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Autore: EnchantressinNight    02/12/2019    0 recensioni
Un mondo a cui ha sempre sentito di non appartenere da una parte. Uno che l'ha attesa per secoli dall'altra.
Amethyst si ritroverà presto artefice e vittima del proprio destino, che la porterà inevitabilmente a lottare per salvarli entrambi.
Tra amicizie, straordinarie creature ed amori incredibili, ella dovrà combattere con tutte le sue forze per non soccombere all'oscurità che avanza inesorabile, minacciando di inghiottire tutto ciò che incontra.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Non-con, Tematiche delicate
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Hunter's pov

Mio padre occupa la seduta più rilevante al tavolo del Consiglio, una sorta di trono in legno scuro decorato con bassorilievi in ferro ed ornato da pietre preziose di ogni tipo. Alla sua destra siede mia madre che è, a tutti gli effetti, colei che prende le decisioni più importanti. Lei è più diplomatica e meno guidata dal proprio temperamento; la sua presenza è necessaria per raggiungere i numerosi compromessi senza cui queste riunioni sarebbero del tutto inutili. Mia sorella non dovrebbe nemmeno essere presente eppure eccola, che svolazza tra le sedie come un folletto servizievole; è forse questo il livello di disperazione a cui è giunto mio padre? Talmente deluso e rancoroso verso di me da offrirle un seggio tra gli adulti? Lei che è soltanto una bambina troppo cresciuta, lei la cui azione più responsabile è stato tentare di uccidere metà del regno? Come siamo giunti a questo?
«Non ci hai lasciato altra scelta» lo zio batte la propria lancia a terra emettendo un suono che rimbomba per la stanza, tutti tacciono alla sua presenza, ognuno immobile sulla propria seduta in segno di rispetto. Soltanto quella viscida di mia sorella si getta ai suoi piedi con fare venerante, abbracciandogli le ginocchia come un cucciolo fedele. Ma d'altronde è pur sempre figlia di nostro padre, maestro nell'ingannare e totalmente incapace di provare senso di colpa. Dovrebbero vergognarsi invece ne fanno un vanto! Se fosse per me la prenderei per i capelli e la getterei in un angolo, dove merita di stare, ma in questa famiglia tendono tutti ad essere troppo indulgenti con lei. Certo, sono io la pecora nera!
L'anziano mi si avvicina e mi costringe ad alzarmi per stringermi in un abbraccio, avvenimento più unico che raro, per uno della nostra razza. «Bentornato...come ti fai chiamare ora?» sorrido grato per questa sua dimostrazione di intelligenza, che invece sembra scarseggiare tra i parenti restanti «Hunter, Hunter Davis» svelo, orgoglioso del nome che mi sono scelto e che sento realmente mio. «Mi piace. Nonostante io avrei pensato a qualcosa di più classico non posso negare ti stia molto bene. Denota la tua grande forza, sono fiero di te, nipote» gli sorrido semplicemente «Grazie zio, lo apprezzo molto» confesso tornando a sedermi.
Dalla porta mia cugina, o forse dovrei dire zia, anche se in realtà non siamo nemmeno imparentati, scoppia in una fragorosa risata totalmente fuori luogo. «Scusate, pensavo fosse una gara di barzellette e, devo ammettere, quest'ultima era davvero molto divertente» mi volto per fulminarla con lo sguardo, è sempre stata un'altezzosa, impertinente e fastidiosa donnucola. Tutta apparenza e buone maniere ma pronta a pugnalarti alle spalle alla prima occasione. Solo un altro parassita fastidioso, deve essere per questo motivo che si trova tanto a proprio agio con la mia sorellina; quelle due sono uguali. «Anche se non sei in accordo con le sue parole devi rispetto a mio fratello, così come a chiunque altro qui. Non serve ti ricordi perché sei ancora accettata tra noi anziché essere stata esiliata, come meriteresti, vero?» le parole dure dell'uomo ramato placano tutti gli animi tormentati poiché, se qui c'è una cosa che tutti sanno, è che subito dopo lo zio è lui che dovrebbero ringraziare se vengono ancora accolti al Consiglio.
«Ebbene? Per quale motivo ci hai voluti riunire, padre?» penso di parlare a nome di tutti quando pongo la domanda che, so per certo, frulla nella testa dei presenti. Nessuno oserebbe essere tanto diretto con lui, è risaputo abbia un caratteraccio e che non sappia gestirlo, nessuno tranne me; mi preferirebbe morto anziché qui, quindi cos'altro potrebbe farmi? Odiarmi più di quanto non faccia già? Sono pronto anche per questo. «Credo sia cosa nota che il qui presente... Hunter» pronuncia il mio nome con il disprezzo nella voce «Dovrebbe succedermi alla guida del nostro popolo, tanto quanto credo sappiate che se potessi fare altrimenti non sarebbe su di lui che ricaderebbe la mia scelta» mi sfida volutamente, alludendo al fatto che mia sorella sarebbe certamente una regnante migliore di me ma che, purtroppo, per motivi di successione, non potrebbe eleggerla tale se non dopo la mia dipartita. Purtroppo per entrambi loro è piuttosto difficile uccidermi, ho la pelle dura io!
«Vi ho, pertanto, riuniti per discutere di questioni tanto importanti quanto urgenti, specificatamente di una minaccia che ci coinvolge tutti, più o meno direttamente» continua camminando avanti ed indietro per la sala, come faticasse a restare fermo mentre parla «Sono venuto a conoscenza dell'esistenza di un essere che si credeva sconfitto ormai da secoli, che potrebbe annientarci se solo arrivasse a scoprire cosa si cela in lui» tutti tacciono, in attesa. «Ho inviato i corvi di mio fratello a cercarlo senza riuscire, però, a scoprire in quale corpo si nasconda. Potrebbe essere un nostro amico, un vicino, o perché no, vostra moglie o vostra figlia. Vi chiedo, quindi, di prestare attenzione e di essere i miei occhi e le mie orecchie fino a quando non ne sapremo di più. Non possiamo permetterci di rischiare di essere deposti da un solo essere vivente» alzo un sopracciglio stupito. «Tutto qui? È questo il motivo di tanta preoccupazione? Lamentele e paura?» scuoto la testa in segno di disapprovazione«Mi aspettavo di più da te, padre. Immaginavo già qualche tuo incredibile stratagemma per farcela sotto il naso, come sei solito. Ma questo? Questo è davvero troppo, anche per te!» il disgusto mi sale fino alle labbra, lasciando dietro di sé il sapore amaro della bile «"Un essere potrebbe annientarci"» gli faccio il verso «Cosa sarà mai?! Un gigante con otto braccia e venti occhi?» una risata di scherno è d'obbligo, dopo una così palese manifestazione di stupidità «E voi che ancora lo state a sentire?! Mi meraviglio di quanto siate creduloni! Sapete bene che mente senza alcuno scrupolo ogni volta che gli fa comodo, ma nonostante ciò vi fidate ancora di lui. Come fate ad essere tanto ciechi?!» nessuno risponde, sono tutti troppo impegnati a fingersi indignati per le mie parole. C'è chi si sistema le gonne anziché guardarmi e chi ammira con entusiasmo la propria immagine riflessa in uno specchio, chi è già pronto a brandire la propria arma e chi, invece, si gira semplicemente da un'altra parte.
«Questa volta è diverso, figliolo, tuo padre sa quel che dice. Nessuna menzogna è uscita dalle sue labbra, resta con noi, te ne prego. Non voglio perdere un altro figlio per mano di un essere che, uniti, potremmo facilmente battere» mormora mia madre malinconica pensando al mio defunto fratello, tanto giovane e buono quanto incredibilmente ingenuo. «No madre, non è a causa di un mostro se lui è morto, la colpa è da ricercare nell'uomo egoista che ti siede accanto e che tu, tanto amorevolmente, chiami marito!» esclamo alzandomi di scatto «Non azzardarti a mettere piede fuori da questa sala, oppure puoi anche ritenerti escluso da questa famiglia» mi minaccia mio padre «Su, coraggio, fallo. So che non vedi l'ora!» lo incalzo allontanandomi dal mio seggio «Sei solo un patetico burattino» sussurro, certo però che mi abbia sentito. «No Loki, lascialo andare. È quello il suo destino» grida mio zio dal suo alto scranno.
   
 
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