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Autore: foschi    16/12/2019    7 recensioni
[GaaLee]
«Grazie per aver accettato di uscire con me!» la sua voce già squillante si era alzata di qualche ottava sia per superare la musica che per l’emozione: se qualcuno si fosse soffermato ad osservarlo, avrebbe sentito che il suo cuore faceva rumore più della confusione che li circondava; avrebbe visto che le guance erano arrossate non solo per il freddo: che avesse una cotta per il ragazzo dai capelli rossi e gli occhi acquamarina era più che palese.
«Mmh.» fu invece il monosillabo del ragazzo che, impassibile come sempre, guardava di fronte a sé: a lui non interessava niente delle luci, dei regali e del Natale, se aveva accettato di uscire era stato solo per l’insistenza di Lee – che fosse innamorato di lui gli era ormai noto.
Questa fanfiction partecipa all'iniziativa "Il Calendario dell'Avvento 2019" organizzato da Fanwriter.it
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Rock Lee, Sabaku no Gaara
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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~ My Christmas Present ~

 

 

 

 

Titolo: ~ My Christmas Present ~

Raiting: Verde

Genere: Romantico, Slice of life, Sentimentale

Personaggi: Sabaku no Gaara, Rock Lee

Avvertimenti: AU, OOC

Note dell’autore: Questa fan fiction partecipa all’iniziativa “Il Calendario dell’Avvento” organizzato da Fanwriter.it ed è il mio regalo a me per il mio compleanno (-cit.Kuzko) da parte mia! xD

Che la giovinezza e lo spirito del Natale siano con voi! Buona lettura! <3

 

 

 

 

 

 

 


     Le luci ad intermittenza delle decorazioni che addobbavano la piazza si riflettevano nell’aria fredda di quel giorno di metà Dicembre. Illuminavano il buio della sera d’oro e di bianco, illuminando gli occhi sgranati e sognanti dei bambini che passeggiavano tenendo le mani paffute, coperte da soffici guanti, ai genitori. Gridolini di gioia di fronte alle vetrine decorate dei negozi si disperdevano insieme alle nuvolette d’aria fredda che uscivano dalle loro labbra rosee; si univano alle melodie natalizie che qualche artista di strada componeva gioviale, accompagnando l’accendersi e lo spegnersi delle luci. La larga strada era un via vai di persone che entravano ed uscivano dai negozi con buste e pacchetti, i sorrisi soddisfatti dipinti sul volto: anche quell’anno erano riusciti ad accaparrarsi all’ultimo i regali di Natale ed ora potevano godersi la magia di quello scenario da fiaba od il calore di una cioccolata calda nei bar affollati da giovani che ridevano e scherzavano in compagnia, felici delle imminenti vacanze.

   

  Rock Lee si guardava intorno sorridendo: l’oro, il bianco e gli altri colori si riflettevano nei suoi occhi nero pece, illuminandoli e rendendoli ancor più grandi del solito, più allegri. Avanzava lentamente stringendo le mani all’interno delle tasche del giubbotto verde: riuscire a fuggire da quel freddo era pressoché impossibile, nonostante il calore dei vestiti che indossava − nemmeno la lunga sciarpa arancione che gli ricopriva la metà inferiore del volto poteva fare qualcosa, visto la punta del naso e delle orecchie arrossata!

Lui era sempre stato un ottimista convinto, vedeva sempre il bello in tutto e tutti e nonostante ne avesse passate tante per quell’improbabile taglio a scodella, quelle sopracciglia grosse e gli occhi insolitamente tondi, non aveva mai perso il sorriso, riuscendo a farsi amici chi lo aveva sempre allontanato – il suo amico Neji era la dimostrazione: ci aveva messo anni per costruire con lui un rapporto di amicizia e rispetto, facendosi cessare le sue prese in giro.

La sua testardaggine era il suo punto di forza ed ora essa era riuscita a fargli realizzare il suo più grande desiderio per quel Natale, facendo capitolare il ragazzo che camminava al suo fianco, il naso affondato nella candida sciarpa di lana.  

«Grazie per aver accettato di uscire con me!» la sua voce già squillante si era alzata di qualche ottava sia per superare la musica che per l’emozione: se qualcuno si fosse soffermato ad osservarlo, avrebbe sentito che il suo cuore faceva rumore più della confusione che li circondava; avrebbe visto che le guance arrossate non solo per il freddo: che avesse una cotta per il ragazzo dai capelli rossi e gli occhi acquamarina era più che palese.

«Mmh.» fu invece il monosillabo del ragazzo che, impassibile come sempre, guardava di fronte a sé: a lui non interessava niente delle luci, dei regali e del Natale, se aveva accettato di uscire era stato solo per l’insistenza di Lee – che fosse innamorato di lui gli era ormai noto.

Un risolino nervoso lasciò le labbra dell’interlocutore: un po’ gli faceva male quell’indifferenza, ma la sua testardaggine non aveva deterrenti e per quella sera avrebbe fatto di tutto per raggiungere il suo obiettivo − se poi tutto fosse andato come sognava da tempo sarebbe stato il ragazzo più felice del mondo. Sperava davvero che quell’atmosfera magica riuscisse a realizzare il suo desiderio...  

 

  Gaara guardò di sottecchi il compagno, osservando il suo volto arrossato ed il sorriso imbarazzato: non si era mai soffermato ad osservarlo ed ora che lo faceva, doveva ammettere che non gli dispiacevano quei capelli d’ebano, quegli occhi luminosi e quelle spalle larghe. Sembrava essere una persona su cui contare, che lo avrebbe sempre accolto fra le sue braccia, calmando il suo cuore irrequieto, diventando il suo faro nella notte costellata da incubi.

Era curioso che fosse lui a pensarlo, lui che non aveva mai conosciuto alcun sentimento, lui sempre emarginato ed allontanato per la sua indifferenza, per il comportamento aggressivo dettato dalla mancanza di amore – amore che no, nemmeno la sua famiglia gli aveva mai dato: l’indifferenza di suo padre e dei suoi fratelli l’aveva accolto quando sua madre era morta per darlo alla luce.

Sapere che qualcuno avesse una cotta per lui era stata una sorpresa: ci si poteva davvero innamorare di chi aveva passato la sua vita nella totale solitudine? Che aveva ferito solo perché agli altri erano concessi sentimenti che a lui erano stati negati?

Un sospiro lasciò le sue labbra screpolate mentre quelle domande si rincorrevano nella sua testa, condensandosi in una nuvoletta che aveva attirato l’attenzione di un perplesso Rock Lee.

«Qualcosa non va, Gaara? Forse la passeggiata non è di tuo gradimento?» gli occhi erano attraversati da un velo di paura: aveva paura che decidesse di andarsene, di svanire come la neve che presto sarebbe caduta sulle loro teste, visti i nuvoloni che si rincorrevano nel cielo della sera. E forse proprio per quella paura, aveva inconsciamente ed improvvisamente stretto la mano del ragazzo che sbatté le palpebre perplesso e stupito da quel gesto: nessuno aveva mai osato sfiorarlo, figurarsi prendergli la mano! Ma, contrariamente a quanto aveva immaginato,  quel gesto gli aveva fatto battere il cuore, colorandogli le guance più di quanto stesse facendo il freddo. Era forte e sicura quella stretta, gli dava calore e quel senso di protezione che non aveva mai provato in vita sua.

«No, va tutto bene.» la voce aveva perso la sua solita sfumatura di costante fastidio per lasciare spazio ad una nota più dolce, seguita da un accenno di sorriso.

E di fronte  a quel sorriso, Rock Lee poté sentire distintamente il mondo intorno a lui perdere di consistenza ed importanza: le canzoni, le voci, gli arrivavano ovattate; le persone sembravano appartenere ad un altro mondo, la sua attenzione era tutta sul volto di quel ragazzo i cui occhi acqua marina annegavano in quel mare di luci, risplendendo ancora di più – Dio, avrebbe potuto rimanere ad ammirarlo per ore intere!

«E tu? Stai bene, Rock Lee?» sussurrò appena vedendo lo sguardo dell’altro che accarezzava il suo volto diafano, facendolo sentire lusingato: avrebbe voluto rimanere così per sempre, finalmente, per la prima volta, qualcuno lo faceva sentire amato.

 

   Le labbra screpolate si schiusero, indecise se continuare la frase incastrata nella sua gola e che gli avrebbe permesso di raggiungere quello che aveva scelto di ricevere per Natale; tutto quello che voleva era lì davanti a lui: era quel ragazzo dalle labbra sottili e screpolate, i capelli ribelli e rossi come il fuoco della giovinezza che ardeva in lui; era in quegli occhi acquamarina così limpidi da sembrare specchi di un altro mondo.

«Perdonami, Gaara.» sussurrò il ragazzo lasciando perplesso l’altro che batté le palpebre, in attesa di una spiegazione a quelle due parole.

Lee sospirò cercando di trovare quel coraggio che lo aveva spinto fin lì e seppe di averlo trovato solo quando, in un istante disperato e desiderato, le sue labbra incontrarono quelle dell’altro in una lenta carezza ed un dolce sapore. Erano morbide ed avrebbe continuato ad assaggiarle per sempre, se solo il bisogno di aria non fosse diventato impellente e li avesse costretti a separarsi. I suoi occhi di onice incontrarono quelli spiazzati di Gaara, rendendosi conto solo in quel momento di cosa fosse successo, di cosa avesse fatto e cosa avrebbe ottenuto – bel lavoro Lee, ti sei scavato la fossa da solo!

«S-scusami, Gaara, io...» mormorò agitato abbassando lo sguardo ed agitando le mani in preda al nervosismo. E se non avesse più voluto vederlo? Se l’avesse allontanato, ormai disgustato da lui? E se...? Quel pensiero sparì prima ancora di venir formulato, spazzato via dalle labbra che si muovevano impacciate sulle sue, assaporandole ed ispirando quel suo profumo che gli infondeva sicurezza. Un sorriso accennato e vagamente dolce si disegnò sul volto di Gaara.

 «Possiamo?» chiese imbarazzato Lee, ancora incredulo di quanto fosse accaduto; era tutto così bello che a momenti temeva di svegliarsi in mezzo al letto dopo l’ennesimo sogno. Ma quello non era un sogno, il cuore che sembrava uscirgli dal petto ne era la dimostrazione: ora era finalmente suo; dopo tanto tempo passato a guardarlo da lontano, a vederlo svanire come la nebbia che si dissolve con il sole, poteva finalmente stringerlo.

Una risata lasciò le labbra del giovane che rispose con un bacio sulla guancia «Possiamo.»

E per Rock Lee ormai la musica aveva perso il suo valore, di fronte alla voce bassa di Gaara che accarezzava le sue orecchie ed il suo cuore, spingendolo a tenere stretto per la vita il suo ragazzo e poggiare di nuovo le labbra sulle sue. Dietro di loro, le luci continuavano a splendere ad intermittenza, illuminando quel paesaggio che sembrava essere una cartolina e sorridendo al desiderio ormai realizzato di Rock Lee per quel Natale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Angolo dell’autrice

 

Buona sera!

Come ogni anno, la storia a tema natalizio non poteva mancare, meglio ancora se sdolcinata e romantica – in realtà volevo solo scrivere qualcosa di carino su di loro e spero di esserci riuscita <3

Grazie all’iniziativa organizzata dalla pagina Fanwriter.it ho potuto realizzare l’immagine di loro due immersi nel mare di lucine colorate che li circondano in un dolce abbraccio e... okay, abbiamo capito, spero che sia stata di vostro gradimento! xD

Ringrazio tutti coloro che sono arrivati fin qui, mi rivedrete ancora con questi due <3

Alla prossima,

foschi

   
 
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