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Autore: Lady_Snow    01/12/2019    0 recensioni
Tahira è una figlia del deserto: il suo mondo gira intorno alla carovana che naviga da una città all'altra, oasi in mezzo ad una distesa infinita di sabbia.E' una quasi-donna forgiata tra tempeste, tradizioni di un popolo devoto al deserto e racconti dei rababa intorno al fuoco.
Il destino però ha altro in serbo per lei, e la ragazza verrà strappata al proprio mondo e catapultata nella capitale Zahrat Alsahra, in mezzo a intrighi, tradimenti e uccisioni: un mondo a lei sconosciuto che la spingerà verso l'età adulta.
Una storia fantasy immersa nel deserto, dove ogni granello è sabbia e la sabbia è ogni granello.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tutto intorno a lui era sconosciuto.
Il cielo non l'aveva mai visto così prima d'ora, maestoso e infinito. I disegni che faceva da bambino avevano preso vita; il sole era giallo e tondo in un angolo, una fascia magenta lo circondava, senza neppure una nuvola.
Il sole gli bruciava la pelle, era una sensazione allo stesso tempo bellissima e orrenda.
I piedi erano immersi nella sabbia e all'orizzonte poteva vedere solo montagne infinite e gialle come il fieno. Non c'era nient'altro che sabbia intorno a lui, non un albero, non un ciuffo d'erba, solo sabbia a perdita d'occhio.
Il rumore di zoccoli e risate femminili ruppero la quiete, suoni piacevoli come rugiada in un quella tempesta di caldo.
Crine di cavalli scuri, maestosi, regali, si mescolavano con colori vivaci di vestiti fatti di seta, visi femminili nascosti dietro a dei veli lo fissavano come potevano fissare un'attrazione al circo o una pianta sconosciuta.
Ridevano, scherzavano, non capiva una singola parola di quella lingua fatta per esser cantata. Ogni suono era melodioso: se i musicisti di un passato avessero potuto scrivere una lingua che potesse trasformare i suoni prodotti da un pianoforte, sarebbe stata quella.
In quel gioco di sabbia, scalpitii di cavalli e danze di veli dai colori accessi soltanto un paio di occhi attirò la propria attenzione.
Occhi sconosciuti, estranei, di un colore che pensava impossibile per uno sguardo o una persona: erano bianchi. Non candidi, ma di un bianco come le perle custodite nei fondali dei mari più profondi, quelle che potevano essere sfoggiate soltanto dalle donne più ricche. era uno sguardo che avrebbe smosso eserciti e scatenato guerre, solo a un suo cenno. Lui era sicuro che sarebbe stato capace di affrontare anche gli Dei se fosse stato lei a chiederglielo.

Poi tutto ebbe fine.

Rumori di altri zoccoli, altri cavalli: li cavalcavano mantelli ombrosi che usavano quella lingua così melodiosa per urli che conosceva fin troppo bene. Gli uomini possono parlare in lingue sconosciute, ma quando si parla di guerra tutti si comprendono.
Urlavano infatti, turbanti neri che si mescolavano all'acciaio grigio delle lame ricurve che stavano facendo danzare in una melodia di morte sopra alle loro teste. Un galoppo continuo che investì impetuoso il gruppo delle giovani fanciulle.
Urli, sangue, il massacro fu veloce e impietoso.
La ragazza dagli occhi di perla riuscì a scappare, la vide lì che arrancava con i suoi bei vestiti colorati tra le pieghe di quel mare di sabbia. Dietro di lei un'altra ragazza la stava raggiungendo. Per un singolo secondo lui credette che fosse in salvo, ma fu un'illusione di breve durata: la ragazza vestita di verde estrasse un coltello piccolo, ma non meno letale delle spade ricurve e poi con un odio che si poteva percepire nonostante la distanza, fece scivolare la lama sul collo della ragazza con gli occhi perlati. Le disegnò un sorriso lungo il collo e per un attimo lei ebbe due bocche, ma dalla seconda iniziò a uscire sangue denso che colorò i suoi bei vestiti.
In quei secondi in cui la vita tramonta e la morte inizia a danzare come un unica vincitrice, lei lo fissò, le labbra si mossero e la mano si allungò nella sua direzione. Anche se non stava emettendo nessun suono riconobbe cosa stesse cercando: aiuto.
Lui non potè far nulla se non guardare quella danza magistrale, magnifica ed elegante che è la morte.

 

Ed è questo che potrete fare anche voi, gentili ascoltatori, assistere impotenti a questa danza di intrighi, amori e giochi di potere. Potrete emozionarvi, amare, odiare, ma nulla di più. Gli eventi che sto per raccontarvi sono già stati scritti nelle pagine della storia: per quanto potrete desiderarlo, non potrete far assolutamente nulla per cambiare ciò che è già stato scritto.
Perciò sedetevi e continuate a leggere le storie del deserto che solo i menestrelli più eruditi possono conoscere, perchè tutto quello che viene scritto sulla sabbia scompare in un semplice soffio di vento caldo.

E fate silenzio: il sipario sta per esser alzato e lo spettacolo sta per iniziare.

  
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