Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Kuro Iri    20/12/2019    0 recensioni
nonostante yoko non si sia mai sentita a proprio agio nella sua vita, non può nemmeno lontanamente immaginare ciò a cui è destinata, né tantomeno dove... catapultata in una terra fantastica, con l'odio fra due razze che minaccia di soffocarla, il suo compito sembra impossibile...
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Equilibrio'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mike tagliò la testa dell'ennesimo òkolok.
Appoggiò le mani sulle ginocchia.
Aveva bisogno di riprendere fiato.
Era tutto il giorno che combatteva.
Yokio era sparita verso mezzogiorno.
Non aveva idea di cosa le potesse essere successo.
Scosse la testa.
é la Custode!
Non può morire!
Però...
Però quell'òkolok era davvero enorme!
Un nemico gli balzò addosso.
Lo incenerì.
Quanto sono stupido.
Yokio tornerà vincitrice.
Le zampe di Leyira avevano cambiato colore.
Erano rosso cupo.
Guardò il cielo.
Quando sarebbe tornata Yokio?
Erano tutti sfiniti.
Gli òkolok continuavano ad arrivare.
Prese un respiro profondo.
Ruggì.
Ihalim era stanco.
Essere acqua era fantastico, ma consumava molte energie.
Dove sei, Yokio?
Un altro òkolok lo attraversò.
Ihalim gli squarciò la gola.
Doveva avere fiducia nella Custode.
Il Matto non gli aveva forse raccontato fino allo sfinimento dell'incredibile forza dei Guardiani?
Di quanto fossero innarrestabili?
Per poco non si tirò un pugno.
Yokio è molto più forte.
Da un momento all'altro, tornerà!
Lo so!
Ho fiducia in te, Yokio!
Le scaglie di Kita erano imbrattate di sangue.
Si girò.
"Tutto bene, padre?"
"Si, non preoccuparti"
Un òkolok gli aveva rotto l gamba.
Da quel momento, non si era più allontanato da lui.
Andiamo, Yokio, quanto ti ci vuole?
"Kita!"
Seto indicava il cielo.
Dove era apparso un vortice di vento.
Tutti sollevarono lo sguardo.
Il vento si calmò.
"Yokio!"
Mike, Ihlaim, Leyira e Kita stavano per esultare.
Si accorsero delle sue ferite.
Della smorfia di dolore.
Del battito irregolare delle sue ali.
La Custode guardò il campo di battaglia.
La sua voce si alzò sopra il tumulto.
"Guardate!"
Tutti si fermarono.
La guardarono.
Gioia fra gli amici.
Terrore fra i nemici.
La smorfia si stirò in un ghigno.
Sollevò un braccio.
La luce del sole morente colpì la testa dell'òkolok.
Ci fu un attimo di silenzio.
Poi partirono le grida di esultanza.
Yokio lanciò la testa in aria.
Venne colpita da un fulmine.
La folgore si ramificò.
Raggiunse uno a uno tutt gli òkolok.
Yokio era debole, e altrettanto i suoi fulmini.
Gli òkolok rimasero paralizzati.
I compagni della Custode ne approfittarono.
Rapidamente, i nemici caddero.
Il fulmine si estinse.
Gli occhi di Yokio si chiusero.
Stremata, la Custode cadde giù dal cielo.
Atterrò fra le spire di Kita.
Il ragazzo l'appoggiò a terra con delicatezza, tornando poi al suo aspetto umano. Al suo fianco, i suoi altri compagni avevano fatto altrettanto. Guardavano l loro amica col timore che non riaprisse gli occhi. Le palpebre di Yokio tremolarono. Si alzarono a mostrare due occhi di colore diverso, scintillanti come gemme.Guardò i suoi amici, i suoi comoagni, e sorrise.
"Ce l'abbiamo fatta"
Un boato d'esultanza si alzò nella spianata. Mentre il sole tramontava definitivamente, tutti vollero congratularsi con la Custode. L'ultimo fu suo padre, che la guardò con tenerezza.
"Come va?"
"Sono un pò stanca"
"Sei stata fantastica"
"Grazie, ma non avrei potuto fare niente senza di voi. Sono io a ringraziarvi e a essere in debito"
Si rialzò. Non era ancora stabile. Kita la aiutò a reggersi in piedi. Yokio guardò Fleo. Tra di loro, per la prima volta, accadde un fatto rarissimo, prerogativa solo di alcune discendenze dei sos-rakè: si parlarono col pensiero.
Non sei in debito con noi.
Invecesi, e con te più di tutti.
Con me?!
Mi hai aiutato quando avevo perso fiducia in me stessa. senza di te, non sarei mai riuscita a vincere, oggi. Inoltre...
Arrossì.
Inoltre, sono in debito con te perchè mi hai dto la vita. Grazie, padre.
Fleo rimase con un palmo di muso. Non pensava che l'avrebbe scoperto. Portò le mani dietro al collo e aprì un gancio.
Questa era di tua madre.
Si tolse una collana. Il cordino di cuoio nero sosteneva una pietra trasparentecon una specie di lampo prigioniero all'interno. La mise al collo della figlia.
"Ti prego di accettarla"
"La porterò con orgoglio"
Dopo essersi inchinato, il sos-nae si allontanò a cercare i compagni caduti. Le lune stavano per raggiungere il punto più alto del cielo. Al centro della spianata era sata eretta un'enorme pira ardente, nella quale bruciavano i corpi dei compagni caduti della Custode.I cadaveri degli òkolok erano stati gettati in un fosso. In prima fila, la Custode fissava le fiamme al finaco dei suoi amici più stretti. La sua mano cercò quella di Kita e la strinse. Vide che l'amico aveva le guance rigate dalle lacrime.Senza che nessuno dicesse nulla, come se fossero una sola persona, i vivi intonarono un canto per i morti. La notte sembrava ardere, e umani, elfi, sos-rakè e mezzosangue bruciavano insieme. Davanti agli occhi di Yokio, comparve un'altra pira. Su di essa, una donna umana e un'elfo, assieme a un neonato con un braccio d'oro. Sentì la voce di Okoy.
"Grazie. Finalmente, ora quella fiamma può spegnersi."
A quel punto, anche dagli occhi della ragazza sgorgarono le lacrime. Appoggiò la testa sulla spalladi Kita. Pensò alla madre.
Grazie, per avergli chiesto di scegliermi.
Il fuoco continuò ad ardere fino al mezzogiorno successivo. Nessuno si allontanò mai. Quando anche l'ultima fiamma si spense, l'esercito si allontanò dalla spianata. Arrivati al limitare del bosco, si divisero: ognuno si diresse verso il proprio villaggio, ma non era rarogruppi formati da rappresentanti di più razze. I compagni si invitavano a vicenda nei rispettivi villaggi. Rimasero solo gli elfi di Eyos, gli umnai di Carstal e i compagni di Yokio. La ragazza si rivolse a Mike.
"Sicuro di voler restare?"
"L'orfanotrofio non è più la mia casa. Io resto"
"Bene. Torniamo a casa, allora"
Finalmente, un mese dopo la vittoria, arrivarono in vista del villaggio. Notarono subito la porta delle mura spalancata e il costante viavai di umani ed elfi. Furono immediatamente notati da un bambino.
"Eccoli! Sono tornati! Hanno vinto!"
Subito, vennero accerchiati da una folla festante.Sia gli umani che gli elfi vennero trattati da eroie portati nella piazza.Una bambina corse verso di loro e misa una corona di fiori sul capo di Yokio. Nella piazza, una scena inspettata lasciò i ragazzi a bocca aperta: il Saggio stava giocando a scasshi con gli Anziani. Quando vide il nipote, si alzò barcollando e lo abbracciò stretto.
"Bentornato"
Gli anziani lo seguirono e si congratularono coi compaesani. In quel momento, arrivò uno dei cuochi.
"Signori, avremo bisogno di altra selvaggina?"
"Altra selvaggina? Per cosa?"
Tutti fissrono Mike.
"Domani avremo l'apertura della Cerimonia del Nome. Ora che siete tornati, dovremo allungare la festa"
"Quindi immagino che stiate cucinando per entrambi i villaggi"
Il Saggio ridacchiò.
"Immagino non sia facile nasconderti le cose, vero, Custode?"
Yokio si girò verso gli amici.
"Che stiamo aspettando? Forza, a caccia!"
Mentre i ragazzi sparivano nella foresta, Seto sospirò.
"Come fanno ad avere ancora tutta quella energia?"
Il Saggio gli si avvicinò.
"Sei tu il padre di Kita?"
"Si, signore"
L'anziano elfo lo squadrò a lungo, poi sorrise.
"Ora capisco perchè mia figlia si è presa una tale sbadata per te!"
Gli Anziani lo guardarono stupiti, mentre l'elfo scoppiò a ridere.
"Ho dovuto adottare questo tipo di linguaggio, mia figlia e mio nipote altrimenti non riuscivano a capirmi"
Il gruppo di vegliardi rise. La settimana passò in fretta. Tutti si davano da fare con i preparativi. Nemmeno i feriti ebbero un attimo di pace. Quando non erano a caccia, Yokio e gli amici facevano del loro meglio per accellerare i lavori. Un bel giorno, si svegliarono con l foresta ricoperta di neve. Era la prima volta per Mike e Yokio, che uscirono di corsa senza nmmeno coprirsi adeguatamente. Ihalim, Leyira e Kita impiegarono mezza giornata per trovarli e convincerli a dare una mano con i preparativi. Quella sera, per i cinque amici, giunse anche un'altra piacevole sorpresa: Lemi era tornata al villaggio per la cerimonia, accompagnata da un sos-nae con un occhio bendato. Quando gli sguardi di Ihalim e Lemi si incrociarono, le pietre d'acua che diventavano gli occhi del ragazzo quando diventava d'acqua si spalancarono e un leggero rossore colorò l'acqua delle sue guance, colore che si intensificò quando Lemi gliele sfiorò.
"é bellissimo... Come fai?"
"B-bhe... Ecco... é... é che... Okoy... Yokio... L'acqua..."
Il poverino ci mise quasi cinque mnuti per spiegarsi. Nel frattempo, gli altri avevano salutato Fleo, lo avevano ringraziato e invitato alla festa.
"Yokio?"
Mà Tia la guardava torcendosi le mani.
"Posso parlarti? In privato?"
Si inoltrarono nella foresta. Improvvisamente, Yokio si fermò.
"Tutto bene?"
"In questa radura ho rischiato di morire, Mike ha rischiato di morire e il nostro gruppo si è formato"
La donna osservò la radura, ma non vide niente di strano. Guardando meglio, notò i segni di una vecchia battaglia che sparivano, nascosti dalla vegetazipne.
"Yokio... Riguardo a quello che ti ho detto su Feom..."
"Non mi pento di ciò che ho fatto, ma mi spiace di averti fatto soffrire"
"Volevo solo dirti che ho capito. Ho capito perchè lo hai fatto, ma il dolore per la usa morte non potrà mai abbandonarmi"
"Feom può anche essersi pentito quando è morto"
"Lo credi davvero?!"
"Cassie l'ha fatto"
Rimasero a lungo in sillenzio, poi Mà Tia sorrise alla ragazza.
"é ora di tornare. Domani c'è la cerimonia. In casa mia hai ancora un posto"
Rientrarono a Carstal col sorriso sulle labbra.
 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Kuro Iri