Per fortuna la Tataranni era ancora in ufficio quando Calogiuri assieme ad una Monica molto
intimidita bussarono alla sua porta.
“Avanti”
“Dottoressa, la signorina Parisi vuole dirle qualcosa” disse il carabiniere.
Quando Imma alzo' gli occhi verso di lei Monica si senti' trafiggere dal suo sguardo.
“Ecco io appena finito il lavoro mi sono messa su youtube e...ho trovato un video...”
“Io non me ne intendo di tecnologia ma sono piuttosto sicura, signorina, che quel sito sia fatto
apposta percio' la cosa non mi stupisce affatto” disse il procuratore con un tono a meta' tra il duro e
il sarcastico che non sfuggi' alla segretaria del suo capo.
“Ci mancava solo che facessi la figura della scema” penso' Monica.
“Ma certo dottoressa, intendevo dire un video che forse puo' essere utile alle indagini”
Un lampo passo' negli occhi del magistrato.
“Prego, me lo mostri” disse spostandosi per farle spazio al pc.
Con lieve impaccio Monica inizio' a digitare fino a trovare il video in questione.
Video che non durava neanche cinque minuti ma ne bastarono due scarsi per indurire ancora di piu'
se possibile, i lineamenti della Tataranni e far colorare di scuro gli occhi cerulei di Calogiuri.
A Monica sembro' persino che Imma stringesse il pugno.
Quei cinque minuti scarsi di riprese, sicuramente realizzati con uno smartphone mostravano un
gruppo di ragazzi, piu' femmine che maschi in realta', prendersi gioco di Simona con risate e
battutine varie mentre lei tentava di allontanarsi velocemente.
“Calogiuri, domani dobbiamo mostrarlo a Vitali” sentenzio' la Tataranni alzandosi.
Uscirono tutti dandosi la buonanotte senza mezza parola di ringraziamento per Monica ma la cosa
non la stupi' affatto: l'egocentrismo del pubblico ministero le era noto da tempo e tuttavia non
poteva fare a meno di sentirsi stupida.
Come poteva pensare di ricevere un seppur striminzito “grazie”?
Nessuno l'avrebbe mai ringraziata neanche se si fosse messa a pulire tutti i pavimenti della procura
con la lingua, doveva solo lavorare e stare zitta, gia' lo stipendio era un miracolo.
“Che si arrangino tutti quanti!” disse ad alta voce incamminandosi verso casa.
“Dottor Vitali, ho le prove per poter riaprire il caso di Simona Telesca” annuncio' Imma Tataranni
aprendo la porta dell'ufficio del suo capo quasi senza bussare.
“Di cosa sta parlando dottoressa?” chiese lui gia' toccando in tasca il fazzoletto che sicuramente
avrebbe usato per asciugarsi il sudore dalla fronte.
Monica questa volta chiuse la porta del suo ufficio e si rimise a lavoro preparandosi ad ignorare le
voci di entrambi che le giungevano seppure smorzate dalle pareti.
Dopo circa dieci minuti si sentirono dei passi ritmati da un “tic tic tic” sottile e si senti' bussare alla
porta.
“Avanti” disse Monica in tono neutro.
Sulla porta ormai aperta vi era la Tataranni quel giorno con un maglione arancione che faceva a
pugni con i suoi capelli ma che comunque le donava dovette riconoscere la ragazza.
“Signorina, potrebbe venire nello studio del dottor Vitali per cortesia?” le disse con lo stesso tono
con cui di solito al telegiornale si annunciavano le catastrofi.
Monica si alzo' senza dire una parola e le rivolse uno sguardo ostile quando le passo' accanto che
colse Imma di sorpresa e che ricambio' con un'occhiata perplessa.
“Venga venga pure avanti signorina” disse Vitali improvvisamente gentile “si accomodi”.
Monica si sedette guardinga su una delle sedie davanti alla scrivania del suo capo mentre Imma
rimase in piedi al suo fianco.
“Come le dicevo dottor Vitali, bisogna assolutamente riaprire il caso di Simona Telesca: e' spuntato
fuori un video online nel quale la ragazza era fatta oggetto di battute ed insulti anche piuttosto
pesanti. Video che in qualche modo potrebbe essere collegato al suo suicidio, se e' stato un
suicidio” enuncio' a macchinetta.
“Video che non avremmo mai trovato se non fosse stato per la qui presente signorina Parisi”
concluse guardandolo negli occhi mentre Monica sarebbe voluta sprofondare nel pavimento.
“Molto bene. Allora come pensa di procedere?” chiese Vitali stranamente tranquillo.
“Identificando e convocando quei ragazzi ed i loro genitori ovviamente” rispose Imma in tono
risoluto.
“Mi faccia sapere. Puo' andare, anche lei signorina, torni pure al suo lavoro”
Monica si alzo' e usci' dall'ufficio seguita poco dopo dalla Tataranni e non pote' fare a meno di
abbassare gli occhi quando lei la guardo'.
“Coraggio rimettiamoci al lavoro, abbiamo ancora molto da fare” disse Imma apprestandosi a fare
varie telefonate agli esperti informatici che conosceva per poter rintracciare chi aveva messo quel
video online mentre Monica rientrava nel suo ufficio.
Non sapeva perche' ma le era sembrato di cogliere l'ombra di un sorriso sul suo volto.
Venne fuori che il video era stato messo online dal cellulare di una certa Fabiola Sileo, compagna di
classe di Simona e il procuratore decise di iniziare da lei.
Monica vide passare davanti al suo ufficio madre e figlia quest'ultima con l'aria di chi e' convinta
che sua presenza al mondo sia un privilegio fatto agli altri ed entrarono nell'ufficio della Tataranni.
“Ma signora….” senti' dire dall'altra parte del muro.
“Qui qualcuno vuole morire giovane” penso' continuando a scrivere al pc.
“Dottoressa prego” senti' replicare la Tataranni in un tono cosi' tagliente che Monica vide
distintamente una decina di pugnali conficcarsi nelle pareti.
“Si, dottoressa...la mia bambina non ha fatto niente di male, un video messo su internet, quale
quattordicenne oggi non lo fa...”
“Signora Sileo, allora forse non mi sono spiegata bene: in questo video sua figlia e i suoi compagni
prendevano pesantemente di mira una coetanea che e' stata trovata morta” disse Imma in tono
secco.
“E la colpa e' di mia figlia? Era solo un gioco tra bambini...se quella ragazzina si e' davvero suicidata
per questo forse era solo un po' troppo sensibile” rispose la donna.
“Certo. Dicono tutti cosi'” penso' Monica premendo i tasti piu' forte del solito.
“Non e' colpa mia se alcuni non sanno stare agli scherzi” disse la ragazzina in tono arrogante.
“A giudicare dal video Simona non rideva affatto mentre tu e gli altri si. Potete andare. Vi chiedo
pero' di rimanere a disposizione”.
Le due uscirono e dopo un po' arrivarono due genitori con un ragazzino in felpa e jeans.
“Procuratore, mio figlio ha solo quattordici anni, era il caso di convocarlo qui come un criminale?”
chiese il padre, evidentemente abituato a fare la voce grossa.
“Signor Andrisani, nel video di cui stiamo parlando e' presente anche suo figlio percio' se permette e'
il caso eccome” rispose la Tataranni.
“Era solo uno scherzo, volevamo divertirci” disse Guglielmo con un sorrisetto.
“Voi, non certo Simona” disse la pm.
“Insomma dottoressa, queste sono cose da ragazzi...” inizio' sua madre.
“Signora, anche io ho una figlia ma per quel che ne so io di solito le cose da ragazzi non finiscono
con una quattordicenne morta” disse Imma.
“Ma come si permette di accusare mio figlio??” inizio' a sbraitare il marito.
“Calmati amico, o uscirai da li' pronto ad entrare come voce bianca nel coro della chiesa” penso'
Monica.
“Io non accuso proprio nessuno mi limito ad esporre i fatti, inoltre mi pare che qui ci stiamo
scordando tutti che una coetanea di suo figlio e' morta quindi se permette tutto fa brodo come si
dice.
Ho saputo che Guglielmo e' un campioncino di nuoto, nella categoria ragazzi se non vado errato”
replico' calma la Tataranni.
“Due volte campione” disse il ragazzo in tono arrogante.
“Bene bene, lo sai come si dice no? Da un grande potere derivano grandi responsabilita'” rispose il
procuratore.
“Come?” chiese il ragazzo in tono confuso.
“Di Battisti e Mogol, del Festivalbar: ma che ne sanno i duemila?” penso' Monica continuando a
lavorare.
Pian piano tutti i ragazzini del video vennero convocati assieme ai genitori ma piu' di quello non
potevano fare, cosi' Imma usci' dall'ufficio non particolarmente soddisfatta.
In quel momento senti' la voce di Maria Moliterni dire a Monica
“Salvami questi fascicoli su file prima di uscire”
“Si dottoressa” rispose.
“Ah Monica...ricordati di dare a Vitali l'elenco dei nomi dei ragazzi nel video che oggi tra una cosa e
l'altra me ne sono scordata” le disse Imma fermandola nel corridoio.
“Si Procuratrice” rispose chiudendosi nel suo studio mentre la Moliterni cambiava espressione ed
Imma usciva dall'ufficio con la soddisfazione che le scorreva dentro come un fiume in piena.