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Autore: FragileGuerriera    15/12/2019    2 recensioni
Quasi trent'anni dopo la battaglia con Galaxia Haruka e Michiru non sopportano la presenza l'una dell'altra, al punto da mettere in crisi il sogno della loro principessa Usagi: fondare l'Earth Kingdom. Ma come può un amore, più volte sopravvissuto alla morte stessa, cessare da un giorno all'altro? Soprattutto, è davvero finito il profondo sentimento che ha legato le due guerriere dai tempi delle medie per tanti anni?
NUOVA VERSIONE con finale (e i capitoli relativi) alternativo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Nuovo personaggio | Coppie: Endymion/Serenity, Haruka/Michiru
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
Capitoli:
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Buona sera, buongiorno o buon pomeriggio (a seconda di quando leggerete il capitolo) XD
Chiedo innanzitutto perdono per eventuali errori di battitura, ho cercato di pubblicare per tempo nonostante di tempo ne abbia avuto davvero poco e anche se questo può essere andato a discapito di un'eventuale terza rilettura, ma tanto... di sviste ce ne sono sempre in tutti i capitoli. Scusatemi! Cercherò di metterli a posto nei giorni a venire ;-)
Per l'immagine invece, ho messo quella che troverete, come sempre, a fine capitolo perchè è l'unica che ho trovato in cui ci sia Michiru vestita invernale. Il volto di Haruka non è ben definito, ma al di là di questo io la trovo anche carina. Per rendere giustizia a chi ha creato l'immagine devo dire che il disegno è opera di... Yamada ovviamente! XD

Ringrazio come sempre chi sta leggendo i capitoli e chi la recensisce (saltuariamente e non), ogni vostro pensiero è sempre più che gradito. Anche quelli critici, ma costruttivi. Non meno importanti sono però tutti coloro che hanno inserito la storia tra le preferite, le seguite e le ricordate =-D


16.



-...E così mi sono sentita quasi in dovere di doverle spiegare perchè avevo chiuso ogni possibilità di mantenere i contatti con lei.

-E lei come l'ha presa?

-A dire il vero è rimasta piuttosto interdetta. Non mi ci vedeva come guerriera.

-Ahahah, in questo devo dire che la capisco: anche io finchè non ti ho vista trasformata e combattere contro quel mostro che mi aveva attaccata ai box non credevo che tu potessi essere davvero una combattente.

Michiru ridacchiò prima di ricordarle il suo motto di battaglia: -Sai che io sono Sailor Neptuno e vincerò con la grazia.- Haruka rise composta, pensando a quanti anni non sentiva più quella frase. -Vero, ma era difficile da crederlo per me che "sono Sailor Uranus e vincerò con la forza"!- stavolta fu Michiru a ridere nel risentire la voce della donna pronunciare una frase che non avrebbe mai potuto scordare, con tutte le volte che la sentì dire, a braccia conserte, spalla a spalla. A sedici anni, conscie della propria forza, erano piuttosto teatrali! -Ma poi siete rimaste insieme- riprese poi il discorso Haruka ancora sorridente -e ha partecipato alla riunione di Usagi, quindi mi sembra di capire che ti ha creduta.

-Non è stato facile. Inizialmente, credeva che essendo stata con due persone che non facevano una vita molto regolare, anche io avessi assunto qualche sostanza...

-Ahahahahah, perdonami, non volevo... Ahahahah, solo Elza poteva pensare ad una cosa del genere!!- non riuscì a trattenere le risate Haruka, mettendosi una mano davanti alla bocca. Nemmeno lei che aveva avuto mille dubbi su Michiru e diverse incertezze ancora presenti, era arrivata a pensare che in qualche modo le due ex dopo di lei avessero potuto in qualche modo intaccare la sua vita sana. Forse era l'unica cosa del resoconto della vita della violinista alla quale aveva creduto fin da subito.

Michiru pensò che per fortuna erano a casa sua a prendere l'aperitivo perchè sarebbe stato abbastanza imbarazzante ritrovarsi con decine di sguardi addosso, tutti attirati da una persona che dal niente era scoppiata in una fragorosa risata. Non che in realtà le stesse dando fastidio, anzi, era bello vedere come ormai Haruka si era lasciata completamente andare con lei, tanto da non nascondere più le emozioni positive come il divertimento. -Comunque, ti dicevo, che alla fine le ho raccontato che quando era stata attaccata per il suo cuore puro eravamo state noi a salvarle la vita. Piano piano è riuscita a rimettere insieme vari pezzi del tempo passato insieme alle medie e mi ha creduto. Tanto più che poi parlando un po' con tutte le altre ragazze ha capito che ciò che le avevo raccontato era tutto vero.

-Capisco.- rispose Haruka prima di prendere del sushi dal piattino di portata dell'aperitivo preparato da Michiru.

-Tu non mi vuoi dire nulla delle tue scelte con Mizuki?

Sapeva che alla fine quella domanda le si sarebbe ritorta contro, ma ormai si sentiva pronta a parlarne. -All'inizio, sai, non conoscevo Mizuki. Al contrario di tutte voi che vi siete sistemate con persone che conoscevate dalle medie, io, Minako e Setsuna abbiamo conosciuto i nostri compagni in età adulta. Minako poi si è sposata con Masami e sentiva di non poter più tener nascosta una cosa così importante all'uomo con cui voleva condividere tutta la sua vita. Io e Setsuna invece abbiamo ragionato più o meno nello stesso modo, anche se lei è da tempo che vorrebbe dirlo a suo marito e ai figli, ma non riesce a trovare una buon pretesto e una buona scusa per uscirsene con una bomba del genere dopo ventitrè anni che vive con il marito e diciotto con i ragazzi. Nemmeno io ho trovato motivi validi per cui dire a Mizuki che non ero soltanto una donna che lavorava in Formula Uno. Sai, i primi anni non ero una persona molto socievole. Mi ero chiusa ed ero diventata più introversa di quanto non fossi già prima della fine della nostra storia.- Michiru abbassò lo sguardo sentendosi ancora in colpa. -Non dev'essere stato facile per lei stare con me sapendo di essere inizialmente in competizione con un ricordo. Però lei mi piaceva davvero e non volevo che mi prendesse per pazza e scappasse via. Poi, passati quegli anni, come potevo dirle di non averle raccontato tutta la verità per tanto tempo? Ho sempre avuto paura che potesse lasciarmi accusandomi di aver mancato di fiducia o di sincerità. Non che sia servito a qualcosa visto che alla fine mi ha lasciato comunque.

-Lo so. Non l'hai più sentita?- Haruka negò con un cenno della testa. Finito l'aperitivo le due donne andarono al ristorante.

Michiru tornò a casa a mezzanotte. Mentre si cambiava pensò a quanto era cambiato il suo rapporto con la bionda grazie ad un'Haruka che seppur con il freno a mano un po' tirato, stava di nuovo tornando a darle confidenza. Comunque si sarebbe risolto quel loro riavvicinamento avrebbe portato a risvolti positivi. Ormai entrambe avevano deposto le armi e se anche Michiru non avesse ottenuto il risultato sperato, comunque avrebbero potuto mantenere rapporti più sereni e di ciò ne avrebbero largamente beneficiato anche le altre Sailor, Usagi con Mamoru in primis. La sua pazienza e forza di volontà stavano portando a risultati positivi. Ma positivi fino a quale punto? Non aveva forzato la propria natura orgogliosa solo per avere un rapporto d'amicizia con Haruka. Non stava agendo alle spalle di Elza, con il rischio di essere scoperta ed essere lasciata dall'unica donna che avrebbe voluto avere come alternativa alla bionda, solo per fare regnare l'armonia alla corte del nuovo regno della famiglia Chiba. Povera e buona Elza, forse anche lei avrebbe meritato di meglio in amore. I sensi di colpa iniziarono a risvegliarle la coscienza, ricordandole come aveva vissuto i primi anni in America quando stava con Haruka e usciva con Helena, tante volte senza nemmeno dirlo alla fidanzata, come se avesse già avuto qualcosa da nasconderle. Adesso si stava comportando anche peggio. Sapeva che se Elza si stava fidando di lei era perchè l'atleta era a conoscenza del passato intercorso tra le due, del tentativo del primo riavvicinamento da parte sua, del modo brusco in cui l'allora pilota la allontanò e di come entrambe erano barricate dietro una chiarissima volontà di non volersi più incontrare. Lo scontro avvenuto durante la cena e le parole di Haruka sembravano confermare quanto fosse consigliabile tenere le due separate. Elza non poteva minimamente sospettare che durante quella cena Michiru era preda di contrastanti emozioni: rabbia e desiderio di tornare con la persona che appena l'aveva vista l'aveva nuovamente trattata con pesci in faccia esattamente come aveva fatto dopo il matrimonio della figlia, nove anni prima. E Michiru, forte di tutte queste consapevolezze, si destreggiava con le chiamate alla compagna per non rischiare di perderla, ma al tempo stesso per non perdere nemmeno la sua seconda occasione con Haruka. Se non fosse stato per Hotaru, tutti quei casini non sarebbero accaduti. Haruka sarebbe rimasta legata a Mizuki e lei sarebbe rimasta accanto ad Elza che pur non essendo la prima scelta era la persona a cui teneva di più. La parola “fine” di un periodo personale e sentimentale travagliato, e il proseguimento della vita che aveva sempre svolto prima di Hube, il successo, Helena, la fama, Fuka e tutte le altre brevi storielle che intercorsero tra Fuka ed Elza. Un cuore puro che l'aveva aiutata a riportare alla luce anche la sua parte più buona. E lei come stava ripagando quella persona che l'aveva accompagnata in quel cammino di riscoperta di sé stessa? Agendo meschinamente alle sue spalle.

Si coricò a letto amareggiata per il suo comportamento. Senza neanche a farlo apposta, poco dopo partendo dal pensiero di quante volte condivise quel letto con Haruka alle medie soltanto per dormire abbracciate e non sentirsi più sole, i suoi pensieri abbandonarono completamente la donna di origini brasiliane per perdersi esclusivamente sulle qualità che stava riscoprendo di Haruka. Sulle emozioni che solo lei sapeva regalarle con un sorriso sicuro di se', con un occhiolino, con una risata sincera o con le battute che spesso faceva per rendersi simpatica. Si addormentò in breve tempo sognando il buon profumo maschile di Haruka che le pervadeva le narici mentre il team principal la stringeva forte a se'.


***


Haruka salutò Usagi al telefono e andò in sala ad accendere il televisore. Il programma televisivo che seguiva tutte le sere sarebbe iniziato dieci minuti dopo. Usagi le aveva chiesto se c'erano state novità con Mizuki o se davvero non ci sarebbe stata più la possibilità per la coppia di ricomporsi. Alle sue risposte negative, si scusò per la sua impertinenza, ma domandò se per caso lei e Michiru avevano provato a parlare insieme per cercare in qualche modo di mitigare i rapporti in vista della possibilità di dover condividere un futuro che le avrebbe portate a dover vivere per sempre nella stessa città, nonostante il passato burrascoso che avevano avuto. Haruka le rispose di non preoccuparsi, loro erano le sue guardiane, non sarebbero mai venute a meno della loro missione e avrebbero comunque trovato un modo per non essere d'intralcio al suo regno sereno. Usagi non parve molto convinta, ma volle fidarsi dell'amica. Ad Haruka dispiacque non poterle dire come stavano andando veramente le cose e ripensandoci le dispiaceva ancora. In parte Usagi era stata l'artefice inconsapevole del loro riavvicinamento. Se parlando con le amiche avesse detto che a quella fatidica cena ci sarebbero state sia Haruka che Michiru, una delle due, da Minako o da Setsuna, l'avrebbe saputo e avrebbe disdetto la sua presenza. Oppure se non ci avesse tenuto così tanto ad una riunione al completo, forse Hotaru non si sarebbe sentita in dovere di metterci il suo zampino per farle incontrare nuovamente. Eppure sia Haruka che Michiru decisero di non parlare a nessuno dei loro incontri. Quella era una situazione in cui dovevano sentirsi libere di agire come volevano, senza “spinte”, consigli o mille domande da parte delle altre che meno di loro potevano sapere quali fossero i loro trascorsi di coppia e di ex. Il programma in tv che Haruka stava aspettando si annunciò con la sigla di introduzione fatta di musica rock e rombi di motori, ma Haruka non si mosse dalla cucina, dove si era spostata poco prima per bere dell'acqua. Stare sola e in silenzio, per una persona impulsiva sin da bambina come lo era lei, era il modo migliore per riflettere e analizzare una situazione. 

Nonostante le sue vacanze non iniziarono nel migliore dei modi, il mese di Novembre stava già giungendo al termine. Le temperature nel giro di poche settimane erano cambiate drasticamente e sui monti più alti aveva già nevicato un paio di volte.

Da quasi due mesi Haruka e Michiru si frequentavano abbastanza regolarmente e senza che se ne rendesse conto lei tornò a sentirsi un'adolescente nel sentirsi felice appena sentiva la voce di Michiru al telefono e chiedendosi se in certi momenti anche lei la stesse pensando. Non si fidava ancora totalmente della violinista, ma era molto meno restìa ed arrivò alle vacanze di Natale che si controllava spesso per non lasciarsi andare completamente alle emozioni per paura di agire in modo avventato. Non andavano sempre d'accordo, spesso si pizzicavano a vicenda quasi cercassero apposta il diverbio che talvolta arrivava seguito da parecchi minuti in silenzio, però stavano bene insieme. Passeggiavano per il parco, certe volte andavano al bar a prendere un tè o l'aperitivo e a scaldarsi un po', oppure uscivano la sera a cena o al cinema continuando a conversare senza sosta. Negli ultimi tempi entrarono abbastanza in confidenza da potersi invitare anche un paio di volte a testa a casa propria. Spesso Michiru le chiedeva se c'erano stati dei progressi con Mizuki, se si erano più viste o sentite, lei rispondeva in modo molto riassuntivo, ma guardandola non riusciva a capire se era in pensiero perchè sperava che prima o poi parlassero o perchè questa possibilità la preoccupasse. Era portata a credere nella seconda ipotesi, ma era solo un suo pensiero, nulla glielo faceva capire. Spesso le chiedeva di Elza, le ultime novità dall'America, la violinista rispondeva parlando in un modo cordiale che le ricordava molto Hotaru quando era al massimo della felicità. Nonostante l'argomento non fosse di suo gradimento le faceva piacere sentirla parlare, spesso ridevano insieme e certe volte addirittura permetteva a Michiru di prenderla sottobraccio.

Quel pomeriggio Michiru la informò del fatto che Elza non sarebbe potuta tornare in Giappone da lei per Capodanno a causa della madre che era caduta dalle scale di casa e si era rotta una gamba. La madre di Elza era tornata a vivere in Brasile dopo aver perso prematuramente il marito con il quale si era trasferita in Giappone esclusivamente per esigenze di lavoro dell'uomo. Perciò Elza dovette rinunciare a Michiru per assistere quella che era rimasta il suo unico genitore. L'atleta aveva una sorella più grande, sposata, con un bambino di nome Lucas, e che era tornata a vivere in Brasile con la madre in quanto, contrariamente ad Elza e a loro padre, non si era mai sentita giapponese. Nonostante la breve distanza che la separava dall'ospedale, la sorella aveva pregato Elza di tornare in Brasile per aiutarla ad assistere la madre poichè lei, avendo un bambino da accudire, non sarebbe riusciuta a badare sia alla madre che a Lucas. Era la prima volta in sei anni che non passavano le festività insieme, ma Michiru non sembrava particolarmente triste per questo. Haruka dal canto suo le propose con non chalance se le andava di trascorrerlo insieme loro due, senza nessun altro, soprattutto senza Hotaru. Cercò di nascondere il meglio che potè la gioia che le diede Elza lasciando Michiru da sola per andare a prendersi cura della madre. Ancora prima che Michiru parlasse capì dall'espressione che le si era dipinta sul volto la sua risposta e che era riuscita a raggiungere il suo obbiettivo di sembrare casuale.


Proprio in occasione di dover trascorrere la festività insieme ad Haruka senza dare false speranze alla figlia e troppi sospetti ad Elza, Michiru invitò Setsuna fuori a cena una delle prime sere di Dicembre, durante la quale si confidò con la sua migliore amica che come sempre la seppe ascoltare e consigliare al meglio. Setsuna era una donna che tendeva ad essere molto discreta, obbiettiva e a non indorare mai la pillola se non ve ne fosse bisogno ed era proprio la sua concretezza che spesso la portava ad essere un valido appoggio per chiunque la conoscesse. Per tanto, sebbene concordò con Michiru sul fatto che non si stesse comportando bene nei confronti di Elza, le disse che lei probabilmente avrebbe fatto lo stesso con suo marito. Se si fosse sposata con il dottor Tomoe (con il quale ebbe un breve flirt ai tempi dell'Università, ma senza che la loro storia prendesse mai avvio per paura di incasinare troppo la vita di Hotaru) e poi avesse conosciuto suo marito, sicuramente ne avrebbe parlato con il dottore, prendendosi le proprie responsabilità, e poi avrebbe tallonato il marito finchè anche lui non si fosse accorto che erano fatti per stare insieme. Se quindi Michiru sentiva che era Haruka la donna che voleva al suo fianco, non doveva demordere, nonostante i cambi continui nell'atteggiamento della bionda, che, ad avviso di Setsuna, erano più che comprensibili visto come era rimasta scottata dopo la fine della sua prima relazione che era stata determinata proprio dalla violinista. Comunque il fatto che stavolta l'avesse ascoltata, vista più volte e, nonostante il dispiacere per essersi fatta lasciare da Mizuki, continuasse a frequentarla la faceva sperare per il meglio. In fin dei conti lei, come Hotaru, nonostante tanti anni, non aveva mai smesso di pensare che le sue amiche erano fatte per stare insieme. Erano riuscite ad innamorarsi prima della distruzione del Silver Millenium, quando infransero più regole per vedersi nonostante il divieto di lasciare i loro pianeti, se non per riunirsi alla corte della regina, e si erano nuovamente legate in quella loro nuova vita. Nonostante lei avesse buoni rapporti con Mizuki ed Elza, in fondo al cuore l'aveva sempre pensata come Hotaru: non aveva mai visto Haruka e Michiru così felici e complete come quando erano state una coppia.

Setsuna le disse più di una volta che, pur comprendendo le sue motivazioni, non condivideva il suo comportamento con Elza; per contro la incoraggiò sul versante Haruka, concordando anche sulla tattica dell'insistere, ma senza mai cercare un contatto fisico troppo "intimo" da far fuggire quella testona della sua amica. Doveva rispettare i tempi della donna e portare oltre al limite la sua pazienza. A metà cena Michiru le disse di aver accettato l'invito di Haruka di passare il Capodanno insieme, ma le serviva la sua spalla per tenere la cosa nascosta ad Hotaru.

Pertanto ufficialmente Michiru avrebbe trascorso il capodanno nella casa di montagna del marito di Setsuna e famiglia. Haruka invece informò la figlia che, vista la rottura del suo fidanzamento con Mizuki, non aveva voglia di andare da qualche parte e perciò forse avrebbe accettato l'invito di Toshiro a passare il Capodanno insieme in qualche ristorante del centro.


***


Fu il Capodanno passato in montagna ad Hakone* in una delle proprietà della famiglia Kaioh ad avvicinare Haruka e Michiru al punto da far domandare definitivamente al team principal cosa volesse davvero da quello strano rapporto che ormai riusciva a tenerle vicine. Il sentimento che provava per Michiru, di chiara origine ormai, andava represso nuovamente ed una volta per tutte, come già aveva fatto in passato, o al contrario doveva essere esaltato e vissuto pienamente? La domanda nacque in seguito ad una strana, seppur inevitabile, atmosfera che si era creata la notte del primo dell'anno.

Come di tradizione le due cenarono in uno dei migliori ristoranti del luogo. Haruka si lamentò tutto il tempo per i toshikoshi soba** serviti. -E questo sarebbe il migliore ristorante?

-Forse è perchè c'è tanta gente e i cuochi sono messi sotto pressione...- ipotizzò Michiru fingendosi più indifferente di lei nei confronti del sapore degli spaghetti.

-Ho capito, ma se questi devono auspicare un buon anno, sai cosa vuol dire? Vuol dire che sarà un pessimo anno.

-Ma figurati!- rispose l'altra divertita mentre si portava una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

In seguito si recarono al tempio shintoista della località per ascoltare i centootto colpi di gong prima dell'arrivo dell'anno nuovo. Prima che l'evento ebbe inizio presero entrambe una pergamena portafortuna e la fecero bruciare. In seguito ebbe inizio lo spettacolo di luci e di suoni scanditi ritmicamente. All'ultimo colpo di gong, salutarono tutti l'anno nuovo con un'esclamazione all'unisono e bevendo sakè***. Si fermarono per visitare il tempio e per scattare foto. Haruka non si lamentò per il fatto di fermarsi a lungo in mezzo a tanta gente, perchè imbacuccate come erano, era difficile riconoscerle.

All'una circa, in mezzo al caos dei petardi e del chiasso dei ragazzi riuscirono a raggiungere l'unico locale dove si tenessero i pesciolini rossi da pescare con il retino, un altro portafortuna dell'anno nuovo. Michiru ci teneva molto a riprendere la vecchia abitudine e Haruka provvide subito ad accontentarla. Nonostante al ristorante avessero bevuto una bottiglia di champagne a cui seguì il saké al tempio riuscì a prenderne tre e ai complimenti di Michiru rispose leggermente imbarazzata: -Con la tuta da montagna è molto più semplice che con il kimono perchè non ha le maniche tanto larghe!! - poi alle due di notte tornarono a casa, evitando così il solito degenerare della festa del Capodanno dovuto ai teppisti che facevano esplodere petardi, lanciavano oggetti contro i muri o giù dalle finestre e altre bravate del genere. Arrivate in casa si tolsero gli scarponi e le giacche, poi Haruka si sedette sul divano e accese la televisione. Avevano accumulato freddo guardando i fuochi, così Michiru si apprestò ad accendere il camino e poi si sedette al suo fianco. Circa un quarto d'ora dopo provò con molta discrezione ad avere un contatto con Haruka e le si fece più vicina. Ma Haruka continuò a girare i canali fingendo di non accorgersi di nulla, in realtà la situazione l'aveva irrigidita. "Un camino acceso per due cuori solitari seduti a fianco che hanno accumulato freddo... Il finale è un classico!". Come da copione dopo mezz'ora fatta di tentennamenti, sguardi sfuggevoli o intensi e imbarazzi vari, si arrivò ad un punto in cui il fuoco del camino sciolse anche il cuore di Haruka. Erano le due e mezza del mattino. "Nessuno ci obbliga ad andare a dormire più tardi solo perchè è Capodanno" pensò poi Haruka. Si girò dalla parte di Michiru per dirle che voleva andare a dormire e vide l'unica espressione che non avrebbe immaginato di trovarsi. Le si strinse il cuore, quindi le si avvicinò: -Sei triste, che cosa c'è?

-No, niente- rispose continuando a guardare lo spettacolo in televisione.

-Per favore- le disse l'altra spostandole delicatamente con una mano il viso nella sua direzione, costringendola così a guardarla -Dimmi che hai.

Quando fu l'ultima volta che Haruka si mostrò preoccupata per lei? Di sicuro quando ancora non era andata in America per suonare con Bertrard Hube. -Non ho nulla è solo che... mi mancavano molto gli Inverni in montagna con te. Ed ora sei a un passo da me eppure ti sento così lontana ancora...

Per l'ennesima volta la seppe colpire. Haruka rimase qualche secondo immobile, chiedendosi se fosse una strategia o se fosse sincera. Prima ancora di realizzare che da sempre gli occhi di Michiru parlavano per lei, il braccio si alzò dal suo fianco ed una mano andò ad accarezzarle la guancia. Più pensieri, molti dei quali spinti da tentazioni non caste, iniziarono a ronzarle per la testa. -Non essere triste quando sei con me...- le sussurrò all'orecchio con tono dolce. Michiru che già stava sentendo il cuore in subbuglio per le carezze di Haruka, dopo quelle parole sussurate e il respiro caldo di Haruka a solleticarle l'orecchio sentì più di un brivido percorrerle la schiena. In quel momento la donna avrebbe tanto voluto afferrare Haruka per la testa e baciarla per dare finalmente sfogo a tutto ciò che sentiva e che da tempo cercava di mettere a tacere per non compiere un passo falso. E forse Haruka colse quel suo desiderio negli occhi, perciò la spinse giù facendola coricare lungo il divano e le si sdraiò sopra, ritrovandosi con il viso a pochi centimetri dal suo. La guardò negli occhi ed esitò riconoscendovi le stesse emozioni che li animarono la prima volta che si videro. Cercò quindi la sua mano e stringendola nella sua la portò all'altezza del proprio cuore. Osservò i capelli lunghi e mossi di un colore unico come lo era lei, la pelle chiara del volto, perfetta senza l'aiuto di trucchi e quegli occhi di un blu intenso. Avrebbe voluto così intensamente baciarla, risentire l'effetto delle mani di Michiru su di lei e riscoprire come reagiva il corpo della violinista alle sue attenzioni, ai suoi sentimenti... -Io...- il cellulare di Michiru suonò interrompendo così l'ex pilota. Visto che era appoggiato sul tavolino di fianco al divano, Haruka sollevò lo sguardo e si irrigidì nel vedere sullo schermo il nome di Elza con tanto di foto. Lasciando la presa sulla mano di Michiru e allontandosi un po' da lei le disse con tono freddo: -E' la tua donna, ti conviene risponderle-. Così facendo, senza darle tempo per replicare si alzò e se ne andò per sparire così dalla sua visuale. Il telefono smise di squillare, ma Michiru dopo essersi rimessa seduta sul divano non fece nient'altro. Quello che era appena successo era troppo significativo per aver voglia di parlare con Elza e non pensarci. Nonostante il contatto che aveva cercato di avere con la bionda, aveva già percepito che qualcosa non stava andando nel verso giusto. Tutte le volte che quella storia sembrava prendere una svolta decisiva c'era sempre qualcuno che interrompeva l'intesa che si era venuta a creare fra loro e Haruka sembrava sempre spaventata all'idea di riprendere da dove erano state interrotte. Sperava che il Capodanno in montagna fosse indice di un'Haruka matura che non fuggiva più di fronte ai sentimenti, ma d'altronde cosa poteva aspettarsi da una persona che era fuggita dopo un bacio mancato a teatro? Tuttavia non poteva credere che Haruka fosse in grado di lasciar perdere anche una situazione del genere. Era chiaro quello che volevano entrambe quella sera, ma come Elza chiamò Haruka si raggelò e quella luce che vide nei suoi occhi si spense. La guardò senza sentimento e senza passione prima di dileguarsi. "Forse sono stata via troppo tempo e non è più l'Haruka di un tempo. Eppure io so che l'unica ad essere cambiata negli anni sono stata soltanto io". Come anche Setsuna le aveva ricordato, ci voleva solo tanta pazienza con lei e d'altronde il team principal l'aveva abituata fin da subito a quei repentini cambiamenti d'atteggiamento, cercandola e poi sfuggendole, facendosi rincorrere per un paio di mesi prima di accettare il suo destino di Sailor. I pensieri di Michiru continuavano a volare su diversi quesiti: se il telefono non avesse suonato, cosa sarebbe successo? Ci sarebbe stato il tanto atteso bacio o Haruka avrebbe fatto un discorso importante senza però riuscire ad agire? Avrebbe avuto il coraggio di prendere le redini della situazione, bloccare un'eventuale fuga della bionda e baciarla lei? E se ci fosse stato il bacio sarebbe successo qualcos'altro oppure no? Erano passati anni dall'ultima volta che lo vide, ma seppe riconoscere lo sguardo di desiderio di Haruka. L'aveva visto tante volte in passato da impararlo e non scordarlo nemmeno a distanza di quasi vent'anni. E se era vero che il mese prima lei non avrebbe permesso alla bionda gesti avventati, quella sera era abbastanza sicura che non sarebbe stato lo stesso. Da troppo tempo, nonostante si fosse ostinata nella rabbia nei confronti di Haruka, aveva sognato certe notti di non trovarsi fra le braccia della sua donna, ma in quello famigliare di Haruka. Ormai le era chiaro che i sentimenti che provava per Haruka erano di amore e con questa recente consapevolezza e l'atmosfera che si era creata quella sera non sapeva proprio dove avrebbe potuto trovare la forza per non fare l'amore con il team principal. Se Haruka non fosse stata così diffidente avrebbe già fatto la prima mossa lei da tempo, ma se bastava un cameriere a farla pentire di averle solo accarezzato la guancia... Figurarsi come avrebbe reagito se lei avesse tentato di baciarla! Così da almeno un mese stava agonizzando per avere quel contatto con la sua bocca. In quella situazione sempre sospesa nel vuoto non sapeva cosa fare e la voglia di sapere cosa pensava l'ex pilota, cosa provava per lei si faceva sentire sempre con più forza. Dalla sera a teatro avrebbe anche voluto sentirsi dire un “no” pur di mettere fine ai suoi tormenti, i mille perchè e le fantasie, anche le più innocenti, impossibili da vedersi realizzare. Venne risvegliata dai suoi pensieri cinque minuti dopo dalla seconda telefonata da parte di Elza che era estremamente sospettosa. -Perchè non hai risposto prima?

-Ero in macchina, guidavo io e sono appena tornata.

-Michiru, giuro, che se un giorno mi stanco di queste storie, prendo l'aereo e vengo lì. Se ti trovo con Haruka Tenoh, spacco il culo prima a lei e poi la faccia a te!

-Elza, ti prego: non mi parlare così!! Comunque buon anno anche a te!- Di conseguenza riprese a mentire, come sempre. Odiava doverle mentire, odiava ritrovarsi nella condizione di dover mentire alla persona con cui stava insieme per un'altra. Il fatto era che Haruka di certo non sarebbe mai stata "l'altra donna": lei era la sua donna, punto primo. Punto secondo, non poteva però nemmeno rischiare di perdere Elza se in quei mesi non fosse riuscita a riconquistare Haruka. Da sempre Elza era stata di fondamentale importanza per lei. Aveva già sperimentato cosa voleva dire dover scegliere di perdere ogni contatto con lei. Elza era e non sarebbe mai stata una persona qualunque, sfortunatamente però era solo seconda ad Haruka. Michiru non poteva correre il rischio di perdere entrambe. Alla fine del suo breve riassunto della serata in montagna in compagnia di Setsuna, si trovò nuovamente a litigare con la gelosia di Elza. -Oh, ma basta! Non ti ho mai tradita e non ti ho mai dato motivo per cui dubitare di me! Dimmi un solo motivo per cui ora non ti fidi più.

-Beh, uno è perchè stiamo parlando di Haruka; due perchè non sarebbe... la prima volta che tradisci qualcuno mentre sei via!- disse la seconda metà dell'ultima frase lentamente. Non per ferirla meglio, ma perchè si rese conto che non avrebbe dovuto dire quelle parole, ma se ne rese conto mentre ormai le stava già pronunciando.

-Certo che sei proprio una stronza! Quindi ora secondo te Haruka non me l'ha rinfacciato abbastanza e perciò ti ci metti pure tu a infierire su quella storia! Quante volte te lo devo dire che non ci stavo bene in quella situazione?!- Elza si scusò ripetutamente, ma Michiru era furiosa. Dopo dieci minuti la salutò: -Non ho più voglia di parlarne. Scuse accettate, ma per un po' ho bisogno di staccare, quindi non mi cercare domani e non stupirti se non ti chiamo.

-Va bene...- riuscì a risponderle Elza a bassa voce prima che lei mettesse giù.

Michiru era nera di rabbia. Le faceva ancora male il ricordo di quella storia con Helena! Certo, era stata bene con lei i primi tre anni e ancora adesso la ricordava come una storia importante, ma sapeva anche che forzando sui suoi punti deboli era riuscita a farle fare lo sbaglio più grande della sua vita e tutto per cosa? Per soli tre anni, seppure bellissimi ed intensissimi. Ma in tutto il periodo che precedette quella storia era stata molto male, soprattutto psicologicamente, ma anche fisicamente ne aveva risentito parecchio; ora che anche Haruka lo sapeva e aveva smesso di parlarne, ci si metteva Elza ad affondare il dito nella piaga di una faccenda che per altro non la riguardava. Non prese sonno facilmente quella sera, non si sentiva bene a dover mentire ad Elza, stare con lei e frequentare Haruka, chiamare la compagna per raccontarle bugie. Il fatto di arrabbiarsi tanto facilmente con Elza era la conseguenza di una situazione che iniziava a starle stretta. Stava mettendo tanta pazienza con Haruka che poi non ne aveva abbastanza per sopportare la gelosia dell'atleta. Tutte le volte che le loro telefonate si concludevano in malo modo, al nervoso seguiva poco dopo il senso di colpa. Colpa per mentire a una persona importante come la compagna; colpa per scattare con poco; colpa per prendersela con una persona che non a torto stava mettendo in dubbio la sua onestà. Si rendeva conto di non comportarsi correttamente né con l'atleta né con il team principal. Lei doveva portare pazienza con i sentimenti di Haruka, ma anche la bionda stava dimostrando di metterci tutta la pazienza per vedersi ancora con lei. Haruka non era la sua amante, ma si comportavano come se lo fosse e Michiru che la conosceva bene sapeva che quella situazione stava molto stretta ad Haruka. Per portare ancora pazienza con una persona che la stava mettendo a dura prova, avrebbe dovuto confidare sul fatto che presto Haruka avrebbe voluto uscire da quella scomoda situazione.


Una volta infilatasi nel letto Haruka, finchè non prese sonno, continuò a pensare a Michiru e a cosa le avrebbe fatto se quella maledetta donna non avesse chiamato. "Come fa a piacere a Michiru, con quegli insulsi capelli rosa poi?" Si domandò pur sapendo che il vero problema non era Elza. Era sicura di se', sapeva perfettamente che le sarebbe bastato dire a Michiru quelle due paroline magiche che non pronunciava più da quasi vent'anni per fare scacco matto alla rivale. Senza contare che Michiru sì, stava con Elza, ma solo a parole visto che le distanze impedivano i fatti. Volendo poteva essere più rimproverevole il suo di atteggiamento nei confronti sia di Michiru che di Mizuki nel primo mese in cui riprese a incontrare Michiru. Stava con Mizuki e dava appuntamenti a Michiru; si incontrava con la violinista e passava la maggior parte delle giornate e delle notti con la giornalista. Almeno Michiru da quando iniziarono a vedersi si dedicò solo a lei, se non calcolava le ovvie telefonate con Elza delle quali non voleva conoscerne il contenuto. Il vero problema dunque non era tutto questo, ma il fatto che conoscendosi bene sapeva che la serata sarebbe finita con un risvolto erotico. Il che non era giusto, soprattutto a quell'età e non con Michiru. Tutto procedeva in modo tranquillo e sereno, la passione che avrebbe potuto accompagnare silenziosamente un casto bacio avrebbe potuto rovinare tutto se si fosse invece manifestata senza freni inibitori come stava per accadere. "Accidenti! Peccato però che i miei ormoni e il mio corpo non la pensano allo stesso modo!- constatando l'eccitazione ancora in circolo- Dimmi come fai? Io lo sento come ti stai insinuando nella mia mente neutralizzando tutte le mie difese, ma ugualmente non riesco a resistere". Dopo mezz'ora di riflessioni: "Non poteva durare a lungo una situazione così. Prima o poi sarebbe successo qualcosa di più significativo per forza... E poi comunque io ho bisogno di chiarire questa situazione." Doveva essere sicura di ciò che provava, riconoscere la nostalgia di un amore passato da un sentimento invece sincero. Cosa poteva essere quello che provava per la violinista? "Quanto sei stupida Haruka, cosa potrebbe essere mai, secondo te?" si domandò poi poco prima di addormentarsi e sognare Michiru che silenziosamente entrava nella sua camera per infilarsi poi nel suo letto.


Inizialmente Haruka provò ad essere seria e responsabile, però, poi, non riuscendo a reggere la situazione che le stava velocemente scivolando di mano, come suo solito cercò di dileguarsi, ma Michiru ci teneva troppo a tornare con lei per permetterglielo.

Il primo dell'anno Haruka tentò di essere naturale, ma non era certa di esserci riuscita anche solo in modo mediocre. La sciata seguente le permise di parlare poco senza dare troppo a vedere il suo cambiamento d'atteggiamento. Cercò di essere disinvolta per sè stessa, ma soprattutto per una questione di scaramanzia. E' cosa risaputa che stress e arrabbiature non favoriscono l'entrata dell'anno nuovo nel migliore dei modi. Per questo anche Michiru finse che non era successo nulla quella stessa notte. Lei non era una persona superstiziosa però ricordava bene che in due occasioni in cui iniziò l'anno arrabbiata e stressata poi si ritrovò ad affrontare annate difficili. Però mentre lei era intenzionata a continuare nel suo proposito, Haruka al ritorno non si sforzò nemmeno di far finta di nulla e parlò ancora meno, era troppo tesa e la sua tensione si diffondeva tutt'intorno. Chiamò Michiru due giorni dopo per dirle che in quei giorni era molto presa dal lavoro. C'erano stati dei problemi sulla pista di Tokyo perciò erano stati chiamati tutti i tecnici per risolverli e Haruka insieme a qualche altro capomeccanico giapponese decise di andare ad informarsi anche se questi problemi non avrebbero inficiato le gare della Formula Uno, che come sempre si sarebbero svolte lì in Ottobre. Michiru capì al volo che si trattava di una scusa, la conosceva troppo bene.

Così decise di andare al circuito. Quando la gente la vide, mormorò. Forse più che per il fatto di essere l'ex di uno di loro, per il fatto che una così bella donna si trovasse in un luogo come quello. Chiese informazioni circa il team principal della Red Bull e le venne risposto con una languida cortesia. Raggiunse i box e svoltò all'interno per vedere se la trovava o se c'era qualcuno a cui chiedere di lei. Stava ancora pensando a ciò quando andò a sbattere contro una persona alta con un casco sotto il braccio: -Ehi stia atten...-

-Oh, mi scusi... Haruka!

Haruka ebbe di nuovo un moto di confusione. -Che ci fai tu qui?- Perchè? Perchè anche quando lei ce la metteva tutta per non cedere all'oggetto del suo desiderio, era impossibile starle lontana? Il più delle volte ragionava con il cuore ed era quello il motivo per cui continuava a vedere Michiru, ma quando anche provava a ragionare con la testa e cercava di ripristinare la barriera che la teneva lontana dal canto della sua sirena, era lei stessa che la andava a cercare!

-Dove stavi andando?

-A casa- il suo tono era infastidito. In fondo era comprensibile: aveva occupato il suo spazio. "Però devo farlo. Il tempo restringe ed io non posso permetterti di sprecarlo in questo modo" pensò la violinista ferma nel suo proposito. -Non eri molto presa dal lavoro?

-Sei venuta per controllarmi?- inarcò un sopracciglio in segno di nervosismo.

-Sono venuta per impedirti di chiuderti in te stessa.

-Oh, ma come sei premurosa! E perchè mai dovrebbe interessarti la mia solitudine?

-Non mi interessa affatto la tua solitudine, anche perchè so che non sei così sola come vorresti farmi credere o come vorresti. Semplicemente ci tengo troppo a te per permetterti di starmi lontana. Haruka, fra venti giorni Elza sarà di ritorno e io non voglio più stare in una situazione in cui stando con lei, mi sento con te. Questi giorni sono molto importanti per noi due... Non posso rinunciare ad un solo minuto che possiamo passare insieme!!

Quella donna la voleva davvero. L'aveva capito da come la cercava sempre; da come le parlava e l'ascoltava; da come si tratteneva per non fare o dire nulla che la potesse turbare. Si sentì una sciocca. Come poteva essere così infantile con lei? Eppure al tempo stesso aveva così tanta paura di riaprire il suo cuore al vero amore. Un senso di agitazione la pervase, anche quel poco che restava del muro che aveva creato attorno a se' stava iniziando a sgretolarsi e non vi era cosa più peggiore da sopportare: tanti sforzi per nulla. E sebbene avesse voluto mandarla via per salvarsi, non fece nulla per evitare che Michiru l'accompagnasse a casa e anzi alla fine la invitò pure a casa sua per farsi perdonare. Il risultato sucessivo fu quello di vedersi tutti i giorni, accompagnando le uscite con una serie di gesti dolci e carini che abbattevano i residui di opposizione al ritorno effettivo della violinista. Spesso si ritrovava così ad avere un braccio sulle spalle della donna; a farle complimenti o a compiacersi di quelli che riceveva da Michiru; l'ultimo giorno della settimana le portò anche un mazzo di rose rosse. Non sapeva perchè di quel gesto, ma come vide quelle rose dal fiorista a qualche metro di distanza sotto casa sua le venne in mente Michiru. Così pensò che sarebbe stato un gesto carino regalargliele. Mentre il tipo tagliava i gambi e preparava con cura i fiori, capì che non ce la faceva più. Non riusciva più a sostenere quella situazione, non ce la faceva a resistere a quella voglia di baciarla, di dirle che nonostante si fosse impegnata con tutta sé stessa per odiarla prima e per non cadere in tentazione poi, alla fine era comunque capitolata di fronte a lei, il simbolo dell'amore per eccellenza. Così pensò che le avrebbe detto tutto quella sera stessa. Purtroppo proprio quella sera telefonò Elza che chiese a Michiru dove fosse e ricevette come risposta: -A cena con Hotaru-. Elza non si fidò, le chiese di passargliela al telefono, lei fece la finta offesa, uscì dal ristorante per non farsi compatire dagli altri e dopo dieci minuti d'attesa, tornò trionfante da Haruka. Dieci minuti di telefonata con Elza, mentre era a cena con lei la indispettì non poco. Come se non bastasse quando tornò da lei, Michiru iniziò a farsi un esame di coscienza riguardo al suo comportamento nei confronti di Elza. Quello era davvero troppo per Haruka che voleva rivelarle quella risposta che custodiva dentro sè stessa da sempre. Non era proprio serata per sentire parlare di Elza, perciò si distrasse numerose volte, la riaccompagnò a casa prima di quello che aveva previsto e non le disse nulla.

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*Hakone: rinomata meta turistica, a fianco del monte Fuji, che offre un paesaggio di raffinata bellezza.

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**toshikoshi soba: spaghetti di ramen, fatti con grano saraceno. Rappresenta la longevità e si augura una vita lunga e felice a chi li mangia.

*** Si ritiene che 108 siano i peccati commessi in un anno e che con questo rito ci si purifichi.

Haruka-e-Michiru-invernali-particolare-6
  
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