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Autore: Juliaw    29/11/2019    1 recensioni
Questa storia è una ripubblicazione di una delle mie vecchie fan fiction pubblicate nell'ormai lontano 2011. Chiamatela una seconda edizione se vi va lol. Con l'approccio imminente dell'ultima serie di questo meraviglioso show, ho pensato di editarla e ripubblicarla, magari ridandomi così l'ispirazione per un continuo! Basata sulla bellissima e leggendaria Season 5, questa FanFic contiene 19 capitoli, il piano è di pubblicarne uno o due se la storia è di vostro gradimento!
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Vidi l’alba, il chiarore del cielo portò con sé colori del tutto innaturali, come innaturale era quello che stava accadendo, sembrava che tutto si coordinava alla perfezione tranne io.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Lucifero, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione
Capitoli:
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Chapter 19 - Swan Song


                La mia voce risuonò nel silenzio surreale del centro di Motown, << Sam! >> Lo chiamai, quasi di scatto, lui si voltò, i suoi occhi si guardavano intorno freneticamente e poi incontrarono i miei, aveva la sua solita espressione da cucciolo stampata sul viso, non me l’aspettavo considerato quello che stava per succedere, ma no, lui era tornato quello che avevo imparato a conoscere.
Sarei voluta andare lì e accarezzargli una guancia, baciarla dolcemente e sussurrargli che sarebbe andato tutto bene, ma per quella volta dovevo mettere da parte le mie fantasie.
Avevo la gola secca, le mani sudate e il cuore che minacciava di esplodere da un momento all’altro, ma nonostante tutto, a passo lento, fin troppo lento, gli andai incontro. << Sam… >> Iniziai quando fui ancora una volta in grado di perdermi nei suoi occhi verdi che adesso erano vuoti, inespressivi. << Non andare… >> dissi tutto d’un fiato.
Lui scosse la testa e guardò per un secondo alle sue spalle contorcendo la bocca, poi ritornò a guardarmi, fece un passo verso di me e disse con voce calma e profonda più del solito: << Mi dispiace Julia. >> Si voltò e fece per andarsene, ma quella sarebbe stata probabilmente l’ultima occasione e allora, agii prima che potessi permettere a quello che restava della mia stabilità mentale di avere la meglio sul mio cuore. Avevo fin troppi rimorsi, non potevo permettere che ancora un altro si insinuasse nella mia vita ricordandomi quanto fossi stata codarda e quindi lo chiamai ancora una volta. << Sam! >> Prima che potesse fare qualunque altra cosa feci qualche passo verso di lui e finalmente come un fiume in piena, vomitai quelle parole che nel mio cuore erano diventate pesanti come macigni.

<< Ti amo Sam. >>
Adesso i suoi occhi avevano assunto un’espressione sorpresa e la fioca luce gialla che illuminava la strada li colpì e così fui in grado di guardarli ancora una volta, forse l’ultima.
Per qualche secondo interminabile Sam rimase a guardarmi, sorpreso, senza parole e a bocca aperta, come se cercasse di racimolare qualche parola da poter dire, ma non riusciva ad emettere nessun suono. Una parte di me avrebbe voluto che lui ricambiasse con le stesse identiche parole, ma la mia parte razionale mi diceva che quello non sarebbe stato possibile. Non che mi fossi illusa, anzi.
Se era possibile, adesso stavo meglio, anche se comunque lui sarebbe morto lo stesso.

Calai la testa e indietreggiai per tornare vicino a mia sorella che probabilmente pensava quanto diavolo potessi essere melodrammatica, ma sentii il tocco di Sam sul mio viso e allora alzai il capo per guardarlo, mi attirò a sé per la nuca e poggiò le sue labbra, questa volta secche, sulle mie e mi baciò. Una lacrima mi rigò il viso, ma ricambiai il bacio, le sue labbra avevano il sapore e l’odore del sangue, ma non mi importò, sapevo ormai che quello era un bacio d’addio.

Si staccò da me e aggiunse con voce pacata: << addio Julia. >> Senza aggiungere altro continuò a camminare verso l’edificio alto e scuro che c’era di fronte.
Ritornai al mio posto a braccia conserte vicino ad Alyson, non cera bisogno di parole per capire quello che mia sorella stesse pensando, era preoccupata e non solo per me. Dopotutto i Winchester stavano per affrontare Lucifero, insomma il Diavolo in persona, letteralmente.
<< Va bene, siamo qui, figli di puttana! >> Urlò Sam alzando le braccia al cielo. << Venite a prenderci! >>
E a quel punto dalla piccola porta principale dell’edificio che c’era di fronte, vi fecero capolino due energumeni vestiti in giacca e cravatta e messi così a tiro da farmi pensare che quelle fossero in realtà le nuove guardie del corpo del Diavolo e iniziai a chiedermi che fine avesse fatto mia cugina.
<< Hey ragazzi, vostro padre è a casa? >> Chiese Dean in tono sarcastico.
Senza dire niente le due guardie del corpo presero letteralmente di peso Sam e Dean e li trascinarono all’interno non permettendo a nessuno di noi di fermarli, chiusero la porta sbarrandola alle loro spalle.
<< Bene, è iniziata, dobbiamo sperare solo che il Diavolo non sappia del piano dei ragazzi. >> Fu Bobby a rompere il silenzio.
<< Siamo spacciati. >> Affermò Castiel che anche se ormai era umano, aveva ancora l’abilità di risultare impassibile e restare immobile come una statua, pensavo che fosse una qualità che solo gli angeli possedessero ed invece…

<< Quanto ottimismo, Cas! >> Sbottò Alyson che finalmente stava reagendo a tutto quello che era appena successo, sembrava che fossi l’unica che avesse provato a fermare l’impossibile, almeno per quegli ultimi tremendi attimi ed invece c’era anche Alyson dalla mia parte, anche a lei faceva schifo quella situazione. << Insomma, se non possiamo credere nei Winchester in chi possiamo credere? In Dio? >>
<< Dio è momentaneamente fuori servizio. >> Rispose ancora impassibile.
<< Lo so! Era ironico, per diamine! >>
<< Non capisco l’umorismo di voi umani. >>
<< Fin qui c’ero arrivata anche io. >>
<< Ragazzi non mi sembra il caso di litigare. >> Disse Bobby cercando di mettere fine a quella momentanea scarica di adrenalina.

La porta rossa dell’ingresso dell’edificio si spalancò nuovamente rivelando Blair dietro di essa. Sussultai facendo forse qualche passo indietro, non aveva più il vestitino rosa dell’ultima volta che l’avevo vista, no, questa volta il demone, che evidentemente era una donna, aveva agghindato quel corpo dannatamente bene e con abiti che la mia cara cugina super ricca non avrebbe mai messo. Corpetto stretto nero di pelle le cingeva la vita e le alzava il seno, e i pantaloni super attillati anch’essi neri e di pelle mettevano in risalto le sue curve, per completare il tutto un paio di scarpe alte mozzafiato, alte almeno il doppio di quelli che Blair avesse indossato se fosse stata ancora lei. I capelli neri erano perfettamente in ordine, mossi, come piacevano a lei.
<< Salve cugine. >> Si chiuse la porta alle spalle e mostrò un sorriso maligno.
<< Blair. >> Sussurrò Alyson, << Cosa hai fatto a Blair? >> Questa volta urlò.
<< Dici il completo? Non credi che le stia una favola? La fa sembrare così…sexy. Questo corpo mi piace, credo che lo possederò per un bel po’ di tempo. >> Ancora una volta sfoderò un sorriso maligno che sul viso fine e aggraziato di Blair stonava del tutto.
<< Puttana! >> Urlò Alyson.
<< Oh suvvia, perché tanto odio? Non sono qui per uccidere nessuna delle due e né tantomeno loro. >> Puntò col capo a Castiel e Bobby che non si mossero neanche di un centimetro.
<< Allora perché sei qui? >> Chiesi con voce pacata e ancora una volta poggiata alla portiera posteriore dell’auto.
<< Sono venuta a portarvi un messaggio da parte di Lucifero, adesso che ha Sam Winchester, presto avrà bisogno del sangue di entrambe a quanto pare… sarà interessante. >> Si sfregò il mento.

D’un tratto, un colpo sparato dal fucile a pompa che aveva in mano Bobby, attraversò l’addome del corpo di Blair che però non si mosse neanche di un centimetro, disse solo: << Mi hai fatto male, maledetto! >> E si diresse verso Bobby cercando di strangolarlo.
Corsi verso di lei e la spinsi, dopodiché mi guardò in cagnesco e sparì, prima che sparisse però, notai che sanguinava e non poco. Voleva mica dire che se un giorno fossimo riusciti a liberare Blair dalle grinfie del demone sarebbe stato troppo tardi? Oddio, speravo proprio di no.
<< Bobby, perché l’hai fatto?! >> Urlai.
<< Fatto cosa?! >> Ribadì lui stringendosi nelle spalle mentre ancora aveva il fucile tra le mani.
<< Hai sparato mia cugina, adesso morirà! >> Avevo probabilmente un’espressione stupita e impaurita, ero preoccupata per Blair, non c’era niente di sbagliato.
<< È un demone, non può morire, non così. >> Si intromise Castiel ancora impassibile ed immobile.
<< Ti ho salvato la vita. >> Disse Bobby voltandosi di spalle.
<< Allora…allora stai dicendo che se mai riusciremo a liberarla, potrà vivere anche se ha praticamente un buco nello stomaco? >> Chiese Alyson con voce stridula, anche lei era visibilmente sconvolta.
<< Dipende. >> Rispose Castiel.
<< Da cosa?! >> Urlò questa volta Alyson.
<< Non sono queste le questioni di cui dobbiamo occuparci ora. >>

<< È nostra cugina, è quello che resta della nostra famiglia, come fai a considerarla non importante, ah…giusto. Parlo con un ex angelo che non sa neanche cosa vuol dire vivere. >> Ironizzò Alyson guardando Castiel in cagnesco.

Castiel si strinse nelle spalle e iniziò a camminare a passo svelto verso la strada parallela a quella in cui eravamo, braccia lungo il corpo e passo deciso, Castiel d’un tratto si fermò e ci scrutò tutti, come per incitarci a seguirlo. Scossi la testa e seguita da Bobby e Alyson raggiungemmo Castiel che era ancora immobile e guardava il nulla davanti a sé. Probabilmente senza i Winchester, noi tutti non ci sentivamo al sicuro, la verità era però che era tutto nelle loro mani, stava a loro cercare di salvare il mondo e quindi noi non potevamo far altro che aspettare quello che per Castiel sembrava inevitabile. Di fatti, fu proprio Castiel a dire continuamente che il mondo sarebbe finito da un momento all’altro, non faceva altro che ripeterlo, fin quando la porta del grande edificio ora di fronte a noi, si spalancò e questa volta rivelò Dean, che quasi correndo venne verso di noi.


<< Dean! >> Lo chiamò Bobby. << Dov’è Sam? >>
Ci raggiunse. << Dove vuoi che sia? Il bastardo l’ha posseduto. >> Al suono di quelle parole per poco non svenni. Sapere Sam posseduto dal Diavolo, sapere che Sam era il Diavolo, quanto ancora avrei potuto reggere prima di cedere all’instabilità mentale? << Ho aperto la gabbia, ma il figlio di puttana non c’è cascato. >> Dean era nervoso, si guardava intorno e si passò le mani tra i capelli almeno una ventina di volte, aveva gli occhi lucidi e probabilmente si stava solo adesso rendendo conto di quello che era appena successo. << Sapeva tutto, capisci Bobby? Sapeva tutto quel bastardo figlio di puttana. >>
Alyson gli posò una mano sulla schiena, per confortarlo. << Dean… Mi dispiace. >> Dean prese la sua mano e se la portò sul petto e guardandola negli occhi le disse: <>
<< Non è ancora detta l’ultima parola, fin quando quei due non si batteranno, abbiamo ancora qualche possibilità…Non è così? >> Alyson sembrava quasi convinta.
Dean non disse nulla, nessuno rispose, in realtà forse non c’era nient’altro da dire.
Castiel fece ancora qualche passo prima di arrivare ad un negozio di elettrodomestici con dei televisori accesi nella vetrina, tutti lo seguimmo e assistemmo allo sconvolgente spettacolo che quegli schermi ci mostravano. Un telegiornale con notizie dell’ultimo minuto, annunciava terremoti a Boston, Portland, Hong Kong, Berlino e Teheran.

<< È iniziata. >> Annunciò con voce profonda Castiel.
<< Dici davvero genio? >> Chiese Dean sarcasticamente.
<< Non fare lo spiritoso. >>
<< Che facciamo adesso? >>

Castiel scosse la testa, questa volta, per la prima volta, l’angelo dalla celestiale ingenuità era insicuro. << Suggerisco di bere copiose quantità di alcool e aspettare l’inevitabile onda d’urto. >>
<< Si, grazie Bukowski, intendo dire, come fermiamo tutto questo? >>
<< Non possiamo. >> Affermò socchiudendo gli occhi, << Lucifero incontrerà Michael nel luogo fissato e la battaglia dell’Armageddon avrà inizio. >>
<< Ok, e questo luogo dove si trova? >>
Dean sembrava aver riacquistato quella speranza che sembrava aver perso in precedenza, probabilmente però voleva solo salvare suo fratello.
<< Non lo so. >> Ammise Castiel.
<< Ci deve essere qualcosa che possiamo ancora fare!? >>
<< Mi dispiace Dean, è finita. >>

<< Stammi a sentire razza di codardo, noi non ci arrendiamo… >> Dean finalmente si voltò verso di noi che eravamo ancora fissi a guardare gli schermi. << Bobby, Julia, Alyson? >>
Probabilmente capì dai nostri sguardi persi e dalle nostre espressioni sconvolte che anche noi c’eravamo oramai arresi. << Bobby… >> Disse con un sussurro.
<< Non abbiamo mai avuto molte speranze. >> Affermò Bobby con voce smossa dallo shock. << Davvero non so cos’altro fare. >>
Dean ci scrutò tutti ancora una volta con gli occhi lucidi.
Mi voltai di nuovo verso le televisioni per non guardare l’espressione desolata e sconfortata di Dean e tutto quello che vidi erano scene di devastazione generale e d’un tratto fui sicura di aver perso del tutto quel briciolo di speranza che fino a poco tempo prima risiedeva in me.

Poteva essere davvero quella la fine? La fine del mondo intero? Cosa era successo al piano di rigettare Lucifero da dove era venuto? Mi sentivo vuota e senza speranza, non avevo neanche più la forza per piangere, volevo farlo ma era come se c’era qualcosa che mi bloccasse, forse le mie lacrime si erano esaurite, forse ad ognuno di noi era dovuto solo un certo numero di lacrime e io le avevo sprecate tutte. Era come assistere alla fine del mondo e avere un posto in prima fila, uno schifo totale. Assistere, era questo il problema. Non volevo assistere, volevo fare qualcosa, ma cosa? Credere al potere dell’amore per rompere l’incantesimo è una cosa che accade solo ed unicamente nelle favole e avevo smesso di credere in loro da un bel po’ ormai. Volevo che Sam ritornasse da noi, volevo solo che Lucifero lasciasse andare il suo corpo, che lo liberasse, ma anche in questo non credevo più.

<< Povero bastardo. >> Disse Bobby levandosi il suo berretto e lo tenne stretto fra le mani mentre guardava Dean che si passava le mani tra i capelli voltando più volte su sé stesso distante qualche metro da lui.
<< Bobby, è davvero la fine? >> Chiese Alyson come se non sapesse già la risposta.
<< Alyson, non lo so. Forse. >> Rispose schietto Bobby. Anche lui adesso era diverso, non era più il solito intrattabile Bobby di prima, in qualche modo lo vedevo diverso, ammorbidito, probabilmente era la realtà dei fatti che lo faceva sembrare così.
<< Non posso credere che gli ho permesso di dire di sì, gli avevo promesso che avremmo trovato un altro modo, anche Dean ne era convinto, perché è successo? Perché siamo qui ad assistere alla fine del mondo? >> Finalmente riuscii a parlare.
<< Era destino, Julia. >> Rispose Castiel.

<< Che si fotta il destino! >> Sbottai. << Ne ho abbastanza di sentire queste parole, chi dice che non possiamo cambiare il destino? Chi dice che non possiamo scrivere noi la nostra storia? Dio? Indovina un po’? Dio è momentaneamente fuori servizio. >>
<< Julia ha ragione, ci deve pur essere un modo per fermare i capricci di Lucifero prima che sia troppo tardi. >> Disse Alyson fiancheggiandomi.
<< No. >> Affermò Castiel ancora più impassibile che mai.

<< Diavolo, Castiel, potresti almeno una volta essere più ottimista?! >> Chiesi alzando leggermente la voce.
Castiel mi guardò sconvolto, come se finalmente qualcuno gli avesse aperto gli occhi alla realtà, era umano e adesso poteva provare delle sensazioni che prima non sapeva neanche che esistevano e lui sembrò capirlo solo in quel momento, ma non aggiunse altro, fece qualche passo indietro e rimase in disparte, fin quando Dean iniziò a sistemare qualcosa nel bagagliaio dell’Impala e allora istintivamente ci avvicinammo.

<< Vai da qualche parte? >> Chiese Bobby che adesso indossava di nuovo il suo berretto blu e bianco. Dean sospirò e poi Bobby aggiunse: << Hai in mente qualcosa di stupido, te lo leggo in faccia. >>
<< Ho chiamato Chuck. >> Affermò chiudendo il cofano.
<< Chuck? Il profeta? >> Chiese Castiel confuso.
<< Sì, sì, Chuck il profeta, Castiel. >> Rispose Dean con una vena di acidità nella sua voce aggredendo l’ex Angelo.
<< Chi diavolo è Chuck adesso? >> Chiese Alyson confusa e con un filo di voce accarezzandosi le braccia conserte.
<< Il profeta che gli arcangeli hanno incaricato di scrivere la storia della nostra vita. >>
L’espressione sorpresa e confusa che il viso di Alyson assunse, era la stessa che avevo io sul mio di viso. Profeta? Scrivere della vita dei Winchester? Ma che diavolo…?
<< Sì, esistono dei libri su di noi, si chiamano Supernatural, puoi comprarli in una qualunque libreria, non costano molto dato che quasi nessuno li legge. >> La vena di acidità nella voce di Dean divenne più tagliente e profonda.
Va bene, un profeta personale che scrive la biografia dei Winchester, potevo accettarlo…per ora.
<< Cosa c’entra adesso? >> Chiesi.

<< È un profeta, Julia! Non capisci? Voglio parlare con Sam, mi ha detto il luogo della battaglia. >> Dean ci scrutò tutti lanciandoci un’occhiata fulminea, guardandoci come se fossimo estranei, come se fossimo lì per bloccare i suoi piani, in fondo però volevamo solo impedirgli di impazzire, di fare qualche cazzata, ma come biasimarlo per come si stava comportando? Voleva solo salvare quello che rimaneva della sua famiglia, lo capivo. Per lui noi eravamo probabilmente di passaggio, prima o poi saremo usciti dalla sua vita, ma non Sam, Sam era suo fratello, suo fratello minore e avrebbe fatto di tutto per salvarlo, insomma la filosofia del fratello maggiore non era poi tanto diversa dalla mia.

<< Non vuoi proprio mollare. >> Gli disse Bobby.
<< Si tratta di Sam! >> Sbottò Dean quasi in contemporanea.
<< Se non sei riuscito a salvarlo qui, non ci riuscirai sul capo di battaglia. >> Disse Castiel.
<< Siamo già stati sconfitti, non ho niente da perdere. >> Dean posò il suo sguardo su Bobby e su Alyson che sembravano essere leggermente offesi da quella sua affermazione.
<< Io voglio solo che tu capisca, l’unica cosa che vedrai laggiù è Michael che uccide tuo fratello. >>
<< Non lo lascerò morire da solo. >>

Ebbi un tuffo al cuore, in quelle parole era racchiuso tutto l’amore che Dean provava per suo fratello minore, come poteva lasciarlo morire nelle grinfie di Lucifero? Non poteva certo, era ovvio ormai, lui non lo avrebbe mai lasciato da solo in un momento tremendo come quello della morte.
E fu allora che realizzai che Sam non sarebbe davvero tornato più, Dean non sarebbe andato laggiù per salvarlo, oddio ero sicura che c’avrebbe provato probabilmente senza successo, ma lui sarebbe andato lì per non farlo morire da solo, per assistere alla fine insieme e allora ecco che le lacrime tornarono incessanti e sentii il mio cuore spezzarsi, procurandomi quel dolore che ormai conoscevo fin troppo bene. Alyson se ne accorse e mi abbracciò, mi abbracciò tanto saldamente che sentii il suo cuore battere così forte che sembrava volesse esplodere, cosa pensava di me in quel momento? Anche in quel momento mi vedeva come la melodrammatica sorella sdolcinata?

Bobby infine sospirò e Dean, senza aggiungere altro, ritornò in macchina e accese il motore. Sciolsi l’abbraccio di Alyson e prendendola per mano mi avvicinai alla portiera del passeggero un secondo prima che Dean partisse, e l’aprii fiondandomi all’interno dell’auto.
<< Veniamo con te. >> Dissi con la voce stroncata dalle lacrime.
Dean scosse la testa e partì.

Era la solita vecchia strada di periferia quella che percorrevamo in quel momento, buia e con qualche crepa nell’asfalto, diretti chissà dove.
Il chiarore del cielo annunciava l’imminente alba, i colori erano quelli che vidi quando i due Winchester mi salvarono, del tutto innaturali, come innaturale era quello che stava accadendo, solamente che questa volta anche io mi coordinavo alla perfezione con quello che mi circondava.
<< Dove siamo diretti? >> Chiese finalmente Alyson rompendo l’evidente tensione che c’era nell’aria.
<< Lawrence, Kansas. >> Affermò Dean con voce ferma e tenendo sempre lo sguardo fisso sulla strada sempre uguale.
<< Lawrence? Non è dove siete nati voi? Vuoi dirmi che la battaglia finale si terrà dove tutto è iniziato? >> Chiesi.
<< Esattamente, il destino fa strani scherzi, non credi? I bastardi si sfideranno a mezzogiorno e dovremo essere allo Stull Cemetery prima di quell’ora, quindi mi dispiace ma non ci fermeremo.
>>

Percorrere più di mille chilometri e attraversare quattro stati in meno di un giorno sembrava un’impresa impossibile, ma non per Dean Winchester e la sua Impala. Alle otto e mezzo del giorno successivo vidi un cartellone che ci dava il benvenuto in Missouri. Mancavano meno di cento chilometri e saremo arrivati in Kansas, diavolo se solo pensavo a tutti gli stati in cui ero stata in questi due mesi, mio padre ne sarebbe stato sicuramente geloso!

Erano le undici e un quarto quando arrivammo a Lawrence che sembrava del tutto normale al nostro passaggio, non una città fantasma come ci si sarebbe aspettati, visto che avrebbe fatto da sfondo allo spettacolo finale. Insomma, mancava meno di un’ora e il mondo avrebbe visto la fine, e diciamo che starmene in una Chevrolet Impala del ’67 che era diretta verso il Diavolo non erano proprio i miei piani per la fine del mondo, ma forse non era tanto male dopotutto, stavo andando incontro all’uomo che amavo e penso che qualunque altra persona innamorata avrebbe voluto essere con una persona speciale l’ultimo giorno. Cavolo, se solo avessi saputo che sarebbe finita così avrei fatto più attenzione a tenere a bada i miei sentimenti, ma no, era del bello e dannato che io dovevo innamorarmi, come sempre, perché ormai soffrire per amore faceva parte della mia vita quindi da una parte ero contenta che sarebbe tutto finito presto.
Ok, l’amarezza del momento mi faceva essere egoista e sadica però non potevo certo negare che se avessi avuto solo una possibilità di farlo tornare tra di noi, allora sarei stata la persona più felice del mondo, ma come ho detto, avevo smesso di credere alle favole un bel po’ di tempo fa.
Un enorme cancello di ferro nero arrugginito si trovava a dieci metri di distanza, in lettere grandi e in stampatello semplice c’era scritto “Stull Cemetery” tondeggiante sull’intera arcata principale che si presentava essere del tutto grezza, era dopotutto un campo d’ossa, nessuno ci veniva più lì dentro da chissà quanto tempo, un luogo macabro e perfetto per la battaglia finale.

C’eravamo, e ormai eravamo davvero arrivati.

Dean fece un respiro profondo e poi disse: << Ok, adesso tutto quello che ci vuole è un po’ di carica. >> Dopodiché spinse una cassetta nello stereo e partì una canzone rock che non conoscevo, fece rombare il motore dell’Impala un paio di volte poi vi si fiondò all’interno del cimitero.


L’erba alta strisciava sulle portiere dell’auto mentre si muoveva lentamente per raggiungere quelle due figure che si fronteggiavano, Michael e Lucifero, Sam e Adam, pronti a battersi l’uno con l’altro e adesso intenti a guardare l’Impala venire verso di loro, Dean si fermò a qualche metro da loro e poi esultante e con fare spavaldo disse: << Salve ragazzi, interrompo qualcosa? >> Con quel suo tono sarcastico che anche in un momento come quello era capace di tirar fuori.
Gli occhi verdi di Sam erano gelidi e guardavano Dean in un’espressione di sfida, respirava velocemente ed era evidente che era furioso, no quello non era più Sam. Vederlo così mi si strinse il cuore, chissà cosa provava lui a non avere più controllo del proprio corpo, chissà se stava bene, chissà se poteva vedere quello che stava succedendo, cavolo, rimpiansi di non aver letto di più sulle possessioni demoniache a casa di Bobby quando ne ebbi l’occasione.
Dean calò la testa per guardare me e Alyson che eravamo immobili ed evidentemente molto provate e mentre fissavamo i due arcangeli di fronte a noi, ci disse: << Restate qui. >> Dopodiché spense lo stereo, chiuse la portiera anteriore e fece qualche passo verso Sam. << Hey, dobbiamo parlare. >> Disse facendo un cenno al fratello che adesso lo guardava con un misto di indifferenza e superiorità. Le voci erano camuffate, ma riuscii comunque a coglierle.

<< Dean… >> Iniziò Lucifero che non riuscì a trattenere uno dei suoi sorrisi maligni che anche sul volto di Sam risultavano agghiaccianti e tremendamente minacciosi. << Perfino da te non mi aspettavo una mossa tanto stupida. >>
<< Non voglio parlare con te, voglio parlare con Sam. >>
<< Non sei più il tramite, Dean. >> Si intromise Adam il cui corpo era posseduto dall’arcangelo Michael. Anche lui era cambiato, era cupo, incattivito dall’arcangelo che lo possedeva, gli occhi azzurro cielo del piccolo Winchester erano vuoti e avvolti da uno strano alone di mistero.
<< Adam, se sei lì dentro, mi dispiace. >>
<< Adam non è in casa al momento. >>
<< Non preoccuparti, tu sei il prossimo, adesso mi servono cinque minuti con lui. >> Dean fece cenno a Sam con la testa.
<< Lurido verme! Tu non fai più parte di questa storia! >> Sbottò Adam che fece per aggredire Dean ma fu fermato dalla comparsa improvvisa di Bobby e Castiel che, con una molotov tra le mani distrasse Michael: << Hey, bastardo! >> Esortò lanciandogli la molotov addosso. Adam prese fuoco, dopodiché scomparve tra le fiamme e le urla emettendo uno strano suono stridulo che fece coprire le orecchie a tutti, ma non era certo morto, se c’era una cosa che avevo imparato riguardo il mondo del sovrannaturale, era che gli angeli possono essere uccisi solo con uno strano pugnale sacro, uno di quelli che Castiel aveva tra le mani quando trovò Adam, quella cosa non me la sarei più dimenticata.
Lucifero guardo in cagnesco Castiel che se ne stava li con espressione finto ingenua a guardarlo e poi disse in una voce così diversa da quella di Sam che mi fece rabbrividire: << Castiel…hai tirato una molotov di fuoco santo su mio fratello? >>

<< Uhm…no… >> Castiel cercava di allontanarsi a passo lento e con le mani alzate in segno di difesa.
<< Nessuno gioca con Michael, eccetto me. >> Detto questo, l’incredibile accadde. Lucifero con un semplice schiocco delle dita fece esplodere letteralmente Castiel, riducendolo in mille pezzettini, a quel punto mi coprii gli occhi, non era possibile, non potevo crederci, quello che stava succedendo era assurdo, era troppo. Alyson lanciò un gridolino dopodiché si fiondò tra le mie braccia e si nascose sul mio petto. Non vidi la reazione né di Dean, né di Bobby, a quanto appena successo, non ne ebbi il coraggio. L’angelo dall’ingenuità divina era morto, c’era un altro modo per uccidere un angelo allora, o forse quello non valeva perché Castiel dopotutto aveva perso le ali?

Stavo ancora cercando di riprendermi da quanto appena visto, anche se comunque sapevo che non l’avrei fatto molto presto, quando Lucifero che fino a quel momento non ci aveva viste o aveva fatto finta di non notarci, si avvicinò a passo lento verso la portiera del passeggero, quella destra e aprendola disse: << Grazie Dean, vedo che hai portato il carburante, che ne dici se eliminiamo per sempre la stirpe dei Wyncestre? Dopo quello che ho fatto a George e Amanda, sarà un piacere rifarlo alle loro figlie. >> Era stato lui, forse l’avevo sempre saputo, forse l’avevo sperato per non cacciare chissà quale altra diavoleria. Allora la rabbia mi accecò, uscii dalla macchina e fronteggiai il corpo di Sam.
<< Lasciale stare, capito? >> Continuava a dire Dean mentre adesso aveva Alyson avvinghiata al suo braccio sinistro.
<< Bastardo! >> Urlai.
<< Julia, no! Non permettergli di farti del male! >> Disse Dean.
Non so da dove venne quell’improvvisa carica di adrenalina. << Perché? Perché uccidere anche i nostri genitori? Perché? >>

Lucifero sorrise, però quello non era il sorriso che ero abituata a vedere su quel viso, no, era qualcosa di maligno qualcosa che non apparteneva a quel corpo, neanche un po’. << Oh, Julia, sei così ingenua. >>
<< Julia, ritorna in macchina! >> Urlò Bobby che era qualche passo dietro di me.
<< Vedi, i tuoi genitori hanno cercato di fermarmi, hanno cercato di uccidermi, molto prima che io e te ci incontrassimo, hanno lottato fino alla fine per riuscire a bloccare questo, ma non potevo permetterglielo, come potrai immaginare e quindi li ho eliminati per sempre, due Wyncestre in meno, cosa c’è di meglio? E il loro sangue? Solamente un dolce antipasto prima del vostro, così…così dolce, forte. >>
<< Sei, un bastardo… >> Scossi la testa cercando di non guardarlo più, << stavano solo cercando di proteggerci da questo dopotutto… >> Sussurrai.
Sogghignò. << Ti do una scelta, prima o tu o tua sorella? >>
<< Fottiti! >>
<< Va bene vorrà dire che inizieremo da te. Sai, avevo perso la speranza di avere il tuo sangue, mia cara Julia, avevo effettivamente lasciato perdere, ma perché accontentarsi quando si può avere tutto? >> Fece nuovamente schioccare le dita e un dolore lancinante mi colpì, era il mio braccio, mi aveva spezzato il braccio, urlai.
Dopo poco iniziai ancora una volta a sanguinare sulla vecchia ferita fasciatami da Sam al nostro primo incontro.

<< Julia! >> Alyson urlò e fece per venire verso di me ma Dean la fermò.
<< Non è romantico? La ferita che ti ha fasciato il nostro Sammy. Sento tutto, tutto quello che prova per te è chiaro qui nella sua mente. >> Si tocco la fronte con un dito.
Dopodiché Lucifero riuscì ad attirare a sé anche Alyson e con un altro schiocco di dita le sue braccia iniziarono a perdere sangue a fiotti.
Alyson urlò, Dean chiamò il nome di Sam una decina di volte e poi finalmente Lucifero iniziò a bere il nostro sangue.

<< Due al prezzo di una, così mi piace. >> Era avvinghiato ad entrambe le nostre braccia e succhiava, mentre sentivo l’energia che mi abbandonava ad ogni sorso, era forte, era dannatamente più forte di quando usava il suo vecchio tramite, Sam doveva avergli donato il suo vero potere, il suo vero tramite era lui dopotutto e questo gli permetteva di usare le sue capacità diaboliche appieno.
Poco prima che potessi dire addio al mondo prima della sua scadenza, Dean si fiondò su Lucifero facendolo cadere su sé stesso e spostandolo da noi.
Caddi in ginocchio, avevo la vista appannata e la testa mi girava.
<< Sammy, riesci a sentirmi? >> Chiese Dean mentre Lucifero si alzava.

Lucifero si pulì la bocca e poi continuò a guardare Dean con espressione vuota ma che comunicava perfettamente l’odio e la rabbia che provava in quel momento. << Ho provato ad essere gentile, >> iniziò, << per il bene di Sammy. Ma tu, tu continui ad essere una spina nel fianco. >>

Quello che vidi fu Lucifero lanciare Dean sul bagagliaio anteriore dell’Impala e proprio mentre stava per andargli incontro, Bobby gli sparò alle spalle. Gli scaricò addosso, quella che sembrava una Revolver Colt, che però ovviamente non gli fece praticamente nulla, così con un movimento della mano spezzò il collo di Bobby facendolo cadere sulla terra senza vita. Non sapevo più cosa pensare dopo aver assistito a quello che era appena successo, Bobby non sarebbe dovuto venire.
<< No! >> Urlò Dean disperato.
Guardai Alyson che era stesa sull’erba arida del cimitero, aveva gli occhi aperti e respirava appena, mi accennò un sorriso per farmi capire che stava bene, per non farmi fare nulla che potesse ancora una volta attrarre l’attenzione del Diavolo su di noi e così feci, mi adagiai tra l’erba alta e continuai a guardare accadere l’impossibile.
<< Sì! >> Affermò Lucifero e iniziò a scaricare la propria rabbia su Dean, lanciandogli un pugno che lo fece sanguinare.
<< Sammy? Sei ancora lì? >>
<< È qui dentro, tranquillo.>> Ancora un pugno. << E sentirà le tue ossa che si spezzano. >> Ancora un altro e Dean cadde sul suolo. << Ogni singolo osso. >> Lucifero lo sollevò per la maglia poggiandolo alla portiera. << Faremo tutto con calma. >> Un pugno, ancora un altro ed un altro.
<< Dean! >> Alyson chiamava non riuscendo ad alzarsi. Allungava la mano verso di lui come se avesse voluto aiutarlo, ma il sangue che aveva perso e che ancora perdeva, era troppo.

<< Dannate Wyncestre! >> Urlò Lucifero. Fece per avvicinarsi, ma Dean lo prese per la camicia, la camicia, quella di Sam, quella che gli avevo visto indossare più spesso, quella blu scuro e a quadroni beige e marroni. Non vedevo Dean e come era ridotto, ma lo sentivo e aveva una voce svigorita e bassa. << Sammy, va tutto bene, sono qui, sono qui, non ti abbandonerò. >> Diceva, ma Lucifero continuava a dargli pugni sempre più forti e sempre più frequenti. E poi qualcosa accadde, proprio mentre stava per dargli il colpo di grazia, qualcosa lo fermò, rimase lì a guardarlo per qualche secondo, dopodiché la sua mano si schiuse e allora lo capii, Sam aveva ripreso il controllo del suo corpo.
Si allontanò da Dean ansimando ripetutamente e disse con la sua voce, quella voce che avevo imparato a conoscere fin troppo bene, << Va tutto bene Dean, andrà tutto bene. Ce l’ho in pugno. >> Non potevo dire niente per paura di distrarlo, ma avrei voluto dire tutto, avevo la gola secca e il braccio dolorante e non potevo muovermi. Frugò nella tasca del jeans e trovò gli anelli dei Quattro Cavalieri e finalmente si voltò a guardare me e Alyson.

<< Sam… >> Sussurrai scuotendo la testa e facendomi scappare qualche lacrima dovute al dolore non solo del braccio. Eravamo lì, era giunto il momento, il momento per Sam di saltare nella gabbia e finirla una volta e per tutte con la storia dell’Apocalisse, avevo sperato che non arrivasse, ma era lì e doveva farlo.
Addio Sam. Pensai, quando lanciò gli anelli sul terreno arido e iniziò a pronunciare la formula in enochiano, quella che Morte aveva dato a Dean. Qualche parola incomprensibile e la terra si aprì letteralmente, rivelando un buco nero dal quale non usciva altro che vento.
Sam guardò Dean, me e poi Alyson annuendo, ma prima che potesse saltare, Michael lo fermò.

<< Sam! >> Lo chiamò. << Non finirà in questo modo, fatti da parte! >>
<< Dovrai obbligarmi a farlo! >>
<< Io devo combattere mio fratello, Sam, qui ed adesso, è il mio destino. >>
Sam non aggiunse altro, guardò ancora una volta Dean e dopo allargò le braccia e chiuse gli occhi, era pronto a lanciarsi. Adam tentò di fermarlo, ma Sam lo prese per un braccio e tenendolo saldamente, lo trascinò con sé nella gabbia del Diavolo giù all’Inferno.
La gabbia si chiuse emettendo una luce biancastra e facendo ritornare come prima il terreno e gli anelli su di esso. Chiusi gli occhi e affondai la mia faccia tra l’erba alta, era finita. Non riuscivo a pensare, la mia mente era un groviglio di pensieri spezzettati e confusi che non ero capace a mettere insieme.
Bobby era morto, Castiel era morto, Sam era morto.

Alyson riuscì ad alzarsi, a quanto pareva le sue braccia avevano smesso di sanguinare, ma quanto era pallida? Tantissimo, era debole, ma nonostante questo andò incontro a Dean, avrei voluto avere la sua forza di volontà. Lo prese per un braccio aiutandolo ad alzarsi e per quanto sembrasse riluttante, alla fine cedette e ritornò in piedi, e fu allora che riuscii a vedere come Lucifero l’aveva conciato, aveva il viso una volta perfetto, gonfio e paonazzo, un occhio nero e turgido ed escoriazioni sulle labbra e sulle guance. Provai pena per lui, volevo dirgli qualcosa, ma qualunque cosa sarebbe stata inutile, aveva appena perso suo fratello, colui che era la sua sola famiglia, era tutto per lui e le parole non servivano, non servivano a niente.
Lentamente si avvicinò agli anelli che adesso sembravano bollenti e cadde nuovamente in ginocchio a guardare la terra senza piangere, senza far nulla, solo a fissare il terreno. Qualche minuto dopo Alyson gli poggiò una mano sulla spalla cercando di confortarlo, ma Dean sembrava ipnotizzato davanti al terreno arido dello Stull Cemetery. Dopodiché mia sorella gli si inginocchiò accanto e iniziò ad accarezzargli la guancia meno gonfia e disse: << Dean, lasciati andare. >> E allora Dean guardò Alyson e iniziò a piangere a singhiozzi, come non l’avevo mai visto fare, tenne stretta la mano di mia sorella e poi poggiò il capo sulla sua spalla.
Mi rimisi in piedi facendo forza solo sul braccio ancora intatto mentre l’altro lo trascinavo. Li raggiunsi e rimasi lì a guardarli e poi Castiel apparve, radioso e avvolto in una luce così bianca che sembrava essere appena sceso dal paradiso, ma forse era davvero così, se la mia mente non mi stava giocando qualche strano scherzo, Castiel era vivo.
Dean lo guardò.

<< Castiel, sei vivo? >> Chiesi, facendo un passo verso di lui con espressione confusa.
<< Sono molto più di questo. >> Poggiò due dita sulla fronte di Dean e con un semplice tocco lo guarì, il suo viso ritornò bello e perfetto come prima. L’angelo era definitivamente tornato.
Dean si alzò e lo fissò negli occhi sorpreso. << Cass, sei Dio? >>

<< È un bel complimento, ma non lo sono. Anche se credo sia lui che mi abbia riportato indietro, >> fece un passo verso di me e poi continuò: << nuovo e più forte. >> Mi toccò il braccio rotto e con il suo potere fu in grado di guarirlo, sentii solo una forte fitta e poi il dolore sparì nel nulla, il braccio sembrava essere come nuovo, perfino le cicatrici erano sparite. Fece lo stesso con Alyson e poi con Bobby, che ritornato alla vita, sembrò confuso, ma non disse nulla, annuì semplicemente a Castiel, poi guardò Dean e capì che Sam era saltato, non c’era più e che ci aveva salvato tutti. << Sapevo che avrebbe potuto farcela. >> Ammise.
<< E adesso? >> Chiesi con un filo di voce.
<< Bobby, vai avanti tu. >> Dean salì in macchina e prima che potesse aggiungere altro, Castiel scomparve. << Bastardo. >> Disse scuotendo la testa.
Risalimmo al posto del passeggero e Dean mise in moto, Bobby ritornò sulla strada seguito da noi.

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Hey hey!!
Non potevo chiamare questo capitolo altrimenti. Swan Song è perfetto come titolo e si, ho provato ad essere abbastanza fedele alla serie
con l'aggiunta delle due sorelle. Spero ci sia riuscita :o
Come avrete capito è ormai finito tutto, l'Apocalisse è stata fermata e tutto è ritornato alla normalità. 
Ho un ultimo capitolo da pubblicare, l'epilogo in pratica, però devo lavorarci un pò su in quanto quello vecchio non mi piace molto, quindi devo riscriverlo e modificarlo! Spero di pubblicarlo al più presto!! 
E quindi nulla, GRAZIE MILLE a tutti coloro che hanno letto e come sempre grazie a Lily! <3 
   
 
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