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Autore: FragileGuerriera    08/12/2019    2 recensioni
Quasi trent'anni dopo la battaglia con Galaxia Haruka e Michiru non sopportano la presenza l'una dell'altra, al punto da mettere in crisi il sogno della loro principessa Usagi: fondare l'Earth Kingdom. Ma come può un amore, più volte sopravvissuto alla morte stessa, cessare da un giorno all'altro? Soprattutto, è davvero finito il profondo sentimento che ha legato le due guerriere dai tempi delle medie per tanti anni?
NUOVA VERSIONE con finale (e i capitoli relativi) alternativo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Nuovo personaggio | Coppie: Endymion/Serenity, Haruka/Michiru
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la fine
Capitoli:
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Salve a tutti! Chiedo immensamente perdono per il ritardo con cui pubblico, ma a causa di problemi famigliari di forza maggiore, davvero non ho trovato tempo per pubblicare prima, mancando all'appuntamento settimanale. Sono davvero K.O ^^'. Quindi, per fortuna vostra, ho ben poco da dire e, per quanto non sia l'apoteosi del romanticismo, spero che appreziate lo sforzo per aver tentato di scrivere un capitolo che si avvicina almeno vagamente al romanticismo :-P

L'immagine alla fine del capitolo è stata ritoccata con Paint, ma non ho avuto tempo per accostare le immagini in modo migliore, dando più senso di omogeneità e meno l'idea di due immagini differenti messe una a fianco dell'altra ^^'. L'immagine di Michiru l'ho tratta dalla serie "Intimiste" di Mario Yamada (la sua Opera per eccellenza, quella che racconta i missing moments della puntata "Le due guerriere", dal punto di vista di Michiru ;-) ).

Ringrazio come sempre tutti i lettori e i recensori, ma anche chi l'ha inserita tra le preferite, le seguite o le ricordate.


15.

Il mese successivo Haruka continuò a vedere Michiru, ma inizialmente aveva altri problemi per la testa che quelli di riappacificarsi con la "collega" Neptuno! Il fatto era che appena tornava a casa le faceva male non trovare i messaggi in segretria pieni di allegria o di sfoghi per una giornata andata storta di Mizuki. Erano state insieme dieci anni, lei si era comportata nel peggiore dei modi con la sua donna ed ora quella stessa donna le mancava molto. Perciò almeno una volta ogni due giorni chiamava Mizuki o le inviava delle e-mail chiedendo sue notizie. Aveva la scusa dei vestiti da portare via ed era una scusa più che plausibile per poterla vedere ancora, parlare e chiarirsi di nuovo. Spiegarle almeno che lei non era una semplice pilota, ma che era anche una guerriera Sailor, una di quelle che molti anni addietro salvarono la Terra da mille pericoli e che solo ora si rendeva conto di essere stata stupida per non essersi fidarta abbastanza di lei e di non averglielo detto prima. Voleva dirle che provava ancora dei sentimenti sicuri che la legavano a lei e avrebbe anche voluto dirle che non era sua intenzione ferirla. Nonostante ciò Mizuki non era in nessun modo reperibile e Haruka si sentiva stordita e confusa come un leone che addormentato nella savana si era appena risvegliato nella gabbia di un circo. Pensò più volte di appostarsi davanti alla casa di Mizuki pur di poter svuotare il sacco e dirle tutto quello che non era riuscita a dirle prima per delle stupide paure che non avevan ragion di esistere, ma non lo fece mai. Non sarebbe stato da lei arrivare a tanto. Per tre settimane continuò così, correndo sempre al telefono sperando che fosse Mizuki che chiamava per un chiarimento, ma quello non accadeva mai. Passate le prime settimane di stordimento per la brusca rottura della sua importante storia con la giornalista riuscì a staccare la mente da lei e piano riprese il ritmo quotidiano di sempre confidando che prima o poi Mizuki si sarebbe fatta sentire.

Nella speranza di poter risentire presto Mizuki riprese a dare a Michiru uno spazio maggiore nella sua vita. In fin dei conti era proprio per aver scelto di continuare a vedere la violinista se la sua relazione si era appena conclusa. Haruka e Michiru iniziarono così ad andare a cena, al cinema, la invitò più volte a casa sua, a uscire per prendere un caffè o un thè, ma senza mai sbilanciarsi in grandi gesti carini. In fin dei conti perchè doveva? Era Michiru ad aver principalmente sbagliato con lei ed era sempre stata lei a cercarcarla insistendo per tornare insieme, quindi era Michiru a doverle dimostrare che ci teneva davvero. E la donna dai capelli acquamarina non la deluse.

Quando Haruka chiamò Michiru per la prima volta da quando era tornata single, le telefonò senza argomenti di cui parlare. Il che non sarebbe stato strano dal momento che fino ad allora aveva sempre rimandato le chiacchierate per le uscite, ma era il suo tono privo di enfasi ad aver spinto la violinista a chiederle se stesse andando tutto bene. Fu così che scoprì della rottura con Mizuki e di come però per il momento non lo sapesse ancora nessun'altro. Pertanto alla prima uscita che fecero dopo che Mizuki lasciò Haruka, Michiru, che si sentì in parte in colpa per quello che era accaduto, tentò di farsi perdonare con un dono molto particolare. Erano in un ristorante dove venivano cucinati piatti di pesce che gli avevano fatto conquistare più volte il titolo di migliore ristorante della zona. Alla fine del pranzo Michiru le disse: -Haruka, mi spiace molto per come sia finita con Mizuki...- Haruka però sembrava abbastanza scettica a quelle parole e tutto sommato era anche comprensibile. Così precisò meglio il suo pensiero: -Sì, mi spiace davvero per il modo in cui ti ha lasciata e mi spiace per te. In realtà sarei una bugiarda patentata se cercassi di dirti che dispiace a me personalmente. Però, appunto, mi spiace per quello e di esserne in parte la causa. Poi tu mi hai fatto tanta tenerezza quando me ne hai parlato l'altra settimana al telefono che non so...- prese la borsa, aprì una piccola tasca interna e ne estrasse qualcosa. Haruka era finalmente incuriosita da quello che le doveva ancora dire la sua controparte. -Sono passata vicino ad un negozio che è vicino a casa mia. Vende principalmente CD, ma anche diversi gadget e accessori particolari e... E' solo un pensiero...- Poi aggiunse mormorando -E' per scusarmi visto che è stata colpa mia- le allungò il pacchetto. Guardò le mani da pianista di Haruka scartare il suo regalo con la curiosità di una bambina. Tirò fuori l'oggetto dalla scatoletta e si mise a ridere. Lo girò contenta fra le mani per guardarlo da entrambi i lati e poi aprì il taschino per constatarne la capienza. -Mi sono ricordata che l'altra volta ti eri lamentata del tuo portafoglio troppo grande e scomodo quando vuoi uscire per fare solo dei giri in moto. Perciò ho pensato che questo, molto pratico, potesse esserti più comodo. Ti piace?

-Molto, grazie...- e fece per darle un'occhiata veloce, ma incontrando i suoi occhi, fermò lo sguardo su di lei, immergendosi quasi in quel blu profondo. Lasciò sul tavolo il portafoglio in pelle vera con l'immagine stampata al centro dei due tori rossi pronti a colpirsi con le corna e titubante allungò una mano verso il suo viso. La sfiorò appena con le dita, indugiò, ma notando che Michiru inclinò leggermente la testa di lato per assaporare quel contatto, provò ad azzardare un contatto meno sfuggevole. Arrivò in quel momento un cameriere che appoggiò un piattino con sopra il conto, facendole ritrarre la mano in fretta. -Bene... ehm... Grazie per il pensiero, ora possiamo andare...- I pensieri tanto per cambiare furono uno l'opposto dell'altro. Michiru se la stava prendendo con quel cameriere: "L'avrà visto che non era desiderata una sua qualunque intromissione!". Haruka invece si stava già pentendo del suo gesto: "Che assurdità sono giù di morale perchè Mizuki mi ha lasciata due settimane fa e se non fosse arrivato quel ragazzo mi sarei persa in gesti assurdi con lei... Sfoggerò al cameriere uno dei miei più cordiali sorrisi sperando che capisca la mia riconoscenza" pensò accenando un mezzo sorriso. Uscirono senza incontrare il giovane.

Circa due settimane dopo, ancora a passeggio con Michiru, dopo essere entrate in circa tre o quattro negozi di vestiti, Haruka la stava rimproverando: -Uffa, quante volte ti devo dire che non è prudente quello che stai facendo? Diamo troppo nell'occhio, non possiamo andare in giro di nuovo insieme così, come se niente fosse. Non ho nessuna intenzione di finire in uno di quei stupidi giornaletti da ragazze o su tutti i quotidiani per la mia vita privata!

-Sì, come se il mondo girasse tutto intorno a noi!- disse Michiru leggermente stanca di quel brontolare per tre vestiti. -Eppure non ti sei mai lamentata tutte le altre volte che siamo uscite insieme senza andare per negozi.

-Erano luoghi aperti e più affollati dove la gente non bada agli altri. Senza contare che comunque io sono già finita in una di quelle frivole riviste per donne.

-In un rettangolino di poco conto.

-Come fai a saperlo?- Haruka era stupita. Impossibile che Michiru avesse comprato una rivista di gossip solo per leggere della rottura della sua relazione con Mizuki quando le aveva già raccontato tutto lei, unica fonte attendibile.

-Qualche volta dalla parrucchiera ho sfogliato anche io quelle riviste e la vita sentimentale degli sportivi interessa ben poco. Come quella dei musicisti.- Ridacchiò ripensando a quante volte in passato ci era finita pure lei per dei reali o presunti flirt.

-Aspetta, aspetta- le disse quasi subito dopo il team principal, senza rispondere alla frase di Michiru. Nella vetrina di un negozio vide un bell' Mp3 all'apparenza facile da utilizzare e ad un prezzo rapportato. -Entriamo un attimo qui.

-Non vorrai finire nuovamente in uno stupido giornaletto per ragazze?- chiese sarcastica Michiru.

-Ah-ah, spiritosa- finse di ridere Haruka. -Comunque hai ragione, ci tornerò domani.

-Qualcosa che ti piace?- affiancandosi a lei per vedere cosa aveva catturato la sua attenzione.

-Quell'Mp3- rispose l'altra sorridendo e indicandoglielo con un dito.

Michiru lo guardò e poco dopo reagì con entusiasmo: -Oh, che carino... Quasi, quasi lo prendo io!

-Eh, no! L'ho visto prima io- protestò Haruka.

-Ah, già! E io e te non possiamo avere due cose uguali... Pazienza, nella vita conta agire.- così dicendo entrò. Haruka rimase fuori non sapendo se fosse il caso di entrare o meno. Non dovevano soffermarsi troppo in luoghi come i negozi, prima o poi qualcuno le avrebbe notate e avrebbe messo la loro foto sulle riviste o su internet. Alla fine però si decise a seguirla. Entrando andò a vedere quel Mp3 che le piaceva tanto, in apparenza facile per lei che, senza sapere come, in passato aveva già mandato in tilt altri due Ipod. Persa nelle valutazioni degli oggetti in vendita non si accorse che qualcuno stava già servendo Michiru. -L'hai già preso?- le chiese stupita quando la raggiunse al bancone.

-Sì.

-Che velocità!- Haruka guardò il ragazzo che stava velocemente incartando il prodotto in un pacchetto regalo. Doveva avere circa trent'anni, era di bell'aspetto e o aveva riconosciuto Michiru o era comunque rimasto incantato dalla sua bellezza, visto come era servizievole. Le dava fin sui nervi quello sguardo seduttore che il tipo sembrava lanciare alla violinista ogni dieci secondi. -Ecco fatto, il prezzo è quello che le ho detto prima, ma per lei le faccio lo sconto del cinque per cento.

-Davvero? Oh, grazie, molto gentile.- rispose Michiru ammiccando prima di prendere il portafogli.

-Se il regalo non andasse bene o qualcos'altro, io sono sempre qua a sua disposizione- le disse il giovane poi consegnandole il sacchetto, sfoggiando un ampio sorriso e facendole l'occhiolino. Com'era spudorato nel provarci con lei!

Uscite Haruka le chiese: -Come mai ti sei fatta fare un pacchetto regalo?

-E' un regalo per Elza-. Ad Haruka scappò un verso di disappunto. Michiru sorrise e si fermò, guardando Haruka con quel suo sorriso tenero. Com'era bella. -Haruka... Scherzavo, questo è per te! Non è una sorpresa, ma pur sempre un regalo.

Haruka rimase interdetta. -Per me? Ma perchè?- chiese con la mano sospesa a pochi centimetri di distanza dalla busta, ancora indecisa se accettare o meno.

-Così... Non deve per forza esserci una ricorrenza speciale per fare un regalo ad una persona a cui si tiene davvero...

-Tu ci tieni a me?

-Mi sembra che te lo stia dimostrando e sono disposta a continuare finchè non lo capirai da te.- Le brillavano gli occhi per l'emozione. Haruka sentì forte la necessità di baciarla, ci pensò pochi secondi e poi avvicinò il suo viso a quello di Michiru, cogliendola di sorpresa con il suo bacio. Un bacio sulla guancia, cordiale e non sfuggevole, con le sue labbra a contatto con la pelle liscia della violinista. Invece di essere il classico bacio che dura come il battito delle ciglia, quello durò un poco di più e Michiru arrossì. -Grazie, lo accetto volentieri- le disse poi Haruka con una voce calda, forse sciolta dal calore di un flebile sentimento che nascondeva una sensazione di desiderio. Scartò il regalo ed ebbe di fronte a lei un bellissimo Mp3 blu. -Ha detto che c'erano bianco, nero, grigio, rosso, blu e rosa. Non ho avuto dubbi su quale colore scartare e quale scegliere all'istante- le spiegò Michiru con una voce allegra e ancora stupita al tempo stesso. Uno stupore che era quasi uno "stordimento" positivo causato da quel bacio inaspettato. In realtà non è che il bacio in sè significasse molto, ma era il modo in cui l'aveva ricevuto e le sensazioni scaturite nel sentire nuovamente le labbra di Haruka su di se', anche se per pochissimi secondi.

-Grazie tante anche se non dovevi.

-Non dovevo, ma volevo.- rispose Michiru lasciando l'altra un po' spiazzata. A volte brevi frasi potevano dire molto più di un gran discorso.

Quando Haruka tornò a casa con il suo nuovo regalo pensò di dover ricambiare la cortesia. Cosa poteva fare lei per Michiru? In fin dei conti l'altra in un mese le aveva già fatto due regali molto graditi, quindi era carino ricambiare. Pensò a cosa potesse interessare alla donna. Le corse atletiche le piacevano, ma con Elza sicuramente ne aveva viste ed anche più belle di quelle che stava preparando Tokyo per la città e provincia. Biglietti gratis in prima fila per tutte le competizioni atletiche olimpiche! No, non poteva farsi battere così miseramente da Elza anche nei regali. Pensò allora di invitarla ad una gara di Fomula uno, ma le sembrava un'idea infantile quasi come a voler palesare la sua eterna competizione con Elza. Senza contare che a Michiru piacevano le corse della Formula 1, ma non da impazzire. "Che posso fare? Cosa posso fare per lei?" Riflettè a lungo prima che le venisse in mente un'idea brillante: il teatro! Come aveva potuto non pensarci prima? Sia lei che Michiru amavano il teatro. Il giorno dopo avrebbe dovuto soltanto andare al Nuovo Teatro Nazionale e trovare uno spettacolo interessante. Possibilmente uno spettacolo di prosa o un concerto. Così fece, andò a teatro, consultò i programmi del mese e non ebbe dubbi su cosa scegliere: bunraku*. Era un lunedì e sebbene la programmazione fosse per quello stesso venerdì per fortuna trovò due degli ultimi biglietti in vendita. Purtroppo avendoli presi all'ultimo momento erano laterali e a quanto pareva dovevano dividere il posto con altre tre persone, ma la vista almeno era buona. L'idea di condividere lo spalto con altre persone, che avrebbero potuto riconoscerle senza grosse difficolta, tentò Haruka a disdire tutto, ma poi ci ripensò. Lo spettacolo la interessava molto e la voglia di tornare a teatro con Michiru come ai vecchi tempi pure. Perciò contenta e soddisfatta di sé stessa e della sua bella idea telefonò subito a Michiru con l'intenzione di invitarla per il giorno stesso. Realizzò solo in quel momento quanto trovasse bello stare in sua compagnia. Si impose di pensare che fino a quel giovedì l'avrebbe frequentata tranquillamente senza preoccuparsi troppo del fatto che forse avrebbe fatto meglio a tenere a freno quei sentimenti che ancora portavano la sua mente a quel periodo per lei negativo a causa di Michiru. La invitò per una cena in un famoso ristorante di cucina occidentale, ma Michiru declinò l'invito poichè per la sera era già stata invitata a casa di Minako che appena le fu possibile approfittò della sua permanenza più lunga del solito in Giappone per potersi rivedere.


Erano passati quasi due mesi da quando Michiru si era ristabilita a Tokyo, quindi tornò a conoscere la sua città natale come le sue tasche. In dieci minuti arrivò puntuale davanti al bar indicatole da Haruka. Aspettò la solita ritardataria, finchè una voce allegra, accompagnata da due mani che le coprirono gli occhi, le chiese: -Chi è?

Rise in modo composto: -Eheheh, Haruka!

-Non è divertente quando si viene scoperti così facilmente! - disse l'altra divertita. -Hai visto? Sono stata puntuale!

-Sono le quattro e cinque, caspita!!- Esclamò stupita dopo aver guardato l'orologio, -Considerando i tuoi ritardi di almeno dieci minuti, sì! Sei stata puntualissima!

-Appunto! Cosa ti dicevo?- risero insieme, poi decisero di entrare. Presero posto ad un tavolo e ordinarono due thè caldi. Poco dopo, al primo momento di silenzio che si creò fra le due, Haruka prese la parola per andare su un discorso che gli era venuto in mente nel tragitto per raggiungere Michiru: -Sai, sono andata a prendere due biglietti per uno spettacolo a teatro molto interessante. Uno è per una donna che ho conosciuto tre mesi fa e che da quando non sto più con Mizuki mi fa un filo incredibile!!

-Ah- Michiru rimase un attimo interdetta. -E come mai non me ne hai mai parlato prima?

-Beh, perchè... E' una mia fan che ho conosciuto via Internet e che non ho ancora visto dal vivo. Però è molto carina e intelligente; femminile, anche se meno di te; provocante...- disse con tono interessato e divertito guardando la violinista.

"Ti manca solo la bava Haruka e sei uguale a certi uomini sfacciati che incontro per strada!" pensò quell'ultima guardandola piuttosto contrariata. -Non ti facevo una persona da social.

-Non sono iscritta con il mio vero nome.- tentando di essere naturale alla frase di Michiru che la prese alla sprovvista.

-E quello sarebbe un sito di che cosa?- Non ce la vedeva né su social come Facebook, né in siti di incontri. Haruka era troppo riservata per iscriversi, sotto falso nome, in uno di quei siti studiati per farsi tutti gli affari di tutti. Per quanto riguardava i siti di incontro... Le sarebbe bastato uscire di casa per tornare a fare strage di cuori.

-Uno di Formula Uno.

Michiru restò perplessa. Haruka lavorava nella Formula Uno che interesse aveva a scambiare opinioni con dei fan che sicuramente ne sapevano meno di lei? Pose la domanda alla bionda che stavolta fu pronta a risponderle: -Un team principal si interessa anche di sapere cosa pensano i fan della sua squadra o dei suoi piloti. Solo gli sciocchi vanno avanti a fare di testa propria senza ascoltare anche i consigli degli altri.

-E, tra tanti uomini, hai conosciuto anche questa donna?

-Sono poche, spesso se ne intendono meno degli uomini, ma ci sono anche delle donne appassionate di corse. Io e Minako non siamo due donne? Eppure guarda in che mondo prettamente maschile che abbiamo fatto carriera!- Aveva ragione.-Così, insomma ho conosciuto questa ragazza- tornò sul discorso di partenza -e dopo un po' che abbiamo cominciato a sentirci in privato abbiamo deciso di incontrarci ora ed io ho pensato di portarla a teatro!- Al di là del suo essere contrariata Michiru non diede altri segni. "Ma come, non sei minimamente gelosa o invidiosa?" Haruka ci restò quasi male.

Prima di parlare Michiru invidiò quella donna che sarebbe andata a teatro con Haruka. -Bene... mi fa piacere...- Non era sicura di essere riuscita a nascondere del tutto la gelosia che stava provando.

-Tutto qua? Non ti da fastidio il fatto che io mi veda con un'altra?- chiese a quel punto la bionda celando l'irritazione.

-Non sono nessuno per impedirtelo.

-Ma sei la donna che più di tutti mi vuole! O così è ciò che mi hai fatto intendere.

Michiru arrossì lievemente. Haruka non era sua e lei non aveva alcun diritto per ingelosirsi e fu proprio questa la risposta che diede ad Haruka. La delusione del team pricipal crebbe sempre di più, fino a diventare palese poco prima che si lasciassero. Michiru non era sicura del perchè Haruka nel giro di breve tempo cambiò così drasticamente d'umore. Immaginava che fosse perchè lei non aveva mostrato molto interesse alla cosa, ma non voleva peccare di presunzione, dirlgielo e forse rovinare l'incontro. Così per due ore e mezza non disse nulla. Quando stavano per lasciarsi però non ce la fece più a tenere tutto dentro e le chiese: -Devi proprio vederti con quella donna?

-Sì, perchè?- le rispose brusca l'altra che non sorrise una volta dopo quel suo bluff che la portò a risultati del tutto opposti a quelli sperati. Temeva di aver sbagliato a dare quella seconda possibilità a Michiru. Se la violinista infatti non aveva dato il benchè minimo segno di gelosia o irritazione forse voleva dire che non era realmente interessata a lei. Per Michiru quindi lei era solo un capriccio? O un altro sentimento abbagliante del quale si sarebbe pentita qualche anno dopo come era successo con l'americana? Aveva forse perso Mizuki per una donna che al primo ostacolo per riaverla stava già facendo i calcoli per tornare con Elza, oppure dalla sua atleta sarebbe tornata dopo essersi pentita di essere ritornata con lei?

-No così... E' solo che...- lasciò la frase sospesa nel vuoto a lungo, mentre l'altra la guardava interrogativa. Poi finalmente si decise a parlare: -E' solo che... Non vorrei che tu andassi con lei. Perchè, so di non averne alcun diritto perchè non sono nessuno per te se non una ex che si è pentita, ma... Il fatto è che sono gelosa. Sono gelosa e m'infastidisce il fatto che tu mentre ti vedi con me esci con un'altra e lei dai tanta importanza da portarla a teatro già dal primo incontro!-. Ora che l'aveva detto si sentiva meglio.

Haruka la guardò e le chiese se diceva sul serio. Lei si limitò ad annuire: -Beh, allora in tal caso...- disse finalmente sorridendo -Credo proprio che posso disdire il mio fantomatico incontro con una fan che esisteva solo nella mia testa per farti ingelosire!

-Prego?- domandò la violinista incredula.

-Ecco, io ho finto solo per vedere se ci tenevi a me!

-Dici sul serio? - L'altra annuì beatamente. -E ora che l'hai sentito cosa pensi di aver ottenuto?- domandò incrociando le braccia.

-Te l'ho detto: era solo una sorta di gioco per capire quanto ci tenevi a me.

-Tu sei davvero... Io sono davvero senza parole.- Michiru era in evidente imbarazzo mentre cercava le parole giuste per esprimersi nel modo più diplomatico possibile. -Non ti sarebbe bastato chiedere e basta?

-Avanti, se ti conosco almeno un poco, non mi avresti mai risposto.

-Invece avvalerti di questi stupidi giochetti subdoli e tenermi il broncio per tutta la giornata ti sembra una cosa corretta? Complimenti.- terminò con tono amareggiato – Molto coerente Haruka... Molto...- Haruka l'aveva fatta rodere dalla gelosia, costringendola fin a dirglielo per nulla, visto che l'altra donna non esisteva. Il fatto di essere stata presa in giro dall'altra senza una reale motivazione la fece innervosire non poco! Non ne capiva il senso, visto tutto quello che stava facendo per farle capire quanto tenesse a lei. Anche se i gesti non fossero bastati poteva comunque sempre chiederle quanto tenesse a lei invece di estorcerle quella confessione con quella tattica così desolante. Lei non si era mai permessa di ricorrere a quegli stupidi strategemmi con Haruka per capire se stesse uscendo con lei per distrarsi o perchè davvero era riuscita a farle riaffiorare gli stessi sentimenti che stava riscoprendo anche lei a distanza di anni. Non c'era nulla di sicuro in quello che stava accadendo in quel periodo fra loro, ma se avesse voluto affrettare i tempi avrebbe affrontato il discorso in modo serio e ragionevole. Senza quei giochini da quindicenne!

Così fu Michiru mettere giù il broncio e solo dopo cinque minuti Haruka capì che faceva sul serio. S'irritò un po' perchè le sembrava esagerato arrabbiarsi tanto per una cosa di quel tipo. Ebbero una piccola discussione al termine della quale Michiru le disse: -Bene, se non hai altro da aggiungere io andrei pure in casa visto che fra... poco più di un'ora devo andare da Mina che dista a venti minuti da qui!

-Giusto una persona con il cuore puro come lei può stimarti ancora dopo tanto tempo!- Haruka si pentì subito delle sue parole! Disse ciò che aveva sempre detto per tutti quegli anni, solo che ora entrambe si stavano impegnado per vedere se potevano ricostruire di nuovo qualcosa insieme e la frase detta non giocava a favore di un riavvicinamento da parte della violinista che di passi avanti per andarle incontro ne aveva fatti tanti. Accidenti alla sua impulsività che le faceva quasi sempre dire tutto quello che la rabbia del momento le dettava, ma che a mente lucida non pensava davvero! Michiru a quelle parole, prima sbattè le palpebre un paio di volte e poi le sbattè letteralmente il portone del palazzo in faccia. Haruka... Com'è che prima andavano sempre d'amore e d'accordo e invece ora finivano sempre per litigare almeno una volta anche per delle sciocchezze? Non ricordava di averla mai trovata irritante da giovane. Anche quando a volte metteva le macchine davanti a lei, in realtà aveva finito con l'appassionarsi pure lei alle gare di Formula Uno. Ora invece non era la prima volta che la innerovisa fino a quel punto. Mise giù il cappotto e si preparò per la serata a casa di Minako. Per la prima volta si domandò se stesse facendo la cosa giusta. Stava per mettere a repentaglio la sua storia con Elza per una giusta causa? Quanto ciò di quello che ricordava di Haruka era vero e quanto invece l'avevano idealizzata i suoi ricordi? Anche Elza dopo vent'anni senza vedersi era cambiata, ma in lei erano stati tutti cambiamenti positivi, chi diceva che lo stesso valesse per Haruka? Valeva davvero la pena perdere Elza per l'ex pilota?

Intato Haruka ancora fuori si diede della stupida, aveva quarantasei anni e, per quanto a volte si sforzasse di pensare prima di parlare, quel lato del suo carattere avrebbe sempre fatto parte di lei. Pensò come fare per rimediare: non voleva rovinare di nuovo tutto per colpa della sua stupida impulsività che troppe volte aveva già messo a dura prova la notevole pazienza della violinista. Pensò a come farsi aprire quel portone, quando guardando i cognomi sul campanello trovò quello di un medico che, come previsto, fece scattare l'apertura del portone. Quello era l'edificio dove Michiru abitava alle medie, quindi probabilmente l'appartamento era lo stesso, perciò Haruka vi entrò a passo deciso. Quando ebbe superato l'atrio una voce maschile giunse alle sue spalle: -Ha bisogno di qualcosa?

Haruka si voltò e vide un uomo sui sessantacinque anni che dalla portineria faceva da guardia a chi entrava e usciva dal palazzo. Aveva scordato del portinaio! Si avvicinò così al bancone e gli disse: -Devo andare a trovare Kaioh.

-E lei sarebbe?

-Haruka Tenoh.

-Kaioh è una violinista famosa in tutto il mondo ha delle prove di non essere solo un suo fan?

L'unica volta che le avrebbe fatto comodo essere riconosciuta come la famosa pilota di Formula Uno, ex della violinista, era incappata in uno dei pochi uomini non interessati alle auto. Le stava tornando il nervoso, ma stavolta fu più furba ed evitò di dire ciò che stava pensando e di mandare a quel paese quel vecchio rintronato! Pensò di giocarsi invece la carta della simpatia. -Avanti, signor Iwano**, non mi riconosce? Sono Tenoh!

L'uomo, sentendosi chiamare per nome, la guardò bene, ma senza metterla a fuoco. A quel punto Haruka gli ricordò le circostanze in cui si videro la prima volta e di tutte le successive volte che andò a trovare Michiru, alcune fermandosi pure a dormire a casa della ragazza. Fu in quel momento che l'uomo ricordò del ragazzo (che poi scoprì essere una ragazza) che ad un certo punto della vita della talentuosa Kaioh iniziò a frequentare sempre più assiduamente il palazzo. Erano anni che non la vedeva più, ma d'altronde anche Kaioh passava molto raramente da quelle parti da quando si era trasferita prima nel centro di Tokyo e poi in America! Dopo un breve scambio di battute di circostanza in cui il signor Iwano tentò di carpire qualche veloce notizia sulla vita della donna, Haruka ebbe finalmente il permesso di salire.

Arrivò in fretta alla porta con la targhetta color oro su cui era inciso “Kaioh”. Fin il suo cognome era bellissimo e da persona altolocata.

Qualcuno suonò al campanello. Michiru mise giù il profumo e si diresse all'ingresso domandandosi chi potesse essere a quell'ora. Domandò chi fosse e non capì come Haruka fosse entrata. -Che ci fai tu qui?- la sua voce stupita nascondeva il lieve nervoso che sentiva dentro al ricordo delle parole che il team principal le aveva detto dieci minuti prima.

-Ho pensato che sono stata troppo impulsiva e ti chiedo scusa.

-Non so come tu abbia fatto ad entrare, ma non m'interessano le tue scuse. Con te è sempre così, si deve incassare e accettare le tue scuse perchè non sei capace di contare fino a dieci prima di dire o fare qualcosa.

-Hai ragione, sono una testa di cavolo, ma...- tirò fuori i due biglietti del teatro dalla tasca interna della sua giacca in pelle -E' vero che ho preso due biglietti per "Kanadehon Chushingura"***, ma sono per noi due e sarei immensamente grata se tu accettassi il tuo biglietto per farmi perdonare!!- Era impossibile tenere il broncio con Haruka quando la guardava con quegli occhi un po' da bambina. Accettò ed insistette per pagarlo, ma Haruka le ripetè che era un regalo: -Adesso non vorrai fare una lite per pagare, vero? E poi, mi offendo se insisti ancora un po'- Risero insieme e poi nonostante il ripetuto invito Haruka se ne andò poichè Michiru era impegnata e sarebbe dovuta partire circa venti minuti dopo.

Mentre era in auto Michiru sorrise pensando ad Haruka. Su certe cose non sarebbe mia cambiata, nel bene e nel male. Sarebbe sempre stata un'impulsiva, per quanto adesso fosse più controllata, ma spesso aveva di quelle espressioni così innocenti che era impossibile resisterle. Durante tutto il tragitto i suoi pensieri passarono veloci da Haruka ad Elza. Da quanto le due donne si somigliassero più di quanto immaginassero. Forse se lei non fosse stata da sempre l'oggetto di contesa sarebbero anche potute essere amiche, ne era sicura! Per fortuna però la rivalità nello sport e in amore aveva impedito alle due di legare. Non sarebbe stato facile gestire una situazione del genere quando erano giovani, figurarsi a quantasei anni passati! Una situazione in cui se Haruka l'avesse ripresa sarebbe tornata con l'amica della ex, che era già stata anche lei una sua ex. Si fermò a ripensare alla frase, cercando di formularla meglio, ma la situazione sarebbe stata così paradossale che fin a parole sarebbe stata difficile da spiegare! La constatazione la fece divertire mentalmente. Per fortuna la realtà era diversa, ma solo di poco meno complicata. Era davvero legata ad Elza, non avrebbe mai voluto farle del male e non le piaceva rivivere quella situazione di dubbi e insicurezze già sperimentate ai tempi di Helena. La cosa che poi piano piano stava iniziando a farla stare peggio era il paragone con quell'esperienza passata: a ventotto anni era stato il caso a portarla a conoscere Helena e Nick ai quali inizialmente si era avvicinata in modo molto innocente, ma stavolta era stata lei ad avvicinarsi a Tenoh e con il chiaro intento di riconquistarla.

L'arrivo alla villa di Minako pose fine abbastanza in fretta al suo esame di coscienza. Era parecchio amica di Mina, ma non così tanto da confidarsi con lei. Se la donna avesse saputo da Haruka, sua amica del cuore, quello che stava accadendo in quel periodo, sicuramente lo avrebbe capito perchè per la guerriera dell'amore non c'erano discorsi più interessanti della passione per lo shopping e per le auto... e ovviamente dell'amore!

* * *


Quando vide Michiru già nello spalto che le dava le spalle, rimase a bocca aperta. Da quanto tempo non andava al teatro con una donna così bella? Certo Mizuki era davvero molto carina, sempre più che ben vestita e più che presentabile, ma Michiru sempre femminile oltre modo era un vero schianto! Era avvolta in un vestito dello stesso blu scuro dei suoi occhi, le spalle scoperte, la schiena ampiamente. Dei guanti le arrivavano a circa metà dell'avambraccio.

-Ehm-ehm, disturbo?- si annunciò.

-Oh, ciao Haruka!- disse l'altra voltandosi e lasciandole vedere così la parte davanti di quel bellissimo vestito di velluto. "Eh già, come immaginavo. Davanti c'è molto più tessuto che dietro" pensò leggermente delusa vedendo il piccolo scollo a V che in linea con i gusti della violinista lasciava tutto all'immaginazione. -Non sono ancora arrivati i nostri vicini?- domandò mentre si avvicinò a lei.

-No, ma è meglio così. Almeno ci siamo prese i posti davanti- disse l'altra ridacchiando. -Stai benissimo comunque.

-Beh, grazie, ma alla fine è il solito frack. Non sono certo varia come te nel vestiario per le sere importanti.

-Il blu scuro è il colore che ti sta meglio...- disse Michiru sedendosi.

-A te invece sta bene qualsiasi colore!!- le rispose senza riflettere Haruka prima di arrossire.

-Beh...- indugiò Michiru visibilmente contenta del complimento inaspettato -Ti ringrazio per l'apprezzamento.- Haruka si sedette al suo fianco, si sorrisero timide e poi ognuna lesse il volantino dello spettacolo.

Poco dopo le luci si spensero e il sipario si alzò. Finalmente Michiru si decise ad interrompere quel silenzio. Era una serata così bella era un peccato sprecarla in timidezze adolescienziali. -Le altre persone non sono arrivate- bisbigliò ad Haruka.

-Come?

Michiru si fece più vicina al suo orecchio e riformulò la frase: -Sembra che siamo sole, questo potrebbe voler dire molte cose...- lasciando la frase volutamente in sospeso. Haruka la guardò stupita. "Cos'è? Una provocazione?". Michiru ridacchiò e le disse con tono malizioso: -A che stai pensando? Io intendevo dire che si potrebbero pensare a molti motivi per i quali non sono ancora arrivati gli altri.

-Ehm! Ma certo!- le rispose la bionda ricomponendosi. Che stupida! Fin da adolescente tutte le volte che Michiru faceva così riusciva sempre a metterla in imbarazzo per niente! Erano passati tanti anni da allora, Michiru non era cambiata affatto sotto quel punto di vista, ma lei non era più abituata alle sue frasi dal tono volutamente ambiguo e già stava si stava chiedendo se davvero Michiru stava pensando a quello che stava pensando lei! Scosse leggermente la testa sorridendo: in fin dei conti quello era uno dei lati che quando stavano insieme aveva sempre preferito di più di Michiru. Decise dunque di prestare attenzione al palcoscenico quando rimase catturata dall'espressione di Michiru totalmente concentrata sullo spettacolo. "Com'è possibile che qualsiasi cosa faccia, anche la più normale, non riesco a non esserne attratta?". Dopo nemmeno due minuti che stava guardando la rappresentazione a Michiru parve di vedere Haruka un po' troppo girata di lato con la testa per guardare verso il palcoscenico. Si girò lentamente dalla sua parte. A quel punto si guardarono, ma Haruka non distolse gli occhi da Michiru che non si ritrasse. Al contrario, dopo un po' che rimasero a guardarsi, provò ad avvicinarsi con il viso alla bionda che dal canto suo dischiuse le labbra. Haruka sentiva il proprio respiro farsi più pesante, socchiuse gli occhi... ma quando le labbra di Michiru sfiorarono le sue, la porta del loro spalto si aprì. Si ritrassero subito entrambe e Haruka si spostò con la sedia, prendendo le distanze dalla violinista. Per tutto il tempo non si rivolsero più la parola. Entrambe le volte in cui il sipario calò per le due pause previste, Haruka uscì subito dalla stanza. Lo fece per evitare che gli altri le riconoscessero, ma lo fece anche per evitare di dover parlare o dare spiegazioni a Michiru. Lo stesso accadde per la fine dello spettacolo, che fu davvero bello, perciò si prese tre minuti di applausi, ma Haruka si dileguò abbastanza rapidamente. Dopo un primo momento in cui si trovò spaesata, Michiru provò a ragionare con la testa del team principal e non ebbe difficoltà a trovarla fuori dal teatro, a qualche metro di distanza dall'edificio e insieme raggiunsero il parcheggio poco lontano. Non parlarono per tutto il tragitto e raggiunta l'auto di Michiru rimasero a guardare ovunque tranne che loro. Ancora una volta fu Michiru a vedersi costretta a interrompere quel silenzio imbarazzante. -Senti, Haruka... Per quello che è successo prima non vorrei che tu pensassi...

-No, non dire nulla. Non è successo quello che stava per accadere. Non c'è bisogno di spiegazioni o altro.

Michiru non capì perfettamente cosa intendesse dire Haruka. Per lei si trattava di un'azione azzardata o completamente sbagliata? -Ascolta...

-Shhh- disse con un'espressione molto seria e scuotendo leggermente la testa per negare a parole e gesti la parola all'altra. -Per favore. E' stata l'atmosfera a indurci in un simile atteggiamento e l'arrivo di quei ritardatari ad evitare di fare qualsiasi altra cosa.- Michiru capì che non c'era alcuna possibilità di indagare oltre. Quella era la versione dei fatti nuda e cruda, non erano ben accette confessioni dei sentimenti, dei pensieri o delle sensazioni provate. Cercò così di sembrare sicura e distaccata anche lei, perciò si limitò a dire solo l'ultima cosa di tutto ciò che in realtà era intenzionata a dire: -Ti ringrazio tanto per la serata.

-E' stato un piacere.

Poi i pensieri di Michiru si trasformarono in parole, prima ancora che realizzasse ciò che stava facendo: -Posso invitarti a prendere un drink a casa mia?- si guardarono stupite, Michiru più di Haruka, che vedendo l'espressione della violinista capì subito. Michiru la conosceva estremamente bene, ma anche a lei bastava uno sguardo per capire tante cose della donna. Avrebbe voluto accettare, fingere che non fosse successo nulla nello spalto, ma trovandosi ancora da sola con Michiru, così bella quella sera e con quanto avvenuto, temeva di non essere in grado di controllarsi. Non poteva permettersi sciocchezze o gesti avventati e quando c'era Michiru nei dintorni era difficile per lei ragionare. "Meglio non rischiare. Rovinerei tutto se finissi per passare la notte a casa sua per poi dirle alla fine: no, ho capito che non siamo fatte per stare insieme." Così le rispose: -No, stanotte non ho dormito molto e ora sono un po'stanca, finirei per addormentarmi strada facendo e tu non vuoi che io muoia, vero?

-Ci mancherebbe! Va bene, allora niente- disse Michiru cercando di nascondere la delusione. Sperava tanto che accettasse. Era un po' azzardata come richiesta visto quello che era successo, ma visto che ormai l'aveva posta, le sarebbe molto piaciuto poter godere ancora della compagnia di Haruka e il suo invito non aveva altri scopi, anche se sapeva che la natura di Haruka avrebbe portato quest'ultima almeno solo a pensare un finale più piccante. Ma se l'altra avesse cercato di trasformare quei suoi pensieri in fatti non glielo avrebbe permesso. Haruka era, ora ne stava acquisendo certezza, l'amore della sua vita, ma questo non voleva dire che non avrebbe risposto delle sue azioni se la serata fosse andata ben oltre l'invito per bere qualcosa in compagnia. In ogni caso il problema non si poneva più, tanto Haruka ormai aveva declinato l'invito. -Ciao.

-Ciao- e così dicendo Haruka fece dietro front per tornare a casa. Si girò due volte a vedere se Michiru la stava guardando e trovandola entrambe le volte ancora di fianco all'automobile a guardarla sorridendo, l'ultima volta la salutò nuovamente con un inchino e camminando lentamente all'indietro. Cinque minuti dopo era sulla strada di ritorno a piedi. La sua casa si trovava ad un quarto d'ora dal teatro, quindi per quella volta rinunciò alla macchina e alla moto. La moto non era adatta per andarci vestiti eleganti; l'auto era troppo bella per lasciarla in un parcheggio pubblico incustodita per più di due ore e godersi lo spettacolo tranquillamente come se niente fosse. Persa in quelle considerazioni si spaventò quando il clacson di una macchina dietro lei suonò. Haruka si voltò. Michiru procedendo molto lentamente con l'autovettura, chinò il capo per salutarla. Non le offrì un passaggio solo perchè aveva capito che la situazione quella sera si era fatta troppo delicata per ritrovarsi completamente sole quella sera.

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*bunraku: una delle quattro forme del teatro classico giapponese che consiste nella rappresentazione teatrale di marionette.

**Per tutti gli esperti di giapponese: il cognome Iwa- (roccia) -no (piana), come tutti i nomi scelti lungo la storia, non ha in realtà alcuna attinenza con il carattere del personaggio o con la trama.

***Kanadehon Chushingura. Famosissimo dramma storico del 1748, tutt'oggi parte fondamentale del repertorio di bunraku (marionette) e di kabuki (attori). Per tutte le informazioni potete sempre consultare Wikipedia; se invece desiderate informazioni più spicce sulla trama vi rimando a questa pagina: https://www.nipponica.it/it/eventi-2016/908-dentro-teatro-giapponese

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