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Autore: scImMIA    01/08/2009    1 recensioni
Il pianeta Vegeta non è mai esploso ma per i saiyan non è che vada tutto rose e fiori ... c’è qualcuno infatti che vuole far loro la pelle e per giunta conoscono anche chi è costui.
Storia partecipante alla Sfida indetta in Writers Arena
Nota per i lettori: dimensione carattere +1 ... ora dovreste riuscire a leggere senza difficoltà
Genere: Generale, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Bardack, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ultima parte. Buona lettura.




Su Vegeta nulla era cambiato dal giorno della partenza. Il clima era sempre teso e le brutte notizie riguardanti altri saiyan eliminati su pianeti lontani, continuavano a lasciare l’amaro in bocca. La scoperta della morte di Toma e Seripa gettò Bardack in uno stato ancora peggiore, in una situazione nella quale anche la minima parola fuori luogo poteva far scatenare in lui l’ira più bestiale. Per questo motivo Panbunkin, anch’egli molto legato agli amici venuti a mancare, manteneva da questi le distanze per non ferirlo ulteriormente mentre il ragazzino, obbligato a stargli a fianco, perseguiva a non proferire parola qualsiasi fosse l’argomento in questione. Bardack si diresse di malavoglia in direzione del palazzo obbligando Radish a stargli dinanzi. Però, il vedere il figlio che camminava spedito con aria diligente nel tentativo di mascherare alla bell’emeglio i timori che gli scorrevano dentro, gli facevano accrescere i fastidi nei suoi riguardi. Di certo avrebbe preferito avere un primogenito con una spina dorsale di maggior rilievo.
I due saiyan attraversarono svariati corridoi passeggiando tra le file di soldati che diligenti, rimanevano in allerta per qualsiasi evenienza. Il bambino si fermò soltanto quando dinanzi a sé non vide che un’enorme portone, segno di potenza e forza, intarsiato da ricchissimi decori. Pensando che fosse proprio la stanza del regale signore al quale dovevano far rapporto, Radish si bloccò colto da un senso di inferiorità opprimente.
Bardack lo raggiunse e senza usare i guanti di velluto gli afferrò la lunga chioma di capelli, spalancò la grande porta e gettò malamente il figlio sul tappeto rosso. L’entrata impertinente e non acconsentita generò immediatamente una certa irritazione nel Re che, prima seduto sul suo trono attorniato da personaggi di rilievo del pianeta, s’alzò in piedi mostrando tutto il suo disappunto. Curgotte, Pharlic, Onny e Abergn fecero spazio a Vegeta che iniziò a discendere gli scalini che sopraelevavano il suo trono con una flemmaticità intimorente. Nel mentre tutti gli altri presenti iniziarono a guardare in malo modo il bamboccio che sembrava non aver ancora compreso in che guaio si fosse andato a cacciare. Mentre Radish si alzava in piedi ancora disorientato dall’accaduto, Bardack gli rimase a distanza con le braccia incrociate al petto e lo sguardo torvo.
Finalmente il moccioso, quando osservò la figura solenne che gli stava venendo incontro, s’inginocchiò umilmente tenendo gli occhi piantati al suolo, come se la stoffa porpora fosse la vera attrazione del luogo. Il Re proseguì la camminata finché non si ritrovò tra i piedi il moccioso. Vegeta adocchiò minaccioso Bardack, che in risposta non fece altro che un cenno rivolto al piccolo saiyan, prima di abbassare gli occhi su Radish.
“Non ammetto interruzioni durante le mie adunanze quindi, se tuo padre non è capace di insegnarti le buone maniere, te le impartirò io con le buone o con le cattive …” enunciò con voce grave il Re mettendo la terza classe ancor più in soggezione. Radish si rannicchiò ancor più umilmente “Mio Re, mi perdoni per quanto è successo. Non era mia intenzione arrecarle disturbo” parlò quasi timidamente il ragazzino lasciando che il suono della sua voce, attutito dai lunghi capelli che gli erano in parte caduti ai lati del viso, diventasse ancor più insopportabile per un certo verso. A Vegeta parve esplodere una vena per la rabbia proprio in quel preciso istante: “NON MI SEMBRA DI AVERTI AUTORIZZATO A PARLARE!” urlò furente e con la pazienza a pezzi prima di calciare con una forza esplosiva il monello, colpendolo in pieno viso e facendolo sbattere contro una delle grandi pareti in pietra che sorreggevano la navata. Radish risentì parecchio del colpo e stramazzò al suolo inquieto dopo esser rimasto appiccicato al rigido supporto per alcuni secondi. Il Re, ancora livido, proseguì la sua camminata raggiungendo l’altra terza classe che sorrideva per la scena osservando con scherno l’esserino atterrito.
“Tu ...” iniziò sibilante il regale “Non credere di poter venire a fare i tuoi porci comodi solo perché sei l’unica terza classe a cui ho dato la possibilità d’entrare qua dentro!” ringhiò Vegeta visivamente infastidito. Bardack fece un piccolo inchino prima di tornare a guardare il suo signore negli occhi, attese il permesso silenzioso e poi iniziò a dire la sua: “Vi chiedo scusa Re Vegeta ma mi sono ritrovato costretto a impartire a mio figlio una lezione esemplare. Evidentemente, nonostante io abbia cercato più volte di insegnargli qualcosa, pare che non voglia darmi ascolto” Bardack osservò il figlio che si rialzava in piedi e che con l’unica mano libera si massaggiava la guancia dolente “Spero che in questo modo la lezione l’abbia capita”.
Vegeta però, nonostante la richiesta di scuse e la motivazione, continuò a rimanere infastidito “Qui non siamo a scuola e io non ho il tempo per queste buffonate! Sbrigatela in qualche altro modo questo tipo di faccende!”. Il Re iniziò ad allontanarsi con il preciso compito di tornare a sedersi ma venne bloccato a metà strada dalla terza classe matura “Mio signore, siamo qui per far rapporto sul nostro viaggio sulla Terra”. Vegeta si fermò e rimase in piedi sul largo tappeto rosso, si voltò nuovamente verso i due e ordinò che tutti i presenti, esclusi i suoi fidati, s’allontanassero dalla stanza. Il brusio che generò lo spostamento di tutta l’inutile marmaglia permise al reale di raggiungere il luogo al quale era designato.
“Allora, che devi dirmi? A me non son giunte voci di un nuovo arrivato se devo esser franco” mormorò Vegeta cercando di recuperare tutta la sua invidiabile freddezza. Bardack sogghignò quasi crudele, voltò lo sguardo verso Radish e parlò con voce carica d’ironia “Io niente. E’ lui che ha qualcosa da dirvi”.
Se il sangue di Radish gli si raggelò nelle vene all’istante, quello di Re Vegeta tornò a ribollire per il nervoso ...
Il ragazzino si voltò verso il genitore allibito “Ma padre ...” fiatò debolmente del tutto insicuro di quello che avrebbe dovuto fare. Bardack lo esortò senza giri di parole a darsi una mossa. Il ragazzino, con i muscoli e i nervi tesi come corde di un violino, con la sicurezza pressoché nulla, tornò nel centro della stanza e cercò di recuperare un aspetto dignitoso. Sotto gli occhi del suo Re, s’inchinò nuovamente e cercò di parlare come se lo spirito non gli tremasse dall’agitazione “Mio Re, siamo appena tornati dal viaggio che ci ha fatto soggiornare sulla Terra, luogo dove un saiyan di nome Kakaroth è stato mandato anni addietro e che noi abbiamo raggiunto con l’intento di portarlo qui su Vegeta”. Il re poggiò la testa tutta sulla mano destra per sorreggerla mantenendo il suo cipiglio “Ebbene? Dov’é?” domandò severo poiché aveva già spiegato che non gli era arrivata nessuna novità su nuovi saiyan arrivati. Radish deglutì profondamente e non riuscì a mantenere lo sguardo nella direzione dell’altro. Quando Vegeta si sentì dire “E’ ancora sulla Terra” perse nuovamente le staffe e pertanto reagì: con il respiro affannoso s’alzò nuovamente e indicò il ranuncolo con l’indice. Dall’arto partì un raggio d’energia che, sottile e fulmineo, raggiunse il ragazzino trapassandolo completamente.
Sotto gli occhi dei pochi presenti Radish cadde al suolo sanguinante e con il petto perforato. Bardack non riuscì a proferire parola e mentre vedeva il rosso tappeto tingersi di scuro si chiese per un attimo il perché di quel suo senso di spaesamento, quella strana mancanza di gioia nel vedere una delle piaghe che l’affliggevano rantolare ai suoi piedi. Re Vegeta assottigliò gli occhi più seccato che mai “Non gradisco queste prese in giro! E se do un ordine esigo che venga portato a termine! CURGOTTE! ...” urlò il sovrano in direzione del sottoposto che appena si sentì chiamato gli si avvicinò “Porta quella vergogna in rianimazione ma mi raccomando: dovrà sentire per l’eternità il dolore che gli ho inflitto e poi fai in modo che Nappa lo schiacci finché non avrà più la forza di sputare sangue. Così sia finché non darò direttive diverse. E TU BARDACK!...” il Re si voltò nuovamente verso l’infimo essere additandolo a sua volta “Prenditi gioco della mia pazienza un’altra volta e farai una fine peggiore, ti ho avvisato! Ora vattene e ripresentati soltanto quando avrai il moccioso!”.
Come ordinatogli il possente Curgotte si mosse in direzione di Radish mentre Vegeta cercava, nuovamente, di recuperare la calma appena persa ma, appena notò il bamboccio muoversi nel tentativo di rialzarsi, fermò il suo camminare. Radish non riuscì nell’intento d’alzarsi ma si limitò ad appoggiarsi ai gomiti, tossì del sangue e parlò nella speranza di non ammazzarsi nel farlo “M-Mio Re! …” iniziò facendo tornare su di sé le attenzioni “ ... C’è un perché ... C-C’è un perché!” disse ad alta voce alzando al cielo la mano nella quale teneva il sasso di pietra. Vegeta osservò l’oggetto con disgusto ... non per l’articolo in sé, ma più che altro per la scena alla quale era costretto ad assistere.
Il bambino proseguì anche se sentiva i passi di Curgotte sempre più vicini “Sulla Terra esistono sette sfere portentose … Se vengono riunite ... Si può evocare un drago in grado di esaudire ... un desiderio” il fiato iniziò a mancare, il braccio ricadde al suolo e pure tutto il corpo sorretto fino ad allora fece le stessa fine.
Radish per poco non si morse la lingua nella ricaduta “Tra un anno le possiamo usare ... Per sconfiggere Freezer ...”. Re Vegeta voltò lo sguardo su Bardack con aria meno nervosa “Che significa?” domandò incuriosito dalla stana novella. Il genitore della terza classe avanzò e non guardò il figlio che gli agonizzava a fianco, mantenne gli occhi sul Re per non distrarsi “E’ come ha detto: sulla Terra esistono le Sfere del Drago e una volta che sono riunite tutte e sette si può richiamare un drago in grado di esaudire un desiderio, qualsiasi esso sia. L’unica limitazione è che una volta richiamato, bisogna attendere un anno prima che possa essere riconvocato” Bardack indicò con un cenno della testa il sasso che ormai era rotolato lontano dal figlio “Per questo motivo, una delle sfere che abbiamo preso è tramutata in pietra. Le restanti sono su quel pianeta e Kakaroth, che è l’unico in grado di poterle recuperare tutte le altre sei, ha dato il consenso di radunarle per noi”.
Vegeta per poco non rise “Oggi ti piace farmi innervosire, vero?” dichiarò finto amichevole all’insegna dell’altro che però non perse la compostezza. Bardack proseguì “L’idea è stata di Radish che, solo dopo aver visto con i suoi occhi il drago che riportava alla vita un morto, ha optato di lasciare Kakaroth sulla Terra. Se il potere della bestia non fosse stato visionato non avrei mai dato il consenso per tornare su Vegeta senza l’altro saiyan”. Tra i grandi del consiglio si sollevò un leggero brusio e il Re, colto alla sprovvista da tale rivelazione, si sedette con mala dignità poiché occupato a pensare ad altro. “ ‘Resuscitare i morti’ hai detto?” richiese il sovrano visibilmente incredulo. Bardack annuì.
La mano guantata di Vegeta si poggiò al mento barbuto e lo strinse lievemente mentre la testa ponderava freneticamente “Qualsiasi desiderio ... Addirittura resuscitare i morti ... Questa scoperta potrebbe darci un grande vantaggio su uno come Freezer ...” mormorò coinvolto nei suoi viaggi mentali mentre i seguaci erano già intenti a dare consigli. “Riportiamo in vita tutti!”, “Chiediamo l’immortalità!”, “Eliminiamo Freezer!” dicevano all’insegna del loro signore con trasporto ... esprimevano i desideri repressi nel cuore di molti. Vegeta proseguì a pensare e alla fine, giunto ad una decisione, si rialzò in piedi facendo così zittire tutti quanti. Guardò Bardack e incrociò le braccia al petto “Sperando che questa non sia una presa in giro …” iniziò con voce profonda “Ordino la cessata ricerca dei superstiti saiyan, la confisca dell’oggetto rinvenuto sulla Terra e la spedizione su essa a data da destinarsi” voltò gli occhi verso Curgotte che teneva in braccio il monello svenuto e a fin di vita “Per quanto riguarda lui la storia non cambia. Sia fatto ciò che ho imposto finché non manderò altre disposizioni. Ora ritiratevi tutti quanti” ordinò infine mentre si risedeva.
Bardack raccolse da terra la sfera minerale e mentre si avvicinava al suo padrone per consegnargliela non guardò i sapienti che gli passavano oltre con la stessa indifferenza. Porse a Vegeta l’oggetto e rimase nelle vicinanze ad osservare il Re che studiava minuziosamente il dono.
“Se mi riferivi prima di questa scoperta mi avresti risparmiato queste seccature, sai? Sei proprio una carogna” dichiarò il sovrano all’indirizzo della terza classe che l’osservava con aria orgogliosa. “Sono spiacente, ma lei è stato così impulsivo ... non lo potevo immaginare” replicò l’altro sfidando Vegeta ad abbassarsi e a mostrarsi come quello che era veramente: un saiyan borioso come tanti altri. Il Re sogghignò divertito “E’ un pregio di famiglia, temo che sarete costretti a conviverci” affermò ironico lasciando in libertà l’ultimo presente. Bardack si allontanò dal trono e prima di varcare la soglia d’uscita s’inchinò umilmente.
Vegeta, molto probabilmente, passò l’intera giornata a rigirare la palletta tra le mani. Con la mente piena di idee, con il cuore nuovamente pregno di speranza e con, finalmente, la paura della morte lontana dal collo.


L’anno richiesto trascorse in fretta e in una totale monotonia, nel senso che accaddero le solite cose ripetute di lì a anni prima. Una mattina come tante però, prima che Vegeta si prestasse a fare il suo ingresso nella splendente sala del trono, facendo una capatina senza pretese nella stanza nella quale era tenuta la reliquia intrinseca di speranze, si fermò come se il suo cuore avesse smesso di battere. Sopra ad un piedistallo di metallo infatti, una brillante sfera arancione rifletteva la luce con una brillantezza speciale e al suo interno, le stelline rosse, facevano la loro sporca figura. Le sette Sfere del Drago si erano così riattivate. Il momento di agire era finalmente giunto.
Con grande sorpresa di tutti coloro che quel dì avrebbero dovuto disputare un incontro con il sovrano, si ritrovarono liquidati all’istante dai consiglieri dello stesso che, appena scoperta la novità, aveva fatto cancellare seduta stante tutti i suoi impegni per concentrarsi completamente sul nuovo -ma atteso- problema.
Onny, Curgotte, Abergn e Pharlic vennero richiamati immediatamente per dibattere sul da farsi. Bardack non venne mobilitato per un motivo molto semplice: anche lui, assieme a tanti altri saiyan di terza classe, era stato eliminato. Con una rapidità sorprendente venne deciso un piano che il pomeriggio stesso fu messo in atto: il principe Vegeta, figlio dell’omonimo Re, sarebbe stato mandato assieme a Nappa e al giovane Radish sulla Terra con la sfera per richiamare il drago e ordinargli di eliminare Freezer poiché, nonostante l’anno passato fosse stato utilizzato per aumentare la forza saiyan, a nulla erano serviti gli sforzi.
Presto detto, presto fatto: nel primo pomeriggio i tre saiyan di diversa classe partirono su ordine del Re alla volta del piccolo pianeta in assoluta segretezza. Ma, se qualcuno manteneva il segreto, qualcun altro di ben altri valori, aveva deciso di fare i propri comodi andando a spifferare tutto al “grande” ed onnipotente Freezer. Onny infatti, che era conosciuto ben su Vegeta-sei per le sue brillanti idee belliche ma meno per le sue scelte da doppiogiochista, appena venne a conoscenza dell’esistenza delle portentose sfere che potevano esaudire qualsiasi desiderio, si era avvicinato pericolosamente al nemico del re nella speranza di guadagnare molto. Mentre il principe Vegeta, il colosso Nappa e il giovane Radish erano saliti sulle loro navicelle in direzione della Terra, la serpe con la coda da scimmia aveva preso la propria navicella ed era “fuggito” a velocità sostenuta verso la nave spaziale di Freezer. Lo spilungone con il testone, appena attraccò alla grande nave, percorse i freddi corridoi oltrepassando altrettanti alieni disposti a tutto come lui stesso: non aveva importanza il colore della pelle o delle squame, il sesso o il fetore che emanava l’armatura ... sotto al potere di Freezer vi erano o schiavi oppure infidi personaggi che credevano di essergli amici. Onny percorse rapidamente il tragitto che oramai conosceva a memoria finché non si ritrovò dinanzi alla porta che portava al cospetto dell’oscuro signore. Varcò sicuro di sé le porte automatiche e s’inchinò in direzione di Freezer anche se questi guardava fuori dal grande oblò le meraviglie dell’universo. Soltanto i fidati Zarbon e Dodoria voltarono di malavoglia lo sguardo per adocchiare chi fosse entrato in quel luogo che poteva essere definito sacro. L’ammasso di lardo ridacchiò cinicamente facendo ballonzolare tutto il suo lardume mentre Zarbon, l’essere più narcisista dello spazio, perdeva il proprio tempo a risistemare ciocche di capelli.
“Grande e onnipotente Freezer. Sono giunto per portarvi notizie” dichiarò il sayan a testa bassa mentre attendeva con impazienza che il sovrano facesse ruotare il seggiolone in sua direzione.
“Che diavolo vuoi scimmione? Noi non abbiamo tempo da perdere!” l’aggredì Dodoria con aria presuntuosa gesticolando come un guerriero da bar malfamato.
“Stai zitto Dodoria ...” sibilò qualcun altro ... la voce spettrale risuonò nella stanza, il sangue di tutti raggelò in corpo. Freezer si voltò verso il sayan. Onny per un istante si ritrovò completamente spiazzato.
“Grande Freezer ...” iniziò il suddito lievemente intimorito lasciando che una lieve goccia di sudore gli scivolasse dalla fronte “ Si sono riattivate le sfere magiche. Re Vegeta ha già dato il via all’operazione programmata”. Zarbon scrutò l’infimo guerriero con i suoi occhi dorati prima di rivolgersi al suo superiore “Ho sentito che persino il principino è partito. Ciò significa che il Re tiene seriamente alla riuscita del complotto ... forse non è una baggianata come avevamo ipotizzato”.
Freezer rimase imperturbabile, soltanto uno svogliato “Già” venne emesso al solo scopo di soddisfare la piattola verde.
Dodoria riuscì a incrociare a fatica le braccia per colpa della enorme pancia “Heh, ma non sarà un problema, ci basterà batterli sul tempo, annientarli e poi rubare il desiderio a questo drago”. Onny annuì “Sono appena partiti da Vegeta. Li raggiungeremmo in pochissimo tempo, ci è sufficiente dare immediatamente l’ordine”.
I tre “amici” sogghignarono malignamente ma solo Freezer, con ancora il sorriso dipinto sul viso, parlò scandendo ogni singola sillaba “Temo proprio che la questione non ti riguardi più, scimmione”.
Il sayan, che era già in procinto di andare nella sala comandi per far muovere la nave, si paralizzò sentendo un blocco all’altezza dello stomaco. Si voltò verso Freezer con una faccia da stoccafisso “Ma io …”.
Un istante solo servì all’albino e per giunta solo due ordini giunsero ai piani differenti: il primo fu quello di accendere i propulsori della nave e partire verso la Terra, il secondo fu invece quello di mandare qualcuno a ripulire lo schifo lasciato dal padrone di casa.


Se con un soggetto di seconda categoria quale Nappa era pressoché impossibile instaurare un dialogo che non fosse sminuente o derisorio nei confronti del povero interlocutore con il quale aveva a che fare, con un personaggio come il principe Vegeta la conversazione si poteva già definire conclusa dopo la prima sillaba. Il regale elemento infatti, che parlava di rado e oltretutto con un piglio talmente scocciato come se gli desse persino fastidio dare aria alla bocca, si dimostrava talmente maldisposto ad abbassarsi a chiacchierare con altre scimmie di livelli inferiori che se ciò avveniva era perché con un semplice grugnito non riusciva ad essere compreso. Radish, benché provasse per il principe Vegeta un’ammirazione senza pari e un senso d’attrazione per una personalità così insolita e autorevole, comprese di essersi ritrovato con dei pessimi compagni di viaggio. Il ragazzino infatti, fin dall’inizio del tragitto, aveva preso a parlare e a parlare della Terra e della breve avventura con il fratello consanguineo tralasciando gli aspetti più vergognosi quale l’approccio con due vecchi ... E poiché era stato proprio Nappa a concedergli l’autorizzazione a dire loro cosa fosse successo su quel pianeta lontano, Radish ne aveva approfittato bellamente e in quell’occasione vomitò molto più di quanto fosse necessario. Se l’energumeno affibbiò l’etichetta di “chiacchierone” a quel bamboccio di terza categoria, Vegeta non s’espresse minimamente per tutto l’intero viaggio come ad indicare che l’altro saiyan era talmente di infimo lignaggio da non essere meritevole nemmeno una sua parola.
Il viaggio fu piuttosto rapido poiché se i due più esperti avevano intrapreso navigazioni più lunghe di quella, per l’altro moscerino era apparso tutto più breve di quanto rimembrasse.
Le navicelle dalla sagoma sferica e dall’aspetto ben più malmesso di quanto si fosse visto nelle galassie circostanti, precipitarono sul suolo terrestre creando tre voragini abnormi a distanze piuttosto ristrette l’una dall’altra e successivamente gli alieni uscirono da esse. Vegeta scrutò incuriosito il pianeta azzurro constatando pure lui, così com’era successo un anno prima con le terze classi, che il sasso poteva divenire una buona merce di scambio. Nonostante Radish fosse dello stesso parere del regnante, non perse tempo prezioso e iniziò a darsi da fare per ritrovare il fratello: arraffò lo shouter che oramai era divenuto di sua proprietà e premette il bottoncino rosso d’accensione. Il radar iniziò immediatamente a ricercare l’aura più forte del pianeta ma soltanto qualche minuto dopo vi fu una risposta certa dall’oggentuncolo. Gli “allegri” compagni, sentendo il ‘bip-bip’del attrezzo, si voltarono verso Radish in attesa di risposte.
“Su questo pianeta il livello di combattimento è tremendamente basso” proferì lo scimmiotto al suo principe “Spero che l’energia che ho individuato sia di Kakaroth”. Vegeta alzò dubbioso un sopracciglio ma non s’espresse mantenendo il suo broncio ma poi però, quando il piccoletto capelluto iniziò ad alzarsi in volo per verificare che l’aura fosse quella ricercata, si mosse anch’egli assieme all’altro.
“Tzk, su questo pianeta la gravità è davvero scarsa. Mi sento leggero come una piuma!” esclamò Nappa all’indirizzo di sé stesso poiché, evidentemente, volava più veloce del solito. Vegeta non gli diede minimamente peso, adocchiò la terza classe che osava volargli dinanzi e per la prima volta gli parlò: “Questo Kakaroth è forte?”. Radish iniziò a gongolarsi mentalmente ma riuscì a non darlo a vedere, voltò appena la testa verso il superiore e proseguì a volare dritto “Affatto” sentenziò sincero “Quando l’ho incontrato l’anno scorso era nettamente inferiore a me e dubito che sia migliorato di molto”. Vegeta sembrò parecchio deluso dalla notizia ... Il moccioso però, anche senza permesso, proseguì nella speranza che il suo signore lo stesse ancora ad ascoltare “Questo però può essere causato dal fatto che è molto diverso da noi ...”. Nappa non percepì la pulce nell’orecchio beota com’era “E cioè?” domandò infatti incuriosito. “Abbiamo scoperto che Kakaroth ha preso una forte botta alla testa da piccolo e ciò gli ha fatto perdere l’aggressività di noi saiyan” proseguì sentendo sempre più vicino il ritrovamento dell’altro “Però è stato anche un bene perché … Questo è il posto a quanto pare!”. I tre guerrieri scesero di quota e poggiarono piede sulle sponde di un piccolo altopiano che dava su di un lago e iniziarono a guardarsi attorno senza però vedere alcuna figura consanguinea. Radish si osservò attorno per parecchio sporgendosi anche dall’altura che dava sull’acqua e poi, dopo che il colosso gli ebbe ricordato che aveva lasciato la frase in sospeso, fece spallucce “A quanto pare qui non c’è ... Beh, perché è talmente ingenuo che non ha replicato per cercarci le sfere”.
Proprio in quel momento, come se il destino fosse guidato da un personaggio simpatico e allegro, balzò fuori dal grande lago un pesce talmente abnorme che in confronto il drago Shenron pareva una biscia e, sotto le sue pinne gigantesche, un piccolo bambino tutto nudo gridava preso da una certa gioia. Sia Vegeta che Nappa osservarono allibiti la scena mentre invece Radish si vergognò di avere un fratello del genere ...
“Wow, che pesce enorme!!” esultò il piccolo Goku mentre scrutava con un certo languorino la preda che aveva prima preso e poi sbattuto davanti agli sconosciuti oscurandogli la luce del sole. Il piccolino, ancora nudo e inconsapevole che avesse compagnia poiché non aveva intravisto alcunché, riprese a festeggiare per poi tornare sul bordo dell’altura e mettersi a fare pipì.
“E quello sarebbe Kakaroth?!” brontolò Vegeta indignato perché era stato trattato come una pezza da piedi oltre che essere stato completamente ignorato. Radish annuì desolato “Datemi un minuto principe ...” mormorò poi iniziando ad aggirare la creatura marina per raggiungere il fratellino. “Hei Kakaroth!!” lo richiamò Radish con una certa rabbia nella voce. Goku voltò lo sguardo e sorrise raggiante mentre proseguiva a urinare “Hah, ma sei tu! Non ti avevo visto … Hei, hai visto che bel pesce che ho preso? Adesso me lo mangio!” lo scimmiottino iniziò a voltarsi verso di lui proseguendo però ciò che stava facendo ... Il fratello smadonnò in lingua saiyan ...
Radish si ripulì rapidamente inseguendo l’altro che era già partito verso la bocca del mostro “Non siamo qui per questo! Dove sono le sfere?!” domandò irritato per poi imbufalirsi ancora di più quando vide Goku entrare letteralmente nelle fauci della bestia. “KAKAROTH!!” lo richiamò ancora una volta spalancando talmente tanto la mascella della bestia con le sue braccette da spaccarla.
Goku però, che non si lasciava spaventare tanto facilmente, fece con comodo e ravanò in quell’essere finché non ebbe finito, dopodiché ne fuoriuscì con una piccola sorpresa: sulla magica sferetta arancione la luce brillava sfolgorante. Goku sorrise raggiante mostrando il tesoretto “Questa è l’ultima!” dichiarò poi facendo contento l’altro saiyan che tirò un sospiro di sollievo.
“Allora, che diavolo succede?!” Nappa s’intromise spavaldamente lasciando per un momento ammutoliti le terze classi. Kakaroth fuoriuscì dalla bestia e si avvicinò all’unico conoscente, abbassò la voce e socchiuse gli occhi “E’ lui Freezer?” domandò ignorante. Radish lo guardò stranito “E’ molto forte ma non è Freezer”.
La figura di Vegeta fece capolino con la sua “invidiabile” altezza a fianco dell’energumeno. Goku guardò pure lui in modo guardingo “Allora è lui Freezer” stabilì sempre più ignorante. L’altro per poco non sprofondò dalla vergogna “E’ estremamente forte ma non è Freezer ...” iniziò per poi affiancarsi ai compagni di viaggio “Lui è il Principe Vegeta, portagli rispetto” dichiarò poi senza presentare il colosso che, giustamente, se la prese ma venne zittito all’istante.
Radish tornò al suo daffare: si avvicinò nuovamente al fratello e gli porse la sfera che era stata custodita dal padre di Vegeta “Mi hanno accompagnato per il viaggio ma ora non abbiamo molto tempo da perdere per queste cose. Dobbiamo evocare immediatamente il serpentone”. Goku prese anche l’altra sfera e dopo aver annuito si diresse verso una grande roccia che stava poco distante da lì, la sollevò con la sua sorprendente forza e da sotto di essa recuperò le restanti cinque sfere e l’abito scuro oramai stracciato. “Ecco perché non avevamo trovato niente ...” sentenziò Vegeta corrucciato e il piccolo Goku, sentendo l’affermazione, rispose mentre si rivestiva “Le ho dovute nascondere lì sotto perché prima un grosso uccello me le aveva portate via ... le aveva scambiate per le sue uova”. Il bambino prese tutte le sferette e si allontanò di poco alla ricerca di uno spazietto più ampio per richiamare il drago e i saiyan lo seguirono senza fiatare ma, quando sullo shouter di Nappa si attivò un allarme di pericolo, iniziò la voglia di accelerare portentosamente i tempi ... “Principe Vegeta! Guardate!” esclamò l’omaccione mentre indicava con una mano la terribile e gigantesca astronave dalla forma ellittica che iniziava la sua discesa verso il suolo terrestre. La grande nave spaziale di Freezer sfrecciò sopra le loro teste e proseguì il suo percorso. Lo shouter dal vetro rosso del saiyan reale vestito di blu iniziò a calcolare a velocità elevatissima l’energia che proveniva dall’interno di quell’abitacolo “E’ Freezer, maledizione!” ringhiò furente, afferrò l’attrezzo elettronico ed essendo già stanco di vedere quelle cifre colossali su di esso, lo distrusse con le proprie mani. I restanti rilevatori esplosero per conto loro per colpa dell’eccessiva carica supportata.
La situazione stava iniziando ad essere ben diversa da come era stata immaginata.
Radish corse incontro al fratello che, rimasto imbambolato nell’osservazione del veicolo, non aveva ancora poggiato al suolo le sfere. Scrollò Goku con forza facendolo quasi cadere a terra “Richiama il drago! Fallo comparire, non c’è tempo!!” gli ordinò poi con la fronte già imperlata di sudore mentre gli altri saiyan, ancora distanti, attendevano pronti però per un’eventuale attacco nemico. Kakaroth fece come ordinatogli e pertanto poggiò le sfere a terra che, essendo tutte riunite, iniziarono a brillare magicamente. “COMPARI DRAGO SHENRON!!” urlò Goku con le braccia al cielo.
Cadde improvvisamente la notte. Alcuni fulmini squarciarono il cielo e improvvisamente, dalle magiche sfere, un lunghissimo fascio di luce illuminò tutta la zona e infine il drago comparve con tutta la sua magnificenza. Serpeggiò un poco prima di fermarsi e scrutare con i suoi occhi rossi i pochi presenti che l’avevano chiamato “Avanti, ditemi … Esaudirò un qualsiasi vostro desiderio …” enunciò facendo vibrare gli spiriti. Nappa e Vegeta alzarono gli occhi al cielo e rimasero folgorati dallo spettacolo ... mai avevano intravisto qualcosa di simile.
Radish si fece spazio allontanando il fratello, chiuse le mani a pugno e socchiuse gli occhi “ Tu ...” iniziò per poi essere interrotto dall’amico alto due metri: Nappa concentrò le proprie energie e lanciò un’onda potentissima verso una piccola altura generando un’esplosione esagerata. Quando Vegeta chiese spiegazioni Nappa si giustificò: “Ho visto Zarbon ...”.
I nervi di Vegeta s’irrigidirono come corde di violino “DATTI UNA MOSSA SMIDOLLATO!!” inveì verso l’altro saiyan con rabbia ed anche paura ... Radish deglutì e si spicciò: “ TU DEVI UCCIDERE FREEZER!!” ordinò repentino e agitato all’insegna della bestia che, prima di poter rispondere, assistette controvoglia ad un abbattimento: un raggio dal colore luminoso colpì il ragazzino alla spalla destra facendolo cadere a terra. Vegeta voltò lo sguardo notando la figura grassoccia di Dodoria su di un’altra altura laterale, il quale aveva ancora la mano fumante … la sua risata fece in modo di far alzare i nervi.
“Mi spiace, ma non posso ...” la voce profonda del drago fece bloccare tutti quanti.
“Che cosa ...” una goccia di sudore iniziò a discendere la grossa zucca pelata.
Il drago proseguì spiegandosi “Sono stato creato da Dio ... Perciò non posso esaudire un desiderio che richiede una forza superiore a quella di Dio!” brontolò gettando lo sconforto nelle scimmiette spaurite.


Una risata tediosa si erse dopo quel messaggio di sventura e il proprietario di questa, dall’aspetto minuto ma terrificante, fece mostra di se da uno spiazzo centrale sopraelevato. Freezer, seduto sul suo seggiolone scuro, se la rideva bellamente poiché aveva ancora salva la vita. “Hahahaha ... Ma bene, che colpo di fortuna!” esclamò l’albino all’indirizzo dei saiyan “L’inettitudine di questo drago gioca proprio a nostro favore!” dichiarò successivamente scatenando l’ilarità dei suoi fidati sudditi.
“Maledizione, questa proprio non ci voleva!” Nappa digrignò i denti rabbioso mentre il piccolo Goku, resosi conto di chi aveva fatto il suo ingresso, impugnò il suo bastone magico pronto all’azione mentre al suo fianco Radish si rialzava in piedi pronto a menar le mani.
“Io stò aspettando! Qual è il vostro desiderio?”
“Drago! ...” parlò Freezer guardando il mostro negli occhi con una bramosia quasi palpabile “Concedimi la vita eterna!!”. Zarbon e Dodoria esultarono in silenzio per il loro padrone.
Il drago alzò una delle zampette e unì la punta dell’incide con il pollice “Non c’è problema” asserì poi con una placidità tale che una persona estranea avrebbe pensato che la bestia fosse un amicone di un essere spietato come Freezer. Gli occhi rossi di Shenron s’illuminarono. L’oscuro signore iniziò a sorridere percependo dentro di sé una bella sensazione ...
“NO! NON LO PERMETTERO’!!” il giovane Vegeta, con un’ indescrivibile rabbia nel cuore, alzò le mani in direzione della bestia e la colpì con tutte le proprie forze facendola esplodere in mille pezzi. Shenron si disintegrò e mentre il cielo recuperava magicamente tutto il suo splendente colore, le sette sfere oramai inutilizzabili, si tramutarono in sassi. Il piccolo Goku, sconcertato per l’accaduto, rimase impietrito nel vedere l’essere mistico scomparire per sempre e con esso anche la sfera dalle quattro stelle.
Freezer, con i suoi occhiacci rossi e terribili, adocchiò il principe dei saiyan in malo modo, fortemente seccato per l’intrusione e successivamente digrignò i denti vedendo Vegeta ridacchiare. Zarbon e Dodoria si avvicinarono al loro padrone rimanendo alle sue spalle e poi il primo di questi parlò: “Grande Freezer, il suo desiderio forse non è stato esaudito?” domandò poiché la maschera del padrone sembrava incrinata. L’essere dai poteri mostruosi perdurò nel suo stravagante seggiolone spaziale e increspò le labbra scure alla domanda rivoltagli “Non lo so, è questo che mi dà un grandissimo fastidio!”.
I saiyan più piccoli, istintivamente e quasi senza accorgersene, si avvicinarono agli altri consanguinei come per rafforzare le loro possibilità e Radish, riflettendo sull’accaduto, si chiese anch’egli se il desiderio era stato sventato come Vegeta voleva. Porse a Kakaroth il suo quesito senza farsi udire dai nemici e il piccolo alieno cresciuto sulla Terra si espresse chiaramente dichiarando che purtroppo il gesto dell’altro era stato tutto fuorché utile poiché troppo tardivo. In ogni caso, il fatto che Freezer fosse insicuro del nuovo stadio, non dava loro alcun vantaggio ed anzi, la possibilità che questi non avesse raggiunto ciò che agognava, faceva accrescere le possibilità che i pochi saiyan presenti venissero spazzati via senza alcuna pietà dalla sua ira.
Il “grande”, onnipotente e da quel momento immortale Freezer, guardò con la coda dell’occhio i suoi sottoposti e dopo aver mosso con malavoglia una mano in direzione degli ostacoli, ordinò a Zarbon e Dodoria di farli sparire. I due seguaci, uno esageratamente affascinante e l’altro oscenamente orripilante oltre che grasso, discesero dal ripiano con un balzo ritrovandosi allo stesso piano dei saiyan. L’essere dai capelli verdi guardò i presenti e non prese nemmeno la briga di consultare lo scouter per il livello di questi, voltò un poco il viso verso l’altro e decise lui anche questi “Ti occuperai dei ragazzini mentre io di Vegeta e dell’altro”. Dodoria ringhiò fortemente seccato ma non replicò per poi farsi riprendere da Freezer, avanzò con passo pesante verso i due scriccioli e iniziò a far roteare le braccia per effettuare un breve riscaldamento.
Il piccolo Goku strinse con maggior vigore il magico bastone rosso e non staccò gli occhi dal nemico, fece allungare l’arma e si distaccò nuovamente dall’altro gruppetto assieme al fratello che anch’egli sembrava pronto. Il panzone rosa rise sguaiatamente quando si ritrovò a ridosso dei due sgorbietti e si fermò quando li ebbe proprio vicini-vicini, quasi in prossimità dei piedi “Hahaha ... Sono indeciso, non so se schiacciarvi come formiche oppure farvi soltanto fuori e poi mangiarvi arrosto! ...” Dodoria osservò i ragazzini e concluse “... Massì, due scimmiette allo spiedo ...”.
Radish avanzò di un passo con il preciso intento di cominciare lo scontro ma Kakaroth non se ne stette da parte: fece un paio di passi laterali, puntò il nemico da una diversa angolazione e rimase in attesa, pronto all’attacco. Lo scimmiotto dai lunghi capelli scattò in avanti non facendosi attendere, iniziò a tirare pugni e calci a raffica in direzione di un Dodoria che, forse perché la situazione gli era troppo facile, se la rideva mentre si proteggeva. Radish, dopo aver colpito senza veder alcun effetto positivo, indietreggiò e dopo aver aperto una mano verso il grassone, generò un’onda che lo andò a colpire a pieno alzando un gran polverone. Il nemico proseguì a ridere mentre nel frattempo gli spettatori rimanevano ad osservare. Kakaroth però agì prima che la polvere si dissipasse completamente: allungò maggiormente il suo bastone e con questo colpì con estrema violenza le gambe dell’alino facendolo cadere a terra come una pera cotta. Goku non si fermò e vedendo il nemico ancora pancia all’aria alzò in alto il suo bastone magico e colpì ancora il gradasso sull’abnorme pancia. Dodoria tossì un paio di volte e iniziò ad innervosirsi ... quei ragazzini si stavano prendendo gioco di lui. Il mostro rosa alzò le gambe al cielo per darsi una spinta per rialzarsi in piedi ma, mentre faceva ciò, Radish sfrecciò in sua direzione con le gambe rigide, lo colpì al volto e rispedì nuovamente l’altro a terra generando l’ennesimo tonfo.
Nel frattanto Zarbon, che non avea ancora iniziato poiché attratto dalle carambolate dell’altro, iniziò a preoccuparsi pensando che Dodoria fosse ammattito tutto d’un tratto “Hei! Ma che ti prende?” lo sgridò appena questi fu in piedi. L’altro sottoposto arricciò il naso generando una smorfia terrificante e fissò i marmocchi “Niente ... Adesso ci penso io ...”sibilò poi fortemente irritato. Dall’alto del suo ripiano Freezer osservava in silenzio quasi annoiato.
Kakaroth si allontanò di un poco e il fratello gli si avvicinò con un paio di balzi. Osservarono entrambi l’enorme Dodoria risistemarsi sentendo sulle loro piccole fronti le prime gocce di sudore. “Non gli abbiamo fatto un graffio. E’ davvero fortissimo!” proferì Goku con uno strano sorriso in viso ... se ci fossero stati i suoi amici lì vicino, avrebbero capito che non era quello che generalmente esibiva, avrebbero intuito qualcosa di strano. Il bimbo più piccolo piantò il bastone a terra in direzione della bestia, si aggrappò alla cima e urlò “Bastone allungati!” s’avvicinò terribilmente a Dodoria e dopo essersi staccato dall’oggetto cercò di colpire l’altro con un pugno. Il nemico evitò l’attacco e rispose repentinamente: chiuse il pugno destro e colpì lo scimmiotto con una forza tale che questo venne spedito lontano, fino a raggiungere e ad incastrarsi in una parete rocciosa. Radish attaccò immediatamente apparendo alle spalle del nemico e colpendolo alla nuca con un calcio girato ma, benché l’attacco fosse potente e preciso, Dodoria lo percepì come una puntura di zanzara. Il piccoletto colpì più volte rimanendo alle spalle dell’omaccione e, ad intervalli quasi regolari, poggiava le mani sulla schiena robusta dell’altro facendo scatenare le sue forze. Il nemico sopportò per poco la situazione e pertanto, prima che venisse fatta nuovamente quella sequela di colpi, afferrò la bestiola per la folta capigliatura e se la riportò dinanzi per darle una lezione. Le testate di Dodoria erano violente e il cranio saiyan cioccava sotto quei colpi mentre il nasino, colpito più volte, sembrava svendere con altruismo il sangue del padroncino. Goku ravanò con mani e piedi nella dura roccia e riempì i polmoni d’aria fresca quando riuscì finalmente ad estrarre la testaccia dalla parete. Scrollò un paio di volte la zucca per riordinare le idee e poi, quando si voltò indietro e vide il ciccione che cacciava testate al fratello pressoché sconosciuto, corse in sua direzione nel preciso intento di dare man forte. Kakaroth passò anche davanti a Zarbon, a Nappa e al principe Vegeta ma non diede peso a loro, non si chiese nemmeno perché se ne stavano ancora fermi poiché troppo preso dalla propria battaglia.
Kakaroth saltò verso Dodoria e caricò un pugno col preciso intento di voltare la faccia al gradasso. Tentò l’attacco ma il risultato fu tutt’altro: l’unica cosa che si voltò fu l’occhio che lo fulminò. Il diletto di Freezer tenne Radish con la manaccia destra e con l’altra agguantò l’altro scimmiotto, alzò i due dinanzi a se e dopo aver aperto entrambe le braccia verso l’esterno, fece cozzare le due testaccie saiyan prima di gettare gli esserini a terra e lasciarli borbottare.
Dodoria riprese a ridere come se nulla fosse accaduto.


Zarbon afferrò la lunga treccia e se la lanciò alle spalle, con un leggero movimento di nuca sistemò gli ultimi ciuffi fuori posto e poi si voltò in direzione dei suoi nemici. Era giunto il suo turno. Con i suoi occhi dorati guardò il grosso Nappa e il piccolo Vegeta. Sorrise poi sentendosi estremamente sicuro di sé. “Vi lascio la possibilità di scelta, chi incomincia di voi?” domandò l’alieno facendo il finto amichevole. Nappa avanzò senza chiedere il permesso al suo principe e si mise immediatamente in posizione d’attacco, concentrò tutte le sue energie e urlò a squarciagola quando ebbe raggiunto il massimo. Il pelato scattò in avanti con i pugni fumanti d’energia ed attaccò Zarbon con estrema brutalità ma quest’ultimo, che aveva poteri e forza maggiore, parò i colpi senza risentire alcun danno: afferrò il primo pugno quando Nappa cercò di colpirlo e poi prese pure l’altro quando il l’attaccò si ripeté. Le mani dei due guerrieri s’aprirono e le dita s’intrecciarono iniziando a stritolarsi vicendevolmente mentre, sia Nappa che Zarbon, utilizzavano tutta la loro forza per mettere l’altro in ginocchio. Lo scontro si mantenne in parità per una serie d’istanti ma se il saiyan, che sembrava più robusto del belloccio, non riusciva a schiacciare l’avversario, Zarbon sembrava invece non sforzarsi più del necessario per tener testa all’altro. L’alieno dalla pelle azzurra però, già stanco di quell’atteggiamento che secondo lui gli si addiceva poco, caricò la gamba destra e grazie ad uno studiato movimento riuscì a colpire Nappa proprio sotto al mento con una tallonata secca. Il saiyan s’irritò sentendo il sangue in bocca e così strinse maggiormente la presa delle mani e dopo aver attirato l’altro più vicino a sé, colpì Zarbon alla nuca con una testata. Il pendulo di cristallo che dondolava sulla fronte dello scagnozzo di Freezer si ruppe nel colpo e i frammenti dell’oggetto graffiarono il soggetto sfregiandolo a livello millesimale. Zarbon si staccò dalla scimmia pelata e s’impettì vedendo la gocciolina di sangue fare capolino dal sopracciglio “Hai deturpato la mia bellezza!” urlò poi indignato scatenando nel saiyan una certa ilarità. Poco distante Dodoria sogghignava ancora facendo ballonzolare la pancia e, distratto dall’altro incontro, non si accorse che le zecche s’erano riprese. Radish, furibondo per la rabbia e dal senso d’impotenza, balzò verso il mostro con una furia lancinante ricominciando, ancora una volta, a colpire quel soggetto che non sembrava nemmeno prenderlo in considerazione. Dodoria si lasciava colpire e non faceva una piega ... “Eppure ...” si diceva il saiyan “... Anche se a fatica, riesco oramai a tenere testa anche a un saibaiman ...” ignaro che il violento nemico superava di gran lunga quel piccolo livello. Benché la forza di un moscerino sia insignificante, il suo fastidio si sopporta poco e quindi l’animale venne sistemato ancora una volta: Dodoria alzò un gomito e con un colpo di esso fece sfracellare Radish al suolo.
Zarbon s’alzò in volo e si fermò a mezz’aria lasciando che il lungo mantello si muovesse sotto le piccole sferzate del vento. Sorrise divertito ed attese che Nappa s’ergesse al suo livello. Il guerriero dai lunghi capelli guizzò in avanti verso l’avversario e iniziò a scatenarsi esibendo tutta la sua destrezza e, poiché Nappa era più forte che veloce, tendeva a beccarsi più colpi di quanti s’immaginasse ma, quando poteva, rispondeva più vigorosamente che poteva. Spessevolte infatti, dopo che bloccava un attacco con uno degli arti, Zarbon sentiva questi paralizzarsi per brevissimi istanti. Lo scagnozzo di Freezer si proiettò alle spalle del saiyan prendendolo di sorpresa, lo colpì con un calcio girato alla schiena. Nappa udì la corazza scricchiolare ma, prima che potesse anche solo immaginare lo stato della sua tenuta, l’alieno dalla pelle azzurra lo colpì ancor più duramente e poi, dopo essersi proiettato dinanzi alla sua stazza, lo picchiò facendolo precipitare verso il lago vicino. Il pelato s’addentrò tra le profondità liquide forse per fare - controvoglia - amicizia con i pesci.
Zarbon, non notando alcuna forma di vita che si ripresentava al suo cospetto, iniziò ad allontanarsi lentamente per tornare dal suo signore ma, quando incominciò ad udire un ravvicinato gocciolare, tornò a voltarsi indietro vedendo l’essere sgradito: Nappa, bagnato fradicio, si mostrava con la battle-suit a brandelli e completamente inservibile. L’omone si disfò dell’indumento ormai inutile e tornò a mettersi in posa di combattimento. Zarbon assottigliò gli occhi fortemente seccato.
Freezer, anche se aveva già notato il vantaggio del suo prediletto, esortò Zarbon a fare maggiormente sul serio per accorciare i tempi e il fidato servitore, molto umilmente, acconsentì dandosi immediatamente da fare: questi indirizzò il palmo della mano destra in direzione di Nappa, si afferrò il braccio con la mano sinistra e dopo essersi concentrato scatenò un potere esorbitante. L’onda viaggiò velocissima in direzione del saiyan che non poté fare altro che coprirsi il viso con le braccia incrociate e resistere all’impatto e all’esplosione fragorosa. Il principe Vegeta, poco distante dalla zona, si spostò repentinamente andandosi ad avvicinare a Kakaroth che aveva la bocca spalancata dallo sgomento ... non aveva mai visto nulla di simile.
Mentre il boato si disperdeva tra i suoni della natura che rispondevano a modo loro all’attacco, Zarbon si guardò attorno notando che nell’enorme voragine che aveva creato l’acqua del lago stava facendo involontariamente il suo ingresso assieme alle montagne che si sbriciolavano.
Con un lento e aggraziato volteggiare posò nuovamente i piedi a terra, si sistemò i capelli che erano andati fuori posto e poi si disfò di un po’ di cenere dai vestiti ... Si stizzì mentre si ripuliva: anche se carbonizzato Nappa continuava ad infastidirlo.


Dodoria fece scrocciare le otto dita delle grassoccie mani e poi piegò la testa da una parte all’altra per far risuonare le cartilagini del collo, osservò alla sua sinistra e vide i giovanotti che guardavano lo spettacolo che si svolgeva in aria completamente rapiti. Nonostante anche a lui piacesse quel passatempo, pensò che fosse ancora più spassoso menare le mani e quindi richiamò all’ordine le scimmiette di cui doveva occuparsi: “Con voi non ho mica ancora finito, sapete?”. Goku e Radish si voltarono nuovamente verso il colosso e lo guardarono malamente, si misero in posizione d’attacco e per poco non ringhiarono come cagnacci. Vegeta s’allontanò tornando al proprio posto perché il grassone non era il suo nemico. Kakaroth si avvicinò al fratello iniziando a bisbigliare qualcosa sottovoce “Hai qualche piano?”. Radish sorrise amaramente mentre la classica goccia di sudore mista a sangue faceva capolino dai folti capelli “No, niente di niente”. Dodoria iniziò a sbracciare invitando i due ranocchi a darsi da fare “Avanti, vi stò spettando!” brontolava mentre sorrideva. Il saiyan più grande dei due però, nell’osservare quel movimento, sembrò venire un’idea: si voltò indietro e vide il piccolo bastone ancora conficcato a terra e poi guardò il fratello negli occhi prima di richiamarlo. Goku guardò l’altro ed annuì quando si sentì ordinare ciò che avrebbe dovuto fare anche se a malincuore.
“ADESSO KAKAROTH!” urlò Radish prima di scattare verso l’enorme Dodoria ed iniziare a distrarlo con una sequela di scatti e immagini residue. Goku si voltò indietro e alzò al cielo la mano posta a taglio. Con quasi una lacrima agli occhi poiché stava perdendo l’ennesimo oggetto regalatogli dal nonno, spezzò con un solo gesto il bastone rosso riducendolo ad uno spuntone acuminato. Radish afferrò il braccio destro del mostro e con un balzo lo tirò alle spalle di questo obbligandolo ad una posizione forzata mentre Kakaroth, che aveva raggiunto il fratello, faceva lo stesso con l’arto sinistro. I due bambini tiravano con tutta la forza che avevano in corpo e non lasciavano la presa ... dall’alto dell’altura il grande Freezer immaginò che i due bambocci volessero rompere le braccia ad un osso duro come il suo fidato ma poi, quando lo scimmiotto capellone ordinò l’altro di continuare, comprese che il piano trattava di tutt’altro. Goku stringeva i denti e con le braccia tirava come un ossesso “BASTONE ALLUNGATI!!” urlò prima di sfiancarsi ulteriormente. Il dono di nonno Gohan, che a questi era stato regalato dal maestro Muten, s’allungò rapidamente alla richiesta del padrone e si andò a conficcare nello stomaco dell’energumeno.
Kakaroth e Radish lasciarono la presa e si allontanarono da Dodoria con il fiatone e le braccia a pezzi, si fermarono ad osservare il nemico boccheggiante che si osservava l’arnese trapassarlo da parte a parte. Il mostro rosa agguantò il bastone e lo spezzò nel davanti, sputò un fiotto di sangue quando s’estrasse dalla pancia l’arnese e poi gettò lontano l’oggetto. Iniziò a respirare affannosamente ma continuò a sorridere … ciò mantenne alto lo sconcerto dei due ragazzini che ancora una volta si ritrovarono davanti all’evidenza: non erano minimamente all’altezza del compito.
“ADESSO VI MASSACRO!!!” strepitò il colosso, scattò verso il più grande dei due e lo colpì al petto così violentemente da perforarlo con l’intera mano. Il ragazzino iniziò a boccheggiare mente rimaneva appeso “Ti prego, lasciami andare ... Ti scongiuro, farò tutto quello che vorrai ...”. Dodoria assottigliò gli occhiacci e sorrise malefico, scaraventò il moccioso a terra e lo vide sobbalzare come una palla di gomma. Il mostro ridacchiò puntando la mano sanguinante verso Radish mentre quest’ultimo guardava il nemico con aria implorante “ ... Credimi ...” supplicò ancora. Dodoria concentrò le sue forze sul palmo dell’arto e parlò sinistro “Non credo proprio” enunciò. L’aura portentosa generata dall’essere schiacciò il saiyan a terra conficcandolo nel terriccio marrone. Goku sgranò gli occhi e rimase ammutolito alla scena, indietreggiò senza volerlo nel vedere portar via quella giovane vita che secondo lui aveva fatto più bene che male. “Chiacchieravi troppo per i miei gusti ...” Dodoria diede le spalle al cadavere e osservò l’altro pronto per concludere anche con lui la faccenda.
Il piccolo saiyan balzò un paio di volte all’indietro e concentrò le proprie energie nelle piccole mani, guardò il nemico iniziando a sillabare quella formula che sapeva a memoria: “Kame ...” il piccolino lasciò che Dodoria si avvicinasse ancora “ ... Hame ...” il nemico, comprendendo che Kakaroth stava caricando un colpo d’energia, non si mise nemmeno in posa difensiva immaginando la bassa forza che avrebbe potuto scatenare “... HA!!!!”. L’onda azzurra sfrecciò fulminea e colpì in pieno il bersaglio! Un grande polverone si alzò ma il ragazzino, sentendo una serie di colpi di tosse, non si rallegrò affatto dell’accaduto. “Ma non è possibile ...” mormorò Goku ormai avvilito, cosa che non gli era mai capitata.
La polvere non si diradò e Dodoria uscì allo scoperto, colpì Goku al viso con un sinistro violentissimo e prima che il saiyan potesse allontanarsi troppo, gli afferrò la coda pelosa iniziandola a stringere con forza. Il mostro alzò lo scimmiotto vicino al viso, poggiò sul suo petto la grossa mano, caricò l’energia e infine sparò.
Incenerito completamente Goku cadde a distanza incapace di fare altro, forse perché solo sconfitto o forse perché annientato.
Dodoria si asciugò la fronte dal poco sudore generato dal grande Sole che illuminava la Terra, si incamminò verso il suo padrone e quando gli fu vicino si inginocchiò in segno di devozione. “Grande Freezer, chiedo il permesso di ritirarmi per curarmi questo buchetto” chiese il ciccione. Freezer guardò il suo diletto alquanto schifato ma cercò di moderare i termini “Mi hai profondamente deluso, pensavo che saresti uscito illeso da questa zuffa e invece di sei fatto graffiare da due pulci. Ritirati”. Dodoria si ritirò umilmente senza farsi più vedere in quell’area.


Il giovane principe, circondato da morte e distruzione, guardò in malo modo i saiyan caduti e se per alcuni di loro, quali Kakaroth, aveva previsto una fine del genere, per i restanti aveva invece immaginato una fine un po’ più decorosa. Vegeta rimase nel bel mezzo dello spiazzo erboso pressoché disfatto, osservò il suo più grande nemico su di quell’altura poco distante. Freezer, colui che aveva assoldato la razza saiyan per soddisfare i suoi desideri di conquista e aveva più di una volta cercato di convincere con le buone il Re Vegeta a donargli l’affidamento - o quantomeno il controllo- del principino Vegeta, se ne stava appollaiato su di quel pezzo di terra come se nulla fosse accaduto. Il saiyan aggrottò le sopracciglia e ringhiò verso quello che era sempre apparso come un parassita “Freezer! Scendi e combatti contro di me se ne hai il coraggio!”. L’alieno dalla lunga coda rosata ridacchiò un poco mentre faceva muovere la punta della sua estremità, “Lo sai bene Vegeta che non mi sono mai piaciuti gli scherzi ... Ma ammetto che per le battute di spirito sei proprio portato!”. Il principe s’irritò fortemente sentendosi preso in giro, scatenò tutto il suo potere rimanendo sul posto e sprofondando in quella voragine circolare che egli stesso stava creando “MALEDETTO!!” urlò poi scatenandosi a tal punto che la coda scimmiesca si srotolò dalla cintola e s’arruffò. Freezer ridacchiò ancora ma poi, poiché era ancora rimasto del parere che giocherellare con la scimmietta non fosse di suo completo gradimento, voltò gli occhi verso Zarbon che lo affiancava e successivamente, dopo averlo richiamato, gli disse: “Pensaci tu ma non sbatterlo troppo, voglio che si diverta”. Il servo poggiò il braccio destro sul cuore e piegò il busto in direzione del suo signore, spiccò un grande balzo verso il cielo azzurro e lindo e poi, dopo essere atterrato dinanzi al principino con una mossa davvero elegante, si voltò verso il ragazzo. Zarbon sorrise divertito per la situazione ... Vegeta sembrava infatti un gattaccio soffiante.
Il principe assottigliò gli occhi ma non disse nulla, vedendo quel narcisista pensò soltanto che se voleva vedersela con il rettile non doveva fare altro che sistemare il primo intoppo. Vegeta iniziò fin da subito a darsi da fare: guizzò verso Zarbon con velocità sorprendente e instaurò con lui una serie di attacchi che, poiché venivano neutralizzati, facevano soltanto sprecare energie preziose. Il saiyan si muoveva con elevata velocità, i suoi pugni viaggiavano velocissimi ma non riuscivano a fare nulla fuorché colpire il vuoto. Quando, con uno di essi, riuscì a colpire una massa d’ossigeno a fianco della testa nemica, si ritrovò improvvisamente con il naso rotto: Zarbon infatti, che era sempre rimasto in difensiva senza contrattaccare, aveva scagliato solamente in dritto ritrovandosi però già a buon punto.
Vegeta si allontanò di un poco e si toccò il danno. Si guardò il guanto che da bianco era tramutato in un rosso purpureo ... un secondo moto di rabbia fece accrescere la sua furia. Il saiyan spiccò il volo verso l’alto e si fermò vicino alle nuvole, mise il dorso della mano destra nel palmo della sinistra e tirò al fianco sinistro gli arti superiori. Quando l’onda color magenta iniziò a crearsi tra le mani di Vegeta, Zarbon si limitò a socchiudere gli occhi e alzare le braccia per bloccare l’attacco che sarebbe sopraggiunto. “TI SCONFIGGERO’!!!” il principe urlò a squarciagola e lanciò il suo colpo. La terra iniziò a tremare sentendo quell’enorme potere ... Zarbon attese fino all’ultimo e poi, quando si ritrovò tra le mani l’onda, la lasciò rosolare come se anziché un attacco terrificante, non fosse altro che una palletta tiepida. Il seguace di Freezer attese che la sfera si rimpicciolisse da sola e poi, proprio per farsi beffa dal saiyan, spense l’attacco energetico con un battito di mani. Il Garrick Cannon era scomparso con dei piccoli e insignificanti lucini ... benché fosse ancora da perfezionare poiché scoperto da poco, Vegeta sapeva che quello era il suo attacco più forte. Il saiyan sembrò per un istante demoralizzarsi ma poi, dopo essersi riempito di nuovo vigore, iniziò a svolazzare per il pezzo di cielo nel quale era come un uccellino in gabbia. L’azzurro, vedendo il combattente comportarsi a quello strano modo, iniziò a credere - anche se con difficoltà - che il principino avesse qualche problema ...
Vegeta continuò a guardarsi attorno con il cuore in gola ... e si pietrificò quando udì la voce derisoria di Freezer alle spalle: “Ci ho guardato pure io Principe Vegeta, ma la Luna non c’è. Sono desolatissimo ... Haah hah hah ha ...”.
“IMPOSSIBILE! E INVECE CI DOVREBBE ESSERE!!” Vegeta, preso da un’improvvisa agitazione, continuò a muoversi da destra a sinistra come un folle ignaro che anni prima un vecchio pervertito aveva disintegrato il satellite adorato dai saiyan. Soltanto dopo un paio di minuti, nei quali Zarbon si era pulito le unghie, Vegeta si fermò un po’ sconsolato ma con ancora un asso nella manica. “Posso ancora creare la Luna se voglio …” proferì generando una piccola sfera tra le mani “... Con questa Powerball!”. Freezer severo guardò il secondo che era ancora intento a sistemarsi “ZARBON! Non ho nessuna voglia di vedere un circo adesso, metti a tacere questa nullità!!”. Il narcisista si destò e bloccò immediatamente la sua distrazione, con la super velocità si proiettò alle spalle del saiyan e dopo averlo afferrato da dietro, iniziò una rapidissima discesa verso terra. Prima che entrambi potessero sfracellarsi, Zarbon lasciò la presa dal corpo del ragazzo e permise a lui soltanto il privilegio di assaggiare il sapore del terriccio. L’ennesima conca venne creata e il piccolo lago, oramai divenuto una larga distesa d’acqua, s’infiltrò anche in quell’ennesimo buco nel fondo del quale Vegeta rischiava di morire. L’acqua occupò tutto lo spazio che trovò e sommerse la bestiola. Zarbon sorrise gioioso e tornò a fianco del suo signore che, stranamente, era diventato cupo. “Signor Freezer, c’è forse qualche problema?” domandò timoroso l’azzurro. Il mostro continuò ad osservare la pozza ... “Vegeta è morto?”. Zarbon tentennò “ Ehm, non ho controllato il suo cadavere, ma se fosse ancora vivo, sarebbe comunque ferito mortalmente ...”. “Perché non hai controllato il cadavere?” domandò ancora Freezer. Lo scagnozzo si scosse ancora ma continuò a rispondere senza capire … eppure era successo tutto sotto i suoi occhi, perché il padrone faceva certe domande? “E-ehm, perché è finito in acqua, perciò ...”. “Hai evitato di controllare perché non volevi bagnarti, non è vero?” Freezer fulminò Zarbon come se fosse seriamente in grado di farlo. “M-Mi dispiace! Vado subito a controllare!” il tirapiedi dell’essere più forte del pianeta volò più veloce che poté e con impeto si gettò nelle acque tiepide, afferrò il corpo che cercava e lo riportò in superficie. Poggiò il corpo di Vegeta all’asciutto e appena questo iniziò a tossire ed ansimare, Zarbon sentì un brivido gelido lungo tutta la schiena … Per la prima volta in tutta quella storia, Freezer era sceso di quota ed era alle spalle dell’assistente. “G-Grande Freezer ...” Zarbon tremò e si scostò immediatamente dal tragitto del padrone. Freezer, ancora seduto nel suo trono mobile, si fermò poco lontano dal principino che non riusciva nemmeno a muoversi, l’unica cosa in cui riusciva era quella di muovere gli occhi per vedere con chi aveva a che fare.
“E’ un vero peccato, potevi diventare un valido combattente ...” sentenziò il tiranno al moribondo, alzò una mano e poi la chiuse esonerando soltanto il dito indice “ ... E’ un vero peccato che tu sia così cocciuto!” Freezer abbassò il dito e caricò sulla sua punta un grande quantitativo d’energia, la sprigionò tramutandola in un raggio laser che attraversò il cuore del ragazzino. Vegeta vomitò un fiotto di sangue, annaspò mentre con le mani bagnate graffiava rammaricato quella terra sconosciuta, pianse rancoroso mentre fissava un punto indefinito ... “A-Arriverà il giorno in cui un saiyan ti sconfiggerà Freezer ... I-Il Super Saiyan che temi ti distruggerà!” sputò altro sangue per non strozzarsi e sorrise immaginando quel giorno in cui l’arpia sarebbe stata abbattuta.
Freezer sogghignò “Tzk, che sciocchezze ... sei stupidamente testardo fino alla fine. Come mio ultimo regalo ti concederò il privilegio del dubbio, Principe Vegeta”.
Vegeta esalò ,inquieto, l’ultimo respiro. Freezer era davvero un mostro senza pietà.


I due esseri tornarono alla grande navicella spaziale e si stanziarono nel salone nel quale spesso Freezer passava il suo tempo a rimirar le stelle e dove Dodoria attendeva da un po’. Un insignificante subordinato fece il suo ingresso in tale salone e si inginocchiò “Attendiamo i suoi ordini, grande ed onnipotente Freezer”.
Il padrone della nave non voltò il trono per guardare la sua pellaccia viola “Apool, fai allontanare di poco la nave dalla Terra. Fermatevi vicino all’orbita”. L’essere sgambettò spiccio e si dileguò. La nave si mosse come ordinato e si bloccò nel punto stabilito.
“Signor Freezer ...” iniziò balbettante il bel sottoposto “... quali sono le vostre intenzioni?” domandò nella speranza di ricevere risposte. Freezer ordinò con tono freddo di aprire il portello superiore della nave e soltanto mentre varcava questo si degnò di rispondere altrettanto freddamente “Estirperò tutte le erbacce”.
Il crudele assassino si fermò in mezzo allo spazio profondo e guardò con aria severa il bel pianeta azzurro che era poco distante. Alzò lo stesso dito con il quale aveva portato precedentemente la morte e concentrò il suo potere. Un onda infuocata di incommensurabile potere distruttivo apparve a Dodoria e a Zarbon come un secondo Sole e successivamente, quando videro l’onda colpire il bel pianeta, rimasero inorriditi dal terribile spettacolo: la Terra crepò prima d’incendiarsi ella stessa, sembrò contrarsi come un insetto strinato e poi urlare di terrore prima di esplodere completamente. L’abbagliante deflagrazione paralizzò maggiormente i due seguaci mentre Freezer, soddisfatto per l’operato, se la rideva soddisfatto incitando Zarbon e Dodoria a non staccare gli occhi dallo spettacolo. Quando il silenzio tornò a rimbombare pesantemente Freezer rientrò con un bel sorriso sul volto, “Andiamo verso Vegeta-sei” ordinò poi immediatamente.
Prima di giungere a destinazione i due deboli della combriccola continuarono a non comprendere il perché del gesto del loro padrone ma solo Dodoria, poiché dei due era il più scemo, osò domandare con sfrontatezza “Perché avete fatto così, grande Freezer? In fondo i saiyan erano tutti morti ...”.
Freezer sogghignò “Mancano ancora quelli su Vegeta ... Finché non li avrò spazzati via tutti non mi riterrò soddisfatto! Per la Terra ho agito per precauzione, qualche scimmietta si sarebbe potuta nascondere facilmente”. Zarbon annuì facendo muovere i suoi lunghi ciuffi penduli “Azione molto saggia, il mio rispetto per voi s’accresce, ma adesso?”.
La veloce navicella raggiunse in pochissimo tempo il secondo obiettivo, il piccolo mostro sollevò le spalle e iniziò a parlare ironico “Beh, farò in modo che anche gli altri saiyan sappiano cos’è successo”.
“Glielo comunicherà?” domandò sciocco l’azzurro. Freezer rise “No, lascerò che sia il principe Vegeta a raccontare tutta la storia ... dall’aldilà però!”.
Le risate scoppiarono praticamente ovunque in quella base mobile.



L’ironia della sorte volle che anche il pianeta Vegeta subisse il medesimo trattamento della povera Terra e non solo: tutti i pianeti sui quali era stato mandato anche solo un saiyan erano stati successivamente disintegrati senza troppi problemi.
Freezer, così com’era risaputo nell’intero Universo, dimostrava continuamente la sua crudeltà mascherando la paura di essere un giorno sconfitto da un Super Saiyan. Benché oltre che invincibile fosse divenuto anche immortale, continuava la sua pulizia per smentire l’ultimo capriccio che lo seccava: dimostrare a Cooler, suo fratello maggiore, che non prendeva tutto con leggerezza.






In un giorno tanto freddo come quello in cui è nato questo racconto, si spense la storia del popolo dei valorosi guerrieri Saiyan, dei terrestri e di moltissime altre forme di vita lasciando spazio a quella che sarebbe divenuta l’era di Freezer.
Le storie possono essere ritoccate, essere raccontate diversamente e magari anche essere alterate completamente, ma non possono perdere quella patina magica capace di tramutarle in mito e quindi, anche se la morte oscurerà gli astri, non sarà in grado di cancellare la Leggenda dei Saiyan e di Dragon Ball. E chissà poi, se grazie a un destino fortunato e a dei piccoli omuncoli verdi, le leggende potranno rinascere ancora una volta ...


“Chi ha raccolto le sette sfere comunichi il suo desiderio ... Ne esaudirò tre, qualunque essi siano ...”



FINE










Ringrazio chi ha letto, chi lo farà e chi lascerà scritto qualcosa. Da parte mia, così come ha già fatto la mia "avversaria"-che poi non ritengo tale poiché non la considero come un personaggio da abbattere ma come una persona da cui prendere esempio-, ringrazio profondamente le giudici di gara Bluemary e Shari Aruna che hanno indetto questo contest. Ovviamente porgo i miei ringraziamenti anche a Lefteye perché se non ci fosse stata lei non ci sarebbe stata alcuna sfida e, sicuramente, non avrebbe mai preso luce questo scritto.
Magari qualcuno non apprezzerà ciò che ho narrato, magari qualcuno lo troverà troppo lungo o tedioso, magari altri ancora penseranno soltanto "Ma che razza di storia è? Vegeta e Bulma non si incontrano nemmeno!" ... Io però mi sono divertita tantissimo a scrivere questa storia perché ho trattato personaggi diversi dal solito, perché non ho parlato per ore e ore d'amore (anzi, proprio come Toriyama, non ne ho parlato affatto) e perché ho passato bene il mio tempo. Non importa come andrà a finire, sento di aver fatto del mio meglio ... mi piacerebbe però che se qualcuno volesse fare degli accorgimenti, me lo dicesse perché non si può mai smettere di imparare, e io voglio migliorarmi, lo voglio fortemente ...

Grazie.
scImMIA
  
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