Anche se iniziava alle nove Monica cercava sempre di essere in ufficio per le 8.30: le piaceva arrivare e sistemarsi con calma
quando la
procura era ancora calma
e silenziosa cosi da godersi un po' di tranquillita' magari
ascoltando un po' di musica.
Cosi'
dopo essersi tolta il cappotto e aver poggiato la borsa accese il
computer, ando' su youtube e scelse "let it go", la
canzone di "Frozen".
Quella
di ascoltare canzoni disney in inglese era un'abitudine che aveva
preso ai tempi dell'universita': non avendo
ovviamente
occasione di parlare la lingua se non a lezione , aveva iniziato ad ascoltare le canzoni di quando era piccola in modo da
non perderla mai e
contemporaneamente
divertirsi.
"The
snow glows white on the mountain tonight, not a footprint to be
seen"
Inizio'
a sistemare la scrivania impilando i fogli rimasti sparsi nel
contenitore , quei minuti di solitudine erano preziosi per lei.
"A
kingdom of isolation and it looks like i'm the queen"
Una
bella canzone era quello che ci voleva per darsi la carica e
soprattuto per sopportare quella lagna del suo capo,
l'alternativa
era l'alcol.
"The
wind is howling like this swirling storm inside"
Apri'
la finestra per far cambiare l'aria: in effetti quella mattina c'era
vento e pure piu' freddo del solito.
"Couldn't
keep in it. Heavens knows i've tried"
"Devo
restare calma" si disse, col tempo aveva imparato a
tenersi dentro pensieri ed opinioni quando lavorava esattamente
come
le avevano sempre raccomandato i genitori proprio perche' nella vita
non si era mai fatta problemi a polemizzare su tutto e
tutti.
"Don't
let them in, don't let them see, be the good girl you always have to
be"
Ci
mancava pure che la licenziassero perche' si metteva a criticare il
capo, per carita'!
"Conceal,
don't feel don't let them know. Well, now they
know!"
Pero'...se
avesse esagerato si sarebbe fatta sentire, questo era poco ma
sicuro.
"Let
it go! Let it go! Can't hold it back anymore! let it go, let it go!
Turn away and slam the door! I don't care, what
they're
going
to say...let the storm rage on.
The
cold never bother me anyway!"
Come
sempre accadeva era finita per mettersi a cantare e ballare,
beh
piu' che ballare si muoveva correndo e camminando tra uffici e
corridoio, tanto che gliene fregava, era sola.
"My
power flurries to the air into the ground. My soul is
spiraling
in Frozen fractals all around. And one thought crystalizing
like an icy blast"
E
poteva sfogarsi finalmente, senza che nessuno la vedesse e
sopprattutto la giudicasse. Amava la solitudine.
"I'm
never going back... the past is in the past! Let it go let it go and
i'll rise like the break of dawn. Let it go let it go, that perfect
girl is gone.
Si
sentiva cosi debole a lavoro, cosi'...servile. Costretta a
tacere. Si detestava per questo.
Avrebbe
voluto essere piu' forte.
"Here
i'll stay in the light of day. Let the storm rage on! The
cold
never bother me anyway!"
"Guarda,
ho capito meno della meta' di tutta la canzone anzi non ci ho capito
niente pero' adesso e' meglio che ti metti al lavoro
se non vuoi che
Vitali si metta a sbraitare anche con te" disse
freddamente una voce femminile dalla soglia.
Monica
sussulto'.
"Dottoressa
Tataranni."
"Eh
dottoressa dottoressa....fa' la brava almeno tu che se Vitali si
esaspera succede un macello. Anzi gia che ci sei mi metteresti
questo
elenco in un file?" disse porgendole un
fascicolo.
"Subito
Dottoressa" disse avvampando mentre il procuratore
tornava nel suo ufficio.
"Che
figura di merda!" penso'
A meta' mattinata
arrivo' Matarrazzo con delle notizie interessanti: mentre si
recava in caserma era stata avvicinata dalla
professoressa di latino di Simona, una giovane donna che aveva gia' visto quando era andata al liceo assieme a Calogiuri ma con
cui non avevano
parlato.
L'insegnante le aveva confidato li' per
strada, che in realta' a scuola le cose non andavano cosi' bene come
aveva assicurato la
preside ma non poteva
dirle di piu' poiche'
il suo contratto era precario e avrebbe rischiato il posto.
"Non
credo che testimoniera' dottoressa" concluse.
"Va
bene ma tutto questo indica che la' dentro succedeva qualcosa che ha
probabilmente a che fare con la morte di Simona, il
punto e' trovare
il modo di proseguire le indagini" commento' Imma.
"Senta
dottoressa l'autopsia parla chiaro: si tratta di suicidio come
confermato dal dottor Taccardi, rispetto la sua voglia di
giustizia
ma qui non c'e' piu' niente da scoprire" disse Vitali
vigilando come sempre sulla sua statuina.
Monica in quel
momento stava copiando alcuni nominativi dai fascicoli al computer ma
non si perdeva una parola.
"Vi prego, qualcuno mi dia
dei popcorn!" penso'.
"Dottor Vitali, e'
morta una ragazzina di quattordici anni, non crede che la
famiglia debba sapere perche'?" rispose la Tataranni
col tono di
voce sempre piu' alto.
"Ma certo certo, pero' capisce
anche lei che se non si trova qualche indizio o prova..." disse
il suo superiore titubante.
"Le prove non cascano dal
cielo, quella povera ragazza invece e' caduta da un balcone ed io
voglio capire perche'!" esclamo'
Imma andandosene e
sbattendo la porta con tanta forza che la statuina tremo' e cadde
sulla scrivania.
Vitali si fece il segno della croce
mentre Monica avrebbe voluto alzarsi ed applaudire.
Nel corso della giornata vide Imma entrare e uscire molte volte dall'ufficio sempre piu' agitata: era evidente che Calogiuri e
Matarrazzo avevano scoperto qualcosa che pero' o non serviva o non era abbastanza da poter servire.
A meta' pomeriggio quando si reco' alla macchinetta del caffe' ci trovo' Diana.
“Salve” le disse.
“Oh ciao...dammi pure del tu, in fondo facciamo piu' o meno lo stesso lavoro”
“Gia'...giornata pesante eh?”
“Abbastanza ma non posso dirti niente sai com'e'...”
“Oh certo lo immagino” rispose Monica con una punta di sarcasmo.
“Sai, io e Imma andavamo a scuola assieme. Eravamo nella stessa classe” le disse Diana prendendo il caffe' dalla macchinetta.
“Davvero?” chiese Monica un po sorpresa: non certo perche' pensasse che la Tataranni non fosse andata a scuola ma le pareva
strano che lavorasse con una sua compagna di classe.
“Non
pensare male: non sono qui grazie a lei” si affretto' a dire
Diana.
“Onestamente non ci ho proprio pensato: non mi sembra il tipo” rispose Monica mescolando lo zucchero.
“Per niente e poi...e' impulsiva, testarda e si comporta da menefreghista verso tutto ma non e' cattiva te lo posso garantire”
“Guarda, non ci ho mai creduto ma mi pare evidente che per fare il suo lavoro bisogna avere...”
“Signorina! Venga qui un attimo per favore” la voce di Vitali risuono' nel corridoio.
“...due coglioni cosi. Quelli che io mi sto rompendo” soffio' tra le labbra buttando il bicchierino, Diana sorrise.
Quando Vitali se ne ando', prima di lei come quasi sempre accadeva per fortuna, Monica si rilasso': la giornata era finalmente
finita e dopo aver archiviato le ultime pratiche decise di vedersi ancora qualche video su youtube ma niente canzoni stavolta per
carita', c'era ancora troppa gente in giro .
Mentre scorreva la sua home le cadde l'occhio su un video a lato dello schermo: il titolo era “come ci divertiamo a scuola”.
“Sara' il solito video di bambocci cretini che prendono in giro il professore” penso'.
Tuttavia la giacca di una di loro le sembro' familiare.
Clicco' sul video e quello che mostrava non le piacque per niente.
“Devo assolutamente mostrarlo alla dottoressa Tataranni e stavolta se Vitali non se ne tace giuro che gli strappo i baffi” penso'
facendo pausa e alzandosi.
Usci' quasi di corsa nel corridoio.
“Qualcosa non va?” chiese una voce.
Era Calogiuri.
“Appuntato… credo ci sia qualcosa che lei e la dottoressa Tataranni dovreste vedere."