15. Annuncio.
Vorrebbe poter pensare ad uno
scherzo di cattivo gusto, ma purtroppo non lo è.
Sono tre giorni che la 2-A si
ritrova a fronteggiare quella stranezza più strana del solito.
E non hanno ancora idea di come
uscirne.
AllMight, raggiunto telefonicamente
poiché è in ferie forzate per motivi di salute, ed è andato a curarsi a Shikoku, ha pensato di contattare il suo amico scienziato
ad I-Island, che ha promesso di raggiungerli il prima
possibile e vedere se è nelle sue possibilità fare qualcosa per mettere fine a
quel dannato casino.
Purtroppo sta lavorando ad un
progetto importantissimo e non può piantare tutto a mezzo per correre da loro.
Fino ad allora, possono solo
sperare bene.
Ma non se la sente di vederla in
questo modo.
Ora che ce li ha tutti davanti,
meno che mai.
Jirou, nel corpo di Kaminari, ha due occhiaie da far concorrenza alle sue. E’
tutta un tic, al pari di Midoriya che ha la faccia
perennemente accesa e sudata dacché porta un’enorme felpa di pesante pile e
l’odore che emana, un miscuglio sospetto di sudore e deodorante, si sente quasi
fin dalla cattedra.
Non pensa non si lavi affatto, Aizawa, ma sicuro si butta sotto la doccia per qualche
minuto e rimane lì immobile, senza insaponarsi.
E’ stato altre quattro volte in
infermeria da quando ha avuto l’attacco di panico in bagno. Se continua così si
giocherà un rene, o meglio lo farà giocare ad Ashido.
L’unica che ci sguazza in quella
situazione. Senza pudore com’è, si porta in giro il corpo di Bakugō come nulla fosse, incurante di quel povero
cristo del suo fidanzato che ha la faccia di chi è sopravvissuto ad una
catastrofe nucleare e ora è sempre in allarme per spiare gli eventuali effetti
delle radiazioni.
In perenne stato di ansia e
shock, in pratica.
Dal canto suo Bakugō
è più incazzato che mai. Lui non rischia un blocco renale ma un ictus, la
faccia di Yaoyorozu è perennemente ingrugnita e quella poveretta, nel corpo di Midoriya, si dispera perché semmai tornerà in possesso del
proprio dovrà iniziare ad usare una crema antirughe prima del tempo.
Non si sente di dar torto a Katsuki, a nessuno farebbe piacere sentir decantare le
proprie doti fisiche davanti a tutto il dormitorio; anche se un po’ se lo
merita, dacché spesso se la canta e se la suona da solo anche se in altri
sensi.
Viene davvero da pensare al
karma, in questo caso.
E a proposito di karma Todoroki
ha lo sguardo più perso che mai. Per una volta che si dava una svegliata fuori
dal campo ecco che finiva puntualmente colpito dalla iella. La sua ragazza ora
ha il cervello del suo più agguerrito avversario, anche se sembra abbiano
raggiunto una sorta di tregua per riguardo alla situazione.
Dev’essere nato proprio sotto
cattiva stella, quel disgraziato. Così fortunato da un lato e così segnato
dall’altro: mai una volta che gliene vada bene una.
E come a lui, anche a Hitoshi.
Aizawa non fa realmente preferenze tra
i suoi alunni, per lui sono tutti uguali e tiene a loro come fossero tutti
figli suoi.
Ma quella di Hitoshi è una
situazione un po’ particolare.
E’ entrato al secondo anno, nella
sezione Eroi, dopo innumerevoli tentativi e difficoltà. Si è inserito in una
classe già compatta, che le vicissitudini del primo anno ha legato a doppio
filo malgrado gli attriti presenti, logici date le differenze di personalità –
leggi: Bakugō- e che nonostante l’avesse accolto
gentilmente, anche con reiterate offerte di amicizia, come quelle avanzate da Kaminari o Midorya, un po’ lo
temeva per il suo potere.
Soprattutto da chi ci era venuto
a contatto durante il precedente Festival Sportivo, come Ojiro.
Che si manteneva vagamente ostile
nei confronti del nuovo arrivato.
Senza contare il fatto che
Hitoshi stesso, forse mettendo le mani avanti per non sentirsi tagliato fuori
avesse deciso di tenersi neutrale nei confronti dei suoi nuovi compagni in modo
scoraggiante.
Per quello non poteva fare un
granché, essendo lui stesso un solitario.
Aveva però provveduto a lui
diversamente.
Non possedendo Shinsou un quirk fisico, si è sentito in dovere di aiutarlo
istruendolo nell’arte di maneggiare le bende, oltre che ad incoraggiarlo a
sviluppare il proprio quirk, il brainwash.
Si racconta ch’è perché un potere
come il suo è meglio averlo dalla parte dei buoni, piuttosto che da quella
sbagliata.
La realtà è che lo considera un
po’ come un suo nipote. Gli si è affezionato, lo ha sempre spinto a non farsi
limitare dalle sue scarse competenze nella lotta e nell’integrarsi con gli
altri.
Se c’era riuscito Todoroki, a
socializzare, poteva farlo anche lui.
E con meraviglia di Shouta il ragazzo aveva seguito prontamente quel consiglio.
Quando poche settimane dopo la ripresa delle lezioni i suoi onnipresenti robottini avevano catturato l’immagine di lui ed Ojiro Mashirao
che si baciavano in un angolo dietro gli spogliatoi, pensando di essere fuori
vista, aveva ghignato.
Ma
guarda.
Bravo,
Shinsou. Bravo.
E’ fierissimo dei suoi progressi,
su ogni fronte. Anche del fatto che non si sia vergognato per nulla della sua
relazione con Ojiro: non ha messo i manifesti, però appena la voce si è sparsa
– ad opera di Ashido e Hagakure,
quando mai- non ha fatto una piega. Anche se la loro situazione avrebbe potuto
essere un tantino delicata – per gli altri, non certo per Aizawa,
che lui a ste cose non fa proprio caso e non gli
cambia nulla se una persona ha questo o quell’orientamento, l’unica cosa a cui
guarda è la capacità di impegnarsi a sfruttare le proprie capacità- essendo
l’unica coppia gay dichiarata della classe e dell’intera scuola, al momento,
l’hanno affrontata con grande disinvoltura. Non hanno provato a negare, a
nascondersi: l’hanno ammesso subito e se non scambiano effusioni in pubblico è
solo perché lui è discreto e Mashirao è timido, tutto qui.
Guarda caso, il fato non ha
voluto favorire neppure lui.
Nel corpo di Ojiro adesso c’è Kaminari. E se da un lato Hitoshi lo stava iniziando a
considerare un amico, dall’altro è cosa risaputa che Denki
non sia certo uno stinco di santo. Non arriva ai livelli di Mineta
e le sue sono più chiacchiere che altro, tuttavia è complicato comunque.
Quando il giorno prima, al
termine delle lezioni l’ha fatto convocare e se l’è visto arrivare in ufficio
con la faccia ancora più distrutta del solito, una palpebra che vibrava
paurosamente e le occhiaie ancora più scavate, dopo qualche domanda in generale
su come stessero procedendo le cose in dormitorio, non ha potuto esimersi dal
chiederglielo. “E tu, come stai, Shinsou?”
“Boh. Non lo so,” ha ammesso
semplicemente.
“E’ successo qualcosa in particolare?”
Silenzio. Per nulla rassicurante.
Gli occhi viola si sono richiusi
un istante. “Preferirei non parlarne.”
Impossibile non capire che la
cosa lo toccasse molto da vicino. “Kaminari sta facendo
casino? Vuoi per caso …” e si era bloccato subito.
Cosa? Non poteva fare nulla. Non
poteva certo rispedirlo dai suoi genitori col corpo di un altro; e nemmeno
mandarlo dagli zii di Ojiro, sennò a quelli sarebbe preso un colpo e avevano
già abbastanza gatte da pelare anche senza quell’ulteriore sconvolgimento.
Anche se gli avesse concesso un
permesso per assentarsi dalle lezioni – e non soltanto come favore a Hitoshi ma
anche a Denki stesso, che si portava dietro
l’espressione di un moribondo e la coda penzoloni come non avesse la forza di
tenerla su- comunque avrebbero dovuto
avere a che fare in dormitorio. E porca paletta, essendo comunque nel corpo di
un ragazzo non poteva neppure andare a rintanarsi in quello delle donne.
Che cazzo di casino. “No.
Preferisco averlo davanti, almeno posso…controllarlo…meglio,”
aveva soffiato piano Shinsou, chinando il capo per non rialzarlo più.
Aizawa aveva creduto di capire cosa
fosse accaduto.
E aveva schioccato la lingua, ma
soltanto per vincere l’imbarazzo della faccenda.
Lui è uno molto metodico: ad
inizio anno scolastico, notato lo sbocciare di simpatie tra i suoi allievi e la
loro età maledetta, in cui gli ormoni la fanno da padrone aveva creduto bene
fosse il caso di prendere provvedimenti. Non poteva certo fare come alla Shiketsu e impedire loro di avere relazioni: in primo luogo
non appoggiava personalmente quel modo di fare, in secondo per alcuni proibire
qualcosa serve solo a spingerli a farla più in fretta e poi la Yuuei era una scuola libera; così, anche se Yaoyorozu quel giorno era assente giustificata per malattia
– ma tanto sicuro lei, intelligente e colta com’era era già a parte della
faccenda, sicuro - aveva pensato di tener loro un discorsetto educativo,
invitandoli alla discrezione e pregandoli, se proprio non potevano fare a meno
di … avere contatti ravvicinati quanto meno di proteggersi.
E qui l’intervento di Ashido era stato memorabile.
Come la reazione dell’intera
classe, tutti sconcertati ad eccezione di Kirishima
che se ne fosse stato in grado si sarebbe scavato una fossa e ci sarebbe
saltato dentro.
Aizawa ancora non ci poteva pensare che
gli veniva il mal di testa.
Come adesso.
Aveva ragione Midnight,
poveraccia. Quando l’altro giorno è entrata in sala professori buttando giù una
pasticca, Aizawa l’ha guardata stranita.
E si è fatto raccontare tutto.
Non serviva un genio per capire
cosa stesse succedendo nella 2-A.
Stava andando tutto come doveva
andare.
Cioè, malissimo.
Hitoshi aveva soltanto confermato
ciò ch’era stato facile supporre, anche se il sensei
sperava che almeno lui la vedesse un po’ più stoicamente…ma
non è comunque semplice, essendoci in gioco i suoi sentimenti.
E il corpo di Mashirao.
E ora lui sta per aggiungerci il
carico a coppe.
Perché al peggio non c’è mai
fine, oh yeah,
direbbe PresentMic.
“Allora, professore? Non ci tenga
sulle spine.” E’ Momo a parlare, con la vocina timida di Midoriya.
La sua invece, squisitamente
femminile, impreca. “Che cazzo, allora, siete arrivati da qualche parte?”
“No, purtroppo. Il dottor Shield non potrà essere qui in tempi brevi, dovremmo…continuare ad arrangiarci come possibile.”
“Dannazione!” Il banco di Bakugō quasi salta per aria, anche se il suo
possessore ora si ritrova privato del proprio quirk
deflagrante. “Ma come cazzo è possibile? Questa storia non può andare avanti
così! Io ho un mal di schiena assurdo, da sopra si è spostato anche a sotto, non
dormo più neanche la notte!”
Yaoyorozu sembra farsi piccina piccina, più del corpo che la ospita, nel banco.
E avvampa, come se una fiammata
le avesse investito la faccia lentigginosa.
“Lo so che avete i vostri guai, Bakugō,” sentenzia osservando Jirou
– Ojiro- che mette silenziosamente in bocca quella
che sembra una caramella, ma è una pillola per il mal di testa.
Poveraccio, il quirk di Kyoka non è quel che si
definisce un toccasana.
Specie con tutta quella gente che
gli urla intorno.
E se Bakugō
ha un umore da cane arrabbiato, Shinsou ha una tetraggine cupa da far spavento.
Come anche Kaminari.
“Ma noi non possiamo fare miracoli.”
“Tsk. E
quando mai,” sbotta quello, facendo per svaccarsi
nella sedia ma ricordando in tempo la gonna.
Grazie al cielo. Forse non sarà
così drammatica, allora.
Quanto meno se lo augura. “E’ che… abbiamo ricevuto un invito per il gala che si terrà
domani sera. E’ un evento ufficiale, non potremo accampare alcuna scusa per non
presentarci.”
Tutta la classe pietrifica, di
colpo.
Ci vuole qualche istante perché
mostrino di nuovo segnali di relativa vita.
E come al solito il primo viene
dal banco di Ashido.
“Waaaaaaaaa!
SARA’ FICHISSIMO!” trilla quasi balzando in piedi e battendo le mani di Bakugō.
Tutti indietreggiano di scatto.
Per fortuna, anche il quirk di Ashido
è nei palmi, per cui quanto meno saprà controllarle quanto basta a reprimere il
potere e non far saltare tutto in aria. “Midoriya, ho
già il vestito per te! L’ho comprato giusto prima del casino, c’è ancora
attaccato il cartellino!” grida ancora senza ritegno, e Ojiro si prende le
orecchie nelle mani.
Ma non è l’unica vittima dello sbrocco di Mina: Midoriya si fa
invisibile nella felpa, sbiancando come se gli avessero proposto chissà quale
indegnità.
Forse è il caso di far parlare Toshinori con lui, appena torna. “MINA!” la rimbrotta Kirishima, ad un passo dal crollo nervoso.
“Oh ma dai! E’ solo un vestito,
mica gli ho proposto chissà che! Bakugō, tu ce
l’hai qualcosa di carino da mettere?”
“Chiudi il becco, squinternata!”
la redarguisce Bakugō-Momo.
Uhm. Forse non sarà così facile.
No, non lo sarà davvero per
niente. “Ehm, Todoroki…”
“Ah?” Shouto
rialza lo sguardo, fin lì puntato nel vuoto.
“Ci sarà…
anche tuo padre, ovviamente. Non so se ti avesse già avvisato…”
Dalla faccia che ha fatto, più bianca dei capelli dal lato destro, direbbe di
no. Sicuro no. “Ma credo sia opportuno… tu prenda le
dovute contromisure.”
Ora Todoroki annaspa, come gli
mancasse l’aria. Ma solo un attimo, poi si placa.
“Ah,” è tutto quel che commenta
infine.
Bakugō, invece, ch’era rimasto di sale
ora ritrova la facoltà di parola. Anzi, di urlo. “Che significa, CONTROMISURE,
EH?” grida e si gira verso Todoroki. “Ohi bastardo, non ti sognare cose strane
sennò ti smonto le ossa!”
“Bakugō,
cerca di stare calmo,” fa Yaoyorozu alle spalle di Mido-statua di gesso qual è diventato.
I suoi genitori quanto meno non
saranno presenti, sono impegnati in una missione fuori città, almeno lei da
quel punto di vista è salva.
Da quello soltanto, però. “Calmo
un cazzo! Io a questa porcata non mi ci presto, nossignore! FATE IL CAZZO CHE VI PARE MA NON MI COINVOLGETE!”
“E’ così che pretendi di
diventare Hero, Bakugō
?” lo folgora Aizawa, e quello resta di sasso neanche
lo avesse privato del quirk. “Essere un Eroe non vuol
dire solo far saltare in aria e prendere a calci i cattivi, cosa credi?
Significa anche fronteggiare qualsiasi situazione d’emergenza possa venire a
crearsi. Ora, cosa vogliamo fare? Lo diciamo a tutto il mondo, con le logiche
conseguenze, o cerchiamo di mantenere i nervi saldi e ci comportiamo a modo? Tu
cosa proponi? Se hai un’idea migliore, sono qui ad ascoltarti.”
Katsuki rimane a fissarlo con gli occhi
neri di Momo, sgranati. “No. Fanculo,” conclude con
un calcio al tavolino.
Momo sembra sul punto di dire
qualcosa, ma alla fine sceglie di tacere.
E’ più saggio, di sicuro. Già Bakugō di solito è intrattabile, da quando è successo
il delirio lo è ancora di più e oggi poi sembrava proprio ingestibile, ancora
prima di quella notizia.
“Dai, quante storie, Bakugō! Per una festa! Kiri
tesoruccio, tu ballerai con me, eh eh? Lo sai che
adoro ballare!” esclama Ashido e Kirishima
sparisce quasi dietro il libro farfugliando un: “Oddio…”
“CAPELLI DI
MERDA, FAI STARE ZITTA QUELLA PAZZA!” sbrocca Bakugō rivolto all’amico.
L’unico, amico.
Che sembra pericolosamente in
bilico tra il dover scegliere tra l’uno e l’altra.
Aizawa ha già scelto, invece.
Bakugō ha ragione, non può dire di no.
Già è un disastro di per sé, avere
da sopportare anche le uscite di Ashido… uhm. Ci
vuole fegato.
Persino il suo ragazzo, che se
l’è presa a mente lucida, pare si stia quasi pentendo di quella decisione
sconsiderata.
“Basta, Ashido,
contieniti,” osserva, per compassione di Bakugō o
meglio di Yaoyorozu dacché quello sembra sul punto di
sferrare una craniata nel muro. “Ricordati in che
corpo sei. Niente situazioni imbarazzanti che possano danneggiare la reputazione
della scuola.” Detta così pare che il fatto che due uomini che ballano assieme
possano essere considerati “ imbarazzanti”.
Merda. “…o
i vostri compagni, per cortesia. Cercate di mantenere un contegno adatto alla
vera personalità del corpo che vi ospita, come se fosse tutto regolare.”
Okay, così va meglio.
Per averne la certezza ora guarda
Shinsou, che ha i pugni serrati sul banco.
Al suo fianco Kaminari
ha la faccia ancora più da funerale. Jirou, dietro
stringe i denti come se temesse di andare di nuovo in corto circuito.
E Ojiro ha ancora le mani alle
tempie, gli occhi chiusi.
Starà pregando che l’analgesico
faccia effetto presto.
Già. E’ bello quando basta una
pillola a rimettere le cose a posto.