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Autore: Ary_S    02/08/2009    2 recensioni
Un voto brutto... cosa può rappresentare per una mente contorta e pazza?
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Bloody Temptation

Un numero scritto su un foglio volante. La calligrafia svolazzante. Insomma, cavolate. Ma di un enorme importanza, che, se pensi in un modo così pessimista e sadico, risultano fatali. Sì, fatali. Fatali perché se tu pensi che siano cose importanti, lo diventano. Sempre. La disperazione per una sciocchezza del genere, può indurre a fare cose pazze. Quando ti tolgono qualcosa a cui tieni, tutto ti induce a far sì che tu la riprenda. Inevitabile. Faresti di tutto per riaverla con te, tu e la cosa siete un tutt’uno

Voi soli sapete a cosa serve veramente. Voi soli sapete che quella cosa va usata a quel modo, non per sciocchezze nelle mani altrui. Voi soli conoscete la perfezione della vostra unione. Pensate in due, ma agite in uno.

Tutti hanno un lato oscuro.

 

       Pazzia

Appena vidi il numero seguito da due lineette, sbiancai. Pensai che ormai tutta la mia vita ruotasse attorno a questo momento. La donna me lo diede, il foglio volante, con indifferenza e senza nemmeno guardarmi negli occhi.

Non considerava questa cosa un tale pericolo. Ingenua. Sciocca. Ignorante. Non era possibile. Tutto rovinato.

A cosa serve la vita, se poi muori? Eh? Molti dicono che ogni vita, per quanto imparagonabile alla perfezione dell’universo, è un tassello importantissimo, che lo fa mandare avanti. Allora che ne dite di tutti quelli che non vengono conosciuti, resi famosi? A cosa servono quelle piccole, inutili vite che hanno fatto, se tanto nessuno ne gode? Mandare avanti la vita? Che sciocchezza, che sciocchezza. La stupidità umana è una cosa incredibile. Ti induce a pensare a cose assurde, impossibili, tanto per consolarsi. Già. La vita serve solo a soffrire, anche se ci sono momenti felici, tanto morirai e non te ne ricorderai. Il ragionamento, secondo voi, è tale e quale anche per il dolore. Beh, anche se te ne dimentichi, intanto lo soffri.

Con una incalcolabile velocità strizzo gli occhi e poi li riapro. Ma perché? Sapevo benissimo che la realtà ora era quella.

Delicatamente prendo il foglio volante e lo porto, con più contegno possibile, al mio scheggiato e ciccoso banco.

I ragazzi, per quanto stupidi, notano il folle panico nei miei occhi. << Quanto hai preso?>> chiede un ragazzino con fare canzonatorio. Lo guardo nei suoi piccoli buchi castani cisposi. Riduco a fessura gli occhi, ora non più miei e gli lancio un occhiata ardente, mentre ringhio. La mia reazione gli fa sgranare gli occhi e barcollare, ma, quando mi siedo sulla sedia mezza rotta, e appoggio il maledetto foglio volante sul tavolo

(naturalmente non ho compagni di banco, stanno lontani da me, ma è esattamente quello che io voglio)

Un tizio mi urla:

<< Scommetto che hai preso tre, eh? O forse anche uno!!>>

Da quel momento in poi, il corpo fu del tutto non mio. La mia mente, già contorta, pensa in un millesimo di secondo. Schizzo verso  la forbice del banco più vicino, e, con un’enorme rabbia, gliela ficco con violenza in pancia.

Il ragazzetto, che prima aveva lo sguardo pregno di un folle divertimento, ora mi fissa con occhi vitrei, spalancati. Non odo le urla che mi circondano, ma odo il mio ghigno e il rantolo del ragazzo, persino il suono delle sue lacrime che scendono sulle sue guance… Non penso più a niente. Tolgo con un secco gesto, pieno di gusto,  la lama della forbice dal buco rosso della sua pancia, e, correndo verso la porta, la buttò in terra con violenza. Spalanco la porta della classe e mi dirigo verso l’ingresso della scuola. Apro le grandi porte di vetro e scappo.

Verso la finta libertà.



   
 
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