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Autore: Rin Hisegawa    02/08/2009    0 recensioni
Magneto ha 28 anni, Mystique 17. I due si incontrano per caso, ed ha inizio una collaborazione che è destinata a durare per moltissimo tempo... La mia versione di come Raven e Erik (del SINGERverse) si sono incontrati, con qualche spunto dal comics, scritta PRIMA dell'uscita di X-Men: First Class. [MAGNETO / MYSTICA]
Genere: Azione, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Erick Lensherr/Magneto, Raven Darkholme/Mistica
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Torno. Con la coda fra le gambe, ma torno. Mi dispiace di avervi fatto aspettare così tanto, davvero. Vorrei dire "gli esami, l'università, le vacanze...". In realtà, è stato uno stupidissimo calo di ispirazione a farmi allontanare dalla scrittura. O meglio, la verità è che la mia vita - quella vera, di tutti i giorni - mi aveva assorbito talmente tanto da non lasciare spazio al mondo dell'immaginazione. Che cosa triste. Per un attimo ho temuto di essere diventata grande. XD
Per fortuna, a quanto pare, non sono ancora riuscita a "mettere i piedi per terra" e ho ripreso in mano la vecchia Gods Among Insects. Quando l'avrò finita ho tanti altri progetti in cantiere... ma per ora prometto di portare avanti questo con impegno, cercando di fare del mio meglio. Spero di riuscirci e non vi prometto nulla, comunque chiedo il vostro supporto come sempre.
In altre parole, per favore... commentate!
Per ora, grazie di cuore.


Raven osserva il cielo che va lentamente tingendosi di rosso, ad ovest. Sfiorate dagli ultimi raggi di quel sole primaverile, le nuvole appaiono dipinte di un colore che ricorda quello del sangue.
“Vedremo bruciare il mondo, e danzeremo sulle sue macerie.”
Il dolore legato alla propria decisione, quella di fuggire da casa in cerca di un luogo dove essere accettata per quello che è, ormai sta svanendo completamente. Merito di Magneto, è chiaro, e di tutti gli altri mutanti che appartengono a quella strana congrega chiamata La Confraternita.
Dopo anni ed anni di isolamento – più o meno una vita intera – Mystique sente finalmente di aver trovato il proprio posto nel grande disegno della vita.
Il buio inizia rapido ad inghiottire quel lago scarlatto che prima era il tramonto. Le lingue infuocate si tingono di un azzurro verdastro, prima di sfumare nel nero più cupo.
Ma è proprio quell'oscurità priva di colore a rivelare, nella sua completa chiarezza, la luce tremolante delle stelle piccole come capocchie di spillo. Astri che hanno smesso di brillare forse molti secoli prima, ma la cui luce raggiunge la Terra attraverso il Vuoto ed il Tempo senza essere alterata minimamente dalla grande distanza che li separa.
Le banali, inaspettate meraviglie del Creato.
“Vedremo bruciare il mondo, e sulle sue macerie costruiremo qualcosa di nuovo.”
Giocare a fare Dio, respirare un istante di eternità attraverso l'atto del distruggere per rigenerare.
Ne sarebbe capace, quel ragazzo dal viso gentile e dagli occhi di ghiaccio? E lei, inesperta e solitaria, sarà in grado di seguirlo in un progetto così ambizioso? E se un giorno perdesse la strada, lui la prenderebbe per mano o se la lascerebbe indietro senza rimpianti?
Con un brivido d'improvviso timore, Raven si rende conto di non voler trovare una risposta a nessuna di quelle domande; è ancora troppo debole per poter pensare di esser abbandonata di nuovo.
“Erik ha ucciso, e lo ha fatto per me.” si ripete per darsi coraggio, sollevando l'angolo sinistro della bocca in un breve sorriso. Non vuole sapere.
Non quando ogni cosa sembra finalmente iniziare a muoversi nella direzione sperata.
Un fruscio appena percettibile lascia inture alla giovane mutante che qualcuno è appena entrato nella stanza. Benchè l'oscurità impedisca di scorgere con chiarezza i contorni delle cose, il nuovo arrivato non si preoccupa neppure di accendere una luce prima di avvicinarsi alla finestra con passo sicuro.
Si sofferma a pochi passi da lei, e Mystique non ha neppure bisogno di voltarsi per sapere di chi si tratta.
- Buona sera, Erik. - mormora, prendendo tempo in cerca delle parole giuste da pronunciare.
Vorrebbe dire tante cose, ringraziarlo per quello che ha fatto, ma sa benissimo di non esserne capace. Affrontare l'argomento vorrebbe dire risvegliare in Magneto i pensieri burrascosi che lo hanno tenuto lontano dagli altri per l'intera giornata, farlo piombare di nuovo nel dubbio angosciante ed inesplicabile che rende falso il suo sorriso.
Di che cosa si tratta? Questo, Raven non ha neppure il diritto di chiederlo. Non sono affari suoi, lei è soltanto l'ennesima pedina di un gioco che dura dall'alba dei tempi.
Quando aveva pensato di capirlo si era sbagliata: non è in grado di leggere nella mente di Erik, e molto probabilmente non lo sarà mai.
- Buonasera. - risponde cortesemente lui, nel tono tranquillo e distaccato che lo contraddistingue.
Sentendolo parlare, ora, nessuno sospetterebbe un bel niente. Probabilmente, Monique e gli altri non hanno effettivamente capito... altrimenti non se ne starebbero tutti sereni a guardare la televisione.
- Vorrei dire qualcosa a proposito di questo bellissimo tramonto, ma temo ti offenderesti se iniziassi a parlare del tempo.
La tranquilla osservazione strappa a Raven un mezzo sorriso: un movimento muscolare involontario che però la fa sentire felice, almeno per un istante.
“E allora di cosa vorresti parlare? Del fatto che ti ho deluso, e che sei dovuto intervenire per salvarmi la pelle?” pensa nell'attimo immediatamente successivo, di nuovo amareggiata.
- Sei libero di fare quello che vuoi, Erik. Sei tu il capo. - dice invece.
Ecco che ha di nuovo alzato quel muro.
Il muro di parole non dette e di gesti studiati, creato appositamente per non mostrare i propri veri sentimenti a nessuno. Dettato dalla paura di essere considerata una debole, se dimostrasse un minimo di sensibilità.
Magneto si siede accanto a lei, continuando ad osservare il paesaggio fuori dalla finestra; Mystique gli è grata del fatto che abbia scelto di non voltarsi, di non guardarla negli occhi. Sarebbe stata in grado di mentire, se lui l'avesse guardata?
“Ti sono riconoscente. Vorrei aiutarti. Dimmi ancora che posso restare qui per sempre...”
Raven inclina la testa da un lato, sbirciando la sagoma alla sua sinistra con un'unica occhiata furtiva. Erik non replica niente, non tenta di scavalcare quel muro. In questo modo gli ostacoli diventano due, uno per ogni persona che ha scelto di non affrontare il problema.
- Sabretooth e Toad sono disposti ad insegnarti i rudimenti del combattimento corpo a corpo, se te la senti di imparare. - dice lui con leggerezza, apparentemente sereno.
Mystique esita un attimo prima di rispondere: Sabretooth e Toad? Perchè non lui stesso, invece? Poi si rende conto di non avere il diritto di porre neppure quella domanda.
“Stai cercando di evitarmi, Erik?”
Infondo, nessuno lo costringe a prendersi cura di lei.
- D'accordo. - risponde senza entusiasmo, osservandosi i palmi delle mani.
Riuscirà mai, con quelle dita sottili e quei polsi fragili, a fare del male a qualcuno?
“Devo diventare più forte, ed imparare a difendermi da sola.” pensa, sentendosi pervadere inaspettatamente dalla stessa determinazione che l'ha spinta, quel giorno, a fuggire da casa. “Devo imparare a restituire al mondo tutto il male che mi ha fatto.”
Il giardino è silenzioso, sotto lo sguardo immobile delle stelle. Erik si alza di nuovo in piedi, e la sua sagoma si staglia scura contro il paesaggio là fuori.
- In questi giorni sarò molto impegnato, quindi temo che non ci vedremo spesso. - le dice, senza che il tono della voce tradisca il suo stato d'animo.
Mystique si volta verso di lui ed annuisce, seria: nello stesso istante, si rende conto di aver alzato quel muro ancora una volta. Non è quella l'espressione giusta, non quell'assenso privo di emozione.
“Mi stai evitando, vero?”
Non glielo chiederà, lo sa bene. Non dirà più niente, per questa sera.
Prima di allontanarsi senza una parola di saluto attraverso la stanza buia, Magneto le sfiora appena una spalla con la punta delle dita.



- Sia chiaro che non ho intenzione di andarci leggero, quindi preparati.
Il tono di Sabretooth non è né adirato né divertito, mentre osserva la ragazza nervosa e un po' impacciata in piedi di fronte a lui.
Raven piega leggermente le ginocchia e la schiena, cercando di ottenere una posizione stabile; tende i muscoli, in attesa dell'attacco imminente.
Dopo i primi giorni di addestramento base, lunghe ore trascorse a ripetere i fondamentali dell'offesa e della difesa, Victor ha finalmente deciso che la sua giovane allieva è pronta ad affrontare una lotta vera e propria.
Mystique è molto aglie, lo è sempre stata, ma difetta un po' di forza fisica e questo lo preoccupa assai. Lui, è abituato a far riferimento soprattutto sui propri muscoli e sulle unghie affilate.
Con un ringio basso, Sabretooth si lancia verso la sua giovane allieva. Nonostante le minacce, è evidente che sta cercando di non esagerare: Raven scarta facimente il primo pugno – più simile ad un colpo d'artigli – scagliato ad una velocità decisamente ridotta rispetto a quello che si aspettava.
Adesso è il suo turno.
Victor si volta rapidamente, le labbra tese a scoprire i canini un po' troppo affilati. Sogghigna. Mystique solleva un angolo della bocca, a sua volta, gettandosi su di lui senza preoccuparsi della differenza di stazza: l'avversario è robusto, ma lei è più agile.
I muscoli si flettono senza difficoltà, mentre salta per atterrare alle sue spalle. Con un braccio esile, cinge il collo di Victor in una presa perfetta.
L'uomo emette un ringhio animalesco, tentando di scrollarsi di dosso Raven. Lei stringe i denti e mantiene la presa. Le braccia iniziano a farle male, soprattutto nel punto in cui Sabretooth la stringe con le dita.
“E pensare che questo è solo un allenamento!” commenta fra sé, domandandosi se non valga la pena di mollare. In quel momento, accade qualcosa di imprevisto.
Victor si piega in avanti, arcuando la schiena e costringendo Raven a seguire il suo movimento. Senza capire esattamente cosa sta succedendo, la ragazza si ritrova sbalzata in avanti, a testa ingiù. Fa appena in tempo a udire la risata di Sabretooth, prima di accorgersi che lui l'ha lasciata andare.
Deve voltarsi, prima di incontrare il suolo.
Calciando l'aria, Mystique compie una mezza piroetta nel vuoto; adesso, se non altro, la testa e le spalle non saranno le prime a toccare terra. Un movimento delle braccia, e riesce a mettersi su un fianco nell'attimo stesso in cui la gamba destra raggiunge il pavimento.
L'impatto è forte, ma meno di quanto si era aspettata.
Resta sdraiata così, osservando il suo istruttore che la scruta a sua volta. Non sa che cosa dire.
E' stata brava? Non pensa proprio. Non è neppure riuscita a difendersi come si deve. Tuttavia gli occhi scurissimi di Sabretooth non sembrano adirati.
- La tecnica lascia ancora molto a desiderare. - commenta lui con voce piatta. - Ma hai un'agilità ed un'elasticità muscolare fuori dal comune. Ti consiglio di puntare su quelle, se vuoi servire a qualcosa.
Senza aspettare una risposta da Mystique, Victor lascia la stanza stiracchiandosi. La ragazza si alza in piedi in silenzio, senza capire quale sia l'esito dell'allenamento. Ci saranno altri incontri come quello? E in tal caso, che cosa le verrà chiesto di fare?
“Dubito che potrò migliorare granchè, se ogni volta Victor mi riduce in questo stato.”
Il braccio destro, quello su cui è caduta, le fa piuttosto male. Con un sospiro rassegnato, Raven si dirige verso l'uscita: l'orgoglio le impedisce di ammettere di fronte a Monique di essersi fatta pestare. Per questa volta, curerà da sola le proprie ferite.
Fasciando il polso dolorante con una benda trovata nell'armadietto del “pronto soccorso”, impiega poco tempo a rendersi conto della direzione che hanno preso i suoi pensieri. Di nuovo, si sta preoccupando dell'opinione altrui. Ancora una volta, trema al pensiero di essere giudicata.
Se non si tratta del giudizio degli umani, entra in gioco quello degli stessi mutanti che vivono con lei.
Non può proprio risparmiarsi dal vivere angosciata.
“Ho accettato di restare qui per diventare una persona migliore,” riflette, fissando la benda in modo che non possa sciogliersi. “Già questo proposito è di per sé sbagliato: come posso pretendere di essere apprezzata, se non sono in grado di apprezzare me stessa?”
Sorridere, dicendo tutta felice di essere “una persona malvagia”, è il primo e più chiaro segnale di bontà. Voler diventare più forti, fare del male, sapersi difendere da soli, non fa che rivelare quanto invece adesso siamo deboli ed insicuri.
Raven ricorda l'espressione di Magneto, la mattina dopo aver ucciso Warren Worthington I.
Non era affatto fiero di sé, quel giorno; non era orgoglioso di essere un assassino.
“Passo il tempo ad inseguire un obbiettivo, ma saprò di averlo raggiunto, mi accorgerò di aver toccato la meta, soltanto quando vorrò con tutte le mie forze poter tornare indietro.”
Scuotendo la testa come a voler scacciare un pensiero fastidioso, Raven lascia la stanza con passi rapidi e leggeri; non ha voglia di vedere nessuno, stasera, nemmeno Erik.
Com'è insidiosa e difficile, la strada per diventare malvagi.

Rin-chan's hetare notes ~

1) Non poteva mancare un nuovo accenno al fatto che, secondo il III film di X-Men, Magneto pianterebbe Mystique in asso senza pensarci due volte... ormai conoscete la mia idea in proposito. :|
2) Reprise dal capitolo III: Mystique capisce molto bene come Magneto agisce, ma non è in grado di indovinare quello che pensa. E' una cosa che capita frequentemente con le persone tendenzialmente chiuse, parlo per esperienza... ed Erik sarà figo quanto vi pare, ma è sicuramente una persona dal carattere chiuso. XD
3) Modalità depressione acuta: Raven vorrebbe essere forte, ma a furia di preoccuparsi della propria debolezza ha finito col porsi troppi problemi. Per ora la mia Mystique è stata un personaggio abbastanza guidato dall'inerzia; sono lieta di annunciare che da qui in poi le cose inizieranno a cambiare. Comunque, per avere la Raven che tutti conosciamo dovrete aspettare ancora due capitoli... vi prometto, però, che si tratterà di due capitoli pieni di sorprese. ;D
  
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