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Autore: Altair13Sirio    20/12/2019    1 recensioni
Non è mai stato facile vivere la vita dell'eroe per Robin, così come per Cyborg, Stella, Corvina e BB. Nonostante tutto, i Teen Titans sono riusciti a superare quel senso di "strano" che li circondava ovunque andassero e hanno deciso di andare avanti; sono diventati una famiglia, le loro amicizie e i loro amori si sono intrecciati e dopo tanto tempo finalmente i cinque eroi hanno capito cosa dovevano fare.
Tutto questo può sembrare normale agli occhi di un adulto, capace di comprendere quali siano i doveri di un supereroe e le difficoltà che porta questo tipo di vita, ma agli occhi di una bambina? Una piccola bambina eccentrica e piena di vitalità, incapace di vedere il male nella gente, come può vivere una situazione simile e in che modo potrà mai crescere se non riesce a distinguere il bene dal male?
Luna è una bambina cresciuta sotto una campana di vetro e che è sempre stata a contatto con questo mondo, vivendolo in prima persona; il suo amore per la sua famiglia è eguagliato solo dal suo desiderio di vivere la vita liberamente, incontrando tante persone e amici nuovi. Ma sarà difficile attuare questo sogno, essendo lei la figlia di un supereroe.
Genere: Azione, Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Titans Legacy'
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Un pianto sorvolò la città, nel tetro pomeriggio di Jump City.
Era il pianto disperato di una bambina che aveva appena perso tutto. Non sapeva cosa fosse successo ai suoi familiari, né quello che le sarebbe successo di lì a poco; c’era solo una persona che avrebbe potuto rispondere a quelle domande, ma non aveva alcuna intenzione di farlo. E così la bambina non poteva fare altro che piangere, osservando dall’alto quella città che tante volte aveva osservato con occhi pieni di meraviglia e che ora sembrava solo portarle via ogni speranza.
Ma quel grido non rimase inascoltato. Nelle strade deserte della città c’era ancora qualche anima coraggiosa che viaggiava alla ricerca di qualcosa; qualcosa da difendere, mossa da un senso di giustizia indomito. E fu solo caso – o forse no – che Jella riconobbe la voce di Luna Bianca in quelle grida disperate.
La ragazza dai capelli rosa stava pattugliando le strade, cercando di capire cosa stesse succedendo. C’erano state esplosioni e un sacco di gente aveva raccontato di aver visto i Titans lottare con qualcuno che aveva devastato un intero isolato. La Titans onoraria non aveva fatto in tempo a raggiungere il presunto campo di battaglia, ma all’improvviso si era vista volare sopra la testa una figura scura, accompagnata dai pianti di una ragazzina.
L’eroina aveva cominciato a correre nel tentativo di stare al passo con quella cosa che volava trascinandosi dietro la bambina, ma era troppo veloce. L’unica cosa che poteva fare era utilizzare i suoi poteri per cercare di rallentarla. E così Jella liberò i poteri della sfortuna per salvare Luna.
Le onde violette puntavano verso un cartellone pubblicitario posizionato sopra alla figura che si muoveva: i piloni che lo tenevano in piedi cedettero all’improvviso proprio mentre Luna Bianca e la sua misteriosa rapitrice ci passavano di sotto, e quella reagì di scatto per bloccare la caduta del pannello, perdendo la presa su Luna, che scivolò nel vuoto.
Jella scattò verso di lei e saltò sul tetto di un’automobile per sollevarsi in aria e afferrare Luna prima che si schiantasse. Le urla della bambina si interruppero all’improvviso e questa regalò un gran sorriso alla sua salvatrice non appena la riconobbe.
<< Signorina Jella! >> Esclamò stringendosi forte al collo della ragazza.
<< Che sta succedendo, Luna? >> Chiese lei atterrando, sorpresa dalla reazione così affettuosa della bambina. << Dove sono i tuoi genitori? >>
Tra le lacrime, Luna spiegò in poche parole la situazione. << Quella signora cattiva li ha picchiati tutti! C’erano dei cattivi che ci hanno inseguiti, e poi è arrivata lei che ha combattuto contro lo zio BB…! >>
Jella alzò lo sguardo per cercare di avvistare la figura femminile che aveva rapito Luna, ma invece si trovò sopra la testa lo stesso pannello pubblicitario di prima che le cadeva addosso. Si spostò di corsa prima che le precipitasse sulla testa e tornò a guardare in alto, dove volteggiava una donna dai lunghi capelli neri e gli abiti che somigliavano a una sorta di armatura. Notò subito una certa somiglianza con Stella Rubia, la madre di Luna, ma non sembrava assolutamente essere la classica zietta affettuosa che visitava una volta all’anno.
<< Chi diavolo sei tu? >> Tuonò la sua voce nella strada vuota, mentre il pannello pubblicitario liberava scariche elettriche e prendeva fuoco a pochi metri da Jella. La ragazza fece qualche passo indietro senza staccare gli occhi di dosso dalla donna ferma a mezz’aria.
<< Fai attenzione! E’ velocissima, e fortissima! >> La ammonì Luna puntandole un dito contro.
Velocissima? Pensò la ragazza. Non era sicura di quello che stesse succedendo, ma quella donna sembrava volere qualcosa da Luna Bianca; allo stesso tempo, non sembrava un’avversaria che avrebbe potuto battere con le sue sole forze, e le stava già saltando in mente un piano per portare al sicuro la bambina, ma le serviva un piccolo diversivo per poterlo attuare.
Doveva guadagnare tempo.
<< Potrei farti la stessa domanda: chi diavolo sei, e chi ti ha dato il permesso di devastare la mia città? >> Disse con tono di sfida la ragazza, stringendo al petto la ragazzina che non sembrava per niente intenzionata a scendere a terra.
La donna la guardò oltraggiata. << Come ti permetti di rivolgerti a me con quel tono? Non hai idea di quante altre città ho devastato; ho costruito un impero che non conosce confini, e solo il fatto che tu possa ancora respirare su questa terra lo devi a me. Io sono la tua regina, anzi no: considerami una dea! >>
La donna poi unì le mani sopra alla testa e delle scariche elettriche di colore magenta cominciarono a vorticare attorno ad esse. Quando abbassò le braccia, una scarica luminosa si abbatté sulla terra, incenerendo il terreno a pochi metri da Jella. La ragazza non ci pensò due volte a scappare, sapendo che il prossimo colpo sarebbe stato diretto alla sua testa.
Jella correva a zig zag per assicurarsi di non venire colpita dalle mille saette della sconosciuta. Una di queste colpì pericolosamente vicino a lei, interrompendo la sua corsa e facendole perdere l’equilibrio; l’onda d’urto la spinse a terra e Luna Bianca che era tra le sue braccia rimbalzò via, sotto la traiettoria di una di quelle saette.
<< No! >> Urlarono entrambe le donne vedendo la luce puntare contro Luna, pietrificata dalla paura. Poi un lampo magenta accecò i loro occhi e un istante dopo Luna era svanita. Ma non era stata colpita: la bambina era stata “raccolta” da qualcuno che passava di là, che si era specificamente messo in pericolo per tirarla fuori dai guai: alzando lo sguardo, videro un uomo in maschera che volteggiava appeso a una fune e teneva Luna Bianca stretta a sé.
<< Dannazione a me e ai guai in cui mi caccio! >> Esclamò quello mentre Jella e Luna Bianca riconoscevano la silhouette di Rosso-X.
<< Signor X! Mi hai salvata! >> Esclamò la bambina alzando lo sguardo, con la testa che pendeva nel vuoto.
<< Non chiamarmi in quel modo assurdo! >> Si lamentò lui ritirando il cavo a cui era appeso e puntando la sua pistola a rampino da un’altra parte per continuare a oscillare, allontanandosi da lì.
Jella era preoccupata: per quanto ne sapeva, Rosso-X poteva star lavorando con quella donna; Luna aveva accennato ad altri “cattivi” che l’avevano inseguita, e lui non rientrava certo nella lista dei “buoni”… Li inseguì sperando che non fosse troppo tardi per salvare Luna, mentre la donna misteriosa rimaneva sospesa in aria con sguardo pensieroso, come se fosse stata colpita alla sprovvista da quello che era successo.
Luna e Rosso-X si nascosero in un vicolo appartato, lontano da dove era avvenuto lo scontro. Avrebbero potuto continuare, ma Rosso-X non era ancora sicuro di volersi immischiare in quella faccenda, e in più doveva riprendere fiato.
<< D’accordo, che diavolo sta succedendo in città? >> Chiese lui alzando finalmente lo sguardo. Luna era girata verso la fine del vicolo, guardava la strada con aria apprensiva. << Chi è quella tizia fuori di testa? Che cosa vuole da te? >>
La bambina non rispose, e rimase a fissare la strada con occhi sgranati. Qualunque cosa dovesse comparire da lì, sembrava spaventarla molto; era molto diversa dalla bambina che aveva conosciuto alcune settimane prima in un vicolo molto simile a quello.
<< Ehi, Luna! >> Esclamò spazientito avvicinandosi a lei. << Sto parlando con te! >>
Rosso-X mise una mano sulla spalla di Luna e la fece girare bruscamente, ma in quello stesso istante una voce gli disse di allontanarsi dalla bambina; dal fondo del vicolo era comparsa Jella, la ragazza con i poteri della sfortuna.
Lui ignorò totalmente l’ordine della ragazza e con un gesto più gentile fece andare Luna dietro di sé. << Scusa se non obbedisco, ma voi pazzoidi degli H.I.V.E. Five mi avete veramente stancato. >> Rispose.
Jella si prese qualche istante per riprendere fiato, poi avanzò lentamente nel vicolo. << Non appartengo agli H.I.V.E. Five da molto tempo, ormai… Sono un membro onorario dei Titans. >> Sembrava stanca e i suoi occhi sembravano aver assistito al vero terrore.
Rosso-X pensò che la calma con cui la ragazza aveva pronunciato quelle parole era invidiabile, quindi rise agitando la testa da un lato e dall’altro. << Scusa se non me la bevo, ma qualcosa mi dice che mi stai rifilando un mucchio di scemenze! >>
<< E’ la verità! Questa è la prova. >> Esclamò lei tirando fuori il suo trasmettitore con lo stemma dei Titans. Vedere quel simbolo provocò brevemente il panico i Rosso-X, mentre fece intristire di colpo Luna Bianca.
<< Oh, merda! >> Commentò Rosso-X perdendo tutta la sua freddezza. << Questo ti renderebbe automaticamente una alleata, immagino… >>
<< Già, sempre che tu voglia spiegare la tua posizione in tutta questa faccenda! >> Rispose Jella incrociando le braccia. Ormai era arrivata da Rosso-X e questo aveva completamente abbassato la guardia; si fidavano l’uno dell’altra, anche se di poco.
<< Ehi, io non ho fatto niente di male questa volta! Volevo solo tirare Luna fuori dai guai! >> Disse lui gesticolando rapidamente.
Jella fu sorpresa dal fatto che un delinquente da strada come Rosso-X conoscesse il nome della ragazzina. << Conosci Luna Bianca? >>
<< Sì? >> Rispose di impulso quello. << C’è una regola che mi impedisce di fare la conoscenza di bambini che si aggirano da soli per le strade? >>
Jella rivolse uno sguardo ammonitore a Luna, che continuò a nascondersi dietro alle gambe di Rosso-X, questa volta più imbarazzata che spaventata. Per qualche motivo sembrava che tutto quanto ruotasse attorno a quella ragazzina. Tornò a guardare Rosso-X facendosi un’idea su come avesse potuto conoscerla e gli chiese:<< Sai anche chi sono i suoi genitori? >>
<< Sì! >> Sbraitò lui esasperato. << C’è qualche problema? >>
Jella rimase in silenzio. Non era un problema che Rosso-X conoscesse Luna, ma il fatto che nessuno di loro, pur conoscendo i genitori della bambina e i loro nemici, non avesse idea di chi fosse quella donna che avevano incontrato in strada, e che fine avessero fatto i Titans.
La ragazza si guardò intorno. << Qui abbiamo ancora un po’ di tempo… >> Mormorò prima di voltarsi verso Luna e avvicinarsi a lei.
La donna dai capelli a ferro di cavallo si inginocchiò di fronte a Luna e con un sorriso rassicurante le chiese se sapesse cosa stava succedendo.
<< Potresti dirci almeno chi è quella donna? >>
Luna Bianca abbassò lo sguardo intimorita quando Jella le porse quella domanda e per un attimo i due adulti pensarono che non avrebbe risposto. In fondo cosa poteva saperne una bambina di sette anni di tutto quello? Però, con ritrovata determinazione, Luna rialzò lo sguardo e sputò le parole tutto d’un fiato:<< Quella donna è la sorella di mia madre! >>
Una notizia inaspettata senza dubbio, ma dopo averla sentita quella cosa sembrò molto più chiara. Rosso-X si fece avanti schioccando le dita. << Quella prugna volante sarebbe la sorella di Raggio di Sole? In pratica tua zia? >>
<< Effettivamente, ora che lo hai detto noto una certa somiglianza tra te e lei… >> Mormorò Jella pensierosa.
<< Chissà se è il mio tipo. Non può essere così isterica ventiquattro ore su ventiquattro, no? >> Continuò Rosso-X dando un colpetto con il gomito a Jella, che non nascose la sua irritazione.
La ragazza si accanì contro di lui. << Puoi prendere la cosa seriamente? >> Sbottò spingendolo via. Rosso-X non sembrò infastidito.
<< Ma se lei è sua nipote, non c’è niente di cui dovremmo preoccuparci! >> Ribatté quello allargando le braccia. << Sarà venuta a visitare la sorella da qualche lontano pianeta, e lei le avrà lasciato la bambina per qualche oretta da passare insieme a zonzo per la città. Si chiama bonding, ed è una cosa normale tra parenti che non si vedono mai! >>
Jella ripensò a quello che aveva visto e non credette nemmeno per un istante che quella fosse una semplice uscita tra zia e nipote: Luna Bianca stava strillando a pieni polmoni mentre la donna la portava in volo per la città. Per non parlare dei disordini di cui le era stato detto: qualcuno avrebbe dovuto causare tutto quello, e dalla reazione che aveva avuto la donna non appena Jella le aveva strappato Luna dalle mani lasciava pochi dubbi. Fu Luna stessa a confermarglielo.
<< No. >> Disse. << Non ci stavamo divertendo. Lei è cattiva, ha fatto del male ai miei genitori! >>
Rosso-X si fece immediatamente serio mentre Jella sospirava abbattuta.
<< Il suo nome è Stella Nera. E’ arrivata da lontano per… Vedere me, almeno credo. Ha detto che Luna è importante, e speciale… Ma voleva portarmi via da qui, e la mia mamma non ha voluto lasciarmi. >>
<< Dove sono ora? I tuoi genitori. >> Chiese Rosso-X, che non aveva sentito la breve spiegazione che Luna aveva dato a Jella. << Non se ne rimarrebbero mai con le mani in mano mentre qualcuno tenta di rapirti, no? >>
Luna abbassò lo sguardo e i suoi occhi si inumidirono. << Infatti… >> Mormorò con vocina flebile. << Ma non sono riusciti a fermarla… >>
Rosso-X si pentì subito della sua domanda. Vide la tristezza scendere sul volto di Luna in pochissimi istanti e volle sprofondare per non dover affrontare quella situazione; la bambina stava per piangere, ripensando alla sua famiglia, ma sembrò mandare via la malinconia a forza perché quando alzò lo sguardo i suoi occhi non erano più lucidi.
<< Dobbiamo portarti al sicuro e poi escogitare un piano per fermare questa Stella Nera. >> Disse Jella, percependo la difficoltà di Luna a mantenere la calma in quel silenzio. Poi si voltò verso Rosso-X, che sembrò preoccuparsi dal primo momento in cui quegli occhi felini si posarono su di lui. << Io posso chiamare qualcuno che potrà aiutarci… >>
Ma le parole di Jella si persero nell’aria quando un forte rumore si sollevò all’improvviso in fondo al vicolo. Stella Nera era arrivata, atterrando pesantemente sul marciapiedi e sbriciolandolo con il suo solo peso. Non sembrava arrabbiata come prima, il suo viso era sereno… Ma l’aura di pericolosità che emanava impediva a entrambi gli adulti in quel vicolo di provare a fare un passo.
La donna cominciò a camminare lentamente verso di loro. << Non ho niente contro di voi, terrestri. >> Disse con calma. << Siete ancora in tempo per evitare la mia ira: consegnatemi Nirihs'Oūm e non vi sarà fatto nulla! >>
Rosso-X si girò confuso, non riconoscendo il nome, ma quando vide Luna Bianca tremare e aggrapparsi con forza a una sua gamba si rese conto che quella donna era venuta esclusivamente per lei.
Jella gridò muovendo il braccio di lato come per coprire Luna dietro di sé. << Mai! >> Eppure a Rosso-X non sembrava poi così male, quella offerta.
Era un bel dilemma: Luna gli era simpatica, eppure credeva di essersi immischiato anche troppo in faccende che non lo riguardavano. Accidenti, aveva rischiato di rimetterci la pelle già due volte, contando lo scontro che aveva avuto con Soldato Hive; in fondo lui non doveva niente a nessuno, era sempre stata quella la sua condotta di vita. Eppure… Quella bambina non aveva fatto niente di male. Gli interessava davvero qualcosa?
<< Sai, ho sempre commesso le peggiori nefandezze pur di sopravvivere… >> Disse a un certo punto raddrizzando la schiena e muovendo la mano come se fosse in una conversazione normale.
Stella Nera si fermò inarcando un sopracciglio mentre Jella si voltava a guardarlo allibita. Se aveva capito dove stava andando a parare, doveva essere veramente senza cuore!
<< Sì, insomma… Il mio obiettivo è sempre stato spassarmela, vivere senza preoccupazioni… Non mi importava chi ci andasse di mezzo, ho sempre vissuto per me stesso. >> Continuò quello con tono distratto. Poté notare l’espressione di Stella Nera cambiare, mostrando una punta di impazienza negli occhi. << E quello è ancora il mio motto. Non cambierei per nulla al mondo, sia chiaro! Però, recentemente mi sono sentito diverso… Mi sono chiesto cosa si provasse ad essere, per una volta, l’eroe della situazione. Mi sono cacciato in innumerevoli guai, e per questa ragazzina ho già sudato sette camicie, quindi ho pensato: fatto trenta, facciamo trentuno! >>
<< Finiscila con i tuoi discorsi sconclusionati, umano! >> Lo interruppe Stella Nera alzando la voce. << Accetti la mia offerta, o devo disintegrarti per arrivare alla bambina? >>
Rosso-X rimase per un attimo a guardarla come se quell’intervento fosse stato molto scortese, quindi fece finta di pensarci. Un attimo dopo mise mano alla sua cintura ed estrasse degli shuriken luccicanti che fece roteare tra le dita, quindi si mise in posizione difensiva e disse:<< Nah, mi stai veramente antipatica. Quindi passo! >>
Quella fu la conclusione delle trattative. Stella Nera diventò una furia non appena Rosso-X le rispose e cominciò a urlare; dai suoi occhi partirono dei raggi laser magenta che andarono a colpire le pareti e si persero nel cielo, prima che la donna potesse riacquistare la calma e puntare con più precisione. Quel breve istante fu sufficiente a Jella per ordinare a Rosso-X di uscire da lì, così l’uomo prese la bambina e fuggì verso l’altra fine del vicolo assieme a lei.
I laser li mancarono di poco e quando tutti e tre furono in strada, si schiacciarono alle pareti per ripararsi.
<< Mi hai fatto preoccupare! >> Esclamò Jella seccata mentre le urla di Stella Nera, assieme a un rombo sconosciuto, coprivano la sua voce.
Rosso-X rispose con tranquillità. << No, era tutto calcolato. Volevo solo farla incazzare un po’! >>
<< Complimenti! >>
<< Grazie! >>
<< Complimenti un corno! >> Gridò la ragazza, che se avesse potuto lo avrebbe colpito. << Adesso è veramente arrabbiata. >>
<< Si sarebbe infuriata lo stesso. >> Minimizzò Rosso-X stringendo le spalle. Luna, ancora in braccio a lui, si sentiva sballottare su e giù per l’eccessiva gestualità dell’uomo mascherato.
Jella ignorò il commento del delinquente e decise di passare ad argomenti più seri:<< Ho un piano per portare Luna al sicuro, ma ho bisogno che tieni occupata quella belva per un po’. >>
<< Ecco, ti pareva! >> Commentò seccato Rosso-X. Guardò Luna negli occhi con comicità e la bambina rispose con uno sguardo stralunato. << Il classico, magnifico piano del “tu lo distrai e io me la do a gambe”! >>
<< Chiudi il becco e fallo! >> Ribatté Jella. Non erano nella posizione per discutere. Allungò le braccia e gli disse di passarle Luna.
Rosso-X si sporse sul vicolo per controllare che non ci fossero pericoli, poi lanciò Luna dall’altro lato mentre un altro grido faceva tremare la terra. Subito dopo i due adulti si divisero: mentre Jella si allontanava per avere un po’ di tempo per agire, Rosso-X si lanciava in mezzo alla strada e si sbracciava per attirare l’attenzione di Stella Nera. Quello che vide in fondo al vicolo non gli piacque per niente: la donna era circondata da saette viola che sembravano raccogliersi nelle sue mani e si propagavano attorno a lei colpendo tutto quello che le stava attorno, creando il caos in quel vicolo. Gli sembrava assurdo che si fosse cacciato in quel guaio, tra tutto quello che avrebbe potuto combinare quel pomeriggio!
Jella e Luna si fermarono quando furono a una cinquantina di metri dal luogo dello scontro, giusto in tempo per vedere Rosso-X che schivava con grande agilità un’onda di energia proveniente dal vicolo. Jella temette per la vita di quel complice inaspettato, quindi afferrò subito il suo comunicatore per contattare Kid Flash. Mentre parlava volgendo le spalle alla battaglia, Luna davanti a lei seguiva lo scontro con occhi sbarrati e reagiva a ogni evento saltando sul posto e coprendosi il viso con le mani.
<< Kid Flash, uomo più veloce del mondo. Chi richiede i miei servigi? >> Rispose la voce familiare e fin troppo giocosa del suo fidanzato, che in quel momento sembrava star cenando con un panino da cui gocciolava qualche salsa grassa e difficilmente identificabile.
<< Flash, ho bisogno di te! >> Disse Jella urlando per sovrastare il trambusto della battaglia.
<< Mi manchi molto anche tu, amore. Però lo sai che sto seguendo un caso difficile qui in Australia, e poi avevo promesso alle autorità che non avrei più superato i confini di mezza mappa politica senza prima presentare un docu… >>
<< MUOVI IL CULO, FLASH! >>
<< ATTENTA! >>
Jella si voltò giusto in tempo per vedere un raggio laser puntare verso di lei. Se avesse seguito lo scontro avrebbe potuto schivarlo facilmente, ma si era distratta a parlare con Flash ed era rimasta scoperta. Dovette salvarle la vita lo stesso Kid Flash, che comparve dal nulla e prese in braccio lei e la bambina in un lampo portandole a un centinaio di metri da lì.
<< C’è mancato un pelo! Hai finalmente fatto infuriare il caporeparto? >> Ansimò Flash, che per raggiungerle aveva dovuto attraversare l’intero oceano in un attimo. Non era stanco in realtà; era stata la furia di Jella a spaventarlo, e mentre la lasciava si rese conto che se avesse ritardato di mezzo secondo a quest’ora non sarebbe stata tutta intera.
<< Smettila con le tue battutine. >> Disse la ragazza rialzandosi da terra e prendendo in braccio Luna, ancora frastornata per quello che era successo. La porse al fidanzato e con sguardo deciso gli disse:<< Portala al sicuro, il più lontano possibile da qui! Non ti fermare per nessun motivo! >>
Kid Flash guardò Luna e la salutò con imbarazzo, mentre la ragazzina gli riserbava quello sguardo fisso di chi non stava capendo niente. Poi si guardò intorno. << Da chi scappiamo? >>
Jella gli diede una spinta e lo fece voltare, così poté finalmente vedere Stella Nera sospesa in aria che li guardava furiosa, le mani racchiuse dentro a due globi luminosi e gli occhi emettenti una luce violetta. Bastò uno sguardo per capire che non si trattasse di una avversaria da prendere alla leggera.
La donna cominciò a muoversi per liberare contro di lui altri dei suoi raggi laser. << Corri, Flash! >> Ordinò Jella, e non appena ebbe parlato lo vide svanire davanti ai propri occhi in una folata di vento, portandosi dietro Luna.
Stella Nera sparò un colpo nel punto dove era prima il supereroe, ma quando vide che lo aveva mancato si mise all’inseguimento delle sue prede, lasciando Jella da sola in mezzo alla strada. La sua velocità sembrava abbastanza da tenere il passo con Flash, finché restava in città, ma poteva veramente inseguirlo ovunque andasse? La ragazza preferì non interrogarsi su queste cose e corse a soccorrere Rosso-X, che aveva avvistato in mezzo a un cumulo di detriti crollati da una parete contro cui era stato lanciato, semicosciente.
<< E questo sarebbe il tuo piano? Affidarla a quel ragazzino? >> Disse quello infastidito, mostrando di essere molto più sveglio di quanto sembrasse.
<< Kid Flash è una persona affidabile. In più, è impossibile che venga raggiunto! >> Disse lei aiutando l’uomo mascherato a rialzarsi. << Io mi fido ciecamente di lui. >>
Jella non aveva tutti i torti a fidarsi di Kid Flash. Il suo fidanzato sapeva cosa fare, ma non avrebbe mai potuto sfruttare tutta la sua velocità per non fare del male alla sua piccola passeggera, la cui sicurezza veniva prima di tutto. Lo sapeva bene anche l'uomo più veloce al mondo, che inizialmente si limitò a seguire il perimetro della città molto velocemente.
<< Io sono Flash. Tu come ti chiami? >> Fece mostrando un grande sorriso alla bambina che portava sulle spalle, che si chiese come facesse quel tipo ad essere così tranquillo in quella situazione.
<< Lu… Luna! >> La bambina non riuscì a distogliere lo sguardo dalla strada mentre parlava, terrorizzata dal pensiero che potessero scontrarsi con un ostacolo. Tutto quanto le scorreva attorno così velocemente che non riusciva più nemmeno a riconoscere le forme, e il vento le sferzava il viso come una lama, tagliente e ghiacciato.
<< Piacere, Luna. >> Disse quello, che non sembrava assolutamente sentire tutto quello. Poi sembrò improvvisamente ricordarsi di una cosa. << Ma certo, Jella mi ha parlato di te! Sei la figlia di Stella e Robin. >>
Luna Bianca sorrise per un attimo, nonostante anche muovere i muscoli della faccia le costasse grande fatica, poi si ammutolì per risparmiare le forze, ma Kid Flash continuò a parlarle:<< Com’è che vi siete conosciute? >>
<< Mi… Mi ha protetta da dei bulli fuori da scuola! >> Balbettò lei a denti stretti, poco propensa a dilungarsi.
<< Ah, è proprio da lei! >> Ribatté il ragazzo. Luna non riusciva neanche a parlare e quel tipo chiacchierava come se nulla fosse; il vento le andava in faccia e la spingeva indietro e non riusciva a sentire la sua stessa voce. Lui invece non sembrava neanche affaticato. << E chi sarebbe quella tipa tutta dark che ti dà la caccia? >>
<< E’ mia zia! >> Rispose tremante Luna, scossa dalle vibrazioni della corsa. A un certo punto pensò che avrebbe vomitato, non era possibile che un umano resistesse a quelle velocità senza rimettere; però, più correva e più sembrava abituarsi a quel vorticare irrefrenabile. E dopo un po’ di tempo passato a correre a quel modo, riuscì a trovare un equilibrio che la sorprese e la fece stare un po’ meglio.
<< Ah! Problemi in famiglia. >> Disse Flash con il tono di chi sembrava aver capito tutto. << Scommetto che è il tipo che a Natale è capace di lamentarsi dell’arrosto troppo cotto dopo che il resto della famiglia si è fatto in quattro per preparare il cenone! >> Aggiunse con un sorrisetto.
Luna non capì l’analogia, ma ci tenne a precisare:<< L’ho appena conosciuta. >>
Kid Flash rimase in silenzio per un attimo, spiazzato dalla risposta della bambina. Poi abbassò lo sguardo e mormorò imbarazzato:<< Era una battuta… >>
Comunque quello non era il momento di scherzare, per quanto fosse nella sua natura; se Jella era lì a proteggere quella bambina e non c’erano i Titans, che erano i suoi legittimi tutori, doveva essere successo qualcosa di grosso e da quello che aveva visto nei brevi istanti che aveva parlato con Jella, la situazione doveva essere veramente pericolosa. << Quindi dove vorresti andare? >>
Luna abbassò lo sguardo confusa e alzò la voce perché non aveva sentito le sue parole.
Kid Flash alzò la voce e girò la testa per vedere meglio Luna. << Dove vuoi che ti porti? Dovremmo nasconderci in un altro stato, avvertire i tuoi genitori oppure continuare a girare in tondo? >>
Una voce femminile lo raggiunse da un lato e con tono festoso disse:<< Io dico che questo posto va più che bene! >> Kid Flash girò lo sguardo giusto i tempo per vedere il viso ghignante di Stella Nera a pochi centimetri dalla sua faccia. Riusciva a tenere perfettamente il passo con la sua corsa nonostante avesse già superato la velocità del suono, e sembrava riuscire a prevedere ogni direzione che avrebbe preso.
Non ebbe nemmeno il tempo di lanciare una esclamazione che vide la donna puntargli contro qualcosa di luminoso e poi un forte impatto lo spinse via e gli fece perdere Luna, che scivolò lungo una strada per diverse centinaia di metri.
Kid Flash riuscì a ritrovare l'equilibrio mettendo i piedi a terra e frenando la propria caduta, ma dovette rimettersi subito in corsa per evitare che la bambina si facesse male mentre scivolava da sola e senza alcuna possibilità di difendersi in mezzo alla strada.
Girò attorno alla aliena ignorando totalmente i suoi sorrisi maligni e in un attimo raggiunse la bambina, che nel frattempo era diventato un piccolo proiettile umano. Arrestò la sua corsa dolcemente, facendo attenzione che nessun ostacolo gli causasse altri problemi, e quando furono fermi le chiese se fosse tutto a posto.
Luna non rispose; si stava ancora riprendendo dallo spavento. Non aveva neanche avuto la forza di urlare, l’aria le era stata risucchiata fuori dai polmoni senza che facesse un suono e aveva sentito il suo corpicino venire sballottato del tutto fuori dal suo controllo. Aveva una brutta bruciatura su tutto il braccio destro, con cui aveva provato a frenare sull’asfalto e la rispettiva manica della sua felpa era stata ridotta a brandelli, ma non aveva battuto con la testa e non presentava altre ferite gravi; persino la capriola che aveva fatto mentre scivolava non le aveva causato nessun danno e nonostante avesse sbattuto con le caviglie per terra adesso non sentiva niente. L’adrenalina ancora scorreva nel suo corpo, spinta da quell’improvviso attacco, e la sua mente ancora doveva mettere insieme i frammenti di ciò che era appena successo.
Prima che Kid Flash potesse dire qualcos’altro, la figura di Stella Nera tornò a torreggiare su di loro e il ragazzo si affrettò a mettersi tra la bambina e la aliena.
<< Sei stato davvero bravo, terrestre. >> Disse la donna con un sorriso compiaciuto in volto, forse sollevata dal fatto che Kid Flash si fosse affrettato a salvare Luna Bianca. << Non mi aspettavo che potessero esserci esseri capaci di raggiungere simili velocità; sei anche riuscito a fermare Nirihs'Oūm prima che andasse a scontrarsi con qualche ostacolo. Ti dovrei ringraziare…>>
Kid Flash non capì il perché della sua improvvisa gentilezza: la aliena fece un piccolo inchino e mostrò un sorriso genuino, grato. Sembrava che, nonostante tutto, non volesse che accadesse niente di male alla nipote. Prima che potesse aggiungere altro però, ricevette un pugno sul mento e una forza incredibile lo sollevò in aria e cominciò a devastarlo di colpi. Luna gridò terrorizzata mentre vedeva la persona che avrebbe dovuto portarla lontano venire colpita senza pietà dalla zia; Stella Nera non sembrò nemmeno godere di quel pestaggio, perché lasciò cadere Kid Flash per terra subito e tornò concentrarsi sulla bambina.
<< Credevi che un sempliciotto come lui potesse seminarmi? >> Disse piegando le labbra in un sorriso compiaciuto. Kid Flash era ai suoi piedi, tremante, privo di forze.
Stella Nera avanzò verso Luna Bianca e la bambina non poté fare altro che rialzarsi e tentare di scappare da lei. Ma come poteva fuggire dalla donna che aveva raggiunto l’uomo più veloce del mondo e che aveva ridotto in fin di vita il suo zio BB?
La sentì ridere. Rideva dell’inutilità della sua corsa, eppure qualcosa doveva provare la bambina. Aveva a malapena la forza per muoversi, sentiva le game molli come se i suoi muscoli si fossero riempiti di gelatina, ma la sua determinazione non l'avrebbe fatta fermare. Aveva lo spirito combattivo di sua madre, in fondo; finché avrebbe potuto fare qualcosa, ci avrebbe provato!
<< Credimi, Nirihs'Oūm: venire con me non sarà brutto quanto credi. Imparerai presto a conoscermi, e allora mi capirai… >> Disse con tono più dolce la donna, avvicinandosi alla bambina che aveva finito per mettersi con le spalle al muro.
Luna era in pericolo, riusciva a sentirlo sulla propria pelle; ogni singola cellula del suo corpo le urlava di scappare, ma non sapeva più dove andare. << Che cosa dovrei capire? >> Esclamò cercando di tirare fuori un po’ di aggressività. Si scoprì a sudare copiosamente dall’ansia. << Tu sei cattiva! >>
<< E’ quello che mi è stato detto per tutta la vita, mia cara nipotina. >> La reazione della zia sorprese Luna per quanta tranquillità mostrò. << Ma non ho mai veramente voluto il male delle persone che mi stavano attorno; il fatto che sia venuta a prendere te ne è la prova. >>
Luna non seppe cosa rispondere e finì per rivolgere a Stella Nera una smorfia che avrebbe voluto intimidirla, ma che riuscì poco nel suo intento.
La donna si avvicinò e allungò lentamente la sua mano per toccare Luna. << Credimi: vivrai molto meglio in un mondo dove le tue capacità sono valorizzate. Con la mia guida, tu diventerai grande… >>
<< No! >> Gridò la bambina respingendo la mano di Stella Nera e cominciando a correre verso un varco alla propria sinistra, decisa ad allontanarsi il più possibile da quella strega. Poté vedere per un momento il volto divertito di Stella Nera al suo rifiuto, prima di riprendere a scappare, ma la donna non sembrò dirle niente per cercare di fermarla.
Luna corse per una decina di metri con Stella Nera che le andava dietro allegramente, con l’aria di un gatto che giocava con la sua preda indifesa prima di ucciderla. Sapeva che l’avrebbe raggiunta, neanche lei sapeva perché si stesse sforzando tanto a scappare, ma in quel momento un lampo le oscurò la vista e tutto cominciò a muoversi velocemente.
Ci volle poco perché Luna si rendesse conto di essere stata presa al volo da Kid Flash, che sembrava essersi ripreso dal pestaggio di prima. Il supereroe guardava avanti con determinazione, ignorando il dolore e i lividi comparsi su tutto il suo corpo. Luna non ebbe il tempo di dire niente; veloce, velocissimo! Quell’intera corsa durò pochissimi istanti, giusto il tempo necessario a Stella Nera per rendersi conto che il terrestre aveva ripreso a correre e per farle iniziare la rincorsa; poi la sagoma della donna comparve di nuovo al fianco del supereroe, e questa volta non sembrò per niente divertita.
Gli occhi della donna brillavano di magenta; Luna notò quanto somigliasse a sua madre quando si infuriava, ma mentre il verde smeraldo degli occhi di sua madre trasmetteva sicurezza e speranza, quel colore violetto era minaccioso e non aveva niente di positivo in sé.
Prima che la donna sparasse un altro colpo come prima, questa volta il supereroe saltò schivando la sfera di energia e al suo atterraggio frenò bruscamente la propria corsa. Luna Bianca, che era tra le sue braccia e poggiata al suo petto, sentì il corpo proiettarsi in avanti con forza per l’improvvisa decelerazione e sarebbe finita faccia a terra per il contraccolpo che ricevette quando finalmente si fermarono, se non ci fosse stato Kid Flash a trattenerla.
Lui la fece scendere a terra e le ordinò di correre più che poteva mentre Stella Nera era ancora lontana; non aveva previsto la frenata di Flash e aveva continuato ad andare avanti per qualche centinaio di metri.
<< Che cosa vuoi fare? >> Chiese la bambina preoccupata. Kid Flash cominciò a correre verso Stella Nera.
<< Darti tempo! Trova un nascondiglio, io cercherò di guadagnare più tempo possibile! >> Quindi accelerò andando incontro alla Tamaraniana, che in quel momento era ancora un puntino nero in fondo alla strada, ma preannunciata da una minacciosa aura viola che si stava già estendendo verso di loro.
Luna seguì l’ordine di Kid Flash: iniziò a correre con tutta la forza che poteva. Attraversò in fretta la strada e si infilò nel primo vicolo che riuscì a trovare, sentendosi un po’ più al sicuro ora che l’ombra l’aveva inglobata e l’aria si era fatta più sporca in quella piccola strada secondaria. Ma non era ancora salva. Sentiva che da un momento all’altro avrebbe sentito il rumore dell’impatto dei pugni di Stella Nera contro il corpo di Kid Flash, il supereroe privo di coscienza la sarebbe passato vicino volando mentre la aliena si precipitava da lei, mostrandole ancora una volta quanto fossero deboli le persone in cui riponeva la sua fiducia. Per questo continuò a correre, senza sapere dove andare.
Pensò di nascondersi sotto un’automobile per strada, ma l’idea di essere ancora troppo vicina al luogo dove Kid Flash l’aveva lasciata le fece pensare che sarebbe stato semplicissimo per Stella Nera scovarla. Continuò a correre invece, attraversando un’altra strada e finendo in un quartiere commerciale; lì, normalmente, avrebbe trovato una folla di persone intente a fare compere, ma la battaglia tra i Titans e Stella Nera aveva scosso l’intera città e tutti si erano affrettati a chiudersi in casa prima di rimanere coinvolti.
Luna si aggirò tra i negozi abbandonati come se fosse in una città deserta, solo il vento faceva rumore in quella piazza. Alcune vetrine avevano ricevuto dei danni, e alcuni negozi presentavano le saracinesche abbassate in fretta e furia, alcune rovinate per la foga con cui erano state tirate, altre incastrate e lasciate così com’erano da negozianti più attaccati alla propria vita che alle loro attività. Al centro della piazza svettava una fontana, ma l’acqua aveva smesso di scorrere per qualche ragione.
Luna Bianca avrebbe potuto nascondersi in uno di quei negozi: anche se l’avesse trovata, lì dentro Stella Nera non avrebbe avuto tutta la libertà di movimento che aveva in mezzo alla strada, ma nascondendosi non avrebbe più potuto allontanarsi ancora. Non che importasse molto a questo punto, ma poteva almeno sperare che qualcos’altro accadesse nel frattempo e tenesse occupata Stella Nera fino all’arrivo dei suoi genitori… O di qualcun altro.
La bambina si infilò in un negozio di alimentari con la saracinesca mezza abbassata; la porta era aperta, così come per altri negozi nelle vicinanze, ma solo una bambina della sua statura sarebbe riuscita a passare di là strisciando carponi sotto alla saracinesca. Dopo essersi rialzata, Luna sfilò di fronte alla cassa e sfrecciò in mezzo alle corsie di scaffali alla ricerca di un nascondiglio. Si piazzò dietro al banco dei formaggi e si accucciò per terra schiacciandosi più che poté e respirando piano; avrebbe potuto andare nel magazzino sul retro, dal suo nascondiglio riusciva a vederne la porta socchiusa, ma pensò che con molta probabilità si sarebbe messa in trappola da sola lì dentro, quindi rimase dov’era.
Passarono dieci secondi, trenta, un minuto… Passò un’eternità e la bambina non se ne rese conto nemmeno. Trattenne il respiro in quella lunga attesa e le sembrò che avrebbe passato il resto della giornata accucciata sul pavimento di quel negozio. Ma poi un rumore attirò la sua attenzione.
C’erano dei passi fuori dal negozio, riusciva a sentirli perché il banco dei formaggi non era molto lontano dall’entrata, e poi avvertì dei rumori mentre qualcuno cercava chiaramente di passare sotto la saracinesca. Era impossibile che ci passasse, la stessa Luna aveva dovuto acquattarsi schiacciando anche la fronte per terra per riuscire ad entrare; una persona adulta avrebbe dovuto per forza alzare la saracinesca, ma la bambina era sicura che si trattasse di una di quelle automatiche che avevano bisogno dell’elettricità per muoversi. Nessuno avrebbe potuto spostarla, a meno che non si trattasse di una persona estremamente forte.
E quel qualcuno, dopo aver lottato qualche istante con l’entrata, tornò indietro e sollevò la saracinesca provocando un po’ di baccano all’interno del negozio; solo una persona avrebbe potuto sollevare quella saracinesca con le proprie forze, ed era la stessa persona che ora stava cercando Luna per tutta la città.
Il suo piccolo cuoricino cominciò a battere all’impazzata. Lo sentì martellare contro il pavimento, nel poco spazio che aveva a disposizione mentre si pressava a terra nella speranza di risultare invisibile. Il sudore riprese a scorrere e le sue mani si fecero rapidamente scivolose. Luna cercò di calmarsi: non era possibile che si trattasse di Stella Nera perché lei non avrebbe avuto tanti problemi ad entrare; probabilmente avrebbe sradicato l’intera saracinesca dall’entrata con la sua forza e poi si sarebbe addentrata nel negozio più rapidamente possibile, mirando con sicurezza al nascondiglio di Luna.
I passi che sentiva però, lenti e sempre più vicini, non la tranquillizzavano per niente. Anche se quella donna avesse volato nel negozio, anche se avesse avuto un approccio diverso, anche se non fosse stata lì dentro in quel preciso momento, Luna non avrebbe potuto fare a meno di provare una profonda paura, perché sicura di essere stata scoperta; e chiunque l’avrebbe scoperta sarebbe stato solo un altro ostacolo per Stella Nera, e come tale sarebbe stato spazzato via come era successo a tutti gli altri.
Ancora passi. Chiunque fosse entrato sembrò esitare tra gli scaffali, forse alla ricerca di qualcosa. Forse alla ricerca di lei. I passi si fecero più rapidi dopo un momento di silenzio, sempre più vicini. Luna poté sentire i respiri agitati di quella persona dall'altro lato del banco, poi si portò le mani alla testa nella speranza di riuscire a non farsi identificare nell'ombra; una accortezza inutile, ma era tutto quello che poteva fare lei in quel momento.
Passarono altri pochi, interminabili secondi in cui la persona rimase ferma, poi questa tornò a camminare rapidamente girando attorno al bancone. Luna pensava che si sarebbe diretta verso la porta che dava sul retro, ma invece vide spuntare una gamba snella coperta da dei Jeans chiari e poi un volto amico fece capolino da sopra il bancone.
<< Luna Bianca! >> Disse sorpresa la ragazza bionda, rimanendo ferma per un istante.
<< Signorina cameriera! >> Sussurrò la bambina, riconoscendo in quello sguardo stranito la ragazza che le aveva offerto dell'acqua nel locale in cui lavorava.
La ragazza si abbassò rapidamente e si avvicinò a lei gattonando. << Che cosa ci fai qui? >> Disse preoccupata. Sembrava essere al corrente della situazione, perché abbassò la voce di colpo e fece in modo di non farsi notare.
<< Mi nascondo. >> Rispose Luna tenendo la testa bassa.
<< Da quella donna? >> La precedette lei. Luna annuì tristemente. La ragazza sembrò combattuta; si guardò intorno con aria allarmata e poi allungò le braccia verso la bambina per aiutarla a uscire da lì. << Prima usciamo da qui! E' pericoloso restare fermi. >>
Luna non protestò e lasciò che la ragazza la prendesse in braccio per uscire da lì. Corsero rapidamente verso l’uscita del negozio, ma una volta fermatasi là, la ragazza diede un’occhiata fuori e decise di tornare indietro. Prima di rientrare nel negozio, Luna poté notare che la serranda del negozio era stata sollevata con una forza tale da piegarla al centro; ma quella ragazza non possedeva una forza simile…
<< Usciamo dal retro. >> Disse la ragazza dirigendosi verso la porta del magazzino. Lì dentro c’erano diversi scaffali pieni di oggetti ancora da esporre nelle corsie del negozio e parecchi scatoloni chiusi, segno che le scorte erano state effettuate da poco. In fondo alla stanza poco illuminata c’era una finestrella alta che dava su un cortile esterno alle spalle del fabbricato; la ragazza fece scendere Luna Bianca a terra e tentò di aprire la finestra, ma si arrese subito dopo, quindi si voltò rapidamente a cercare qualcosa con cui rompere il vetro. Dopo aver impilato alcuni scatoloni per raggiungerla meglio, si avvicinò alla finestra con in mano una spillatrice da ufficio che aveva trovato poggiata suo degli scaffali più vicini alla porta.
Incominciò a battere la spillatrice contro il vetro, ma questa non sembrò avere alcun effetto su di esso. Luna la sentì gemere con frustrazione mentre la spillatrice colpiva il vetro, poi la ragazza si lasciò scappare anche un’imprecazione e urlò:<< Andiamo! >>
A un certo punto il vetro cominciò a creparsi; colpo dopo colpo, nacque una piccola ragnatela di crepe che divise il vetro e lo rese sempre più fragile. Con speranza ritrovata, la ragazza ricominciò a colpire con forza il vetro e decise di concentrarsi di più sul centro dove si erano formate le prime crepe. Dopo aver tirato indietro il braccio e averlo spinto con grande decisione verso il vetro, finalmente questo cedette e la mano della ragazza passò dall’altro lato della finestra.
I vetri caddero nel cortile di fuori, ma i frammenti che rimasero attaccati alla finestra graffiarono il braccio della ragazza e le fecero perdere del sangue. Stringendo i denti, la ragazza ritirò il braccio di scatto e si fece scivolare dalla mano la spillatrice, che cadde rumorosamente per terra. Rimase a fissarsi i tagli sull’avambraccio mentre stringeva attorno alle ferite l’altra mano, nel tentativo di sopprimere il dolore.
Luna vide il sangue che scivolò lungo il braccio della ragazza e cadde a terra, e fu colta dall’impulso di andare a raccogliere la spillatrice per restituirla alla signorina, ma invece si guardò intorno e corse fuori dal magazzino. La ragazza si girò urlandole di non andare, ma la bambina era già fuori e lei rimase immobile finché non la vide tornare con in mano una confezione di bende mediche.
La signorina la fissò perplessa finché Luna non si sporse per porgerle le bende, e allora la ringraziò e accettò il pacchetto. Mentre Luna Bianca si abbassava per cercare la spillatrice caduta, lei srotolò le bende e cominciò a stringerle attorno al braccio destro per fermare l'emorragia. Dopo che ebbe finito, strappò quel che rimaneva delle bende e osservò per un momento il proprio lavoro; il sangue sporcava di rosso il candido tessuto e per un attimo quell’immagine sembrò ricordarle altro.
Poi lasciò cadere il rotolo per terra e prese di nuovo la spillatrice dalle mani di Luna, che si era messa in punta di piedi perché la raggiungesse. Con più cautela, la ragazza cominciò a rimuovere le schegge dalla finestra e si fermò solo quando di questa non fu rimasto solo un buco perfettamente rettangolare per cui poter passare.
Scese dalle scatole. << Okay, Luna. Adesso ti sollevo e tu esci, poi vengo fuori io e insieme troviamo un posto più sicuro dove nasconderci! >>
<< Come facevi a sapere che ero qui? >> Chiese la bambina mentre la ragazza la prendeva in braccio. A questa domanda la signorina esitò un momento a rispondere.
<< Ero nei paraggi. Ti ho vista entrare nel negozio e ho creduto che fossi nei guai, soprattutto dopo quello che avevo sentito dire in giro. >>
Luna si spaventò. << Che cosa hai sentito dire? >> Chiese.
La ragazza si morse un labbro e questa volta attese ancora di più per rispondere. Sembrò contemplare l’idea di infilare Luna attraverso la finestra senza rispondere, ma alla fine decise di parlare:<< Qualcuno aveva detto che in centro c’era stata una battaglia tremenda tra i Titans e un gruppo di criminali, e che questi avevano avuto la meglio su di loro. Alcune persone hanno ammesso di aver visto una donna che portava via una bambina, e allora ho creduto che fossi tu e… >> Si interruppe e vide la faccia di Luna: era triste, demoralizzata, stanca. Si rese conto che quelle non erano solo delle voci, ma la dura realtà: era veramente successo qualcosa di terribile alla famiglia di Luna e la bambina doveva avervi assistito. Lei era al centro di tutto in quella storia, era lei che cercavano e chiunque le sarebbe stato vicino sarebbe stato in pericolo.
<< E mi stavi seguendo per cercare di proteggermi? >> Chiese a un certo punto la bambina, abbassando la voce.
La signorina si imbronciò, non riuscendo a sostenere quello sguardo così triste della sua piccola amica. Sì, era così. Ma non era tutta lì la storia. << Ti ho vista scappare mentre quel tipo andava ad affrontare quella donna… Ma dov’erano i tuoi genitori? Dov’era tuo zio…? >>
Luna abbassò lo sguardo amareggiata. Bastò quell'espressione per far capire alla ragazza che non avrebbe dovuto fare quella domanda, e così scosse la testa chiedendole scusa prima di sollevarla verso la finestra.
Luna riuscì a passare senza problemi attraverso la finestrella e da lì saltò giù in un piccolo cortile sudicio e circondato da un recinto di maglie. Si voltò a guardare in alto mentre aspettava che la seguisse la sua amica, ma questa non era sicura di poter passare attraverso la finestra. Esitò a lungo finché Luna non la chiamò. Nei suoi occhi poteva vedere tutta la disperazione di una bambina che aveva visto il proprio mondo capovolgersi: pregava che non dovesse lasciarsi dietro anche lei.
<< E va bene… >> Mormorò la ragazza allontanandosi un poco dalla finestra e molleggiandosi sulle gambe. Se si fosse spinta con forza sarebbe riuscita molto probabilmente a superare la finestra grazie alla propria inerzia e non avrebbe dovuto preoccuparsi dei vetri perché tanto aveva già liberato la via con la spillatrice; ma il problema sarebbe stato l’atterraggio, e finire con la faccia proprio nel punto dove erano andati a cadere i frammenti della finestra che erano caduti da lì non era un’idea molto elettrizzante.
Tuttavia lo sguardo della bambina vinse su tutto. Dopo aver contato fino a tre nella propria mente, la ragazza si spinse in avanti facendo passare prima le braccia e tirando in dentro la pancia per recuperare il più spazio possibile; riuscì a far passare le braccia e le spalle senza problemi e fortunatamente non sbatté con la testa ai bordi della finestra, ma quando si ritrovò fuori dal negozio con metà del corpo, cominciò a piegarsi verso il basso e allora i suoi fianchi sfregarono con forza sul bordo della finestra. La ragazza sentì la maglietta strapparsi mentre le ossa del bacino si incastravano al bordo della finestra e le facevano rimediare dei graffi all’altezza dei fianchi, poi le sue gambe sfilarono fuori dalla finestra e lei cadde a terra parando le mani di fronte al viso per non tagliarsi.
<< Ti sei fatta male? >> Chiese allarmata Luna piegandosi accanto a lei e cercando di aiutarla a rialzarsi. La signorina rimase ferma un attimo e alzò le mani tenendo le dita bene aperte. Si era tagliata i palmi, ma i vetri erano rimasti per terra nel grigio del cemento e nel rosso del suo sangue.
Si fissò le mani tremanti e sentì i battiti del cuore accelerare. Improvvisamente si sentiva ancora più viva, molto più forte di prima e piena di motivazione per continuare quella fuga. Automaticamente, le sue mani si chiusero a pugno e sentì il dolore delle ferite che si muovevano; i tagli erano profondi, ma forse sarebbe riuscita a sopportarli. Si pentì di non aver portato con sé la garza che aveva trovato Luna…
Senza fare alcun commento sul dolore, la ragazza si rialzò da terra e rivolse un sorriso rassicurante a Luna Bianca che le offrì la mano con sguardo innocente. Aveva un po’ meno paura adesso, ma per quanto ancora poteva tenerla al sicuro?
<< Andiamo a casa mia, lì non ci troveranno tanto facilmente. >> Disse, ma in cuor suo sapeva che sarebbe stato impossibile raggiungere il suo appartamento senza farsi scoprire dalla donna che seguiva Luna Bianca. Era sorpresa dal fatto che ancora non fosse comparsa, quel tipo vestito di giallo doveva aver fatto davvero un bel lavoro nel trattenerla…
Luna e la ragazza cominciarono a correre verso l’uscita del cortile e si ritrovarono in un vicolo cieco schiacciato in mezzo a due palazzi. Sarebbero dovute uscire in strada per continuare, e lì sarebbero state in pericolo; la ragazza fece stare indietro Luna ed entrambe si schiacciarono al muro mentre lei cercava di guardare il più lontano possibile per capire se la strada fosse libera. Una voce alle loro spalle le fece sobbalzare entrambe, poi la ragazza si voltò e vide un nastro rosso a forma di X volarle accanto alla testa e aderire al muro di mattoni dietro di lei; il suo primo impulso era stato quello di tirare Luna a sé, ma dopo di quello rimase paralizzata.
C’erano due figure bizzarre davanti a loro, individui che sembravano essere appena usciti dal circo: lui indossava una maschera a forma di teschio e portava una tuta aderente nera con un lungo mantello strappato dietro le spalle, mentre lei aveva una stravagante pettinatura a ferro di cavallo, capelli rosa e un colorito così smunto da non capire se fosse pesantemente truccata oppure se si trattasse del suo colore naturale. Nonostante avessero un aspetto alquanto minaccioso, Luna Bianca non sembrò spaventata dalla loro presenza.
<< Dacci la bambina. >> Disse l’uomo con tono neutrale. La sua tuta era sporca e impolverata, come se si fosse rotolato nella sabbia.
La ragazza ebbe l’impulso di avvicinare Luna ancora di più a sé, dicendo:<< Dovrete passare sul mio corpo! >>
<< Senti, apprezziamo l’aiuto, ma questo non è proprio un lavoro che possiamo lasciare a gente comune! >> Ribatté spazientendosi un po’ quello, alzando una mano come per chiedere di farsi dare la bambina. Sembrava avere fretta.
<< E voi chi sareste? >> Fece la ragazza con tono di sfida, anche se forse avrebbe fatto meglio a fare quello che le dicevano.
A quel punto l’uomo si mosse come se stesse per buttare gli occhi fuori dalle orbite e oltre la maschera. << Dici sul…! Questa maschera non ti dice proprio niente? >>
La donna con i capelli rosa sospirò pesantemente e le rivolse uno sguardo carico di sentimenti che la ragazza non riuscì a decifrare; sembrava riuscire a parlare a malapena, come se non avesse nemmeno la voglia di farlo. << Capisco che tu voglia fare la tua parte, ma non credo tu abbia veramente inteso la grandezza del problema. Non puoi nasconderti da quella donna, e non si farà scrupoli ad eliminare una ragazza indifesa. >> Quelle parole ferirono nel profondo la ragazza, che sollevò Luna da terra e la strinse a sé. Loro non sapevano cosa era capace di fare, poteva sembrare una ragazza come tante altre perché non indossava abiti strambi o non era appariscente come loro, ma non dovevano pensare che non fosse speciale.
<< Voi non mi sembrate meno indifesi di me. >> Rispose guardandoli impietosa. << Se il vostro intento è continuare a correre finché non vi avrà raggiunto come quel tipo con la cresta, allora non vedo perché dovrei lasciare Luna a voi. >>
<< Senti un po’! >> Sbottò il ragazzo alzando una mano. << Siamo altamente qualificati per questo lavoro, diversamente da una scolaretta qualsiasi che aveva voglia di giocare ai supereroi! >>
<< Giocare agli eroi? Io stare giocando? >> Rispose lei alzando la voce di colpo. Loro non conoscevano tutta la storia; lei era sempre la stata la ragazza forte, quella che poteva affrontare qualsiasi sfida da sola e adesso era riuscita così tanto nel suo intento di diventare una persona qualunque che nessuno le riconosceva più alcun merito. Non sapevano quanto aveva lottato per arrivare lì dove era, a quante cose aveva dovuto rinunciare per vivere una vita normale. Era l’unica che aveva veramente voluto tutto il contrario di quello di cui la stavano accusando: lei non voleva giocare ai supereroi, stava disperatamente cercando di uscirne.
Ma sembrava che quel mondo stesse facendo di tutto per riportarcela dentro.
La ragazza passò un istante estremamente lungo a cercare le parole per ribattere al bellimbusto mascherato, ma finì solo con il serrare le labbra e lottare per tenere dentro le lacrime. Alla fine disse solo:<< Tu… Non hai idea di quello che dici! >>
Ma quello non bastò all’uomo. Aveva un carattere focoso e appena la ragazza si voltò allontanandosi un poco per riacquistare il sangue freddo, le diede addosso di nuovo. << Per quale motivo lei potrebbe essere al sicuro con te? Non hai nemmeno visto cosa può fare Stella Nera! >>
La ragazza si fermò. Aveva sempre rinnegato ciò che era, ma ormai non sembrava più possibile farlo. Abbassò lo sguardo e incontrò gli occhi profondi della bambina che si stringeva a lei, pieni di stress e paura, e provò di nuovo la stessa identica sensazione che aveva provato prima. Per quegli occhi sentiva che sarebbe arrivata a fare di tutto.
Alzò lo sguardo come se avesse finalmente realizzato qualcosa e disse:<< No. >>
Ci fu silenzio. I due che l’avevano raggiunta la scrutarono in attesa di una spiegazione. La ebbero poco dopo.
Sollevando piano la mano insanguinata, la ragazza fece alzare da terra un pezzo di cemento che si staccò dal pavimento e iniziò a levitare all’altezza delle sue spalle, più o meno dove fermò il braccio. << Ma so cosa posso fare io. >> Continuò voltandosi. Il pezzo di cemento ruotò assieme a lei davanti agli occhi increduli dei presenti e quelli di Luna che nella paura trovarono un po’ di meraviglia in quella magia. << E ora ho deciso che, non importa come, la proteggerò a qualsiasi costo. E’ come hai detto tu, in conclusione: sto giocando ai supereroi!>>
L’uomo si portò le mani al petto. Era confuso; quella ragazza aveva confermato tutto quello che aveva detto lui, ma ora che scoprivano che anche lei possedeva dei poteri le cose erano radicalmente cambiate. Ma perché aveva un aspetto così ordinario? Perché non sapevano niente di lei? Un’eroina della città sarebbe stata sicuramente conosciuta, anche se non fosse stata parte dei Titans onorari.
<< Ma tu chi sei? >> Chiese la ragazza dai capelli rosa, alzando una mano verso di lei.
<< Il mio nome è Terra. >> Fu la risposta. Pronunciare quelle parole non fu mai così liberatorio, la stessa Luna Bianca poté avvertire il sentimento nella sua voce e subito i suoi ricordi la riportarono a quando suo zio BB aveva incontrato quella ragazza, chiamandola proprio “Terra”.
<< Terra? >> Fece l’uomo.
<< Ti conosco. >> Disse l’altra ragazza, ignorandolo. << Ma credevano tutti che fossi scomparsa. Possiamo veramente fidarci di te, dopo che hai mentito a tutti per tutti questi anni? Per non parlare di quello che è successo prima tra te e… >>
Terra la interruppe. << Io volevo una vita normale, volevo andare a scuola e diventare qualcuno di cui essere fiera senza dover dipendere dai miei poteri! Ero sola e ferita, e quando mi sono risvegliata non ho saputo dove andare se non… Lontano. >> Teneva ancora Luna stretta al petto mentre il suo volto cambiava rapidamente espressione. << Puoi forse biasimarmi per aver voluto una vita normale? Non vorresti la stessa cosa, Jella? >>
La ragazza dai capelli rosa corrugò la fronte. << Allora sai chi sono… >> Mormorò.
<< Certo. >> Rispose Terra. << Sei un’eroina di questa città, tutti conoscono il tuo nome. Eppure, proprio tu mi chiedi se sia una buona idea fidarsi di me: come se anni fa tu non sia stata una criminale, alla stessa stregua sua! >>
Jella abbassò lo sguardo ferita, mentre l’uomo mascherato protestava sentendosi chiamato in causa. << Ehi! E con questo che vorresti dire? >>
Terra si lasciò sfuggire un sorrisetto beffardo. << Oh, brucia Rosso-X? Ed è esattamente quello che volevo! >> Tornò seria mentre lui borbottava qualcosa rimangiandosi una replica che non sarebbe stata opportuna.
<< Che importa il passato se quello che siamo oggi è totalmente diverso? Che importa quello che siamo oggi, se vogliamo tutti la stessa cosa? Ci fideremmo l’un l’altro, normalmente? No. Ma lo faremmo per salvare Luna? >> Terra guardò prima Rosso-X, che la squadrava sospettoso, poi Jella, che aveva alzato lo sguardo con un po’ di vitalità in più, e sorrise. << Credo che conosciate già la risposta. >>
I tre rimasero in silenzio per un po’ e si guardarono negli occhi; Luna studiò le loro espressione per cercare di prevedere quali sarebbero state le loro prossime parole. In lontananza, i rumori di una città che tentava di rialzarsi arrivavano ovattati e alterati.
Rosso-X strinse le spalle e fece un passo avanti dando un colpetto sulla spalla di Terra. << E va bene, biondina! Collaboreremo con te, visto che ci tieni tanto a salvare quella peste. >>
Terra e Luna lo guardarono perplesse mentre gli dava le spalle; anche Jella era confusa dal suo improvviso cambio di umore, ma evidentemente anche un tipo come Rosso-X poteva ammettere di aver sbagliato, e in quel momento nessuno voleva rimanere a discutere per troppo tempo.
Quello si fece di nuovo serio e disse:<< Adiamo adesso! C’è un mio vecchio rifugio nelle vicinanze; se riusciamo ad arrivare lì, possiamo tirare il fiato per un po’. >> Poi si voltò per un attimo verso Jella. << Mi dispiace per il tuo ragazzo, ma dovremo occuparci di lui in un secondo momento. >>
Jella sembrò ferita, ma annuì. Quindi seguì Rosso-X passando accanto a Luna, che la guardò con apprensione. La ragazzina non aveva idea di cosa fosse successo al signor Kid Flash, ma poteva immaginarlo. Non ebbe il coraggio di chiederle delle sue condizioni però. Si sentiva in colpa per tutto quello che stava succedendo e non aveva nemmeno la forza per provare a rimediare in qualche modo. E nonostante ciò, tutte quelle persone continuavano ad andare oltre i limiti per proteggerla.
La bambina si strinse un po’ più forte a Terra e questa cominciò a camminare inseguendo i due nuovi arrivati. Per un momento sembrava che avessero finalmente un po' di tempo per riprendere il fiato dopo quel pomeriggio assurdo.
 
*
 
Rosso-X aprì la porta e rimase a tenerla aperta mentre dietro di lui sfilavano rapidamente Terra e Jella, con Luna che non si azzardava a lasciare la mano della cameriera. Richiuse la porta sbattendola con impazienza e si premurò di chiudere per bene a chiave, quindi passò in rassegna le finestre per assicurarsi che non ci fossero spiragli tra le serrande abbassate.
L'interno era come ce lo si sarebbe aspettato: scuro, scarno e privo di vita. I mobili dell'appartamento erano vecchi e usurati, alcuni pezzi giacevano per terra privi di un corpo, e c'era solo una poltrona in buone condizioni dove andò a sedersi Luna. La carta da parati si stava scollando e, per il resto, c'erano poche sedie di legno e un vecchio televisore dall'aria consumata.
<< Bene, ora dovremmo essere al sicuro. >> Disse Rosso-X tornando dalle altre stanze della casa. Chissà se faceva sempre tutti quei controlli, quando si nascondeva lì.
<< E' qui che escogiti il prossimo piano per seminare il caos in città? >> Chiese Jella guardandosi intorno dopo essersi seduta per terra sotto a una finestra.
<< Io faccio solo ciò che mi diverte. Non mi sembra di aver mai provocato nemmeno un decimo dei problemi che quella iena viola ha causato in un'ora! >> Ribatté lui puntando il pollice alle proprie spalle.
Jella abbandonò il viso a una mano e guardò in un angolo della stanza. Sospirò, apparendo visibilmente sconsolata.
Rosso-X la guardò. << Stai pensando al tuo ragazzo? >>
Jella chiuse gli occhi per un momento e si immaginò talmente tante cose da non poter trovare un filo conduttore: c'era Kid Flash, e c'era Stella Nera, ma c'erano anche Luna e lei che scappavano e si lasciavano dietro lo scontro tra i primi due, che vedeva come inevitabile sconfitto il suo fidanzato. << Forse no avrei dovuto lasciarlo lì… >> Disse quando riaprì gli occhi.
<< A quest'ora sareste entrambi morti in mezzo a una strada. >> Rispose prontamente Rosso-X.
<< Non lo sai! >> Esclamò lei alzando lo sguardo. << Insieme siamo una squadra imbattibile, avremmo potuto inventarci qualcosa. >>
Rosso-X rimase impassibile. << Anche i Titans erano una squadra imbattibile… >>
Lentamente, i due che stavano discutendo si voltarono per guardare Luna Bianca seduta sulla poltrona con le mani poggiate comodamente sui braccioli. Guardava il vuoto davanti a sé e agitava debolmente i piedi, che a malapena raggiungevano la fine del cuscino su cui sedeva; non sapevano se li avesse sentiti.
<< Parliamo d'altro… >> Disse mesto Rosso-X tornando a guardare Jella. << Non puoi chiamare qualcun altro con quel coso che hai tu? >>
Jella rispose con una espressione seccata e alzò la mano sinistra per rivelare il proprio trasmettitore in condizioni pietose: lo schermo che avrebbe dovuto mostrare il viso della persona con cui si parlava era crepato e una parte di esso pendeva in avanti mostrando i circuiti al suo interno distrutti. << Mi è caduto quando Flash mi ha spinta per salvarmi da Stella Nera. >> Disse con il tono di chi era deluso di sé stesso.
<< Grande. >> Rispose sarcastico quello portandosi le mani ai fianchi. << Sono un po' fragilini questi aggeggi. >>
<< Ma comunque, nessuno sarebbe abbastanza veloce per arrivare ad aiutarci. >> Con questa affermazione, Jella distrusse definitivamente le speranze di Rosso-X.
<< Allora siamo bloccati qui ad aspettare che ci vengano a…! >>
<< Smettetela! >> Esclamò Terra infastidita. Era in piedi e poggiava la schiena a una parete vicino a Luna, guardava in basso con le braccia incrociate. I suoi occhi si mossero di scatto fissandosi su Rosso-X. << Vi pare il modo di parlare? Proprio davanti a Luna! >>
Jella sembrò vergognarsi dopo che Terra ebbe tirato in ballo la bambina, che sembrò ignorare del tutto la discussione, ma Rosso-X si infuriò con Terra.
<< Non è colpa nostra se siamo nella merda! E dispiace anche a me per Luna, ma tenerla all'oscuro dei dettagli non ci aiuterà a risolvere il problema! >>
Terra distolse lo sguardo con un rapido movimento della testa. Soppresse un'imprecazione tra i denti e abbandonò la discussione. In fondo avevano ragione: con tutto quello che era successo, non si poteva ignorare la situazione in cui si ritrovavano. Luna aveva assistito a cose terribili quel giorno, eppure non credeva che fosse giusto toglierle tutta la speranza che solo la mente di una bambina poteva darle.
In quel momento la bambina sembrò destarsi dalla sua trance e girò la testa con cautela. Dopo aver osservato tutti quanti nella stanza, si voltò verso Terra.
<< Signorina cameriera… >> Pigolò timidamente.
La ragazza si voltò e sorrise con un po' di sorpresa. << Puoi chiamarmi Terra, Luna. Prometto che non scapperò questa volta. >>
Luna abbassò o sguardo pensierosa. << Terra… >> mormorò. << Conoscevi la mia famiglia? >>
Dritta al punto. Terra non credeva che avrebbe superato l'imbarazzo così in fretta. Eppure, c'era poco di cui imbarazzarsi dopo tutto quello che era successo…
Annuì piano. << Conoscevo molto bene tuo zio BB. Noi eravamo… Vicini. >>
<< In che senso "vicini"? >> Chiese la ragazzina iniziando a intrecciare le dita tra loro.
Terra esitò un momento. << Nel senso che eravamo molto amici… Ci volevamo bene, ma poi sono successe un sacco di cose e non ci siamo più visti. >> Spiegò con fare sbrigativo, non volendo rammentare troppo di quegli anni.
Luna abbassò lo sguardo. << Avete litigato? >>
Terra si girò perplessa. << No… Non esattamente. Ma… Io gli dissi che non volevo più vederlo. >>
La bambina sospirò e alzò lo sguardo con aria comprensiva. << Deve essere successo qualcosa di grosso, allora… >>
Terra sorrise, sorpresa dall'intraprendenza di Luna nel cercare di scoprire qualcosa di più sul suo passato. << In un certo senso… Ma il problema ero io; ero confusa… Ma puoi stare tranquilla: adesso so cosa voglio fare! >>
Terra si girò verso Luna e le mandò un sorriso rassicurante. Non sarebbe più scappata. Ormai aveva anche riconosciuto quel suo vecchio potere, aveva accettato il suo destino, non le importava più di doversi fare una vita normale se andava a discapito di Luna e della sua famiglia.
Luna sorrise e sostenne il suo sguardo per qualche secondo, poi abbassò di nuovo lo sguardo con imbarazzo. << E… Un'altra cosa… >> Mormorò.
Terra piegò la testa di lato chiedendola cosa volesse chiederle.
<< Quando eravamo nel negozio, sei riuscita ad alzare la saracinesca da sola, ma credevo fosse impossibile… Hai utilizzato i tuoi poteri per farlo? >> Chiese con cautela la ragazzina, temendo che potesse trattarsi di un argomento delicato per la ragazza.
Terra la fissò perplessa per un attimo, cercando di riportare alla mente quel fatto e poi sorrise. << Ma certo! Vedi, i miei poteri mi permettono di manipolare il terreno e materiali come il cemento e il fango, quindi mi è bastato far alzare il pavimento fuori dal negozio e questo ha liberato la strada. >> Sembrava contenta di poter spiegare quella cosa. Luna sorrise sentendosi un po' più al sicuro dopo aver capito come avesse fatto quella ragazza ad entrare nel negozio dove si era nascosta.
Rosso-X si intromise nella conversazione, distraendo entrambe dall'argomento:<< Ti sei conciata piuttosto male. Dove sei andata a rotolarti? >>
Stava parlando con Terra. La ragazza non collegò subito il senso di quelle parole, ma poi si ricordò delle bende fasciate attorno al braccio e del sangue che le aveva macchiato le mani dopo la caduta; le ferite non facevano più male quanto prima, ma la pelle era ancora sensibile sui suoi palmi.
Lei strinse le spalle. << Non è niente di che. Sono caduta su dei vetri. >>
<< Balle! >> Fece quello muovendosi dal proprio posto e uscendo dalla stanza. << Non capirò mai perché la gente deve sforzarsi di sembrare forte… >> Borbottò dall'altra stanza. Si sentì un rumore di rovistare e per una decina di secondi Rosso-X non disse nient'altro, poi ci fu un'esclamazione soddisfatta e l'uomo tornò nella stanza reggendo tra le mani una scatoletta di metallo con una croce rossa stampata di sopra.
La aprì mostrando una attrezzatura per trattare le ferite, punti di sutura, disinfettante e una gran quantità di bende e cerotti. Ne passò un po' a Terra assieme a del disinfettante con del cotone e disse:<< Stringi questi attorno alla tua mano, sarà come avere dei guanti. >>
La ragazza accettò in ritardo il dono, sorpresa dall'improvvisa gentilezza del loro burbero ospite. << Gr-grazie… >> Balbettò prendendo in mano un rotolo di bende. << Anche Luna ha bisogno di… >>
<< Lo so. >> Disse lui voltandosi e osservando braccio di Luna Bianca, dove aveva strofinato durante la sua caduta. << Brucia? >> Chiese rivolto alla bambina.
<< Un po'. >> Rispose lei.
<< Allora non sai quanto brucerà tra poco… >> Borbottò quello prendendo la bottiglia di disinfettante e mostrandola alla bambina con poca enfasi. Luna sapeva quello che le aspettava, perciò prese un bel respiro e strinse i denti con forza per far sapere a Rosso-X che era pronta. Lui fece dondolare la testa da un lato e dall'altro e svitò il tappo della bottiglietta.
Quando iniziò a versare il liquido verde sulla carne viva della bambina, questa sembrò friggere per come iniziò a pungere all'interno del braccio di Luna; sembrava che le stessero venendo infilati avanti e indietro nel braccio una moltitudine di spilli invisibili, senza che niente potesse interrompere quella tortura. La ragazzina dovette fare appello a tutto il proprio autocontrollo e si ritrovò a conficcare le unghie nel bracciolo della poltrona per sopprimere il dolore mentre il suo corpicino si agitava convulsamente, sapendo di non potersi muovere, e cercava di liberare in qualche modo tutta quella tensione che il dolore le stava facendo salire.
Rapidamente, Rosso-X avvolse il rotolo di bende attorno al braccio di Luna e strinse in modo che il tessuto aderisse alla carne, e a quel punto la ragazzina cominciò a sentire un po' di sollievo.
Luna alzò lo sguardo verso il soffitto e una lacrima le sfuggì da un occhio mentre il dolore cominciava a scemare. Guardò il suo altro braccio e improvvisamente si sentì veramente felice di aver ricevuto quella bruciatura solo da un lato; aveva la pelle d'oca e la sua mano sinistra tremava incontrollabile. Cominciò a respirare lentamente per cercare di ritrovare il controllo su di sé, e in quel momento le tornarono alla mente le lezioni di Corvina e cominciò a ripeterle mentalmente una per una.
<< Tutto fatto. >> Disse Rosso-X con voce neutra dando un colpetto alla mano di Luna, che reagì con un piccolo movimento. La bambina sorrise con fatica all'uomo mascherato e lo ringraziò. << Ti fa male da qualche altra parte? >>
Luna non ci aveva pensato fino a quel momento, ma si rese conto che il piede sinistro aveva cominciato a muoversi con fatica come se fosse diventato estremamente pesante. Lo indicò con un dito e Rosso-X notò subito la differenza nei movimenti con l'altro piede. Lui le tolse la scarpa e controllò che la caviglia non si fosse gonfiata.
<< Forse ti sei slogata un po' la caviglia, ma la botta deve averla sistemata subito. >> Commentò girando delicatamente il piede di Luna, con lei che reagiva gemendo debolmente ogni volta che un movimento le provocava dolore. << Hai detto di essere caduta mentre correvi con Kid Flash? >>
Luna annuì. << E' stata Stella Nera. >>
Rosso-X annuì pensieroso. << Sicuramente devi aver sbattuto con la caviglia, e in quel momento l'articolazione si è slogata e rimessa a posto da sola. Ma non ti sei accorta del dolore? >>
Luna scosse la testa. Temeva di essere in finita in un guaio: adesso il piede le faceva male e non riusciva a camminare bene, e se solo si fosse accorta prima di quel problema avrebbero potuto fare qualcosa.
<< Nessun problema! Adesso ci mettiamo un po' di ghiaccio, la fasciamo e la lasciamo riposare. >> Disse a un certo punto l'uomo interrompendo il flusso di pensieri della ragazzina, che fu sorpresa di sentirlo parlare come se non ci fosse nessun problema. Sembrava quasi che non importasse che fossero in quella brutta situazione per colpa sua.
Luna lasciò che Rosso-X le fasciasse il piede, poi rimase a guardare i tre adulti nella stanca con aria costernata. << Mi dispiace… >> Mormorò abbassando lo sguardo. Ancora prima che potessero rispondere, disse:<< Vi ritrovate in questa situazione assurda per colpa mia… >>
Jella scattò come se volesse dire qualcosa, ma Rosso-X fu più veloce. << Bé, non proprio… >> Disse con tranquillità studiando i propri guanti. << Io mi trovo qui perché voglio aiutarti. Non mi piace la gente che fa come se tutto gli fosse dovuto, mentre tu mi sei molto simpatica. Qualunque cosa voglia fare quella donna, non mi pare giusto… Quindi puoi anche dirmi che è colpa tua, ma ho scelto io di restare qui. >>
Luna lo guardò grata per quelle parole. Gli adulti non sapevano quanto significasse per lei, dopo tutto quello che era successo. Sapere che ci sarebbe sempre stato qualcuno pronto ad aiutarla la faceva stare veramente bene.
<< Non lasceremo che ti facciano del male, Luna. Fidati di noi! >> Aggiunse Terra stringendo la mano che aveva fasciato e mostrando uno sguardo deciso. Luna sorrise anche alla cameriera e poi si voltò alla ricerca dello sguardo di Jella.
Nonostante la ragazza dai capelli rosa sembrasse giù di morale, le mandò un piccolo cenno rassicurante. Lei l'aveva protetta dai bulli, l'avrebbe protetta anche da quei cattivi che volevano rapirla. Non doveva temere.
Un rumore fuori dalla porta fece trasalire tutti quanti. Terra si staccò dal muro e si parò davanti a Luna mentre Rosso-X tirava fuori dalla sua cintura una lama a forma di X e si posizionava vicino all'entrata, con Jella che gli si avvicinava in punta di piedi pronta a fargli da supporto.
Ci fu silenzio per qualche istante, poi una voce ovattata disse:<< Non così, idiota! Devi girare dall'altro lato. >>
<< Chiudi il becco, se non vuoi ritrovarti a beccare il pavimento alla ricerca di vermi! >>
<< Ci state mettendo troppo. Se fossimo stati inseguiti a quest'ora ci avrebbero già fermati! >>
<< E' un vero peccato che qui ci sia uno solo di noi a scassinare questa porta allora! >>
<< Hai detto tu che sapevi farlo! >>
<< Volete chiudere il BECCO PER UN MOMENTO?! >>
<< D'accordo, mi hai stufato! >>
<< No, no! Fermatelo! >>
Qualcosa abbatté la porta con un colpo secco, fracassandola e facendo volare le assi di legno che la componevano per tutta la stanza. Dietro alla polvere che si sollevò si intravide un gruppetto di figure losche che i tre adulti riconobbero subito: c'era Johnny il Rancido di fronte a tutti con una gamba alzata, Mumbo il Magnifico accovacciato accanto a lui con in mano degli attrezzi da scasso e due ex membri degli H.I.V.E. Five alle loro spalle, Coso e Billy Numerous. Il primo era anche l'unico a ghignare, gli altri tre alle sue spalle sembravano più preoccupati.
Senza abbassare la guardia, i tre ragazzi nella stanza si allontanarono un poco dalla porta sfondata e si chiusero attorno a Luna Bianca mentre la bambina osservava la scena con occhi sgranati, sentendosi quasi messa da parte.
<< Buonasera. >> Disse Johnny con voce roca, mostrando un sorriso smagliante e per niente rassicurante.
<< Johnny il Rancido. >> Disse Jella. << Mi avevano detto che eri morto. >>
<< Anche quella biondina che sta accanto a te doveva essere morta, e invece mi sembra piuttosto viva. >> Rispose quello alzando un dito verso Terra. Come faceva a sapere quelle cose di lei? << Ma noi non discriminiamo tra morti e vivi. Siamo tutti amici, qui. >> Concluse stringendo le spalle.
<< Non ne sarei così sicuro. >> Disse Rosso-X. Quando vide Mumbo rialzarsi da terra e gli altri due avvicinarsi si fece un po' più aggressivo e gli intimò di restare dove si trovavano, ma nessuno lo ascoltò.
Da fuori la porta comparvero altre figure: un uomo e una donna mascherati, lui coperto dalla testa ai piedi con abiti scuri e occhiali spessi, lei con una maschera completamente nera a nasconderle il viso, mentre una bandana rossa le copriva la nuca. Erano molto più seri dei quattro che si erano esibiti in un battibecco prima che la porta venisse scardinata e sembravano anche molto più pericolosi.
<< Non serve essere così aggressivi. >> Disse una voce fuori campo che a Terra diede i brividi. Senza pensarci, mise il suo corpo completamente davanti a Luna Bianca e sentì un grande pericolo arrivare dal fondo di quella stanza. Credeva che l'unica cosa da cui avrebbero dovuto proteggere la bambina sarebbe stata Stella Nera, e adesso saltava fuori che quella persona voleva la stessa cosa. Non poté credere ai suoi occhi quando vide passare dalla porta la figura imponente di Sladow, l'uomo che odiava di più al mondo.
<< Siamo tutti uniti da intenzioni comuni, in fondo. >> Disse quello fissando il suo sguardo calmo e agghiacciante lontano, dove avrebbe dovuto esserci Luna.
<< Non è possibile! >> Esclamò Terra spaventata. << Tu dovresti essere morto! >>
Johnny il Rancido alzò gli occhi al cielo e si mise una mano sul fianco. << Senti, l'ha già detto lei… >> E guardò Jella. << Non c'è bisogno di ribadire il concetto, come vedi io sono vivo e v… >>
<< NON STO PARLANDO DI TE, CRETINO! >> Lo zittì furiosa la ragazza. Johnny rimase immobile e la fissò allibito.
Terra puntò un dito contro Sladow. << Come hai fatto a sopravvivere, bastardo?! >> Sbraitò facendosi strada tra Rosso-X e Jella, andando a confrontare Sladow personalmente. L'uomo le dava uno scarto di almeno tre spanne, eppure non si sentì intimorita nemmeno per un momento. << Ti ho affogato nella lava! >> Sussurrò tra i denti.
Lui la guardò con calma. Era sicura che stesse ridendo da sotto la sua maschera divisa in due. << Potrei raccontarti tante storie su come sono riuscito in realtà a mettermi in salvo e a tornare a controllare la città da dietro le quinte dopo tanta pazienza per riprendermi, ma ti direi solo delle bugie, quindi sarò onesto con te: sì, sono morto nel nostro ultimo scontro. Ho visto l'inferno e ne sono tornato cambiato per sempre, ma ho conquistato una seconda chance per vivere. Pensavo che i tuoi amici supereroi ti avrebbero messa al corrente, una volta tornata. >>
<< Io vivo da sola ormai. Non ho nessuno che mi leghi! >> Rispose la ragazza digrignando i denti.
<< E allora perché sei ancora qui, a difendere una bambina contro una minaccia molto più grande di te, quando potresti scappare e vivere ancora? >> Le sussurrò lui con uno sguardo ammaliante.
<< Luna è mia amica! >> Disse Terra guardandolo negli occhi, a un passo dal perdere le staffe.
Sladow si girò e cominciò a camminare per la stanza. << Capisco… Pensa che invece io sono qui solo per un mio interesse… >> Commentò pensieroso guardando le finestre chiuse dell'appartamento. Si affacciò per un momento facendo passare lo sguardo da uno dei buchi nelle serrande e osservò la strada. << Ma… Vogliamo tutti la stessa cosa alla fine. >>
<< Che cosa sei venuto a fare qui? >> Chiese Terra senza staccargli gli occhi di dosso. Dava completamente le spalle al resto del gruppo di Sladow, come se non li considerasse minimamente una minaccia; era pronta a iniziare uno scontro anche lì se fosse stato necessario e non avrebbe avuto paura di quell'uomo.
Sladow si allontanò dalla finestra e fece girare lo sguardo da Terra a Luna Bianca, che si sentì un po' a disagio nel sentirsi quegli occhi freddi che la fissavano. << Sono venuto ad offrirvi il mio aiuto. Ho già parlato con i Titans, e loro erano d'accordo a collaborare con la mia squadra per cacciare Stella Nera dalla città, quindi immagino che non ci saranno problemi… >>
<< Che cosa intendi per "collaborare"? >> Disse subito Terra, intenzionata a non lasciargli finire nemmeno una frase.
Sladow la fissò sdegnoso. Tutta quella impertinenza gli sembrava poco giustificata. << Intendo che voglio unire le forze con chiunque stia cercando di affrontare Stella Nera, così che non sia immediatamente schiacciato da lei ma abbia una chance di farcela. >> Sibilò socchiudendo l'occhio a una minuscola fessura che squadrò Terra. << Il nostro piano era di incontrarci questo pomeriggio e andare ad attaccare Stella Nera prima che facesse la sua mossa, ma per qualche motivo ha agito prima di noi e i Titans sono stati sconfitti. Ora siamo in difficoltà, ma finché la bambina resterà nelle nostre mani Stella Nera non avrà vinto. >>
Sladow alzò una mano verso Luna Bianca, che sentì una forte pressione su di sé. Jella e Rosso-X si voltarono a guardarla mentre Terra rimaneva a fissare l'uomo mascherato con occhi che bruciavano dall'odio. << E perché lo pensi? >> Chiese Jella voltandosi di nuovo verso Sladow.
Lui soffocò una risatina che lasciava intendere quanto ne sapesse di più rispetto a quei tre che si erano ritrovati in quella storia senza nemmeno poter scegliere. << E' stata lei stessa a dirlo. E' quello che vuole, e una volta che avrà raggiunto il suo obiettivo se ne andrà per sempre da Jump City, distruggendo la città. >>
Le facce dei tre ragazzi che avevano difeso Luna Bianca fino a quel momento cambiarono; anche attraverso la maschera di Rosso-X si poté avvertire tutto il terrore che lo colpì, così come per Jella e Terra. Sladow si concesse un momento per studiare quelle espressioni e forse ne fu deliziato, ma non disse niente.
<< Come… Come fai a saperlo? >> Chiese Rosso-X tremante.
<< Ho già tentato di fermarla tempo fa. >> Rivolse uno sguardo stanco ai due mascherati che erano entrati con lui. << Non siamo riusciti a fare niente, e in quell'occasione, sicura che saremmo morti, Stella Nera ha voluto rivelarci il suo piano. >>
Ci fu silenzio nella stanza, un silenzio snervante che nessuno avrebbe avuto il coraggio di squarciare ma in cui tutti fremevano dalla voglia di farlo. Fu Sladow stesso a riprendere da dove aveva lasciato.
<< Quella donna è arrivata da lontano con la sola intenzione di distruggere la felicità della sorella, portandole via ciò che ha di più caro. Quando avrà preso Luna Bianca, se ne andrà lasciando dietro di sé solo morte e distruzione. >> L'uomo si voltò verso Luna Bianca e si avvicinò lentamente a lei, facendosi strada tra la barriera umana che gli impediva di arrivare a lei. Terra avrebbe voluto fermarlo, ma rimase pietrificata a guardarlo invece. << E' un piacere poterti finalmente conoscere, Luna. >> Disse accovacciandosi di fronte alla bambina, in un tono affabile. << Io sono un vecchio nemico dei tuoi genitori, forse ti avranno parlato di me, ma voglio che tu sappia che non ho niente contro di te o il tuo papà e la tua mamma. >>
Luna annuì lentamente, ma rimase a studiare la maschera di Sladow con sospetto.
<< Il mio obiettivo è proteggere la città che amo, assieme alla sua gente. E per questo farò di tutto per proteggere te da quella donna. >> Disse portandosi una mano al petto prima di alzarsi.
<< Come se ci credessi! >> Disse Terra. << Sicuramente avrai qualche secondo fine in tutta questa storia. >>
Sladow tornò indietro. << Le tue parole mi feriscono, mia cara Terra. Mi piacerebbe poter tornare a quando lavoravamo insieme, ma le cose non funzionarono allora e temo che non funzionerebbero comunque… Ma voglio farti sapere che ti ho sempre ammirata per le tue capacità e il tuo coraggio, e ora ti ammiro ancora di più per la tua decisione di non continuare a nasconderti. >>
Terra non disse niente, si limitò a squadrare Sladow con aggressività e l'uomo si allontanò andando verso la porta.
<< Ora dobbiamo andare. Preparatevi, ci stiamo per spostare nel nostro rifugio, che sarà sicuramente più consono a nascondere una persona rispetto a questo tugurio. >> Disse l'uomo quando fu davanti alla soglia.
<< Perché dovremmo fidarci di te? >> Chiese ancora Terra, mostrandosi poco propensa a collaborare con Sladow.
Lui girò poco la testa. << Non dovete. >> Sussurrò. Poi si allontanò seguito dai suoi uomini, lasciando i tre ragazzi da soli a discutere sul da farsi. Gli sguardi volavano tra Rosso-X, Jella e Terra, ma nessuno dei tre voleva parlare per primo; nessuno avrebbe voluto dire qualcosa che potesse risultare in una follia per gli altri.
<< Non sembra pericoloso. >> Disse infine Jella, spezzando quel silenzio troppo difficile da sostenere che si era creato.
<< Lo so. >> Disse Terra. << Ma lui è subdolo… E' un maledetto doppiogiochista! Sono molti più di noi, che succederebbe se dovessero decidere di cambiare fazione? >>
<< Non possono cambiare fazione. >> Intervenne Rosso-X. Le due ragazze lo guardarono perplesse. << Ha detto che Stella Nera vuole distruggere la città! Nessuno sano di mente si unirebbe a una persona così. >>
<< Nessuno, tranne gli H.I.V.E. Five. >> Lo corresse Jella.
<< Ehi, ho detto "sano di mente". >> Ribatté prontamente lui puntandole un dito contro. Quella battuta avrebbe fatto ridere, se non fossero stati nei guai fino al collo.
<< In ogni caso non possiamo lasciare Luna nelle mani di quel pazzo! >> Esclamò Terra tornando all'argomento principale della discussone.
<< Non possiamo nemmeno occuparcene da soli! Hai sentito cosa ha detto Sladow? Se quella lì è capace di distruggere la città, potrebbe polverizzarci solo con lo sguardo! >> Disse esasperato Rosso-X.
<< E allora vuoi arrenderti? Lavartene le mani? >> Terra si voltò furiosa nei suoi confronti. Lui fece un passo indietro e alzò le mani, mettendosi sulla difensiva.
<< Non ho mai detto questo. Ma non possiamo farcela da soli! >>
Terra fissò il ragazzo mascherato e rimase in silenzio a lungo. Inspirò profondamente e intanto nella sua mente passarono tutte le parole e le proteste che avrebbero potuto spiegare perché affidarsi a Sladow fosse una pessima idea; invece scosse la testa come sconfitta e disse:<< Io non mi fido di Sladow. Però devo ammettere che quando si pone un obiettivo, lo raggiunge a qualsiasi costo. E potrebbe essere proprio quello che ci serve per proteggere Luna adesso. >>
<< E' quello che penso anche io. >> Disse Rosso-X, annuendo soddisfatto. Non voleva mettersi a discutere in quel momento, ma era importante che fossero tutti d'accordo. Si voltò verso Jella, che annuì più volte.
<< E' vero. Sladow ha sempre grandi risorse, e al momento con i Titans fuori gioco lui è l'unica persona a cui possiamo affidarci. >>
Erano tutti d'accordo allora, ma restava da vedere cosa ne pensasse Luna di quella storia; fino a quel momento era rimasta in silenzio a fissare i tre adulti mentre discutevano. Adesso loro tre si girarono verso di lei e la guardarono con aria preoccupata.
<< Luna, pensi che sia una buona idea fidarsi di quell'uomo? >> Sussurrò Jella abbassandosi e sorridendo alla bambina, che sbatté le palpebre con perplessità.
Dopo una lunga attesa in cui la bambina pensò bene alla propria risposta, Luna cominciò a dire:<< Quell'uomo fa un po' paura… E quelli che erano con lui, io li ho visti alcuni di loro… Non sono brave persone, vero? >>
Jella sospirò. Era ovvio che ne fosse spaventata, così come fosse ovvio che esitasse a fidarsi del gruppo messo insieme da Sladow. Stava per dire qualcosa, ma Rosso-X la precedette e fece alzare lo sguardo a Luna.
<< No, quelle persone non sono esattamente dei cittadini modello. >> Aveva le braccia incrociate e sembrava quasi dispiaciuto di quello che stesse dicendo. << Tuttavia il mondo non è diviso tra bianco e nero. Alcune persone faranno del male pur non essendo necessariamente cattive, e altre persone buone potranno fare qualcosa di sbagliato che va contro la loro morale… E' difficile fidarsi l'un l'altro in un mondo così, ma ci sono delle cose che ci uniscono nonostante le nostre credenze. In questo caso, sembra che tutti si stiano unendo per aiutare te. >>
Luna arrossì un poco quando Rosso-X disse quelle parole.
<< Credi di poterti fidare di queste persone, per metterti in salvo? >> Concluse quello rimanendo a scrutare imperturbabile il volto meravigliato della bambina.
Ci fu un lungo silenzio interrotto solo da un colpo di tosse proveniente dall'esterno dell'appartamento e nessuno tra Rosso-X e Luna Bianca spezzò il contatto visivo che si era creato tra loro, mentre Terra e Jella facevano andare gli sguardi da una parte all'altra della stanza. A quel punto si trattava solo di vedere cosa volesse Luna: era ingiusto decidere per lei senza neanche interpellarla, ma gli adulti sapevano ormai cosa fosse più giusto.
Alla fine Luna Bianca abbassò lo sguardo e dopo un momento di riflessione saltò giù dalla poltrona.
<< Andiamo. >> Disse con in viso uno sguardo deciso. Si girò a guardare tutti quanti nella stanza, e in quel momento i tre adulti capirono quanto fosse coraggiosa quella ragazzina. Era stata portata via dalla sua casa, aveva visto la sua famiglia cadere di fronte a una forza inarrestabile e aveva continuato a scappare per tutta la città, ogni volta aiutata da persone che avrebbero potuto voltarsi a guardare dall'altra parte. Adesso che era posta di fronte alla possibilità di farsi aiutare da persone di cui non era sicura di potersi fidare, lei sceglieva di credere in quella gente che aveva rischiato la vita per lei.
Era veramente incredibile la forza d'animo di quella ragazzina.
<< Forza, andiamo! >> Ripeté Luna prendendo la mano di Terra e trascinandola fuori dall'appartamento, zoppicando un po' mentre Jella si voltava a guardare Rosso-X e diceva stringendo le spalle:<< Immagino che sia la sua risposta definitiva. >>
Rosso-X si mise a ridere e seguì la ragazza fuori da lì per andare a raggiungere i criminali che erano appena usciti.
Sladow e il suo gruppo stavano attendendo nel pianerottolo fuori dall'appartamento, fingendo di non aver ascoltato tutta la discussione di prima. Quando Luna e Terra furono arrivate da loro, la ragazza chiamò:<< Sladow. >>
L'uomo mascherato si avvicinò e con tono accogliente disse:<< Vedo che avete deciso di seguirci. >>
<< Ci fideremo di te, ma se torcerai un solo capello a Luna ti prometto che ti rispedirò in quell'inferno di cui parlavi! >> Lo minacciò la ragazza stringendo la mano di Luna.
Sladow annuì e fece qualche passo indietro prima di voltarsi. << Mi sa che ti dovrai mettere in fila. >> Disse con voce tetra, poi cominciò a scendere le scale. La squadra sfilò dietro di lui: Johnny il Rancido salutò Terra e la bambina con un ghigno compiaciuto prima di scendere le scale seguito da Coso e Billy Numerous, che sembravano confabulare qualcosa tra loro, e Mumbo il Magnifico che camminava con aria tronfia ed elegante. I due uomini mascherati rimasero a guardarle.
<< Voi non andate? >> Chiese Terra poco prima che lei e Luna fossero raggiunte da Rosso-X e Jella.
La ragazza con la bandana rispose senza battere ciglio. << Noi dobbiamo occuparci della retroguardia. Non possiamo lasciarvi in fondo al gruppo. >> Aveva il manico di una spada che le spuntava da dietro le spalle, ma oltre a quello sembrava non avere un grande arsenale. L'uomo accanto a lei invece era totalmente disarmato, anche se non era possibile vedere cosa ci fosse dentro alle sacche che portava all'altezza del bacino. Possibile che Sladow si fidasse di quei due sconosciuti per la difensiva?
<< Andiamo. >> Disse Rosso-X posando una mano sulla spalla di Terra. << Ci saremo anche noi a tenere d'occhio le strade. Tu pensa a difendere Luna! >>
La ragazza annuì e mandò un sorriso di ringraziamento all'uomo mascherato. Prima di cominciare a scendere le scale chiese a Luna se volesse salirle in braccio vista la sua gamba infortunata, quindi le due raggiunsero il resto del gruppo come una cosa sola.
<< Dove andiamo adesso? >> Chiese Jella dal fondo del gruppo. La voce che le rispose arrivò da dietro.
<< La nostra squadra ha un nascondiglio segreto nei sotterranei della città. Possiamo accedervi attraverso le condotte fognarie direttamente dalla strada, ma prima dovremo esporci per qualche minuto nelle strade. >>
Quando si voltò Jella poté vedere meglio la maschera dell'uomo che le aveva risposto; come aveva notato prima, non presentava nessun particolare che la rendesse riconoscibile, ma a colpire la sua attenzione erano quegli occhiali spessi e appannati che aveva sopra gli occhi, che lo rendevano veramente inquietante. La sua voce, poi, era resa irriconoscibile dalla stessa maschera che la attutiva e gli dava quel suono rauco che dava i brividi.
<< A questo proposito… >> Disse Sladow. << Coso, avvisa Chat Noir che stiamo per uscire allo scoperto. >>
Il ragazzo annuì e si portò una mano a un orecchio, dove aveva un auricolare che attivò prima di parlare. << Qui Squadra S, stiamo per uscire dal palazzo. Il pacchetto è nelle nostre mani e abbiamo compagnia. >>
Una voce femminile rispose dall'altra parte dell'auricolare. << In quanti siete? >>
<< I nostri ospiti sono tre, oltre al pacchetto. >>
<< Si prospetta una bella festa! >> Disse raggiante la voce.
<< La strada è libera? >> Si sbrigò a chiedere Coso.
Per un attimo non arrivò una risposta, poi la donna all'auricolare disse:<< Non rilevo nessuna presenza nelle vicinanze. Ho già individuato un'entrata a quaranta metri verso est da voi. >>
<< Grande! Cerca di non perderti mentre rientriamo alla base. >> Rispose lui.
<< Ricevuto! >> Fece la voce. << Micetta, passo e chiudo. >>
Coso fece una smorfia e spense l'auricolare. << Che razza di nome in codice si è dovuta scegliere… >> Borbottò, prima di dare le informazioni che aveva ricevuto al suo capo.
Il gruppo arrivò al piano terra e lì Sladow, che apriva la fila, si fermò per un istante. << Da questo momento saremo scoperti. Potremmo essere attaccati in qualsiasi momento finché non saremo arrivati a destinazione, quindi non abbassate la guardia per nessuna ragione! >>
Dalla squadra di Sladow arrivarono cenni di assenso, ma Terra sentì che quell'avvertimento fosse indirizzato a lei e ai suoi compagni. Non che fino a quel momento fossero stati veramente al sicuro, o avessero mai abbassato la guardia…
Dopo che Sladow aprì la porta, Johnny, Coso e Billy scattarono fuori dirigendosi all'entrata che "Micetta" gli aveva indicato. Il gruppo dovette attendere alcuni istanti prima di poter uscire: Sladow dovette attendere di ricevere il segnale dai suoi uomini in strada che l'entrata fosse aperta. Si trattava di un tombino al centro di un incrocio e Johnny e Billy lo stavano aprendo sotto la supervisione di Coso.
<< Via! >> Sussurrò Sladow aprendo il portone e sfilando di fuori, lasciando passare Terra e Luna, che si misero a correre per strada dirette all'incrocio con l'uomo che le scortava personalmente. Poco dietro di loro correvano Rosso-X e Jella, e ancora più indietro i due sconosciuti mascherati.
Arrivati al tombino, Billy Numerous saltò giù e cominciò a duplicarsi facendo segno agli altri di scendere.
Proprio mentre Johnny il Rancido intimava a Terra di lanciare Luna, la stessa voce di prima chiamò all'auricolare di Coso.
<< Brutte notizie. Tamaran Blue in arrivo, andatevene subito da lì! >>
Coso non ebbe nemmeno il tempo di urlare di scappare che qualcosa piombò dal cielo a una tale velocità da formare un cratere nella strada. L'onda d'urto dell'impatto spinse a terra tutti quanti, tranne Terra e Luna che rimasero immobili dopo che qualcosa le ebbe afferrate. La bionda si girò di scatto per capire cosa fosse stato a creare quel fracasso, e scoprì di essere faccia a faccia con Stella Nera in persona. Non l'aveva ancora vista per bene in faccia, e in quel momento si rese conto anche di quanto fosse spaventosa.
<< Salve! >> Disse con voce affabile, mostrando un ghigno.
Erano stati degli ingenui. Credevano di potersi nascondere da Stella Nera, non capivano che fino a quel momento li aveva solamente aspettati per colpirli al momento più opportuno. La ragazza urlò e cercò di scagliarle un pugno nel volto, ma si ricordò troppo tardi di non avere assolutamente la forza per impensierire quella donna, e Stella Nera decise di ricordarle il suo posto con brutalità.
La mano della donna prima parò il pugno con semplicità, poi con l'altro braccio si mosse quasi distrattamente e colpì Terra in faccia, scagliandola giù per la strada come una bambola che era stata lanciata per terra. Anche Luna Bianca fu scagliata lontano, trascinata dalla ragazza che non mollò mai la sua mano, ma scivolò via e andò a scontrarsi contro un muro. Quando cadde a terra era priva di sensi.
<< LUNA! >> Urlò la ragazza mascherata prima di rialzarsi da terra sguainando la sua spada e correre incontro a Stella Nera. La aliena si voltò mandando un sorriso divertito a quella sua impavida avversaria, ma non fu altrettanto gentile nei modi.
Stella Nera afferrò il polso della ragazza e le conficcò le dita nel fianco, mozzandole il respiro. << Vedo che voi terrestri siete davvero bravi a rialzarvi dalle sconfitte. >> Le sussurrò all'orecchio.
<< Non ne hai idea! >> Disse una voce alle sue spalle, che risultò essere quella di Sladow, prima che l'uomo la colpisse in pieno con il tombino che il Rancido aveva tirato fuori dalla strada.
Stella Nera fu spinta lontano dal colpo e Sladow si fermò un momento per assicurarsi delle condizioni della sua collaboratrice, quindi roteò su sé stesso e scagliò il tombino contro alla aliena, che questa volta lo schivò. Sembrava a malapena aver sentito il primo colpo e sul suo volto era visibile solo un'espressione seccata.
<< Mi piacerebbe fare un po' di movimento con voi, ma ho perso anche troppo tempo dietro ai vostri amici oggi e mi sono stufata. >> Si portò una mano al fianco e piegò la schiena in avanti. << Quindi adesso mi prendo ciò che mi spetta e me ne vado! >>
Dopo di quello si librò in aria dirigendosi verso il punto dove era stata scagliata Luna. Accanto a lei c'era Coso che era andato a controllare che stesse bene; fu lanciato via con un calcio da Stella Nera, quindi la donna si abbassò per sollevare il corpo esanime della bambina e, senza nemmeno rivolgere uno sguardo al gruppo di gente che le correva incontro – Rosso-X, Johnny il Rancido, Jella e la ragazza mascherata – volò via da lì, diventando rapidamente un puntino minuscolo nel cielo di Jump City.
Rosso-X cercò di lanciare alcune delle sue armi all'inseguimento di Stella Nera e Jella e Mumbo tentarono inutilmente di raggiungerla con la loro magia; niente era in grado di tenere il passo con la Tamaraniana. Solo le urla di Terra, ferita e ferma per terra, la raggiunsero, e quando le sentì sorrise compiaciuta sapendo di aver provocato altro dolore in quel pomeriggio di distruzione.
   
 
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