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Autore: Mari Lace    16/11/2019    4 recensioni
Partecipante alla La ruota della fortuna challenge, indetta da catching_hearts sul forum di Efp.
«Diana, no…!»
«Scappa, idiota» gli ordinò lei tra i denti, una mano sul punto dov’era stata colpita. Questo lascerà un segno, pensò, mentre un tiro un po’ più preciso approfittava dell’esitazione di Kyle per colpirlo in pieno petto. [...]
«Sai» esordì Mark, dopo qualche minuto di camminata in silenzio, «come vendetta è fin troppo buona».
«Ma è strategica», replicò lei enigmatica. Sostenendo l’occhiata dubbiosa dell’amico, si avvicinò con fare cospiratorio al suo orecchio e confidò:
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutta Strategia

A Deb, di cuore


Questione di Strategia






«Siamo insieme ai nostri compagni. Non abbiamo nulla da temere, perché non siamo soli!»

Diana lo seccò con uno sguardo scettico. «Sì, certo, Kyle… se evitassi di attirarci addosso l’attenzione sarebbe anche meglio».

«Ma… stavo solo cercando di sollevare gli animi! Una dura battaglia ci attende!»

«Kyle…»

Diana non poté continuare la frase, interrotta da una rapida serie di tonfi secchi. Una serie di proiettili colpì il terreno intorno a lei, ma l’ultimo la prese alla coscia.

«Diana, no…!»

«Scappa, idiota» gli ordinò lei tra i denti, una mano sul punto dov’era stata colpita. Questo lascerà un segno, pensò, mentre un tiro un po’ più preciso approfittava dell’esitazione di Kyle per colpirlo in pieno petto.

Diana alzò gli occhi al cielo.

«Eliminati» commentò Lebis, un sorriso sulle labbra. Accanto a lei era Chris; se non sentivano più il bisogno di celarsi, doveva voler dire che…

«Esatto, Dì» indovinò il ragazzo. «Ho colpito Michael poco fa, prima di venire a dare manforte a Leb».

«Dannazione!» imprecò lei, frustrata. Scoccò un’occhiataccia a Kyle. «Tutto per i tuoi stupidi discorsi d’incoraggiamento! Sei contento adesso?»

Lebis si accovacciò accanto a lei, posandole una mano sulla spalla per farsi guardare. «Dai, Nana, è solo…»

«…una partita di paintball!»

La voce di Mark, a qualche metro di distanza da loro, li raggiunse. «Non siamo nemmeno in grado di vincere una partita di paintball!»

«Non prendertela, amico» intervenne Mirko, mantenendosi però a distanza. «Loro hanno Chris».

Lebis soffocò una risata. «Siete proprio uguali» commentò, con un’occhiata complice all’amica.

«Non c’è niente da ridere» sbottò Diana, avvampando.

«È vero però: nessuno di voi due sa perdere» sentenziò Miles, unendosi al gruppo. Sorrideva.

«Hei, Miles! Un bel lavoro con Mirko, prima» gli disse Chris, facendogli un cenno d’approvazione.

«È anche grazie alla tua strategia che abbiamo vinto» aggiunse Lebis. «Festeggiamo con un gelato?» propose, quando anche Mark, Mirko, Michael e Scarlet li ebbero raggiunti.

«Ada?» domandò Kyle, notando l’assenza dell’amica.

«La conosci. È dovuta scappare» l’informò Miles con una scrollata di spalle. «Qualcosa a proposito di un “impegno improrogabile”. Un gelato in meno da offrire», aggiunse sorridendo verso la squadra sconfitta – Mark avrebbe giurato che stesse guardando lui, in particolare.

«E sia, perché no? Qualcosa di fresco ci farà bene, dopo tutto questo movimento!» esclamò Mirko, attirando a sé Mark. «La prossima volta vinceremo noi, però!»

«La prossima volta cambiamo le squadre», dichiarò Diana in un tono che non ammetteva repliche. «Con lo stratega e il cecchino insieme vincete troppo facilmente».

«Ammetti la vostra inferiorità, Dì?» commentò Scarlet ridendo. L’altra avrebbe ribattuto, ma furono interrotti da uno dei dipendenti del campo.

«C’è un gruppo che aspetta, ragazzi. Uscite e toglietevi l’attrezzatura, su».

Imbarazzati, eseguirono senza più osare una parola.

Solo dopo aver pagato, quasi alle macchine, si lasciarono andare a una risata di gruppo.

~

Dopo il gelato, chi non aveva altri impegni a cui attendere si diresse al parco. Prima di congedarsi Kyle fece per abbracciare Diana, ma la ragazza lo schivò impassibile. «Se ne riparla quando riuscirai a eliminare Chris», decretò, dondolandosi sull’unica altalena del parco.

«È una promessa!» esclamò lui, ben più gioioso di quanto non si aspettasse la ragazza, saltellando verso l’uscita.

«Che tipo», commentò Mark.

Erano rimasti solo loro, Lebis e Chris. Questi ultimi si trovavano qualche metro più in là, vicini a una panchina – si sorridevano timidamente.

«Ancora non si sono messi insieme?» sbuffò Mark, soprappensiero. Accigliandosi, cambiò presto argomento: «È la terza sconfitta di fila».

«Già» rimarcò lei, altrettanto irritata. Poi, osservandoli sfiorarsi la mano solo per poi avvampare, le venne un’idea. «Dovremmo vendicarci», iniziò.

Mark la guardò incuriosito. «Ti ascolto».

«Ascoltare? Nah», replicò lei, saltando giù dal sedile di legno all’improvviso. «Sta’ a vedere».

Si avvicinò ai due ragazzi. Mark da dov’era poté osservare le loro labbra muoversi – probabilmente Diana aveva chiesto qualcosa –, ma non aveva la più pallida idea di cosa stessero dicendo. Si domandò se fosse il caso di raggiungerli.

D’un tratto, i volti di Lebis e Chris andarono a fuoco, in perfetta sincronia. Perché si notasse così a distanza, dovevano essere proprio color peperone. Distinse il ghigno soddisfatto di Diana, che con un ultimo saluto si incamminò verso di lui.

«Allora?» la interrogò subito, continuando a spiare verso gli altri due con la coda dell’occhio. Sembravano non riuscire più a guardarsi in faccia.

«Ho chiesto loro se fossero impegnati domani» annunciò Diana con semplicità.

«Vuoi uscire?» ipotizzò scettico lui, per poi aggiungere subito: «Ma domani è venerdì! Abbiamo le prove», accalorandosi. Erano due settimane che questo o quell’altro della band dava buca alle prove, ci mancava solo che si assentasse Diana.

«Io, no» ribatté lei mentre il ghigno si allargava sul suo volto. «Quei due sì, ho organizzato loro un appuntamento con i fiocchi».

Realizzate le implicazioni di ciò, Mark scoppiò a ridere. «Be’, che ne dici di anticiparlo avviandoci a casa?» propose poi. «Scommetto che non se ne accorgeranno neanche, in quello stato».

Diana sogghignò, annuendo. «Perfetto».

«Sai» esordì Mark, dopo qualche minuto di camminata in silenzio, «come vendetta è fin troppo buona».

«Ma è strategica», replicò lei enigmatica. Sostenendo l’occhiata dubbiosa dell’amico, si avvicinò con fare cospiratorio al suo orecchio e confidò: «Se tutto va bene e si mettono insieme, staranno con la testa tra le nuvole per tutta la settimana. Alla partita di sabato li stracceremo!»

Mark le poggiò le mani sulle spalle, fissandola negli occhi incredulo.

«Tu sei un genio, Dì».

  
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