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Autore: Myriru    30/11/2019    5 recensioni
“Sono stata al fianco del signor Oscar lungo tutta la durata della sua malattia, sono stata l’unica persona di cui si è fidata e l’unica alla quale ha confidato i suoi segreti e le sue paure.
Posso dire di essere una delle poche persone che la conosce davvero, e mi ritengo molto fortunata.
Il mio nome è… Celine Gautier”
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Marron Glacé, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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«Ti sei svegliata presto oggi »
Disse Sophie con la voce ancora impastata dal sonno mentre si stiracchiava la schiena. Celine girò appena il busto, guardando la ragazza con la coda dell'occhio e sorrise, aggiustando il piccolo corsetto che aveva indossato da sopra la camicia da notte. Iniziò a legarsi la sottoveste in vita, cercando di stringere il nodo il più possibile in modo che non si allentasse durante il giorno. Sophie la aiutò a sistemare meglio i capelli, anche se alcune piccole ciocche ricadevano sul viso pallido. 
«Non hai dormito molto, vero? Sei bianca come un lenzuolo, e io di lenzuola ne lavo... »
Sophie alzò un sopracciglio, squadrandola da capo a piede, ma Celine scosse la testa ridendo.
«No, ma sto bene, ti ringrazio! Ho solo fatto un brutto sogno... »
Mentì, quello che aveva sognato quella notte era stato indescrivibile. Si perse un po' nel ricordo di quel sogno assurdo, poi alzò il viso verso Sophie.
«Ne vuoi parlare? »
«No io... sto bene. Era solo un sogno, no? Non potrà farmi male »
Sophie le sorrise dolcemente e si sedette sullo sgabello, aspettando che l'aiutasse con i capelli. Celine iniziò ad intrecciare piano i capelli neri, infondo si erano alzate presto, potevano prepararsi con più calma.
«Dimmi Celine, cosa ti ha detto ieri André? Sembrava agitato »
La ragazza si irrigidì ma cercò di non darlo a vedere.
«Oh nulla, mi ha chiesto solo di tenere un po' sotto controllo sua nonna. A suo parere non deve sforzarsi troppo, ha comunque una certa età »
«Com'è caro! Non trovi? Si preoccupa di sua nonna...! »
«Sì, molto caro... »
Disse con un sorriso, fermando i capelli con una forcina. Sophie la ringraziò e si sistemò la cuffia sulla testa tutta allegra, si sedette di nuovo sul letto e si sistemò le scarpe.
«Io vado in camera di Oscar, se mi cercate sono lì »
«Vai già a quest'ora? Non starà riposando? »
«Sì ma mi ha chiesto lei di svegliarla presto »
Sophie la guardò stupita e la lasciò andare senza fare altre domande. Celine chiuse rapidamente la porta alle sue spalle e fece un sospiro. Doveva tranquillizzarsi. In fondo non era successo nulla con André: avevano parlato in biblioteca e lui non aveva smesso per un secondo di scusarsi per il suo gesto, ma era finita lì. Dopo si era recata in camera, aveva parlato - o meglio, spettegolato - con Sophie e si erano coricate verso la mezzanotte. Tutto normale e regolare.
"Devo smetterla di pensare a lui come un uomo... André è un caro amico, solo questo per me. Non posso sognare di fare l'amore con un amico che tra l'altro ama anche una tua amica, non ha senso, no? Mi sto costruendo solo castelli in aria, non accadrà nulla o almeno spero. Ora concentrati, non pensare più a lui perché non sei pagata per fare questo, ricordatelo! Sei pagata per pulire, lavare, stirare e aiutare quella pazza di Oscar che vuole nascondere al mondo di avere la tisi. Ma in che guaio mi sono andata a cacciare..."
Pensò mentre saliva le scale che portavano alle camere padronali, la casa era ancora immersa nel silenzio. Solo lei ed altre due cameriere, insieme alla governante, erano sveglie. Aprì piano la porta della camera di Oscar e vi entrò, per chiuderla poi a chiave. Nessuno doveva interromperle. Si avviò tranquilla verso le grandi finestre e iniziò a scostare le pesanti tende, permettendo così alla luce di entrare nella stanza.
Legò i cordoni attorno al pesante tessuto, in modo che non si chiudessero le tende e si incamminò verso la tenda posta vicino al letto della donna, eseguendo gli stessi gesti. La luce questa volta entrò violenta e sentì le lenzuola muoversi dietro di lei.
"Bene, è viva! Stavo iniziando a preoccuparmi " 
Si girò verso il letto e sorrise: Oscar le dava le spalle e probabilmente era rannicchiata sotto le coperte a giudicare dalla forma delle lenzuola. 
«Oscar? E' ora di svegliarsi »
La donna mugugnò qualcosa di incomprensibile, Celine alzò gli occhi al cielo. Fece qualche passo verso il letto e, appena fu vicina, tirò le lenzuola da Oscar. 
«Buongiorno Oscar! »
Disse sorridente poggiando le mani sui fianchi soddisfatta mentre osservava Oscar sollevarsi e sedersi sul letto con i capelli arruffati e il viso sporco di sangue. 
«Oscar... »
«Ho passato una nottataccia, per un istante ho creduto di morire »
Oscar si voltò a guardare la fodera del cuscino macchiata di sangue, Celine restò immobile a guardarla, aspettando che finisse il suo racconto. Oscar si morse il labbro, imbarazzata.
«Ho provato a fare respiri profondi come ha detto il medico ma non ce la faccio... »
«Non credi sia il caso di fare una visita? Hai un'aspetto terribile »
«In effetti mi sento come se una carrozza mi sia passata addosso e non mi abbia ucciso »
Oscar poggiò la fronte sulla spalla della ragazza e tossì un po', coprendo la bocca con la mano, e questa volta non uscì sangue. Celine cercò il suo sguardo.
«Non succede sempre, solo quando tossisco violentemente »
Le spiegò tremando, poi si alzò lentamente dal letto e si avvicinò alla bacinella d'acqua, rinfrescandosi il viso. Oscar tamponò il viso con il telo morbido e si voltò a guardare le lenzuola sporche di sangue.
«Non ho neanche più il mio... periodo »
Sussurrò a bassa voce poggiando la mano sul vetre magro, Celine aggrottò la fronte ma non ebbe il tempo di chiederle spiegazioni. 
«Come lo nascondo? Non è normale perdere sangue dalla bocca! »
«Diremo... sì diremo che hai perso sangue dal naso, semplice. Sono cose che possono capitare, tu non preoccuparti me la vedo io con la governante e con il resto delle cameriere »
Oscar annuì rapida e iniziò a togliere la camicia da notte, restando solo in intimo. Celine distolse lo sguardo, un po' per il pudore, un po' perché il corpo di Oscar le faceva impressione. Sapeva che per lei mangiare era un'impresa titanica e che il suo corpo non accettava con piacere un pasto più sostanzioso, ma non avrebbe mai immaginato di vederla così. Se si fosse piegata in avanti, probabilmente avrebbe potuto vedere le ossa della colonna vertebrale.
«Sono una donna orribile »
Disse Oscar all'improvviso e Celine alzò lo sguardo verso di lei, sorpresa. La bionda stava guardando il suo riflesso nello specchio, girava il viso, i fianchi e si guardava attentamente, guardando poi un piccolo livido che colorava di scuro la sua coscia. 
«Guardami Celine, secondo te sono bella? No, non credo. Non ho un bel viso, non ho un bel corpo, non ho forme, non ho i modi io... non mi sono mai sentita tale. Forse... »
Non continuò la frase, portò una mano alla bocca e trattenne i singhiozzi. Celine provò ad avvicinarsi ma Oscar le fece cenno di fermarsi.
«Sto bene, scusami »
«Hai bisogno di sfogarti, non puoi tenerti tutto dentro o prima o poi esploderai »
Oscar annuì e si asciugò le lacrime rapidamente, accennandole un debole sorriso. 
«Non so davvero cosa farei senza di te »

C'era uno strano movimento in cucina quella sera, soprattutto da quando Oscar e André erano tornati. Non aveva ancora avuto modo di andare a controllare di persona e Oscar le sembrò molto agitata. 
«Oscar? Ti senti bene? »
La donna alzò lo sguardo su di lei rapidamente e annuì, immersa nella vasca da bagno, senza aggingere una parola. Ogni tanto si chiudeva in sè stessa, lo faceva quando aveva bisogno di pensare o quando voleva essere lasciata in pace. Celine finì di preparare il letto per la notte e Oscar, dietro di lei, la osservava silenziosa. 
«Ti porto qualcosa da mangiare, sforzati ad ingerire almeno qualcosa »
Le chiese supplichevole e lei accennò un debole sì. La lasciò che riposava tranquilla, riscaldata dal torpore del camino, sul divanetto. Appena chiuse la porta fece un sospiro e poggiò la fronte sul legno della porta. 
"Come posso aiutarla se in momenti come questo non si fa aiutare?"
Si avviò verso la cucina e nel tragitto fu prevalsa da una sensazione di sconforto e di impotenza tale da farla bloccare. Erano successe troppe cose insieme e all'improvviso. La malattia di Oscar, le sue ricadute, il dover mantenere il segreto... non sapeva fino a quanto avrebbe retto. Non riusciva a sopportare l'idea di vederla tossire sangue e di sentirla delirare per la febbre. Le veniva da piangere.
«Celine va tutto bene? »
La ragazza alzò il capo, stupita, e vide André guardarla preoccupato. L'uomo poggiò le mani sulle sue spalle e, non sentendo alcuna risposta, provò a scuoterla.
«Celine? Cosa succede? »
«A-André... »
Gli occhi di Celine si riempirono di lacrime, André l'abbracciò forte e lei si lasciò andare ad un pianto disperato.
   
 
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