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Autore: Juliaw    17/12/2019    1 recensioni
Questa storia è una ripubblicazione di una delle mie vecchie fan fiction pubblicate nell'ormai lontano 2011. Chiamatela una seconda edizione se vi va lol. Con l'approccio imminente dell'ultima serie di questo meraviglioso show, ho pensato di editarla e ripubblicarla, magari ridandomi così l'ispirazione per un continuo! Basata sulla bellissima e leggendaria Season 5, questa FanFic contiene 19 capitoli, il piano è di pubblicarne uno o due se la storia è di vostro gradimento!
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Vidi l’alba, il chiarore del cielo portò con sé colori del tutto innaturali, come innaturale era quello che stava accadendo, sembrava che tutto si coordinava alla perfezione tranne io.
Genere: Azione, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Lucifero, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Quinta stagione
Capitoli:
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Chapter 20 – Saved from Danger, Saved from Evil
 
         Apri gli occhi.
 
La sua voce, quella che alla mia mente piaceva sentire ogni mattina, il suo viso, ancora i suoi occhi e poi il chiarore di un altro normalissimo giorno.
Erano ormai due mesi che vedevo l’immagine di Sam prima di riaprire gli occhi.
Già, Sam.
Non era più il ragazzo col sangue demoniaco, no, era il ragazzo che c’aveva salvato tutti dall’Apocalisse e seppure fosse un eroe per pochi, il suo nome, la sua faccia e le sue imprese non erano poi così facili da cancellare.
Nei miei momenti no piangevo ancora per lui, sembrerà stupido, ma cavolo se ancora ci soffrivo per la sua perdita, spesso mi chiedevo se mai l’avrei superato e se mai mi fossi innamorata ancora una volta, se avessi visto in altri lui e se avessi trovato mai uno come lui. Insomma, due mesi dopo l’Apocalisse e la mia vita era ancora un completo casino, con l’unica eccezione che questa volta il sovrannaturale non c’entrava nulla.
Avevo avuto il cuore spezzato molte volte, ma questa volta era del tutto diverso. Lui non sarebbe tornato più, il suo sorriso, non l’avrei mai più visto e diavolo non avevo neanche una sua foto, avevo paura di dimenticarmi del suo viso, del suo carattere e allora chissà se mi fossi svegliata ancora con la sua voce nella mia mente, chissà se sarebbe stata l’illusione del suo viso a darmi il buongiorno, ci pensavo molto spesso e molto spesso finivo per piangere tanto da cadere in un sonno profondo che durava fino all’indomani, così la routine si sarebbe ripetuta e io l’avrei rivisto. Era come una dolce e continua tortura, faceva male ma non riuscivo a smettere e allora certe volte era come avere l’impressione di svegliarsi nella vita di qualcun altro, mi sentivo come se quella vita non fosse mia, distaccata, ma probabilmente dovevo solo abituarmi nuovamente alla normalità, non c’erano più demoni, mostri o qualunque altra diavoleria a disturbare il mio equilibrio, era tutto maledettamente piatto e noioso, come piaceva a me.
Anche la mia stabilità mentale non era più minacciata da improvvisi shock, andava bene così, ma c’era sempre quel qualcosa che mancava. Dopotutto la normalità mi aveva solo adottata, avevo ancora il permesso di ritornare da lei? Forse no, o forse si non mi importava più di tanto ormai, ero ritornata e non avevo intenzione di tornare indietro.
 
Avevo iniziato a lavorare part-time al bar dove mia sorella era ormai Manager, insomma, passare il mese di agosto a San Francisco è come essere in un forno, la California è calda si sa, ma ad agosto è peggio di sempre.
The Blue Light Bar, era un bar molto frequentato dagli studenti della San Francisco University e anche da Dean Winchester che negli ultimi due mesi era diventato più di un cliente abituale.
Dean era cambiato profondamente, insomma era sempre e comunque il solito simpaticone, scortese e sessualmente frustrato Dean di sempre, però c’era qualcosa in lui che s’era spezzato dopo quello che era successo al fratello, i suoi occhi erano spesso vuoti e lo sorprendevo regolarmente a fissare la sua ennesima birra senza berla, solo fissarla, come se fosse fuori dal mondo. Avrei voluto dirgli che lo capivo e che non doveva indossare più la sua maschera, ma come potevo? Suo fratello era morto, ovviamente non capivo come si sentiva in quel momento e allora preferivo rimanere in silenzio.
Anche lui era impegnato in un nuovo lavoro e no non c’entrava nulla col cacciare i demoni, no, Dean lavorava di tanto in tanto in un cantiere poco fuori San Francisco e diceva anche che gli piaceva, pagava bene ed era una cosa che sapeva fare. Aveva preso in affitto un appartamento poco lontano dal centro della città, non so bene perché decise di rimanere a San Francisco, quando ci portò a casa dopo tutto quello che successe allo Stull Cemetery, prese una stanza in affitto in un motel e da allora non è andato più via. Diceva che non aveva senso rimettersi in marcia senza una destinazione, diceva che voleva onorare le parole di Sam e starsene lontano dalla vita del cacciatore, e così settimane dopo, Dean Winchester era residente ufficiale di San Francisco.  
La casa dei miei genitori era stata venduta dopo che le autorità avevano fatto tutte le perizie e interrogato sia me che Alyson, avevano associato il caso ad un serial killer che aveva ucciso già quattro coppie più o meno nella stessa area, non sospettavano certo di Lucifero.
Il testamento lasciato dai miei, dava tutto in eredità a me e ad Alyson, compresa la casa, ma non avrei voluto metterci piede mai più lì dentro, ero entrata solo un’ultima volta per prendere le cose a me care e ovviamente pulire l’arsenale nel seminterrato prima che la polizia lo vedesse, adesso i libri polverosi e vecchi erano rinchiusi in uno dei tanti scatoloni nel mio appartamento universitario nel centro di San Francisco. Proprio così, avevo preso casa nei pressi dell’università, ero intenzionata a laurearmi ed era più o meno una promessa che feci a Sam, e quindi volevo farlo, avevo abbastanza soldi da pagarmi quegli ultimi mesi di recupero e poi avrei avuto tra le mani la mia laurea, non sapevo se sarei mai entrata nella scientifica dopo gli studi, ma proprio non mi andava di pensare al futuro. Studiare sarebbe stato difficile soprattutto se Sam fosse sempre stato tra i miei pensieri, ma dovevo riuscirci, non volevo deluderlo. Sembrerà stupido anche questo, ma era come se in qualche modo ci fosse ancora, a guardarmi, controllare tutto e non nascondo che qualche volta sbirciavo fuori la finestra per vedere se c’era lui poggiato forse al palo della luce che guardava la mia finestra con un sorriso stampato sul suo viso perfetto, ma no, non c’era mai nessuno.
Alyson e Dean erano quello che rimaneva della mia famiglia, di Blair non avevo più notizie da quell’ultimo incontro a Detroit, e non sapevo se l’avrei mai rivista considerata la mia devozione alla normalità. Sarà un modo egoistico di pensare, ma con un po’ di fortuna il demone la possedeva ancora e non aveva buttato il suo corpo chissà dove, forse c’era ancora un modo di salvarla e speravo davvero che da un giorno all’altro l’avrei rivista nella sua Mercedes rossa sfrecciare tra le strade di San Francisco, con i capelli al vento e lo stereo con le canzoni d’amore più sdolcinate di sempre, ma non sarebbe mai stata la stessa se fosse ritornata. Il suo futuro marito, Richard, era morto, la sua famiglia anche e non sarebbe stato facile spiegarle perché e come.
Il virus terrorista aveva portato molte persone a lasciare San Francisco, ma in alcuni punti della città si potevano ancora vedere fotografie di persone scomparse e lettere alle persone amate, un po’ come si vede in televisione dopo una tragedia.
Della scomparsa del grande imprenditore Richard Miller si potevano ancora vedere le notizie sul giornale e spesse volte anche in tv, ma forse solo noi sapevamo cosa davvero gli era successo.
Castiel l’aveva ucciso nel tentativo di salvarmi.
Già, Castiel, anche di Castiel non avevo notizie dopo che c’aveva rimesso in sesto al cimitero, era scomparso completamente e Dio solo sa dov’era in quel momento, letteralmente. Forse.
Dean aveva provato a pregare per lui, a chiamarlo, ma non aveva ricevuto nessun tipo di risposta.
 
<< Julia? Julia? Ma che cavolo guardi? >> Era Jessica, sorprendentemente viva. Era riuscita a fuggire al virus Croatoan rifugiandosi in Arizona dai nonni, quando scoprii che era ancora viva, mi sentii meglio, come se un po’ di luce fosse entrata di nuovo nella mia vita, era la mia migliore amica e le volevo bene.
<< Jess, scusami ero sovrappensiero. >>
<< Ultimamente lo sei un po’ troppo spesso, prima o poi ci dirai cosa è successo quando ti credevamo morta. >> Anche Kalie era ancora viva, incredibile ma vero era riuscita a scappare prima di che le fosse stata infettata, a suo dire, un Croats, quello che lei però chiamava infettato, le era saltato addosso e poi qualcuno l’aveva sparato facendolo morire su di lei prima che potesse fare qualunque altra cosa. Raccontava l’avvenimento come la cosa più paurosa che avesse mai provato e la credevo, dopotutto anche io avevo avuto un’esperienza simile.
 << E poi ci spiegherai come conosci quel gran pezzo di ragazzo. >> Ovviamente si riferiva a Dean, non sapevano nulla ovviamente della mia piccola gita per gli Stati Uniti, ma stavo iniziando ad inventare una bugia decente.
<< Mentre eravamo in Nevada, Kalie, anche lui stava facendo un viaggio quando l’abbiamo conosciuto. >> Dissi pulendo il loro tavolo.
<< Quindi sei stata fuori dalla California? Cosa hai fatto un coast-to-coast? >>
<< Uhm…puoi metterla così, dopo la morte dei nostri genitori volevamo solo un po’ di tempo per noi, sai fuggire da tutto e quindi abbiamo intrapreso la road trip. >> Non ero una brava bugiarda, ma quello mi uscii quasi naturale. << Vi porto il conto! >> E mi allontanai dal tavolo prima che la situazione diventasse più pesante, e andai verso il bancone dove Dean ordinò la terza birra della giornata. Stava diventato anche questa una cattiva abitudine per Dean, spesso lasciava il bar ubriaco e Alyson e io eravamo costrette a riportarlo a casa. Affondare i propri dolori nell’alcool, quella sì che era una cosa da Dean Winchester, solo che questa volta invece di farfugliare cose sulla fine del mondo, parlava senza senso di Sam e di come avrebbe dovuto essere lui a riportarlo a casa. Il fratello maggiore non riusciva a lasciar andare il passato, e chi può biasimarlo, neanche io ci riuscivo.
 
         Spesso mi capitava di sognare Sam, di sognare che ritornasse e di finire in lacrime quando capivo che era solo un sogno, però quella notte la sua voce non la sognai.
Ero sveglia a guardare il soffitto buio della mia stanza da letto quando sentii il mio nome sussurrato, proveniva dal mio appartamento, ne ero sicura.
Spalancai gli occhi e mi rimisi in piedi di scatto. Cercai ovunque, in ogni angolo della casa, cavolo chiamai perfino il nome di Sam, ma non c’era nessuno, mi sembrava di impazzire mentre ancora sentivo il mio nome continuamente.
Il telefono squillò facendomi sobbalzare.
<< Pronto?! >> Dissi rispondendo con voce affannata e la gola secca.
Nessuno rispose.
<< Pronto? >> Ripetei.
Solo il fruscio del vento e nessuna voce. Ma che diavolo, stavo davvero impazzendo? << Sam? >> Chiesi esitante. La linea cadde.
Il mio primo istinto fu di chiamare Alyson e Dean, ma cosa gli avrei detto? Mi avrebbero sicuramente presa per pazza e non li avrei biasimati. Così ritornai a letto e mi addormentai in pochi istanti.
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, il cervello ebbe la meglio sul mio cuore e questa volta senza combattere a lungo. Ne avevo abbastanza di soffrire, di stare male e di piangere ogni dannata sera, Sam non sarebbe mai più tornato e io dovevo metterci una pietra sopra e andare avanti con la mia vita. Ne sarei uscita, ci sarei riuscita come sempre, come ogni altra storia finita, sarei tornata normale nonostante il buco che adesso era al posto del mio cuore, sapevo che col tempo si sarebbe colmato, forse ci sarebbero voluti decenni, ma adesso avevo imparato ad indossare quella maschera e sarei riuscita a sembrare forte, almeno per un po’.
 
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Non volevo pubblicarlo l’ultimo capitolo, per evitare che finisse, ma eccoci qui, l’ho fatto! Ed è finita davvero,
non ci credo che dopo anni ho riaperto questa storia e l’ho ripubblicata, non posso crederci di
sserci riuscita realmente haha
Sarà che sto rivedendo la serie per l'ennesima volta e mi è tornata l'ispirazione, ma insomma,
sono contenta che ci sia riuscita, adesso 
devo prepararmi psicologicamente per la fine vera e propria, non so se ce la farò :o
Non ho voluto introdurre Lisa, perchè come molti, la odio e la trovo abbastanza inutile,
quindi ho voluto dare a Dean una fine diversa, sempre rimanendo più o meno fedele alla serie. Spero vi piaccia questa versione! 
Grazie mille a tutti coloro che hanno letto fin qui e come sempre grazie alla mia editrice personale
Lily che mi ha corretto tutta la storia, chissà magari correggerà anche la seconda?! (Quando scriverò la seconda…?! :o)
A presto!
Spero!
   
 
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