Videogiochi > NieR:Automata
Segui la storia  |       
Autore: steffirah    11/12/2019    1 recensioni
Un'altra possibilità? O l'eterno ripetersi della stessa storia...?
Una maledizione? Una colpa da scontare? Una speranza? Un futuro in cui vivere, in cui sopravvivere?
"Da quel momento in poi, cantammo del nostro immenso ed eterno amore."
____________________________________________________________________
Raccolta di one-shot dedicate alla "2B9S week" indetta su tumblr dal primo al sette dicembre 2017.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
6. [L]unar tears



 
Da quando avevano riaperto gli occhi, da quando la pace aveva cominciato a regnare sulla Terra, 2B e 9S trascorrevano i loro giorni in maniera tranquilla, cercando di godersi finalmente quella calma tanto agognata.
Un giorno di marzo, mentre rovistava nella propria borsa, 9S scoprì di possedere ancora la chiave consegnata loro da Emil. Mentre correva a mostrarla a 2B rifletté sulla sua triste storia, dispiacendosi. Era un peccato che per lui fosse andata a finire così, ma almeno pareva che fosse riuscito a ricongiungersi coi suoi vecchi compagni.
Gli era immensamente grato per aver mostrato loro quel posto segreto, in cui era tornato per poter piangere la morte di 2B. Si interruppe nei suoi passi, bloccandosi di fronte a quel ricordo. Non doveva più pensarci, lo sapeva, ma riflettendoci adesso, forse sarebbe stato meglio non tornarci, o lei avrebbe trovato…
“9S.”
La voce ferma di 2B lo fece tornare coi piedi per terra. Sobbalzò, guardandola ad occhi sgranati, trovandola a fissarlo poco convinta.
“Che ci fai fermo in mezzo al corridoio?”
“Ah, io…” ti stavo cercando, completò mentalmente.
Lei fece pochi passi in avanti, giungendogli perfettamente di fronte, analizzando tutto il suo viso.
9S guardò altrove, prima che potesse intendere qualunque cosa, ma 2B prontamente lo voltò verso di sé, tenendogli la testa ferma. Quando faceva così, era impossibile fuggire.
“Che cosa mi stai nascondendo?”
“Niente” rispose con un ghigno convincente, dal quale non si lasciò fregare.
“Dimmelo. Adesso” gli ingiunse in tono fermo, lanciandogli piccoli avvertimenti con lo sguardo.
“M-ma, niente di che” ridacchiò in maniera un po’ stupida, sperando di depistarla. “Volevo chiederti se ti andava di fare una passeggiata. Il cielo è sereno oggi, ci sono poche nuvole, l’aria è calda ma piacevole, e potremmo andare, non so, nelle zone della foresta, o al lunapark, o a pescare, o a fare shopping, o se preferisci possiamo farci assegnare qualche missione… Tutto quello che vuoi!”
Si stava agitando, ne era consapevole, così come era consapevole che pure lei se ne fosse accorta. E che Pod 153 desse voce al suo status emotivo-mentale non lo aiutava affatto.
“9S, prima di tutto regolarizza il respiro e calmati.”
Provò a fare come diceva, sebbene non fosse poi così semplice con lei che lo metteva tanto in soggezione, torreggiando su di lui.
Fortunatamente, però, lo lasciò, portandosi le dita al mento, con aria riflessiva. Si toccò poi i capelli, dedicandovi tutte le sue attenzioni – segno di timidezza, ormai lo aveva capito –, mentre borbottava: “In realtà, volevo chiederti una cosa.”
“Cosa?”
“... Hai… hai ancora con te la chiave che ci diede Emil?”
Restando inespressivo, 9S si sentì interiormente scoppiare. Com’era possibile che avesse formulato il suo stesso pensiero?!
Dato che taceva lo fissò di sottecchi, quasi rivolgendogli uno sguardo implorante. Negli ultimi tempi, aveva imparato anche ad assumere quelle espressioni. Chissà chi gliele stava insegnando. Era impossibile che fosse A2, quindi… Anemone? No, era più plausibile che fosse Jackass.
Sospirò, arrendendosi, cacciandola dalla tasca.
Lei schiuse le labbra in una ‘o’ perfetta, domandando: “Eri venuto a portarmela? Sapevi che volevo andarci?”
“No, io volevo andarci, solo che…”
Ci pensò su. In effetti, non sarebbe stata una cattiva idea tornarci insieme. Avrebbe potuto darvi un nuovo significato, non più come tomba di 2B, bensì come luogo di nascita. Di rinascita.
Annuì risoluto, prendendole la mano.
“Volevo portartici. C’è una cosa che devo mostrarti.”
Senza aggiungere altro si avviò con lei verso il centro della città, aggirarono la torre e raggiunsero il ponte. 9S si era sempre chiesto chi avesse avuto la malsana idea di ricostruirlo, ma d’altronde avrebbe anche dovuto ringraziare costui. Eccetto esso, non c’era altra via per raggiungere il centro commerciale, escludendo i terminali.
Sapeva che ormai il passato apparteneva al passato, eppure mentre lo attraversavano in un assordante silenzio, i suoi occhi andarono a posarsi proprio su quella parete rocciosa sulla sinistra. Si pietrificò, rivivendo per una frazione di secondo quella cruda scena che tentava con tutte le energie che possedeva di dimenticare.
“9S?”
Gli parve che tutte le parti interne che lo componevano venissero strette in artigli dalla corazza più dura dei diamanti, quasi spappolandole. Si sentì soffocare.
Oh… Nine...s…
Nella sua testa, la sua voce di quel giorno cominciò a ripetersi, all’infinito. Si portò le mani sulle orecchie, serrando gli occhi. Non voleva ascoltare. Non voleva vedere. Non voleva assistere a lei che -
“Nines!”
Sobbalzò, riaprendo di scatto le palpebre. 2B era lì, che occupava totalmente la sua visione. Lo guardava impensierita, e lui immediatamente si riscosse, sorpassandola, fissando lo sguardo sulla loro destinazione e concentrandosi su essa soltanto.
“Sto bene, non è niente.”
2B rimase un po’ indietro, rivolgendo lo sguardo ai loro Pod. Stavolta Pod 153 li informò che i valori di 9S fossero tornati nella norma, ma lei continuò a preoccuparsi. Proprio pochi secondi prima aveva detto che il segnale della sua scatola nera era divenuto irregolare, quasi fino a sparire.
Strinse i pugni e con essi i denti. Doveva essere più attenta. Doveva prestare maggiore attenzione a qualsiasi cambiamento che avveniva in 9S. Doveva proteggere la sua mente, da tutti gli spettri che la infestavano. Compresa lei stessa.
Lo seguì e in poche falcate lo raggiunse, spiando sul suo viso, trovandolo fisso sulla loro meta.
Dopo quel breve crollo, il pensiero di quello che aveva intenzione di fare tornò ad occupare tutta la mente di 9S e quanto più si avvicinavano a destinazione tanto più i suoi battiti cardiaci acceleravano. Si scambiò uno sguardo con Pod 153, implorando tacitamente silenzio. Per sua fortuna stavolta non lo rivelò.
Giunsero in quella piccola apertura tra gigantesche radici e arbusti, arrestandosi tra l’erba.
Seppure un po’ esitante, 9S utilizzò la chiave e, una volta dentro l’ascensore, mentre scendevano in profondità, quasi si sentì sudare. Strinse due lembi della sua giacca tra le dita, convinto che ormai 2B avesse capito che qualcosa non quadrava – tralasciando la sua instabilità emotiva.
Non appena le porte si aprirono la sorpassò, camminandole davanti. Si fece coraggio, guardando dritto dinanzi a sé.
“2B, dopo… Dopo la tua morte” la sua voce tremolò nel pronunciare quella turpe parola, ma si impegnò per non fermarsi. “Mi sono ritrovato a fare un favore a un membro della Resistenza. Mi aveva chiesto di trovare alcuni suoi compagni, ma erano tutti periti in battaglia. Seguendo le sue richieste, avevo raccolto ciò che rimaneva di loro e glielo avevo portato. Così facendo mi spiegò che avrebbe sotterrato quelle reliquie, in modo tale da rendere loro omaggio per i sacrifici fatti. Avrebbe pregato per loro e sulla loro tomba avrebbe posto dei fiori, com’era usanza fare nei rituali funerari umani, a simboleggiare il desiderio che le loro anime potessero riposare in pace.”
“…”
2B lo fissava tacita, restando alle sue spalle. Avrebbe voluto essere in grado di fare qualcosa per consolarlo, per confortarlo, ma non conosceva nessuna cura efficiente per una ferita come quella. D’altronde, neppure lei stessa era guarita totalmente.
“Dopo averlo scoperto venni qui, considerandolo come un posto perfetto affinché tu potessi trovare pace” proseguì senza interrompersi, fermandosi al centro dei fiori. “E portai con me quel poco che mi restava di te, per darti una degna sepoltura. Pur senza sapere con certezza se potessi osare dire di noi, esseri artificiali, di possedere un’anima o meno, ti augurai un buon riposo. Ti augurai di fare bei sogni. E ti dissi che presto ti avrei raggiunto. Quelli… erano i miei desideri.”
Mettendo da parte lo sconforto, 2B si pose alla sua sinistra, osservando la mazza piantata nel terreno, sulla cui estremità era legato il suo precedente visore. Vi si inginocchiò innanzi, sfiorandone le estremità con delicatezza, lasciando che un piccolo sorriso sbocciasse sul suo viso.
“Nines… Grazie.”
Rimasero per qualche minuto così, entrambi immersi in quell’atmosfera quasi magica, una con rinnovata serenità, l’altro con uno struggimento di cui non riusciva a liberarsi.
Quasi se ne fosse accorta, 2B si voltò di poco e vide l’agonia sul volto di 9S, attraversato dalle lacrime. Gli tese una mano, aspettando che la afferrasse, prima di portarlo a sedersi al suo fianco, in mezzo a quelle luci. Si allungò verso di lui, stringendolo tra le sue braccia, cullandolo sul suo petto.
“Sono qui” gli ricordò dolcemente, carezzandogli i capelli.
“Lo so.”
9S si morse il labbro, sperando di riuscire ad arrestare sia il tremore che il pianto, insieme a quell’angoscia annichilente.
“Sono qui” ripeté, e continuò a farlo, finché il suo corpo non parve rilassarsi. Stando ad occhi chiusi, percepì soltanto le sue braccia sollevarsi, quasi esitanti, per poi stringersi attorno a lei. In quella forza, sentì un “Non voglio più che tu vada via. Non voglio più perderti”.
Nemmeno io voglio più perderti.
Si staccò di poco, asciugandogli quei residui di lacrime che gli restavano sul viso, impregnandosene le punte dei guanti.
“Esprimiamo un nuovo desiderio, insieme” propose.
Lui riaprì le palpebre, annuendo, sentendosi ancora incapace di rispondere a dovere, troppo sopraffatto da quel dolore che aveva provato. Talvolta tornava a tormentarlo, ma non doveva perdersi in esso: come aveva detto lei stessa, 2B era lì. Poteva percepirne il calore. Poteva toccarla. Poteva sentirne la voce. Poteva vederne quel raro e rinnovato sguardo rilassato, privo di oscurità, di oneri, di doveri, di sconfitta, di presagi, di timori. Poteva godere di quel sollevato sorriso e di quegli occhi che, ora che era libera dalle catene che la tenevano imprigionata ad un compito eterno, potevano mostrare cura, devozione, amore.
“Nines” sussurrò, avvicinandosi a lui, posando con leggerezza le labbra sulle sue. Attese di sentirlo ricambiare con altrettanta morbidezza prima di distanziarsi di poco e sorridergli apertamente, non appena ritrovò il suo sguardo. “Il desiderio che volevo esprimere, era di trascorrere tutto il resto della mia esistenza con te.”
Nel sentire questo, sul viso di 9S si fece largo un caldo sorriso. Non staccando lo sguardo da quei suoi occhi trasparenti le prese le mani, togliendole i guanti, e lei, pur senza comprenderne l'intento, ripeté gli stessi gesti.
Successivamente 9S raccolse un fiore dal terreno, sciolse la benda dal ceppo e ne fece un fiocco sullo stelo, prima di fargliene dono. Mentre lei lo prendeva, posò sul suo palmo anche due piccoli anelli, luccicanti di quella stessa iridescenza che li circondava.
“Anche io, 2B.” Strinse delicatamente le dita attorno alla sua mano sinistra, spiegando: “Gli umani facevano questo rito chiamato ‘matrimonio’, per potersi legare per sempre a qualcuno. Era come una sorta di giuramento, una promessa che avrebbero trascorso il resto della loro vita con quella persona. Tu lo vorresti davvero, 2B?”
La guardò, pieno di emozione, e lei non attese neppure un attimo per rispondere: “Sì, lo voglio.”
A 9S parve di perdere un battito stavolta, nell’udirla pronunciare proprio quelle parole, le stesse di quell’incantesimo. Le sorrise felice, facendo scivolare l’anello che le spettava sul suo anulare, dopodiché lei fece altrettanto, porgendogli la stessa domanda.
“Lo voglio” confermò con sicurezza.
Intrecciarono le loro dita e si scambiarono un nuovo bacio per suggellare quella promessa, proprio mentre i Pod, prevedendolo – avendo studiato anch’essi quel genere di rituale insieme a 9S –, lanciarono prontamente su di essi del riso e petali di rose bianche che avevano portato con sé.
Così, furono totalmente avvolti da quel candore niveo, che in quell’amato momento risplendette più luminoso che mai, estinguendo tutte le ombre.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > NieR:Automata / Vai alla pagina dell'autore: steffirah