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Autore: Zamia    17/12/2019    2 recensioni
Ranma è un perfetto Mr Darcy, scontroso e timido ma coraggioso e capace di grandi gesti d'amore; Akane è un'Elizabeth Bennet vivace e piena di vita ma con una certa propensione a fraintendere ciò che Ranma dice. Siete pronti ad affrontare questo crossover che ci condurrà, attraverso fraintendimenti e personaggi comici, ad uno splendido lieto fine?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 19
 
Akane non sentiva i suoi familiari da alcuni giorni e se ne sorprese. Poi una mattina arrivarono due lettere, scritte a distanza di pochi giorni. La prima iniziava con i soliti racconti sulla famiglia e le cose da fare ma la seconda parte, scritta in uno stato di evidente agitazione, forniva informazioni più importanti. Era di questo tenore:

Cara Akane, è successo qualcosa di inaspettato e di natura molto seria; ma ho paura di metterti in allarme, puoi star certa che stiamo tutti bene. Quello che ho da dire riguarda Nabiki. Ieri sera a mezzanotte, quando eravamo già andati tutti a dormire, è arrivato un poliziotto per informarci che stavano cercando lei e Ryoga perché pare che siano fuggiti dopo aver scassinato e rubato il contenuto della cassaforte di Akari. Nostro padre non fa che piangere, Nodoka sopporta meglio la cosa ma è molto afflitta.

Senza concedersi il tempo di riflettere, e senza nemmeno capire bene ciò che provava, Akane, finita quella lettera, afferrò immediatamente l'altra e, aprendola con la massima impazienza, lesse quanto segue; era stata scritta un giorno dopo la conclusione della prima.

A quest'ora, mia carissima sorella, avrai ricevuto la mia lettera scritta di corsa; vorrei che questa fosse più comprensibile, ma porta comunque cattive notizie. Di Nabiki e Ryoga non siamo riusciti a sapere nulla. Pare siano stati avvistati in un luogo dove si gioca d’azzardo ma non siamo certi che siano loro. Sono davvero contenta, Akane, che ti sia stato risparmiato qualcosa di queste scene angosciose, ma ora che il colpo iniziale è passato, posso confessare che vorrei tanto che tu tornassi. Non sono così egoista, tuttavia, da insistere, se dovesse essere un incomodo. Nostro padre è partito alla loro ricerca. Vorrebbe costringerli a restituire il maltolto e spera che Akari così ritiri la denuncia. Pensare a Nabiki in prigione mi distrugge. Che ne sarà anche della nostra vita con una sorella galeotta?”

"Shinnosuke, nonno, dove siete?", esclamò Akane, balzando dalla sedia non appena finita la lettera, impaziente di comunicare loro la notizia e precipitarsi a casa. Ma mentre si apprestava a uscire, la porta si aprì e apparve Ranma. Il pallore del viso e i modi impetuosi di lei lo fecero trasalire, e prima che potesse riprendersi abbastanza per parlare, lei, nella cui mente tutto era sovrastato dalla situazione di Nabiki, esclamò precipitosamente, "ti prego di scusarmi, ma devo andare. Devo cercare subito Shinnosuke per una faccenda che non può essere rimandata; non ho un istante da perdere."
"Che cosa è successo?", esclamò lui, con più emozione che cortesia; poi, riprendendosi, "lascia che vada qualche cameriere a cercarlo. Non stai bene... non puoi andarci tu."
Akane esitò, ma le tremavano le ginocchia, e capì quanto poco sarebbe servito andare lei stessa a cercarli. Chiamò una cameriera e le chiese cortesemente di cercare i due ospiti che erano con lei.

Una volta uscita la cameriera, Akane si sedette, incapace di reggersi in piedi e con un'aria così affranta che fu impossibile per Ranma lasciarla, o trattenersi dal dire, in tono di gentilezza e commiserazione, "Non c'è nulla che possa portarti, per darti un po' di sollievo? Stai davvero male."
"No, grazie", rispose lei, cercando di riprendersi. "La cosa non riguarda me. Sto benissimo; sono solo angosciata per delle terribili notizie che ho appena ricevuto da Nerima."

Solo a parlarne, scoppiò in lacrime, e per qualche minuto non poté dire una parola. Ranma, in tormentata attesa, poté solo osservarla in silenzio. Alla fine, lei parlò di nuovo. "Ho appena ricevuto una lettera da Kasumi, con queste terribili notizie. Non possono essere nascoste a nessuno. Nabiki ha abbandonato la sua famiglia... è fuggita... si è messa nelle mani di Ryoga. Hanno rubato dei soldi alla fidanzata di Ryoga e non si sa dove siano. Adesso sono ricercati dalla polizia.”
Ranma la fissava sbalordito. "Sono davvero addolorato", esclamò, "addolorato...sconvolto. Ma è certo, assolutamente certo?"
"Oh, sì!”
"E che cosa è stato fatto per porre rimedio alla situazione?"
"Mio padre è andato a cercarla, e Kasumi ha scritto per chiedere l'immediato aiuto di Shinnosuke, e partiremo, spero, nell'arco di mezz’ora. È qualcosa di orribile sotto ogni aspetto."
Ranma scosse la testa in un tacito consenso ma sembrava a malapena ascoltarla, e andava su e giù per la stanza in profonda meditazione, la fronte contratta, l'aria cupa. Akane lo notò subito, e capì immediatamente. Il suo potere stava crollando; tutto doveva crollare di fronte a una tale prova di debolezza da parte della sua famiglia, a una tale certezza di un disonore così acuto. Non poteva né stupirsi né condannare, ma la consapevolezza di quanto lui avesse avuto ragione non aveva nulla di consolatorio per il suo cuore, nulla che potesse alleviare la sua angoscia. Era, al contrario, proprio quello che ci voleva per farle capire i suoi sentimenti; e mai come adesso aveva sentito con la stessa chiarezza che avrebbe potuto amarlo, quando l'amore era ormai inutile.

Ma il pensiero di se stessa, pur così invadente, non poteva imporsi. Nabiki, l'umiliazione, la miseria che stava spargendo su tutti loro, cancellarono ogni preoccupazione personale, e, coprendosi il volto con il fazzoletto, Akane fu presto distolta da qualsiasi altra cosa; dopo una pausa di qualche minuto, fu richiamata alla consapevolezza della situazione solo dalla voce di lui, che, in un modo che rivelava compassione, ma allo stesso tempo riserbo, disse, "Temo di non essere utile qui. Non sono bravo a consolare né a trovare giustificazioni a questa situazione. Questa incresciosa faccenda impedirà a mia sorella di avere il piacere di vedere tutti voi ospiti a casa nostra oggi."

"Oh sì. Sii così gentile da scusarci con Ranko. Dille che affari urgenti ci richiamano immediatamente a casa. Nascondi la penosa verità il più a lungo possibile. So che non potrà essere per molto."
Lui la rassicurò prontamente sulla sua discrezione, esprimendo di nuovo il proprio dolore per la sua angoscia e augurandole una conclusione più felice di quanto fosse possibile sperare al momento e se ne andò, con un unico, grave sguardo di addio.
Non appena uscito dalla stanza, Akane si rese conto di quanto fosse improbabile che si sarebbero rivisti con la stessa cordialità che aveva contraddistinto i loro ultimi incontri e lo vide andar via con profondo rammarico.

Avvisati dalla domestica, Shinnosuke e suo nonno erano arrivati allarmati, presumendo che Akane si fosse improvvisamente sentita male; ma, rincuorandoli subito da quel lato, lei li informò con fervore sul perché li avesse mandati a chiamare, leggendo le due lettere a voce alta. I due dissero che avrebbero aiutato la sua famiglia e sarebbero partiti al più presto possibile.

"Ci stavo pensando su di nuovo, Akane", disse il nonno, mentre si allontanavano dalla città, "e in effetti, riflettendoci bene, non riesco a capire cosa abbia spinto quei due a fare ciò che hanno fatto. La necessità non giustifica la loro azione. Sarà successo qualcosa di particolare che non riusciamo neppure ad immaginare.”
"Parola mia", disse Shinnosuke, "sono d’accordo con il nonno. È davvero una violazione troppo grande della decenza, dell'onore e del proprio interesse, per rendersene colpevoli. Non posso pensare così male di Ryoga e di tua sorella. Puoi tu stessa, Akane, crederli capaci di tanto?"

“Non lo so, certo è che non credo ci sia tra loro una relazione o abbiano pensato di sposarsi. Nabiki è troppo furba e cinica per farsi trascinare dai sentimenti. Ci deve essere in ballo qualcosa di grande! E per quanto riguarda Ryoga non capisco perché rubare ad Akari quando avrebbe potuto sposarla e dividere con lei il suo patrimonio. Le azioni di quel ragazzo sono sempre più incomprensibili!”
Viaggiarono il più speditamente possibile, e, dormendo una notte lungo il tragitto, raggiunsero Nerima il giorno successivo intorno all'ora di pranzo. Akane si precipitò nell'atrio, dove Kasumi le venne subito incontro.
Akane, mentre l'abbracciava con affetto, mentre le lacrime riempivano gli occhi di entrambe, non perse un istante e le chiese se si fosse saputo qualcosa dei fuggitivi.
"Non ancora", rispose Kasumi. "Ma adesso che siete arrivati anche voi, spero che tutto andrà bene."
"Nostro padre è partito?"
"Sì, è partito martedì, come ti ho scritto."
"E hai ricevuto sue notizie?"
"Solo due volte. Mi ha scritto qualche rigo mercoledì, per dire che era arrivato sano e salvo. Ha aggiunto soltanto che non avrebbe più scritto, fino a quando non avesse avuto qualcosa di importante da comunicare."
"E Nodoka... come sta?”
"Discretamente bene, credo; anche se è molto scossa. Si colpevolizza per non essere riuscita a crescere Nabiki assennata come noi due.”
Shinnosuke e suo nonno decisero di partire alla ricerca dei due latitanti con l’intenzione di riportarli a casa.
Quando furono sole Kasumi confessò ad Akane che, senza dirlo a nessuno, aveva preso contatti con Akari Unryu. Akari le aveva raccontato di essere rimasta molto male della fuga di Ryoga ma di essere convinta che lui sarebbe tornato. Non riusciva a volergli davvero male ma aveva dovuto denunciare il furto perché così aveva imposto la sua famiglia e poi era disturbata dal fatto che fosse scappato con una donna, sebbene fosse certa che non avesse interesse per lei. Le disse poi che Ryoga aveva molti debiti a Nerima e che lei si era offerta di pagarglieli ma lui si era rifiutato.

“Che guadagno può averne ricavato dallo scappare con Nabiki? Perché far soffrire così tanto una ragazza che lo ama? E la stessa Nabiki? Cosa l’ha spinta a fare una cosa così pericolosa e avventata?” disse Akane.
“Certo chi sta peggio ora è nostro padre. Quando ha appreso della notizia non è riuscito a dire una parola per dieci minuti di fila e poi ha pianto per altri dieci minuti prima di decidere di partire!"

Proseguì poi informandosi su quali mezzi il padre aveva intenzione di usare per trovare la figlia.
"Credo che abbia intenzione", rispose Kasumi, "di girare tutte le bische clandestine e sentire se li hanno visti. Non dovrebbero passare inosservati.”
Nel frattempo, la notizia cominciava a diffondersi e si venne a conoscenza di qualche nuovo esempio della prodigalità e degli eccessi di Ryoga. Tutta Nerima sembrava fare a gara per infangare l'uomo che, appena tre mesi prima, era stato quasi un angelo in terra.

Fu affermato che era in debito con tutti i commercianti del posto, e che i suoi intrighi, tutti onorati con l'appellativo di seduzione, si erano estesi alle famiglie di tutti i commercianti. Tutti affermarono che era l'uomo più malvagio del mondo, e tutti cominciarono a scoprire di aver sempre diffidato della sua apparente bontà. Akane non dava credito a nemmeno la metà di ciò che veniva detto perché per quanto si fosse dimostrato pigro e scostante non riteneva Ryoga capace di costruire truffe meditate, pur tuttavia era molto in ansia per il ruolo che Nabiki aveva avuto in questa storia; e persino Kasumi, che tendeva a giustificare Ryoga e Nabiki molto più di sua sorella, cominciò quasi a disperare, non avendo loro notizie e non sapendo a chi imputare la colpa di ciò che era successo.

Ogni giorno a Nerima era ormai un giorno di ansia, ma l'ansia maggiore c'era quando si era in attesa della posta. L'arrivo delle lettere era il traguardo maggiore di ogni impazienza mattutina. Le notizie, buone o cattive che fossero, arrivavano attraverso le lettere, e ogni giorno ci si aspettava qualche novità di rilievo. Shinnosuke aveva incontrato Soun Tendo e insieme stavano cercando alberghi in cui i due potevano aver sostato, ma finora senza successo.
Una mattina arrivò anche una lettera da Kuno per Soun Tendo, che Kasumi e Akane lessero.

Conteneva quanto segue:
Egregio signore,
Mi sento in dovere, vista la nostra parentela e la mia posizione sociale, di offrirvi la mia partecipazione al terribile dolore che state patendo in questo momento, del quale sono stato informato ieri. Potete star certo, egregio signore, che Sayuri e io siamo sinceramente vicini a voi, e a tutta la vostra rispettabile famiglia, nella vostra attuale angoscia, che dev'essere la più amara che esista, in quanto prodotta da un’onta che il tempo non potrà mai cancellare. Non ci sono parole da parte mia, che possano alleviare una disgrazia così grave, o che possano confortarvi, in una circostanza che sicuramente più di ogni altra colpisce così profondamente l'animo. La morte di vostra figlia sarebbe stata una benedizione in confronto a questo. E ci sono ulteriori motivi di rammarico, poiché c'è motivo di credere, da quanto mi ha detto la mia cara Sayuri, che il licenzioso comportamento di vostra figlia sia stato prodotto da un vostro colpevole grado di indulgenza. Comunque sia, siete tristemente da compiangere, opinione questa che ho condiviso non solo con Sayuri, ma anche con Kodachi, alla quale ho riferito la faccenda. Ella è d'accordo con me nel ritenere che questo passo falso da parte di una figlia si rivelerà dannoso per le prospettive di tutte le altre, poiché chi mai, come dice benignamente la stessa Kodachi, vorrà imparentarsi con una famiglia del genere? E questa considerazione mi conduce ancora di più a riflettere, con accresciuta soddisfazione, su un certo evento del novembre scorso, poiché se fosse andata altrimenti, sarei stato necessariamente coinvolto in tutto il vostro dolore e nella vostra sventura. Permettete quindi che vi consigli di farvi coraggio il più possibile, di bandire per sempre dal vostro cuore una figlia così indegna, e di lasciare che raccolga i frutti del suo scellerato misfatto.
Con affetto
Tatewaki Kuno

Questa lettera aumentò di molto l’ansia delle due ragazze ma Akane fu ben contenta che il novembre scorso non era così fuori di sé da accettare la proposta di matrimonio di un uomo così insulso e poco caritatevole. Contemporaneamente, però sapeva che essendo giunta la notizia a Kodachi, Ranma avrebbe sentito parlare male di lei e della sua famiglia molto più del solito e questo la rattristava enormemente. Era, infatti, perfettamente consapevole che, se non avesse mai conosciuto Ranma, avrebbe sopportato un po' meglio il disonore di Nabiki.

Angolo dell'autrice: Abbiamo così scoperto perchè Ryoga e Nabiki sono scappati. Non certo per una fuga d'amore ma per andare a giocare d'azzardo i soldi di Akari. Come gli è venuto in mente? lo scopriremo nei prossimi capitoli.

 
   
 
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