Anime & Manga > Tokyo Mew Mew
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Autore: Federica_97    20/11/2019    3 recensioni
Otto anni dopo la conclusione del progetto Mew, le ragazze hanno preso strade diversi, lavori diversi, città diverse.
Ma un nuovo nemico minaccia la terra. E le ragazze sanno la responsabilità che hanno alle spalle, e non possono tirarsi indietro.
Un nemico fuori dal comune, mai visto prima. Riusciranno a trovare un suo punto debole? Oppure sarà tutto perduto ancor prima di iniziare?
Una storia avventurosa, piena di colpi di scena!
Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Nuovo Personaggio, Ryo Shirogane/Ryan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

 

 

Quella mattina un po' freddolosa di inizio autunno a svegliare le ragazze fu un invitante profumino di crossaint appena sfornati.

Fece loro tornare in mente mille ricordi diversi. Sentivano quell'odore tutte le volte che varcavano la soglia del caffè Mew. Era un po' come tornare bambine.

Kyle era sempre stato un cuoco eccezionale, non avevano mai veramente capito se fosse più una passione o una copertura; ma una cosa era certa: i suoi dolci erano deliziosi.

“Che profumino!”, Paddy si lanciò letteralmente giù dalle scale.

“E fa piano” borbottò Ghish stropicciandosi gli occhi.

“Buongiorno ragazzi, dormito bene?”. La voce calda e accogliente di Kyle li mise subito di buon umore. “Servitevi pure, sono tutti per voi”. Sorrise gentile.

Le ragazze ricambiarono in saluto e non se lo fecero ripetere due volte, afferrando ognuna un crossaint.

“Buongiorno. Vedo che non ti smentisci mai”, Ryan era appena sceso in salotto.

“No” sorrise Kyle. “Mangia”. Gliene porse uno che il biondo afferrò.

“Grazie papà”, lo prese in giro addentando il suo cornetto. Si guardò intorno notando che mancava, al solito, solo Strawberry.

“Probabilmente sta ancora dormendo”. Disse Mina, dando voce ai pensieri dell'amico.

“Al suo solito”, disse lui. “La vado a svegliare”. E senza dire nulla salì le scale.

Non ci mise molto a tornare indietro quasi correndo.

“Che succede, Ryan?”. Si preoccupò Lory.

“Strawberry non è in camera sua”, disse lui.

“Oh! E dove può essere?” chiese Paddy.

“Tranquilli probabilmente si è addormentata su qualche divano”, disse Mina.

Kyle scosse la testa. “Impossibile, la casa viene pulita tutte le mattine da cima a fondo. Se fosse stata da qualche parte addormentata mi avrebbero avvertito”.

Le ragazze si guardarono.

“Okay, ci pensiamo noi a trovarla” disse Pai, rimasto al suo solito in disparte per tutto il tempo.

Il biondo invece lo bloccò con un cenno di mano: “forse so dov'è”, una luce brillò nei suoi occhi. “Viene pulita l'intera casa eccetto il laboratorio”. Si avviò alla porta, scendendo le scale.

“Ma è ridicolo cosa mai dovrebbe andare a fare Strawberry in laborat-” le parole di Mina le morirono in gola.

Strawberry era veramente in laboratorio. Addormentata china sulla tastiera. Coi capelli cosparsi sulla scrivania a coprirla quasi tutta.

Ryan la osservò e notò che al computer c'erano tante pagine aperte. Per capire cosa stesse facendo lì c'era solo un modo.

“Strawberry”, la svegliò con calma posandole le mani sulle spalle. Era gelata. “Svegliati dormigliona” la scosse un po', posandole sulle spalle la coperta lì vicino.

Lei aprì lentamente gli occhi, sbattendo le palpebre più volte prima di rendersi conto che non stava sognando.

“Cosa...?”. Mormorò con la voce impastata dal sonno. Si tirò su guardando ad uno ad uno i suoi amici. “Che ci fate tutti qui?”. Si strinse la coperta addosso.

“Che ci fai tu qui” la riprese Ryan osservandola. “Hai dormito in laboratorio?”.

In un attimo si rese conto di dov'era e della nottataccia passata davanti ai monitor.

“Oh!”. Scattò in piedi. “Certo che stupida. Mi sono addormentata!”.

“Va tutto bene tesoro. Tu stai bene?”, le chiese Kyle.

“Hai sfasciato qualcosa di utile alla missione?” la prese in giro Mina.

“Sì Kyle, sto bene. Grazie mille” gli sorrise. “No Mina, simpatica come sempre”.

“Ci nasci”, fece spallucce lei.

“Quindi, che facevi qui?” domandò nuovamente Lory, curiosa.

“Sì, giusto!”. Si voltò verso Ryan. “Ti ricordi ieri sera quando sono stata in camera tua-”

“Che ci facevi in camera sua, nee-chan?”, domandò maliziosa Paddy.

La ignorò: “-mi hai detto che non riesci a capire dove possa nascondersi il coso”.

Lui annuì. “Allora?”.

“Credo di averlo capito”, fece lei. “Magari mi sbaglio, o magari ho ragione. Non lo so”. Lo superò piantandosi davanti all'enorme cartina della città appesa al muro. “Guarda cervellone” segnò un punto sulla cartina col pennarello. “Questo è uno dei punti dove sono scomparse delle persone e...” si spostò leggermente “qui invece ne sono sparite altre” segnò un altro punto.

“Quindi?” Ryan continuava a non capire.

“Fammi finire, sta zitto” lo rimproverò. “Qui invece dove siamo state attaccate noi” segnò ancora una volta un punto. “Non noti nulla?”.

Lui scosse la testa. “Mi spiace”.

Lei sospirò e tracciò delle linee unendo tutti i punti appena segnati. “E' un triangolo Ryan! E cosa c'è esattamente in mezzo a tutti questi punti?”.

Kyle si avvicinò. “Il caffè Mew”.

“Esatto!” batté la mano sulla scrivania. “Il caffè Mew!”.

Il moro si avvicinò alla tastiera e iniziò a battere su essa. “Non ha tutti i torti, Ryan. Non è assurda questa teoria”.

“Quindi fatemi capire, quella cosa si nasconderebbe dentro il caffè?”.

La rossa annuì. “Lo hai venduto a qualcuno?”.

“No, è ancora mio”.

“Allora ci renderà più facile le cose” Strawberry si stiracchiò.

“Facile cosa, micetta?”. Chiese Ghish, ancora mezzo addormentato.

“Non so perché ma ho la sensazione che ci toccherà andare a perlustrare quell'edificio” sospirò Mina.

“L'idea era quella”.

Il biondo scosse la testa. “No, nemmeno per sogno”.

“Invece ci dobbiamo andare, se è come dice Strawberry forse abbiamo una possibilità di capire come fermare quella cosa”, Lory cercò di far ragionare l'amico.

“Hanno ragione”. Anche Kyle aveva preso le parti della ragazza.

Il lungo sospirò di Ryan le fece sorridere: “Okay, ma vengo anch'io stavolta con voi”.

“Io vado a fare una doccia calda veloce e arrivo!” Strawberry corse via, senza dare a nessuno il tempo di parlare e sparì attraverso la porta che conduceva di sopra.

Il sonoro POOF che emise Mash quando si materializzò le fece sobbalzare di paura.

“Mi ricordo di te!” esclamò Ghish afferrando il robottino.

“Alieni Ryan, Alieni!” il piccolo si era così tanto spaventato che aveva abbassato le orecchie pelose.

“Lascialo andare” disse Ryan “Che succede Mash?”

“Sento un campo di energia di sopra” svolazzò dietro la sua spalla, spaventato che Ghish potesse fargli qualcosa.

“Lo sento anch'io, in effetti” Pai drizzò le orecchie, alzando gli occhi al soffitto.

“Proprio sopra di noi” disse Tart “Potrebbe essere lui?”.

Kyle si mise al monitor e intercettò un puntino rosso lampeggiante che segnava proprio la loro abitazioni. “Non è lui” disse poi “il campo di forza è diverso”.

Pochi secondi dopo il frastuono che sentirono proprio sopra la loro testa era chiaro segno che non erano più da soli.

Corsero di sopra ed ebbero solo il tempo di vedere una strana luce bianca accecante che spariva nel nulla.

Una ragazzina era riversa a terra in malo modo, e si lamentava di quanto male le facesse il fondoschiena; probabilmente per via della caduta.

“Chi sei tu?”Ryan si avvicinò a lei, cauto. La ragazza alzò gli occhi e per poco non gli prese un colpo, guardando i suoi occhi gli sembrava di rivedersi allo specchio. Erano identici ai suoi.

“Scusatemi l'intrusione” si alzò facendo allontanare l'americano di qualche passo.

“E' umana, niente paura” aveva chiarito Pai.

La ragazza posò gli occhi su di loro, ad uno ad uno. Sistemandosi i lungi capelli rossi fragola che erano ormai tutti in disordine.

“Mi chiamo Nekory” disse, si fissò a guardare Kyle e gli sorrise.

L'uomo ricambiò, anche se un po' incerto.

“Lo so che voi non mi conoscete, ancora. Ma io conosco tutti voi” si frugò le tasche ed estrasse una card che si rivelò essere una carta d'identità. La passò a Kyle, l'unico che probabilmente non avrebbe dato in escandescenze.

La lesse.

Nekory Kathrine Shirogane.

Nata a Tokyo il 25-11-2022

Capelli: rossi.

Occhi: azzurri.

Segni particolari: una voglia sulla coscia.

Il moro spalancò la bocca, non tanto per aver letto e capito il perché del suo cognome ma di più per la sua data di nascita.

Gli amici rimasero in attesa, ma lui sembrò non voler spiccicare parola.

“E allora!?” esclamò Paddy, curiosa e poco paziente.

“Vabbè! Pessima idea” si riprese la card e la intascò. “Mi chiamo Nekory Kathrine Shirogane. Nel vostro tempo non sono ancora nata, ho 14 anni”.

Ryan spalancò la bocca, capendo: “sei mia...?”

Lei annì. “Tua e di...” si guardò intorno, ma non la vide. “Dov'è Strawberry?”.

La Mew bird spalancò la bocca e indicò verso le scale, come a dirle ''di sopra''.

Il viso della ragazzina si rilassò visibilmente: “okay, visto che è lei quella che sicuramente darà di matto, vi spiego brevemente quello che sta succedendo”, si piantò davanti a Ryan.

“Papà, cioè tu del futuro, mi ha mandata qui” iniziò. “Siamo entrambi ben consapevoli che rischiamo grosso”.

Lui annuì.

“Vi stavate preparando per andare al caffè Mew, giusto?”.

“Esattamente” fu Lory a parlare, che fino a quel momento sembrava la meno sconvolta di tutti.

“Okay, non fatelo”

“Perché? Abbiamo forse capito dove-”

“Sì, si nasconde lì. E se ci andrete catturerà te, papà” guardò il biondo “ e la mamma per riportarti tra noi gli darà l'unica cosa che lo renderà invincibile”.

“Wow” perfino Paddy non aveva battutine da fare.

“Cosa vuole se è già invincibile?” aveva chiesto Pai.

“Non lo è. I suoi poteri diminuiscono giorno dopo giorno. Lui vuole l'acqua Mew”.

“Sul nostro pianeta non c'è più acquaMew da anni”, Kyle si era fatto più serio del solito.

“Ed è qui che vi sbagliate. Mark Aoyama, dentro di lui c'è ancora acqua Mew. E se ti fai cattura, papà, lui ricatterà mamma per averla”.

“E lei cederà” sospirò il biondo. La ragazza annuì.

“La realtà in cui vivo è mostruosa”. Mormorò ancora, a capo chino. “Metà della popolazione è stata uccisa e perfino alcuni di voi non ce l'hanno fatta..”

Mina rabbrividì stringendosi istintivamente vicino a Ghish che la guardò senza protestare e senza fare battutine.

“Che succede?” La voce di Strawberry la fece sobbalzare. “Perché siete tutti riuniti a centro di salone? Dobbiamo andare!”.

Nekory sorrise e corse verso di lei, senza darle il tempo di capire chi o cosa l'avesse tramortita si ritrovò abbracciata da una ragazza che non conosceva affatto.

“Mi sei mancata tanto” aveva detto, con la lacrime che uscivano dai suoi occhi blu.

La Mew gatto guardò i suoi compagni, confusa.

Mina sorrise, intenerita da quella scena.

“Adesso ti spieghiamo tutto, vieni qui”. Kyle la fece sedere.

Strawberry era ancora più confusa.

Le spiegarono tutto quello che aveva detto Nekory e per poco la sua bocca spalancata non toccò il pavimento.

 

 

“Stai... bene?” Nekory era incerta, aveva paura di un rifiuto.

Lei scosse la testa continuando a fissarla. Era tanto somigliante a lei quando aveva la sua età ma era anche maledettamente somigliante a Ryan.

“Tu sei mia figlia, davvero?”.

Nekory annuì “vostra” precisò, indicando il biondo in disparte.

Strawberry lo guardò e arrossì di botto distogliendo lo sguardo.

“Mamma ascolta, lo so che è assurdo e sto mettendo a rischio la mia nascita venendo qui. Ma credimi, preferisco non nascere se devo vivere ancora in un mondo come il mio” gli occhi si velarono di lacrime, ancora. “Zia Mina, zia Lory, zio Tart e zio Pai non ci sono più”.

Le ragazze chiusero gli occhi, amareggiate.

“E tu” completò poi. “Tu, mamma, non ci sei più”.

Ryan a quell'affermazione si staccò dalla parete e andò vicino a lei, poggiandole le mani sulle spalle.

“Ha eliminato la squadra perché si sentiva minacciato?”.

Annuì. “Ha eliminato mamma per abbattere te” confessò. “Da quando lei non c'è ti sei chiuso in te stesso. Lui sapeva che per farti smettere di cercare modi per distruggerlo, doveva distruggere lei”.

Shirogane deglutì a fatica. Quella ragazzina stava rivelando tutto ciò che lui in otto anni non era mai riuscito a dire veramente.

Strawberry lo guardò, di sottecchi, ma non disse nulla.

“Ma non ha fatto i conti con me e zio Kyle” si alzò dalla poltrona dove era seduta. “Siamo riusciti ad aprire questo varco temporale e posso usarlo solo due volte, una per andare e una per venire. Se falliamo, sarà tutto perduto”. Azionò il suo orologio da polso che presto fece da proiettore.

“Questo è il mondo in cui vivo” scorreva immagini di città completamente distrutte, poca gente, pochissime abitazioni ancora in piedi. Uno scenario apocalittico.

Lory si coprì la bocca con la mano, con gli occhi pieni di lacrime.

“E questi sono gli appunti che abbiamo usato per farmi arrivare qui” azionò un altro meccanismo e in pochi secondi tanti file scritti comparvero.

“Sono gli appunti di mio padre...” mormorò Ryan, leggendoli.

“Già. Il nonno pensava che i viaggi nel tempo fossero possibili, e aveva ragione”.

“Wow... siete una famiglia di genietti” ridacchiò Paddy.

Lei sorrise “sono più intelligente di papà”.

“Ehi” fece contrariato.

“E' vero!” rise “dai, mi hai aiutata a venire qui, ma gran parte del lavoro lo abbiamo fatto io e zio Kyle”. Poi si rifece seria. “Ora però, dobbiamo trovare Mark e cambiare il mio futuro”.

Tanti paia di occhi si posarono su Strawberry che subito si agitò “Io non so dov'è Mark!” esclamò, agitando le mani. “Non lo vedo da anni”.

“Io so come trovarlo, però”

“Eh certo, uguale a tuo padre tu” sbuffò la rossa.

“Scendiamo di sotto, mi serve il laboratorio” fece per andare ma la mano di Ryan la bloccò delicatamente per un braccio.

“Lo sai che cambiare il passato non necessariamente significa cambiare il futuro, vero?”.

Lei annuì. “Tu lo dicevi sempre, ma abbiamo comunque voluto rischiare. Ti ho lasciato solo dall'altro lato con la promessa che sarei tornata vincitrice. Non so cosa faresti se perdessi anche me”.

Lui ispirò una gran quantità d'aria e annuì, facendole segno di avviarsi. Evidentemente sapeva già come muoversi dentro quella casa.

La seguirono tutti, eccetto Ryan e Kyle.

“Tu dici che potrebbe funzionare?” chiese allora il moro.

“Non lo so, ma se ho preso la decisione di mandarla qui da sola forse c'è qualche possibilità, non credi?”.

“Io credo che tu non avresti mandato tua figlia qui da sola se non ci fosse più di una possibilità”. Kyle fece qualche passo verso di lui.

“O forse l'ho mandata qui perché ho capito che non c'erano più speranze per noi, lì” Ryan si avviò scendendo in laboratorio.

 

 

 

* * *

 

 

“Quindi Mark è ancora in grado di trasformarsi?”

Nekory annuì.

“E tu ci riesci?”

Lei annuì ancora, all'ennesima domanda di Paddy.

“Lo sai che anche nel mio tempo tu sei così?”.

“Così come?”.

“Così...te” ridacchiò. “Anche adesso che non c'è più Tart, cerchi sempre di essere te stessa e non ti abbatti mai”. Si coprì la bocca con le mani. “Non devo rivelare niente scusami!” rendendosi conto dell'errore bloccò sul nascere il fiume di domande che stavano per nascere dalla gola di Paddy.

“Ma uffa!” protestò lei, incrociando le braccia al petto.

“Guarda” si concentrò e pochi attimi dopo le spuntarono le orecchie e la coda da gatto, nere come quelle della madre.

“Wow! Anche tu riesci?!” Paddy era emozionata.

“Eh già. Da piccola avevo problemi a controllarmi, poi mamma mi ha insegnato e ora se non sono io a volerlo, loro non spuntano”.

Strawberry le osservava da lontano mentre attendeva i risultati della ricerca di Ryan.

“E' molto bellina, somiglia a te” Ghish le si era avvicinato.

“Già. Non provarci con mia figlia, però” lo troncò.

“Ma che dici!” sbuffò. “E' una bambina, non ci penso nemmeno”.

“Ecco bravo, perché sennò ti uccido” lo ammonì, divertita.

L'alieno capì lo scherzo e la spintonò leggermente.

“E' tutto così assurdo” mormorò la rossa continuando a guardare la figlia.

“Il fatto che sei maturata e sei riuscita a crescere una figlia o il fatto che tu l'abbia avuto proprio dall'unico uomo che non sopportavi nemmeno?”. Mina era lì vicino e si era intromessa.

“Ah-ah-ah” fece finta di ridere “è assurdo tutto, punto”.

“Trovato!” Ryan si voltò verso le ragazze. “Germania”.

“E come ci arriviamo in Germania?” chiese Lory.

“Vi porto io” si offrì subito Pai, con troppa enfasi per passare in osservato. Arrossì leggermente.

Strawberry sospirò, chiudendo gli occhi per qualche secondo.

“Devo andarci io, o non vi ascolterà”.

“Io vengo con te, mamma” Nekory si era alzata.

“No, tu resta qui con tuo padre, aiutalo a capire come fermare quella cosa”.

La ragazzina incrociò le braccia al petto gonfiando le guance con fare contrariato e Ryan rivide Strawberry alla sua stessa età. Stessa espressione, stesso modo di fare. Non riuscì a trattenere una risata.

“Perché ridi?” chiese allora la rossa. “E' capricciosa come te”.

“Sei tu quella capricciosa” rise ancora.

Lei scosse la testa divertita.

“Allora micia, andiamo?” Ghish le porse la mano. “Ti accompagno, così se si rifiuta di venire lo rapiamo”.

“Non si rifiuterà” lo rassicurò Strawberry, prendendo la sua mano.

Ryan diede lui le coordinate e in pochi attimi dopo si smaterializzarono.

Nekory fu accanto a Ryan pochi secondi dopo ed istintivamente lo prese per mano.

“Andrà bene, me lo sento” disse la piccola, guardando il padre.

Lui annuì e le sorrise “andrà bene, promesso”.

 

 

BUON SALVE A TUTTI!!!

Questa non la aggiornavo da un po', ma poi l'ho ripresa in mano.

L'idea iniziale era di far comparire Nekory dopo, quando Barag aveva già preso l'acqua Mew, ma poi nella mia testa le cose non avrebbero più avuto un ordine. Quindi eccola qua!!

Non mi sono soffermata molto sulla reazione di Ryan e Strawberry, eccetto lo sconcerto iniziale. Ma avremo tempo di far elaborare alla coppia che avranno un futuro insieme!

Per adesso ci sono cose più importanti, secondo me.

Che ne dite della piccola Nekory? Io la trovo simpatica (certo l'ho inventata io!) e per di più mi piace l'idea di renderla intelligente quanto -e anche più- di Ryan ma infantile quanto Strawberry.

Insomma, alla fin fine è sempre l'unione tra i due, non poteva essere tutta pappa o tutta ciccia!

Ma che sto dicendo? Vabbè! Adesso mi ritiro spero davvero che questo capitolo vi sia piaciuto!

Pam? Ovvio che non mi sono dimenticata di lei! Apparirà presto, promesso!

A presto, un grande bacio!

P.S. Scusatemi gli errori che sicuramente ci saranno.

  
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