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Autore: Aperonzina    21/11/2019    1 recensioni
La vita di Seokjin e Namjoon è perfetta, vivono in una bella casa a Seoul, Jin lavora e Namjoon sta finendo gli studi.
Tra le mura del loro appartamento, si ritroveranno la casa invasa da cinque amici caotici che necessitano del loro aiuto.
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Settimana 1
Sabato 2 Marzo 17:00
 

Taehyung era sdraiato supino sul divano nero di casa Kim da un quarto d’ora buono. 
Lo sguardo rivolto al soffitto dalle travi a vista era perso nel vuoto, i piedi rigorosamente nudi venivano nascosti dai cuscini, verso i quali aveva allungato le gambe magre e il braccio sinistro pendeva dal divano andando a sfiorare con le dita il pelo bianco e riccio di Marlet, che sonnecchiava lì accanto.
In sottofondo c’era l’ultimo mixtape di Yoongi, Namjoon ammirava molto l’amico e lui e Seokjin amavano ascoltare i suoi mixtape di tanto in tanto. 
Namjoon si sentiva ispirato nell’ascoltare la sua musica e quell’ultimo mixtape era piaciuto particolarmente alla coppia.
«Io credo di amarlo, Hyung» disse solenne il più giovane, lo sguardo sempre rivolto a quelle travi, come se potesse vederci attraverso.
Namjoon raggiunse il ragazzo appoggiando una ciotola d’acqua vicino al cagnolino che ormai era diventato di famiglia da ben due anni. I padroni, due signori anziani, erano clienti abituali di Taehyung e due grandi viaggiatori. Quindi capitava che almeno una volta ogni due mesi Marlet si trovasse con lui.
«Ti sei innamorato di Yoongi hyung?» lo prese in giro.
Taehyung si girò il tanto che bastava per guardarlo in faccia «Hyung…»
«Pensavo che questa musica avesse smosso qualcosa in te» si scusò ridacchiando, «comunque voleva essere una novità?» chiese il maggiore alzando gli occhi al cielo e sedendosi sulla poltrona al suo fianco, non prima di dare un buffetto al cagnolino, che in risposta alzò la testolina e lo guardò con i suoi occhietti neri a spillo.
«Per Chimmi lo sarebbe».
Namjoon sbuffò divertito, quando Taehyung era sotto pressione tendeva a farneticare.
«Jin hyung?» chiese poi quest’ultimo.
«È in azienda, suo padre aveva bisogno di lui, peccato, ci teneva ad esserci oggi».
«Perché hanno bisogno del contabile in azienda? Non può lavorare da casa come al solito?».
Namjoon si strinse nelle spalle «Credo dovessero parlare con dei clienti».
Entrambi sapevano che il rapporto tra Seokjin e suo padre non era dei migliori e che l’unico motivo per il quale il maggiore lavorava per lui era la necessità di avere una buona paga.
Avrebbe potuto fare un lavoro più umile, ma anche se si negava ad ammetterlo, Namjoon sapeva bene che il ragazzo lo faceva per agevolare i suoi studi.
Più volte aveva provato a convincerlo a trovarsi un lavoro più appagante e che non lo costringesse ad avere rapporti con la famiglia, che per la cronaca, non accettava la loro relazione e si rivolgeva al figlio come se fosse single, ignorando l’esistenza di Namjoon.
Ma Seokjin era irremovibile quando si metteva un’idea in testa, quindi lui non poteva far altro che accettare che il maggiore si sacrificasse per i suoi studi, nella speranza di riuscire a ripagare in futuro e dargli una vita migliore. 
Per questo Namjoon aveva la fissazione del risparmio, voleva davvero che prima o poi Seokjin avesse la possibilità di lasciare il lavoro e magari aprire un ristorante, sogno che aveva accantonato ormai da tempo, viste le circostanze. 
Namjoon avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutarlo nella realizzazione di tale sogno, quindi studiava assiduamente e lavorava con impegno, in modo da non rendere vani i suoi sforzi.
Questi pensieri gli provocarono malumore, così si concentrò sull’amico, un po’ per non pensare ai suoi problemi, un po’ per seria preoccupazione.
«Senti, tu piuttosto come stai? Ti vedo parecchio giù»
Tae scosse la testa «Sono solo un po’ stanco» disse tornando a guardare il soffitto, «sto facendo parecchi turni extra al museo e cerco di accettare più lavori possibili, è una fortuna che il signor Kim abbia deciso all’improvviso di portare la moglie in vacanza per due settimane, Marlet ci frutterà un bel po’ di soldi».
«Non starai esagerando con il lavoro? Ricordati che hai anche la scuola a cui pensare, non hai un progetto di fotografia da preparare per il mese prossimo?».
«Ho tutto sotto controllo» promise il minore, «e poi abbiamo bisogno di soldi».
Namjoon sorseggiò la sua tazza di tè, facendosi pensieroso «Se avete problemi economici sai che potete contare su di noi».
«Non ti preoccupare hyung» disse Taehyung serio, che nonostante le difficoltà non aveva mai voluto accettare un aiuto economico da parte dei suoi amici, non gli sembrava giusto visti i sacrifici che già loro facevano, «devo solo organizzarmi, William ha pagato quasi tutte le spese di Jimin in queste settimane».
Namjoon non protestò più di tanto, sapeva che Taehyung era irremovibile, ma aveva voluto tentare.
Taehyung sospirò frustrato, mettendosi poi a sedere a gambe incrociate «Come posso pretendere che Jimin si accorga di me se non riesco nemmeno a coprire le spese mensili».
«Tae! Tu ti dai un sacco da fare!» gli ricordò Namjoon.
«È questo il punto» disse amareggiato, «tra lezioni di canto, ripetizioni, il museo e questo» indicò Marlet ancora addormentato sul tappeto, «faccio ancora fatica ad arrivare a fine mese, ogni sforzo sembra vano».
«Di set fotografici non ne hai questo mese?».
Tae scosse la testa «No, e anche se fosse guadagno troppo poco e mi portano via fin troppo tempo, sto pensando di abbandonare, non ne vale la pena»
«Ma Tae tu adori fotografare».
«Infatti, è più uno svago che un lavoro, ho già parecchi corsi di fotografia a scuola, mi posso accontentare per il momento, ora devo pensare a Chim sia emotivamente che economicamente se ce ne sarà bisogno».
«Parli come se fosse tua moglie» gli fece notare.
Taehyung arrossì leggermente e distolse lo sguardo da lui, nel tentativo di non farsi notare «Sono solo preoccupato».
Namjoon gli sorrise dolcemente «Non credi che sia ora che anche Jimin si trovi un lavoro? Io lo vedo un po’... adagiato nell’ultimo periodo» cercò di essere delicato, Taehyung era una persona sempre pronta ad accettare le critiche, ma quando si trattava di Jimin, diventava iperprotettivo e se pur lui stesso a volte si lamentasse dell’amico, faticava ad accettare che terze persone gli facessero notare un suo comportamento sbagliato.
Entrambi però sapevano cosa intendesse Namjoon, nessuno credeva che Jimin fosse un approfittatore o uno scansafatiche, anzi, metteva tutto sé stesso in quel che faceva e tra università e lezioni di ballo aveva davvero poco tempo a disposizione. 
In qualche modo riusciva sempre a cavarsela economicamente senza mai pesare su Taehyung, conosceva bene la sua situazione economica e Namjoon sapeva che Jimin non ne avrebbe mai approfittato, ma se non si fosse sbrigato a trovarsi un lavoro, la situazione sarebbe diventata ingestibile e che lui lo volesse o no, Tae avrebbe finito per addossarsi anche le sue spese.
«Jiminnie ogni tanto dà lezioni di ballo nella stessa scuola di Hobi e poi i suoi genitori lo aiutano se c’è bisogno, capisco che voglia concentrarsi più sullo studio che su altro» disse sulla difensiva, come Namjoon si aspettava, «e poi lui in qualche modo se la cava sempre, è un buon risparmiatore».
«I suoi genitori non sono esattamente affidabili, non so se ricordi quella volta in cui gli avevano assicurato di pagargli l’affitto l’anno scorso».
Taehyung si morse il labbro inferiore, ricordava fin troppo bene, i due avevano finito per non farcela e Jimin, che aveva organizzato le sue spese in modo diverso, si era ritrovato a cercare i soldi per pagare l’affitto entro due giorni. 
Quando l’unica offerta di lavoro con una paga immediata che aveva trovato era la prostituzione, Taehyung gli aveva categoricamente vietato di accettare addossandosi lui le spese mensili.
Inutile dire che Jimin aveva lavorato tutto il mese assiduamente fino a restituirgli tutto il prima possibile.
«E ora che William non c’è più» gli fece notare Namjoon, «guarda caso vi trovate in crisi economica» disse secco, «se devo essere sincero, non credo che Jimin sia tanto bravo a risparmiare, quanto che lui lo viziava troppo».
Taehyung sospirò, forse aveva anche ragione, ma non aveva voglia di parlare ancora di quel maledetto William, il solo pensiero di cosa aveva fatto al suo Chim, nonostante la fortuna che aveva avuto nel fidanzarsi con lui, lo faceva arrabbiare ogni volta «Spero solo che dividendo in tre l’affitto d'ora in avanti saremo un pochino più agevolati» cambiò repentinamente argomento.
«Giusto, a proposito» disse Namjoon come se si fosse ricordato appena in quel momento dell’arrivo di un terzo coinquilino, «ieri hai conosciuto Jungkook, com’è?».
Taehyung si strinse nelle spalle, sfregando i piedi tra loro e non guardando in faccia Namjoon «E’ ok, credo».
«Cos’è quello sguardo? Non ti convince?».
Taehyung si appoggiò mollemente allo schienale, per poi guardare l'altro esasperato «Al contrario, mi convince troppo».
Namjoon lo osservò incuriosito, non capendo «Troppo? E non va bene?» certo che non era mai contento.
«Quando lo vedrai capirai Hyung, quel ragazzo è…» sospirò frustrato, «educato, affascinante, talentuoso e ha una timidezza che lo rende estremamente tenero capisci?».
«Bè, allora ti piace?» convenne Namjoon, non ancora del tutto convinto di star capendo.
«Mi piacerebbe Hyung, a chi non piacerebbe» disse in un sussurro frustrato, «se solo non fosse appiccicato ventiquattro ore al giorno a Jimin e se solo io al confronto non sembrassi un bruco da giardino…».
Questa volta Namjoon scoppiò a ridere fragorosamente «Oh avanti Tae, non dire così, sai che Jimin ti adora».
«No, tu non lo hai visto» disse convinto, «oltre ad essere talentuoso in qualsiasi sport o abilità di ogni tipo, cosa che Jimin ci tiene a precisare di continuo, ha un carattere perfetto, non so come spiegarlo, se dovessi scegliere tra me e lui anche io mi scarterei».
«Ora finiscila» disse Namjoon tirando uno schiaffetto in fronte all’altro, guadagnandosi uno strilletto strozzato, «e non perdere tempo a farti corrodere dalla gelosia, te l’ho detto, Jimin ti adora e ti apprezza tantissimo e poi questa non è una gara di abilità».
«Non sono geloso» giurò infastidito.
Namjoon lo guardò divertito «Ok, ok, come vuoi» cedette.
Taehyung si limitò a mettere su il broncio «Ma tu non mi avevi invitato qui per parlare del film che mi hai prestato?» chiese dopo qualche secondo in cui aveva fatto lo sciopero del silenzio, indicando il dvd che aveva appoggiato sul tavolino al suo arrivo.
«Sei tu che ti sei messo a parlare di Jimin» gli ricordò il maggiore, prendendo il dvd e riponendolo sullo scaffale.
«È colpa della musica» disse Taehyung affondandosi il viso tra le mani, «la musica di Yoongi hyung ultimamente mi ricorda Jimin».
Namjoon rise, tornando a sedersi «Per me tutto ti ricorda Jimin, non dare colpa agli altri».
«No sul serio, senti questa canzone ad esempio, è dolce ma tormentata, proprio come i miei sentimenti per Jimin».
«Ora stai diventando patetico» disse scherzoso.
«È una cosa che mi riesce bene ultimamente» rispose il più piccolo tentando un sorriso arcaico.
Namjoon scosse la testa «Sei un caso disperato».
Proprio in quel momento il campanello suonò, facendo sobbalzare entrambi «Jinnie è già di ritorno?».
Namjoon si alzò raggiante e raggiunse la porta quasi saltando, tanto era contento, ma quando aprì, invece del suo avvenente fidanzato dalle spalle larghe e il viso dolce, si trovò davanti un ragazzo esile dal passo strascicato e il solito sguardo torvo.
«Oh, Hyung, sei tu» disse enfatizzando la sua delusione, ma poi tradendosi in un sorriso divertito.
«Accogli così i tuoi ospiti?» chiese Yoongi ricambiando il sorriso e superandolo dirigendosi verso il salotto, dove aveva già adocchiato una testolina castana che spuntava dal divano incuriosita.
«Hyung! hai appena finito di lavorare?» lo accolse Taehyung, facendogli posto sul divano, «parlavamo proprio di te! Del tuo mixtape in realtà».
Lui annuì appena «Ah, togliete quella robaccia» ordinò con un gesto rapido della mano.
«Robaccia?» chiese Namjoon raggiungendoli in salotto e andando però verso il computer per fermare la musica, «io e Jin lo ascoltiamo di continuo, è così evocativo».
«Hyung, non credo che Yoongi hyung sia felice di sapere che fate le cosacce mentre ascoltate la sua musica» lo prese in giro Taehyung.
Namjoon arrossì violentemente «Ma che ti viene in mente? Non intendevo quello!».
Yoongi in tutta risposta sbadigliò, adagiandosi sul divano «Smettetela voi due, quindi Nam oggi fai tu gli onori di casa?».
Questi tornò a sedersi e annuì vigorosamente, felice che Yoongi non avesse dato corda al minore «Jinnie lavora, comunque è raro trovarci noi tre tutti insieme».
«In effetti siamo quelli che si danno più da fare» disse Yoongi superbo.
«Non era proprio quello che intendevo» rispose Namjoon ridendo, «comunque vi avviso che tra un’ora e mezza devo essere in gelateria».
«Posso accompagnarti» propose Taehyung, «dovrei far passeggiare un po’ Marlet e magari mi prendo anche un gelato».
«Vengo anche io se non vi dispiace» propose Yoongi e i due lo osservarono incuriositi. 
Non che gli dispiacesse la sua compagnia, anzi, i tre effettivamente si incontravano con difficoltà durante la settimana, rispetto a quanto facevano gli altri per lo meno.
Tutti e tre lavoravano e Namjoon e Taehyung andavano anche all’università. 
Ma la cosa più strana era che Yoongi cercasse compagnia dopo il lavoro, non che non uscisse la sera o che non gradisse la loro presenza, ma in genere prima di vedere qualcuno aveva bisogno di passare almeno un oretta da solo a rilassarsi, era una persona parecchio introversa e seppur amasse la compagnia dei suoi amici, dopo il lavoro era d'obbligo una doccia e un po’ di relax in solitudine.
Tutto questo faceva eccezione per Hoseok naturalmente, forse perché erano coinquilini o forse perché si conoscevano da quando avevano sei anni o più semplicemente perché Hobi gli imponeva la sua presenza senza farsi troppi problemi, ma tutte le fisse che lo riguardavano non contavano per lui.
«Se Nam inizia alle 18.30 potremmo accompagnarlo, andare a mangiare qualcosa e poi tornare a prendere un gelato da lui» propose.
Taehyung non ci pensò un secondo di più ad accettare, passava veramente poco tempo con i suoi due Hyung e trascorrere la serata con Yoongi lo avrebbe sicuramente distratto.
«Hoseok hyung non è a casa? Potrebbe venire con noi» propose innocentemente Taehyung.
I due poterono vedere lo sguardo di Yoongi fulminarlo e Tae avrebbe voluto diventare piccolo piccolo e nascondersi dall’ira incombente «O magari anche no» disse in un sussurro appena percettibile, ma venne interrotto dalle parole acide del maggiore.
«Non ho voglia di averlo tra i piedi anche quando esco» sibilò.
Namjoon e Taehyung si lanciarono uno sguardo preoccupato, quest’ultimo si maledì mentalmente.
«Comunque, non verrebbe» continuò infastidito, «all’ultimo ha detto che non ci sarebbe stato per cena».
Il motivo del suo malumore diventò chiaro ad entrambi, e questo spiegava anche perché aveva deciso di fare tappa da Namjoon dopo il lavoro. 
Yoongi in effetti odiava quando Hoseok non gli dava attenzioni, era così da quando Namjoon li aveva conosciuti e nel tempo aveva imparato che i due erano in grado di andare tanto d’accordo quanto di scannarsi se necessario.
«Un suo compagno di corso gli ha chiesto di fermarsi per più tempo per insegnargli dei passi e sapete com’è quell’idiota, non sa dire di no alla gente».
Namjoon stava per dire qualcosa, ma Tae lo precedette «Oh non preoccuparti hyung, anche Jimin mi ha abbandonato all’ultimo questa sera».
Se possibile lo sguardo di Yoongi si fece ancora più omicida e per la seconda volta in quella giornata Taehyung rimpianse il suo essere impulsivo e la sua tendenza a non dare un freno alle parole.
«Si, con la differenza che a me non frega niente di quello che fa lui, però odio la gente che cambia programmi all’ultimo»
I due decisero saggiamente di non controbattere e Namjoon spostò prontamente l'argomento su qualcos’altro, Taehyung avrebbe dovuto passare l’intera serata con lui, il suo cuore era troppo debole per sostenere uno Yoongi arrabbiato.
Così si persero in chiacchiere, Namjoon osservò divertito un Taehyung che cercava di non pensare a Jimin e al suo nuovo e a quanto pare fantastico coinquilino e uno Yoongi intento ad ignorare il fastidio che provava per essere stato ignorato da Hoseok, in fondo, pensò che i due, dai caratteri opposti e le personalità per nulla compatibili a prima vista, non fossero poi così tanto diversi.
 

 
Quando quella sera Namjoon tornò a casa, lasciò le scarpe vicino alla porta e si precipitò in bagno. 
Era mezzanotte e probabilmente Jin stava già dormendo, tutte le luci erano spente e l’intero appartamento era immerso nella quiete, avrebbe preferito che il compagno fosse ancora sveglio, per passare un po’ di tempo insieme, era incredibile come fosse difficile dedicarsi dei momenti di intimità nonostante vivessero insieme.
Si fece una doccia prima di raggiungerlo, non voleva disturbarlo.
Aveva trascorso una giornata parecchio piacevole, per essere sabato sera la gelateria non era stata poi così affollata e verso le dieci, dopo aver mangiato e aver fatto una lunga passeggiata con Marlet, Yoongi e Taehyung erano restati in gelateria fino a chiusura ed erano tornati tutti a casa insieme.
Gli dispiacque pensare che probabilmente per Jin non era stato lo stesso.
Aveva passato la giornata con suo padre e a parlare con i clienti, doveva essere stato stancante.
Cercò di fare in fretta, voleva raggiungerlo il prima possibile e addormentarsi abbracciato a lui.
 
Quando raggiunse la camera, l'asciugamano ancora avvolto alla vita, si sorprese trovando la luce dell'abat jour accesa e Seokjin, gli occhi stanchi e pesanti, che leggeva un libro, seduto comodamente nel letto. 
Appena lo vide entrare gli sorrise apertamente «Joonie, non ti ho nemmeno sentito arrivare».
Il viso di Namjoon si illuminò, non pensava fosse ancora sveglio «Eppure ho fatto cadere le chiavi appena entrato» disse ridacchiando, «potrebbero anche entrare i ladri e non ti accorgi di nulla» lo prese in giro.
Seokjin rise, appoggiando mollemente il libro sulle gambe coperte dal lenzuolo.
«Hai sonno?» gli chiese Namjoon andando a sedersi al suo fianco, notando il viso stanco e le palpebre che sbattevano lentamente.
In risposta Jin sbadigliò e poi annuì «Un po’».
«Dovevi andare a letto» lo sgridò facendosi più vicino e accarezzandogli i capelli.
Seokjin si sistemò più comodamente andando ad appoggiare la testa sulla spalla di Namjoon, che si era seduto al suo fianco «Sono a letto».
Namjoon sorrise «Dovevi dormire, non devi stancarti».
«Volevo aspettarti sveglio» ammise girandosi per guardarlo e sorridergli malizioso.
Namjoon non poteva essere più che felice della decisione del compagno «Bè se la metti così» disse sistemandosi più comodamente vicino a lui, appoggiandosi alla testata del letto e facendo accomodare meglio Seokjin su di lui, «allora fatto bene ad aspettarmi» disse posando un bacio sulla sua testa.
Seokjin sorrise sistemandosi con la testa appoggiata al suo petto e prendendo le mani dell’altro nelle sue, che lo circondava con le braccia.
«Com’è andata oggi?» chiese Namjoon stringendolo a sé.
«Uhm» mugugnò l’altro, «poteva andare peggio».
«Mi spiace, tuo padre è stato simpatico come al solito?» chiese sporgendosi un po’ nel tentativo di guardarlo negli occhi.
«Non mi va di parlarne ora» disse Seokjin sospirando, «piuttosto tu che hai fatto oggi?».
Namjoon sospirò affranto, odiava che Jin dovesse affrontare delle situazioni così spiacevoli e non poteva fare a meno di sentirsi in colpa «Dovresti lasciare il lavoro» lo disse istintivamente, senza pensarci, ma le parole uscirono dalla sua bocca e non poté farci nulla.
«Non posso» disse secco il maggiore, «lo sai che non posso e non voglio».
Namjoon restò in silenzio, tutte le discussioni che riguardavano il lavoro di Seokjin finivano con lui arrabbiato e Namjoon che non aveva la possibilità di controbattere.
Rimasero in silenzio per un po’, poi Jin si girò leggermente per posare un bacio sulla spalla ancora nuda di Namjoon «Scusa, non volevo trattarti così».
Namjoon gli accarezzò la testa «Sono io che non dovevo tirar fuori l’argomento in una situazione così tranquilla» disse docile, anche se avrebbe voluto avere la possibilità di avere voce in capitolo in quella questione, lasciò perdere, non voleva discutere con Seokjin in quel momento, gli era mancato per tutta la giornata e voleva solo che entrambi potessero trovare conforto l'uno nell'altro, senza rovinarsi la serata.
Seokjin circondò il suo collo con le braccia, sedendosi completamente su di lui, Namjoon lo afferrò per la vita e lo strinse in un abbraccio iniziando a dargli delicati baci sulla spalla e insinuando le mani nella sua maglia, per poi tentare di togliergliela.
Seokjin rise e trattenne le sue mani «Come siamo frettolosi» disse divertito riportando le braccia dell’altro a circondargli la vita.
Namjoon sospirò contrariato, sapeva Jin era una persona che faceva tutto con molta calma, ma era tardi, non si vedevano da tutto il giorno e Namjoon non aveva proprio voglia di aspettare.
«Che hai fatto oggi mentre io non c’ero?» chiese Seokjin andando a rifugiarsi con il viso nell’incavo del suo collo.
Namjoon sospirò arreso «Sono venuti a trovarmi Tae e Yoongi hyung» raccontò accarezzandogli la schiena.
«Oh, giusto, Tae, come sta?» esclamò, «non lavorava nessuno dei due oggi?».
«Yoongi è venuto dopo il lavoro e Tae era qui con Marlet» e così Namjoon si perse in una lunga spiegazione, raccontando della giornata passata con i due amici, gli parlò dei problemi di Tae e del cattivo umore di Yoongi.
I due finirono così sul solito discorso, Taehyung e Jimin.
Namjoon spiegò a lungo le preoccupazioni del più piccolo e insieme convennero che Taehyung doveva darsi una mossa.
Parlarono anche di Jungkook e delle insicurezze che il suo arrivo aveva provocato in Taehyung.
«È così delicato Jinnie» stava dicendo Namjoon, una mano ad accarezzargli la vita e una tra i capelli castani e morbidi.
«Ho paura che Jimin senza volerlo finisca per ferirlo in maniera irreparabile» sospirò affranto, «se non mette in chiaro le cose, la situazione non potrà fare altro che peggiorare».
Entrambi rimasero in silenzio, il respiro di Seokjin fattosi più pesante.
«Secondo te Jimin non ha mai pensato a Taehyung in maniera diversa rispetto ad un amico?» chiese Namjoon riflettendo, «insomma, sono davvero molto affiatati e nel loro rapporto ci sono delle dinamiche…» pensò un po’ alle parole giuste da usare, «equivoche, oserei dire».
Dall’altra parte ci fu assoluto silenzio, forse Seokjin stava riflettendo «Sai, mi sembra assurdo che Jimin non ci abbia mai nemmeno pensato, che non si sia fatto qualche domanda, anche solo un piccolo dubbio».
Quando non ricevette di nuovo risposta, Namjoon abbassò lo sguardo nel tentativo di guardare il suo compagno «Jinnie mi stai ascoltando?»
Solo allora si rese conto di quanto il respiro del maggiore fosse regolare e pesante «Jin?»
Poi lo scosse per una spalla «Jin…»
Seokjin mugugnò qualcosa di incomprensibile. Si era addormentato. Namjoon non poteva crederci, non poteva davvero addormentarsi in un momento simile.
«Dai, Jinnie» lo implorò accarezzandogli i capelli, ma questo si limitò ad accoccolarsi di più a lui.
Namjoon sbuffò, poi fece sdraiare il suo compagno, coprendolo per bene con il lenzuolo e poi si alzò.
Mentre si vestiva, pensava che forse avrebbe dovuto accorciare un po’ il racconto della sua giornata, ma cosa poteva farci se Taehyung proprio quel pomeriggio era stato in crisi.
Si sdraiò accanto al compagno prendendolo tra le sue braccia, «Dannato Tae» sussurrò tra sé e sé, «quando finirai di prenderti tutte le attenzioni del mio Jinnie?».
 
 
Note dell’autore: ciao a tutti! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, la storia entrerà un po’ di più nel vivo una volta che verrà presentato Jungkook, sarà un personaggio abbastanza importante, quindi spero davvero che apprezzerete il modo in cui ho provato a rappresentarlo.
Mi auguro che fino ad ora la storia vi stia piacendo, come
sempre se avete qualche consiglio o critica fatemelo sapere 😊
   
 
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