il terrore in Emma. Non ha dimenticato, non potrà mai farlo, tanto meno se lui è di nuovamente a piede libero.
Anche Killian è sconvolto e appena appresa la notizia avrebbe voluto uscire e andare a cercare quel maniaco schifoso che ha fatto del male alla sua Emma in passato. Vorrebbe trovarlo e ucciderlo con le sue stesse mani, fargli provare solo un briciolo di dolore che ha provato la sua Emma. Ma non può farlo, deve stare vicino a lei.
Se pur ciò non ci voleva proprio. Emma è già tremendamente stressata per via del lavoro e del caso Booth, ora anche questo... Per non parlare della gravidanza, ha anche paura che lo stress eccessivo possa compromettere la gravidanza, sa bene che i primi mesi sono i più delicati ed non potrebbe sopportare lui di perdere il suo bambino, figuriamoci Emma. All’inizio non l’ha accettato subito, ma è stata solo paura, sa che ama già profondamente quella piccola creaturina che cresce dentro di lei. 
«È stato Ade. È stato lui a farlo evadere... Me lo sento. È la reazione all’articolo. Si è vendicato di ciò che ho fatto scrivere. Mi chiedo però come facesse a sapere di...» non riesce a finire di dirlo, non riesce nemmeno a nominarlo quel maiale e ora è in fuga. Le lacrime le stanno per rigare il viso ma cerca di trattenerle, non vuole piangere e non vuole farsi vedere preoccupata da Killian, perché sa che anche lui sta soffrendo. Mostrandosi forte, magari lui smette di essere furioso e preoccupato. 
Deve mostrarsi forte, Ade la vuole indebolire e lei non si farà indebolire, se pur abbia toccato una ferita mai veramente rimarginata, nonostante siano passati cinque anni. 
«Love, chi è stato a parte, tu... Tu come stai? Parlami, ti prego.» è tipico di lei, alzare muri quando è spaventata. La conosce troppo bene ormai.
«Sto bene, voglio solo sbatterlo in prigione nuovamente a quel maniaco. Mi ha scossa la notizia ma sto veramente bene, Kil.» gli dice accarezzandogli il viso per rassicurarlo e non sa se sta convincendo lui o se stessa. 
«Sai che con come puoi parlare vero, love?»
Emma annuisce e lo guarda negli occhi accennando un sorriso sincero, ma non ha veramente voglia di parlarne, soprattutto ora che ha un problema in più da risolvere. Proprio ora che stava iniziando a cercare di fare una vita più da ventitreenne, uscendo con amiche e passando del tempo da dedicare a ciò che ama. Invece ora... Ora questo, la vita la sta mettendo ancora una volta a durissima prova e lei non sa se è in grado di superarlo stavolta. 
Ha intenzione di andare a parlarne con Hopper però, può sfogarsi con lui e raccontargli come si sente senza rischiare di far star male chi ama. Inoltre, ha bisogno di parlare con qualcuno della gravidanza. Lo sanno solo lei e Killian, nemmeno le sue amiche al momento lo sanno, tanto meno i suoi genitori. Ora che c’è il pericolo Peter Pan, ha bisogno di confidare le sue paure a qualcuno, perché a spaventarla ora, è anche che a suo figlio possa succedere qualcosa per colpa sua. 
«Non voglio isolarmi... è che... che ho bisogno di stare un po’ per conto mio.» avvicinandosi per dargli un bacio sulla guancia, apprezza la sua preoccupazione e la dolcezza che ogni volta le riserva, le sue premure, ma ha davvero bisogno di stare da sola per metabolizzare e poi andrà a parlare con il Grillo. 
Killian a sua volta non vuole forzarla e quando lei gli dice di voler andare a parlare con Archie, non ha niente da obbiettare. Preferirebbe di gran lunga che si confidasse con lui, ma già che si voglia aprire con lo strizza cervelli è qualcosa sicuramente. Lui però può fare qualcosa per aiutarla, portarla a cena fuori insieme ai bambini. È sicuro che sia lei che i piccoli saranno entusiasti della cosa, specialmente Hope che adoro la pizza e si impasticcia tutta mangiandola, riempiendosi di sugo dalla testa ai piedi. 
Ma non si risparmia nemmeno a lavoro, tanto che va a parlare con i medici per sapere meglio tutto ciò che riguarda l’evasione di Pan, se hanno visto qualcuno aggirarsi sospetto da quelle parti e se magari qualcuno ha visto con che mezzo si sono allontanati. 
E riesce nel suo intento. I due uomini si sono allontanati con un auto medica. Ma ciò che sicuramente pensa il vice sceriffo è che non possono continuare a scappare in eterno con quello, darebbero troppo nell’occhio e magari nel posto dove l’hanno abbandonato possono trovare qualche informazione utile per sapere dove si nascondono. Circostanziare la zona. 
Una volta che Emma torna in ufficio con Henry e Hope, gli dice di ciò che ha scoperto e lei lo guarda fiera, lei non aveva pensato minimante alla cosa e deve ammettere che è stato per colpa della poca lucidità. Ed è felice che che abbia scelto Killian come suo collaboratore, ora ne ha anche la prova. Lo bacia con trasporto e Hope si copre gli occhi con le manine. Gliel’ha insegnato David a farlo, dicendole che così i suoi genitori smettono di baciarsi se la vedono in quella posizione. E infatti, prontamente si separano nel vedere quella novità e prontamente la bambina confessa chi sia stato a insegnarglielo. I due adulti non possono non scoppiare a ridere. 
«Ho una sorpresa per tutti voi! Che ne dite di andare a cena fuori?» dice a quel punto Killian rivolgendosi ai due bambini, ma soprattutto alla sua fidanzata.
La piccola monella di casa Jones prontamente inizia a urlare “pizzaaaaaaaaaa” saltando felice per l’ufficio di Emma.
«Ma sono le bambine che fanno il bagnetto mangiano la pizza stasera.» dice subito la giovane rivolta alla sua piccola, la quale è completamente ricoperta di terra e colori. Oggi in asilo hanno giocato a dipingere in modo creativo, ovvero usando la terra e i colori. Hope l’ha già fatto spesso con la sua mamma e quindi ne ha approfittato per sporcarsi a non finire. 
Alla parola bagnetto la bambina smette prontamente di saltare e storce la bocca. Se fosse per Hope andrebbe a letto sporca dalla testa ai piedi. 
«E soprattutto un vero sceriffo fa sempre il bagnetto, lo sai?» le dice ancora Emma e la bambina la guarda meravigliata. 
Emma annuisce.
«Allora andiamo.» risponde decisa, prendendo la mano della sua mamma e trascinandola a fare il bagno. Inoltre, non vede l’ora di mangiare la pizza. 
Si avviano tutti verso l’uscita e Killian si avvicina alla sua Emma. 
«Giochi sporco Swan, poi per come si sporcherà con la pizza sarebbe meglio lasciarla sporca e farle il bagno direttamente al nostro ritorno.» sussurra al suo orecchio per non farsi sentire da Hope, o come minimo si arresterebbe pur di non fare due volte il bagno. 
Ma sa altrettanto bene da non poter di certo andare al ristorante sporca dalla testa ai piedi. 
Emma fa un sorrisetto divertito dalla cosa, effettivamente non aveva pensato a ciò, ma se la sua piccola Hope si sporcherà con il sugo pure sui capelli, vorrà dire che ne farà veramente due per la sua grande gioia. 
Arrivano a casa e Hope con sorpresa di Emma non ha fatto nessun capriccio né per entrare, né per uscire dalla vasca, di solito poi non vuole mai uscire. 
Non solo la sua piccola monella le sta decisamente rallegrando la serata. La giornata è iniziata malissimo, ma forse la serata può ancora prendere una piega differente e poi parlare con Hopper le ha fatto decisamente molto bene. Le sue paure sono ancora lì, ma almeno le ha tirate fuori con qualcuno. 
Henry inoltre, sta raccontando della sua giornata a scuola ad Emma e del suo tema in cui ha preso una bella A, rendendo orgoglioso il bambino, ma anche Emma. Il suo ometto è veramente bravo a scuola e soprattutto gli piace studiare e scoprire sempre cose nuove. Questo lo incentiva ad essere curioso e quindi a imparare sempre cose nuove. Lui, è un altro motivo per cui si ritrova improvvisamente a sorridere. E non può non immaginare come sarà il loro terzo figlio, se sarà peperino come Hope o pacato e riservato come Henry. Lei sicuramente spera nella seconda ipotesi, una piccola Killian in miniatura già ce l’hanno. 
In macchina è lui a parlare e Hope pure lo ascolta affascinata, anche perché il bambino si è messo a raccontare la trama del suo tema e la sorellina, lo guarda come se stesse raccontando la storia più bella del mondo. Henry ha sempre tantissima fantasia che inventa lui stesso spesso le storie per Hope e la piccola è felicissima. Se pur combatte il sonno per finire di ascoltare la storia di suo fratello. 
Una volta che sono arrivati al ristorante, Hope sceglie il tavolo lei, prendendo quello vicino al giardino. 
«Che domande papino. Così dopo la pizza, gioco.» risponde alla domanda del suo papà del perché si è voluta mettere proprio lì. 
Per poi sedersi per prima e dicendo di voler la pizza rossa. Guai a fargliela bianca, le la vuole solo con il sugo per sporcarsi meglio.
E infatti é proprio ciò che accade, una volta che le viene messa la pizza davanti agli occhi. Inizia a mangiare i triangoli che Emma le ha tagliato e la sua faccia diventa praticamente del colore della pizza, o meglio lei diventa la pizza. Il sugo le arriva quasi fin sopra ai capelli e guai se provi ad aiutarla a mangiarla. Si arrabbia e mette il broncio, vuole fare da sola come i bambini grandi.
Senza dubbio comunque ,è la visione più bella del mondo, è così allegra e spensierata, che anche Emma e Killian riescono a rilassarsi e passare in completa allegria quella loro serata in famiglia. 
La ragazza per giunta si concede anche il dolce al cioccolato, nonostante abbia mangiato la pizza e gli antipasti. Ma ha ancora fame e quando Killian le fa notare la cosa scherzosamente, per punzecchiarla come al solito, si avvicina al suo orecchio per sussurrargli: “devo mangiare per due, ricordi?”. E come dimenticarlo? Non si può, é impossibile farlo, soprattutto per il pirata che non vede l’ora che nasca suo figlio o sua figlia.
Una volta di nuovo casa, con Hope che è crollata come al suo solito in macchina, dopo aver giocato anche nel giardino del ristorante, come se non avesse ancora esaurito le energie, aver dato la buonanotte a Henry; si ritrovano a parlare nel letto, abbracciati. Killian accarezza i capelli di Emma e lei ha la testa appoggiata al suo petto. 
«Love, non voglio farti tornare pensieri tristi, ma...» non riesce a finire la frase, perché Emma intuendo ciò che lui sta per dirle, lo interrompe.
«Si mi va di parlarne.» dice girando a incrociare i suoi occhi. L’ha interrotto proprio perché voleva essere lei ad aprire il discorso, aprirsi finalmente con il suo fidanzato. Sa bene che condividere con lui le sue sofferenze le fa bene, ma sopratutto lui é stato così dolce e paziente ancora una volta, per farla smettere di pensare e distrarsi ha portato tutti loro a cena fuori.
Killian contento che lei sia pronta finalmente ad aprirsi e buttare giù il suo muro di paura, aspetta che parli, che trovi le parole giuste per iniziare a dire ciò che ha bisogno di rivelargli.
«Sono terrorizzata. Pensavo di aver dimenticato il dolore, pensavo di essere riuscita ad andare avanti, ma non è così... É bastato sapere che lui fosse evaso per farmi sentire di nuovo quella sensazione orribile di cinque anni fa.» ed ecco che riesce a tirare fuori tutto ciò che prova, tutto ciò che si è tenuta dentro e che è riuscita a confessare solo a Hopper, la sua sofferenza, la sofferenza di quella violenza subita e di cui ancora oggi porta le cicatrici. Non sono visibili agli occhi, ma sono pur sempre profonde e dolorose e possono tornare a sanguinare, come in questo caso.
«Ma non ho paura solo per me, ho paura anche per voi e per la piccola che cresce dentro di me... Se solo si dovesse avvicinare a me e a voi, non so se sarò in grado di reagire, mi terrorizza, mi rende impotente, come in passato, quando ha abusato di me...» le lacrime ora stano rigando il viso di Emma, ora, ora che si è liberata da tutte le sue paure e le ha condivise con Killian, non riesce a non frenare le lacrime, esse escono prepotenti e bagnano i suoi occhi e le sue guance, senza sosta. Lui ha intenzione di farle nuovamente male? Non è più la ragazzina di cinque anni prima, non è più alle sue prime armi in ambito lavorativo, ma il pensiero di avere nuovamente quel mostro davanti, le fa provare paure, terrore e le stesse sensazioni orribili di impotenza provate quel giorno, quando lui si è divertito a giocare con lei, ma per Emma non era un gioco e si è sentita sporca per mesi, senza riuscire ad abbracciare il suo meraviglioso uomo. Non vuole riprovare tutto ciò. Ma il terrore di incontrarlo, di lui che la voglia affrontare per indebolirla e far vincere Ade, la rendono così debole e spaventata e si maledice lei stessa nel sentirsi così.
«Love, guardami.» Killian le prende il viso tra le mani per far sì che si possano guardare negli occhi e prima di continuare a parlare, le asciuga delicatamente le lacrime che stanno ancora uscendo copiose.
«Non ti farà ancora del male, stavolta ci sarò io con te, non permetterò a quel mostro di toccarti di nuovo e di far del male a Henry o Hope e tanto meno alla piccola che sta crescendo dentro di te. Non lo permetterò mai. Te lo prometto.» 
Killian a quel punto decide di confidarsi a sua volta, lei gli ha aperto le porte del suo cuore, confidandogli le sue paure, ed è giusto che faccia altrettanto. Anche lui è spaventato, quando ha scoperto della fuga di Pan ha sentito il sangue arrivargli al cervello per la rabbia. Non ha dimenticato il dolore che ha causato alla sua Emma, i suoi occhi spenti, i suoi silenzi, le sue paure. Non ha dimenticato quel senso di impotenza che ha provato quando ha saputo la notizia. Al solo pensiero vorrebbe andare a cercarlo in quel momento stesso e spaccargli la faccia... 
Ha paura per Emma e per la sua bambina. Per tutti loro. 
«Quando ho saputo della notizia mi sono sentito impotente anch’io! Avrei dato qualsiasi cosa per non farti tornare alla mente questi ricordi dolorosi, love. Ho avuto paura anche per la nostra piccolina che cresce dentro di te, tu sei già così agitata, non volevo che avessi anche questo nuovo peso... Ma davvero ti prometto che affronteremo anche questo e che nessuno riuscirà a distruggere la nostra felicità. Nè Pan, né Ade.»
Emma prontamente lo bacia con trasporto, assaporando le sue labbra, esattamente come ama fare. Killian ricambia il bacio prontamente stringerla a sé. 
Ancora abbracciati, poco dopo, sfiniti per la lunga, intensa e stressante giornate, si lasciano cadere nel mondo dei sogni. 




Il giorno dopo, grazie a una segnalazione sono riusciti a trovare l’auto medica con cui sono scappati Ade e Pan. Ma al suo interno ci sono solo le impronte di Peter. Ade, essendo stato in polizia, ha guidato con i guanti di pelle per non lasciare impronte. Non commette mai un minimo errore. Hanno rilevato un capello, che non corrisponde a Pan, ma è di qualcuno non schedato o di uno che ha ripulito la sua fedina penale e ha tolto il suo nome per non farsi scoprire. Sono da capo a dodici. 
Ora stanno cercando di individuare almeno una possibile zona in cui si possano nascondere. Non sa se i due sono insieme, ma con un po’ di fortuna forse si. 
A distrarre Emma dal passare tutta la giornata a lavoro, è David. Il quale vuole stare vicino a sua figlia. Ha saputo della fuga e ora vuole poter far qualcosa per lei. Non ha potuto fare niente per evitarlo cinque anni fa, ma ora può farle capire che le sta vicino e che qualsiasi cosa lui è lì per sostenerla e aiutarla. 
Decidono di andare a pranzo da Granny’s, ma proprio quel giorno la piccola che cresce dentro di lei, ha deciso di farle avere le nausee. Non ne ha mai avuto fino adesso, o quanto meno veramente poche, invece in un tempismo perfetto, decide di farle manifestare nel momento più sbagliato, con suo padre a pranzo, che non deve sapere ancora della sua gravidanza. 
Parlano di un po’ di tutto, di Hope, di Henry e del lavoro. David si è dimostrato attento e le ha rinnovato il fatto che lui è pronto a tutto per lei, ma Emma questo già lo sa e lo dimostra il fatto che sia andata in centrale per pranzare con lei.
Ma si è accorto anche che non ha toccato cibo e non è da lei. 
«È che non ho tanta fame. Avrò mangiato troppo ieri a cena.» ha raccontato a David che sono stati a mangiare la pizza e delle performance di Hope con la pizza, come suo solito fare. Non è stato diverso quando l’hanno mangiata l’ultima volta tutti insieme. 
«Emma, se stai così male per via di Pan...»
«No papà, davvero! Ho solo un leggero mal di stomaco, ma è dovuto al fatto che ieri ho mangiato davvero tanto, esagerando.» regalandogli un sorriso raggiante per fargli capire che non deve preoccuparsi per lei, che sta bene, nonostante la minaccia avvenuta il giorno precedente. Non smette di certo di fare il suo lavoro per questo, non sarà la prima volta che si troverà in una situazione di pericolo e quindi non si mostrerà debole. Ha avuto un momento di debolezza, più che normale, ma ora vuole mettere fine a quel caso una volta per tutte, anche se questo significa affrontare la sua paura più grande, rivedersi faccia a faccia con colui che l’ha quasi violentata. 
«Ricordati tesoro, che per qualsiasi cosa io ci sono. Sono tuo padre ed è compito mio proteggerti.» le dice prendendole la mano ed Emma annuisce. Lo sa. 
«Tranquillo papà sto bene e poi ho un’altra persona da proteggere adesso e che mi dà forza...» il riferimento è ovviamente oltre che per i suoi figli, per la bambina che sta portando in grembo, ma si accorge troppo tardi di averlo detto e suo padre la guarda infatti cercando di capire ciò che lei voglia dirgli. 
Capendo il suo sguardo confuso, prontamente cerca di rimediare.
«Hope naturalmente, cinque anni fa non c’era e la sua esistenza mi ha dato nuova forza e consapevolezza» salvata in calcio d’angolo, ha trovato decisamente la scusa perfetta per non imbattersi in un interrogatorio e poi è abbastanza sicura che Regina non gli ha detto nulla della loro piccola discussione sulla festa. 
A fine pranzo torna in centrale per continuare a lavorare, ma ben felice di essersi intrattenuta a mangiare con suo padre, visto che per via del lavoro, non lo riesce a vedere così spesso, se non le volte che organizzano qualcosa a casa di Regina. Solo che ultimamente Emma e Killian stanno cercando di ritagliarsi del tempo da passare tra loro o con i loro coetanei, uscendo con i loro amici. Di solito con Ruby, Neal, Trilli e qualche altra loro amica. Se pur Emma spesso si porti dietro anche i bambini. A Neal non dispiace passare più tempo con suo figlio e Hope, di solito quando è stanca si prende due sedie, ovunque siano e ci si mette a dormire sopra o si addormenta in braccio a Killian. Quella bambina riesce a dormire anche con la musica alta di qualche pub. Henry invece ormai più grande, si diverte molto a stare con loro e nessuno lo fa sentire escluso, anzi.... Le volte che vogliono invece fare qualcosa di più movimentato, invece i bambini vengono portati da Regina, ma è veramente raro che ciò accada. Spesso piuttosto, Emma esce solo con le sue amiche e resta Killian a casa con loro. I due bambini si divertono un mondo con lui. Giocano ai pirati e Hope finge di essere lo sceriffo che arresta i due pirati. Se pur non nasconde certo un fascino per i pirati, al contrario le piacciono moltissimo, molto più che delle principesse. 
«Com’è andato il pranzo con tuo padre?» chiede Killian non appena si è seduta alla sua scrivania per riprendere a lavorare. 
«Bene, a parte il fatto che tua figlia e intendo quella che sta crescendo ancora nella mia pancia, abbia deciso di manifestarsi proprio nel momento che sono arrivate le ordinazioni, facendomi passare l’appetito per colpa della nausea... Per fortuna mio padre ha pensato a un malessere legato allo stress... Ha proprio un perfetto tempismo questa qui.» gli racconta delle nausee che ha avuto per tutto il pranzo, facendole mangiare veramente poco e niente. Ora invece, si sente già decisamente meglio. Davvero la piccola che cresce dentro di lei ha un pessimo tempismo, considerando che di solito non ha nausee, a parte qualche volta la mattina. Ormai è certa comunque che sarà una piccola principessa. 
«Imparerà, anzi mi preoccuperò personalmente che impari, non vorrei che il suo perfetto tempismo si ripercuotesse su di noi.» allude ovviamente ai loro momenti di intimità. 
«Ma possibile che tu abbia in testa solo una cosa?» lo rimprovera Emma scuotendo la testa vistosamente, anche quando stanno parlando di cose serie, lui deve tirare in ballo la loro sfera intima. Però deve ammettere che ci ha pensato pure lei, ma di certo non glielo dice o il suo ego potrebbe gonfiarsi ulteriormente. 
«Tesoro, dovresti essere contenta invece che io voglia sempre fare l’amore con te.» ribatte deciso, come al suo solito vuole sempre avere ragione ed Emma non insiste oltre, si limita a scuotere nuovamente la testa e a sussurrare verso la sua pancia “come deve fare con tuo padre me lo dici?”. Killian che l’ha sentita sorride e la guarda innamorato, come sempre. 
Prima di immergersi nuovamente nel lavoro, decide di annotare questa piccola cosa della bambina sul suo diario. Un diario che ha iniziato a scrivere da subito dopo l’incontro con lo strizza cervelli, è stato proprio Hopper che gliel’ha suggerito, dicendole che così sarebbe stato più facile per lei affrontare questo nuovo cambiamento, soprattutto in un momento così stressante. Il suo dire “non lo voglio questo bambino” è stato solo un momento di debolezza, lei già l’ama, ma almeno in questo modo sta riuscendo a entrare ancora di più nell’ottica che presto diventerà nuovamente mamma e ad affrontare questa situazione così stressante con più facilità, visto più che altro anche le preoccupazioni lavorative. 
Appunta quindi, nel suo diario, delle sue nausee e fantastica dicendo che probabilmente sua figlia non avrà per niente il tempismo. 
 



Spazio autrice: Ciao a tutti, buon sabato e buon week end a tutti voi! Piovoso aggiungerei... Ahimè. La pioggia sta veramente devastando tutto, guardate Venezia... Mi dispiace un sacco infatti. 😔
Ma veniamo a parlare del capitolo, bene, come avrete letto ci è stata l'evasione di Peter Pan. Prima di tutto per chi non ha letto la precedente storia, Peter Pan insieme a Gold era al centro della precedente indagine ed Emma (insieme a Robin) sono stati rapiti da quest’ultimi e Pan ha abusato di Emma, leggendo si capisce ciò, però ho voluto dare un’ulteriore delucidazione. Oltre ciò per quanto riguarda la sua fuga mi sono ispirata a una puntata della serie tv italiana "RIS Roma delitti imperfetti" (non so se qualcuno di voi lo vedeva, io lo adoravo ed era una delle mie serie preferite) in cui il criminale fingeva un coma apparente per farsi portare in ospedale e da lì scappare con il fratello ricoverato. Io ho fatto un po' la stessa cosa. Ade ha dato a Pan una sostanza per mandarlo in un coma apparente, sapendo quando si sarebbe risvegliato, ha fatto sì che potessero inscenare la sua fuga e terrorizzare Emma. Infatti, nei prossimi capitoli ne vedrete delle belle, questi due insieme possono essere spietati. Ciò che è certo non dovrete sicuramente sottovalutare Ade. Lui ha già pensato alla mossa successiva naturalmente. Avendovi, credo, messo la giusta curiosità addosso, vi saluto. Fatemi sapere che cosa ne pensate di questo capitolo e le vostre teorie in merito. A prestissimo. 
   
 
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