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Autore: Will Darklighter    21/11/2019    8 recensioni
"Unisciti a me, e insieme potremo governare la galassia, come padre e figlio!". Questa celeberrima frase racchiude in se tutto il desidero di un padre di ricongiungersi alla propria discendenza e al contempo la volontà di un apprendista di voler mettere fine una volta per tutte al legame che lo vincola al proprio Maestro. E se questa duplice intenzione avesse avuto una possibilità di realizzarsi? E se al padre fosse riuscito quantomeno di porre il seme del dubbio nel cuore del proprio emotivo figlio? A questo e ad altri interrogativi, come un possibile approfondirsi della relazione sentimentale tra gli inconsapevoli gemelli Skywalker e un miglior trattamento di alcuni comprimari sin troppo maltrattati nei film, provo a rispondere in questa storia.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker, Nuovo personaggio, Principessa Leia Organa
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
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Capitolo 28 - Un grande progetto

VADER


 
“E con questo il mio rapporto è concluso, milord – disse l’agente Nova sull’attenti dopo aver spiegato nei dettagli le varie fasi della sua missione, senza lesinare sui dettagli, proprio come le era stato ordinato di fare.

Darth Vader, seduto sul suo trono personale, li all’interno della Fortezza che portava il suo nome, localizzata sul vulcanico pianeta di Mustafar, aveva ascoltato attentamente tutto il lungo resoconto senza mai interrompere la sua interlocutrice. Al suo fianco vi era il suo servitore più fidato, lo Spettro il cui vero nome era Etad Deechi, mentore della ragazza che aveva appena terminato di parlare.
L’uomo in armatura aveva dovuto attendere pazientemente all’incirca due settimane che l’Imperatore radunasse la flotta con la quale sarebbe stato dato il colpo di grazia alla Ribellione e finalmente, nel momento in cui il suo Maestro si era messo in viaggio dal Centro Imperiale, Vader ne aveva approfittato per raggiungere il luogo dove avrebbe potuto incontrare ancora una volta suo figlio. Durante il viaggio in iperspazio, Palpatine non avrebbe potuto contattarlo e questo concedeva all’apprendista Sith un paio di giorni in cui avrebbe potuto agire indisturbato.

Aveva sondato in profondità servendosi della Forza le sensazioni della giovane donna per evitare che tacesse di proposito o che gli mentisse su determinati aspetti inerenti al suo incarico e aveva avuto un riscontro complessivamente soddisfacente: Nova aveva compiuto la missione in maniera piuttosto egregia ma c’erano due elementi che avevano deluso il Sith.

Il primo riguardava l’holocron che aveva affidato alle sue cure; a quanto pare Luke, comportandosi in maniera del tutto inattesa, lo aveva affidato nelle mani di quella traditrice della principessa Leia Organa, giunta sul pianeta Naboo per trarre in salvo il suo commilitone. L’arrivo di quella Ribelle non era stato del tutto un male: se non fosse stato per lei, né suo figlio né tantomeno l’agente si sarebbero salvati dal cospicuo numero di uomini che Palpatine aveva mandato per catturare il giovane Jedi.
Ciò nonostante, la perdita del manufatto restava comunque una colpa da imputare a Nova e della quale avrebbe dovuto subirne le conseguenze: non che le informazioni contenute nell’holocron rappresentassero minimamente una minaccia per Vader ma il fatto che fosse finito nelle mani dei Ribelli era comunque una mancanza che andava punita. E quel castigo sarebbe arrivato presto.
Il secondo elemento era però fonte di maggiore disturbo per il Sith: i sentimenti della giovane donna non gli erano del tutto chiari, sembrava confusa ogni qualvolta facesse il nome di Luke all’interno del suo rapporto. Vader aveva provato a sondare con energia l’anima della ragazza a tal riguardo ma ella sembrava possedere una singolare dota innata che le permetteva di custodire in un angolo del suo cuore, delle emozioni che preferiva non venissero percepite neanche per un esperto nell’utilizzo del Lato Oscuro come l’uomo in armatura e non poteva trattarsi di nessuna delle abilità che le erano stato insegnate dallo Spetto, visto che con quest’ultimo il Sith non aveva mai avuto alcun problema del genere.

Quello avrebbe potuto rappresentare un problema in futuro; se Esme Nova aveva in sé il potenziale per essere addestrata nelle vie della Forza come il possesso di quella capacità suggeriva a chiare lettere, allora non avrebbe potuto permetterle di lasciare viva quella Fortezza nella quale si trovavano, la quale, ironicamente rappresentava proprio il luogo dove gli Inquisitori Imperiali o Cacciatori di Jedi che dir si volessero avevano condotto quasi tutti i traditori scampati all’Ordine 66 per essere colà torturati e successivamente uccisi.
Un gruppo di uomini e donne, quello degli Inquisitori, che Vader aveva addestrato personalmente affinché diventassero i suoi più implacabili mastini … per poi eliminarli quasi tutti a tradimento dopo anni di fedele servizio, pochi mesi prima dell’inizio della Guerra Civile Galattica, quando ormai non erano più utili e avrebbero potuto rappresentare una minaccia. I più deboli fra loro erano stati graziati e presi a servizio da parte dell’Imperatore, divenendo i suoi Protettori Sovrani, ammantati nelle loro armature cremisi.
Ma se Nova possedeva una abilità tale da riuscire a tener celati, anche se soltanto in parte, i propri sentimenti ad un Signore Oscuro Dei Sith, evidentemente non era affatto debole nella Forza. E quella sua possanza sarebbe stata la sua condanna.
Al suo servitore più fedele sarebbe dispiaciuto perdere l’allieva che con tanta cura aveva cresciuto ma l’uomo in armatura era certo che avrebbe compreso e se non lo avesse fatto in tempi sufficientemente rapidi … avrebbe dovuto scegliersi un nuovo Spettro. I candidati non mancavano di certo.
Li su Mustafar e soprattutto nella Fortezza, il Lato Oscuro era particolarmente potente e Vader poteva meditare sulle sue prossime mosse senza fastidiosi dubbi o ripensamenti, sgorganti da un passato che non riusciva ancora a cancellare del tutto dal suo animo ma che li sul pianeta vulcanico non riuscivano neanche a sfiorarlo.

“Hai agito bene, agente Nova – disse il Sith dopo un silenzio che doveva essere sembrato infinito ai due astanti – e meriti pienamente la ricompensa che ti ho promesso. Recati dal soggetto della missione Alfa e conducilo al molo abbandonato AA-23. Vi rincontrerò li entrambi.”
“Milord – replicò la giovane donna, salutandolo sempre sull’attenti per poi lasciare le stanze private del suo padrone.
Etad Deechi, sempre rimasto al suo fianco durante l’incontro, si mise in ginocchio.
“Vi ringrazio per la vostra grande comprensione, mio signore – parlò lo Spettro, sinceramente riconoscente – so che la ragazza non vi ha soddisfatto del tutto, avendo consentito che un oggetto della vostra collezione privata finisse nelle mani del nemico. Se permettete, vorrei essere io a somministrarle un’adeguata punizione.”
Il suo seguace non si smentiva, doveva aver intuito qualcosa dal semplice silenzio prolungato del Sith. E sapeva che c’era da temere più quello che le parole.
“No – replicò secco Vader – me ne occuperò personalmente. Ritorna a bordo della nave e tienimi aggiornato su qualsiasi comunicazione in arrivo.”
Sentì chiaramente la preoccupazione dello schiavo aumentare a quelle parole. Coraggiosamente ardì di continuare a parlare, nonostante gli fosse stato dato un altro ordine.
“Milord – asserì titubante – giammai vi ho chiesto qualcosa per me ma se mi consentite, oserei farlo adesso. Vorrei che la ricompensa che mi avete promesso fosse … l’incolumità della ragazza. E se questo non fosse possibile, almeno che qualunque danno decidiate di infliggerle non abbia carattere … permanente.”
L’uomo in armatura lo fissò per qualche secondo. Quel simulacro di legame familiare rappresentava una evidente debolezza per il suo servitore. Liberarlo da quel peso lo avrebbe reso più forte e più efficiente.
“Terrò in conto la tua richiesta – gli disse semplicemente con un tono che non ammetteva repliche – ora vai.”
Senza aggiungere altro, Etad Deechi uscì dalla stanza. Vader restò qualche altro minuto seduto, continuando a seguire la sua ombra nella Forza per vedere se avesse deciso di compiere qualche sciocchezza. Ma non fu così: l’umbarano si era diretto a bordo del trasporto con il quale erano arrivati su quel pianeta, come ordinato.
Solo a quel punto si mise in piedi, per dirigersi alla volta del molo abbandonato. Non era un luogo d’incontro che aveva scelto a caso: li, più di 20 prima, aveva soffocato con il Lato Oscuro una traditrice che giurava di amarlo. Era stato interrotto prima di privarla del tutto del soffio della vita ma, come il suo Maestro gli aveva detto, la sua ira alla fine l’aveva uccisa. Quando aveva udito quella notizia si era disperato, con la sua voce che rimbombava li nella sala chirurgica dove il suo corpo era stata appena ricoperto dall’armatura che avrebbe indossato per sempre. Ma in quel castello non provava nulla di nulla, il Lato Oscuro che trasudava dalle pareti impregnate di sangue di decine di Jedi orribilmente uccisi, gli impediva di provare inutili e sciocchi sentimentalismi.

Ed era quello lo spirito giusto per affrontare per la seconda volta suo figlio: se egli fosse stato un capace nel combattimento e al contempo in grado di accettare l’oscurità che era dentro di lui, allora ne avrebbe fatto il suo allievo e insieme avrebbero messo fine al dominio di Darth Sidius. Se invece, nonostante tutto quello che aveva fatto per lui e che avrebbe fatto anche in quell’occasione, fosse stato ancora una volta troppo recalcitrante non avrebbe avuto altra scelta che terminare anche lui. Dopotutto, c’era più di un modo per mettere fine alla vita di Palpatine: quello in compagnia di Luke era quello che avrebbe preferito attuare ma non era affatto l’unico.
A passo spedito, percorse i corridoi della Fortezza i cui inservienti erano unicamente droidi; giammai avrebbe condiviso i segreti di quel luogo con esseri senzienti di non comprovata fiducia e gli individui che il Sith reputava degni di trovarsi in quella categoria erano troppo pochi per potersi occupare della cura di quel luogo.
Arrivò dinanzi alla porta a vetri che dava sul molo abbandonato, attraverso il trasparacciaio poteva osservare ciò che avveniva all’esterno senza che coloro che già erano all’esterno potessero fare lo stesso con lui.
Era troppo distante per ascoltare ciò che i due ragazzi si dicevano ma riuscì a vedere con chiarezza che Luke stringeva delicatamente le mani dell’agente Nova e che i due si guardavano con occhi pieni di speranza … e qualcos’altro. Suo figlio indossava abiti scuri, degni però di un pirata spaziale non certamente di un apprendista sith ma a quello si poteva rimediare facilmente.

E non solo a quello.

La ragazza aveva il compito di sedurre il suo quasi coetaneo, non certamente risultarne invaghita a sua volta, come era evidente fosse accaduto. Aveva fallito, lasciando che le sue emozioni la tradissero. Sarebbe stata un’altra valida motivazione per punirla come meritava.
Senza ulteriori indugi, la porta si aprì al suo passaggio e i due giovani lasciarono repentinamente la loro tenera stretta. L’uomo in armatura si avvicinò, il ragazzo rimase al suo posto mentre la giovane donna si fece incontro al suo superiore.

 


“Lord Vader – gli fece ancora una volta il saluto militare – ho fatto come da voi ordinato. Vi lascio assieme al prigioniero?”
“No – ribatté immediatamente – resta con noi.”
Il padre osservò il figliò in silenzio: era diventato potente, senza alcuna ombra di dubbio, anche al di là delle sue più rosee aspettative. La sua impronta nella Forza era ragguardevole, come percepì subito. Purtroppo, per lui, percepì anche che non aveva in sé la benché minima traccia di oscurità. Neanche il Lato Oscuro di cui la Fortezza era pregno sembrava influenzarlo in maniera decisiva.
“Eccomi qui da te, padre – fu il figlio a rompere gli indugi facendo qualche passo in avanti a braccia aperte con i palmi rivolti verso il genitore, la sua voce era limpida e cristallina per quanto lievemente tesa – desideravo parlare con te. C’è una cosa importante che devo dirti. Molte in realtà ma – deglutì nervoso – ce ne è una che lo è più delle altre.”
Vader prese con un rapido movimento l’elsa della spada laser e l’accese.
“Non sono venuto qui per ascoltare le tue chiacchiere, ragazzo – l’uomo in armatura puntò la lama rossa verso il suo giovane interlocutore – impugna la tua arma e combattiamo. Sono ansioso di osservare i tuoi progressi.”

Con un lento gesto delle mani, Luke aprì il lungo cappotto che indossava. Con crescente irritazione, il Sith vide che l’apprendista Jedi non aveva portato con sé l’arma che aveva costruito su Nar Shaddaa.
“Sei stato estremamente incauto a presentarti a me privo di difese – tuonò l’uomo in armatura – credi forse che le tue parole basteranno a fermarmi?”
“E’ la mia speranza – il giovane uomo avanzò cautamente – ti porto un messaggio, da parte di mia madre, da parte di Padme.”
In qualunque altra situazione, una notizia del genere avrebbe fatto precipitare l’animo dell’Esecutore Imperiale nel più forte dei dubbi ma li, dove era più forte, quelle parole che potenzialmente erano un uragano, arrivarono al destinatario come innocua brezza.
“Non mi interessano le parole di una persona morta, che è stata troppo debole per accettare la possibilità che le avevo offerto.”
E senza alcun preavviso, scagliò contro il ragazzo una potente onda di Forza.
“La stessa che ancora sto offrendo a te.”
Istintivamente, Luke sollevò le braccia proteggendosi il volto e puntando saldamente i piedi a terra, riuscendo a non cadere ma finendo indietro di quasi una decina di metri.
“Notevole – commentò Vader soddisfatto dalla resistenza dimostrata dal figlio – hai finito di blaterare o devo farti comprendere in un altro modo che non intendo ascoltarti?”
“Mi ha detto – continuò il ragazzo incurante dell’ammonimento appena ricevuto e liberandosi il volto dalle braccia – che lo sa che è in te c’è ancora del buono. Ne è convinta proprio come me.”
Vader trattenne con crescente irritazione il suo respiro.
“Hai risposto alla mia domanda – il Sith sollevò ancora una volta la mano che non reggeva la spada ma questa volta la puntò in direzione di Esme. La ragazza si sollevò da terrà, annaspando alla ricerca di aria e portandosi le mani alla gola mentre l’uomo in armatura cominciava a strozzarla tramite la Forza – coraggio, parlami ancora una volta. O forse preferisci fare qualcosa per salvarla?”
Luke sudava copiosamente, sia per il clima torrido del pianeta vulcanico, sia per la tensione del momento.
“Lasciala andare! – parlò ad alta voce, tradendo una certa disperazione – lei ti ha servito fedelmente! Rivolgi contro di me la tua rabbia se non puoi farne a meno!”
Vader non rispose e restò con la lama accesa e continuando a stringere la gola della ragazza, presto le avrebbe spezzato il collo.
Il ragazzo fece ricorso alla Forza e il padre percependolo si preparò a ricevere un attacco scaturito dalla frustrazione del figlio. Ma il suo tentativo cadde nel vuoto: con un salto prodigioso, Luke si frappose tra il Sith e Esme, intercettando e assorbendo su di l’energia negativa del potere utilizzato dall’uomo in armatura.
Mentre la ragazza cadeva a terra ancora cosciente ma fortemente indebolita, il giovane Jedi venne sollevato in aria in sua vece ma Vader riuscì a mantenere la sua presa solo pochi secondi in quanto suo figlio, facendo appello alle sue risorse, riuscì a liberarsi pur a fatica.

I due combattenti si guardarono fissi per qualche istante; Luke questa volta sembrava finalmente pronto a scattare per aggredire suo padre ma la flebile voce della giovane donna alle sue spalle lo fermò.
“Non farlo…”
Il giovane Jedi si voltò a guardare la ragazza che provava a mettersi carponi, cominciando a tossire violentemente.
… fermami se dovessi provare ad attaccarlo, così mi hai detto di dirti… - aggiunse con un debolissimo sorriso.
Rincuorato da quelle parole e dalle condizioni non gravi di Esme, Luke tornò a fissare suo padre con una determinazione diversa rispetta a quella manifestata poc’anzi. Era in pace, tranquillo con sé stesso, convinto nel non cedere.
Vader aveva udito e visto abbastanza, si avvicinò lentamente ai due, con la chiara intenzione di porre fine alla vita della ragazza. Se torturarla non serviva, allora avrebbe scatenato l’ira di suo figlio con una soluzione ancora più radicale. Sentì il ragazzo fare appello a tutte le sue risorse interiori, si stava preparando a fare qualcosa ma questo non fece desistere né rallentare suo padre dall’intento che si era prefissato.
“Spostati – gli disse minaccioso puntandogli nuovamente la spada contro ma questa volta a pochi centimetri dal volto – o ti farò fare la sua stessa fine!”
Luke non si spostò ma anzi chiuse gli occhi, rivolgendo ancora una volta i palmi nudi in direzione di suo padre.
“Come desideri – Vader sollevò la lama rossa pronto a lanciarla in direzione della giovane donna ancora a terra quando suo figlio aprì gli occhi all’improvviso e dai suoi palmi rimasti immoti ne fuoriuscì una luce abbagliante.

Gli occhi e il corpo del Sith cominciarono ad ardere dall’interno, non era il suo corpo ad essere stato colpito da quel potere che Luke aveva sprigionato, bensì la parte nera della sua anima. Il padre poggiò un ginocchio a terra, accecato e dolorante. Tuttavia, suo figlio non approfittò di quella sua debolezza e se ne restò fermo al suo posto.
Fu solo diversi secondi più tardi che l’uomo in armatura riuscì a riprendersi e potette tornare a guardare il ragazzo che aveva davanti, il ragazzo che lo aveva appena battuto, mantenendo la promessa che gli aveva fatto su Bespin. Il Lato Oscuro di cui la Fortezza era pregno non lo stava più proteggendo dalla parte più debole del suo essere, se ne accorse immediatamente. Che fosse un effetto secondario del potere utilizzato da Luke? Quale che fosse la spiegazione, le parole che il giovane uomo gli aveva rivolto in merito alla donna che Anakin Skywalker aveva così tanto amato riuscirono ad insinuarsi dentro di lui, anche se fu solo per un istante ma non lasciò che lo confondessero. Di lì a poco infatti terminò l’effetto di quella singolare abilità e l’oscurità di cui era intrisa la fortezza tornò a riavvolgerlo.
Si rimise in piedi e spense la lama.
Non era previsto che tra suo figlio e l’agente Nova si creasse un legame tanto forte e parimenti che il giovane Jedi riuscisse a sviluppare una simile capacità, per non parlare poi del “messaggio” che in un qualche modo ancora misterioso aveva ricevuto da sua madre.
Ma era successo e ora stava al Sith saper trarre il meglio da quella situazione.

“Sembra che tu sia diventato molto più abile di quanto pensassi, giovanotto – disse con una voce che tradiva un certo compiacimento – ho compreso che non riuscirò a piegarti, non in tempi brevi comunque e pertanto ti faccio una proposta.”
“Ti ascolto – replicò il ragazzo, con tono limpido e sereno.
“Una tregua è ciò che ti concedo. In cambio mi aiuterai a sconfiggere l’Imperatore – parlò l’uomo in armatura con forza – Egli è tanto mio nemico quanto tuo e una volta che sarà morto, potremo riprendere il nostro duello. Accetti?”
“Si, padre – rispose il giovane prontamente, approfittando di quella insospettabile disponibilità da parte del genitore – ma ad una condizione. Quando avrai il tuo trono, lascerai andare Esme. E fino ad allora non proverai a farle ancora del male.”
Vader trattenne il respiro, per poi rilasciarlo irritato. Detestava trattare se non da una chiara e netta posizione di vantaggio e considerato ciò che era da poco avvenuto, aveva perso la sua indubbia superiorità; quella particolare abilità appena utilizzata da suo figlio riequilibrava il rapporto di forze tra loro due. Non aveva quindi altra scelta che fargli anche quell'ulteriore concessione. 
“E sia – replicò dopo alcuni secondi – la sua vita per il tuo aiuto.”
Lentamente il Sith, cominciò a sfilarsi il suo guanto destro, rivelando il suo arto metallico privo di qualsiasi copertura in similpelle, per poi porgerlo a suo figlio, che incerto lo raccolse.
“Indossalo durante la battaglia contro Palpatine o la tua mano cibernetica resterà paralizzata dai suoi fulmini, una potente disciplina del Lato Oscuro della Forza. Io me procurerò un altro.”
“Grazie – asserì Luke sinceramente riconoscente
“Ti manderò a chiamare quando saremo pronti a partire assieme a tutte le indicazioni del caso che dovrai rispettare pedissequamente.”
E senza aggiungere altro, Darth Vader lasciò i due ragazzi li sul molo, diretto alla volta dell’hangar.

Qui trovò Etad Deechi, visivamente nervoso e il suo padrone decise di tranquillizzarlo immediatamente. Non gli sarebbe stato utile in quello stato.
“Non devi preoccuparti, Spettro – lo anticipò il Sith – la tua figlia adottiva è salva. Le tue parole mi hanno persuaso dal non nuocerle.”
Gli mentì spudoratamente, guadagnandosi ancora di più la sua lealtà.
“Vi ringrazio, mio signore – aggiunge chiaramente sollevato con un inchino – mentre ero qui sono giunti due messaggi sul navicomputer del vostro shuttle. Il primo riguarda delle coordinate con un altissimo livello di protezione, pari soltanto a quelle utilizzate dall’Imperatore. Solo … che non si tratta di lui. Il secondo proviene da Kashyyyk, ritengo dalla nostra agente twi’lek infiltrata.”
“Ricontatterò chiunque ci abbia lasciato questi dati e il nostro operativo, in privato – gli rispose Vader – tu resta pure qui.”

L’uomo in armatura salì a bordo della nave e fece come aveva appena detto. Dopo pochi istanti, comparve davanti a lui la sagoma olografica di Gallius Rax, un altro individuo dotato di una discreta possanza nella Forza che Palpatine aveva elevato a sua spia personale con mezzi superiori probabilmente a quelli della Rete Bothan e al quale aveva affidato la responsabilità di quel folle piano conosciuto con il nome di Contingenza.
“Milord – fece Rax con tono elegante e diplomatico – sono al vostro completo servizio. Avete approntato un piano per la vostra legittima successione al trono imperiale?”
Il Sith apprezzò notevolmente quelle parole, il direttore di quella struttura mastodontica conosciuta come Osservatorio non lo stava lusingando ma credeva veramente in quello che aveva appena detto. Sicuramente avrebbe avuto un ruolo importante nel nuovo Impero governato da Darth Vader, proprio come si meritava.
“Certamente – gli rispose l’uomo in armatura – la battaglia di Kashyyyk sarà il momento in cui colpiremo per assicurare alla galassia una nuova epoca di ordine e sicurezza. Io eliminerò colui che non è più degno di governarci e la contatterò personalmente dal posto di comando che costui occuperà ancora per poco tempo. Quello sarà il momento: diffonderà a tutti i comandi indicati nel progetto Contingenza la notizia del suo tradimento e nella stessa comunicazione della sua morte. In questo modo assicureremo all’Impero una pacifica e rapida transizione e al contempo stroncheremo la Ribellione una volta per tutte!”
L’uomo in divisa gli sorrise.
“Un eccellente piano … mio Imperatore!”
Non c’era altro che valesse la pena di aggiungere pertanto la comunicazione venne chiusa dallo stesso erede al trono.
In rapida successione, aprì la comunicazione unicamente radio questa volta con l’agente Neena Lestrin, quella insolente ragazza twi’lek di Tatooine, desiderosa di vendetta sulla Ribelle Leia Organa.
 
“Qui Base, sei in ascolto, operativo L? – chiese Vader.
“Si, signore – la qualità della comunicazione era pessima, oltre agli inevitabili problemi di connessione, quasi certamente Lestrin stava utilizzando un disturbatore per rendere la chiamata difficilmente intercettabile – non posso restare per molto tempo connesso per ovvi motivi pertanto sarò breve. Ho localizzato il bersaglio, ho via libera?”
La replica del Sith fu immediata.
“Puoi procedere ma c’è un altro obiettivo di importanza primaria. Il bersaglio ha con sé un oggetto che mi appartiene, è di forma cubica, grande poco più di un oloproiettore. Dovrai recuperarlo o sarò costretto a considerare la tua missione un fallimento. Attendi l’inizio della battaglia prima di muoverti in modo da avere maggiore libertà di azione. Passo e chiudo.”
Chiuse anche quella conversazione ed avvertì uno strano presentimento, quasi una sensazione di disagio, recondita ed elusiva alla quale non riuscì a dare un nome. Scacciò con facilità quel fastidioso accenno di pensiero, probabilmente si trattava di un effetto residuale del potere utilizzato da Luke.
Presto Darth Vader sarebbe stato il padrone della galassia e il ragazzo non avrebbe avuto altra scelta che fare parte del grande progetto di suo padre, una volta che non avrebbe avuto più un posto dove stare o degli amici dai quali tornare.
   
 
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