A Deb, di cuore
Questione di Strategia
«Siamo insieme ai nostri
compagni. Non abbiamo nulla da temere, perché non siamo soli!»
Diana lo seccò con uno sguardo
scettico. «Sì, certo, Kyle… se evitassi di attirarci addosso l’attenzione
sarebbe anche meglio».
«Ma… stavo solo cercando di sollevare
gli animi! Una dura battaglia ci attende!»
«Kyle…»
Diana non poté continuare la
frase, interrotta da una rapida serie di tonfi secchi. Una serie di proiettili
colpì il terreno intorno a lei, ma l’ultimo la prese alla coscia.
«Diana, no…!»
«Scappa, idiota» gli ordinò lei
tra i denti, una mano sul punto dov’era stata colpita. Questo lascerà un segno,
pensò, mentre un tiro un po’ più preciso approfittava dell’esitazione di Kyle
per colpirlo in pieno petto.
Diana alzò gli occhi al cielo.
«Eliminati» commentò Lebis, un
sorriso sulle labbra. Accanto a lei era Chris; se non sentivano più il bisogno
di celarsi, doveva voler dire che…
«Esatto, Dì» indovinò il ragazzo.
«Ho colpito Michael poco fa, prima di venire a dare manforte a Leb».
«Dannazione!» imprecò lei, frustrata.
Scoccò un’occhiataccia a Kyle. «Tutto per i tuoi stupidi discorsi d’incoraggiamento!
Sei contento adesso?»
Lebis si accovacciò accanto a
lei, posandole una mano sulla spalla per farsi guardare. «Dai, Nana, è solo…»
«…una partita di paintball!»
La voce di Mark, a qualche metro
di distanza da loro, li raggiunse. «Non siamo nemmeno in grado di vincere una
partita di paintball!»
«Non prendertela, amico»
intervenne Mirko, mantenendosi però a distanza. «Loro hanno Chris».
Lebis soffocò una risata. «Siete
proprio uguali» commentò, con un’occhiata complice all’amica.
«Non c’è niente da ridere» sbottò
Diana, avvampando.
«È vero però: nessuno di voi due
sa perdere» sentenziò Miles, unendosi al gruppo. Sorrideva.
«Hei, Miles! Un bel lavoro con Mirko,
prima» gli disse Chris, facendogli un cenno d’approvazione.
«È anche grazie alla tua
strategia che abbiamo vinto» aggiunse Lebis. «Festeggiamo con un gelato?»
propose, quando anche Mark, Mirko, Michael e Scarlet li ebbero raggiunti.
«Ada?» domandò Kyle, notando l’assenza
dell’amica.
«La conosci. È dovuta scappare» l’informò
Miles con una scrollata di spalle. «Qualcosa a proposito di un “impegno improrogabile”.
Un gelato in meno da offrire», aggiunse sorridendo verso la squadra sconfitta –
Mark avrebbe giurato che stesse guardando lui, in particolare.
«E sia, perché no? Qualcosa di
fresco ci farà bene, dopo tutto questo movimento!» esclamò Mirko, attirando a
sé Mark. «La prossima volta vinceremo noi, però!»
«La prossima volta cambiamo le
squadre», dichiarò Diana in un tono che non ammetteva repliche. «Con lo
stratega e il cecchino insieme vincete troppo facilmente».
«Ammetti la vostra inferiorità,
Dì?» commentò Scarlet ridendo. L’altra avrebbe ribattuto, ma furono interrotti
da uno dei dipendenti del campo.
«C’è un gruppo che aspetta,
ragazzi. Uscite e toglietevi l’attrezzatura, su».
Imbarazzati, eseguirono senza più
osare una parola.
Solo dopo aver pagato, quasi alle
macchine, si lasciarono andare a una risata di gruppo.
~
Dopo il gelato, chi non aveva
altri impegni a cui attendere si diresse al parco. Prima di congedarsi Kyle fece
per abbracciare Diana, ma la ragazza lo schivò impassibile. «Se ne riparla
quando riuscirai a eliminare Chris», decretò, dondolandosi sull’unica altalena
del parco.
«È una promessa!» esclamò lui,
ben più gioioso di quanto non si aspettasse la ragazza, saltellando verso l’uscita.
«Che tipo», commentò Mark.
Erano rimasti solo loro, Lebis e
Chris. Questi ultimi si trovavano qualche metro più in là, vicini a una
panchina – si sorridevano timidamente.
«Ancora non si sono messi
insieme?» sbuffò Mark, soprappensiero. Accigliandosi, cambiò presto argomento:
«È la terza sconfitta di fila».
«Già» rimarcò lei, altrettanto
irritata. Poi, osservandoli sfiorarsi la mano solo per poi avvampare, le venne
un’idea. «Dovremmo vendicarci», iniziò.
Mark la guardò incuriosito. «Ti
ascolto».
«Ascoltare? Nah», replicò lei,
saltando giù dal sedile di legno all’improvviso. «Sta’ a vedere».
Si avvicinò ai due ragazzi. Mark da
dov’era poté osservare le loro labbra muoversi – probabilmente Diana aveva
chiesto qualcosa –, ma non aveva la più pallida idea di cosa stessero dicendo.
Si domandò se fosse il caso di raggiungerli.
D’un tratto, i volti di Lebis e
Chris andarono a fuoco, in perfetta sincronia. Perché si notasse così a
distanza, dovevano essere proprio color peperone. Distinse il ghigno
soddisfatto di Diana, che con un ultimo saluto si incamminò verso di lui.
«Allora?» la interrogò subito,
continuando a spiare verso gli altri due con la coda dell’occhio. Sembravano
non riuscire più a guardarsi in faccia.
«Ho chiesto loro se fossero
impegnati domani» annunciò Diana con semplicità.
«Vuoi uscire?» ipotizzò scettico
lui, per poi aggiungere subito: «Ma domani è venerdì! Abbiamo le prove»,
accalorandosi. Erano due settimane che questo o quell’altro della band dava
buca alle prove, ci mancava solo che si assentasse Diana.
«Io, no» ribatté lei
mentre il ghigno si allargava sul suo volto. «Quei due sì, ho organizzato loro un
appuntamento con i fiocchi».
Realizzate le implicazioni di
ciò, Mark scoppiò a ridere. «Be’, che ne dici di anticiparlo avviandoci a
casa?» propose poi. «Scommetto che non se ne accorgeranno neanche, in quello
stato».
Diana sogghignò, annuendo.
«Perfetto».
«Sai» esordì Mark, dopo qualche
minuto di camminata in silenzio, «come vendetta è fin troppo buona».
«Ma è strategica», replicò lei enigmatica.
Sostenendo l’occhiata dubbiosa dell’amico, si avvicinò con fare cospiratorio al
suo orecchio e confidò: «Se tutto va bene e si mettono insieme, staranno con la
testa tra le nuvole per tutta la settimana. Alla partita di sabato li
stracceremo!»
Mark le poggiò le mani sulle
spalle, fissandola negli occhi incredulo.
«Tu sei un genio, Dì».