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Autore: lovelyhinata    11/12/2019    1 recensioni
Questa fanfiction è un modo mio per far apprezzare di nuovo Soul Eater, poichè sto notando che troppe opere vengono dimenticate da quelle che stanno uscendo ultimamente.
Questa storia parla di Crona e di come io la vedo, perchè per me è femmina.
Ho cercato e cercherò di far trasparire i sentimenti e le emozioni che provano i personaggi.
Non voglio raccontarvi molto della storia perchè vorrei che la leggeste e che mi facciate sapere il vostro parere negativo o positivo che sia, non importa.
Quindi vi invito a leggere questa storia e di farmi sapere cosa ne pensiate.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crona, Maka Albarn, Ragnarok
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3
 
 
 
La mattina arrivò presto a Death City tutto era tranquillo il cielo era sereno, anche se la notte precedente non lo era stato affatto, soprattutto per un dottore, che adesso si trovava all’ospedale e si stava concedendo un po’ di caffè per riprendersi e per organizzare le idee.
E guardando quella miscela scura dal sapore amaro fece mentalmente il punto della situazione:
  1. Era stato svegliato in piena notte da un forte boato.
  2. Quando era andato a controllare cosa avesse provocato quel frastuono si trovò davanti due persone.
  3. I due individui erano Crona e Ragnarock.
  4. Non sapeva come avevano fatto a tornare dalla luna.
  5. Ma la cosa più stupefacente è che Ragnarock non era più all’interno di Crona.
Molte erano le domande che si poneva Stein, gli dava fastidio non sapere le cose, ma sapeva anche che era inutile continuare così poiché le domande avrebbero avuto risposta una volta che i due diretti interessati si sarebbe svegliati.
Una cosa che però lo rendeva alquanto stupefatto era che se sono precipitati da un’altezza elevata, non avevano riportato nessuno dei due ferite o altro significative.
Certo Ragnarock era quello che aveva risentito di più dell’impatto, ma tutto sommato aveva solo una costola inclinata, una cosa da niente se si consideri tutta la situazione e poteva essere curato senza troppe complicazioni.
Cona era praticamente illesa nemmeno un graffio, solo molto debole e disidratata, e poi nonostante Ragnarock non si trovasse più all’interno del suo corpo aveva conservato il sangue nero.
Tutto ciò che gli veniva in mente da dire è che era davvero incredibile quella situazione quasi un miracolo ma non avrebbe mai usato quest’ultima definizione, era un uomo di scienza lui, ma era molto contento di ciò.
Mentre ripensava a tutto ciò non si accorse della figura che si avvicinava e che gli appoggiò una mano sulla spalla.
Un po’ preso dalla sorpresa sobbalzò e si voltò per poi sorridere a quella persona che non era altro che sua moglie.
Marie cinque minuti prima stava piangendo a dirotto perla gioia non appena Stein gli disse che entrambi stavano bene, le aveva spiegato tutta la situazione e anche lei era rimasta meravigliata, ma non ci rimase molto a pensare era contenta che fossero entrambi bene e questo era l’importate per il momento.
Victor era voluto restare per forza diceva che voleva vedere da vicino le persone cadute come dei meteoriti, la testardaggine non c’era dubbio che l’avesse presa dalla madre e la curiosità dal padre, era proprio figlio loro.
Marie si volse verso suo marito
<< Come pensi che reagiranno i ragazzi >> chiese preoccupata
Stein leggendo la preoccupazione sul volto della moglie, le sorrise cercando di rassicurarla.
 << Scommetto che saranno felici si sapere che Crona sia tornata, soprattutto Maka. Almeno così potrà ricominciare a vivere, se ne stava facendo una colpa, era arrivata al punto di non mangiare e di non uscire per giorni per riuscire a trovare una soluzione >>
E’ vero Maka si stava autodistruggendo, non accettava l’idea che potesse in qualche modo tradire Crona e non voleva che nessuno dimenticasse il sacrificio fatto, lo ripeteva ogni giorno come un mantra che era solo grazie a lei se tutti vivevano tranquilli senza la paura di un possibile ritorno del Kishin.
<< Già, hai proprio ragione>> e anche Marie si concesse di sorridere per alleviare tutta la preoccupazione che aveva.
<< Marie se non sei stanca ti dispiace convocare tutti. Ormai stanno bene e poi credo che vogliono dargli il bentornato a casa >> disse Stein senza esitare
<< Sei sicuro ? >> chiese Marie per conferma
<< Certo infondo chi la sente Maka se dovesse avvertire l’onda dell’anima di Crona e di Ragnarock >>
<< Va bene caro. Corro subito. Ma tu che farai ? >>
<< Vi aspetto qui. Preferisco rimanere, ma non dire niente agli altri voglio prima parlarci per prepararli, non voglio che facciano confusione all’interno dell’ospedale >>
Anche se Stein sapeva benissimo che sarebbe stato difficile mantenere la calma soprattutto se di mezzo c’era Black Star, ma in fondo si trattava di un evento più che straordinario.
Marie salutò il marito e prese Victor però  quest’ultimo iniziò lamentarsi ma si calmò subito non appena la mamma lo rassicurò dicendo che sarebbe tornati al più presto.
Da un’altra parte della città all’interno di monolocale, si svegliò Maka che si sentiva piuttosto serena, non ne capiva il motivo ma era così e basta.
Si alzò per preparare la colazione per lei, Soul e Blair.
Si era svegliata con una fame incredibile, così decise di preparare dei pancake, in modo che ognuno potesse condirli con quello che più gli piaceva o cioccolata o con della frutta o perché no anche con entrambi.
Si sentiva così allegra che senza rendersene conto mentre preparava la colazione si mise a canticchiare, era un motivetto che le era entrato in testa e non riusciva più a dimenticarlo, ma in fondo come poteva farlo, era la canzone che Soul le aveva fatto quando erano diventati partner.
Ricordava che quando Soul le disse prima di iniziare a suonare “Ecco questo sono io” pensò che fosse da sbruffone ma che subito dopo aver iniziato a suonare il pianoforte dovette ammettere a se stessa che era bravo e che la canzone fosse molto bella.
Purtroppo da quel giorno non aveva più avuto modo di sentire Soul suonare nonostante più volte quando andavano a casa di Kid aveva provato a convincerlo senza però riuscirci.
Probabilmente anche qualcun altro percepì che la propria master era di buon umore, così decise che per quella giornata non avrebbe fatto storie e che si sarebbe alzato senza l’aiuto di qualche urla.
Così raggiunse la cucina e sentì che Maka stava canticchiando la canzone con la quale erano diventati una squadra, non lo avrebbe mai ammesso ma era contento che lei la ricordasse, ma era troppo figo e orgoglioso per dirglielo.
Avanzò verso la cucina con la sua solita aria di chi si scoccia di fare tutto e rivolgendosi verso Maka le disse
<< Non ti stanchi di canticchiare sempre la stessa canzone >> e prese posto a tavola.
Maka che quella giornata non aveva intenzione di rovinarsi l’umore decise di non dargli corda e voltandosi verso di lui
<< Buongiorno Soul >> e si avvicinò sempre di più mettendogli davanti la sua porzione di pancake.
In risposta Soul stava per dire che era inquietante ma prima ancora di proferire parola arrivò Blair con i suoi soliti completini sexy.
Si buttò subito su Soul che come previsto iniziò a perdere molto sangue dal naso per poi chiedere a Maka cosa ci fosse per colazione e sentendo che c’erano i pancake le si illuminò il viso per poi aggiungere che lei ci voleva delle sardine sopra, ricevendo come risposta un suono di disgusto.
Ma come aveva richiesto ricevette esattamente il piatto desiderato.
Si sedette anche Maka e iniziarono a mangiare tutti quanti chi più educatamente e chi meno.
Blair e Soul non chiesero a la diretta interessata del perché fosse tanto allegra poiché avevano paura che potesse subito cambiare stato d’animo, così decisero di tacere e di godersi quel momento.
Stavano ancora finendo di mangiare quando qualcuno iniziò a bussare alla porta.
I tre si guardavano come a chiedersi chi fosse di prima mattina a bussare alla loro porta.
Senza aspettare troppo Maka si alzò e andò verso la porta, ritrovandosi la professoressa Marie piuttosto affaticata che teneva Victor per mano.
Prima che la professoressa potesse dire qualcosa Maka la invitò dentro e le porse un bicchiere d’acqua.
Aspettò che riprese a respirare regolarmente per poi chiederle
<< Che succede professoressa Marie ? >>
<< Non ho tempo per spiegarvelo ma dovette venire con me in ospedale >>
I tre sapevano che era inutile chiedere altro così decisero di andare nelle proprie stanze per mettersi qualcosa di appropriato per andare in ospedale e così dare modo alla professoressa Marie di riprendersi ancora un po’.
Una volta pronti uscirono dal loro appartamento e Marie disse di salire in macchina.
Una volta partiti Maka si rivolse alla professoressa per dare voce al pensiero di tutti i presenti.
<< Professoressa che sta succedendo ? Come mai dobbiamo andare in ospedale ?  E successo qualcosa al dottor Stein ? >> pensò Maka non vedendolo insieme alla sua famiglia.
<< Stein sta bene non preoccuparti. Infatti è stato proprio lui a dirmi di venirvi a prendere e portare in ospedale >> cercò di sembrare il più rassicurante possibile, voleva dirgli il perché di tutta quella fretta ma doveva rispettare il volere di suo marito in quanto era anche dottore e di certo sapeva quello che stava facendo.
Maka così come gli altri non sembravano affatto soddisfatti della risposta, sembravano se possibile ancora più confusi.
Leggendo la confusione negli occhi dei loro studenti aggiunse
<< Ragazzi lo so che vi sto chiedendo molto, ma davvero non posso dirvi niente, sarà il dottor Stein a spiegarvi il tutto. Vi dovete fidare di noi >>
Ricevendo questa dichiarazione, i passeggeri annuirono e fecero quello che la professoressa gli disse ovvero si fidarono e non continuarono a fare ulteriori domande.
Maka guardò fuori dal finestrino e pensò che la giornata era iniziata con un tranquillo risveglio e adesso questo, il mondo si stava davvero prendendo gioco di lei.
In silenzio proseguivano il viaggio verso l’ospedale, sperando che una volta arrivati avrebbero ricevuto presto delle risposte.
 
   
 
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