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Autore: Sacchan_    22/12/2019    0 recensioni
1) Dazai Osamu/Nakajima Atsushi
2) Nakahara Chuuya/Nakajima Atsushi
3) Dazai Osamu/Sakunosuke Oda
4) Dazai Osamu/Nakajima Atsushi
5) Akutagawa Ryuunosuke/Nakajima Atsushi
Solo una serie di flash/oneshot in attesa del Natale.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Atsushi Nakajima, Chuuya Nakahara, Osamu Dazai, Ryuunosuke Akutagawa, Sakunosuke Oda
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Del Bar Lupin Dazai Osamu si considerava ormai un cliente abituale; questo lo capiva persino quando, sedendosi al solito posto centrale del bancone, il proprietario, unico barman, gli faceva trovare pronto il suo whiskey preferito annegato nel ghiaccio.
Dazai lo ringraziava con un cenno del capo, poi prendeva in mano il liquore, lo portava alla bocca e lo sorseggiava lentamente, infine lasciava passare ore e ore immerso nei ricordi.
Quella sera precedeva la vigilia di Natale, bere in quel bar era parte di un rito che andava avanti da anni.
Ma non era solo: accanto al bicchiere teneva un libro, uno di quelli in formato tascabile, che si poteva tranquillamente nascondere in una borsetta o nella tasca di un giubbotto esageratamente grande.

"A Christmas Carol?"

Sakunosuke Oda, il membro dal rango più basso della Port Mafia, fissava quel libro con occhi meravigliati, mentre portava alle labbra il suo bicchiere e lo svuotava a piccoli sorsi.
Il demone-prodigio della Port Mafia annuì soddisfatto della risposta.
"Vedo che sei preparato, Odasaku."
L'altro alzò gli occhi al cielo nell'intento di ricordare qualcosa, la mano destra intanto sfregava il mento.
"A Christmas Carol di... mmm, Char... Charles..."
Il nome dell'autore sembrò proprio non volere venir fuori dalla sua bocca, fortunatamente Dazai gli andò immediatamente in soccorso.
"La tua memoria fa acqua come al solito, mio caro Odasaku. Charles Dickens è l'autore di questo racconto; uno scrittore inglese che, nella lettura occidentale, viene considerato uno dei più popolari."
L'uomo chiamato Osadaku alzò la mano in direzione del barista per fargli notare che il suo bicchiere era vuoto.
"Perché lo stai leggendo?" Proseguì. "Che fine ha fatto quel volume sul suicidio che ti porti sempre appresso?"
Dazai sorrise voltandosi leggermente verso l'amico, non proferendo parola ma lasciando che quest'ultimo continuasse.
"Stai cercando di entrare in pieno spirito natalizio?" Ironizzò voltandosi verso le vetrate del bar dove era possibile vedere le luminarie appese sulle abitazioni e le strade. "Tu non fai niente per caso, finora il Natale mai ti aveva toccato minimamente. Allora, dimmi, perché ora sei qui accanto a me che leggi questo libro?"
Dazai non replicò immediatamente in quanto Odasaku aveva colpito direttamente nel segno, da buon amico che dimostrava ogni giorno di essere; però saper anticipare le mosse e le frasi di coloro che gli ruotavano attorno era da sempre il suo maggior pregio e dono, cosa che lo aveva aiutato nella sua ascesa al rango attuale.
Aspettava soltanto che Odasaku gli desse il pretesto per tirarla fuori.
Rilassando le spalle prese un respiro profondo, in attesa di riordinare le parole nella mente.
"Lo trovo un buon libro. Di quelli da leggere adesso, davanti al calore di un camino. La storia di Ebezener Scrooge rappresenta perfettamente l'avidità dell'uomo che sia applicata al denaro, al successo, al lavoro... ci mostra come l'uomo sia un essere avido e assetato di potere e la fine che sarà destinato a fare se percorre quella strada."
Rimarrà solo e abbandonato da tutti, pensò il giovane Esecutore lasciando il tempo all'amico di elaborare quanto appena detto.
Odasaku però non era il tipo di uomo che si poteva definire avido, ma faceva parte della Mafia: chi nella Mafia non lo era?
Perciò poteva comprendere.
"Cerchi una salvezza? Molto spesso si dice che la risposta la si può trovare nei libri, la stai cercando lì?"
Dazai scoppiò a ridere di gusto: in realtà era felice, molto anche.
"Sapevo che non mi avresti deluso." Rispose solenne spingendo via il bicchiere, lasciando sì che il barman lo recuperasse per lavarlo. "Del resto sei l'unico che riesce a capirmi fino in fondo. Non so se cerco esattamente una salvezza, come la chiami tu, ma mi sono trovato a immaginare i miei spiriti del passato, del presente e del futuro come guide. E sono certo che il mio spirito del Natale passato sarebbe me stesso da bambino, pronto a ricordarmi i motivi per cui sono entrato nella Port Mafia."
Odasaku lo guardò interessato, poggiando il palmo della mano sul mento, dimenticando persino il suo secondo bicchiere ordinato apposta per sopportare Dazai quando si trovava in vena di sproloquiare.
"Poi ho fantasticato su chi potesse essere il mio spirito del Natale presente e non posso fare a meno di pensare a te."
Odasaku spalancò gli occhi nel sentire quella frase, era incredulo che Dazai parlasse davvero così.
"Saresti sempre pronto a mostrarmi la verità delle cose" Gesticolò lui con un dito. "Facendomi aprire gli occhi persino su ciò che non vedo."
Al tuttofare della Port Mafia scappò una risatina per l'imbarazzo; in realtà era preoccupato perché per Dazai lasciarsi andare a confidenze in quel modo era qualcosa del tutto anormale.
"Per ultimo penso allo spirito del Natale futuro e tutto mi diventa nero."
Ora Odasaku fu certo che il suo iniziale sospetto diventò realtà: quella era una delle sere dove Dazai necessitava di una mano per sostenersi, ma conscio anche del suo ruolo di giovane Esecuotore non l'avrebbe mai chiesta direttamente, tantomeno a un suo subordinato. Lui si trovava lì apposta per dargliela.
"Ti stai sbagliando. Il racconto di Charles Dickens ci mostra che non è mai troppo tardi mutare se stessi, perché migliorandoci possiamo cambiare la visione che gli altri hanno di noi e farci trasformare in meglio. Perciò, se ci pensi, nemmeno il tuo futuro è nero come lo vedi."
Il viso di Dazai Osamu finalmente si rilassò, eliminando quell'aura austera che la sua posizione nella Mafia gli imponeva, mostrandone una molto più gioviale, facendo risaltare i suoi soli diciotto anni di età.
"Vai sempre oltre le mie aspettative, Odasaku."


Quattro anni dopo, nella sera che precedeva la vigilia di Natale, il detective della Agenzia Armata Investigativa si trovava nuovamente in quello stesso bar, munito dello stesso libro di allora. Ma nella sedia alla sua destra la persona che fu il suo migliore amico, capace di risollevargli il morale, non faceva più parte del suo mondo.
"Ciò nonostante continuo ancora a chiedermi chi possa mostrarmi il mio futuro, caro Odasaku." Mormorò a se stesso, conscio che nessuno poteva sentirlo.
Solo un movimento alle sue spalle attirò la sua attenzione: Dazai Osamu si voltò appena in tempo per scorgere il viso affannato e senza fiato del suo nuovo sottoposto.
"Dazai-san!"


Parole: 995


Anticipazioni del prossimo capitolo:
"Hai scelto quella sedia." Mormorò ancora stupefatto e Atsushi lo guardò non capendo. "Voglio dire... potevi scegliere di sederti ovunque, di non sederti affatto, oppure di andartene, ma tu hai scelto proprio quella sedia!"
Staccando gli occhi da lui il più giovane preferì guardarsi le mani ancora strette a pugno e solo allora notò un bicchiere ripieno di liquore intoccato e un libro poggiato lì a fianco. Era un libro di letteratura straniera, non l'aveva mai letto, ne era sicuro, eppure il titolo non gli era nuovo; forse gli era capitato di trovarne una copia nella biblioteca del suo orfanotrofio. Già, là c'erano tanti libri.
"Non capisco..." Mormorò ancora assorto, non in risposta al suo superiore ma per la situazione in generale.
Dazai prese un sorso dal suo bicchiere, scrollando di poco le spalle.
"Non serve che tu lo faccia." Lo rassicurò. "Davvero."
Lo sguardo di Atsushi si spostò dalle sue mani a lui, che assaporava con gusto il suo liquore, fino al bicchiere che sembrò non appartenere a nessuno e al romanzo che apparve messo lì per un motivo preciso. Collegò tutto questo e qualcosa nacque nella sua mente, forse era qualcosa di azzardato da dire, ma... doveva provare.  
   
 
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