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Autore: missgenius    12/12/2019    1 recensioni
"I alone know, as I think I do know, your love besides Thor, and that was the wicked Loki".
Post Ragnarok.
Asgard è distrutta, tutto è cambiato e nessuno sa dove si trovi Sif. Solo una persona sa, e il desiderio e la paura di ritrovarla si scontrano prepotenti. Loki potrà riuscire a convincerè la sua amata che per una volta nella vita è sincero? Ciò che lo attende potrebbe cambiare drasticamente il corso degli eventi.
*Sifki*
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Sif, Thor
Note: Movieverse, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Loki ricomincio a respirare normalmente dopo dieci minuti. Il panico era calato e stava cercando di iniziare a ragionare lucidamente, per il suo bene e quello di Sif.
E di quella strana creatura che alloggiava nel suo grembo.
Aveva paura.
Aveva una paura maledetta.
Quel...bambino...era metà jotun. E Odino solo sapeva cosa poteva fare a Sif.
Lei stava male per colpa sua. Sarebbe impazzito se fosse successo qualcosa a lei per colpa sua. Se solo fosse stato più attento, non sarebbe dovuto accadere, era stato un folle, un pazzo, un idiota...
Si ricompose.
Doveva rimanere lucido.
Aveva bisogno di sapere quante più cose sulla fisiologia Jotun. Sarebbe andato subito alle biblioteche di quello stupido pianeta. Ci sarebbe pur stato qualcosa. E avrebbe parlato con le guaritrici. L'avevano visitata più volte, avrebbe potuto scoprire qualcosa. Lui non aveva idea degli effetti che questa gravidanza avrebbe portato su Sif, un Aesir. Probabilmente così si spiegavano gli strani sintomi e il suo malessere. E come mai solo il suo incantesimo curativo Jotun riuscisse ad alleviarli.
Sif. Forte, bella Sif.
Si chiese come mai non avesse deciso di eliminarlo non appena lo aveva scoperto.
Il figlio bastardo di un principe caduto in disgrazia. Lei, la dea della guerra, la favorita di Asgard e probabilmente la prossima regina a salire sul trono.
Lei aveva deciso di tenere...loro figlio.
Le parole di sua madre gli risuonarono nell'orecchio.
Forse...forse... Non era tutto perduto. Forse c'era ancora speranza per loro.
Dovevano andare subito a Midgard.
Ma prima in un battito di ciglia si materializzò di nuovo in quella camera.
Sif era lì come l'aveva lasciata.
Le scostò una ciocca di capelli dalla fronte e le lasciò un casto bacio.
Prese un paio di forbici dal cestino da lavoro accanto al letto e corse via verso il villaggio.






Uscì dalla sua stanza con il sentimento che più conosceva meglio. La delusione. Sapeva che non sarebbe stato facile. Ma non avrebbe mai immaginato le ragioni dietro il suo allontanamento. Malintesi vecchi di secoli che avevano creato una voragine tale da impedire il loro riavvicinamento. Diede un pugno con forza al muro della casa incurante degli sguardi spaventati degli gnomi intorno a lui.
Quanto era cocciuta quella donna!
Talmente tanto da farlo impazzire, da farlo soffrire, da ucciderlo piano piano.
Lui e Lorelei.
Come avrebbe potuto pensarlo?
È vero che chi li avesse visti avrebbe potuto immaginare una cosa del genere.
Ma non Sif.
Sif lo conosceva.
Sapeva che non l'avrebbe mai tradita.
O almeno così credeva.
Era possibile che avesse così poca fiducia in lui?
Improvvisamente si rese conto di quanto la sua nomea gli avesse rovinato la vita.
L'unico modo per convincerla era dimostrargli con tutti i suoi mezzi che stava dicendo la verità.
Andò alla ricerca di Brunilde, forse lei poteva aiutarlo.




Sif preparò i suoi pochi averi nella sacca che aveva quando era arrivata la prima volta, semplicemente una vita fa. Non poteva credere a come la sua esistenza era radicalmente cambiata nel giro di così poco tempo. Accarezzò lo scudo e la spada, chiedendosi quando avrebbe potuto metterle di nuovo.
Poi posò anche la piccola copertina che Milka le aveva fatto a maglia per la sua creatura non appena sarebbe nata.
Che cara ragazza. Le sarebbe mancata.
Rimase a fissarla e il pensiero non poté fare a meno di tornare alla conversazione che aveva avuto con Loki. Si era sentita un verme. Sapeva di non potergli credere pienamente, ma se le cose fossero andate veramente come aveva detto lui?
In tal caso aveva commesso l'errore più grosso della sua vita e forse tante cose non sarebbero successe.
Ricacciò tutto dentro, aveva avuto una notte intera per pensarci e ricriminarsi.
Non puoi cambiare il passato, puoi solo operare per il futuro.
Questo glielo soleva dire Frigga, la donna più simile a una madre che avesse mai avuto. Di sicuro lei sarebbe stata entusiasta per il suo nipotino. L'avrebbe viziato e cresciuto come avevo fatto con suo padre.
Loki.
Si ripromise che avrebbe cercato di essere più gentile con lui, non più sul piede di guerra. Il passato era passato, ormai dovevano guardare al futuro. D'altronde su una cosa aveva ragione, era anche suo figlio e volente o nolente avrebbe avuto un ruolo nella vita del bambino.
Scese per l'ultima volta le scale che portavano giù quando una Milka trafelata la raggiunse.
"Mia Signora...!"
"Milka... Respira, dimmi cosa succede?"
"Stanno venendo a chiamarla per portarla davanti agli anziani, hanno scoperto del bambino e la legge...."
Non riuscì a finire la frase che uno dei gnomi con un incarico di ruolo si avvicinò.
"Lady Sif di Asgard. Vi preghiamo di venire con noi nella Sala del Consiglio. Abbiamo bisogno di parlarvi."


Sif non riusciva ad immaginare che cosa potesse mai essere successo. Lo seguì con passo sostenuto fino alla Sala, la struttura più grande del villaggio composta da una grande stanza rotonda al cui centro stava il capo del villaggio ed intorno gli anziani. Sif si rese conto che tutti erano  in quella stanza, affollatissima, in attesa.
In attesa di lei.
Con la cosa dell'occhio vide Thor e Loki vicino al capo, mentre gli altri asgardiani erano fuori curiosi. Quando entrò tutti si spostarono lasciandola passare, e per un attimo provò la stessa sensazione di qualcuno condannato al patibolo.
Arrivò di fronte Karlthon, con l'aria da guerriera che la contraddistingueva.
"Lady Sif. Mi dispiace per questo inconveniente. Ci avete reso grandi servigi e per questo ve ne saremo grati per l'eternità. Ma siamo venuti a conoscenza di alcune spiacevoli situazioni e purtroppo per il bene della nostra comunità è necessario che vengano rispettate le leggi."
Sif continuava a non capire.
"Siamo venuti a conoscenza della vostra gravidanza."
Un mormorio generale animò la folla di gnomi e asgardiani.
Sif guardò Thor e Loki che avevano gli occhi sbarrati e facevano cenno di no alla domanda inespressa nei suoi occhi.
"Non dovete guardare i vostri amici, lo abbiamo saputo da fonte sicura."
Tra la folla vide una delle guaritrici che si faceva piccola piccola mentre arrossiva fino alla punta delle orecchie rosse.
"Non capisco però come possa la mia vita privata interferire con la vostra legge."
" Vedete la nostra legge è molto rigida per quanto riguarda i rapporti prematrimoniali. Sono severamente vietati, ed avere un figlio al di fuori del matrimonio è una delle cose che cerchiamo di evitare a tutti i costi. Chiunque commetta un atto del genere viene emarginato dalla società e soggetto a pene. Dal momento che siete diventata cittadina onoraria del nostro pianeta dovete rispettare anche voi la legge. Non possiamo permettere che il vostro esempio sbagliato possa influire negativamente sulle nostre fanciulle vergini, sarebbe una vergogna. Ma dal momento che ci avete reso grandi servigi, in consultazione con il consiglio, abbiamo deliberato che potremo liberarvi e aiutare voi e il vostro popolo a ripartire nel caso ci sia un matrimonio riparatore. Mi dispiace che dobbiate farlo ma la nostra intera società si basa sull'osservazione della nostra legge millenaria. Non possiamo permetterci che non venga rispettata."

Sif sentì tutto l'ossigeno presente nel suo corpo evaporare. Non poteva credere che stava succedendo davvero. Non poteva crederci. No, no.

Thor si avvicinò a Karlthon.
" Posso parlarle un attimo, mio buon amico?"
"Certo, capisco che bisogna accordare alcuni particolari."
Thor si avvicinò prendendola per una spalla.
"Sif, Sif. Niente panico." bisbigliò al suo orecchio. " Fidati di me andrà tutto bene. Sono il re di Asgard, posso fare annullare questo matrimonio, non sarà assolutamente valido per noi. Ma abbiamo bisogno del loro aiuto per partire. È indispensabile. È l'ultimo sacrificio che ti chiedo per il tuo popolo."
Sif annuì distratta. Sapeva che non c'era altra soluzione. Per un attimo si chiese se...
"So che pensi che abbia architettato tutto, ma ti giuro solennemente sulle Norne che io non c'entro nulla con questa storia. Sono sorpreso quanto te."
Loki si era avvicinato abbastanza da sentire i loro discorsi.
"So anche che probabilmente mi odi, ma credo che io sia l'unico in questo momento disposto a compiere questo passo. Ti prego di accettare la mia mano. È stato un mio sbaglio, permettimi di ripagare in qualche maniera."
Sif fece un cenno secco con la testa prima di prendere la mano che lui le offriva non riuscendo a guardarlo negli occhi.
Thor si girò verso lo gnomo.
"Abbiamo risolto e accettiamo la vostra gentile offerta."
"Bene, ne sono sollevato, quindi con chi devo officiare la cerimonia?"
"Loki, principe di Asgard, figlio di Odino."
"Bene, Lady Sif, principe Loki, vi chiedo di avvicinarvi. La cerimonia verrà tenuta nel bosco sacro esattamente fra mezz'ora, dopodiché sarete liberi di partire con tutto il nostro aiuto".


La radura del bosco emanava un'aura magica molto potente. Loki la sentì non appena vi mise piede. Questo sarebbe stato un bel problema. La magia degli gnomi era antica e potente, lo avvertiva nel profondo delle ossa, e non sarebbe stato una semplice unione scritta la loro. Aspettò con pazienza mentre aspettava Sif che li raggiungeva. Tutto il villaggio si era spostato nella radura come testimone di quell'importante avvenimento. Con una punta di fastidio guardò i più vicini a lui che avevano iniziato a mormorare parole poco lusinghiere nei suoi confronti. Era abituato al disprezzo, ma questo non significava che non avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per aiutare la sua Sif, per il suo bene e quello del suo popolo.
Un bisbiglio avvisò del suo arrivo. Thor si avvicinava con lei al braccio, nel tipico vestito verde nuziale e il velo dello stesso colore che le copriva il viso.
Cercò di fare un mezzo sorriso quando si sistemò accanto a lui anche se ne uscì una smorfia, ma apprezzò comunque lo sforzo ricambiando.
Poi Karlthon si avvicinò alla pietra centrale della radura.
"L'unione di due sposi nel matrimonio, l'unione di due anime e due corpi in uno, viene oggi benedetta dallo spirito della terra. Lady Sif e Principe Loki."
Prese una spada finemente lavorata e disegnò un cerchio intorno a loro.
"Il cerchio, simbolo della totalità e della comunità, è tracciato con una spada per avere la protezione verso l'inizio di una nuova vita."
Poi si avvicinò con la spada.
"Mostratemi il polso destro. Con la spada che vi garantirà protezione si incide il corpo carnale per unire le vostre anime."
Fece un piccolo taglio nei polsi di entrambi fino a fare uscire una goccia di sangue. Poi prese due nastri, uno rosso e uno bianco e li legò insieme fino a che le loro mani e i loro polsi sanguinanti non furono uniti.
"Il patto di sangue rappresenta il legame indissolubile che avete creato."
La magia formicolava sulla nuca di Loki, e sapeva, percepiva chiaramente che per Sif era la stessa cosa.
"Con le mani unite accendete le tre candele poste dinanzi a voi. A destra rappresenta la famiglia di Odino padre del principe Loki, a sinistra la famiglia di Tyr padre di Lady Sif. La candela al centro rappresenta la vostra nuova famiglia che da oggi in poi giurate di proteggere per l'eternità."
Accesero le fiammelle che iniziarono a risplendere di una luce innaturale.
"Ora vi chiedo di ripetere dopo di me:'Sei sangue del mio sangue, ossa delle mie ossa, ti dono il mio corpo così noi due saremo uno, ti dono il mio Spirito fino alla fine della nostra Vita'."

Loki cercò di essere fermo nel pronunciare quelle parole. Per lui non potevano essere più vere.
"Adesso giratevi e guardatevi negli occhi per favore, è il momento dello scambio degli anelli come simbolo esteriore della vostra nuova condizione".
Poteva vedere Sif con gli occhi lucidi mentre le infilava delicatamente l'anello nell'anulare sinistro, mentre la destra era ancora saldamente attaccata alla sua. La sua mano tremò un po' quando fu il suo turno di mettergli l'anello. Se fosse per la rabbia, per la tristezza, per la delusione o la paura non avrebbe saputo dirlo.
"Ripetete adesso: 'Ora siamo reciprocamente legati con un laccio non facile da spezzare, ti giuro nel mio voto finale, che proverò a imparare quello che c'è da sapere per crescere in saggezza e amore affinchè il nostro matrimonio sia forte e l'amore duri in queste vita e oltre.'"
Appena finirono di ripetere le frasi il laccio intorno alle loro mani si disintegrò in un lampo di luce. Al suo posto nelle loro mani intrecciate comparve un sassolino con le loro iniziali finemente incise sopra. Le piccole ferite ai loro polsi divennero delle piccole voglie rosate dalla stessa identica forma a mezzaluna. E l'anello divenne impossibile da togliere.
Erano diventati marito e moglie.
  
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