Sakura è tornata più sicura che mai, questa volta non può sbagliare. Con un kunai tra le mani si avvicina a passo spedito e silenzioso nella profonda cava, il freddo assordante le entra nelle viscere. Non sa bene il perché non abbia chiesto l'aiuto di nessuno, di Naruto o Kakashi-sensei, ma nel suo cuore sa che non vorrebbe mai che nessuno lo sfiorasse. 
Sasuke è lì, le da' le spalle. Sakura non è stupida: sa che lui l'ha immediatamente percepita e che questa volta potrebbe sul serio toglierle la vita. 
'Sas'ké' nessun vezzeggiativo, nessuna emozione nella sua voce. Stringe il kunai con forza, ma il suo cuore perde un battito quando Sasuke si gira e, con sorpresa, non fa assolutamente nulla. La guarda, ma è come se non vedesse altro che buio. 
'Che vuoi?' La sua voce vibra, spenta. Sakura strabuzza gli occhi,  il volto del suo ex compagno di team è pallido e dimagrito, segnato dalla strada che ha deciso di inseguire.
'Sas'ké...' mormora, visibilmente paonazza.
Sasuke si alza in piedi, gli occhi vacui. Sakura capisce e quasi piange. L'Uchiha non è un angelo, è l'ultima persona al mondo a meritare compassione, ma non può fare a meno di rabbrividire al pensiero di poter vivere tale situazione. Sasuke cerca la vendetta da un'intera vita, ed essa gli ha tolto la vista. 
'È successo e a te non deve interessare' mormora il ragazzo, piazzandosi di fronte a lei, i capelli corvini che ormai sono cresciuti troppo. Sasuke si avvicina, respira profondamente. 
Sakura ingoia la saliva, facendo un passo indietro.
'Non mi ucciderai, Sas'ké, non lo meriti' gli dice convinta, prima di attentare alla sua vita. Gli piazza il kunai alla gola, ma viene velocemente respinta e buttata per terra. Si ritrova con la schiena contro le mura fredde della caverna, un gemito di dolore fuoriesce dalla sua bocca. Sakura non è stupida: sa che se Sasuke avesse voluto ucciderla, l'avrebbe già fatto. La potenza dell'Uchiha è così tanta che Sakura avverte il suo chakra come una tempesta impetuosa, e in quel momento si rende conto che no, non sarebbe mai riuscita ad uccidere Sasuke. 
Lo osserva di sottecchi, il respiro fioco. L'Uchiha è inespressivo, come se avesse già dimenticato della sua presenza. Si scosta i capelli dalla fronte, per poi avvicinarsi al corpo della ragazza. Si inginocchia, guarda un punto indefinito che non è il suo volto. Sasuke non vede assolutamente niente e Sakura ora piange, perché tanto dolore le pare insopportabile, e non parla del dolore alla schiena, alle gambe, al cuore, ma al dolore di vedere l'uomo che ama in tali condizioni. Sasuke è bello, pensa Sakura, è bello come sempre, nemmeno un graffio o una cicatrice infrange quel volto di pietra. 
'Sas'ké...' sospira, osservandolo. 
'Vai via, Sakura, questo posto non fa per te' le dice con tono piatto, per poi alzarsi e lanciarle il kunai con cui poco prima aveva cercato di tagliargli la gola.
'Se solo mi lasciassi fare qualcosa...' si alza, si avvicina e lo guarda. 
'Non voglio la tua compassione o anche solo la tua presenza, Sakura. Vai via' dice duro. 
Sakura respira profondamente, prima di ritornare sui suoi passi, riprendere il kunai dal terreno e uscire dalla cava. Sasuke è a pochi metri da lei, riuscirà a sentirla: 'Non devi vivere tutto questo dolore da solo, Sas'ké, non è giusto' le lacrime le bagnano le guance, bruciano dal dolore. 'Non è giusto che tu mi tenga fuori... Non puoi più vedere...' 
Silenzio. Sakura non sente nulla se non un dolore lancinante alla testa, dopodiché il nulla.
 

'Sas...'
È buio quando Sakura riapre gli occhi, le coperte pesanti le coprono il corpo esile. 
Un sogno, nient'altro che un sogno. Quelle lunghe notti erano diventate insopportabili, incubi tanto vividi non riuscivano più a farle chiudere occhio. Si volta velocemente, quasi impaurita di non ritrovare al proprio fianco il volto rilassato di Sasuke, che dorme serenamente dopo una lunga missione. Sakura ha ancora il terrore di perderlo, ma ogni volta che lo guarda, che lo vede stare nel suo letto, ogni volta che lo vede al fianco di Sarada, ad ogni risata che ignora di Naruto, ad ogni bacio che le regala quando nessuno può vederli, ad ogni sacrificio fatto per arrivare a quel punto, sa che lui non andrà più via.