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Autore: Jenna_Huphery    17/12/2019    3 recensioni
AGGIORNATA, ONLINE CAPITOLO 4!
Profumo di neve nella città dell'Ovest.
Uno chalet tra le montagne, una lunga notte e qualche spettro in visita al nostro principe preferito... se come me siete dei drogati del Natale, catapultiamoci insieme in in questa storia tutta, o quasi, a tema Dickens.
Storia già pubblicata e mai conclusa, approfitto del nuovo Natale confidando di riuscire questa volta a darle un degno finale, nel frattempo godetevi i primi capitoli e, per chi l'avesse già letta, rispolverate la memoria... gli spettri stanno tornando.
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A CHRISTMAS HOLIDAY

 

Tutta la città dell’ovest era rimasta al buio, non vi erano più luci, decorazioni, solo lampadine in cortocircuito e abeti finti bruciacchiati. La tempesta, i fulmini e lampi erano arrivati all’improvviso, nessun nemico alieno aveva causato disastri, non era stata questione di cyborg venuti dal futuro: in un attimo dicembre si era spogliato del suo cappotto natalizio, da solo.

Bulma aveva passato tutta la notte a lavorare alla riparazione del generatore di riserva, una pila legata alla fronte, una notte intera di lavoro per nulla.

Il Giardino della Capsule Corporation, da villaggio natalizio, appariva ora un cimitero di vischio e lampade di sale; non c’era più nessuna cupola, nessun fiocco di neve vorticante, solo pioggia ghiacciata a riempire i bicchieri delle tavole già finemente apparecchiate.

Ci erano volute settimane per organizzare tutto e ora in un baleno tutto era stato distrutto. Nulla in quella casa funzionava senza elettricità, persino le porte automatiche erano state sfondate da Vegeta per permettere alla scienziata di raggiungere il giardino: con il generatore d’emergenza fuori uso una caverna sarebbe stata una dimora più ospitale.

La scienziata era rimasta a lungo in piedi con le mani sui fianchi ad osservare tutto quel disastro, non sarebbe riuscita a ricostruire tutto per il 24 dicembre nemmeno se avesse assunto una squadra di venti operai, i danni erano troppi e troppo gravi per poter essere tamponati.

 

“Leva quei piedi ghiacciati dal mio polpaccio”

La turchina era seduta nel grande letto, il pc sulle ginocchia – 100 inviti di revocare – “Che figura farò con tutte quelle persone? Avevo spedito gli inviti mesi fa e ora guarda che mi tocca fare, se ne andranno tutti alla festa di quell’idiota del dottor Kezich, me lo rinfaccerà a vita < allora Miss corporation, problemi in paradiso? > ah mio Dio che bifolco. Vegeta? Mi stai ascoltando?”

L’uomo era disteso a pancia in giù, il viso sepolto nel cuscino e un braccio a penzoloni fuori dal letto:

“Mh? Donna non capisco perché tu debba darmi del bifolco, non è colpa mia se tutta la tua festa si è trasformata in un cumulo di rottami e ferraglia… Leva quei piedi”

“Bifolco il dottor Kezich non tu, scimmione!”

“Pure? Donna lasciami dormire, tanto il cibo non sarebbe piaciuto no? Era sciapo”

Una cuscinata arrivò dritta sulla testa di Vegeta il quale non fece una piega. Bulma tolse gli occhiali da vista, stropicciandosi gli occhi per il sonno, era in verità più che affranta per la piega che le feste invernali stavano prendendo. Si era immaginata che quel Natale tutto sarebbe stato perfetto, un momento ideale per trovarsi tutti insieme a festeggiare una nuova vita dopo tanti anni passati con il cuore in gola per un nemico o per un altro – la sua famiglia era finalmente unita e avrebbe dovuto festeggiare il natale con il cibo in scatola, dato che la luce in città non sarebbe tornata prima di una settimana da tanti erano stati i danni e lei, certo sapeva progettare e costruire un forno da cucina super tecnologico, ma infilarci dentro un pollo e cuocerlo? Vegeta se la sarebbe cavata meglio.

“Tutti i nostri amici contavano su di me, gli toccherà riorganizzarsi ora” piagnucolò “Non c’è un anno che ne vada dritta una!”

Vegeta alzò la testa dal cuscino cambiando posizione, un braccio dietro la nuca “Troveranno qualcosa da fare, magari una vacanza nella catapecchia sui monti di Kaharot, tanto li l’elettricità non sarà mai arrivata, saranno abituati”

“Sei proprio un buzzurro Vegeta, sei un altezzoso, bifolc… aspetta cosa hai detto? Bulma strabuzzò gli occhi saltando velocemente a cavalcioni sul marito:

“Bluah! Donna mi ammazzerai, non è quello il punto in cui saltare sto per vomitare la cena!”

“Oh, amore sei un genio!” disse lei schioccandogli un sonoro bacio a fior di labbra “Una vacanza in una casa di montagna! Mmm… Svizzera magari? Ho sempre sognato di acquistare un immobile sulle Alpi, uno chalet, sisi uno chalet di lusso con idromassaggio e sauna e…” non finì la frase, con un colpo di reni si trovò distesa sotto al compagno “e…” disse Vegeta “…hai parlato anche troppo, ti pentirai di non avermi lasciato dormire in pace…” sfoderò il suo miglior sorrisetto malizioso, si liberò in un attimo della camicetta di seta di lei “Scarrozzaci dove ti pare” le sussurrò all’orecchio, baciandone e mordicchiandone il lobo “Purché per me ci sia sempre il dolce…” scese verso i suoi seni, la lingua che giocherellava abile con i capezzoli rosei e turgidi, Bulma sospirò di piacere, sorridendo “Avrai tutto il cioccolato svizzero che vorrai”.

 

***

 

“Papà ma non volete proprio venire con noi?” Bulma era indaffarata a caricare gli ultimi bagagli sul nuovissimo jet targato CP, il signor Brief come a suo solito impegnato nell’intento di potenziare al massimo l’impianto stereo della stessa, la sigaretta penzolante tra le labbra “No tesoro, tua madre ci tiene tanto a quel viaggio ai tropici, tanto qui senza elettricità non c’è nulla da fare e ci conviene approfittarne”

“D’accordo” sospirò lei “Non insisterò oltre, papà davvero, non abbiamo bisogno di un impianto così grande…”

 

“Bulma!” Vegeta si presentò a bordo con un borsone apparentemente mezzo vuoto “Oddio ma che hai messo li dentro? Ho già fatto io la valigia per te, ieri ti ho comprato un po’ di cosette” lui fece spallucce sedendosi di fianco al sedile da guidatore “Stai sempre a spendere soldi in robaccia, spero non siano altri maglioni coi ghirigori natalizi. Trunks sta arrivando”.

“Vegeta tieni questa” disse il signor Brief porgendogli una capsula “Ho pensato che avresti avuto bisogno di qualche robottino per allenarti all’aperto, te li ho messi tutti qui dentro”

Il principe dei sayan non l’avrebbe mai ammesso apertamente, ma suo suocero era la figura più simile ad un padre che avesse mai avuto. Quel nonnetto dall’aria sveglia, occhialuto e con la sigaretta in bocca era un uomo intelligente e riservato, qualità da lui enormemente apprezzate: era stato l’unico terrestre in quella casa a non averlo mai esasperato con una marea di chiacchiere - si era instaurata tra loro una sorta di solidarietà maschile, nata probabilmente dalla sofferenza dei timpani di entrambi.

Quell’uomo era sempre pronto a fornirgli spontaneamente nuove diavolerie per allenarsi e doveva dire che erano sempre state cose assolutamente utili per lui – fatta eccezione per i robottini che fungevano da casse stereo, quel vecchio aveva una vera e propria fissazione – era quindi forse sinceramente dispiaciuto che il terrestre che preferiva fosse l’unico a non prendere parte al viaggio.

“Grazie, è quello che ci voleva” disse infilandosi la capsula nella tasca della giacca.

“Oh, papà, non morirà se non si allena per qualche giorno”

“Suvvia Bulma, dopotutto si tiene in esercizio per garantire incolumità al nostro pianeta”

“Già, è l’incolumità delle montagne della svizzera che mi preoccupa – Vegeta le Alpi stanno li da tanto, vedi di lasciargliele intatte che ci saranno affezionati”

Vegeta alzò gli occhi al cielo “Stai sempre a blaterare un sacco di stupidaggini… TRUUUUUUUUUNKS MUOVITIIII”

Il bambino arrivò di corsa, balzando a sedere sul sedile posteriore “Eccomi eccomi, ci sono papà” disse col fiatone allacciandosi la cintura di sicurezza “Mamma non capisco perché dobbiamo usare la navicella, non ci può portare il papà di Got…” la bocca gli fu tappata repentinamente dalla madre “non una parola Trunks!” gli sibilò ad un palmo dal volto tenendogli un dito sulle labbra fin quando non lo vide annuire “…o tuo padre mi ammazzerà”.

“Che diavolo avete da bisbigliare? Andiamo. Prima partiamo e prima potremmo ritornarcene a casa” Bulma ignorò il commento malevolo dell’uomo, sfoderando il suo miglior sorriso – salutò il padre e si sedette al posto di comando, cinture allacciate “Si parte!”.

 

***

 

Il viaggio durò parecchie ore, Vegeta e suo figlio dormirono per quasi tutto il tempo, o meglio, dopo un primo momento in cui Trunks si era dimostrato essere particolarmente logorroico, gli era stato promesso dal padre che, in cambio di un po’ di silenzio, avrebbero potuto fare un’escursione insieme sulla neve – il bambino aveva immediatamente serrato le labbra ed era caduto nel sonno pochi momenti più tardi, seguito a ruota dal genitore.

A Bulma non dispiacque un po’ di pace, osservava felice i suoi due uomini dormire.

Le capitava di rado di fare una vacanza, non si prendeva mai pause dal lavoro e comunque non le sarebbe piaciuto andarci da sola: era un caso che la gravity room fosse fuori uso e Vegeta avesse acconsentito spontaneamente a seguirla, era convinta che se l’elettricità non fosse venuta a mancare nulla l’avrebbe staccato dalla sua amata palestra per più di due giorni.

Si era concessa tre giorni di vacanza solo quando era incinta, con un sayan in grembo le era difficile lavorare a pieno regime e alla fine aveva optato per qualche giorno nella loro casa al lago; fu una vacanza triste quella, si era sentita infinitamente sola, Vegeta se n’era già andato chissà dove e non si era mai sentita così definitivamente umiliata: era incazzata nera con lui e soprattutto con sé stessa.

Non si soffermò troppo sui tristi ricordi del passato, non era tipo da tenerne troppo conto, ormai aveva un compagno sempre presente e un figlio straordinariamente autonomo per la sua giovane età… le sarebbe piaciuta una nuova gravidanza, ripetere l’esperienza con una nuova consapevolezza e con un supporto da parte di Vegeta ma, in fin dei conti, non le mancava nulla e non avrebbe mai messo in pericolo il suo equilibrio familiare ottenuto con tanti sacrifici e tanta fatica – in fin dei conti trovava normale il fatto che, alla soglia dei 38 anni, i suoi ormoni volessero spingerla ad affrettarsi “Ah, ma non mi farò fregare dalle mie ovaie una seconda volta” disse sovrappensiero, ricordando come il desiderio di abbandonarsi totalmente al sayan, 8 anni prima, le avesse fatto dimenticare una pillola di troppo.

 

Arrivarono nel tardo pomeriggio, il sole era già quasi completamente tramontato oltre le vette innevate “Tesoro, svegliati siamo arrivati” il piccolo Trunks si stiracchiò sbadigliando “E’ ora di cena?”            la donna rise scarmigliandogli i capelli “Non ancora, ma se mi aiuti a scaricare tutta questa roba ti preparò una tazza gigante di cioccolata calda” “Ok!! Con tripla panna!”.

Persino Vegeta strabuzzò gli occhi dallo stupore (sempre discretamente, parliamoci chiaro) alla vista dell’imponente chalet acquistato dalla scienziata – si trattava di una costruzione fatta interamente in legno e pietre faccia vista, era sviluppato su tre piani e gli interni erano visibili dall’esterno grazie alle ampie vetrate trasparenti “E tu ti sei comprata questa roba da un giorno all’altro, Bulma?”

“Una donna che lavora sodo come me ha il diritto di farsi un pensierino ogni tanto, caro. E comunque l’ho comprata per tutti quanti”.

Bulma digitò un codice a 10 cifre direttamente dallo smartphone e il portone in legno si aprì automaticamente permettendo ai tre di accedere all’interno “Allora? Visto che paradiso vi ho regalato?”

Nessuno ribatté.

Il salotto era gigantesco – pavimento e muri erano in legno scuro, il parquet era stato tirato a lucido da poco – tappeti in pelliccia, 3 grandi divani ad isola foderati in tessuto scamosciato – l’ambiente era già stato riscaldato ed il fuoco scoppiettava nel camino. Non mancavano una super tecnologica smart tv ed una cucina accessoriata all’ultimo grido, elettrodomestici touch screen ed un ampio piano cottura in granito, le credenze erano stracolme di cibo “Non dureranno a lungo queste provviste” pensò Bulma tra sè e sè.

“Wow mamma questa casa è bellissima! Dov’è la mia cameretta?”

“Le camere sono al piano di sopra, tesoro”

Il bambino corse come un razzo su per le scale “dovrebbe esserci anche un ascensore da qualche parte” Bulma aprì quella che sembrava essere una parete scorrevole in alluminio “Ok, non mi aspettavo un frigorifero così grande…” “Sono affamato” “Tesoro prendi ciò che vuoi qui è pieno di rob…” due braccia le cinsero i fianchi, Vegeta se la caricò in spalla e salì le scale con entusiasmo (pari quasi a quello del figlio di otto anni) diretto alla camera padronale “Papà dove la porti?”

“Trunks va a fare la cioccolata per tutti, io e tua madre abbiamo un impegno” il ragazzino dai capelli azzurri arrossì vistosamente e si diresse al piano di sotto “Possibile che io non possa avere dei genitori con un po’ più di pudore? Ogni giorno la stessa storia, almeno non fatevi sentire!”

“Smettila di borbottare Trunks! Ringrazia i tuoi spudorati genitori per essere al mondo, io non ti ho certo cercato in mezzo ai carciofi!” urlò Vegeta di rimando chiudendosi la porta alle spalle con calcio.

Bulma venne buttata senza troppa grazia sul letto “Trunks ha ragione tesoro, dovremmo cercare di essere più discreti” l’uomo si levò il maglione, rimanendo a torso nudo “Non mi pare di averti presa sul tavolo della cucina, poi Trunks è grande e se non l’ho traumatizzato a 4 anni quando abbiamo iniziato a fare a botte durante gli allenamenti non lo traumatizzerò adesso facendo sesso con sua madre” si tolse rapidamente anche i pantaloni, gli occhi cupi dal desiderio impellente di farla sua “Sotto ai cavoli Vegeta…” disse lei tra i sospiri mentre anche i suoi indumenti le venivano sfilati in fretta “Cosa c’entrano i cavoli, donna?” il principe le tolse le mutandine di pizzo nero, liberandosi dei boxer a sua volta “I bambini si trovano sotto i cavoli non sotto i carciofi” lui riemerse momentaneamente dalla sua femminilità “E cosa vuoi che ne sappia io di queste vostre usanze terrestri, preferisco l’altro tipo di riproduzione” la donna non fece in tempo a ridere, iniziò a gemere sconvolta dal piacere che la lingua esperta del partner le stava regalando – Vegeta la stuzzicò per alcuni minuti, facendole inarcare i fianchi, era pronto a farla sua completamente, annebbiato come non mai dalla voglia di entrare in lei… “Amore perché ti sei fermato?” la voce di lei era roca, impaziente di accoglierlo con tutta se stessa “Quella è una vasca idromassaggio?” la donna voltò…

Si ritrovarono immediatamente seduti nell’acqua calda, lei a cavalcioni su di lui ondeggiava sinuosamente i fianchi sulla sua virilità “Fa un sacco di casino questa bacinella” “Meglio così, tuo figlio si traumatizzerà di meno” a Vegeta sfuggì una risatina, si abbandonò a lei flettendo il collo all’indietro e appoggiandolo all’orlo della vasca, chiuse gli occhi continuano a guidarla con le mani sui suoi glutei rotondi.

Li riaprì dopo qualche secondo, gli si gelò il sangue.

“MA CHE CAZZO! OH MIO DIO CHE CAZZO!”

Scostò la donna dal suo corpo velocemente “Vegeta ma sei impazzito?!”

“COPRITI IMMEDIATAMENTE! ODDIO CHE CI FAI TU QUI?”

“Vegeta ma che stai dicendo chi è che… ODDIO CHE CAZZO!” Bulma si parò dietro a Vegeta veloce come un lampo, coprendosi come meglio poteva e rossa in viso fino alla punta dei capelli.

“Kaharot hai 3 secondi per spiegarmi il perché ti trovi nella NOSTRA vasca da bagno dopodiché, qualunque sia la motivazione, ti farò fuori!”

Goku era paonazzo, si catapultò velocemente fuori dalla vasca portando con sè buona parte dell’acqua che prema riempiva la jacuzzi, si alzò in piedi con gli occhi chiusi e con una mano si grattò la nuca imbarazzato “Scusate ragazzi! Eravamo in giardino non sapevamo come entrare e mi sono teletrasportato nel posto in cui ho sentito l’aura di Vegeta… non avevo idea che, beh… steste facendo…” una sfera di energia gli sfiorò i capelli distruggendo la testa di un alce appesa al muro “VATTENE SUBITO KAHAROOOOOOOOOOOOT, FUORI DA QUI O GIURO CHE TE NE PENTIRAI!” “D’accordo vado vado! Ma.. ehi Vegeta.. non hai freddo così tutto nudo?”

Il principe si era alzato in piedi di scatto e a sentire quelle parole si coprì immediatamente con un mini asciugamano, scagliò un’altra sfera di energia che non fece in tempo a colpire l’altro sayan che ormai se l’era filata – si voltò verso la compagna con occhi fiammeggianti “Chi devo uccidere per primo?”

 

Eccoci ragazzi! Non siamo ancora entrati nel vivo della storia ma spero che il capitolo vi sia piaciuto ugualmente e che mi scriverete ciò che ne pensate con una vostra recensione.

Mi raccomando continuate a seguire “A Christmas Carol” perché ormai lo spettro del Natale passato è proprio dietro la Jacuzz… ehm, volevo dire dietro l’angolo!

 

A presto, Jenna.

 

 

 

  
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