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Autore: Lidzard    16/11/2019    1 recensioni
Sequel di "La torre di luce"
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Bellissimo e terrificante. È così che Michael vede suo fratello. Le cose sono cambiate per Luci, sono cambiate da quel marcio momento dell'esistenza in cui da umano ignaro e soggiogato dall'illusione del Padre, è tornato sé stesso. Legati dallo stesso destino, i due fratelli sono due galassie di potere che si espandono, e ciononostante si fidano solo l'uno dell'altro. Neanche Michael saprebbe dire se il biondo è tornato l'arcangelo senza peccati di un tempo, o un Re degli inferi ancora peggiore del precedente, ma qualsiasi futuro con Luci sarebbe migliore che l'eternità in assenza di lui. Se le stelle cadranno nuovamente, la catarsi dell'universo sarà come un quadro di Vincent Van Gogh. Bellissimo e terrificante.
Genere: Erotico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lucifero, Michael
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Incest | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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Cicatrici


A cosa pensi, Mikael

"Ricordi Eva? Io la ricordo." La sua voce aveva una nota aspra. 

La cosa mi fece ridere, ma solo per poco. 

"Tu non sai nulla, e di quello che Apollione possa averti raccontato non voglio neanche sapere la metà delle cose a cui hai creduto." Alzai il mento ed aprii gli occhi, al cospetto dei suoi tutto sembrò vanificarsi, le parole, l'acqua, il calore, la stanza, il marmo, il respiro. 

Apollione fu il primo a sbirciare fra le nubi che circondavano la terra, dopo di me. Fummo i primi a vedere l'Eden, seppure ci fosse severamente proibito. Eppure Apollione non fece quello che io avevo osato. 

"Non biasimarmi se ti ho erroneamente reputato volubile." le sue braccia circondarono il mio busto, bagnando il tessuto dei miei vestiti. 

Non ero volubile, ma adesso era diverso, avevo un corpo di carne e tutto ciò che comportava. Tempo addietro la curiosità e l'avidità mi avevano reso sfacciato al punto da insozzare la nuda terra della mia stirpe. 

Osservai Michael ed i suoi lineamenti quasi pigramente. 

"Sei in errore, Mike. Non sono mai stato di nessuno, questo è indiscusso." 

"Non guardavi che lei, però. Quella donna dai lunghi capelli scuri e il corpo sinuoso. La desideravi." 

"Ero invidioso di Adamo, perché non avrei mai posseduto niente nel modo in cui lui poteva possedere la donna. Noi non potevamo godere dei frutti del Padre, neanche del fuggevole piacere della carne, fratello." Non aggiunsi che in seguito assaporai le conseguenze di quel piacere proibito.

Godetti di una donna che non era destinata a me, e di un uomo che prima o poi sarebbe dovuto essere mio superiore, eguale del Padre. Commisi qualcosa di troppo oltre il confine del disdicevole. 

Essere perdonato? Impossibile. Perdonare me stesso? Lo avevo già fatto, imparando ad amare ciò che mi era proibito avere. Che il Padre mi fulmini se mi creò incosciente, ma non pensai mai, neppure per un momento, di farmi sottomettere da un essere umano. Dovevo farlo io per primo. 

"Possiamo smettere di parlarne?"
La voce di Michael mi riscosse, la contrazione della sua mascella, i suoi occhi più scuri, le sue labbra strette in una linea. Intendeva dire in realtà, che avrei dovuto immediatamente smettere di pensare al misfatto, poiché poteva sempre vedere ciò che si celava nei miei pensieri. Questo non gli piaceva.

Lasciai apparire un sorriso tagliente sul viso, uno che non pensavo avrei mai avuto occasione di sfoggiare. Dentro di me imperversava una guerra fra piacere e dispiacere. Lasciai che il piacere di essere oggetto di un'emozione così umana come la gelosia di Michael, prendesse il sopravvento sul dispiacere di averlo ferito. Avrebbe dovuto sapere

"Possiamo." Dissi. 

Michael ignorava ancora molte cose, nonostante fossi io quello che mancava dalla città d'argento da tempo. Gli facevo capire quanto ero incondizionatamente suo nell'unica maniera che conoscevo, l'inganno. 

Lo spingevo a cadere per me, vertiginosamente, nella stessa maniera caotica in cui volano le falene, allo stesso modo in cui ero caduto per lui. 

Le braccia strinsero un po' più forte il mio addome. Quello di cui avevo bisogno era con me. Sapevo che Michael non avrebbe voluto altro che questo. Il mio centro però, la mia grazia era ancora intonsa di pena, di cicatrici, paragonabili a fratture nel ghiaccio artico. 

Però con tutto quel calore, nel vapore intenso di quella stanza da bagno, maledizione.. sembrava quasi che quel ghiaccio potesse sciogliersi con facilità disarmante. 

E se il ghiaccio si fosse sciolto, sarebbe stato merito di mio fratello e tutta colpa mia.

   
 
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