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Autore: Hikari_1997    28/11/2019    0 recensioni
Nella valle protetta da generazioni dal clan Haruno, vi è un millenario albero di ciliegio, il rosa dei suoi petali riflesso ogni giorno nelle acque del lago che gli fornisce linfa vitale.
Ogni equinozio di primavera un piccolo e fragile bocciolo fiorisce a rimpiazzare quello sfiorito in autunno
Se il giorno 21 marzo la nuova vita nata sul ciliegio verrà distrutta, allora anche il mondo ne subirà le conseguenze.
Crossover tra Naruto, Inuyasha e Detective Conan
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessun contesto
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Scostò la tenda di paglia uscendo dalla capanna seguita da Takagi con un secchio stretto in mano –Grazie Naeko per averci aiutati di nuovo, Sato si è sentita male e io non sapevo più cosa fare-

Lei sorrise –non preoccuparti, chiamami quando vuoi, ormai è all’ottavo mese di gravidanza, non sono rari i casi di parto anticipato-

Takagi annuì –d’accordo, fai attenzione a rientrare-

-Contaci-

La giovane si addentrò nella foresta di pini marittimi sorridendo, Sato le aveva fatto prendere un bello spavento, ma per fortuna tutto si era risolto.

Si sentiva felice quando poteva aiutare altra gente.

Percorse qualche metro per poi avvistare una presenza fin troppo familiare –Neiji? Cosa ci fai qui? –

-Potrei farti la stessa domanda, ti ho già detto che il tuo posto è nel clan Hyuga e sono stanco di ripetertelo, basta gironzolare a giocare a fare il dottore nei clan umani-

Naeko era su tutte le furie –Neiji, io non smetterò mai di essere un membro del clan Hyuga, ma questa è la mia vita e la gestisco come voglio.

Aiutando i più bisognosi mi sento utile e sicuramente meglio di quando resto rinchiusa in una piccola pagoda a ricopiare scritti! –

Neiji fece per ribattere, davvero quella piccola insolente aveva superato il limite –Naeko –san, aiuto!! –

I due si voltarono –Mitsuhiko? – il bambino ansimava, stanco per la corsa, le gote lentigginose leggermente arrossate e il fiato corto –abbiamo bisogno di aiuto, Shino e io abbiamo –

-Calmo, cosa è successo? – domandò lei accucciandosi vicino al piccolo-

-Una ragazza, tutta sporca e insanguinata, io e Shino l’abbiamo trovata svenuta nei boschi- spiegò tutto d’un fiato Mitsuhiko –indossa un kimono con lo stemma dei Toyama-

****************

Ogni clan dei Konoha possedeva il proprio stemma, che sia un clan demoniaco o umano, miiko o samurai, possedere uno stemma a Konoha equivaleva essere riconosciuti come famiglia nobile e, come tale, degna di regnare su una porzione del territorio.

A qualcuno poteva apparire come un semplice schizzo, uno scarabocchio su carta o un gingillo di ottone da affiggere nella sala più importante del palazzo, ma non era così.

I simboli dei clan trasudavano della storia degli antenati impregnata nei loro marchi.

Nel metallo fuso di katane sporche di sangue, nei fili intrecciati da madri, dall’inchiostro impresso permanentemente su carta.

Ogni simbolo riconduceva ad un clan, e Sasuke, vedendo le due spirali, nera e bianca, abbracciate a cerchio sulla collana della misteriosa assalitrice, aveva compreso con chi avevano a che fare.

-Kaguya-

Continuava a volare con Sakura in braccio, aveva capito quasi subito che lui e Naruto, in quanto demoni, non avrebbero potuto distruggere quelle figure d’acqua.

-Sasuke-

Di nuovo, la voce di Itachi gli rimbombò nella testa.

Strinse gli occhi, gli bruciavano e faticava a tenerli aperti, all’improvviso sentì il tocco di una mano sul volto … era Sakura.

-Sasuke, le tue iridi … nere-

Lui non capì, aveva annullato il camuffamento, sarebbero dovute ritornare rosse –delle spirali nere- continuò Sakura –sembrano quelle di tuo fratello-

-Sasuke, ascoltami-

Il Tengu si irrigidì, non lo stava sognando, Itachi era riuscito in qualche modo a collegarsi mentalmente con lui utilizzando lo Sharingan.

Sospirò serrando le palpebre ascoltando quello che suo fratello gli stava dicendo.

Aprì gli occhi, nuovamente rossi brillanti –Sakura ascoltami, riesci a creare selle sfere di chakra? –

-Cha. Che? – chiese lei piena di dubbi –Il chakra, o energia spirituale, la possedete voi Miiko, quella donna non è un demone ma una sacerdotessa come te, io e Naruto siamo inutili in queste situazioni, dovresti cercare di creare una sfera di luce e colpire le acque del lago-

-Eh? Ma io non, non so come si fa- balbettò Sakura spaventata.

Sasuke sospirò planando sul tronco di un albero, la fece sedere con lo sguardo rivolto verso di lui –Guardami, cerca di non pensare ad altro, concentrati-

Le prese le mani facendola tremare –io e te apparteniamo a due specie all’opposto, le nostre energie sono agli antipodi, senti la mia aura demoniaca? –

Sakura annuì vedendo le mani di Sasuke circondate da una leggera nebbiolina nera, nello stesso istante poté sentire un formicolio alle mani, qualcosa che reagiva alla presenza demoniaca del suo compagno di viaggio.

Due forze all’opposto capaci di attrarsi.

*****************

Naruto aveva riacquistato la sua forma demoniaca, le 5 code espandevano la propria aura col tentativo di far allontanare le figure d’acqua –le stai solo provocando, in questo modo otterremo l’effetto opposto- esclamò Heiji conducendo l’imbarcazione verso la riva.

-Beh dimmi tu cosa posso fare allora, il fuoco fatuo non funziona in acqua-

Heiji sospirò –quello arancione forse, ma quello-

-Non aggiungere altro, non posso fare quello che tu mi stai chiedendo- ribatté Naruto –posso causargli un po’ di confusione però-

Dunque prese delle foglie magiche dalla bisaccia –Tecnica della moltiplicazione corporea- detto ciò apparvero due copie del Kitsune, che si moltiplicarono a sua volta e altre ancora circondando tutta la sponda del lago.

Heiji barcollò a causa delle ingombranti presenze sull’imbarcazione, quando venne afferrato per il collo da una delle figure, il ragazzo cercò di togliere le sue mani dal collo, ma era fatto di acqua.

Vedeva le proprie mani affondare nel liquido senza un appiglio.

Fu in quel critico istante, che una luce verde colpì le acque del lago Oto, propagandosi velocemente facendo esplodere le figure.

Heiji cadde in acqua –Heiji- esclamò Naruto afferrandolo per il kimono facendolo risalire sulla barca annullando le moltiplicazioni corporee.

Entrambi alzarono lo sguardo notando Sakura con le braccia protese verso il lago, circondata da una luce verde.

Heiji si rivolse alla figura bianca ancora ferma di fronte a loro, sembrava una statua di porcellana.

-Maledetta cosa hai ancora in serbo? – Naruto guardò confuso Heiji, loro gli avevano nascosto la loro vera identità, ma aveva il dubbio che anche lui non avesse detto tutta la verità.

Quasi per scherno, la figura ghignò per poi spostare lo sguardo verso Sakura e Sasuke –ti aspetto, sappilo-

Poi, così come era apparsa svanì, nascosta dalla nebbia –Ma cosa? – Sakura era confusa – era un’illusione creata dal Rinnegan- spiegò Sasuke impassibile avvolgendo la vita di Sakura col braccio destro per atterrare al suolo –è un potere nelle mani di Naraku-

Sakura notò una smorfia mista tra rabbia e disprezzo velare il volto di Sasuke, poi rivolse lo sguardo verso Heiji, accucciato al suolo –maledizione- imprecò lui dando un pugno al suolo, la mano sinistra stretta nei capelli grondanti d’acqua.

Fu in quell’istante che Sakura notò il ciondolo al collo del ragazzo, un filo d’erba piegato a cerchio, molto piccolo quasi fosse l’anello di un bambino.

****************

Montagna Uchiha

Rin era in piedi fuori dalla sala Tsuchikage, avrebbe voluto comunicare le sue scoperte a Itachi, ma il Tengu era partito in tutta fretta chiedendo a Gaara di prendersi cura della montagna principale.

La giovane Nara aveva dunque esposto la sua teoria a lui e al padre di Sesshomaru.

Era nervosa, molto nervosa.

Continuava a mangiucchiarsi le unghie camminando avanti e indietro –se continui così mi farai venire il mal di mare-

Rin si voltò trovandosi il volto sorridente di Inu no Taisho –signor no Taisho-

-O chiamami pure Inu mia cara, non c’è bisogno di tutte queste formalità, io e Gaara abbiamo pensato a lungo a quello che ci hai detto- fece una pausa –la tua teoria è molto interessante, è risaputo che persi nel territorio di Konoha vi sono antichi templi inutilizzati e vecchi cunicoli pericolanti, dunque non è del tutto insensato pensare che i membri dell’Akatsuki si nascondano in uno di essi e utilizzino questi vecchi percorsi per spostarsi velocemente senza essere visti-

Rin annuì –essendo vecchi passaggi sotterranei possono sfruttarli senza attirare occhi indiscreti, inoltre ho scoperto dell’esistenza di alcuni tempi, due per ora, caduti in disuso dopo la quarta guerra, 500 anni fa-

Inu strinse gli occhi.

La guerra conosciuta come “4° guerra” era stata la più cruenta e sanguinosa, placata solo grazie al lavoro congiunto di alcuni esponenti di spicco dei vari clan.

Lui era all’epoca solo un cucciolo … cosa che non aveva mai detto a nessuno perché si sentiva attempato, considerando anche che suo figlio Inuyasha lo chiamava “Vecchio pezzo di antiquariato”.

-Secondo i volumi della sala Tsuchikage ci sono due tempi dedicati a demoni minori- continuò a spiegare Rin –un tempio dedicato ai Tanuki nel clan Nara, e uno dedicato ai Kappa nel clan Toyama, potrei fornirvi le coordinate precise per controllarlo di persona-

Uno strano sorrisetto spuntò sul volto del demone –oh che premurosa figliola, però vedi, io e Gaara sosteniamo che inviare terzi a controllare sarebbe controproducente- disse lui mentre Gaara lo guardava storto chiedendosi perché l’Inuyokai lo avesse tirato in ballo in idee solo sue –perciò non ti andrebbe di andarci di persona? Non ti devi preoccupare non ci andrai da sola, mio figlio Sesshomaru potrebbe accompagnarti che te ne pare? –

Rin rimase basita, gli occhi sgranati e incapace di proferir parola, se non un piccolo e acuto –eh? –

******************

Tempio Higurashi

Kikyo fasciava la ferita sul petto di Shukichi, il monaco storse il naso a causa del fetido impasto mischiato sulle bende, sentiva la pelle lacerata bruciare.

Kikyo si alzò, cercando di pulire con degli stracci i segni rossi del sangue sulle braccia, quando –SHUKICHI-

Una ragazza si catapultò sul monaco abbracciandolo forte –Y. YUMI-TAN?? –era incredulo, stringeva tra le braccia la giovane samurai in lacrime.

Kikyo si voltò notando una piccola comitiva avvicinarsi –Perché un demone si trova al tempio, Kagome cosa sta succedendo? –

Kagome non le rispose, cercando con la vista Kaede, impallidì notandola stesa a terra mentre Makoto le inumidiva la fronte.

Hinata si avvicinò all’anziana donna, posò le mani sul suo ventre, generando una luce biancastra.

-Ehi, Kagome vuoi rispondermi? – Kikyo era furente –Sto solo cercando di aiutare.

Kikyo, la nonna ha perso molta energia spirituale, Hinata le può essere d’aiuto-

La giovane Hyuga continuò a muovere le mani recitando preghiere, Kaede aprì lentamente gli occhi –oh, quale onore nell’avere l’attuale capo clan Hyuga prestare attenzioni ad una vecchia come me-

-Non affaticatevi- rispose Hinata –avete perso molto Chakra-

-Eh, più passa il tempo più continuo a credere che Naraku non ce l’abbia un cuore- sbottò Inuyasha.

-è un demone come lo sei tu-  disse Kikyo –e no, non paragonarmi a quella feccia donna- disse Inuyasha –sono un demone, è vero, ma sicuramente non sono allo stesso livello di quel rifiuto immondo-

Kikyo stava per ribattere –Kikyo- Kaede parlò debolmente guardando la nipote –dimmi cara, cos’è bianco, cos’è nero? Possiamo veramente affermare che l’oscurità sia impersonata da tutti i demoni? Il nero rappresenta solo il male e il buio mentre il bianco la luce e il bene?

Purtroppo, anche tra noi miiko risiede il male, e Hinata qui presente lo sa bene … non giudicarlo Kikyo, se Kagome lo ha condotto qui io mi fido-

Hinata finì di infondere energia a Kaede –riposatevi pure ora venerabile Kaede, serve tempo affinché il mio chakra faccia effetto; Kikyo, ti aiuto a riordinare le erbe e i medicamenti-

-Vi aiuto anche io- disse Ran correndo verso le due sacerdotesse mentre Shinichi e Makoto discutevano insieme a Kagome su come sistemare le parti distrutte del tempio.

Kikyo guardò un’ultima volta l’Inuyokai con la coda dell’occhio, sembrava assorto con gli occhi chiusi e le labbra leggermente schiuse, muoveva piano le orecchie canine mentre respirava a fondo –Kagome vieni un secondo- disse il demone afferrando il braccio della miiko

-Ehi Inuyasha vacci piano, che ti prende tutto d’un tratto? Volevo aiutare Yumi a curare Shukichi-

-Lascia perdere il bonzo, ho trovato una traccia-

-Una traccia di che? – Domandò lei –Di Kazuha-

*********************

Palazzo Toyama

Sai camminava per i corridoi del palazzo pieno di fogli di pergamena e china.

Estasiato dalla visione che godeva dal palazzo, aveva deciso di trovare un angolino per concedersi un momento di pausa dipingendo.

Quel posto era un vero paradiso, non era la prima volta che visitava il palazzo ma ogni volta sembrava come la prima, con la conseguenza di perdersi per le varie pagode alla ricerca del paesaggio migliore.

I suoi occhi scuri captarono, guardando fuori da una delle finestre, un tempietto.

Sembrava in disuso.

Spinto dalla sua curiosità, Sai decise di mettere da parte la sua vena creativa per curiosare i dintorni del palazzo.

*******************

Shiho era seduta sul prato appoggiata alle mura che delimitavano la magione dei Toyama.

Lo trovava rilassante, svuotare la mente, non pensare a nulla completamente rilassata.

-Shiho- aprì gli occhi ritrovandosi di fronte Akai –noto che ti piace molto restare in giardino-

-um, è uno dei pochi posti dove posso stare tranquilla senza incappare in qualche umano terrificato dalla mia aura- spiegò lei –è snervante-

-Pf- ridacchiò lui –secondo me è solo invidia, vorranno avere anche loro queste bellissime code-

Shiho si rabbuiò, le sue code … non le amava per niente.

-Lo hai fatto di nuovo Shiho- disse a quel punto Akai –ti stai chiudendo senza permettermi di capirti meglio-

-Non sono così interessante come credi- disse lei decisamente a disagio.

-Questo dovrei deciderlo io-

Shiho sentì una mano sfiorarle la guancia sinistra, i suoi occhi turchesi incrociarono quelli stranamente smeraldo di Akai.

Sentì il calore dei suoi polpastrelli sfiorarle i capelli aranciati, scendere poi verso il mento.

Sgranò gli occhi sentendo il pollice del Tengu scivolare sulle sue labbra, la brezza marina smuoveva i suoi lunghi capelli neri spingendoli verso di lei –Shiho, fidati-

Si sentì come imbambolata, un guscio di conchiglia trascinata dalle onde, incapace di pensare a quale spiaggia desiderasse arrivare, perché quelle acque smeraldo non le lasciavano scelta.

Fu istintivo il suo leggero chinarsi in avanti assaporando col pensiero il gusto della meta predetta, ma a volte gli idilli si spezzano e le dolci onde del mare possono scatenarsi nella più terribile delle tempeste.

Un’ombra coprì il sole del pomeriggio, spingendola a guardare impaurita e sconcertata la figura nera apparsa a poca distanza.

Un fiocco colorato spinto dal vento scivolò dalle mani bendate sino a lei, ancora inorridita e frastornata nel fissare quel verde … ora non più caldo e sereno ma freddo e senza pietà, dell’individuo di fronte a lei.

-Ti ho trovata-

La sua voce metallica e rauca, simile allo stridio di due kunai, bassa e vogliosa di chi ha trovato il più prezioso dei tesori.

E purtroppo quel tesoro era lei, l’ultima Kitsune vivente dalla pelliccia bianca, l’ultima demone così rara, così intrigante e costretta a scappare continuamente per evitare di venire inghiottita dal turbine della disperazione.

Ora però, aveva poca importanza; perché il suo viaggio, la sua tanta agognata libertà, stava per finire … spezzata dalla figura dinnanzi a sé.

-Piccola Shiho-

   
 
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