Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Eris Gendei    10/12/2019    1 recensioni
[Finale alternativo Vento Aureo_Parte 5]
Chariot Requiem e Diavolo sono stati sconfitti, la Bucci Gang ha perso la sua guida e non sa come andare avanti. Cosa succederebbe se Gold Experience riuscisse per la seconda volta ad operare l'impensabile? E se vecchi e nuovi sentimenti venissero alla luce?
Piccola reinterpretazione super fluff e demenziale a tratti, perché soffro per la carenza di materiale BruTrish in giro.
[Angst_Fluff_POV_Headcanon; BruTrish_Giomis]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Bruno Bucciarati, Giorno Giovanna, Guido Mista, Jean Pierre Polnareff, Trish Una
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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POV del capitolo: Trish

Trish seguiva con lo sguardo lo scurirsi del cielo, che aveva gradualmente virato dai toni rosati del tramonto alle sfumature pervinca del crepuscolo, dissolte poi nella tinta fonda della notte.
Il tempo sembrava trascorrere troppo lentamente, come se i suoi sensi fossero accelerati; si chiese se per caso Giorno non avesse involontariamente sfiorato Spice Girl con il suo stand per trattenerla quando l’aveva materializzata, ma non ricordava di aver percepito alcun contatto.
Immaginava che anche i suoi compagni si sentissero scollegati dai loro corpi, come se non fossero inginocchiati da ore, o forse giorni, o forse anni, al fianco del loro capo; nonostante sapesse che avrebbe dovuto provare dolore in ogni singola parte del corpo non sentiva la durezza della pietra sotto le gambe o la rigidezza dei muscoli immobili da troppo tempo.
Le sembrava di essere lì da sempre, eppure la sua determinazione nel proteggere il corpo addormentato al suo fianco non vacillava o veniva offuscata dalla stanchezza. “Ad ogni costo…” si ritrovò a pensare.
Si voltò impercettibilmente per poterlo osservare in viso.
L’intervento di Giorno aveva cancellato quasi tutti i segni del disfacimento che aveva colto Bucciarati prima dell’ultimo scontro con Diavolo: la pelle era tornata compatta e uniformemente distribuita sulla mascella e sugli zigomi, le labbra avevano ripreso colore e, attraverso la cortina dei capelli, si intravedeva una vena pulsare sulla tempia.
Ora che aveva gli occhi chiusi Trish si trovò a contemplarlo come non aveva mai potuto fare prima; lo sguardo penetrante e deciso del capo l’aveva sempre messa in soggezione.
Nonostante sapesse bene che avrebbe fatto di tutto per proteggerla, che era a suo modo buono e che nulla avrebbe potuto minare la sua lealtà, si era sempre sentita piccola ed insignificante al suo fianco: un compito scomodo da portare a termine, una sorella sciocca minore che causa solo guai.
Trish nutriva verso di lui un’ammirazione sconfinata, che era andata maturando durante la loro disastrosa avventura: anche se dapprima lo aveva giudicato freddo, insensibile e caustico, totalmente disinteressato alla sorte dei suoi compagni se non in virtù del completare la missione, aveva lentamente imparato a conoscerlo e aveva compreso il suo vero potere.
Se realmente gli stand erano un’impronta dell’ interiorità dei portatori, una manifestazione della loro forza di volontà o, a detta di alcuni, della loro determinazione, Trish si era trovata inizialmente a pensare che Sticky Fingers non rispecchiasse affatto l’animo di Bucciarati.
La vera capacità del giovane capo era quella di cogliere il lato migliore delle persone, le loro più profonde potenzialità, e aiutarle a sviluppare al massimo i talenti positivi o a gestire le attitudini peggiori.
Nel suo essere fermo e perentorio Bucciarati era incoraggiante, fiducioso nelle possibilità e volontà altrui; non si ergeva al di sopra degli altri come un comandante, ma si metteva alla testa del gruppo come una guida, pur dando ordini condivideva il fango e il sangue con i suoi compagni.
Per lui non erano sottoposti, ma la sua famiglia, un qualcosa che avrebbe e aveva protetto a costo della sua stessa vita.
“Un leader, non un boss…”
Trish pensò a quanto fossero diversi lui e Diavolo…suo padre, terrorizzato dall’idea di perdere il potere che aveva conquistato a suon di ingiustizie e crudeltà, aveva sempre vissuto isolato e nascosto, segretamente angosciato dal prossimo; Bucciarati, invece, non aveva mai desiderato la potenza, ma soltanto la possibilità di contrastare il male che una posizione elevata poteva garantirgli, la possibilità di proteggere gli altri.
A quel punto aveva capito. Era questo il reale potere di Sticky Fingers: non la capacità di spostarsi ovunque grazie alle sue cerniere e tirarsi fuori dalle situazioni di pericolo, ma quello di poter salvare qualcuno portandolo con sé.
A Venezia Bucciarati non si era limitato ad accompagnarla seguendo delle direttive: nel suo modo ruvido le aveva offerto sostegno e rassicurazione, incoraggiandola a percorrere il sentiero che era stato tracciato per lei con una certa tranquillità…e poi, quando si era scatenato il disastro, le aveva donato una via di fuga salvandola dai piani malvagi del suo folle genitore.
In un istante aveva deciso di mettersi contro il capo supremo dell’organizzazione di cui faceva parte, condannandosi nella migliore delle ipotesi a diventare un reietto disertore, nella peggiore a morire nelle viscere dell’edificio. Solo per salvarla.
Più volte, nei giorni successivi, nella mente di Trish era balenato il pensiero che Bucciarati potesse avere una sorta di disegno più grande, in cui era già contemplata la distruzione del boss: sebbene fosse uno strenuo difensore dell’innocenza, era assurdo che non avesse avuto esitazioni nel buttarsi letteralmente fra le braccia della morte pur di difendere lei, una sconosciuta.
I ricordi di quei momenti le fecero contrarre spiacevolmente le viscere e cercò di tranquillizzarsi guardando il volto del giovane: si ancorò al presente cercando di imprimersi nella mente ogni dettaglio, la linea netta delle sopracciglia scure, l’ombra pesante dell’occhiaia e il tratto deciso dello zigomo, la bocca spigolosa e gli occhi fondi, di un azzurro quasi blu che sapeva di mistero e promessa.
Si aggrappò a tutti quei particolari per non cedere di nuovo a pensieri negativi e si ritrovò a fissarlo con un’intensità estrema, quasi volesse imprimersi il suo sguardo nelle retine…perché Bucciarati la stava chiaramente guardando negli occhi da un lungo istante, ricambiava il suo sguardo senza che lei se ne fosse minimamente accorta, concentrata com’era a difendersi da se stessa nella sua stessa testa.
Per un attimo lo spazio e il tempo parvero concentrarsi fra di loro, l’intero universo si era coagulato nello spazio che li separava e fuori non c’era più nulla; lo sguardo appassionato di Trish e quello profondo di Bucciarati si incontrarono senza vedersi , sprigionando una tale energia da far vibrare di vita il giovane per la prima volta da ore. L’intensità degli occhi di lei era quasi dolorosa, perché nascondeva significati di cui forse neanche lei stessa era cosciente, ma che gridavano inequivocabilmente al pericolo.
Gli occhi del ragazzo si fecero guardinghi e all’improvviso Trish si rese conto di essere osservata, in un modo freddo e indagatore che le mise i brividi.
Lo shock la fece gridare, si coprì la bocca con una mano e si portò l’altra al petto, come per contenere il cuore che sembrava volesse schizzarle fuori.
Si sentì scoperta, esposta, come se Bucciarati avesse potuto leggerle in volto tutto quello che aveva pensato; sentì lo stomaco contrarsi per la vergogna all’idea che i suoi pensieri non fossero più soltanto suoi, neanche fosse stata colta in qualcosa di indecente.
La reazione inconsulta richiamò l’attenzione di Giorno e Guido, che si voltarono allarmati verso di lei; Bucciarati girò il capo per poterli osservare e Trish vide le loro espressioni sospettose sciogliersi in due sorrisi immensi e vittoriosi, espressioni di pura commozione.
“Capo! Capo, sei sveglio! Oh mio Dio grazie, non ci posso credere!!” latrò Mista.
Bucciarati stirò la bocca in una smorfia e si sollevò appena:”Sì, credo che essere sveglio sia più di quanto potessi sperare. Devo dichiararmi sorpreso.” Si guardò attorno:”Quanto siamo rimasti nello stesso punto?”
“Sei rimasto incosciente per ore…quando ti sei addormentato era ancora il tramonto, oramai deve essere notte fonda.” La voce di Giorno suonava calma e rassicurante, vellutata come la notte che li avvolgeva.
“Capisco…dunque dobbiamo assolutamente spostarci. Diavolo sarà anche sconfitto, ma non possiamo sapere quanti ancora siano sulle nostre tracce…e in questo momento siamo una preda facile.”
Bucciarati diede voce ai timori che attanagliavano tutti gli altri da ore e Trish sentì tornare la familiare sensazione di smarrimento: non avevano un posto in cui andare, un posto sicuro.
“Capo sei impazzito?? Non puoi muoverti in queste condizioni, sarebbe già un miracolo se riuscissi a camminare! Non possiamo spostarci ora!” La voce di Mista aveva una leggera sfumatura di panico, sebbene Trish sapesse che era preoccupato quanto lei per la loro sorte: stava cercando di fare tesoro degli insegnamenti del suo leader, mettere gli altri e i deboli al primo posto.
La risposta fu calma ma perentoria:“Non intendo aspettare che qualcuno ci trovi e ci faccia fare la fine del topo. Se avessi voluto morire nel Colosseo lo avrei fatto con una spada in mano e un leone davanti, in altri tempi…ora muoviamoci.”
Con uno sforzo che sembrò immane si mise seduto e lasciò che Giorno lo aiutasse a sollevarsi in piedi.
“Ma siete impazziti??”sbraitò Mista “Dove pensate di andare ridotti così?? Cosa credete, che ci faranno semplicemente entrare nel primo hotel che troveremo?? Vi siete resi conto di come siamo conciati tutti quanti??”
Bucciarati si girò a guardarlo “Sì, Mista. Dopotutto, almeno questa volta, intendiamo pagare.” rispose, con un accenno di sorriso sulle labbra.
“Pensaci” continuò “In città c’è stato un disastro, tutti in questa zona sono confusi, saranno successi migliaia di incidenti…sarà facile farci passare per vittime di questo caos. Nessuno avrà la voglia o il coraggio di chiedere spiegazioni, sarebbe come ammettere che è successo qualcosa che non sanno spiegarsi.”
Mista faceva di tutto per sembrare poco convinto, ma doveva ammettere che Bucciarati aveva ragione: restare nello stesso luogo così a lungo era stato un azzardo, anche se necessario, e non sarebbe stato troppo difficile convincere qualcuno che avevano avuto un brutto incidente.
“Trish”
Sentendosi chiamare la ragazza trasalì. Bucciarati la stava guardando in modo totalmente neutrale, eppure lei sentì le gambe tremare sotto il peso del suo sguardo.
“Vorrei che entrassi nella tartaruga, almeno fin quando raggiungeremo un hotel…non credo che troveremo un esercito di portatori di Stand ad attenderci all’uscita, ma preferisco non correre rischi…non più di tutti quelli che stiamo già correndo ad essere rimasti vivi.”
Detto da una persona morta due volte sembrava quasi dell’ironia.
“Ti ricordo che ho anche io uno stand, posso sempre tornare utile” rispose lei, cercando senza successo di usare un tono ragionevole ma risultando solo petulante. Si morse la lingua maledicendosi mentalmente, di fronte a lui si sentiva davvero un’inetta.
“Lo so, non sto insinuando che te o Spice Girl siate deboli o d’intralcio…ma sei tu quella nel mirino, chiunque si insospettirebbe vedendo una ragazza attorniata da un manipolo di guardie del corpo, tutti apparentemente reduci da un attacco terroristico…farti vedere in mezzo a noi sarebbe come disegnarci un bersaglio in fronte, ed è l’ultima cosa che voglio in questo momento.”
 “Sono serio, non c’è altra ragione” continuò Bucciarati in tono più gentile, vedendo l’espressione combattuta della ragazza “Sto solo cercando di garantire l’incolumità di tutti, almeno fino a domattina” si concesse un sorriso stiracchiato “Ovviamente se indossassi dei pantaloni avrei potuto contemplare l’idea di lasciarti venire con noi sulle tue gambe, ma vista la tua…scelta di stile non proprio sobria, ritengo che non sia prudente” concluse voltandole le spalle.
Trish si sentì avvampare: lui, che girava conciato come un damerino uscito da una merceria, con quei ridicoli fermacapelli, osava dirle che era poco sobria e non voleva farsi vedere in giro con lei??
Fece per ribattere, ma un’occhiata di Giorno le frenò la rispostaccia in gola e Mista la prese gentilmente per il braccio: “Dai Trish, è solo per poco tempo, se ci fanno secchi tutti e tre sei autorizzata ad uscire e dartela a gambe” scherzò nel tentativo di alleggerire l’atmosfera.
La breve esperienza di scambio che li aveva coinvolti aveva fatto sì che i due ragazzi percepissero una sorta di strano legame l’uno con l’altra: Mista le era sembrato da subito il più simpatico del gruppo, il che contribuiva certamente a quella sensazione, ma adesso era come se una minuscola parte di lui fosse rimasta incastrata nel suo petto; incredibilmente ciò non la infastidiva, la faceva sentire meno sola.
Per un istante si chiese cosa dovesse provare Giorno, che era stato scambiato con…
 “Narancia!”
L’esclamazione improvvisa fece sussultare i tre ragazzi, che sembrarono ricordarsi solo in quel momento dell’amico che giaceva poco più in là.
“Oddio, Narancia…” biascicò Mista, improvvisamente pallido come un foglio di carta.
 Si guardò intorno, frenetico, scandagliando il buio oltre le arcate alla ricerca del punto in cui avevano abbandonato l’amico; corse verso il corpo del ragazzo e si accasciò al suo fianco, una mano premuta sulla bocca per non lasciarsi sfuggire un singhiozzo.
Narancia Ghirga, o piuttosto ciò che ne rimaneva, languiva inerme nella polvere e sembrava ancora più piccolo di quanto fosse parso in vita: una figurina rannicchiata, ammantata dei bellissimi gigli che Giorno aveva fatto crescere su di lui prima di abbandonarlo lì, forse per sempre.
Nessuno aveva potuto aiutarlo. Quello era il massimo che avevano potuto fare per lui, un pegno d’affetto nell’ultimo, frettoloso saluto.
Era stato fortunato: Abbacchio giaceva fra le pietre su una spiaggia, senza neanche un fiore a dimostrare che qualcuno lo aveva amato e pianto.
Con una fitta allo stomaco Trish si chiese cosa doveva esserne stato di lui: chissà se qualcuno lo aveva trovato e aveva dato l’allarme, o aveva preferito non impicciarsi in una questione evidentemente pericolosa…o se il giovane uomo fosse ancora lì, osservato solo dal mare e dal cielo, testimonianza dell’inconsistenza dell’essere umano.
Un conato di vomito la scosse al pensiero di cosa avrebbero potuto trovare se fossero tornati lì in quel momento; l’idea del corpo maciullato e decomposto, che era Abbacchio ma che non lo era più, la disgustò al punto da rimescolarle le viscere irritate e avrebbe sicuramente vomitato se non lo avesse già fatto prima.
Per distrarsi si concentrò sul volto esangue del ragazzino disteso fra le braccia di Mista, attorniato dai suoi amici, la sua famiglia; osservare il loro dolore era insostenibile, se avesse potuto si sarebbe strappata il cuore dal petto pur di non sentire più tutto quel male.
La sofferenza inconsolabile di Guido, che piangeva a bocca aperta come una animale ferito, la fronte posata sul capo dell’amico, si contrapponeva a quella controllata di Giorno, i pugni serrati e le lacrime che scendevano copiose fra i denti stretti; ma quello che la impressionò di più fu il dolore di Bucciarati.
Il giovane capo era inginocchiato al capezzale del compagno, rigido come una statua e altrettanto inespressivo.
Per un attimo Trish aveva provato l’irrefrenabile impulso di gridargli contro, di colpirlo per spezzare quella maschera di odiosa compostezza che indossava in ogni occasione ma, osservandolo in viso, si era resa conto che il ragazzo piangeva.
Interdetta, aveva capito di stare assistendo ad un dolore fuori dal comune, che non poteva essere paragonato a quello dei due ragazzi accanto a lui, così profondo che pareva scavarle dentro.
Bucciarati guardava fisso il volto infantile di Narancia e il suo sguardo aveva una tale intensità che a Trish sembrò di avere violato qualcosa di intimo; le lacrime scorrevano senza sosta sulle sue guance e lui non si dava pena di asciugarle o nasconderle.
Nell’osservarlo sentì il suo corpo farsi pesante, come se il mondo le gravasse sulle spalle. Avrebbe voluto fare qualcosa per lui, avvicinarsi per consolarlo, riportare in vita l’amico se avesse potuto.
Ma non poteva; se nemmeno Giorno, che sapeva controllare alla perfezione il potere curativo di Gold Experience, aveva tentato qualcosa significava davvero che non c’era più nulla da fare.
Abbattuta, si lasciò cadere nella polvere al fianco del giovane; l’unica cosa che poteva fare era tentare di dargli conforto, aiutarlo come lui aveva fatto con lei nella torre di Venezia.
Timidamente lo sfiorò, lasciando scivolare la mano in quella grande e abbandonata di lui, e delicatamente intrecciò le loro dita: era libero di fare finta di niente, ma voleva che sapesse che era lì per lui.
La mano del giovane era fredda come la neve, ma dopo un lungo attimo strinse con forza la sua, aggrappandovisi: lo sapeva, la ringraziava per quel gesto.
Trish sentì il cuore balzarle nel petto dalla commozione al pensiero che lui le avesse permesso di condividere una cosa così profonda come il suo dolore; solo allora concesse ad una piccola lacrima disobbediente di abbandonare le sue ciglia.
Non avrebbe pianto, lo aveva giurato a se stessa all’inizio di quel terribile carosello.
Sembrava fossero inginocchiati da sempre quando Bucciarati liberò con discrezione la mano dalla stretta di lei e si alzò: “Dobbiamo muoverci, non possiamo rimanere oltre qui dentro” mormorò con voce incolore.
“Ma…Bucciarati…cosa facciamo con Narancia??” esclamò Mista “Non possiamo lasciarlo qui come abbiamo fatto con Abbacchio” protestò con un brivido.
“In questo momento non so cosa potremmo fare per lui” rispose atono il capo “Non possiamo uscire da qui trasportando un cadavere.”
 “Non lo lasceremo qui dentro!” protestò furibondo il giovane tiratore, sollevandosi di scatto “L’altra volta eravamo nel mezzo della missione con mezzo mondo alle calcagna, ora non sappiamo nemmeno se c’è davvero qualcuno che ci segue! Non possiamo abbandonare Narancia, non se lo merita!” gridò fra le lacrime.
“Neanche Abbacchio se lo meritava” rispose Bucciarati con amarezza, chinando il capo.
 Mista rimase zitto, il suo pianto silenzioso rotto soltanto da sporadici singhiozzi.
“Potremmo portarlo con noi nella tartaruga” mormorò Trish, trovando il coraggio di inserirsi nello scambio “Così avremo tempo di pensare a cosa…cosa fare, insomma”.
“No, Trish.” rispose il capo “Non è possibile. Sarebbe insalubre lasciare un…cadavere chiuso in una stanza.”
La ragazza scolorò al sentire quelle parole: non che non fossero ragionevoli, ma come poteva Bucciarati restare così impassibile di fronte al dolore di Mista? Lui che per primo soffriva in un modo inesprimibile?
Giorno si inginocchiò accanto a Narancia:”Forse potremmo…” sussurrò, posando le mani sul torace immobile del ragazzo; il suo Stand, Gold Experience, poteva donare la vita a ciò che ne era privo, che fosse un oggetto o che fosse cosa morta.
Il corpo del ragazzino iniziò a rilucere di un alone dorato, assottigliandosi e contraendosi sotto i loro occhi, fino a quando a terra non rimase…
“Un giglio…” sussurrò Mista commosso, raccogliendo la nuova veste delle spoglie dell’amato compagno.
Si portò il fiore al viso per un attimo, bagnandolo con le sue lacrime, prima di porgerlo con solenne tristezza al suo capo, che lo prese con mani tremanti.
Bucciarati depose con delicatezza il fiore nella magica stanza dentro la chiave, per poi guardare gli altri con piglio deciso; i suoi occhi incrociarono per un istante quelli trasparenti di Giorno e chinò il capo in segno di ringraziamento per il suo gesto.
“Adesso è il momento di andare”

 

 


Nota dell'autrice:Se siete arrivati fino a qui, grazie per aver letto il terzo capitolo!
Spero che la storia vi stia piacendo, per me è stato molto bello scriverla, ha significato rimettere le mani sulla tastiera in modo serio dopo moltissimo tempo.
Quando ho iniziato mi sono sentita in dovere di partire da una parte introduttiva che creasse un pò di background, anche se tutti (penso) sappiamo bene cosa sia successo. A breve arriverà la parte realmente fluff, la sto risistemando in continuazione perchè non è facile per me trovare un equilibrio fra il mio stile di scrittura e un registro più adatto a Jojo, specialmente nei brani sentimentali.
Fatemi sapere nelle recensioni cosa ne pensate di questa fic nell'attesa del quarto capitolo (non dovrete aspettare molto)!
Enjoy

  
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