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Autore: danyazzurra    07/12/2019    4 recensioni
Sirius è appena morto ed Harry si trova dentro l'ufficio del preside. L'unica cosa che riesce a pensare è ad un mondo dove lui non ha dovuto mai soffrire così, dove non è stato la causa della sofferenza o della morte degli altri. Un mondo dove Peter non ha tradito i suoi genitori, ma davvero sarebbe un mondo migliore?
Come avrete intuito è una what if...cosa sarebbe successo se Peter non avesse mai tradito Lily e James? un'idea pazza che mi è balzata in testa!! Spero che proverete a dargli una possibilità e che leggerete e mi farete sapere!! un bacione a tutti!!
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Ginny Weasley, Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Alyssa non aveva mai visto Voldemort.
I suoi genitori lo avevano sfidato più volte, persino suo fratello e Daniel lo avevano visto da vicino, ma a lei, nonostante fosse andata in diverse battaglie, non era semplicemente mai successo.
Forse per quello adesso non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Forse era per quello che la terrorizzava così tanto.
Da quando lui era arrivato tutto era scomparso intorno a lei, era come se sentisse una sorta di ipnosi verso quegli occhi rubino così freddi che la stavano osservando in silenzio.
Era come, seppur senza proferire parola, riuscisse a catalizzare tutta la sua attenzione.
E poi tutto quel silenzio.
Nessuno diceva niente, non vi era neanche un brusio o un minimo alito di vento. La sentiva come una specie di tortura psicologica, avrebbe tanto voluto urlare, combattere e reagire, ma era come bloccata.
Bloccata, rigida davanti a quell’uomo che di uomo non aveva più niente.
Il colorito della sua pelle era un misto tra un verde marcio ed un grigio cadavere, al posto del naso aveva delle narici serpentine e le labbra sembravano quasi scomparse.
Sembrava il mostro dei sogni dei bimbi.
“Alyssa Potter” disse e la sua voce era talmente gelida che sembrò che un vento freddo si fosse appena sparso per tutta la stanza.
“Mi hanno parlato di te, una Potter, una Mezzosangue…” s’interruppe e Alyssa vide tra le sue mani la propria bacchetta. Gliel’avevano portata via i Mangiamorte e ora era tra le mani di Voldemort.
“A chi hai rubato la magia?” gli chiese con una voce così monocorde che sembrava quasi la risposta non gli interessasse davvero e poi che risposta avrebbe potuto dargli?
Le sue labbra si stirarono in un sorriso e la bacchetta si ruppe semplicemente tra le sue mani.
Lo schiocco che le arrivò alle orecchie fu come un osso che si rompeva e le fece anche lo stesso male.
La sua bacchetta. Era la bacchetta che l’aveva scelta, era la sua bacchetta da sempre ed adesso era solo un pezzo di legno rotto. Sentì le lacrime salirle agli occhi e si morse l’interno della guancia, non voleva che lui la vedesse piangere.
Avrebbe lottato con le unghie per non farsi vedere debole da quel mostro.
Voldemort mosse la mano come se si stesse liberando di qualcosa di fastidioso e Alyssa vide la sua bacchetta divenire polvere.
“Non posso permetterti di continuare a rubare la magia… lo capisci, vero?” le chiese parlandole come ad una bambina e Alyssa riuscì a restare immobile, nonostante desiderasse scagliarsi contro di lui e picchiarlo.
Le aveva distrutto la bacchetta, ciò che c’è di più caro per un mago o una strega.
Sentiva come se un pezzo di sé se ne fosse andato.
Voldemort voltò la testa verso Draco e finalmente anche Alyssa riuscì a spostare gli occhi ed osservare per un attimo Draco, anche se anche lui, come lei in precedenza, aveva gli occhi fissi sul Signore Oscuro.
Draco aveva un sopracciglio rotto o perlomeno lo credeva perché perdeva talmente tanto sangue che sembrava stesse piangendo quel liquido cremisi.
Inoltre aveva una mano poggiata sul fianco e Alyssa era sicura avesse qualche ferita anche lì.
Lei, da quel punto di vista, poteva considerarsi fortunata, non aveva quasi niente.
“Giovane Malfoy” disse puntando gli occhi rubino su di lui “mi avevano detto fossi morto” gli disse, ma Draco restò in silenzio.
“Qualcuno pagherà questa leggerezza” aggiunse, come se invece del destino di uno dei suoi adepti stesse parlando del meteo.
“In ginocchio” gli disse e Draco cadde subito genuflesso.
Alyssa sentì un formicolio pervaderle le membra. Aveva voglia di intervenire, possibile che Draco non si opponesse per niente?
“Spiegati” disse soltanto e Draco si lanciò in una spiegazione che per Alyssa aveva dell’incredibile, ma alla quale Voldemort sembrava insensibile.
Si limitava a guardare Draco senza alcuna espressione in quel viso serpentino e quando Draco finì il silenzio cadde di nuovo.
Silenzio.
Una stanza piena di persone eppure non si sentiva neanche un bisbiglio.
“Sembra che il signor Malfoy sia stato un fedele Mangiamorte quindi…” disse soltanto “e il marchio?” chiese.
“Mio signore, se avessi tenuto il marchio nessuno avrebbe creduto alla mia storia” disse semplicemente.
“Capisco”.
“E hai ottenuto risultati?”
“Si fidano di me… avete una Potter grazie a me… avere il prescelto è solo questione di tempo con lei nelle nostre mani” rispose e la indicò con la testa.
Alyssa strinse i pugni, ma continuava a ripetersi nella sua testa che stava fingendo. Lui aveva liberato Ginny, avevano parlato per giorni interi di quanto fosse pentito per quello che aveva provocato, per tutte le morti che aveva permesso avvenissero.
Lui stava fingendo. Alyssa ne era sicura.
“Se ti ordinassi di ucciderla lo faresti? O moriresti?”
Alyssa vide gli occhi di Draco spostarsi un secondo su di lei, la stavano guardando con freddezza e cinismo e Alyssa cercò di ricacciare le lacrime in fondo a sé.
Stava fingendo. Stava fingendo per sopravvivere.
“Non ho la bacchetta” disse riportando lo sguardo su Voldemort.
Lui sorrise.
“Il giovane Malfoy qua crede che io sia uno stupido e sta usando tutta l’Occlumanzia che conosce per non mostrarmi niente di quel che pensa veramente…”
Alzò la bacchetta e senza neanche parlare Draco cadde a terra contorcendosi nei dolori più forti che avesse mai provato.
Lo stava maledicendo, Alyssa ne era sicura.
Mosse un passo, ma poi si fermò indecisa sul da farsi, non riusciva a capire cosa avesse in mente Draco, ma non voleva togliergli ogni possibilità.
Il tempo però le sembrava non passare mai. Le braccia e le gambe di Draco si piegavano e si stendevano in posizioni così innaturali che Alyssa si chiedeva come potessero non spezzarsi e le sue urla le stavano penetrando nel cervello quasi dolorose, come se fossero consapevoli del suo senso di colpa, di quanto le costasse restare immobile.
Non riuscì ad impedire ad una lacrima di scendere nel suo viso e proprio in quel momento Voldemort alzò la bacchetta e la tortura di Draco cessò.
Ad Alyssa sembrò di tornare a respirare, ma fu solo un secondo perché vide Voldemort voltarsi di nuovo verso di lei, un sorriso sulle labbra.
Sembrava quasi che avesse visto la sua lacrima e lo avesse reso felice.
Forse era quello che voleva quel maledetto sadico: le sue lacrime, ma Alyssa non gliele avrebbe date così facilmente.
Guardo per un attimo Draco. Sembrava privo di sensì, ma era vivo. Il suo corpo si muoveva a scatti, sicuramente per il respiro spezzato ed irregolare e Alyssa sentì il cuore dargli un battito doloroso.
“In ginocchio” le disse, ma Alyssa non aveva intenzione di farlo.
Quello che aveva appena visto, sommato ad anni di odio per tutto quello che aveva sempre fatto, come poteva inginocchiarsi davanti a lui?
“Alys” udì un sussurro talmente flebile da pensare che se lo fosse immaginato, ma prima ancora che potesse voltarsi per vedere se proveniva da Draco, le sue tibie produssero un rumore inquietante e poi si ruppero facendola cadere in ginocchio per pochi secondi prima che il dolore la facesse rotolare di lato.
Urlò portandosi una mano alle cosce come se potesse far smettere quel dolore, ma quando vide che un pezzo di osso le stava uscendo dalla pelle non riuscì a non inorridire.
Pianse e le sue urla di dolore si mischiarono alle risate dei Mangiamorte che seguivano quella del suo maestro.
Adesso non c’era più silenzio, adesso c’erano risate e urla di ammirazione.
“Mi servi viva, ma non per forza intera” disse con voce cantilenante Voldemort che fece un cenno ai suoi Mangiamorte, sicuramente per portarli via.
Dallo sguardo annebbiato di lacrime e dolore vide Draco guardarla e le sembrava quasi uno sguardo dolce, ma in quel momento non ne era sicura.
Non poteva essere sicura di niente.
Di niente, tranne del fatto di essere sola.
***
Lily strinse il bicchiere tra le mani, ma poi si accorse di non riuscire a portarlo alle labbra.
Le mani le tremavano troppo anche per quel semplice gesto per cui lo riappoggiò sul tavolo lasciando che le dita scivolassero su di esso fino a posarsi sui bordi.
“La troveremo” la voce di Mary le fece alzare gli occhi e per un attimo cercò di trovare un po’ di sollievo negli occhi della sua amica, ma fu solo un attimo.
Da quando aveva saputo di Alyssa le sembrava che niente nel suo corpo funzionasse più a cominciare dal suo cuore. Era come se un pezzetto di sé fosse scomparso con lei.
“Non puoi saperlo” si limitò a rispondere abbassando di nuovo gli occhi e vide Mary avvicinarsi “sì, invece” ribattè.
“James la troverà” disse semplicemente, ma Lily scosse la testa “James si farà uccidere”.
La semplicità con cui lo disse fece rabbrividire Mary. Era come se Lily si fosse rassegnata, come se la sua forte e combattiva amica avesse perso tutte le speranze e le forze con esse.
“Non dire così” la rimproverò, ma Lily sorrise di scherno “lo hai visto?” le chiese come se fosse la cosa più evidente del mondo.
“Era fuori di sé… non ragionava più”.
Mary sospirò e le prese le mani sentendole gelate.
“Sirius e Remus non lo permetteranno” le disse “Sirius e Remus lo proteggeranno ad ogni costo lo sai” le disse e Lily annuì ricacciando indietro le lacrime.
“E’ con Voldemort” disse guardandola negli occhi.
Era quasi come se la stesse pregando di trovare una soluzione anche a quello, di consolarla come aveva appena fatto con la sua paura verso James.
“Non lo puoi sapere”.
Lily scosse la testa “è con Voldemort… Harry ha visto che lo chiamavano e se anche così non fosse è la sorella del loro odiato prescelto…”
Storse le labbra come se pronunciare quella parola le desse un sapore aspro in bocca.
Mary sapeva che Lily odiava chiunque parlasse di Harry come il prescelto e non solo nelle file di Voldemort, ma anche in mezzo alla resistenza.
Per lei era il suo bambino che poi Voldemort avesse deciso di appendergli un bersaglio sulla schiena prima ancora che nascesse non era una cosa che le interessava.
Ragione o torto non le importava e adesso che anche Alyssa era in pericolo meno che mai.
“A cosa serve tutto questo, Mary?” le chiese “perché i miei figli devono essere sempre in pericolo?”
Mary avrebbe tanto voluto risponderle, ma cosa poteva dirle? Perché un pazzo aveva dichiarato guerra ad un bambino in fasce? Perché un uomo che aveva potere e tutto quello che poteva volere aveva avuto paura di un bambino appena nato?
“Alyssa ne verrà fuori, la troveranno…”
Lily scosse la testa di nuovo. Avrebbe tanto voluto crederle, ma il suo cervello continuava a pensare solo al fatto che Alyssa era con Voldemort e che nessuno sopravvive se Voldemort lo vuole morto.
“Se Alyssa muore mollo tutto” disse alla sua amica e si liberò delle mani per indietreggiare.
“Mollo tutto… la resistenza… la magia…tutto”.
Mary poté vedere che Lily ormai tremava completamente, era sotto choc.
“Se Alyssa muore prendo Harry e James e scappo più lontano che posso”.
Mary guardò Lily ed i suoi occhi pieni di lacrime, non poteva dirle niente. Era solo una mamma preoccupata, sapeva che se si fosse sentita in un momento diverso da questo si sarebbe detestata per la vigliaccheria, ma adesso le sembrava la cosa più naturale.
Tutta la rabbia che sentiva dentro doveva trovare uno sfogo.
“Mollo tutto, Mary” era quasi un avvertimento, quasi come se volesse sfidarla ad impedirglielo, ma Mary non avrebbe mai detto niente. Lei era ancora preoccupata per Daniel e le sue ferite fisiche erano ormai guarite.
Probabilmente al posto di Lily sarebbe stata fuori di sé.
“Mollo tutto”.
Mary annuì di nuovo cercando di trattenere le lacrime. Non sarebbe stata di aiuto a Lily se avesse pianto a sua volta.
“Mollo tutto”.
Era un disco rotto e Mary capì che stava cedendo. Che la disperazione che stava cercando di arginare stava prendendo il sopravvento.
“Mollo tutto, mollo tutto” quando la vide cadere sulle ginocchia e prendersi il volto tra le mani per dar via libera alle lacrime e la disperazione, Mary la prese tra le braccia.
“E’ la mia bambina, Mary” le disse tra le lacrime e Mary non potè che stringerla più forte per farle capire che non era sola.
 
***
James si sentiva come una bomba pronta ad esplodere.
Era come se tutta la rabbia che sentiva avesse il potere di riempirlo completamente fino a fargli scorrere collera al posto del sangue e, forse, era proprio per quello che non riusciva a vedere o sentire.
Sapeva che Remus e Sirius lo stavano seguendo, ma la realtà era che non sapeva neanche lui cosa stava facendo.
Era uscito come una furia, l’unica cosa che era riuscito a pensare era che doveva trovare un Mangiamorte che lo potesse portare dalla sua bambina e quindi era corso ad Hogsmade dove di solito non mancavano mai.
Invece non ce n’era neanche uno in giro e questo lo terrorizzava. Sapeva benissimo che se non erano in giro, voleva dire che il loro padrone li aveva attirati a sé.
E quello non era un buon segno.
Tirò un calcio pieno di rabbia ad una porta e questa si spalancò senza alcuna fatica. Da quando Hogsmade era praticamente un villaggio abbandonato, le case erano in rovina e bastava poco per farle cadere a pezzi.
“Hominum revelio” disse e quando l’incantesimo non produsse alcun effetto fece per uscire, ma Remus gli si parò davanti.
“Stiamo solo perdendo tempo, Ramoso” gli disse, ma James scosse la testa e lo superò uscendo dalla porta.
Vide con la coda dell’occhio i suoi amici scambiarsi un’occhiata, ma non gli importava.
Che andassero all’inferno anche loro, Alyssa era con Voldemort e lui non poteva fermarsi.
Non si sarebbe fermato, non avrebbe mangiato, dormito o riposato fino a quando non avesse trovato Alyssa o fino a quando il suo fisico avrebbe resistito e le sue gambe avrebbero retto.
Tirò un calcio anche alla porta successiva, ma questa non si ruppe né si spalancò e James strinse gli occhi ancora più furiosamente.
Strinse la sua bacchetta e la puntò contro la porta “bombarda maxima” disse e questa esplose facendo finire diversi pezzi di legno anche addosso a loro, ma James non ne parve sconvolto.
Si scosse i pezzi di legno ed entrò dentro la casa. Ripetè l’incantesimo di rilievo, ma anche questa volta non diede alcun risultato.
“Un Mangiamorte” disse a se stesso “voglio un semplice Mangiamorte” ripeté voltandosi per uscire.
Non si aspettava risposta, ma invece Sirius lo fermò per un braccio “e poi?” gli chiese. James lo guardò come se fosse stupito della domanda.
Davvero necessitava di una risposta?
“Lo faccio parlare e poi lo uccido”.
Sirius prese un respiro cercando di pensare che il suo migliore amico era troppo sconvolto per ragionare. James che aveva sempre rimproverato lui per la sua impulsività, che gli aveva sempre detto che il bene non si doveva abbassare ai livelli del male. Che c’era una differenza tra giustizia e vendetta.
Sperò che quel lato del suo amico, quello più innocente, non fosse perso per sempre.
“Pensi che anche se trovassimo un Mangiamorte qualunque saprebbe indicarti dov’è Voldemort?” chiese.
James strinse la mascella “allora cercherò qualcuno della cerchia” disse strattonando il braccio per liberarsi.
“Per Merlino, James, devi ragionare” si arrabbiò Sirius.
“Non troveremo mai qualcuno della cerchia interna senza un piano… “
“Non importa, ci proverò” lo interruppe James.
“Ma Voldemort non avrà detto a nessuno dov’è il suo covo…rifletti, avrà un custode segreto”
Remus cercò di dar manforte a Sirius, ma anche lui ottenne solo un’occhiata gelida dal loro amico.
Gli occhi da cerbiatto di James non si riconoscevano, era come se tutta la dolcezza e la giocosità fosse sparita da quelle iridi castane.
“Magari il suo custode segreto lo tradirà come il nostro” disse arricciando i pugni con rabbia.
Il pensiero di quello che Peter aveva provocato ancora scatenava la rabbia dentro di lui e se di solito il suo sacrificio riusciva a sopirlo, in quel momento non riusciva proprio a perdonarlo.
“E come credi di sapere chi è il custode segreto…” Sirius sospirò “James, devi riflettere…”
Forse fu la parola riflettere detta da Sirius a farlo arrabbiare, o forse cercava solo uno sfogo, ma James si voltò verso di lui e gli diede uno spintone così forte da farlo finire contro il muro.
“Non ho tempo per riflettere” urlò “Alyssa è da sola ed è con Voldemort” urlò ancora.
Sirius si riavvicinò, ma James lo spinse di nuovo “che ne sapete voi… perché non tornate al castello a coccolare i vostri figli…”
“Forse lo faremo” lo provocò Sirius “perché stare qua con te che non hai la più pallida idea di quello che stai dicendo o facendo quando posso stare con Daniel…”
“Bene! Vai! Fallo!” urlò James e Sirius vide che lo stava guardando con una rabbia che non gli aveva mai visto negli occhi.
Una rabbia che doveva uscire per farlo tornare se stesso.
“Lo farò” replicò.
“Allora VATTENE” urlò con una rabbia che non sapeva neanche lui di avere dentro e prima di rendersene conto tirò un pugno a Sirius che finì lungo disteso sul pavimento.
Remus corse davanti a James “ehi, Ramoso…”
“No” lo interruppe Sirius rialzandosi quasi subito in piedi e tenendosi la mascella con una mano “lascialo stare” disse tenendo gli occhi fissi su James che lo stava ancora guardando.
La rabbia che usciva da tutti i pori della sua pelle, il respiro così affannoso che sembrava di aver corso per chilometri.
“Lascia che il principino viziato si faccia ammazzare e torniamo al castello”.
James scansò Remus e tirò un altro pugno a Sirius che barcollò rischiando di cadere di nuovo.
“Non posso sempre pensare a te ed ai tuoi stupidi colpi di testa… non posso sempre difenderti…” disse ancora e James stavolta emise quasi un ruggito quando si avventò su di lui e gli tirò un pugno facendolo cadere a terra, poi gli montò sopra e lo prese per il colletto caricando un altro pugno, ma guardò i suoi occhi e in un attimo il suo sguardo si snebbiò.
Lui conosceva quegli occhi grigi, lui capiva sempre ogni minima espressione. Lui sapeva cosa Sirius aveva appena fatto.
Abbassò la mano, ma non lasciò il colletto della maglia di Sirius, continuando a guardare quegli occhi così famigliari, gli occhi del suo fratello per scelta che erano pieni di lacrime per lui perché sapeva che aveva capito.
Tutto accadde come al rallentatore. Lasciò il colletto della maglia di Sirius e rotolò fuori lasciandolo libero, ma restando a carponi.
“La mia bambina” disse soltanto e Srius gli mise una mano sulla spalla “la libereremo, ma abbiamo bisogno di un piano…così non arriveremo da nessuna parte… non servirà a niente”.
Sirius sentì il cuore dolergli nel vedere una lacrima finire sulla sua mano ancora poggiata sul pavimento.
“Non riesco a respirare” gli disse.
“Alyssa sarà la nostra priorità” gli disse Remus e James si accorse che anche lui era lì accanto.
“Non penseremo ad altro… sai quanto la amiamo”.
James si piegò sui talloni e si asciugò gli occhi. Sapeva che i suoi amici avevano ragione.
“Fallo per Lily e per Harry”.
Fallo per Lily e per Harry. Appena aveva saputo di Alyssa era uscito dal castello con solo la sua bambina nella sua mente, non si era neanche preoccupato di sapere se Lily era sopravvissuta alla notizia, come stava senza Alyssa, era stato invaso da una rabbia tale che non aveva pensato a lei e tantomeno ad Harry.
Sapeva che era rimasto ferito nella battaglia e non era neanche andato a vedere come stava.
La scomparsa di Alyssa lo aveva reso egoista e solo Sirius e Remus potevano farglielo capire.
Si alzò in piedi, le spalle incassate e le gambe piegate, a Sirius parve davvero che il suo amico fosse spezzato, ma giurò sulla loro amicizia che gli avrebbe riportato Alyssa, fosse dovuto costargli la vita.
“Scusa” e se Sirius non avesse visto le labbra di James muoversi non avrebbe detto che quella parola fosse stata pronunciata da lui, anche la sua voce era svuotata.
“In effetti ti ha conciato per le feste” scherzò Remus guardando Sirius con un sorriso.
Sirius guardò il suo migliore amico “non ricordavo quanto fossero precisi i tuoi pugni, signor cercatore” disse mimando il gesto di raddrizzarsi la mandibola.
James emise un piccolo sorriso e Sirius e Remus gli misero una mano sulla spalla “andiamo” disse Remus e in un secondo sparirono.
***
Harry sospirò guardando i suoi amici.
Erano in infermeria, ma ormai quasi più nessuno aveva ferite fisiche. L’unico era Ron che doveva prendere delle pozioni per una frattura cranica che gli aveva provocato un Mangiamorte.
Però tutti erano in silenzio. L’aver perso Alyssa pesava su tutti come un macigno, ma soprattutto Daniel e Ginny sembravano quelli che l’avevano accusato di più.
O meglio, Harry non riusciva a capire se per Ginny influisse anche l’incontro con il Mangiamorte. Da quando erano tornati non aveva più proferito parola.
Quando erano arrivati in infermeria, lei non aveva praticamente niente per cui si era seduta a terra, la schiena poggiata contro il muro e il viso appoggiato sulle gambe e nessuno l’aveva più vista muoversi o respirare.
Daniel invece era seduto sul letto accanto a Ron. Ormai la ferita che aveva riportato alla gamba era stata guarita, ma non si era ancora alzato, le mani strette a pugno e gli occhi fissi sulla porta, quasi come se pensasse che Alyssa potesse rientrare in qualsiasi momento.
“Non è sola” tentò Hermione, ma Ron sbuffò “Malfoy non conta niente” le disse con rabbia “penserà solo alla sua pelle”.
Il fatto che la sua teoria su Ginny si fosse rivelata corretta e che lei avesse rischiato di finire di nuovo tra le mani di quei maledetti Mangiamorte aveva dato la botta finale alla loro relazione ed adesso non si rivolgevano parola.
“Malfoy ci ha consegnato l’Horcrux” ribatté Hermione.
“Malfoy ci ha consegnato un libro nero” intervenne Neville “per ora è solo quello…”
“Fino a quando non capiremo come distruggerlo” lo interruppe Luna, era l’unica che, con la sua voce sognante, in quel momento riusciva a dare un briciolo di speranza e serenità.
Harry sospirò, alla preoccupazione per sua sorella si sommava anche quello.
Avevano un Horcrux, ma non sapevano come eliminarlo. Lui lo aveva fatto con una zanna di Basilisco, ma i Basilischi non si trovavano dietro gli angoli.
Però era stufo. Per l’Horcrux non poteva fare molto in quel momento, avrebbero potuto sentire Regulus e il suo gruppo, ma non l’avrebbe fatto fino a quando Alyssa non fosse stata di nuovo con loro.
Sapeva benissimo che non sarebbe riuscito a pensare a niente fino a quando la sua sorellina non fosse stata liberata. Era pazzesco come, nonostante fosse sua sorella solo da qualche mese, lui l’amasse già come se l’avesse vista crescere.
E poi non poteva stare fermo. Era una cosa che lo stava consumando dentro.
Di lui si potevano dire tante cose, ma lui non restava immobile e impotente. Lui agiva.
A volte le sue azioni erano avventate e sbagliate, anzi molto spesso, erano sbagliate e avventate, ma lui doveva fare qualcosa o il suo corpo sarebbe esploso.
Guardò Daniel.
“Adesso basta” disse piano, ma ottenne che tutti lo guardassero, persino Ginny alzò gli occhi.
“Alyssa non merita questo…” s’interruppe un attimo guardando Daniel con rimprovero.
I suoi occhi erano asciutti, ma lucidi di lacrime non versate.
Lui lo guardò con rabbia, ma non disse niente, sapeva che Harry aveva ragione, ma non riusciva a smettere di vedere gli occhi di Alyssa mentre lasciava cadere la moneta.
Quegli occhi che lo guardavano come se non potesse fare altrimenti. Aveva scelto Draco e lo aveva fatto nel peggiore dei modi.
Avrebbe voluto pensare al suo orgoglio ferito come un qualsiasi sedicenne, pensare all’amore che provava per lei ed invece il suo cuore stava sanguinando, la sua pelle formicolava, era come se ogni cellula volesse sprigionare il dolore che provava.
Amava Alyssa e lei adesso era in mano a Voldemort.
“In questo mondo ci sono gli specchi gemelli dei nostri padri?” chiese Harry guardandolo e Daniel gli restituì uno sguardo cupo, ma curioso, non capiva dove voleva arrivare.
“Certo” disse soltanto ed Harry annuì, aveva un’idea e poteva funzionare.
Doveva funzionare.
Spostò lo sguardo su Hermione “cos’hai in mente, Harry?” gli chiese lei ed Harry fissò gli occhi della sua migliore amica, sembrava che nonostante non fosse la stessa Hermione del suo mondo, anche lei lo conoscesse così bene da sentire ogni cellula celebrale che si era messa in funzione.
“Voglio farmi catturare”.
“Sei impazzito” disse Daniel stancamente, ma alzandosi in piedi.
Bè almeno era una reazione si accorse di pensare Harry.
“E’ il dolore per Alyssa?” chiese, era una domanda retorica, ma Harry scosse la testa “Hermione ne farà un segnalatore… uno lo terrò io ed uno voi e grazie a questi specchi mi troverete e così Alyssa…”
“Non va bene” disse Ginny parlando per la prima volta ed Harry inarcò un sopracciglio “perché?” chiese cercando di ignorare la rabbia verso di lei.
Lui le aveva creduto e aveva rischiato di perdere anche lei.
Continuava a dirsi che se l’avesse perduta non avrebbe più potuto guardare in faccia Ron, ma la realtà era che quando l’aveva vista con quel Mangiamorte gli si era fermato il cuore.
“Voldemort ti ucciderà” rispose soltanto e si alzò in piedi “sei il prescelto, il più ricercato in assoluto…li ho sentiti tante volte parlare di te, hanno l’ordine di portarti da lui per ucciderti immediatamente”.
Harry aprì le labbra per rispondere, ma poi si accorse che non poteva. Ginny aveva ragione, se lo avesse catturato Voldemort sarebbe addirittura morto sul posto, ma allora come poteva fare?
Non riusciva a non fare niente e gli sembrava di morire.
Doveva fare qualcosa. Forse poteva rischiare.
“Non pensarci neanche” intervenne Daniel, leggendo il suo pensiero nei suoi occhi “non puoi provarci… se non vuoi pensare alla tua vita, pensa che potrebbe non servire a niente…”
Harry si morse il labbro nervosamente, ma non fece in tempo a dire niente che due voci parlarono contemporaneamente.
“Andrò io” dissero Daniel e Ginny.
“Tu sei pazza” si oppose subito Ron guardando la sorella con rabbia.
“Nessuno conosce meglio di me quei posti…”
“E come vorresti aiutare Alyssa, svenendogli addosso?” la derise.
Ginny rimase ferita dalle sue parole, ma non si oppose limitandosi a stringere i pugni.
Si voltò verso Harry “dammi una possibilità” lo pregò ed Harry la guardò.
Era bellissima, aveva il fuoco in quegli occhi castani talmente tanto vivo che parevano bruciare ed Harry non potè fare a meno di pensare che avrebbe perso ogni possibilità con lei se le avesse negato questa opportunità.
Lei lo stava ancora guardando speranzosa ed Harry scosse piano la testa riportando l’attenzione su Daniel “te la senti davvero?” gli chiese.
Sapeva di averla persa, ma se questo fosse servito a proteggerla allora l’avrebbe amata in silenzio.
 
COMMENTO: SONO TORNATA PIUTTOSTO PRESTO NON VI PARE? SO CHE E’ UN CAPITOLO DI PASSAGGIO MA DOVEVAMO VEDERE LE REAZIONI DI TUTTI E CAPIRE QUANTO ALYSSA E DRACO SIANO NEI GUAI!! SPERO NON VI SIA SEMBRATO TROPPO CRUDA COME SCENA, MA E’ VOLDEMORT… E CON QUESTO HO DETTO TUTTO : ) HARRY CHE VOLETE CHE VI DICA E’ HARRY E DEVE SEMPRE PROTEGGERE TUTTI E JAMES E LILY…SO CHE LA MIA LILY DI SOLITO E’ CORAGGIOSA E NON SCAPPA, MA QUESTA E’ LA REAZIONE A CALDO DI UNA MAMMA CHE HA PERSO LA SUA BAMBINA!! AH DIMENTICAVO SO CHE LA ZIA ROW HA DICHIARATO CHE JAMES ERA UN BATTITORE, MA DOVEVA FARLO PRIMA DEI FILM E PRIMA CHE LEGGENDO I LIBRI ME LO IMMAGINASSI CERCATORE…ORMAI PER ME SARA’ SEMPRE UN CERCATORE…PRENDETELA COME LICENZA ; ) SPERO CHE IL CAPITOLO VI SIA PIACIUTO E CHE MI FARETE SAPERE!! INTANTO RINGRAZIO TANTISSIMO LE PERSONE CHE NON MI HANNO ABBANDONATO E SOPRATTUTTO ARYELLE / NAG 95 / IVA27 E MIONE 83!! GRAZIE DI CUORE!! SIETE FANTASTICI!! INOLTRE RINGRAZIO CHI MI HA INSERITO TRA LE PREFERITE / SEGUITE E RICORDATE!! ED ANCHE CHI MI LEGGE SOLTANTO!!
   
 
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