RITROVARE PARTE DI ME
Basta;
l’estate è finita, e con essa ogni
sogno.
L’ultima spiaggia
è una marea di sabbia
senza alcun domani,
una duna che migra
senza più una meta.
Per un’estate sono stato un Re Magio,
per un inverno sarò l’eremita;
giuro che non inseguirò mai più
comete,
che non mi farò più illusioni;
al giorno d’oggi le comete vere
sono offuscate dall’inquinamento
luminoso,
e se par di vederne una a occhio nudo
essa non è altro che luce
artificiale.
Artificiale come chi si è mostrato
per chi non era,
per chi, ancora una volta, mi ha
ferito;
per chi pensavo di contare
e invece ero solo uno da fregare.
Per chi mi ha ferito e lasciato
sanguinante
lungo la strada della Vita.
Non voglio ora passar da martire,
senza colpe né macchie,
ma di certo nessuno mi ha mai voluto
capire,
nessuno mai mi ha ascoltato.
Ho imparato solo ora, a venticinque
anni,
che ti devi ascoltare da solo se vuoi
star bene;
che non devi lasciare che gli altri
si prendano parte di te
e poi se ne vadano, meschini.
E nessuno mai mi ha ascoltato o
capito per davvero;
solo le mie poesie, la mia arte
io con essa sono stato me stesso,
semplicemente me,
senza bisogno di dover parlare.
Finalmente stando solo con me stesso
ho capito molto del mio animo,
ma lo strazio, alcune ferite
non si curano.
Sono laceri profondi, insanabili
con esse morirò, solo come sempre.
Ma almeno sono soddisfatto
perché tra questa miseria umana,
questa solitudine e questo cuore a
brandelli
ho ritrovato un frammento di me
che credevo perduto o razziato;
posso ora, per un solo istante, essere
felice.
NOTA DELL’AUTORE
Grazie per essere qui,
perché so che voi mi ascoltate. Ne sono convinto.