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Autore: _Cthylla_    16/12/2019    1 recensioni
La Decepticon Justice Division, recatasi per vari motivi nella città-Stato più folle del cosmo, ha deciso di trascorrere lì qualche ora di vacanza.
Quale piega prenderà, tra notizie e incontri più o meno inaspettati?
Genere: Avventura, Commedia, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, DJD/Decepticon Justice Division, Nuovo personaggio, Tarn
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Generation I, Transformers: Prime
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- Questa storia fa parte della serie 'The Specter Bros'- la serie'
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A Day Off To Repent (Definitely)

 
 
 
 
 
 
 




 
 
“Déjà vu: sensazione di aver già vissuto in precedenza una sensazione che si sta attualmente verificando”.
 
Un pensiero che poteva sembrare quello di qualcuno intento a divertirsi con un settimanale di enigmistica e che stesse riempiendo le caselle di un cruciverba, peccato non fosse così.
 
Tarn però l’avrebbe preferito di gran lunga, perché la voglia di strappare via la testa a Kaon e l’assurda sensazione di averla già avuta tra le mani, di aver già visto parte della sua spina ondeggiare e gocciolare fluido vitale, non era piacevole.
 
Per quanto certe volte fossero un po’ -o abbastanza- esasperanti, Tarn non si riteneva tipo da uccidere i propri uomini senza un vero e grave motivo… e, in fondo, la colpa della situazione attuale non era nemmeno direttamente imputabile a Kaon.
 
«Un tizio sconosciuto, strafatto e in tenuta sadomaso, Tarn! Lo hanno messo al posto del cane!» si disperava suddetto mech, con un’espressione sul volto simile a un dipinto terrestre che nessuno di loro conosceva, alias “L’Urlo” di Munch «Hanno preso il cane! Non possiamo lasciarlo in quel posto assurdo!»
 
Sembrava proprio che il destino si fosse messo di impegno per far perdere loro altro tempo prezioso. Erano decollati ormai da venti minuti, tornare indietro avrebbe significato perderne altri venti, poi chissà quanto si sarebbe prolungata la faccenda!
Ma Tarn, che pure rimase in silenzio qualche attimo, sapeva già che avrebbe finito col tornare a Pettinathia. Non tanto per il cane in sé ma perché Stiria gli aveva garantito una cosa per poi fare tutt’altro, permettendosi addirittura di entrare nella Peaceful Tiranny, rapire la loro bestia e osando perfino cercare di sostituirla con un transformer a caso credendoli tanto imbecilli da non accorgersene.
 
“Perché rapire il cane, poi?!” si chiese Tarn “Che l’abbiano pagata per farlo? Se sì, chi? Nessuno oltre a noi sa che quella bestia prima era qualcos’altro” ergo qualcun altro “Tutto ciò non ha alcun senso”.
 
«Risolveremo la questione. Mettimi in contatto con Stiria e imposta la rotta per tornare a Pettinathia».
 
Il tecnico obbedì immediatamente. «Se scopro che Stiria gli ha fatto qualcosa!...»
 
«Dunque non ritieni più che quel luogo sia tanto divertente?»
 
Kaon tacque ma la risposta era ovvia: no, non c’era più nulla da ridere.
 
In quel momento la voce di Stiria, che in condizioni normali -alias quando non strillava- suonava più bassa e “adulta” di quanto effettivamente fosse la proprietaria, si fece sentire nell’astronave.
 
Ma che volete ancora, porca Solus?!
 
«Delicatissima» commentò Tarn «Davvero ci chiedi cosa vogliamo? Dovresti saperlo benissimo. Hai infranto il nostro accordo entrando nella nostra astronave e rapendo la nostra bestia. Quale credi sarà il tuo destino adesso?»
 
Prima di tutto non vi dovete assolutamente permettere di rivolgervi a me in questo modo perché altrimenti la prossima volta che vedo la vostra nave da lontano la faccio scoppiare con voi dentro, e questo sia chiaro.
 
«Sono parole grosse per una ragazzina col suo piccolo parco giochi».
 
Ma al di là di questo, non potete venire a rompere le scatole a me per un errore VOSTRO!
 
Su uno degli schermi accanto agli altoparlanti si aprì una leggerissima crepa.
 
«Errore nostro un corno, sei tu che hai rapito il mio cane!» sbottò Kaon.
 
«Io non credo che tu voglia che la nostra conversazione prosegua su questa via, Stiria» disse Tarn, abbassando la voce di qualche semitono. Dall’altra parte si sentì provenire il rumore di statiche dovuto a un microfono un po’danneggiato «Sappi che stiamo tornando indietro a riprendere quel che ci è stato sottratto».
 
Buona fortuna, ma non venire a chiedermi dov’è. È scappato via dalla nave poco prima che io la mandassi al piano di sotto e vi è venuto dietro, ho anche dei filmati che lo provano, ma che fine abbia fatto dopo non lo so e non sono cazzi miei. Se volevate che stesse nell’astronave avreste dovuto legarlo meglio!
 
«Hai messo al suo posto uno sconosciuto in tenuta sadomaso col guinzaglio borchiato!» insistette Kaon, con voce quasi stridula.
 
Primo: non è uno sconosciuto, si chiama Sylves Mariner. Ha un collare con la targhetta, non sai nemmeno leggere?! Secondo: tecnicamente né io né chiunque dei miei siamo entrati nella… non ricordo quel nome brutto che ha la vostra astronave… comunque, non ci siamo mai entrati, quando siete tornati qui senza la vostra bestia abbiamo semplicemente transfasato dentro un sostituto!
 
“Dunque possiedono anche la tecnologia per alterare di fase persone e oggetti” pensò il leader della DJD “È più di quanto mi aspettassi. Credevo di aver raccolto informazioni a sufficienza ma sbagliavo di grosso, e non mi piacciono certe sorprese”.
 
Vi ho risarciti anche se non ero per niente obbligata, che volete di più?!
 
Tarn stava per rispondere a tono ma, prima di poter mettere in fila anche solo due parole, una serie di grida femminili e di urla inconsulte maschili attirò la sua attenzione.
 
Nickel piombò nella stanza, cercando di staccarsi di dosso lo sconosciuto drogato in tenuta sadomaso -pardon, Sylves Mariner- a suon di colpi dati con un secchio di lamiera vuoto più grosso di lei. «MOLLAMI BRUTTO FATTONE!... io non so neanche cosa sia questo “Final Fantasy”!»
 
«Final Fantasy ti odia!» urlò il tizio, sputacchiando in ogni dove «Non ti parlerà mai! Non lo capisci e non lo capirai, non ti meriteresti neanche di guardarlo di sfuggita! Non l’hai vissuto come doveva essere vissuto, non puoi capire ciò che sta pensando lui di te in questo momento! Non puoi trattarlo come un mech… non puoi… capisci che lo metti in ridicolo?! Tu non colpirai mai il suo cuore… ti guarderà sempre dall’alto in basso, riderà di te e ti prenderà anche in giro! Questo ti direbbe Final Fantasy se potesse parlare ma non può farlo, io sono il suo portavoc-»
 
I deliri del “sottomesso” vennero interrotti, con buona pace di tutti, da un colpo del doppio cannone a fusione di Tarn. «Credo di aver appena ucciso il mech che hai mandato qui».
 
Credo che allora adesso se ne stia finalmente in pace. Era sepolto qui sotto da quando c’era ancora Dhambrexia!
 
Aveva sfruttato la situazione per fare un po’di pulizia in casa.
Più si andava in là, più Tarn aveva voglia di sbattere la testa contro il muro o sbattervi quella di Stiria.
 
«Dato che hai sfruttato la situazione per liberarti di questo impiccio il minimo che tu possa fare è mettere a disposizione i tuoi agenti» affermò il Decepticon «E aiutarci nella ricerca».
 
Non vi ho detto io di ucciderlo, quindi direi di no.
 
«L’arroganza è un tratto tipico della gioventù, specie della gioventù fortunata. Esserne consapevole è la ragione per cui riesco a comprendere e lasciar passare alcune cose» disse Tarn «Questo però non significa che io sia la persona giusta con cui tirare la corda, e credo che tu lo sappia. La cosa più vantaggiosa per tutti quanti è cercare di trovare la nostra bestia, o quel che ne resta, nel minor lasso di tempo possibile, così che il mio gruppo debba trattenersi poco e tu debba godere per poco della nostra presenza».
 
Al discorso di Tarn seguì una pausa di silenzio completo abbastanza tesa.
 
Va bene  disse Stiria – Ma ficcatevi in testa che probabilmente qualcuno se l’è già mangiato, il vostro cane…
 
«Non dirlo neanche per scherzo!» sbraitò Kaon.
 
Tra quanto arrivate?
 
«Meno di venti minuti» disse Nickel «E comunque sappi che la tua città e tutti i suoi abitanti fanno schifo!»
 
Dovresti farlo notare al tuo comandante, non a me… sempre che riesca a sentire quel che gli dici da laggiù.
 
«Senti un-»
 
Stiria chiuse la comunicazione.
Non sentì mai la sequela di insulti di Nickel: un peccato, perché avrebbe potuto impararne svariati che non conosceva.
 
Dopo sedici minuti precisi, la Peaceful Tiranny si immerse nuovamente nel densissimo smog che colorava i cieli di Pettinathia di un mix di grigio sporco e blu.
 
«Tu e Tesarus siete momentaneamente inabili, Helex» “E devo ricordarmi di chiedere loro come sia potuto accadere, una volta ripartiti” aggiunse mentalmente Tarn «Ma vi renderete utili da qui. Voi farete in modo che la Peaceful Tiranny resti stabile in aria. Mi rifiuto di vederla di nuovo inghiottita nei sotterranei di Pettinathia e non vorrei che tentassero di infilare qui dentro qualche altra sorpresa».
 
«Sissignore» risposero i due Decepticon.
 
«Vos, Nickel, Kaon, noi scenderemo tutti quanti a terra. Se finiremo a doverci dividere, Nickel, tu sarai con Vos e io con Kaon. Non vorrei trovarmi a distruggere altri bottiglioni di colla».
 
«La colla è l’ultimo dei miei pensieri, Tarn, te lo assicuro. Spero che non se lo siano mangiato per davvero…» borbottò il mech, visibilmente preoccupato per la sorte del cane di bordo «E spero per lei che ci fornisca un numero di persone decente. Quella piccola strega!»
 
Nickel, intenta a guardare fuori -precisamente il palazzo di Stiria, diventato ben visibile man mano che l’astronave si abbassava- fece un cenno al resto del gruppo. «Un numero di persone “decente” io lo vedo, purché non sia per tentare di attaccarci».
 
«Se non è stupida non lo farà» replicò Tarn, dando a sua volta un’occhiata all’esterno.
 
Vari plotoni di quelli che sembravano soldati dai volti celati con maschere lisce e bianche stavano marciando sotto lo sguardo severo di Stiria, che li osservava dall’alto circondata da un drappello di agenti. Nulla che Tarn non avesse visto e stravisto, maschere a parte, ma in quel momento ebbe quasi l’impressione di avere davanti qualcosa di serio -e non perché lì in basso c’erano parecchie persone.
 
“Ora non fatico più a immaginarla mentre ordina l’epurazione di un quartiere”.
 
Tra le informazioni che aveva raccolto c’era anche quella. Se una parte di Pettinathia diventava troppo problematica perfino per gli standard di quel luogo di completa follia, Stiria non si faceva problemi a ordinare di svuotarlo da tutti i suoi abitanti.
 
Pettinathia e la sua giovane padrona erano un posto davvero strano, un incomprensibile miscuglio tra due cose apparentemente inconciliabili quali lo stato brado e il pugno duro; come facesse a restare in piedi era un mistero ma, quale che fosse la tecnica, funzionava perfettamente.
 
Vide l’immagine della loro bestia perduta comparire su un maxi schermo.
 
«Posso prenderla come una conferma del fatto che non vogliano attaccarci» concluse il Decepticon «Andiamo».











Ed ecco che, come accade spesso, anche questa one shot si è allungata :'D il prossimo capitolo comunque sarà l'ultimo, non preoccupatevi.
Ringrazio di nuovo Neferikare per varie cose, stavolta in particolare per aver riesumato chat antiche che hanno permesso di rendere certi deliri qui presenti ancor più deliranti, in quanto tratti da una storia vera :'D

Nel capitolo precedente l'ho dimenticato, ma qui sotto vi lascio un mio disegno di Stiria.





   
 
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