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Autore: Mercurionos    02/12/2019    1 recensioni
ULTIMO CAPITOLO: Alba e Cenere:
E lì, nell’ombra silenziosa e fredda,
sotto lo scampanellio della pioggia,
Vegeta volse lo sguardo alle proprie spalle,
e la vide.
L'Impero Galattico di Freezer, tirannico dittatore di tutto ciò che esiste: un periodo oscuro e inenarrato. Il rinnovato nucleo dell'impero attende tre guerrieri saiyan, gli ultimi della propria specie, predestinati a mostrare il proprio valore all'Universo. A partire dagli ultimi giorni del Pianeta Vegeta, fino a quel fatidico 3 Novembre, e oltre, nel massimo rispetto del magnifico Manga di Akira Toriyama.
Parte di "Dragon Ball: Sottozero", la vita dell'eroe che non abbiamo visto crescere.
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Freezer, Nappa, Nuovo personaggio, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball - Sottozero'
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Capitolo 7 – Gli Ultimi Saiyan e l’Alba di Sangue, Parte 1 – Anno 1, 1 Germinale / 39 Fiorile
 
Il primo mese passò, lasciando gli studenti dell’accademia pronti ad un altro periodo di studio. Ma così non sarebbe stato. I moduli introduttivi di ogni materia erano stati tutti completati proprio negli ultimi giorni di ventoso: strategie di attacco e difesa, criteri di invasione, tecniche sanitarie e stime analitiche. Ora stava ai cadetti applicare la teoria alla pratica. Tutto ciò non pareva interessare alla classe migliore della scuola, che si sollazzava grazie all’intrattenimento offerto da Radish: quando cominciava a parlare con Pump o Vegeta, finiva sempre col catturare l’attenzione dei compagni, che si univano in fretta alla discussione, trascinati dal fervore comico ma al contempo serio delle parole del saiyan.
 
L’unico che non si era fatto trascinare, perlomeno oltre a Vegeta, che restava incollato con la schiena al muro come il figo tenebroso qual era, era Gladyolo. Nervosamente, il principe passava in continuazione la mano tra i propri capelli, scostandoli dalla fronte. Poi, suonò la campanella. Con velocità di reazione impressionante, Gladyolo schioccò le dita e passò la mano sullo schermo che, illuminandosi di scatto, spaventò gli studenti. Richiamata l’attenzione della classe, il rappresentante cominciò a parlare.
 
“Come avrete già sentito negli ultimi giorni, oggi ci verranno assegnate le nostre prime missioni dall’accademia. Abbiamo già tutti partecipato a missioni militari nel passato, ma questa volta dovremo sfruttare ciò che abbiamo imparato nell’ultimo mese. Da quello che so, svolgeremo le missioni a gruppi di due squadre per abituarci a questo tipo di azioni. Dopo sarà la professoressa Degrane a consegnarci le missioni, anche se riceveremo le direttive in busta chiusa, quindi sarà il caso a decidere quale compito- Sì, Krumbo?”
 
Un ragazzo in fondo alla classe aveva alzato goffamente un braccio per farsi notare dal capoclasse: “È vera la storia delle missioni speciali?” Gladyolo sbuffò, e gli rispose: “Sì, l’ho sentita anche io. Una delle missioni che verranno assegnate ad ogni classe sarà specificamente stilata da un professore. Se la missione ha buon fine, si guadagnano un po’ di punti nella materia curata da quel dato prof. Però da quello che ho capito tutte le squadre devono ciclicamente prendere parte ad una missione speciale: la prima distribuzione delle squadre sarà a nostra discrezione, poi gli abbinamenti verranno ripetuti automaticamente dal sistema. Si ricomincia ad ogni ciclo. Capito?”
 
Gladyolo non ebbe il tempo di meravigliarsi delle facce confuse e contorte dei suoi compagni perché sulla soglia della porta era comparsa la piccola figura di un professore. Sorbet entrò nell’aula a bordo del suo dischetto volante, tenendo quattro buste in mano. Con uno sguardo scontroso, cacciò il capoclasse al suo posto, poi cominciò a parlare: “Allora… Vi assegno io le missioni al posto della professoressa Degrane. Qui dentro ci sono le missioni che dovrete svolgere nei prossimi cinque giorni. Nei giorni successivi analizzeremo il vostro operato durante le lezioni. Disponetevi in gruppi da due squadre, su.”
 
Nessuno aveva ancora pensato alla divisione delle squadre, ma in fretta gli alunni si raccolsero in quattro gruppi da sei. Sorbet esaminò un attimo le squadrette, poi cominciò a distribuire i plichi, dopo averli mischiati un paio di volte: “Quindi, eccovi le direttive. Appena ve li do aprite la busta e fatemi vedere che missione avete ottenuto. Bene… Squadra due-tre: sopravvivenza su Cold, la prima luna del pianeta. Squadra cinque-otto: ricognizione sul pianeta boscoso di Handor. Squadra sei-sette: assistenza sulla base ai limiti del sistema, su Rim. Quindi, squadra uno-quattro: Missione speciale.”
 
Quando Sorbet allungò la mano porgendo il plico a Gladyolo, lui attese prima di prenderlo. Tutti i presenti trattennero il respiro e guardarono il capoclasse in silenzio tombale. Gladyolo aprì la busta, senza guardare in volto nessuno; prima ancora che potesse leggere, comunicò il contenuto della missione: “Missione speciale di ricerca su Ilum.”
 


Gli studenti cominciarono lentamente ad uscire dall’aula per prepararsi alle missioni che erano state loro assegnate. Vegeta si avvicinò agli altri componenti del gruppo e strappò i fogli contenenti le direttive dalle mani di Gladyolo. Questi non disse nulla. Senza assumere un’espressione precisa, il ragazzo si voltò verso il saiyan e attese la sua reazione.
“Allora? Si può sapere perché fai quella faccia?” Vegeta era infastidito.
“Dai Vegeta, fai vedere.” Radish prese a sé i fogli e lesse alcuni punti: “Pianeta Ilum… Completamente ghiacciato… In un altro sistema?”
 
“Allora, cosa dobbiamo fare, Radish?” Pump stava già spintonando l’amico per poter leggere la missione: “Dobbiamo trovare un cristallo di Cera-… Crema-… Creme-…” Radish la osservava con un sopracciglio alzato. Cremisalbite. L’obiettivo della loro missione era recuperare un pezzo di cristallo di medie dimensioni, estraendolo dalla superficie del pianeta ghiacciato situato ben lontano dall’Accademia. Quando ebbero finito di leggere le istruzioni, notarono che erano rimasti da soli: Vegeta e Gladyolo erano già usciti. In quel momento, Radish si accorse che oltre a lui e alle due ragazze, un’altra persona stava leggendo le direttive della loro missione.
 
“Ah… Ehm, ciao.” Radish salutò il ragazzo tracagnotto che si era trovato davanti.
“Ah! – Dylia si accorse di aver tralasciato qualcosa – Scusatemi, non vi avevo ancora presentato! Questo è Bueno, il terzo membro della nostra squadra.” Nonostante la giovanissima età, Dylia era molto ben educata, e straordinariamente forbita nel linguaggio, similmente a suo fratello. Il ragazzo intanto si raddrizzò, tentando di vincere la propria bassa statura. Aveva un comportamento giovanile, ma la ruvida pelle azzurrina e il pizzetto blu ben curato rendevano difficile stimare per bene la sua età.
 
“Salve, me ‘iamo Bueno.” Accennò un inchino verso Pump, poi allungò la mano verso Radish. Dopo un istante di esitazione Radish accettò calorosamente il saluto, colpito dalla compostezza del ragazzo. O uomo. O nonno. Non che fosse ben chiaro. Ma poco importava: Pump aveva già sfoggiato uno dei suoi più smaglianti sorrisi, tanto che quasi subito tutti i presenti dimenticarono la faccenda della missione. Sarebbero partiti proprio qualche ora più tardi, in modo da avere più tempo a disposizione per completare la missione.
 
“Ehi! Ho detto di fermarti! Stronzo!” Vegeta stava inseguendo Gladyolo, fuggito in fretta dalla classe, attraverso i vuoti corridoi dell’edificio. Il ragazzo si fermò: “Che cosa c’è?”
“Si può sapere cosa ti è preso? Cos’ha la missione di strano?”
Gladyolo si girò e scrutò nei corridoi accanto. Una scossa attraversò il suo corpo, e i suoi occhi cominciarono a risplendere di luce bianca. Le convulsioni sul suo viso finirono poco dopo, ma l’espressione del ragazzo non mutò: “Bene, siamo soli.”
“Allora, puoi parlarmi o no adesso?”
“Il mittente della missione è Sorbet. Visto che la prima missione speciale è stata “per caso” assegnata a noi può darsi che non sia un caso.”
“Perché? Perché devi spiarmi per Freezer?”
“Non dirlo con tanta leggerezza. Se Sorbet è alla diretta dipendenza di Freezer può darsi che ci sia sotto di più. Inoltre oggi non doveva consegnarci lui le missioni.”
“Vedi di calmarti…”
 
Gladyolo guardò negli occhi il principe.
“Non ho mai neanche sentito parlare di Sorbet prima dell’Accademia. E ho vissuto per anni accanto- sotto a Freezer. Se mai c’è sotto qualcosa, vorrà dire che Sorbet vuole servirsi di noi per fargli un favore.” Ammise Vegeta, visibilmente annoiato.
“Pensi forse che le missioni funzionino così?”
“Secondo te no? Mi sembra ovvio, visto che le missioni speciali vengono assegnate da un singolo professore. L’hai detto tu, no?”
Gladyolo tornò a fissare il pavimento.
“Ci sfruttano semplicemente per fare i loro comodi. Fine. Lo fanno sempre. E datti una calmata, non sembri tu.”
Il ragazzo biondo rispose secco: “…Sono tranquillo. Stavo solo pensando.”
“E allora smettila di pensare.”
 
Quando finalmente Vegeta tornò nella propria stanza, Pump lo salutò con sarcasmo: “Ben tornato, altezza.” Dal bagno si senti uno sputo di dimensioni astronomiche: chiunque avrebbe fatto fatica a trattenere una risata, figuriamoci qualcuno come Radish. Il principe riservò uno sguardo di morte e disprezzo alla ragazza, ma si distrasse subito: “Siete pronti per partire?” Radish uscì in quel momento dal bagno, mentre si stava mettendo l’armatura bianca e oro: “Vedi di sbrigarti. Ora pranziamo, poi partiamo subito.” Vegeta cominciò a raccogliere i vestiti, e Pump accese il teleschermo. Sulla parete comparve l’immagine di un pianeta bianco-grigiastro, contornato da scritte.
 
“Guarda Veggy – Pump si rivolse a Vegeta – questo è Ilum. È lontano quasi due milioni di anni luce, quindi arriveremo circa a mezzogiorno domani. Dopo ci daranno le tute per resistere al freddo visto che altrimenti… Crepiamo.”
“Interessante. Andiamo a mangiare.”
Vegeta uscì dalla stanza con lo zaino in spalla, lasciando a Radish il compito di trattenere gli strattoni iracondi di Pump.
 
Il gruppo finì in fretta il pasto, chiacchierando animatamente con Bueno.
Insieme, in seguito si recarono allo spazioporto della città; una volta identificati, vennero messe loro a disposizione le Sfere da Assalto, ma, proprio quando stavano per avvicinarsi alle navicelle, vennero fermati da Sorbet.
“Professore, – Gladyolo esordì prima degli altri – siamo pronti a partire.”
A questi non parve interessare molto. Il professore porse a Radish un foglietto con la foto di un cristallo rosso: “Questo è l’oggetto della missione. Trovatelo entro quattro giorni e portatelo indietro. Non si conosce molto bene, però posso dirvi che si trova incastonata nel ghiaccio, tendenzialmente in superficie. È un cristallo rosso e più leggero dell’acqua, è assolutamente l’unico modo che avete per identificarlo. Una volta trovato non fategli niente e mettetelo nel contenitore di isolamento. Ve lo hanno dato, vero? Bene. Adesso andate.”
 
I ragazzi ebbero giusto il tempo di osservare l’immagine della pietruzza rossa che il docente se ne stava già andando.
“Professore! – Pump gridò per sovrastare il rumore dei lavori in corso nello spazioporto – Non ci ha detto a che cosa le serve la pietra!”
“Non sono affari vostri!” E se ne andò.
Bueno di punto in bianco aprì bocca: “Che peso di mierda.” Pump e Radish non poterono far altro che ridere. Anche Dylia rise, ma tentò di non farsi notare dal fratello, voltandosi di scatto.
Uno alla volta salirono nelle proprie astronavi e spiccarono il volo verso lo spazio, gelido quanto la loro destinazione.
 


Note dell’Autore:
Sì esatto, ci sono missioni speciali, poi ci sono le missioni noiose. Proprio come in accademia!
 
Bueno è un alieno del pianeta Snak, e lo ho immaginato con un accento spagnoleggiante. Perché? Perché è “bueno”. Ridete.
 
Non perdetevi assolutamente la missione su Ilum! Che diamine è la cremisalbite? Perché ho deciso un nome così stupido per un cristallo?
   
 
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