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Autore: Meramadia94    29/11/2019    0 recensioni
Mia interpretazione di cosa potrebbe succedere nel prossimo episodio di SVU
Bucci ha rapito Amanda per rappresaglia, dopo che Getz è stato rilasciato, e la squadra lavora di buona lena per assicurare uno stupratore alla giustizia e per salvare la loro collega.
Barba torna per stare vicino a Carisi, che si trova ad affrontare non solo il suo primo cado da ADA ma anche il momento peggiore della sua vita
Genere: Angst, Avventura, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amanda Rollins, Olivia Benson, Rafael Barba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dall'irruzione e dal rapimento di Amanda era passata circa mezz'ora. Ed era passata circa mezz'ora prima che la bionda potesse riprendere i sensi. All'inizio riuscì a mettere a fuoco le ombre, che poi iniziarono ad assumere delle forme sempre più nitide e il senso di dove si trovava. Era in movimento, su una macchina. A velocità folle.
La testa le doleva terribilmente. Istintivamente, cercò di toccarsi la ferita, ma non riuscì nemmeno a muovere le mani.
Attorno ai polsi sentiva qualcosa di freddo. Poi realizzò. Era ammanettata al poggiatesta del sedile del passeggero. 
Si girò, per quello che poteva, verso il lato del guidatore.
Bucci aveva gli occhi fissi sulla strada.
- Frank...- fece Amanda con la voce ancora impastata.
- Amanda...- fece Frank - Mi dispiace. Giuro che non volevo arrivare a questo.- 
- E infatti non devi.- fece Amanda - ascoltami, per favore... non credo che qualcuno si sia accorto della mia assenza, riportami indietro a adesso. Dirò che sono stata io a seguirti. Che ero d'accordo.- 
- ZITTA!!!- urlò Bucci esasperato - ORMAI E' TROPPO TARDI!-
- No, non è così... ascolta, lo so che sei arrabbiato, e ne hai tutto il diritto, ma non è questo il modo di risolvere i problemi.- 
- Giusto o no è l'unico che conosco.- fece Bucci - Non saremmo a questo punto se quella maledetta macchina infernale che chiamata giustizia avesse fatto il suo lavoro!- fece Bucci con gli occhi che tremavano. 
- Ti prego, lasciami andare.- fece Amanda supplicando - Ho due bambine piccole che hanno bisogno di me.- 
- Lo so. E' per questo che sei qui.- fece Bucci - L'America adora le donne incinte a rischio, e soprattutto non vuole avere sulla coscienza la madre di due bambine piccole.
Non preoccuparti, se il tuo amico procuratore farà quello che deve fare le rivedrai presto.- 
Amanda si sentì svenire.
Quindi era solo per questo che era lì. Perchè nella sua ottica era l'ostaggio perfetto. Un tipo di persona che nessuno voleva avere sulla conscienza. Perchè nessuno voleva prendersi l'onere di guardare un bambino piccolo negli occhi per dirgli '' Tesoro, la tua mamma è volata in cielo, mi ha detto di dirti che ti vuole tanto tanto bene e che sarà sempre con te''. Il ragionamento filava... ma la realtà nuda e cruda era ben diversa.
Per il resto del mondo, si, era crudele ed ingiusto che una madre venisse strappata troppo presto ai figli, ma di solito l'unica cosa che sapevano fare era rammaricarsene leggendo il giornale, parlarne un paio di minuti condannando il mondo troppo ingiusto e crudele, dire '' Se ci fossi stato io ora quella poveretta sarebbe ancora viva''.... e poi passava a commentare con un bel sorriso il risultato della partita. 
Era questo lei. Una notizia tra le tante. Che presto sarebbe stata dimenticata, fino al prossimo fatto di cronaca nera, e così via, a ciclo continuo. 
Aveva una sola speranza per uscire viva da lì. 
Pregare che ci fosse qualcuno al Dipartimento di Polizia a cui importasse qualcosa del fatto che lei vivesse o meno.
E che possibilmente si ricordasse di lei prima che si lasciasse divorare dalle crisi di panico. Quella situazione in cui non aveva nemmeno il controllo di potersi muovere come voleva le stava riportando alla mente dei ricordi terribili.
...
...
...
In quella mezz'ora, il 16 piano del Dipartimento di Polizia di New York sembrava essere diventato un campo di battaglia. 
Sulla lavagna della sala centrale vi era la foto di Frank Bucci sotto la scritta '' Suspect'' e quella di Amanda sotto la scritta '' Victim''. E forse quella era la cosa più dolorosa per tutti, anche per la detective Tamin, che era arrivata praticamente l'altro ieri. Vedere uno di loro sotto quella scritta. 
- Statemi bene a sentire tutti quanti.- fece il capitano Benson con il tono di chi non era disposta a tollerare di doversi ripetere o perdere tempo prezioso per insegnare il mestiere al pivello di turno - Meno di un'ora fa, la detective Amanda Rollins è stata rapita. Il sospettato è il detective Frank Bucci.-
Poi fu Fin a prendere la parola - Parliamo di un detective con ottime valutazioni e riconoscimenti. Cinque anni all'anti-rapina e tre anni sotto copertura. Di recente ha sporto denuncia per il rapimento e per lo stupro delle figlie. Il giudice ha dichiarato che il colpevole, Steve Getz non può essere ritenuto responsabile e che non sussiste alcun reato.- 
- In poche parole.- fece Barba - Non è uno psicopatico in fuga e non trova piacere nell'uccidere e torturare, ma è un uomo che si sente tradito dal sistema. Crede di non avere più nulla da perdere e soprattutto non ha paura di finire in prigione. Non dovete commettere l'errore di sottovalutarlo. Potrebbe essere l'ultimo della vostra vita.- 
Poco dopo, l'intero reparto era al lavoro per ritrovare la loro collega. 
Pochi minuti dopo, arrivò anche Carisi e sembrava molto agitato. 
- Carisi, allora?- fece Fin - Hai i mandati?- 
Sonny annuì - Conti bancari, casa, elenco delle proprietà e cellulare. Vi consiglio di metterli sotto controllo alla svelta, prima che si accorgano che non ho più il potere e i mezzi per procurarvi queste informazioni.- 
- Non mi dire.- fece Barba - La Hadid ti ha tolto dal caso?- 
- Non ancora.- fece Sonny - Ma lo farà, e quasi certamente mi farà cacciare.- 
I presenti lo guardarono senza capire - Carisi... che cosa è successo?-
Sonny alzò gli occhi al cielo, guardandosi attorno, come se cercasse aiuto - Le ho chiesto di mettervi a disposizione i suoi investigatori. E lei mi ha detto che avevano troppi casi importanti da seguire... non ci ho visto più. Ho sbattuto la porta e me ne sono andato.- 
Mentre tra i presenti aleggiava lo sdegno ed il disgusto per quella donna che pareva non preoccuparsi del fatto che in quel momento vi era una vita umana da salvare, nonostante fosse una di quelle che si faceva sempre in quattro per assicurarsi che il suo prezioso ufficio potesse seguire al meglio i casi che le venivano affidati, senza sorprese, e con tutte le informazioni possibili per vincere la causa di turno, il detective Tamin guardò Carisi con occhi del tutto nuovo. 
Da che era in polizia, aveva sempre visto gli avvocati, e soprattutto i procuratori come dei bastardi egoisti, che tendevano a starsene comodamente seduti nel loro ufficio a firmare pezzi di carta, criticare, e dire '' mi serve questo e quello'', e a seconda dei casi nemmeno una firma su un mandato mettevano se ritenevano che non fosse un caso abbastanza importante o che non fosse una battaglia da cui potevano ricavare qualcosa. All'inizio pensava che il vice procuratore distrettuale Dominick Carisi non fosse diverso da tutti gli altri e come tutti gli altri pur di far carriera non esitasse a passare sulle vittime di cui doveva tutelare gli interessi come un bulldozer.
Adesso si doveva ricredere. Non aveva mai conosciuto un Pubblico Ministero disposto a ribellarsi persino al suo capo, sacrificando una brillante carriera, pur di salvare una poliziotta che collaborava attivamente con il suo ufficio. 
- Se volete il mio consiglio- fece Sonny - Mettete sotto controllo tutto prima che la Hadid sparga la voce. Una volta ottenuti i dati la procura non potrà farvi più niente.- 
- E a te che succederà?- fece Fin che non sapeva se dire all'ex collega quanto fosse stato cretino ad intraprendere una strada che lo avrebbe portato dritto alla disoccupazione o a fare la guardia ad un ipermercato per il resto dei suoi giorni o abbracciarlo così forte da minacciare di farlo morire per asfissia.
- Non lo so. Prima pensiamo ad Amanda, poi ci penserò.- fece Sonny - ad ogni modo, se ve lo chiedono, voi non ne sapevate niente.- fece Sonny. 
Liv lo abbracciò e in quel momento sentì che il cuore del suo ex sottoposto batteva così forte da minacciare di esplodergli nel petto. A farlo battere era la rabbia, ma soprattutto la paura. Ogni fibra del suo essere era scossa da quel sentimento, nonostante facesse del suo meglio per tenerla sotto controllo.
- Al massimo...- fece Liv - ti riprendiamo con noi. Fin, Kat... mettete sotto controllo quel tizio.- 
- Agli ordini.- fecero i due in coro. 
- Liv, se posso...- fece Sonny - Io vorrei andare a prendere Jesse e Billie e portarle da mia madre... almeno finchè non la ritroviamo.- 
 - Sì.- fece Olivia - è un'ottima idea.
- Pensavo che Amanda avesse una sorella...- 
Sonny la guardò scettico - Sì... ma se scopre che le ho portate da lei, sono un uomo morto che cammina.- fece Sonny avviandosi verso l'ascensore.
- Barba, dimmi la verità.- fece Liv  una volta che il vice procuratore se ne fu andato- Carisi rischia davvero di perdere il lavoro?- 
Barba rispose - A seconda delle circostanze, potrebbe anche subire un processo e una condanna. In teoria.- 
- E in pratica?- fece Liv non troppo contenta che fosse Carisi a pagare il conto dell'inadeguatezza del suo capo. 
- Non gli accadrebbe niente.- fece Barba - anche la Hadid ha un diretto superiore, e non credo che gli farebbe molto piacere sapere che il capo dell'ufficio che assiste l'Unità Speciale ha deliberatamente ignorato il rapimento di un ufficiale di polizia.- 
Liv sospirò sollevata. Per lo meno, la Hadid non si sarebbe presa vendette nei confronti di Carisi, più per convenienza che per correttezza, ma al momento non era la loro principale preoccupazione.
La loro preoccupazione era una loro collega. Un'ottima persona, una poliziotta integerrima ed una grande amica, ma soprattutto una madre. Non doveva essere lei a pagare per colpa di un giudice troppo bigotto e di un procuratore capo troppo pigro e senza voglia di lottare.
...
...
...
Dopo un tempo che sembrò un'eternità Bucci finalmente fermò l'auto.
E in Amanda rinacque la speranza che le sue parole avessero avuto l'effetto desiderato. Che accostasse, la liberasse e le dicesse '' Va bene. Mi fido di te.''. Avrebbe mantenuto la sua promessa di dire ad Olivia, al capo della della polizia, a Carisi che tuta quella storia era stata solo un malinteso, che lo aveva seguito di sua volontà e che avrebbe riabbracciato le sue bambine in non più di qualche ora... Jesse sicuramente si stava domandando dov'era... e Billie non riusciva ad addormentarsi se non sentiva la voce della mamma cantarle '' Ninna nanna di pace''....
Purtroppo le sue speranze erano destinate ad essere deluse. 
Bucci accostò. Scese ed aprì. Sfilò il poggiatesta  del sedile a cui l'aveva ammanettata e la fece scendere, solo per puntarle la pistola.
- Sta giù.- le disse.
La paura fece di Amanda sua prigioniera. 
- Ti prego.- fece Amanda - Pensa molto attentamente a quello che fai. Uccidere un poliziotto ti metterà nei guai sia con la polizia che con l'FBI. Torniamo indietro, ti giuro che troveremo una soluzione...- 
- Tranquilla, non ho intenzione di ammazzarti.- fece Bucci - ma devo fermarmi per fare una telefonata ai tuoi amici e per prendere alcune cose... si, lo so cosa stai pensando. Fammi parlare con loro, li convincerò io, sono venuta con te di mia volontà... e nel frattempo lancerai loro un messaggio in codice, magari tirando in mezzo le tue figlie.- 
- Non userei mai le mie bambine come mezzo per chiedere aiuto.- fece Amanda sempre più impaurita - e poi non potrei nemmeno se lo volessi, non so nemmeno dove siamo.- 
- Balle.- fece Bucci. Sapeva che la poliziotta non sapeva dove si trovavano di preciso, ma aveva notato che dal momento in cui aveva ripreso i sensi non aveva fatto altro che guardare fuori dal finestrino. E non per ammirare il panorama. Cercava di capire dalle indicazioni stradali, dai cartelli, dove potevano essere diretti, nella speranza che capitasse l'occasione di farlo sapere ai colleghi - Non posso fidarmi di te.- nel dir così, l'afferrò con malagrazia, strappandole dei gemiti di dolore. Le tolse le manette solo per ammanettarle i polsi davanti al petto, le sfilò i lacci delle scarpe, e dopo averla infilata a forza nel baule della macchina, li usò per legarle le caviglie e il tocco finale fu serrarle la bocca con la sua cintura. 
- Tranquilla.- fece Bucci - Ci metterò poco. E non rischi di soffocare.- nel dir così chiuse il portellone della macchina.
Immersa nel buio e in quello spazio angusto, Amanda iniziò a canticcchiare la ninna nanna che cantava alle sue bambine per farle addormentare. Un modo come un altro per sentirsi più vicina a loro e non cedere alla disperazione e per non ammettere con sè stessa che per la prima volta in vita sua, aveva veramente paura.
  
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