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Autore: Infinite Sky Driver    20/12/2019    1 recensioni
|||Un capitolo al giorno per 24 giorni|||
Raccolta di one-shot e drabble per gustarsi al meglio questo mese di Dicembre! Perchè tutti si meritano una buona dose di fluff giornaliera.
[accetto commissioni]
Genere: Comico, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Un'altra commissione! (anche se pure io mi ero detta di scrivere un capitolo con questa canzone!) E ancora una volta, questo capitolo è stato scritto dal talentuosissimo, bravissimo e bellissimo CervoDiFuoco!
https://www.youtube.com/watch?v=Tldf-aLGwfU
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Tell that devil


Le ruote mordevano l'asfalto bollente sotto il sole del pomeriggio. Il motore rombava all'impazzata. Il polso di Wynonna diede gas sull'acceleratore, per quanto questo fosse ulteriormente possibile, e la motocicletta aumentò ancora la velocità; la ruota posteriore sgommò un istante e poi il mezzo trascinò con sé la conducente in avanti con una breve e bassa impennata.
Il vento le scompigliava i capelli, ma lei non se ne curava minimamente. Wynonna non poteva fermarsi né rallentare... piuttosto, solo accelerare, o meglio, trovare uno stratagemma. Visto che la strada era sgombra -e quando mai qualcuno passava di lì?- gettò la coda dell'occhio all'indietro: la striscia di fiamme rosse che le ruote si lasciavano dietro scavando l'asfalto tagliava la strada in una linea perfettamente dritta, a perdita d'occhio.
Di lui nemmeno l'ombra. Wynonna strinse gli occhi e tornò a guardare avanti. Fu in quel momento che capì di dover frenare... un secondo, un solo secondo d'anticipo e ce l'avrebbe fatta; ma era troppo tardi.
Quando Wynonna schiacciò con foga il freno, la motocicletta si era già arrestata con un colpo tremendo e lei venne sbalzata in avanti. Volò per qualche metro, roteando in maniera scomposta. I suoi sensi sviluppati però la aiutarono a riacquistare una percezione di equilibrio; riuscì ad atterrare sulle gambe anziché sul collo, la suola degli stivali sfrigolò ma alla fine dovette arrendersi e crollare su un fianco per assecondare la velocità acquisita. Poco male. Se la cavò rotolando per rallentare. Era viva, e se l'era cavata con qualche graffio.
«Hah!» Una risata gutturale la schernì. «Cosa credevi di fare, piccola umana?»
Wynonna si mise eretta e si diede qualche pacca sulla giacca di pelle che le ricopriva la camicia, mentre posava gli occhi sul demone a cui aveva rubato la motocicletta. Non molto diverso da un essere umano, almeno nell'aspetto, aveva gli occhi completamente neri e i canini leggermente sporgenti. Un bell'uomo, tutto sommato, se non fosse stato per il colorito giallognolo della pelle e l'alito peggiore che si potesse immaginare.
«Tu rubi a me la moto e io rubo a te la lingua... siamo pari?» continuò ironico il demone, agguantando il manubrio della motocicletta e facendo scattare il cavalletto per fermarla.
«Non direi proprio» mormorò Wynonna, le cui meningi avevano già iniziato a spremersi. «Ti sei almeno accorto che non ti ho rubato soltanto la moto?» gli chiese con un cenno del mento. «O eri troppo distratto dalle tue... amiche?» Stava ovviamente alludendo alle ragazze che l'altro rapiva per modificarne la memoria e renderle oggetto dei suoi divertimenti.
L'altro sbottò. «Che cosa?» Fece scattare la testa di lato, poi quella tornò a squadrare la donna davanti a sé. «Tu menti! Stupida umana, non puoi mentire a me. A me!» Si portò una mano al petto con fare trionfale e lo gonfiò, riacquistando la propria boria.
«Si, si» fece Wynonna, insofferente, con un gesto della mano come per scacciare una mosca. Intanto, mise l'altra nella tasca dei jeans e ce la fece rimanere. Notò che il demone aveva colto quel movimento ed ora stava ben attento: ottimo, una parte del piano era andata. «Ti piace parlare, vero? Pensavo che i tuoi hobby fossero ben altri.»
L'altro fece un secondo scatto con la testa, emettendo uno specie di sospiro gorgheggiato, e assottigliò gli occhi neri. Non disse niente, ma rimase in contemplazione di Wynonna, la lunga coda sinuosa e sottilissima che ondeggiava lenta dietro la schiena.
«Tu sai volare» lo incalzò Wynonna, la mano ancora in tasca.
«Si» ribatté a bassa voce il demone.
«E' per questo che mi hai raggiunta così in fretta.»
«Non rimarrò qui a discutere con te!» gridò lui, dimenando le braccia. «Non dovevi permetterti di affrontarmi a viso aperto. Ora ne pagherai le conseguenze.» Si piegò in avanti e fletté un ginocchio. Nessun umano -anzi, nessuna creatura vivente avrebbe potuto prevedere la rapidità del movimento che seguì: in una frazione di secondo il demone si trovò ad un palmo di naso da Wynonna, la afferrò per il collo e la sollevò da terra con una mano sola. Infine rise, di gusto.
«Ecco.»
«Ecco... cosa?» disse a fatica Wynonna, la voce spezzata dalla presa d'acciaio delle dita di lui. Sentiva le unghie aguzze graffiarle la pelle. Per quanto si dimenasse, non riusciva a opporre resistenza a quella strabiliante forza.
Il demone inarcò un sopracciglio, dal taglio sottile e animalesco. «Sei morta» sentenziò sghignazzando.
Uno sparo squarciò il silenzio che si era venuto a creare. Il demone arretrò ululando e Wynonna atterrò in bilico precario. La mano che non reggeva la pistola, il cui cannone era fumante ed incandescente, salì alla gola per massaggiarsela.
Un foro passava da parte a parte la creatura malefica al centro del petto. Per lo sbalzo del colpo subito e la sorpresa, egli aveva arretrato fino a trovarsi nuovamente alla situazione di partenza, ovvero vicino alla propria motocicletta. Lo sgomento sul suo viso però si tramutò subito in divertimento, l'oscuro sguardo che tornava su Wynonna.
«Furba» disse. «E veloce.»
«Già» rispose la donna, che stava ricominciando a respirare normalmente. Depose la pistola a terra e si mise di nuovo la mano sinistra in tasca. Notò l'altro irrigidirsi.
«Ma posso rigenerarmi, stupida umana.» In men che non si dica, la ferita -che non sanguinava- sul petto del demone si chiuse come se la sua carne fosse fatta di gomma e una forza dall'interno premesse per ricostituire l'intero. Anche gli abiti tornarono intatti.
«Buon per te» proseguì Wynonna, alzandosi. Sorrideva. «Peccato però che tu non abbia i raggi x, o sapresti che non ho assolutamente nulla nella tasca. E scommetto che non sai nemmeno prevedere il futuro... vero, stronzo?»
«Cos-»
Un'esplosione tremenda divampò alle spalle del demone: la motocicletta. Si disintegrò all'istante. Le fiamme si espansero e divorarono la strada per qualche metro in ogni direzione. Wynonna subì l'onda d'urto, fu costretta a farlo per non tradire l'effetto sorpresa, e cadde all'indietro sulla schiena, gemendo. Quando il grosso dell'esplosione si consumò, ella tolse le braccia dal viso, che aveva alzato per proteggerlo dal calore e dai frammenti proiettati ovunque: del demone non restava nulla.
«Pff» sbuffò Wynonna, cercando di rimettersi per l'ennesima volta in piedi. «Mi ha facilitato le cose. Che deficiente» mormorò tra sé e sé, tirandosi indietro i capelli sudati dalla faccia. «Non si è nemmeno accorto di aver danneggiato la moto quando mi ha fermata. Peccato... mi piaceva.» Adesso, però, le toccava tornarsene a casa a piedi... oppure chiamare Nicole e costringerla a raggiungerla fin lì.


 
  
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