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Autore: ttyfal    15/12/2019    1 recensioni
"Ma uffi! Bus viene con voi, perché io non posso? Voglio poter salutare J prima che parta. Tu non vuoi che venga perché sei gelosa che J vuole più bene a me che a te"

"Com'è che non avete invitato anche noi al party, stanotte?" chiede James. Il padre con una mano prende il cuscino da sotto la testa e lo tira in faccia al primogenito " perché siete troppo chiassosi voi due, e puzzate decisamente più di Lily" dice cercando di camuffare un sorriso.
FF che seguirà in modo particolare le vicende affrontate dalla piccola di casa Potter durante i suoi anni a Hogwarts. Mi sono immaginata questa Lily come una ragazza solare, chiassosa e un po' poco "signorina" nei modi. Ironica, con un sense of humor anomalo e un cuore grande. Nella speranza di avervi attratto, vi auguro una buona lettura. Baci.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Altro personaggio, Dominique Weasley, Famiglia Potter, Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 1-Quanto manca alle vacanze di Natale?
 
L'unica vera legge è quella che conduce alla libertà.
 -Il Gabbiano Jonathan Livingstone, Richard Bach
 
L'anno precedente i suoi genitori non le avevano permesso di accompagnare il suo fratellone in stazione.
 
"Sei troppo piccola tesoro, starai dai nonni. Non si discute." le aveva detto la madre.
"Ma uffi! Bus viene con voi, perché io non posso? Voglio poter salutare J prima che parta. Tu non vuoi che venga perché sei gelosa che J vuole più bene a me che a te" disse piangendo e correndo tra le braccia del suo papà, sempre pronte ad accoglierla e ad amarla incondizionatamente. "Gin, suvvia, permettile di venire con noi. Ormai è una signorina, sono sicuro che non ci intralcerà, vero amore?"
"Harry, per favore, no! Così ho deciso e così si farà. Se fosse veramente una signorina come tu sostieni, capirebbe la situazione e non frignerebbe come invece sta facendo."
Fu così che la piccola di casa Potter fu costretta a salutare James con ben tre ore di anticipo rispetto agli altri suoi famigliari, per poi essere portata dai nonni, dove avrebbe passato il resto della giornata.
Suo papà, quando quella sera andò a prenderla, cercò di rincuorarla spiegandole che sua mamma non ce l'aveva con lei ma era semplicemente preoccupata per James, ma la piccola, testarda come poche persone, non si fece persuadere.
"Papi, giuri che tu mi vorrai sempre bene?" gli chiese con i lacrimoni che minacciavano di uscire da quegli occhi verdi, che a detta di molti erano la copia spiaccicata di quelli della nonna, di cui portava, fieramente, anche il nome.
"Certo scricciolo, tu sarai per sempre la mia Lily, e per quanto ami tua madre e i tuoi fratelli, nessuno occuperà il posto che occupi tu nel mio cuore" le disse facendole l'occhiolino. Lily si aprì in un sorriso enorme che scaldò il cuore di Harry e gli si fiondò tra le braccia.
 
Ma quest'anno niente e nessuno le avrebbero impedito di accompagnare i fratelli, entrambi in partenza per la scuola, al treno.
Così, quel primo settembre dopo essersi svegliata di buon'ora, esce dal letto, che quella notte aveva condiviso con i suoi fratelli, e va a prepararsi. Se la mamma anche solo pensa di lasciarmi a casa quest’anno, mi aggrapperò alle gambe di J. Lui sicuro mi reggerà il gioco anche solo per indispettire la mamma, pensa la rossa. Fiera del piano malefico che aveva escogitato, si siede sul divano in attesa che il resto della famiglia si svegli. Erano le 6 del mattino. Bene, pensa, mancano solo 2 ore.
Così, un'ora e mezza dopo, suo padre, sceso in cucina a preparare il caffè da portare a letto alla moglie, la trova seduta sul divano a leggere uno dei suoi libri preferiti: Il Gabbiano Jonathan Livingston. Poiché la figlia non lo aveva sentito arrivare, assorta com’era dalla lettura, decide di fermarsi un paio di minuti ad osservarla: la sua piccolina, la sua cosa più preziosa. Inevitabilmente ripensa a quando le aveva regalato quel libro a cui si era poi tanto affezionata: era il giorno del suo settimo compleanno. Lily aveva da poco perfezionato la sua lettura quindi aveva ben pensato che regalarle un libro fosse un’ottima idea. Era andato in una libreria babbana e si era fatto consigliare dalla commessa. Quando lei gli aveva proposto quel titolo, ricordandosi di quando l’aveva letto lui in giovane età, aveva capito che era proprio quello che stava cercando. Era sicuro le sarebbe piaciuto perché già da piccolina Lily aveva mostrato una certa tendenza alla ribellione verso le restrizioni, le regole ed il conformismo. Quindi questa favola babbana faceva proprio al caso suo.
Seppur come già detto, all’epoca la piccola Potter fosse in grado di leggere autonomamente, aveva costretto il suo papà a leggerle il libro tutte le sere, e lui, da bravo papà innamorato della sua piccola, così aveva fatto, volentieri, per tre mesi.
 
"Già sveglia?"
Lily sussulta: concentrata com'era nella lettura, non l'aveva sentito arrivare. Alza gli occhi e guardandolo gli sorride. "Si. Quest'anno ho intenzione di venire anche io alla stazione, non mi importa cosa dice la mamma."
"Lily…" l’ammonisce il padre. "Lo sai che devi ascoltare e fare quello che tua mamma dice. Se deciderà di farti rimanere ancora una volta a casa, lo farà perché ritiene essere la cosa più giusta per te. Ma…" aggiunge Harry impedendo così a sua figlia di interromperlo "prometto che qualora dovesse decidere così, cercherò di convincerla io. Tu mi raccomando comportati da grande e non fare storie" le dice il padre posandole un bacio sulla nuca.
"E ora, alla Bat-Cucina Chef. Dobbiamo preparare la colazione." Lily sorride alla battuta del padre, e tutta pimpante lo segue in cucina.
 
Alla fine, l'intervento del padre non era stato necessario: sua madre le aveva concesso di accompagnarli alla stazione, e due minuti prima, per la prima volta nella sua vita, aveva varcato la barriera di mattoni tra i binari 9 e 10 della stazione di King's Cross.
Appena raggiunto l'altro lato del passaggio era rimasta incantata. Per fortuna c'era suo padre a tenerla per mano, altrimenti si sarebbe sicuramente persa in mezzo a tutta quella gente; non che la cosa le sarebbe dispiaciuta. Lily, infatti, adorava esplorare i posti nuovi e adorava osservare la gente, e li, di gente, ce n'era a volontà. Peccato che se si fosse allontanata poi chi l'avrebbe sentita sua mamma. E così era rimasta ancorata alla mano di suo padre, che la guidava mentre lei vagava con lo sguardo perso, troppo eccitata anche solo per stare attenta a dove metteva i piedi; fu così che andò a scontrarsi contro qualcosa, o forse sarebbe meglio dire qualcuno.
"Sfregiato, forse dovresti insegnare alla tua prole a guardare dove mette i piedi" dice con tono scocciato ma educato, un uomo alto e biondo.
"Ah guarda Furetto, io ci provo, veramente, ma a questa piccola peste le cose entrano da un orecchio ed escono dall'altro."
"Beh allora vedo che almeno uno dei tuoi tre figli un po' di sale in zucca ce l'ha, visto che ha capito che ad ascoltarti spreca il suo tempo." aggiunge ironizzando, l’uomo, ghignando per la sua stessa battuta.
Harry, che stava per rispondere a tono, viene interrotto da una certa peste che lo precede: "Sicuramente è tempo meno sprecato di quello che io e il mio papà stiamo passando ad ascoltare lei che parla a vanvera." risponde Lily piccata, alzando il mento e trascinando il padre lontano da quell'uomo antipatico.
Draco Malfoy, basito, guarda quello scricciolo trascinare, a testa alta, il padre lontano da lui non riuscendo ad evitare di provare una certa ammirazione per quella bambina.
Harry, rimasto lì per lì scioccato, sorride, ma, comportandosi da genitore responsabile, decide comunque di riprendere Lily per i modi che aveva usato con quello che per lei era uno sconosciuto e per di più adulto.
 
Dieci minuti più tardi Lily si ritrova in lacrime tra le braccia del padre a salutare i suoi due fratelli che erano ormai sul treno in partenza per Hogwarts. "Paps, quanto manca alle vacanze di Natale?" chiede con voce lacrimosa "Troppo tesoro mio, troppo" risponde questo, sospirando, spaventato che nel giro di due anni si sarebbe trovato lì a salutare proprio lei, che in quel momento si aggrappava a lui come se fosse la sua ancora di salvezza.
   
 
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