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Autore: heliodor    16/12/2019    1 recensioni
Joyce è nata senza poteri in un mondo dove la stregoneria regna sovrana. Figlia di potenti stregoni, è cresciuta al riparo dai pericoli del mondo esterno, sognando l'avventura della sua vita tra principi valorosi e duelli magici.
Quando scoppia la guerra contro l'arcistregone Malag, Joyce prende una decisione: imparerà la magia proibita per seguire il suo destino, anche se questo potrebbe costarle la vita...
Tra guerre, tradimenti, amori cortesi e duelli magici Joyce forgerà il suo destino e quello di un intero mondo.
Fate un bel respiro, rilassatevi e gettatevi a capofitto nell'avventura più fitta. Joyce vi terrà compagnia a lungo su queste pagine.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Adesso sei sola
 
Joane tagliò a metà il ragno e venne investita da una pioggia di melma appiccicosa. Ci passò attraverso atterrando su di una roccia, dalla quale osservò i ragni che continuavano ad avanzare.
I gromm si erano gettati sulla prima linea nemica mulinando i pugni. Prima di attaccare eseguivano un balzo e poi atterravano sull’avversario, schiacciandolo e tempestandolo di colpi.
I ragni rispondevano accerchiando i gromm che restavano isolati per poi finirli con le zampe o le mandibole. Aveva perso di vista Belben e Vi, ma sapeva che erano da qualche parte nella mischia.
Dopo il primo assalto Joane l’aveva portata con sé attraverso la prima linea nemica, facendosi strada a copi di raggi magici.
Joyce l’aveva imitata, usando senza sosta quell’incantesimo. In quel omento non sentiva la stanchezza né desiderava riposarsi. Tutto ciò che voleva era continuare a lanciare dardi magici e passare da parte a parte quei dannati ragni. E nonostante il massacro e i corpi che si accumulavano ai loro piedi, sembravano essercene sempre almeno due per ognuno che cadeva.
“Così non risolveremo niente” disse Joane in una pausa.
“Li stiamo respingendo?”
“Niente affatto” disse lei scuotendo la testa. “Ci lasciano avanzare per poi accerchiarci.”
Era così che due gruppi di gromm erano stati eliminati. Joyce li aveva visti avanzare tra le fila nemiche senza trovare resistenza e quando erano arrivati a metà strada dalla regina, gli altri ragni li avevano circondati e poi travolti.
In quel momento lei a Joane erano nello stesso punto e i ragni continuavano ad avanzare arrampicandosi sopra i corpi dei loro compagni.
“Ci dobbiamo ritirare?” Era riluttante a quel pensiero, ma se la battaglia fosse stata inutile non avrebbe avuto senso morire in quel modo.
Forse ho sbagliato a scegliere di combattere, si disse. Forse dovevo portare i gromm e gli altri in salvo.
Joane si accigliò. “Ti consideri già sconfitta, strega rossa?”
“Se non possiamo vincere, che cosa ci resta da fare?”
“Possiamo uccidere la regina, tanto per cominciare.”
La regina rimaneva al sicuro dietro una muraglia brulicante di ragni. Joyce aveva pensato di volare verso di lei, ma poi aveva visto i ragni aggrappati al soffitto e aveva capito che se si fosse alzata in volo, sarebbe diventata un facile bersaglio per loro, come poco prima che Joane corresse a salvarla.
“Come?” chiese disperata. “Non possiamo raggiungerla.”
“Non ce n’è bisogno. Possiamo colpirla da lontano.” Indicò un punto preciso con il braccio teso. Lì c’era Bardhian.
Il principe di Malinor avanzava con espressione concentrata mentre prendeva di mira i ragni che si lanciavano contro di lui. Se Joyce aveva bisogno del raggio magico o di tre o quattro dardi per abbattere i ragni più grossi, a lui bastava un solo colpo per averne ragione.
Si muoveva con agilità innaturale, scansando gli attacchi dei ragni per poi posizionarsi in modo da poterli colpire in pieno.
Ogni colpo andava a segno e a ogni centro un nemico crollava passato da parte a parte.
Una dozzina di ragni caricarono contro di lui e Joyce trattenne il fiato. Voleva gridargli di stare attento e togliersi di lì, ma non ne ebbe il tempo.
Le fiamme circondarono Bardhian, formando un anello di fuoco che bruciava tutto ciò che lo toccava. I ragni in prima fila vennero inceneriti all’istante e gli altri si ritrassero. Lui allargò le braccia e l’anello di fuoco si espanse e con un lampo accecante travolse i ragni che si stavano ritirando, incenerendoli.
La regina fece schioccare le mandibole, coprendo il rumore della battaglia per qualche istante.
Quando le fiamme sparirono, restarono al suolo un centinaio di ragni ridotti a cenere fumante. Altri stavano avanzando, ma con cautela e lasciando più spazio tra di essi.
“Si stanno adattando” disse Joyce.
Joane annuì grave. “È lei, la regina, che li dirige. Sta imparando.”
“Può fare questo?”
“A quanto pare, sì.”
I ragni si avventarono su Bardhian ma lui evocò i fulmini dalle mani protese e respinse anche quell’assalto. Un paio di ragni riuscirono a passare e gli si avventarono contro. Lui balzò in alto e a destra evitandoli d’un soffio ed evocò le lame magiche, una per mano. Atterrò vicino al primo e gli tagliò via due delle lunghe zampe, costringendolo a inginocchiarsi come un suddito davanti al suo re. L’altro ragno cercò di afferrare Bardhian per le spalle, ma lui si voltò di scatto e si abbassò, scattando verso l’alto come una molla e passando il nemico da parte a parte, al centro del ventre. Il ragno fremette e si accasciò di lato.
Joyce distolse lo sguardo.
“Non resisterà a lungo” disse Joane. “Per quanto forte, i ragni sono troppi. La regina glieli manderà contro tutti e lui si stancherà, prima o poi. È una battaglia che non possiamo vincere in questo modo.”
“Come allora?”
“Tocca a noi. Mentre Bardhian tiene impegnati i ragni, noi voleremo fino a quella maledetta e la uccideremo.”
Joyce indicò il soffitto pieno di ragni. “Quelli non ce lo permetteranno.” Già si vedeva travolta e seppellita da una pioggia incessante di ragni.
“A quelli penserai tu. Io mi occuperò della regina.”
“Non ho idea di come fare.”
“Pensa a un modo. Hai due minuti.”
Joane allargò le braccia e il suo corpo venne circondato da un’aura luminosa che l’accecò per un istante. Come se fosse collegata al suo respiro o al battito del cuore, l’alone si contraeva ed espandeva, aumentando d’intensità dopo ogni ciclo.
Joyce sentì quell’energia premere contro di lei come qualcosa di solido, di reale. Era come se Joane stesse trattenendo a stento quel potere dallo scatenarsi lì e in quel momento.
“Che stai facendo?” le chiese incerta.
“Raggiungo il mio limite, strega rossa” rispose lei con voce appena udibile.
“Non è pericoloso?”
“L’ho già fatto altre volte, non temere.” Fece una pausa. “Ma ogni volta è più faticosa di quella precedente. Hai pensato a come risolvere il problema dei ragni cadenti?”
Joyce annuì. “Ho un’idea, ma non so se funzionerà.”
“A questo punto, sono disposta ad ascoltare qualsiasi sciocchezza tu dica.”
Joyce evocò la sfera infuocata e la tenne bene in vista.
“Qualunque cosa tu abbia intenzione di fare, falla adesso.”
Joane piegò le gambe e spiccò un balzo verso l’alto e in avanti in direzione della regina dei ragni.
Joyce la osservò superare file e file di ragni che avanzavano tenuti a bada dai gromm e da Bardhian e gli altri. Evocò altre due sfere infuocate che aggiunse alla prima. Nella valle dei gromm erano state sufficienti e non c’era alcun motivo di dubitare che non lo sarebbero state anche lì.
Puntò verso il soffitto e lasciò partire la sfera infocata, che in quel momento somigliava più a un minuscolo sole ribollente di energia.
La sfera volò veloce fino alla roccia ed esplose quando incontrò l’ostacolo. L’impatto fece vibrare la volta della grotta e ne staccò grossi pezzi che caddero al suolo schiacciando i ragni sottostanti. Joyce aveva mirato a un punto dove non c’erano i gromm che combattevano ma non poteva essere del tutto sicura che i pezzi più piccoli non li avrebbero colpiti.
Sperò che non accadesse.
Joane volò attraverso la nube di detriti che si era formata dopo il crollo senza incontrare ostacoli né ragni cadenti e si presentò davanti alla regina dei ragni.
Joyce la guardò levitare al di sopra del campo di battaglia. Attorno a lei si accese un lampo di energia accecante e un singolo raggio magico scaturito dalle sue mani piovve sulla regina dei ragni.
L’impatto provocò un’esplosione che si riverberò nella caverna e gettò a terra sia i ragni che i gromm. Joyce si sentì avvampare la pelle e d’istinto si protesse con le braccia. Il boato dell’esplosione l’assordò per alcuni secondi e per un po’ fu cieca e sorda.
Quando la vista e l’udito tornarono, guardò verso Joane. La donna era atterrata in uno spiazzo libero dai ragni, dove erano rimaste solo le carcasse di quelli che erano stati inceneriti dall’incantesimo.
A due o trecento passi di distanza, il gigantesco corpo della regina giaceva piegato sulle zampe, una nube di fumo che l’avvolgeva.
Joyce stava per esultare quando la regina ebbe un fremito e si sollevò sulle zampe, raddirizzandosi. Aveva perso due arti nello scontro con Joane, ma era ancora viva. Non c’erano altri segni sul corpo del mostro.
Anche Joane doveva essersene resa conto perché dal punto in cui si trovava lanciò una sfera infuocata contro la regina. L’incantesimo esplose al contatto e avvolse il mostro, ma questi emerse dalle fiamme e puntò verso la strega.
Joane corse nella direzione opposta mentre due ali di ragni si chiudevano su di lei. Vide balenare il lampo dei dardi magici lanciati dalla strega.
“Non ha più la forza di volare” le gridò Bardhian dal punto in cui si trovava. “Devi andarla a prendere.”
Joyce rifletté su quello che doveva fare. Bardhian era da solo che lottava contro i ragni per non farsi accerchiare. Galef e Lindisa lottavano a qualche decina di passi di distanza contro sciami di quelle creature che cercavano di accerchiare. A mano a mano che i ragni aumentavano il cerchio si stringeva attorno a loro. Non aveva idea di dove fossero Caldar e Akil, ma vide Belben e altri gromm che si facevano strada tra i ragni schiacciandoli e scaraventandoli via.
Collare Bianco afferrò uno dei ragni e lo usò come una clava scagliandolo contro un suo simile che si era avvicinato troppo.
“Belben” gridò per richiamare la sua attenzione.
“Gromm” rispose.
“Proteggete Bardhian” disse, sperando che il gromm capisse ciò che stava dicendo. “Proteggilo.”
“Gromm.”
Belben fece un cenno a Collare Bianco e indicò Bardhian. I due gromm che erano con lui si mossero verso il principe di Malinor.
“Valla a prendere” disse Bardhian. “Io preparerò un incantesimo.”
Joyce evocò la levitazione e si lanciò verso il punto dove Joane era accerchiata dai ragni. La strega sembrava danzare mentre respingeva gli assalti e rispondeva con i dardi e il raggio magico.
Joyce volò sopra un mare brulicante di ragni che lottavano tra loro per gettarsi contro i nemici. Vide i gromm venire accerchiati e seppelliti sotto quella massa che sembrava infinita.
Li ho spinti io a combattere, si disse. È colpa mia. Non avrei dovuto farlo.
Individuò Joane in mezzo alla confusione e puntò verso di lei. La strega stava lottando contro un ragno che l’aveva scaraventata a terra e ora cercava di calpestarla. Lei rotolò di lato e colpì l’avversario con i dardi, passandolo da parte a parte. Mentre il ragno rabbrividiva nei suoi ultimi spasmi di vita, altri due si stavano arrampicando sopra di esso per attaccare Joane.
Joyce usò i dardi contro quello più vicino, uccidendolo dopo due tentativi. Jone uccise l’altro e le rivolse un’occhiataccia.
“Stavi per colpire me, stupida.”
Joyce le atterrò accanto. “Grazie per essere venuta fin qui a salvarmi, strega rossa” disse con tono ironico.
“Vuoi che ti ringrazi, anche? Andiamo via di qui, svelta.”
Si aggrappò a Joyce che si diede lo slancio per sollevarsi. “Pensavo che avresti ucciso la regina.”
“Anche io” disse Joane. “Ma l’ho sottovalutata. Quelle bestie sono cresciute per generazioni nutrendosi del flusso magico. Capisci, Sibyl? È praticamente nata e cresciuta a contatto con l’origine del potere. Era chiaro che ne fosse immune, almeno in parte.”
“Se è immune come faremo a ucciderla?”
Joane guardò lontano. “Quello è un problema di Bardhian. E nostro.”
Un lampo si accese dove si trovava il principe di Malinor.
“Nostro?”
“Credo che stia per lanciare un incantesimo davvero potente” disse Joane.
Joyce vide il lampo trasformarsi in una bolla di energia pulsante, potere puro che Bardhian stava raccogliendo e concentrando tra le sue mani per scagliarlo contro il nemico. Anche da quella distanza poteva sentire l’enorme pressione scatenata da quell’incantesimo, come il rombo di una cascata che cresce a mano a mano che ci si avvicina.
Persino i ragni, fino a quel momento frenetici, si fermarono come inebetiti da quello sfoggio di potere inesauribile.
La regina dei ragni, dopo un istante di esitazione, fece vibrare il suo corpo e schioccare le mandibole in maniera frenetica. Come rispondendo a un richiamo irresistibile, tutti i ragni si mossero con lei, smettendo di lottare per dirigersi verso il centro di quel potere.
Come falene attirate dalla luce, i ragni si diressero verso Bardhian, che adesso era avvolto da una luce abbagliante che non poteva essere fissata a lungo.
Joyce socchiuse gli occhi e vide minuscole ombre allontanarsi da Bardhian. Sperò che Belben, Galef e gli altri si mettessero in salvo prima che quel potere si scatenasse.
“Sta andando verso Bardhian” gridò Joane indicando la regina. “Dobbiamo rallentarla e dargli il tempo di completare l’incantesimo.”
Joyce non aveva bisogno di sentire il resto e si gettò all’inseguimento della regina. Attorno a lei piovvero i ragni che si erano arrampicati fino al soffitto, non sapeva se per colpirle o perché attratti dal potere come tutti gli altri. La pioggia divenne così fitta che temette di non poter attraversare quel muro, ma Joane usò i dardi e il raggio magico per aprire un varco in quella massa di corpi.
Sotto di loro la regina si muoveva ondeggiando sulle zampe mancanti. Joyce atterrò proprio davanti al mostro, a metà strada tra questa e Bardhian.
Appena a terra Joane evocò i dardi magici e li puntò verso i ragni che avanzavano. Questi la ignorarono e passarono oltre.
“Non vedono altro che quel potere” disse la strega.
La regina invece rallentò il passo e fece schioccare le mandibole. I ragni proseguirono per la loro strada, ignorandola.
“Adesso sei sola” disse Joane a denti stretti. Tra le sue mani stava prendendo forma una sfera infuocata.
Joyce evocò il raggio magico e lo diresse contro la regina. Il ragno assorbì il colpo e riprese ad avanzare verso di loro.
Joane le lanciò contro la sfera infuocata che esplose con un fragore frastornante. La regina emerse dalle fiamme, così vicina da poter cogliere i particolari del suo corpo.
Joyce le lanciò contro una sfera infuocata, ma questa esplose avvolgendo la regina e scivolandole addosso.
“Fermati maledetto mostro” gridò Joane. “Fermati.”
La regina si avventò su di lei cercando di colpirla con le enormi zampe. Joane scartò di lato evitando il primo assalto ma non poté evitare quello successivo. La punta della zampa le trafisse la gamba, scavandole nella carne.
Joane gridò ed evocò le lame magiche. Con un movimento fluido e veloce tagliò la base della zampa, liberandosi.
La regina tentò di schiacciarla con l’altra zampa, ma Joane fu più veloce e rotolò di lato, evitando l’attacco.
Joyce evocò la sfera infuocata e la scagliò contro il ventre della regina. Lei sembrò rabbrividire, ma resistette anche a quell’attacco.
Stava per evocare un’altra sfera infuocata, quando qualcosa l’afferrò per la vita. Si voltò di scatto pronta a colpire, ma si bloccò quando riconobbe Belben.
“Gromm” esclamò issandola sulle spalle.
“Joane” gridò. “Non possiamo abbandonarla.”
Belben si lanciò verso la strega, ancora a terra con la gamba che perdeva sangue da un foro largo quanto il palmo della mano. Il gromm l’afferrò e se la mise sulle spalle.
La regina cercò di colpirli con una delle zampe rimaste, ma il gromm balzò via ed evitò l’attacco.
Joyce aiutò Joane a reggersi alla schiena di Belben.
“Ti fa male?” le chiese guardando la ferita.
“Tu che ne dici? Quella maledetta voleva staccarmi la gamba per farmela pagare.”
Joyce si voltò indietro e vide la regina avanzare verso l’accecante luminosità che aveva avvolto Bardhian. Prima di lei, migliaia di ragni si erano avvicinati ma non si erano gettati contro il principe di Malinor. Li vide invece rimanere immobili, come in adorazione.
Anche la regina rallentò fino a fermarsi e rimase immobile davanti alla sfera che si espandeva e contraeva come se respirasse.
Al centro si intravedeva la figura di Bardhian, le mani sollevate.
“Che aspetta?” si chiese Joyce ad alta voce.
Un lampo accecante la costrinse a distogliere lo sguardo.

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