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Autore: AlbAM    23/12/2019    8 recensioni
Non c'è pace per la nostra squadra! Avevano appena risolto il caso della "bestia" ed ecco che un killer misterioso inizia a colpire gli informatori di Dan!
E Lucifer che farà ora che ha scoperto la verità su Dromos e come affronterà questa inaspettata paternità?
Riuscirà nel difficile compito di dimostrarsi allo stesso tempo un buon compagno per Chloe e un buon padre per il diavoletto fastidioso?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chloe Decker, Lucifer Morningstar, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7


Una terribile scoperta


Ella, gli occhi incollati alle lenti del microscopio continuava a fissare quelle strane piume che aveva mostrato a Chloe sforzandosi di capire a quale tipo di maldito pennuto potessero appartenere.

Le aveva comparate con tutto il comparabile, pure con fibre sintetiche. Aveva esaurito tutti i possibili database.

Niente.

Non aveva trovato nulla che corrispondesse a quello che stava osservando, una danza di colori rilucenti e cangianti che a intervalli regolari si univano in un unico fascio di luce argentata.

Ella era allo stesso tempo affascinata e angosciata. Come poteva aiutare Chloe e Dan se non riusciva neppure a identificare delle semplici piume, pensò furiosa con sé stessa.

Poi il suo pensiero ritornò su Elyas, come aveva potuto non notare la sua somiglianza con Lucifer?

Che razza di medico legale era se non era neppure capace di riconoscere due fratelli?

Una bambina di 11 anni aveva intuito in un nanosecondo quello che lei non aveva capito in 10 giorni in cui aveva avuto Elyas e Lucifer davanti agli occhi praticamente tutti i giorni. Certo Elyas era più basso, più giovane e più scuro di carnagione rispetto a Lucifer, aveva qualcosa di mediorientale nei tratti del viso ed era molto più sciolto e a suo agio nell'esprimere i sentimenti, ma indubbiamente a guardarlo con un minimo di attenzione era veramente il ritratto di Lucifer!

Le lenti del microscopio si appannarono, Ella si accorse che due lacrime si erano fatte strada lungo le guance.

Si staccò un attimo dal microscopio per asciugarsi il viso, in quel momento Marc entrò con aria baldanzosa ed arrogante nel laboratorio "Non troverai niente di utile, come sempre d'altra parte, mi chiedo cosa ti tengano a fare qua dentro a parte rispettare la quota delle minoranza etniche!"

Ella lo fissò per un attimo allibita, poi la rabbia prese il sopravvento "Sono sempre più utile di un ignorante che confonde i tatuaggi tribali con le rune celtiche!" rispose con un sorriso di scherno.

Marc si concentrò un attimo ma non trovando una risposta all'altezza cambiò argomento "Cosa guardi?" domandò avvicinandosi al microscopio per curiosare attraverso le lenti.

Non fece in tempo a vedere niente perché Ella tirò via i vetrini con i resti di piuma prima che i suoi occhi si posassero sulle lenti.

"Cosa credi di fare Mexico, rimetti immediatamente a posto quei vetrini se non vuoi finire davanti agli Affari interni a spiegare che il tuo permesso di soggiorno non è ancora scaduto!"

"Sono americana, razza di idiota, non ho bisogno di permessi di nessun tipo a differenza di te che per entrare qua dentro ed esaminare le prove hai bisogno del mio permesso!

Che non hai avuto! Perciò levati di torno prima che ti denunci io agli Affari interni per aver rischiato di inquinare delle prove entrando qui e poggiando le tue mani sporche e senza guanti dappertutto!" replicò Ella infuriata.

"Stai calma Mexico, chi credi di essere per parlarmi così?"

"La responsabile di questo laboratorio! Tu invece sei solo un agente di primo grado, quindi non fare tanta scena perché non dai ordini proprio a nessuno qui dentro, tanto meno ad una responsabile!"

Marc la guardò furioso e replicò con voce tagliente come una lama "Sarò anche solo un agente di primo grado, ma almeno io non vado a letto con un mostro, come te o come la nostra integerrima detective"

"Ma cosa stai dicendo, come ti permetti?"

"Apri gli occhi Mexico, tu e la detective andate a letto con due mostri, guardalo bene negli occhi il tuo ragazzo quando ti scopa e poi vedremo chi aveva ragione!"

Detto ciò si voltò e con un sorriso crudele e soddisfatto si allontanò lasciando Ella pallida in viso.

"Esta completamente loco!1" pensò guardandosi le mani ancora tremanti per la tensione.


#


Marc uscì dalla Centrale, si guardò intorno con aria sospettosa fissò lo sguardo sulla macchina di Chloe e si avvicinò con un sorriso di scherno.

"Guarda, guarda. Il dandy e il mangiarane hanno unito le forze per aiutare la principessa indifesa e il suo ex marito" commentò con l'intento di provocare Lucifer "lasciate stare, siete troppo stupidi e inaffidabili, finirete per peggiorare la situazione e aiutarmi a tenere in galera la puttanella e il suo ex pappone" concluse appoggiandosi al finestrino dal lato di Lucifer che infuriato aprì lo sportello di colpo spingendolo lontano dalla macchina.

Lucifer lo raggiunse, lo afferrò per il bavero della giacca e lo sbatté sul cofano dell'utilitaria, i suoi occhi erano completamente rossi.

Dromos si precipitò fuori dalla macchina per evitare che il padre combinasse qualcosa di irreparabile.

"Lucifer, fermati ti prego" lo pregò preoccupato "così rischi solo di peggiorare la situazione!"

"Ascolta il tuo servo, Lucifer!" sibilò l'agente.

Lucifer ebbe l'impressione di cogliere un bagliore argentato nelle pupille di Marc.

Rimase sconcertato e lo lasciò andare di colpo "Vattene bastardo e ringrazia Elyas se non ti ho ammazzato"

Marc ridacchio soddisfatto, si mise a posto camicia e cravatta e voltando le spalle a Lucifer se andò senza guardarsi indietro.

"Stai bene?" domandò Dromos preoccupato.

"No, non tanto, c'è qualcosa che non va in quel ragazzo, temo che sia controllato da uno dei miei fratelli, credo lo stesso Michele. Seguilo, ma per favore stai attento e non correre rischi inutili, non voglio ritrovarti di nuovo nelle condizioni in cui ti aveva ridotto Lonzarot!" disse Lucifer stringendo una spalla al figlio.

Dromos si stupì di quel gesto, per quanto sapesse che Lucifer gli era in qualche modo affezionato non era abituato a vederlo così preoccupato per lui, né aveva mai sospettato che potesse aver sofferto nel vederlo martoriato dalle ferite che gli aveva inferto la lince infernale.

"Non stare in pena per me, sono abituato a badare a me stesso da quando ero bambino!" commentò baldanzoso.

Lucifer lo afferrò per i riccioli neri e tirandogli indietro la testa replicò "Non sono affatto preoccupato, piccolo arrogantello, è solo che l'ultima volta le mie lenzuola Louis Vuitton erano talmente macchiate di sangue che le ho dovute buttare, chiaro?"

"Chiaro!" rispose Dromos massaggiandosi imbronciato la testa.

"Ora vai, o rischierai di perderlo di vista e stai attento!"

Dromos sorrise tra sé e sé, nonostante quello che aveva detto un attimo prima, era sicuro che non fosse affatto il sangue sulle lenzuola griffate a preoccupare Lucifer.


#


"Lucifer" esclamò Amenadiel uscendo dall'ascensore ed entrando nell'attico del fratello "è da ieri che ti cerco! Dov'eri finito?"

"Ciao, Amenadiel" lo salutò Maze "anche tu qui?"

"Vi ho chiamato perché ho bisogno del vostro aiuto, sono sicuro che Michele sta cercando nuovamente di colpire Chloe, questa volta in modo più subdolo!"

"Volevo parlarti anche io della stessa cosa" lo interruppe Amenadiel "ieri mattina ho incontrato Remiel"

"Remiel?"

"Già e mi ha fatto capire chiaramente che Michele e i suoi accoliti sono totalmente contrari a quello che sta accadendo qui e che potrebbero addirittura scatenare una guerra!"

"State dicendo che lo stronzetto aveva ragione?" domandò Maze.

"Chi?" domandarono in coro Lucifer e Amenadiel.

"Dromos, anche lui era preoccupato per lo stesso motivo, a quanto pare ultimamente sente la presenza di angeli incazzati un po' dappertutto!"

"Quando te lo ha detto?" domandò Lucifer.

"Ieri mattina, quando ci siamo incontrati a casa dell'informatore di Dan"

"Perché non sei venuta subito a dirmelo?"

"Per lo stesso motivo per cui non è venuto nessun altro, perché ieri eri irraggiungibile, idiota!"

"Già" intervenne Amenadiel “si può sapere che avevi da fare di così importante per sparire in quel modo?"

"Io… avevo i miei motivi!" Rispose Lucifer un po' imbarazzato "Comunque ora sono qua, possiamo concentrarci sull'argomento dell'incontro o no?"

"Dov'è Dromos?" domandò preoccupato Amenadiel.

"Sta seguendo il detective Rodenbarr, temo che sia controllato da Michele e voglio scoprire se è vero"

"Lucifer, è pericoloso per Dromos, ti rendi conto che se i nostri fratelli lo scoprono potrebbero attaccarlo e ucciderlo? Quel ragazzo non è abbastanza forte per tenere testa a un branco di angeli aggressivi!"

"È un demone infernale, non possono attaccarlo se non attacca per primo è una legge di nostro Padre e Dromos è in gamba, non sarà così stupido da mettersi in condizioni tali da giustificare una loro aggressione!"

“È vero Amenadiel, lo stronzetto è sempre stato il più sveglio dei maschietti, non che ci voglia molto sono un branco di idioti, però se i vostri fratelli sono andati fuori di testa potrebbero aggredirlo fregandosene delle leggi di vostro Padre!"

"Già, pensa a quando ho creduto che volesse rapire di nuovo Charlie, per poco non lo ammazzavo!"

"Credevi che stesse aggredendo Charlie. E poi non lo avresti ucciso davvero, non sei così crudele Amenadiel"

"Fatto sta che sei dovuto intervenire tu per evitare il peggio!" commentò Maze.

Lucifer le rivolse uno sguardo preoccupato "In ogni modo se si trova nei guai può contattarmi telepaticamente e io e Amenadiel possiamo raggiungerlo in pochi secondi ovunque si trovi" commentò "e se qualcuno dovesse provare a fargli del male se la vedrà con me!" concluse con gli occhi rossi come la brace di un falò estivo.

"Ci tieni parecchio a quello stronzetto vero? Mi sono sempre chiesta come mai, hai una piccola cotta per lui? E la detective? Ti ha già stancato?" domandò Maze giocherellando con un pugnale con un sorrisetto provocatorio.

Lucifer si irrigidì e Amenadiel intervenne per calmare le acque "Maze, non mi sembra davvero il momento di litigare. Dobbiamo essere uniti se vogliamo uscire tutti vivi da questa situazione"

"Non voglio affatto litigare, commentavo solo l'evidente preferenza che il nostro Re degli Inferi dimostra per il suo piccolo diavoletto del cuore"

"Dai piantala Maze, sembri quasi gelosa di Dromos!" replicò ancora Amenadiel.

"Lo è, fratello, lo è sempre stata. Non è vero Maze? Non hai mai sopportato che fossi affezionato al piccoletto volevi essere la sola ad avere le mie attenzioni in tutto l'Inferno, tu e gli altri lo avete sempre odiato! Gli avete reso la vita impossibile fino a che non è cresciuto abbastanza da imparare a difendersi!" Lucifer furioso e tremante di rabbia si avvicinò a Maze che si rese conto di aver esagerato.

" Ti sbagli Lucifer, l'ho sempre protetto" rispose calma.

"Insultandolo e aggredendolo ogni volta che lo vedevi?"

"Anche quello era un modo di proteggerlo, non volevo che gli altri capissero che in realtà gli volevo bene e aggredirlo per prima significava salvargli la vita, perché io non gli avrei mai fatto realmente del male.

Razza di imbecille, tu non te ne sei mai reso conto perché sei troppo egocentrico ed egoista per badare a quello che fanno gli altri! Sei talmente egoista che non hai mai neanche capito che era tuo figlio malgrado sia sempre stato il tuo ritratto fin da bambino.

Ho protetto lui e il suo stupido segreto perché voglio bene a tutti e due"

Maze spinse indietro Lucifer furiosa e aggiunse "Idiota, quello stupido stronzetto è il mio fratellino preferito e ora lo hai messo in pericolo perché come sempre prima pensi a te stesso! Ti avverto se succede qualcosa a Dromos non te lo perdonerò mai!"

Maze terminò il suo discorso fissando Lucifer con gli occhi colmi di lacrime.

"Tu lo hai sempre saputo!" sospirò Lucifer "Sono proprio un pessimo padre" aggiunse scuotendo la testa amareggiato.

Prese una bottiglia di whisky e bevendo un lungo sorso si diresse verso il balcone della terrazza.

Amendiel lo raggiunse "Lucifer, ora non c'è tempo per autocommiserarsi, dobbiamo organizzarci ed essere pronti a rispondere ad un eventuale attacco di Michele”

Lucifer si irrigidi fissando il vuoto con occhi vitrei "Luci, che succede?" domandò Amenadiel posandogli una mano sulla spalla per richiamare la sua attenzione.

"Dobbiamo andare" rispose Lucifer tornando in sé "Dromos mi sta chiamando, sta succedendo qualcosa di terribile e ha bisogno del nostro aiuto!"


#


Dromos seguiva Marc già da qualche ora. Il poliziotto era tornato a casa, aveva frugato in un cassetto tirando fuori qualcosa che Dromos, che lo spiava da una finestra del soggiorno, non era riuscito a vedere. Marc aveva messo in tasca l'oggetto misterioso, si era sdraiato sul divano con aria stremata e si era assopito.

Ma il suo sonno non era tranquillo, il suo corpo era scosso da sussulti e ogni tanto si lamentava nel sonno.

Improvvisamente si svegliò lanciando un urlo spaventoso, sembrava più l'ululato di una bestia ferita che il grido di un uomo. Dromos che pure era una creatura infernale ne fu profondamente scosso. Cosa poteva tormentare Marc fino a quel punto, si domandò angosciato.

Marc si riaddormentò per un altro quarto d'ora poi si svegliò, si guardò intorno con sospetto, quasi che avesse sentito la presenza di Dromos e si alzò con una strana espressione in viso.

Sembrava perso in una sorta di trance, Dromos si spostò leggermente per vedere meglio e il cuore gli si fermò per un secondo.

Lo sguardo dell'agente riflesso sullo specchio del soggiorno era impressionante, i suoi occhi emettevano dei bagliori argentati che non avevano nulla di umano "Che accidenti può essere successo nella caverna a quel ragazzo, non è più lui" si domandò il demone preoccupato.

Marc si voltò improvvisamente verso la finestra, Dromos fece giusto in tempo ad abbassarsi evitando di essere visto dall'agente. Rimase immobile e tremante finché non lo sentì aprire e poi richiudere la porta di casa.

"E adesso dove va? È già mezzanotte che dovrà fare di così importante da uscire nel cuore della notte?" si chiese il demone preparandosi a seguirlo.

L'agente camminò per quasi due ore apparentemente senza una meta. Dromos non capiva né dove stesse andando, né tanto meno come facesse a tenere quel passo. Tra la camminata precedente e quella attuale a meno di non essere un maratoneta allenato, sarebbe dovuto essere stremato e invece il giovane poliziotto continuava a camminare come se fosse spinto da una forza superiore.

"Non ci possono essere dubbi" rifletté il Demone "è controllato sicuramente da Michele. Ma così finirà per ucciderlo, il corpo di un umano non può essere sottoposto ad un simile sforzo senza risentirne e quel ragazzo non mangia e non beve da ore, che razza di bastardo insensibile è Michele. E poi accusano mio padre di essere crudele, lui non farebbe mai del male ad una creatura innocente, neanche ad un idiota come Marc, anzi tanto meno ad un povero idiota innocuo come Marc" considerò furente Dromos.

Marc finalmente sembrava aver raggiunto la sua meta. Si era fermato davanti ad un bar e guardava attraverso la vetrata in cerca di qualcosa o qualcuno. Individuò l'oggetto della sua ricerca ed entrò dentro spedito. Dromos lo seguì stando attento a non farsi notare.

Si guardò un po' intorno finché non trovò Marc, aveva attaccato discorso con un tipo di colore dall'aspetto piuttosto anonimo.

Dopo un po' Marc disse qualcosa all'orecchio del tipo anonimo e poi entrambi si diressero verso l'uscita del bar.

Marc si guardò di nuovo intorno come se volesse accertarsi di non essere seguito.

Dromos si domandò se in qualche modo non sentisse la sua presenza ma chissà, forse aveva solo la coscienza sporca.

I due si inoltrarono per dei vicoli bui e solitari fino a che non raggiunsero un caseggiato semi diroccato e abbandonato. Dopo aver aperto una porta mezzo sfondata entrarono nell'edificio.

Dromos attese un attimo, poi quando ebbe l'impressione di poter entrare senza essere individuato li seguì.

Improvvisamente sentì il tipo anonimo urlare con voce terrorizzata “Aaahh, nooo lasciami!”

Dromos si mise a correre verso le urla e quando raggiunse i due rimase per un attimo paralizzato dalla sorpresa.

Marc teneva il tipo schiacciato contro il muro, dagli occhi gli usciva una luce argentata che stava bruciando il viso del poveretto.

Marc iniziò ad urlare con una voce orribilmente stridula “Confessa, confessa, sono stati Dan e la detective a convincerti a mentire!”

“Noooo, lo giuro loro non c'entrano è stato The Doctor a pagarmi, lo giuro ti prego basta!”

L'uomo continuava a urlare disperato mentre il suo viso fumava e si riempiva di piaghe.

“Bugiardo, sei un bugiardo come tutti gli umani!” gli urlò Marc furioso aumentando l'intensità della luce.

Dromos era paralizzato dall'orrore, pur essendo un demone infernale aveva sempre fatto fatica ad accettare che i dannati fossero torturati in eterno e tantomeno poteva accettare che un poveretto fosse torturato per essere forzato a dire una menzogna.

Ad un certo punto decise che ne aveva avuto abbastanza, assunse il suo aspetto demoniaco e si buttò contro Marc con tutto il suo peso, facendolo stramazzare per terra.

“Lascialo stare. Questo poveraccio non ha fatto niente di male, che razza di creatura celestiale sei per torturare in questo modo un povero innocente?” urlò furioso.

“Lurido servo, allora eri proprio tu a starmi intorno tutto il giorno. Avevo l'impressione di essere seguito ma questo puzzolente e disgustoso corpo mortale non mi permette di sentire come vorrei, è ora di liberarmene!” rispose Marc con una voce orribilmente distorta guardando Dromos come se volesse ucciderlo.

Davanti agli occhi del demone il corpo del povero Marc cominciò a contorcersi vomitando sangue ed emettendo un orribile suono di ossa spezzate.

Il povero ragazzo emise delle urla di dolore strazianti a cui Dromos non riuscì a resistere, afferrò Marc per le spalle e scuotendolo urlò “Basta, ti prego, basta! Lo stai uccidendo in modo orribile, non lo capisci bastardo di un angelo?”

“E a te che importa lurida creatura infernale?” rispose Marc guardando Dromos con un orribile e insanguinato sorriso di scherno “Tra poco mi divertirò anche con te piccolo servo infernale!” aggiunse colpendo Dromos in pieno viso con un manrovescio così potente da farlo volare contro il muro.

Dromos non fece in tempo ad alzarsi che Marc lo raggiunse, gli assestò un calcio nello stomaco facendolo gemere di dolore poi urlò ridendo “Sta a guardare servo!” si alzò per tutta la sua statura e ricominciò ad urlare di dolore, al suono delle ossa spezzate si aggiunse l'orribile suono della carne della schiena di Marc che si apriva, fiotti di sangue uscirono dalle ferite dalle quali, davanti allo sguardo allucinato di Dromos, emersero due ali che un tempo dovevano essere state bellissime e rilucenti d'argento ma che ora apparivano grigie e grondanti di sangue e brandelli di carne umana.

“Tu... sei... pazzo...!” balbettò Dromos “hai osato prendere possesso del corpo di un umano vivo e ora lo stai uccidendo per poterlo lasciare! Tu hai offeso tuo Padre come il mio Signore non ha mai osato fare! Vergognati Michele non sei degno di essere un angelo”

“Tu sai chi sono, servo?” commentò stupito Marc il cui volto ormai appariva terreo come quello di un morto “beh, non ti servirà a molto saperlo, tanto stai per morire!” concluse avvicinandosi minaccioso a Dromos che arretrò fino a sentire il muro contro la schiena.

Marc allungò una mano per stringere e spezzare il collo del demone ma prima che potesse afferrarlo un calcio lo spinse lontano, si alzò leggermente frastornato trovandosi davanti Lucifer e Amenedial che lo guardavano con aria di disprezzo “Prenditela con chi si può difendere Michele, se ne hai il coraggio!” lo sfidò Lucifer fissandolo con le pupille ardenti come due tizzoni di carbone accesi.



Nota 1: è completamente pazzo

   
 
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