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Autore: Hiroshi84    26/11/2019    2 recensioni
Sono sempre stato un tipo scherzoso, sia caratterialmente e sia con le burle indirizzate col chiaro intento di produrre effetti umoristici o comici, del resto una delle mie citazioni preferite del grandissimo e incommensurabile Alberto Sordi nel film "Il marchese del grillo è:
--- Quando si scherza bisogna esse seri! ---
Il picco più alto ovvero dove ne feci di tutti i colori è stato il periodo in cui ho lavorato per quasi dieci anni in un negozio di ricambi e accessori per moto e scooter.
In questo componimento di genere autobiografico/commedia mi sono prodigato a raccontare una riuscita burla che feci a Riccardo, (nome di fantasia, così come gli altri, compreso il nome del bar) il mio ex collega di lavoro.
Buona lettura!
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono sempre stato un tipo scherzoso, sia caratterialmente e sia con le burle indirizzate col chiaro intento di produrre effetti umoristici o comici, del resto una delle mie citazioni preferite del grandissimo e incommensurabile Alberto Sordi nel film "Il marchese del grillo è:
--- Quando si scherza bisogna esse seri! ---
Non posso farci nulla, adoro fare scherzi alle persone e spesso piace anche a loro, tuttavia non lo ammetterebbero mai. 
Da un anno e mezzo a questa parte ho dovuto però ridimensionare, non perché sono “cresciuto” ma per via che lavorando in qualità di Operatore Socio Sanitario in una Casa di Cura ed avendo a che fare con anziani dai problemi più disparati, per ovvi motivi necessitano di una "seria" assistenza, pertanto fare il burlone non è proprio il caso, sebbene con le colleghe mantengo inalterato il mio spirito di patata.
Il picco più alto ovvero dove ne feci di tutti i colori è stato il periodo in cui ho lavorato per quasi dieci anni in un negozio di ricambi e accessori per moto e scooter.
Da precisare che le "vittime" designate raramente figuravano i clienti ma bensì Mario, il mio ex titolare e soprattutto al mio quasi coetaneo ex collega Riccardo che aveva come mansione l'inserimento di articoli su Ebay, il preparare le raccomandate e l’imballare i pacchi contenenti la merce che veniva venduta e spedita in tutta Italia. Occasionalmente si cimentava a fare il magazziniere/commesso assieme il sottoscritto.
Per le spedizioni o ci si avvaleva della Poste che per disbrigo di tali commissioni mi occupavo io oppure tramite un comodo servizio ritiro attraverso i corrieri. 
Le goliardate erano all'ordine del giorno, per di più mostravo spesso un atteggiamento frivolo e non di rado apparivo troppo esuberante ed effervescente.
Nonostante amassi quella routine e i soddisfacenti orari lavorativi (dalle 8:30 alle 13:00 e dalle 15:30 alle 19:30, tranne il sabato solo la mattina) il settore motociclistico non destava in me nessuna attrattiva. Addirittura mi capitava di soffrire quel senso di tedio e di incapacità. Insomma, cercavo di rendere più briose e vivaci le giornate, tra l'altro il titolare non essendo affatto puntuale con i pagamenti e di conseguenza procurandomi quel disagio di non percepire i soldi che mi spettavano per sostenere determinate spese, in un certo mi sfogavo anche così. Per non parlare della tormentata relazione che stavo vivendo con l'ex ragazza di allora. Mi sentivo un po' come il compianto Totò che durante la sua esistenza nei film faceva ridere mentre al contrario nella vita privata risultava spesso afflitto dalla malinconia e dall’inquietudine.
La maggior parte dei miei scherzi furono creativi, bisogna dirlo e quello che mi accingo gradualmente a narrare non è da meno.
Allora, tra la varie qualità di Mario bisogna dire che come titolare non era affatto male, anzi, a me e Riccardo ci voleva sinceramente bene, quel suo carattere placido ci permetteva di stare rilassati a discapito dell’unico “difetto” peraltro assai tipico di tutti i principali del mondo: quel suo essere esigente e preciso. Ad esempio se un determinato cliente veniva mal servito oppure avvenivano pasticci di qualunque tipo, le incazzature non mancavano mai. Il sottoscritto era senz'altro quello più preso di mira in quanto come già ho lasciato intuire il mestiere di ricambista non mi appassionava a differenza di Riccardo che i motori e i pezzi di ricambio li conosceva meglio di me. In breve, il mio operato si attestava sul minimo e indispensabile.
Ad ogni modo, l’ex principale, ogni mattina generosamente ci offriva la colazione mandando il sottoscritto al bar per andare a prenderla per tutti e tre, solitamente cornetto e cappuccino.
Al bar Barissimo, ci lavorava Antonia, una barista molto carina, di cui Riccardo manifestava una evidente attrazione, tant'è che svariate volte si incaricava lui stesso a pigliare la colazione oppure andava in quel locale fuori dal contesto lavorativo con la scusa di un caffè. In effetti, i due, via via presero un po' di confidenza e da ciò fu la base per una goliardata.
Riccardo, giorno dopo giorno credeva di avere quella ragazza in pugno e che presto o tardi se la sarebbe portata a letto, e io per farglielo credere, ogni qualvolta andavo in quel bar gli facevo pervenire saluti inesistenti o finte parole d'elogio da parte della tipa, d’altronde quest’ultima sapeva che eravamo colleghi e potei giocare la carta a mio favore.
Mi credette, disponendo di una valida capacità di linguaggio ciò portò a ritenere attendibili le mie parole procurando ulteriore compiacimento al cascamorto in questione. Da segnalare un tentativo del provolone di chiedere ad Antonia il contatto su Facebook ma stranamente non aveva un profilo.
Una mattina, finalmente, decisi di attuare lo scherzo che già da tempo avevo in mente. Andai al bar e dopo che la ragazza mi preparò il solito pacchettino contenente i cornetti e i cappuccini, una volta uscito, col sorriso sulle labbra nella fessurina della carta infilai un preservativo.
Durante il tragitto nel ritornare verso il negozio già pregustavo la possibile reazione di Riccardo ed anche di Mario. Posso garantire che fu abbastanza difficile cercare di stare composto per non mandare in fumo lo scherzetto. Una volta ritornato alla base, con fare da finto tonto appoggiai il pacchettino sul bancone e fu il nostro Riccardo a scartarlo. 
Appena si ritrovò tra la mani quell'inaspettato preservativo inizialmente si stupì per poi andare in sollucchero immaginando facilmente il motivo. Ovviamente tutto ciò non prima di dirgli che la barista mi era apparsa decisamente ammiccante e che tramite giri di parole si capiva di quanto fosse interessata a lui. Aggiunsi anche l’immaginario dettaglio del morso del labbro alla Sharon Stone. 
Mario non apparve convinto, mi guardò mettendosi le mani in viso. Chiaramente mi aveva sgamato.
Non potendo più resistere, scoppiai a ridere. In verità progettavo di far perdurare la cosa e magari con l’epilogo di una figuraccia ai danni del mio ex collega (oppure no, chi può dirlo?) ma un possibile prosieguo non fu possibile. Che poi, a dirla tutta, avevo raggiunto già così il mio obbiettivo ovvero di una beffa riuscita.
Riccardo, infatti, capì istantaneamente che si trattava di una buffonata e rabbiosamente mi scagliò il preservativo sulla tempia dicendomi proprio: 
--- Sei una testa di cazzo! ---
 
 
 
   
 
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