Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Alixia700    23/12/2019    2 recensioni
Perché i pettegolezzi ad Hogwarts trasudavano dai muri ancor più velocemente di muffa e fantasmi, e l'ultima cosa che serviva nella sua vita in quel momento era essere al centro dell'attenzione di studenti ed insegnanti, non dopo tutta la fatica che aveva fatto per cercare di rimanere nell'anonimato.
Ma neanche nei suoi peggiori incubi Remus si sarebbe mai prefigurato uno scenario tanto terribile quanto imbarazzante.
*
[Idiots in love][Wolfstar][Questa storia partecipa al Secret Santa indetto dal gruppo Naruto fanfiction Italia]
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James Potter, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Remus/Sirius
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

A Shinni, 
con l'augurio di poter deliziare la tua vigilia con questi due idioti innamorati, il loro reciproco struggersi e tanto e sano fluff.  Buon Natale.
Tua Alixia

 










Horizontal
li
fe
pauses
----

 

La prima volta che il fatto era accaduto, Remus aveva pensato ad una pura casualità - ad una concatenazione di eventi sfortuiti - ed imbarazzo a parte non si era soffermato a rifletterci per più di qualche doloroso minuto. D'altronde era insonne da giorni a causa dell'aumento del carico di studio e dell'avvicinarsi della luna piena, pareva quindi più che scontato che ad un certo punto dovesse crollare; e che questo fosse successo in una polverosa stanza della Stamberga Strillante mentre era privo di qualsivoglia capo di vestiario era solo una delle tante aggiunte alla lista sempre in crescita dei momenti più bassi toccati nella sua vita da quando era stato trasformato in licantropo (e subentrato nell'adolescenza).

Il fatto poi che quello fosse considerabile uno dei migliori sonnellini di sempre non aveva giovato alla sua psiche già messa a dura prova dallo stress: erano mesi, se non anni, che non si rilassava come in quella manciata di ore passate spalmato sul torace di Sirius, un giaciglio ben più confortevole del suo materasso di piume nella torre.
E non aveva contribuito alla sua sanità mentale il ritrovarsi a fissare da una prospettiva del tutto nuova l'eleganza dei lineamenti dell'amico: alti zigomi, lunghe ciglia nere, labbra piene leggermente socchiuse, un solido petto sotto il palmo delle sue mani.

Ancora adesso non riusciva a spiegarsi come fosse riuscito ad uscire dall'immane crisi gay che lo aveva colpito come una mazza da baseball nello stomaco, ed evitare di fare qualche gesto avventato. Come confessare.
O baciarlo.
O di peggio, vista l'imbarazzante ed immediata reazione del suo corpo.

Ma in ogni caso il panico era riuscito ad avere la meglio sugli ormoni, ed essendo l'unico vero testimone dell'evento – al suo risveglio Sirius era ancora profondamente addormentato – da bravo e coraggioso Grifondoro portò avanti l'unica scelta possibile: insabbiare il tutto, così da non dover affrontare le implicazioni dell'aver dormito nudo e accoccolato con uno dei suoi più cari amici.

Uno dei suoi più cari amici – cotta – da anni.

 

E fu così che quando il fatto accadde una seconda volta, Remus non vi diede davvero peso, dimentico di quel pomeriggio di parecchie settimane prima nel suo tentativo di autoimposta negazione.

Dimentico, uhuh certo, non ossessionato.

E forse complice il fatto che l'evento risultò meno compromettente della volta precedente, in quanto avvenne in presenza di Peter e James – anch'essi addormentati in cumulo informe di cuscini e coperte sul pavimento del loro dormitorio – non se ne preoccupò, perché poteva capitare a tutti di crollare durante una serata di gioco con i propri amici e poi durante la notte rotolare vicino ad uno di loro. Giusto? 
D'altronde non è la natura dell'essere umano ricercare il calore corporeo di un suo simile? E se Sirius non pareva particolarmente turbato dall'essersi svegliato con la faccia di Remus incastonata tra collo e clavicola e le gambe intrecciate con le sue, perché allora avrebbe dovuto andare fuori di testa per un qualcosa su cui farsi una risata insieme?

Niente panico, tutto nella norma.

 

Tutto nella norma per tre, quattro, cinque, dieci, venti volte.

Una normalità fatta di coccole e cucchiai inconsapevoli, di risvegli pigri e buon giorno sussurrati tra i capelli con divertita dolcezza. Di tracce di profumo altrui catturate in maglioni e felpe, di otto buone e reali ore di sonno alle spalle in un letto diverso dal proprio.

Tutto nella norma, solo due amici che per un inspiegabile motivo si continuano a ritrovare a dormire insieme.

Peter non aveva fatto domande, James ci aveva provato ma era stato prontamente bloccato da un'occhiata mortale di Sirius. E loro non ne avevano mai parlato, come non avevano mai parlato del suo contrabbando illegale di cioccolata o delle fughe in piena notte dal dormitorio di Felpato.

Tutto nella norma insomma.

 

Talmente nella norma che all'ennesima volta che il fatto successe Remus ebbe un vero e proprio tracollo. Ma non un semplice attacco di panico, nossignore, bensì uno di quegli episodi d'ansia paralizzante da storia dell'orrore; si ritrovò a far vagare lo sguardo allarmato intorno alla stanza, pietrificato non da un incantesimo ma dalle decine di paia d'occhi piantati sulla sua figura e quella del suo compagno di banco – ancora felicemente addormentato ed ignaro – incapace di qualunque reazione che non fosse boccheggiare scioccato.

Perché questa volta non si era appisolato tra le braccia della sua cotta in una stanza isolata dal mondo o nella privacy del loro dormitorio, bensì in una classe piena di studenti durante la lezione di Trasfigurazione in comune con i Tassorosso.
Una lezione della professoressa McGranitt per giunta, che in quel preciso istante stava fissando intensamente con sguardo accigliato il punto in cui la testa di Sirius era comodamente adagiata sulla sua spalla.

E non sapeva se essere più scioccato dall'essere stato beccato dalla direttrice della sua casa praticamente abbracciato ad un altro studente durante una lezione – gli avrebbe sottratto punti per aver dormito a lezione? O forse avrebbe considerato la loro distrazione come pomiciata e per questo si sarebbero guadagnati una punizione? - o dal senso di profonda soddisfazione a scaldargli il petto nell'istante in cui sentì il naso di Sirius sfregarsi dolcemente contro la sua gola, mentre nel sonno gli si faceva ancora più vicino.

Una parte della sua mente si sciolse dinanzi all'evidenza di come il Malandrino si sentisse non solo abbastanza a suo agio da abbandonarsi tra le braccia di Morfeo in sua presenza, ma anzi che lo ricercasse inconsciamente in quei momenti.
Un'altra parte inorridì al pensiero delle voci che si sarebbero diffuse già a partire da pranzo; i pettegolezzi ad Hogwarts trasudavano dai muri ancor più velocemente di muffa e fantasmi, e l'ultima cosa che serviva nella sua vita in quel momento era essere al centro dell'attenzione di studenti ed insegnanti, non dopo tutta la fatica che aveva fatto per cercare di rimanere nell'anonimato.
Se già essere additato come amico di James Potter e Sirius Black gli era valso le luci – non volute – della ribalta, non osava neanche pensare a quale faro gli sarebbe stato puntato addosso per un fatto simile.

Ma neanche nei suoi peggiori incubi Remus si sarebbe mai prefigurato uno scenario tanto terribile quanto imbarazzante.

Perché se c'era una cosa in cui gli studenti di Hogwarts eccellevano oltre a trovare cento e più modi per fare impazzire Gazza o marinare le lezioni di Divinazione, era distorcere e ingigantire le voci.
E di come da una casuale osservazione di una Tassorosso in corridoio sul fatto che la McGranitt avesse trovato Lupin e Black a farsi un pisolino durante la sua lezione si fosse in meno di tre ore arrivati a quello, Remus non ne aveva la più pallida idea.

Anzi ne aveva un'idea troppo fin troppo chiara, data la fama di Sirius nell'ambito e le continue chiacchere sulla sua movimentata vita sentimentale.
Solo che non pensava ne avrebbe mai fatto parte.

 

“Io e te a letto insieme, eh?”

Remus si strozzò con il succo di zucca, tossendo e sputacchiando sui suoi vicini di tavolo in Sala Grande, cercando di non morire almeno fisicamente mentre la sua anima ascendeva all'aldilà dinanzi allo sguardo ammiccante di Sirius e a quello divertito dei suoi compagni di casa.

“Cosa?” gracchiò il povero ragazzo tra un colpo e l'altro della mano di James tra le scapole, sperando di non essere della tonalità di rosso che il calore sulle sue guance gli faceva supporre essere.

“Dai Moony non scherzare, parlo del fatto che dormiamo insieme da settimane”

Il ghigno di merda di Sirius si fece ancora più grande mentre fissava l'espressione di shock sul suo volto, incoraggiato dall'interesse che la loro conversazione stava suscitando anche tra gli studenti dei tavoli vicini.

“Ora che anche la McGranitt ci ha colto sul fatto non possiamo più tenerlo segreto, ho sentito da uno del settimo anno come la voce sia arrivata persino alle orecchie degli abitanti di Hogsmeade ormai – Sirus gli afferrò una mano al di sopra del piatto di rognone accarezzandone il dorso, facendo spalancare gli occhi di Remus così tanto da raggiungere la grandezza di due piatti da portata per lo sconcerto – e non voglio più nascondere questa parte del nostro rapporto. Ascoltate tutti! Ho dormito con questo ragazzo, anche diverse volte, ed è stato fantastico!”

A questa rivelazione partì uno scrosciante applauso dai tavoli di Grifondoro, Tassorosso e Corvonero, unito a fischi ed insulti da parte dei Serpeverde.

Una crepa di preoccupazione incrinò il sorriso ilare di Sirius quando Remus strappò bruscamente la mano dalla sua presa e scappò via senza proferir parola oltre le porte dalla Sala Grande, tra i commenti e i fischi degli altri studenti.
In preda al rimorso, maledicendosi per essere un tale cazzone, si precipitò a seguirlo su per le scale, ignorando le grida d'avvertimento di James e le domande curiose dei suoi compagni, correndogli dietro fino al ritratto della Signora Grassa, senza mai riuscire a raggiungerlo nonostante le sue gambe lunghe.

Maledetti riflessi aumentati da licantropo.

Fece irruzione come una Banshee nella sala comune, cercando con sguardo frenetico la presenza dell'amico; lo trovò rannicchiato su un divanetto vicino al camino, lo sguardo illeggibile perso tra le braci scoppiettanti.
Si mosse così in fretta per raggiungerlo e scusarsi da non notare un poggiapiedi abbandonato in mezzo al passaggio, e un attimo prima stava fissando gli occhi sgranati dalla sorpresa di Remus, un attimo dopo era sdraiato e dolorante sul freddo pavimento in pietra.

Ovviamente dopo essersi comportato come un perfetto idiota nei confronti della persona che gli piaceva davanti all'intera scuola, non poteva farsi mancare il patetico tocco di stile ''una volta toccato il fondo non si può che scavare''.

E a fine giornata si sarebbe dovuto sorbire anche la pedante versione di James-te-l'avevo-detto-Potter, oltre che agli sguardi di biasimo della protection squad di Remus, capitanata dalla Evans.
Voleva solo diventare invisibile e sparire, magari emigrare in Messico o in qualche posto caldo; aveva sentito dell'esistenza di un'altra scuola di magia nascosta da qualche parte in Sud America, zanzare e umidità non sembravano poi così male rispetto all'affrontare la conversazione che evitava con ferocia da settimane.

Forse c'era stato un errore nello smistamento, dal momento che mancava di tutto quel coraggio tanto acclamato nella sua casa.

Era stato così codardo ed impaurito dai suoi stessi sentimenti da fingere persino di non essersi accorto del corpo nudo di Remus premuto contro il suo in quella prima fatidica volta in cui avevano dormito insieme; che di dormire insieme poi non si poteva proprio parlare visto che non aveva riposato nemmeno un secondo, troppo sconvolto ed eccitato dall'essersi ritrovato schiacciato da un enorme lupo addormentato, poi mutato in ragazzo senza vestiti tra le sue braccia.
E testimoni le sue occhiaie violacee, erano stati ben pochi i momenti in cui da quel giorno in poi aveva davvero riposato, impossibilitato a distogliere lo sguardo e la mente dalla figura rannicchiata contro di lui ogni notte, e dalle mille più uno implicazioni che tutta questa storia avrebbe portato nella loro amicizia.

Perché nessuno - ragazza o ragazzo - gli aveva mai fatto sudare i palmi delle mani come Remus, o lo aveva fatto sentire così confuso e bisognoso di vicinanza, di intimità.

Neanche quelli con cui era stato a letto.
E a lui piaceva davvero il sesso, un sacco, ma nulla di quello che aveva fatto fino a quel momento poteva essere paragonato alla sensazione di dolce appagamento dinanzi alla vista del nido di corvo che erano i capelli di Remus di primo mattino.

“Oh Merlino, ti sei fatto male?”

Gli scostò una lunga ciocca di capelli neri dal volto, cercando di scovare qualche segno di ferita o contusione, ma non ne trovò.

“Remus mi dispiace così tanto. Sono un tale idiota...Io non so cosa avessi in mente, non intendevo ciò che ho detto. Cioè sì lo intendevo, ma non nel senso che pensi tu. Non voleva essere una presa in giro, né uno scherzo. Ma ho sentito le voci a pranzo e ho pensato che fosse il momento perfetto per farmi avanti senza sembrare un perfetto imbranato, ma ovviamente non ha funzionato perché sono solo uno stupido sbruffone, ma tutta questa storia dei pisolini...”

“Pisolini?”

“Hai ragione, pisolini suona così infantile! Da oggi potremmo chiamarli Horizontal life pauses, molto più appropriato. Comunque..”

“Dio, come ho fatto ad innamorarmi di un tale idiota?”

Sirius non fece in tempo a replicare che si ritrovò morbide labbra premute con decisione contro le sue; sapevano di succo di zucca, ed erano calde.

Dopo un attimo di folli palpitazioni ricambiò il bacio, muovendo con decisione la bocca contro quella dell'altro, posandogli una mano dietro il collo, come aveva fantasticato di fare dall'esatto momento in cui si era reso conto di essere attratto da uno dei suoi più cari amici.

Remus si lasciò sfuggire un sospiro soddisfatto mentre approfondiva il contatto, perdendosi nella sensazione della labbra e le mani di Sirius sul suo corpo, troppo confuso e felice per preoccuparsi di come fossero finiti in primo luogo dal pavimento al divanetto, o di come fosse adorabilmente schiacciato contro i cuscini imbottiti da un peso ormai famigliare.

“Sirius forse sarebbe il caso che ci spostassimo. A breve inizieranno ad arrivare le persone dalla Sala Grande, e preferirei non dare ulteriore spettacolo.”

“Sirius?”

“Ehi Sirius andiamo, non puoi esserti davvero addormentato adesso!”

In risposta ricevette solo un leggero grugnito assonnato nell'orecchio.

Sospirò con rassegnazione.

Avrebbe potuto facilmente scrollarsi di dosso il suo corpo – vantaggi da lupo – ma il fatto era che non ne aveva assolutamente intenzione, non proprio ora che il loro dormire insieme aveva raggiunto un nuovo e fantastico livello inesplorato.

Si lasciò cullare dal respiro regolare e dai bassi ronzii di Sirius, prima di scivolare a sua volta nel sonno; l'ultima cosa che vide prima di addormentarsi furono le loro dita strettamente intrecciate insieme.


 

----


 

“Non sono la cosa più adorabile del mondo?”

“Te l'avevo detto o no Peter? Mi devi dieci galeoni”

“Ma ne avevamo scommessi solo cinque”

“Cinque sul fatto che fossero due idioti infatuati ed inconsapevoli, altri cinque per...”

“Sirius Black III, prova a far soffrire anche solo per mezzo secondo Remus e ti ritroverai sommerso da talmente tante fatture orcovolanti che neanche tua madre sarà in grado di riconoscerti”

Peter gemette sconfitto, prima di aggirare la figura urlante di Lily e quelle confuse ed assonnate di Sirius e Remus, e far scivolare dieci luccicanti galeoni sul palmo teso di un sogghignante James.

Aveva perso l'ennesima scommessa contro l'amico, ma almeno questa volta ne sarebbe valsa la pena.

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Alixia700