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Autore: riccardoIII    24/11/2019    4 recensioni
Questa è la storia di Sirius Black, dei Malandrini, di una generazione cresciuta nella guerra e che ha fatto la guerra. Questa è la storia di un bambino che diventa uomo, passo dopo passo, scelta dopo scelta, fino ad arrivare a un momento della sua vita in cui tutto cambierà, per l'ennesima volta, quella più importante. Fino a giungere alla Chiave di Volta.
"-Sirius Black, è un piacere conoscerti-
-Io sono James, e non credo che i cognomi siano importanti, tantomeno tra amici; e dimentica pure tutte quelle manfrine. Non sono mica tuo nonno, io-
Sirius sghignazzò apertamente sedendosi di fronte a lui.
-E così, io e te saremmo amici?-
-Io e te, mio caro Sirius, saremo amici. Me lo sento che sei un tipo forte-"
Rating e avvertimenti sono relativi a scene di maltrattamento di minore e di guerra.
I personaggi appartengono a J. K. Rowling; scrivo senza scopo di lucro.
Genere: Angst, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlus Potter, Dorea Black, Famiglia Black, I Malandrini, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Chiave di Volta - Other Voices'
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Prima, pensava di aver capito il senso della massima “di male in peggio”.
 
Quando la porta del soggiorno del vecchio cottage si aprì sul nuovo arrivato, per un attimo tutti si immobilizzarono. Poi Hagrid fece partire un sonoro applauso e Dedalus si unì al baccano, mentre il signor Doge e gli altri membri anziani dell'Ordine si affollavano attorno a Moody per porgere i loro saluti.
Sirius non poté evitare di concentrarsi sui segni rossastri che deturpavano ulteriormente il viso già abbondantemente segnato dell'Auror. Sembrava che la sua faccia fosse scoppiata in mille coriandoli e che qualcuno avesse cercato di rimetterli insieme. Probabilmente con il tempo le cicatrici sarebbero state meno evidenti, ma ora che erano ancora rosse e traslucide l'effetto era davvero impressionante. Peter, Sirius ne era sicuro, stava disperatamente tentando di non vomitare.
Ci vollero cinque minuti prima che tutti riprendessero il proprio posto, solo cinque minuti perché Moody si stancasse di stringere mani e rispondere alle domande e sbottasse: -Sto bene, grazie, ma ora abbiamo qualcosa di più urgente di cui discutere! Pensavo fosse una riunione, questa, non un comitato di accoglienza!-
Sirius non poté evitare di ridacchiare e, quando il capo degli Auror passò di fronte a lui per raggiungere il suo solito posto, gli dedicò un mezzo sorriso sarcastico che fu certo fosse stato ricambiato.
-Ottimo! Come ci ha giustamente ricordato Alastor, è tempo di cominciare a discutere degli elementi all'ordine del giorno. Prima, però, concedetemi un attimo per comportarmi da vecchio sentimentale quale sono.
Viviamo in un tempo difficile, combattiamo una guerra. Ciascuno di voi ha perso qualcuno che conosceva durante la battaglia contro Voldemort, ciascuno di noi ha sofferto. Ci sono stati strappati due compagni nell'ultimo anno, un uomo e una donna coraggiosi che hanno sacrificato la propria vita per la causa che condividiamo.
Abbiamo vissuto momenti bui.
Oggi, però, non è uno di quei momenti: oggi, in qualche modo, abbiamo vinto. Alastor Moody torna tra noi, e noi gli rendiamo onore perché ha combattuto valorosamente e ha vinto, non solo contro i Mangiamorte-
Disgraziatamente in quel caso Silente non fece apparire alcun calice di vino al termine del suo discorso, nonostante Sirius ne avvertisse un certo bisogno. Moody borbottò qualcosa tra i denti, contrariato, e Hagrid parve sul punto di ricominciare a battere le mani; l'occhiata che gli dedicò la McGrannitt, tuttavia, fu abbastanza raggelante da farlo bloccare.
-Non tutte le notizie che abbiamo da discutere questa sera sono altrettanto positive; Alastor ha ripreso servizio al Ministero solo oggi, quindi... -
Al cenno di Silente, Charlus si alzò in piedi: fu in qualche modo strano vederlo fare le veci di Moody, con lo stesso Moody presente.
-Non ci sono buone nuove dal Ministero, anzi sarebbe più corretto dire che non ci sono nuove alcune.
Tra la morte di Amias e la distruzione dell'unico luogo di ritrovo di Mangiamorte che avevamo individuato, sono settimane che non riusciamo a scovare notizie. Nessuno parla mai volentieri con gli Auror, ma dopo ciò che è stato fatto alla spia del Ministero anche gli informatori più fedeli si sono dati alla macchia-
-E il nostro orecchio indiscreto a Notturn Alley? No, Dung, non ce l'ho con te-
Mundungus per tutta risposta mugugnò qualcosa e tornò ad afflosciarsi sul tavolo.
-Il sistema d'ascolto escogitato dai ragazzi funziona ancora, Juliet, e sembra che nessuno si sia reso conto della sua esistenza; comunque negli ultimi giorni le sole cose registrate sono state versi di animali e qualche imprecazione-
-Certo- intervenne Remus, -Finché non pianificheranno un attacco non avranno bisogno di grossi numeri e quindi non ha senso che si espongano per incontrare qualche ladruncolo-
Charlus annuì.
-Esattamente. Il che ci fa pensare che saremo avvisati in tempo nel caso in cui Voldemort avesse intenzione di tentare ancora il colpo grosso, ma non abbiamo modo di tenere traccia dei movimenti che passano più inosservati-
-E il Ministero come intende superare questa impasse?- si inserì Caradoc, con la sua caratteristica seraficità.
-Il Ministro ha proposto di infiltrare un altro uomo tra i Mangiamorte, il che è ovviamente impossibile. Il solo fatto che Minchum abbia pensato a una soluzione simile denota la sua stupidità e la sua mancanza di preparazione; non ha idea di quanto sia stato difficile per Shacklebolt ottenere la fiducia di Voldemort e dei suoi, per non parlare del fatto che ovviamente adesso si aspettano un infiltrato e quindi saranno molto più attenti a chi manifesta interesse per la loro causa. Crouch, comunque, lo ha dissuaso. Ha intenzione di istituire una specie di stato di polizia, a quanto ho capito, impegnando tutte le forze militari disponibili nel pattugliamento a tappeto del territorio e istituendo una sorta di coprifuoco. È convinto che se Voldemort usa il caso a suo vantaggio possiamo farlo anche noi-
-Vuoi dire che il brillante piano del Capo Dipartimento per l'Applicazione della Legge Magica è di spedire pattuglie in esplorazione per il Regno Unito in maniera totalmente casuale? Cosa spera, di trovare Voldemort in una drogheria del Kent?-
Le labbra di Charlus si storsero in un sorriso amaro mentre guardava James.
-Più o meno, il discorso è questo-
-Ma noi sappiamo che ci sono delle spie nel Ministero! Se una di loro venisse a conoscenza dei luoghi in cui Auror e Forze Speciali saranno in servizio potrebbero colpire una alla volta, decimare le nostre difese!-
Fu Fenwick a interrompere l'arringa di Sirius.
-Senza contare che mandare tutti in giro per la campagna inglese significa lasciare sguarniti i punti di maggior interesse magico. La protezione che al momento garantiamo al Ministero, al San Mungo, a Diagon Alley, a Hogwarts e Hogsmeade inevitabilmente sarà ridotta. E, per quanto Colui Che Non Deve Essere Nominato e i suoi accoliti adorino uccidere la gente, per prendere il potere gli servono i luoghi chiave della Gran Bretagna magica. Se dovesse essere davvero questo il piano con cui speriamo di contrastare Voldemort non faremo altro che facilitarlo-
Per qualche minuto cadde un silenzio carico di sconforto.
-Ma, insomma! Qui c'è gente con un certo peso politico, con ruoli importanti nelle istituzioni! Possibile che non si possa fare nulla?!-
Sentire la voce starnazzante della signora Figg, con le sue buffe scarpette di feltro e lo scialle di maglia sulle spalle, fu un'esperienza tutta nuova per Sirius non tanto per il contenuto quanto per l'animosità che aveva infiammato quelle poche parole. Lui l'aveva sempre considerata una Maganò di mezza età un po' stramba e molto taciturna, ma evidentemente sotto gli abiti babbani nascondeva un bel caratterino.
-Purtroppo il mio credito presso i miei superiori è molto scarso, al momento, poiché ho supportato un'operazione altamente rischiosa e assolutamente non autorizzata-
-E io- intervenne Moody dopo Charlus, -Non ho perso il mio posto solo perché sono stato abbastanza fortunato da essere quasi morto al momento giusto. Non si licenziano Auror tanto devoti, cosa ne penserebbe il grande pubblico?-
La signora Figg sembrava basita.
-I membri del Wizengamot non hanno alcun potere sull'apparato investigativo; certo, potremmo tentare di parlare con le persone giuste per condizionare le cose, ma la verità è che al momento Crouch risponde solo al Ministro, il che è terribilmente ironico perché Minchum non ha assolutamente idea di cosa fare e si affida totalmente al suo consulente più fidato. Dubito ascolterà le nostre voci-
Le parole del signor Doge parvero far cascare ancor di più le spalle della Maganò, e insieme a esse crollò anche il buonumore che li aveva animati dopo aver visto Moody in piedi e burbero come al solito.
-E se succedesse qualcosa?-
Lily lo disse a voce talmente bassa che all'inizio Sirius non distinse la provenienza del sussurro.
-Cosa intende, signorina Evans?-
L'intonazione della frase della McGrannitt era talmente somigliante a quella che usava in classe durante le interrogazioni che per un attimo Sirius fu convinto di essere stato Materializzato al suo vecchio banco nell’aula di Trasfigurazione a Hogwarts.
Lily alzò gli occhi e li puntò dritti in quelli della donna più anziana; per quanto si sforzasse di mascherarla, un’ombra di incertezza le baluginava negli occhi verdi. O forse era senso di colpa?
-Insomma, Minchum si regge su una bugia. È ancora in carica solo per quell'assist involontario...-
-Che cos'è un assist?- la interruppe Gideon con fare curioso, guadagnandosi un'occhiata dalla McGrannitt che esprimeva in maniera piuttosto completa il disappunto della professoressa. L’uomo non domandò di nuovo quando Lily riprese a parlare.
-Quello che intendo è che alla prima folata di vento il governo cadrà. Se Voldemort si è ritirato dalle scene è perché sta pianificando qualcosa di grosso, e quando sferrerà un attacco degno di questo nome il Ministro non sarà in grado di fare nulla. Non dovremo nemmeno impegnarci a scatenare una crisi: i Mangiamorte attaccheranno e si trascineranno dietro Minchum-
-Sì, ma resta il fatto che se davvero ci sarà un grosso attacco non saremo in condizioni di farvi fronte- le rispose Frank socchiudendo gli occhi con fare circospetto.
-E perché mai? Finora non l'avete sempre fatto? -
-Credo che Lily stia cercando di dire che, se anche ci governano degli incompetenti, voi siete comunque in grado di fare il vostro lavoro al meglio-
Emmeline, sempre così composta da parere innaturale, si era inserita nella discussione con la sua consueta e pacata educazione.
-Sì, forse ce la faremo a fronteggiare un grosso attacco, ma... Ma se davvero le forze del Ministero saranno distaccate in posti sperduti, in piccoli gruppi... Se i Mangiamorte isolassero le zone dove si trovano le diverse squadre... -
-Dedalus, non stai considerando una cosa: le forze dell’ordine potrebbero cadere nella trappola solamente se i loro capi non sapessero che quella è una trappola. Se riuscissimo a svoltare la situazione a nostro favore potremmo essere noi a tendere il tranello... Potremmo addirittura individuare gli infiltrati al Ministero-
La voce di Edgar, dopo tutto quel catastrofismo, suonò perfino euforica e fece da preambolo a un silenzio carico di riflessioni e crescente entusiasmo.
-Questo potrebbe funzionare. Basterà fare in modo che Crouch pensi di aver avuto l'idea da solo. Una squadra esca, un paio a supporto, con le soffiate fatte ai sospetti. Potremmo riuscire a prendere addirittura qualche Mangiamorte vivo, se riesci a ficcare in quelle teste dure... -
Moody sembrava improvvisamente molto più sano di quando era entrato e perfino lo sguardo di Charlus, in quei giorni così tormentato, parve ritrovare un luccichio di eccitazione.
-Cadranno in trappola, e con loro la spia. Certo dopo la prima operazione perderemo l'effetto sorpresa, ma se ne organizzassimo più di una in contemporanea... -
-Mi dispiace interrompere questo affascinante processo di pianificazione strategica, ma temo che stiamo perdendo di vista l'obiettivo-
Il chiacchiericcio si quietò immediatamente e tutti puntarono gli occhi sul preside, che sorrideva. Pareva sinceramente felice che l'atmosfera fosse cambiata così drasticamente nel giro di pochi minuti.
-Questa è la dimostrazione di quanto sia utile lavorare in gruppo, perché due teste risolvono un problema molto più facilmente di una sola.
Tuttavia, temo che la situazione al Ministero non sia l'unica che ci sta sfuggendo di mano.
Ieri notte ho incontrato il signor McDougal, che non aveva alcuna novità da riferirmi sulla situazione all'interno delle mura di Hogwarts.
Non c'è stato alcun episodio di violenza riconducibile allo stato di sangue, dall'inizio dell'anno, ed Elijah non è riuscito a scoprire nulla nemmeno usando la Piuma. Il gruppo di studenti che faceva parte della rete creata lo scorso anno si è quasi dissolto del tutto perché la maggior parte dei ragazzi che erano coinvolti hanno lasciato Hogwarts e fidarsi di nuove persone, non sapendo come si stiano muovendo i reclutatori avversari, è piuttosto rischioso-
-Ovvio. Gli esponenti più violenti hanno finito gli studi e chi è rimasto sta cercando di tenere un profilo basso per non attirare attenzioni indesiderate. Sicuramente Regulus ha vita più facile dello scorso anno, senza Mulciber e Avery a rovinargli i piani-
Non c’era nemmeno un briciolo di amarezza nelle parole di Sirius, la sua era stata solo una sdegnosa constatazione; ciò non impedì, comunque, a una buona parte di sguardi di posarsi su di lui.
-Voi siete quelli che conoscono meglio il modo di agire degli emissari di Voldemort nella scuola; come pensate che dovrebbe comportarsi il signor McDougal?-
James si passò una mano tra i capelli e lanciò uno sguardo ai suoi amici prima di rispondere al preside.
-Sirius ha ragione, con Black al comando in solitaria sarà difficile cavare un ragno dal buco. Già l’anno scorso ci ha reso la vita impossibile, nonostante fosse in rotta coi suoi compagni. Il mio suggerimento è di usare la stessa tattica che abbiamo sfruttato noi: individuare l’anello debole della sua catena-
Remus sfoggiò un mezzo ghigno che avrebbe fatto paura a più di qualcuno.
-Wilkes non è una cima, di sicuro, e questo potrebbe far pensare che sarebbe più facile coglierlo in fallo; ma la verità è che non è possibile seguirlo sempre, come ben sappiamo, e probabilmente Black è comunque abbastanza sveglio da non affidargli incarichi importanti a meno di esserci costretto. Ma c’è qualcuno che potrebbe fare al caso di Elijah-
-Alecto Carrow. È lei che va puntata. Ha già avuto problemi con Regulus lo scorso anno, ed è sicuramente la testa più calda rimasta del vecchio gruppo. Suo fratello, Amycus, non fa molto altro che eseguire i suoi ordini il che lo rende un ottimo bersaglio. Se saranno provocati faranno qualcosa di stupido; se tutto va bene Regulus sarà costretto a riportarli all’ordine e qualcosa verrà fuori-
-Per quanto riguarda l’altro problema, il reclutamento-, intervenne Chase, -Io suggerirei di provare con Kingsley. So che l’anno scorso l’avevamo escluso dalla lista per tutto ciò che stava succedendo a suo…-
A Sirius non sfuggì il pugno serrato di Fenwick, né lo sguardo assassino che l’uomo dedicò al suo ex studente; Chase, comunque, non parve notarlo e continuò dritto per la sua strada.
-Per quello che si pensava fosse accaduto con suo padre. Sono piuttosto certo che sarebbe molto utile, ho potuto lavorare con lui quando ero un Prefetto, e ha sicuramente delle ottime ragioni per voler dare una mano-
-Senza contare che già l’anno scorso aveva espresso una certa quantità di sospetti incredibilmente azzeccati su cosa stesse accadendo a scuola- concluse Lily, rifiutandosi di distogliere lo sguardo da Silente. L’uomo, dal canto suo, aveva un’espressione stranamente corrucciata.
-Non credete che sarebbe il caso, vista la situazione, di…-
-Le garantisco, signore, che sarebbe molto stupido lasciare fuori una risorsa come Kingsley solo perché si è troppo preoccupati per la sua condizione emotiva. Prima di tutto perché lui ha tutto il diritto di dare il suo contributo, se lo vuole, ma anche perché conoscendolo un po’ sono sicuro che Kings non abbia dimenticato le parole che le ha riferito lo scorso anno scolastico. Non sapendo a chi rivolgersi, ora che non ha figure di riferimento nella scuola e dopo che lei l’ha liquidato, potrebbe fare qualcosa di stupido. Tipo mettersi in testa di indagare per conto proprio-
Le parole di James ebbero l’immediato effetto di far sorgere un’espressione stupita sul volto dell’ex professore di Difesa; perfino il preside parve meravigliato da quella osservazione, tanto che Remus gli dedicò un mezzo sorriso rassicurante.
-Fare in modo che Elijah lo coinvolga sarà un vantaggio sia per noi, che avremmo un ottimo elemento in più a sorvegliare la scuola, sia per Kingsley stesso. Si fidi di noi-
Cadde il silenzio per qualche istante, poi Silente annuì.
-Molto bene. Riferirò le vostre osservazioni al signor McDougal, allora. Ora, voi avete novità per noi?-
Sarah si alzò in piedi per riferire, le guance lievemente arrossate.
-La nostra missione si è conclusa con un nulla di fatto; o meglio, in un certo senso con una buono notizia. Lizbeth non ha più contatti con Roper, a quanto ha detto, ma a noi è sembrata sincera. Questo significa che non abbiamo più una pista su cui indagare, ma anche che quantomeno lei è riuscita a tirarsi fuori dalla brutta situazione in cui si era ficcata. Continueremo, soprattutto io e Lily, a monitorare la situazione per essere certe che ciò che ci ha riferito sia la verità-
-Molto bene, signorina Caldwell. Ora, se non c’è altro…-
-A dire la verità, qualcos’altro ci sarebbe-
Proprio mentre Sarah si risedeva, Edgar si alzò in piedi e con lui Juliet; Sirius notò che si tenevano per mano, ed entrambi parevano decisamente felici. Stranamente anche Silente sorrideva come se gli avessero annunciato che il Natale sarebbe arrivato in anticipo.
-Non è qualcosa di prettamente legato all’Ordine, ma io e Juliet ci tenevamo a comunicarvelo di persona. Ci sposiamo-
E l’atmosfera ritornò quella che aveva riempito il piccolo cottage all’arrivo di Moody: quella della speranza.
 
-Via di qui!-
Aveva appena finito di urlare quelle parole quando un raggio verde colpì l’uomo che aveva di fronte. Quello cadde, gli occhi ancora spalancati dalla paura, come un sacco vuoto. Per un attimo nella mente di Sirius non ci fu posto per altro che per lo sgomento, ma un urlo disperato lo riportò alla realtà; puntò la bacchetta verso l’incappucciato che aveva appena ammazzato un uomo inerme in mezzo a una strada e che adesso gongolava sulle lacrime di un ragazzo terrorizzato accasciato sul petto immobile del proprio fratello, padre, amico o fidanzato. La rabbia che Sirius sentiva in fondo al petto prese corpo senza che lui nemmeno se ne accorgesse e un lampo si abbatté sul Mangiamorte senza che avesse davvero pensato a un incantesimo da lanciare, sbalzandolo dall’altro lato della via con una potenza che fece tremare il muro contro il quale finì per schiantarsi.
Non lo capì subito. Corse verso il Mangiamorte aspettandosi di vederlo rialzarsi per dare battaglia, o di doverlo Schiantare per renderlo inoffensivo. Ma non ci fu bisogno di nulla di tutto questo.
Nell’impatto contro la facciata di quel negozio di dolci di Nottingham il cappuccio del mantello nero si era scostato, rivelando un viso che Sirius conosceva. Solo che non l’aveva mai visto coperto di sangue.
Gli occhi scuri di Julian Nott erano spalancati proprio come quelli del povero Babbano che aveva ucciso poco prima, e come i suoi non avrebbero mai più potuto guardare nulla. La grossa ferita sulla cima del cranio, lì dove l’impatto col muro aveva frantumato le ossa, colava liquido rosso sui capelli e sulla faccia immobile e pallida.
Sirius rimase lì, paralizzato di fronte al cadavere di Julian Nott, tentando di assorbire l’enormità di ciò che stava guardando.
Come era potuto accadere?
Erano arrivati a Nottingham appena era stato lanciato l’allarme. Sapevano che sarebbe potuto succedere, la città rientrava tra le quattro trappole lanciate da Moody all’interno del Ministero. Erano giorni che stavano in guardia, aspettandosi un attacco da un momento all’altro, alternandosi giorno e notte nel ruolo di sentinelle nel piccolo cottage alla periferia di York che stavano usando come base.
Era stata Dorcas a dare l’allarme. Sirius era partito da casa sua, insieme a James, e insieme si erano lanciati nella battaglia per poi perdersi di vista rapidamente. Si erano aspettati un attacco di piccole dimensioni perché la notizia lasciata trapelare era di un drappello di sette Auror stanziato stabilmente a Nottingham, ma evidentemente Voldemort aveva preferito fare le cose in grande e cogliere l’occasione per far fuori un po’ di innocenti, quindi al loro arrivo la situazione era terribilmente tragica.
Il centro della città era devastato. Dicembre era cominciato, il che significava mercatini di Natale pieni di persone inermi e facili da massacrare; babbani presi dalle compere, impegnati a bere idromele e mangiare dolci alla cannella comprando trenini di legno per i propri bambini. Babbani che erano caduti sotto i colpi dei Mangiamorte con ancora i sorrisi festosi sulle labbra.
Non era servito poi a molto sapere in anticipo dell’attacco; il Ministero aveva tentato di prendere delle precauzioni, come precedentemente fatto a Brighton, ma era stato molto più difficile mettere in sicurezza una zona ampia e piena zeppa di banchetti rispetto a un lungomare fiancheggiato di edifici. Individuare vie di fuga sicure era stato pressoché impossibile, così come lo era stato schierare un grosso numero di uomini: c’erano altre tre città-esca da controllare, per non parlare della scorta che era necessario assicurare ai luoghi sensibili del Mondo Magico.
Tutti ingredienti perfetti per far precipitare la situazione.
La battaglia era stata serrata; tra persone in cerca di salvezza che scappavano in ogni dove, bancarelle rovesciate che fungevano da trincee e i corpi dei caduti, la sensazione era stata da subito quella di una battaglia completamente diversa dal solito. Non avevano alcun controllo sulla situazione, per quanto potessero provarci; i piani e le strategie erano saltati ancor prima che potessero rendersene conto. Era diventato tutto una bolgia, un tiro a segno contro gli incappucciati nella speranza di atterrarne il più possibile, il più velocemente possibile; nella speranza che il proprio incantesimo non venisse deviato per colpire un innocente, o che un passante non sbucasse all’improvviso da dietro una cassa di fuochi d’artificio per prendersi un colpo destinato a qualcun altro.
Era il caos più totale.
Sirius aveva lasciato la piazza principale qualche tempo prima, all’inseguimento di un paio di Mangiamorte che tentavano di insinuarsi tra le maglie della città. Il contenimento nella piazza del mercato era stato uno dei punti cardine del piano messo a punto dal capo degli Auror: non potevano permettersi di lasciare che lo scontro si estendesse ai vicoli per evitare di disperdere le forze. Forse gli altri schemi erano saltati, ma questo era un compito che Sirius si era sentito in grado di assolvere. Li aveva bloccati, rimediando soltanto una ferita al braccio della bacchetta, e stava per rientrare nel centro della battaglia quando quei due uomini erano corsi verso di lui, evidentemente spaventati ed evidentemente babbani.
Non era riuscito a proteggerli. Il loro inseguitore era stato più veloce di lui, e lui l’aveva… L’aveva…
Fu il conato a tirarlo fuori dal buio tunnel degli occhi di Julian Nott. Riuscì almeno a scostarsi, per evitare di vomitare sulle gambe del morto.
Del morto.
Aveva ucciso un uomo.
-Michael! Oddio, Michael, oddio…-
Si pulì la bocca con la manica del giaccone, dimenticando che così facendo si sarebbe sporcato del sangue che ancora sgorgava dalla ferita al braccio destro. Non rivolse una seconda occhiata al corpo, non sarebbe riuscito ad alzarsi altrimenti, e si voltò verso il tizio che ancora piangeva sul cadavere del suo compagno senza curarsi di nient’altro.
-Devi andare via da qui. È pericoloso-
-Ma… Michael… Cosa…-
Sirius raggiunse il ragazzo a grandi passi e gli afferrò una spalla per costringerlo ad alzare il capo verso di lui.
-Il tuo amico è morto. Non c’è niente che tu possa fare per lui. Se non vuoi lasciarlo qui e ce la fai, caricatelo sulle spalle e scappa. Coprirò la tua fuga. Altrimenti, corri via da qui più veloce che puoi e mettiti al sicuro. È pericoloso-
La prima cosa che colpì Sirius guardando quel viso sconvolto dal dolore furono gli occhi. Azzurri e così terribilmente diversi da quelli di Julian. Così pieni.
-Io… Io… Chi sei tu?-
-Questo non è importante. Se vuoi continuare a essere qualcuno, va’ via di qui subito-
Il ragazzo lo fissò con sguardo vacuo ancora per qualche secondo, poi afferrò il braccio destro di Michael e se lo passò attorno al collo; Sirius lo aiutò a sollevarsi portandosi dietro il corpo del suo amico e a sistemarselo sulla schiena, in una macabra parodia del cavalluccio.
-Vai, ora-
Il ragazzo annuì mentre dai suoi occhi continuavano a cadere lacrime. Sirius gli batté un colpo sulla spalla, lo spinse a voltarsi e poi si limitò a guardare la sua schiena, la schiena di Michael, che correva via da lui.
Aveva ucciso un uomo.
 
Non avrebbe saputo dire quando tornò nella piazza principale, né come; non avrebbe saputo dire contro quanti uomini si scontrò, come si procurò quel brutto livido sul sopracciglio sinistro né come fosse stato possibile non riportare altre ferite. Non si curò di cercare i suoi compagni, i suoi amici, né prestò attenzione ai vari duelli che essi portarono avanti. Nella sua testa tutto si era ridotto a un semplice e banalissimo dictat: cappuccio nero, abbattere. Continuava a ripeterselo, fossilizzandosi su quel semplice obiettivo per evitare di pensare ad altro. Per evitare di pensare al fatto…
-Sir!-
La voce spaventata di Lily lo tirò fuori dalla sua testa; smise si guardarsi attorno per cercare un altro bersaglio, l’ennesimo, e corse verso il banchetto di decorazioni per alberi di Natale dietro al quale la ragazza stava cercando riparo. Ma non era sola, lì.
-Ero in difficoltà, ce n’erano due… È venuto ad aiutarmi, ne ha steso uno e… L’hanno colpito con una Maledizione Esplosiva, l’hanno preso in pieno!-
Il braccio e la spalla destra di Remus erano maciullati, come se qualcuno gliel’avesse ficcati nel macinino per il pepe. Sirius trattenne l’impulso di rigettare di nuovo e si accucciò al suo fianco.
-Almeno ha perso conoscenza. Lily, non ho la più pallida idea di come sistemarlo. Non so nemmeno da dove cominciare. Dev’essere portato in ospedale, subito-
Lei si passò una mano tra i capelli arruffati senza distogliere lo sguardo dalla cintura che aveva stretto all’altezza dell’ascella del loro amico.
-Non abbiamo concordato alcuna versione! Se lo porto al San Mungo dovrò dargli una spiegazione, e poi non potrei tornare!-
-Beh, di sicuro non possiamo lasciarlo qui in questo stato!-
Uno scoppio più forte degli altri fece istintivamente voltare il capo a Sirius, ma pareva non ci fossero pericoli imminenti all’orizzonte; o almeno, niente di più pericoloso del trovarsi in mezzo a una guerriglia urbana.
-Lily, ascolta. Non me ne frega niente degli alibi o di tutte quelle cazzate là. Prendi Remus e portalo al San Mungo, subito!-
La ragazza sollevò il capo per annuire e solo allora Sirius scorse le lacrime che era riuscita a non versare.
-Ok. Dammi una mano ad alzarlo-
Lui afferrò l’amico per la vita, tirandolo in piedi; stava per sistemare il braccio sano attorno alla spalla di Lily quando ci fu un altro scoppio, ancora più forte del precedente. L’onda d’urto propagata li colpì in pieno, sbalzandoli qualche metro più indietro, e Sirius si ritrovò a sacrificare il proprio corpo per attutire la caduta dei suoi amici.
Gli ci volle qualche secondo per snebbiarsi la mente dal dolore del colpo preso alla schiena, ma poi finalmente riuscì a concentrarsi su quello che li circondava. E la sua bocca si spalancò.
Nel bel mezzo della piazza stava avendo luogo il duello più serrato che lui avesse mai visto; i protagonisti stavano dando spettacolo della loro maestria e attorno a loro si era fermato tutto. La forza che aveva spinto a terra lui, Lily e Remus aveva causato lo stesso effetto su tutti i presenti e nessuno di coloro che avevano ancora la capacità di alzarsi sembrava intenzionato a farlo tanto presto. Tutti parevano fin troppo ammaliati da Voldemort e Silente che si lanciavano contro una varietà strabiliante di incantesimi a una velocità irreale; o, forse, tutti erano fin troppo spaventati dalla possibilità di beccarsene uno per sbaglio.
Il viso mostruoso di Voldemort era distorto in un’espressione disgustata mentre scrutava il preside tra una maledizione scagliata e una parata ben assestata, mentre quello di Silente sembrava sereno, nonostante irradiasse una determinazione e una potenza che Sirius non vi aveva mai scorto.
-E così ha deciso finalmente di affrontarmi! Non aveva altri posti in cui nascondersi, stavolta?-                         
Sirius fu certo che ci fosse un brillio divertito nello sguardo azzurro.
-Oh, Tom, non mi stavo certo nascondendo. Avevo degli impegni improrogabili, le altre volte in cui hai deciso di fare un giro fuori dal tuo fortino. Essendo questa sera libero non avevo alcuna intenzione di privarmi del piacere di rivederti, per quanto tu sia ben diverso dal ragazzo a cui ho insegnato a trasfigurare un fiammifero in un ago-
Sirius stava per urlare un avvertimento al preside, perché dalla smorfia assunta dalla bocca di Voldemort era evidente che presto sarebbe capitato un cataclisma, ma Silente deviò il nugolo di lame che gli era stato scagliato contro con la facilità con la quale lui avrebbe scacciato una mosca.
E in men che non si dica, il silenzio e lo sbalordimento che erano calati sulla piazza furono spazzati via. Moody e un altro paio di Auror balzarono in piedi, pronti a dare battaglia, e immancabilmente sorsero con loro i Mangiamorte. Senza pensarci un secondo, Sirius prese la mira sull’incappucciato che aveva puntato la bacchetta contro Gideon e lo Schiantò.
A quanto pareva, ormai le forze del Ministero erano superiori ai Mangiamorte rimasti in piedi. Mentre lo scontro tra i due titani continuava senza esclusione di colpi gli altri contendenti ripresero la battaglia, ma gli incappucciati che ancora resistevano non erano più di una mezza dozzina. E quando un urlo femminile segnalò l’abbattimento di un altro dei suoi soldati, Voldemort decise di averne abbastanza.
Semplicemente, svanì nel nulla. E con lui tutti i suoi uomini.
Ci fu un attimo in cui chiunque fosse rimasto nella piazza del mercatino di Natale di Nottingham, quel tre dicembre, rimase bloccato. Poi la voce di Lily chiamò Caradoc, disperata, e il mondo ricominciò a girare.
 
Caradoc sistemò il braccio di Remus in dieci minuti, anche se avrebbe dovuto tenerlo immobilizzato per due o tre giorni in modo che i tendini si rinsaldassero; Sirius si divise tra il suo capezzale e quello di Charlus, che aveva rimediato una brutta commozione cerebrale, per tutto il tempo in cui i membri dell’Ordine occuparono il salone del cottage trasformato per l’occasione in un’infermeria da campo.
James, fortunatamente, era praticamente illeso a parte la rottura del polso destro, e nessuno degli altri membri dell’Ordine aveva riportato ferite gravi a parte Frank e Alice. L’inconveniente di mettersi sulla strada di Voldemort.
I due Auror erano stati trasportati d’urgenza al San Mungo. Mentre attendevano notizie, il silenzio che riempiva il salone ingombro di brandine era terribilmente denso; quando Silente aveva portato dentro i due Auror e i Guaritori avevano potuto dargli una prima occhiata era stato subito evidente per tutti che la situazione fosse grave e nessuno aveva osato contraddire Caradoc quando aveva asserito che andavano immediatamente portati in ospedale.
Solo quando Moody entrò nella sala, un paio d’ore dopo che la battaglia si era conclusa, finalmente un suono riempì il rifugio; quello di un sospiro trattenuto.
-Ce la faranno-
 
Sirius era esausto. Mentre saliva le scale che l’avrebbero condotto al suo appartamento non riusciva a pensare ad altro che all’acqua calda che presto gli avrebbe dato conforto.
Aveva passato quel che rimaneva della notte e l’intera giornata a villa Potter; Charlus stava bene ed era tornato in piedi ormai da ore, ma lui e James non avevano alcuna intenzione di lasciarlo solo almeno per qualche giorno. Si era defilato per una doccia e un cambio di vestiti, assicurando a James che ne avrebbe portati anche per lui, perché sentiva il bisogno di fermarsi un attimo a riflettere.
Aveva ucciso un uomo.
Non l’aveva ancora detto a nessuno.
Avrebbe mai avuto il coraggio di farlo?
Era così assorto nei propri pensieri che non si rese conto della figura immobile davanti alla porta dell’appartamento. Fu solo quando l’ombra si mosse che la sua attenzione ne venne catturata e la sua mano corse immediatamente alla bacchetta.
-Buonasera, Sirius-

 
Note:
non dirò altro se non perdonatemi.
Per ciò che concerne al capitolo, penso che l'unica spiegazione necessaria sia quella relativa al mercatino di Natale di Nottingham. Ho cercato informazioni a riguardo e al momento, in effetti, se ne svolge uno ma non sono riuscita a scoprire se già alla fine degli anni '70 ce ne fossero. Prendetela come una licenza poetica.
Immagino che a molti di voi un attacco terroristico in un mercatino natalizio abbia fatto sorgere brutti ricordi circa ciò che è successo in Germania nel 2016; mi sono resa conto di questo collegamento solo dopo aver scritto il capitolo e mi sono chiesta se fosse indelicato inserirlo nella storia, ma alla fine ho deciso di lasciare il capitolo così com'era nato. Spero con ciò di non aver urtato la sensibilità di nessuno, non era assolutamente mia intenzione, anzi; magari, nel mio piccolo, può essere considerato come un modo per non dimenticare le vittime di quella terribile strage.
Il prossimo capitolo è già pronto, quindi posso assicurarvi che tra due domeniche sarà pubblicato.
Grazie a tutti per aver letto, e per aver aspettato.
   
 
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