Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche
CAPITOLO 41
Da'len.
Questa parola
che mi veniva attribuita
ogni volta che incontravo un elfo antico, stava iniziando a darmi sui
nervi. Mi
celai nelle ombre e prendendo lo slancio, mi fiondai verso di lei
raccogliendo
il pugnale. Nell'attimo in cui lo ebbi in mano, venni sfiorata da altri
rami
che dal basso spaccarono la pietra, creando profonde crepe che si
estesero alle
colonne circostanti, rendendole instabili.
Stava
distruggendo il tempio! Rischiava
di crollarci tutto addosso!
Anche i rumori
provenienti dal piano
inferiore non erano di buon auspicio.
Diedi vita a una
tormenta di neve, il
ghiaccio si attaccava ferocemente alla barriera, coprendola e
limitandole
sempre di più la visuale. Due sfere di fuoco le comparvero
in entrambe le mani.
Annullò la barriera, facendo sciogliere all'istante il
ghiaccio. La tempesta
non sembrava comunque toccarla. Mise le sfere a terra, rimanevano
intatte,
sembravano delle grandi biglie dove al loro interno viveva il fuoco.
Presero a
muoversi da sole, una si posizionò di fronte a Zivanni,
fondendo il lastricato
di pietra e sprofondando per metà in esso. L'altra dopo
qualche breve
oscillazione, mi puntò. Maledizione! O facevo proprio schifo
a nascondermi o
c’era qualcosa che mi sfuggiva! Rinfoderai un pugnale per
avere la mano libera
e creai una lancia di ghiaccio. Con un colpo forte e deciso la feci
schiantare
su quell’inquietante sfera. Esplose in mille schegge.
Non mi rimase
che correre. Misi più
distanza possibile tra me e quella cosa, ero sicura che se mi toccava
sarebbero
stati guai. Ad un tratto si fermò, stava diventando sempre
più incandescente e
di un rosso scuro. Si sciolse, riformando poi due sfere più
piccole. Che
diavolo…!? Queste schizzarono sempre verso di me, creando
delle linee
incandescenti sulla pietra, che rimanevano di un fuoco vivo. Si
intrecciavano
nei movimenti formando dei grandi otto. Notai che l'elfa si era
acquattata a
carponi senza fare altro, a parte guardarmi scappare. Si stava godendo
lo
spettacolo!? Concentrai il mana, un grande fulmine cadde verso di lei,
ma si
disperse. L'altra sfera aveva assorbito l'impatto. Cambiai di colpo
direzione, mettendo
inavvertitamente un piede sulle linee che le altre sfere continuavano a
tracciare. Una scarica di dolore mi trafisse e balzai via con un
gemito. Diavolo!!
Mi bloccai sconcertata. Altre sfere più piccole erano
comparse e continuavano a
tracciare quella gabbia di linee. Dovevo allontanarmi. Stavo per uscire
dal
quel groviglio. Sbattei il viso contro una barriera. Le calpestai.
Urlai non
riuscendo ad evitarlo e rimettendomi in un posto libero da quelle
trappole. Che
diavolo di magia era?
Zivanni si era
alzata e restava con le
braccia incrociate. Perché sembrava delusa?
Non me ne
fregava niente! Digrignai i
denti e mi guardai intorno. Cosa potevo fare? I movimenti mi erano
limitati.
Non potevo colpirla…
-Stai aspettando
che Fen'harel ti
salvi? O magari pensavi di usare i marchi? Sai come si fa, vero?- disse
prendendomi in giro.
-Perché
dovrei imparare ad usare
qualcosa che aborro?- replicai seccata cercando un modo per rivalermi.
Gli
occhi si posarono su una vicina colonna instabile.
-Con quale
superiorità credi di
poterne fare a meno, da'len?-
Diedi vita a
un’enorme sfera
elettrica. -Smettila di chiamarmi così!-
Abbozzo un
sorriso -Come dovrei
chiamare uno spirito tanto giovane? Porti il nome di Mythal e
sarà la tua morte.
Non sei in grado di sostenere un lascito del genere-
Lanciai la sfera
contro la colonna.
Questa si spaccò del tutto, cadendo verso di lei e sfondando
il pavimento, mi
tolsi evitando di venire schiacciata. Le linee diventarono inerti.
Un'enorme scossa
fece tremare l'intero
edificio. Le altre colonne tremarono pericolosamente. Notai risalire le
scale
delle fiammelle violacee, danzavano avanzando lentamente. Un ramo ne
venne in
contatto e si tramutò immediatamente in cenere. Circondarono
Zivanni, la
barriera che stava ergendo si infranse. Le fiamme cercarono di
aggredirla, ma
balzò lontano vicino al Pozzo dei Dolori. Lanciò
un incantesimo di ghiaccio che
si dissolse all'istante a contatto con la magia di Solas. Lui
però non lo
vedevo ancora, cosa che mi rendeva preoccupata.
All'improvviso
l'elfa si portò quasi
le mani alla gola. Terrorizzata tentava di toccarsela, ma qualcosa
glielo
impediva. Provava disperatamente a togliersi qualcosa dal collo senza
successo.
I piedi le si staccarono dal terreno, restando a penzoloni. Faceva
fatica a
respirare -Lasciami…- tossì cercando di prendere
aria, lo sguardo illuminato si
affievolì per qualche secondo per poi ritornare brillante
-Chi pensi che
fossero i Silvani…- si dimenò dalla presa non
ottenendo risultati -…che hai
eliminato? Sarebbe stato meglio se fossi morto come questo mondo. Come
siamo
morti noi per difendere una falsa Dea…- tossì di
nuovo. Di fianco a lei Solas
ritornò visibile, la teneva saldamente dalla gola con una
mano. Gli occhi illuminati
dalla concentrazione di mana, l'espressione rigida e tesa, non mostrava
alcuna
emozione. Il fuoco viola si mosse sotto i piedi di Zivanni creando un
cerchio.
I sussurri
risuonarono dal Vir
Abelasan “Quando lo
sguardo del Temibile Lupo è limpido, la luce
brucia in un anello mortale”
L'elfa si
dimenò ancora -Uccidimi! Sai
che questo legame corrotto non può essere spezzato!-
-Lo
farà, ha attaccato la sua famiglia.
Il Lupo brama il suo sangue- disse Cole alle mie spalle, guardando la
scena
insieme a me.
Cosa avrei
dovuto fare? Ci aveva
attaccato. Li raggiunsi e anche se in difficoltà Zivanni
puntò gli occhi nei
miei. La luce insolita che c'era stata fino a poco prima se ne era
andata,
rimanevano le iridi azzurre ormai rassegnate al loro destino.
-Se il suo Primo
non ha il coraggio di
farlo, lascia che lo faccia la nuova Mythal- mormorò sfinita
-Sarà migliore del
destino che è toccato alle Sentinelle venute prima di me-
Il braccio
tremò e gli posai una mano
sulla spalla -Solas che le sta succedendo?- l'ira che percepivo da lei
non era
ancora scomparsa del tutto.
Zivanni
sbuffò e tossì -Una bambina
che ne porta in grembo un altro…- la mano del mio lupo
strinse la presa, la
bocca era ridotta a una linea sprezzante.
-…
pensa ad insegnarle a proteggerlo.
Lo abbiamo percepito tutti, non sa gestire il suo legame con
noi…-
Portai
protettiva le mani sul ventre.
-Lo
farò. Avevo intuito come potevate
aver agito quando ho visto i Silvani. Ir abelas, non doveva andare
così- lei
chiuse gli occhi mettendo fine alla conversazione e Solas la
lasciò andare.
Appena toccò le fiamme si sprigionò una luce
accecante. Voltai il viso per
proteggermi gli occhi, quando mi girai era rimasta solo una macchia
nera sul
lastricato di pietra.
-Perché…-
prima che riuscissi a concludere
la domanda, venni afferrata dalle spalle -Mi avevi promesso di non
metterti in
pericolo!- esclamò furioso. Mi ritrovai con il viso premuto
sulla pelliccia di
lupo, in una stretta protettiva e disperata. Stava tremando?
Solas…
-Non potrai
proteggerci sempre-
sussurrai
-Il buttarti
contro il pericolo non mi
aiuta, vhenan- posai una mano sul suo petto scostandomi per fissarlo in
viso -Ho
un potere superiore al tuo- si chinò unendo le labbra con le
mie in un tenero
bacio, appoggiando poi la fronte alla mia -Ma il tuo spirito
è giovane, non
puoi ancora gestire del tutto il potere di cui disponi-
Sospirai -Ma se
non faccio nulla, non
imparerò mai nulla-
-Per questo
esiste l'Oblio, ne traiamo
l'immortalità, ma anche una conoscenza infinita. Essenziale
per degli spiriti
giovani e motivo per cui le nuove generazioni di elfi hanno perso tutta
la loro
memoria, creandosene poi una nuova con le poche rovine e cimeli
intatti- incatenò
le iridi grigie alle mie. Ancora una volta mi sentivo trattata come una
bambina.
Non lo sopportavo più. Per lui e per nostro figlio sarei
arrivata ad affrontare
un viaggio nel tempo, dove però non sarei mai stata
considerata alla sua altezza
in quel mondo. Non gli avevo mai chiesto quanti anni aveva e saperlo
avrebbe
sicuramente peggiorato il mio umore. -Quanti anni hai?- maledizione
alla mia
curiosità.
Sorpreso
inarcò le sopracciglia -Una
domanda insolita, perché me lo chiedi ora?-
Sospirai
-Perché non dovrei saperlo?-
domandai esasperata dal non ricevere una semplice risposta diretta
-L’età
non ha importanza…- disse vago,
per nulla entusiasta a dirmi quello che volevo
-Ne ha quando
non vengo ritenuta degna
di te!-
Negò
con la testa -Solo perché hai
ancora molto da imparare, non significa che ti debba sentire a
disagio…- lo
interruppi -Invece sarà così! Soprattutto se
riuscissimo a tornare indietro nel
tempo. Per la mia età ti avrei ritenuto irraggiungibile e
tu…-
-E io mi sarei
ritenuto troppo vecchio
per te- mi prese il viso tra le mani -Ma non avrei mai scordato come mi
guardano questi occhi color ametista e avrei fatto di tutto per starti
accanto
e conoscerti-
Sospirai di
nuovo e chiusi gli occhi -Non
vuoi che mi senta a disagio, e non vuoi darmi una risposta- riaprii gli
occhi e
fissai i suoi -Lo verrò a sapere in un modo o
nell’altro. È assurdo che l’uomo
che amo, mio marito, nonché il padre di mio figlio, non
voglia dirmi una cosa
del tutto normale- risposi risentita separandomi dalla sua presa e
mettendomi a
carponi vicino alla bruciatura, fissandola in modo assente.
-Per un attimo
è stata di nuovo
Serenità. Lo spirito appena nato ha aiutato- disse Cole.
Annuii distrattamente
con un cenno.
-I bambini ad
Elvhenan non erano
numerosi…- mi alzai e anche se stava suscitando la mia
curiosità, lo ignorai e
mi posizionai di fronte al Vir Abelasan, mormorai un incantesimo che mi
venne
alle labbra senza neanche rendermene conto. L’acqua o il
liquido che sembrava
tale, evaporò. Lasciando la vasca vuota.
La mano calda e
grande di Solas
strinse la mia, in silenzio intrecciai le dita con le sue. Si
schiarì la voce -Cinque…-
mormorò. Alzai lo sguardo su di lui e la presa sulla mano si
fece più forte -Cinquemila,
senza contare i millenni in Uthenera… più o meno-
concluse con difficoltà
Sorrisi
-Più o meno?-
Cinquemila era
un bel numero.
Venticinque e cinquemila. Mi passai una mano sul viso. Era come dire
che avevo
appena iniziato a vivere. L'esperienza che avevo io, era nulla in
confronto
alla sua…
-Non li
contavamo, dopo certe cifre
diventava inutile. Puoi percepire però se lo spirito
è giovane, vecchio o
antico, non serviva chiedere-
Lo tirai dalla
mano -Usciamo da qui-
la nausea stava tornando e non so se era a causa del cucciolo o di
quella
triste macchia nera sulla pietra.
Stavo scartando
il cibo che ci eravamo
portati. Avevamo deciso di accamparci nel Crocevia e ci eravamo
sistemati tra
due pareti che si congiungevano tra di loro. L'unica cosa rimasta di
quella
costruzione che dava però una protezione sufficiente per
passare la notte.
Mangiai della
carne secca e del
formaggio, accompagnando il tutto con il mio ormai inseparabile the
allo
zenzero. Appoggiai la tazza di fianco al giaciglio che avevamo
preparato per la
notte e iniziai ad allentare le cinghie dell'armatura, che cominciava a
starmi
stretta. Tolsi i guanti, i bracciali, gli stivali e le spalliere,
liberandomi
infine anche del pettorale. Rimasi in pantaloni e con la tunica che
tenevo
sotto l'armatura, slacciando il laccio posteriore dietro al collo. Con
un dito tirai
in avanti il bordo guardando dentro. Il seno iniziava ad aumentare di
volume e
si notava subito, non avevo mai avuto un petto prosperoso, anzi il
minimo
indispensabile.
Udii dei passi e
vidi Solas tornare
con della legna per il fuoco che avevamo acceso.
-Hai trovato
altro- dissi con un
sorriso.
-Ho rotto
qualche sedia e scaffale- la
lasciò a portata di mano e si fece scivolare di fianco a me.
Mi spostai in
ginocchio slacciandogli la cintura in vita. Negli occhi grigi
passò un lampo di
aspettativa e sorrisi maliziosa. Sfilai la pelliccia di lupo e
l’abbracciai,
distendendomi, dandogli le spalle e usandone una estremità
come cuscino.
Percepivo che mi osservava e ridacchiò. Udii del movimento,
supposi si stesse
preparando per la notte. Dopo un po’ di tempo non mi aveva
ancora raggiunto.
Avevo fatto anche un pisolino quasi senza rendermene conto, mi rigirai
dalla
sua parte, verso il fuoco. Aveva tolto tutta l'armatura, restando in
pantaloni
e tunica, era seduto con un quaderno tra le mani, appoggiato sulle
gambe
incrociate e ai suoi piedi la scatola con i colori che gli avevo
regalato. Ne
intingeva un pennello, disegnava qualcosa e si portava
l’estremità in legno alla
bocca pensieroso fissando le pagine. Lo studiai, non mi sarei mai
stancata di
farlo: la mano grande impugnava con sapienza il pennello, tracciando
tratti con
naturalezza. Le labbra morbide che avevo baciato e leccato parecchie
volte,
nascondevano i denti che stavano sicuramente mordendo la punta del
manico,
infatti avevo notato che erano quasi tutti segnati da quel vizio. I
miei occhi
color della tempesta restavano attenti sui fogli, finché non
li posò su di me
per poi sorridere dolcemente. Ricambiai, lanciò un piccolo
incantesimo sul
quaderno e ripose le cose che stava usando. Si avvicinò e
sdraiò vicino a me,
tirandomi tra le sue braccia.
Mi
lasciò un bacio sulla pelle del
collo -Ti ho svegliato?- sussurrò
-Sì,
con la tua assenza- mormorai,
passò una mano calda sul ventre e prese possesso della mia
bocca, insinuandosi
con la lingua.
-Ti stavi
divertendo?- domandai
curiosa. Appoggiò la testa sulla pelliccia di lupo affianco
alla mia -Mai come
ora- ridacchiai -Sul serio… eri concentrato-
Accennò
un sorriso e chiuse gli occhi -È
una sorpresa-
Posai una volta
le labbra sulle sue in
un bacio fugace. Una seconda sempre veloce, e una terza, dove
però una sua mano
si era infilata tra i miei capelli e mi aveva trattenuto rendendolo
profondo e
lento. -Era di questa sorpresa, che avevi accennato mentre giocavi a
carte con
Banal'ras?- passai la mano sulla sua che era ancora sul cucciolo, non
mi
riferivo infatti a quello che stava disegnando.
-Sì,
speravo che arrivasse. Non volevo
pianificazioni anche su di lui. Siete i miei due cuori che mi fanno
sempre
molte imprevedibili e gradite sorprese-
Mi ero
emozionata e il cuore si era
scaldato, esaurii le distanze abbracciandolo -Ho sonno…-
sussurrai -Io non ne
sono più tanto sicuro…- ridacchiai, infatti il
suo desiderio mi premeva contro -…
è sopportabile, mi hai fatto passare di peggio-
replicò
-Tipo?-
-Per esempio, il
presentarti a notte
fonda nella rotonda a Skyhold, brilla e con tutta
l’intenzione di fare l’amore-
Risi -Intendi
quella volta che mi sono
ritrovata stesa con te sul divano? Uno dei risvegli migliori-
-Se fossi
riuscito a chiudere occhio, potrei
concordare. Stanco e frustrato, avevo dovuto in seguito darmi piacere
da solo. Non
potevo assecondare l'istinto da lupo di prendere di peso la mia
compagna e
rinchiuderci in camera-
Immaginai Solas
che magari durante una
riunione nella sala da guerra, mi prendeva in braccio sotto lo sguardo
scandalizzato e scioccato di Cullen e Josephine e invece complice di
Leliana.
Risi e lo baciai -Sarebbe stato magnifico, ci avresti salvato da una
giornata
monotona e noiosa-
Prese ad
accarezzarmi un fianco e
ridacchiò -Ti avrei tenuta per me almeno fino al giorno
dopo. Questo te lo
posso assicurare- disse con voce profonda. Lo accarezzai su una
guancia, mi
tirò completamente addosso a lui avvolgendomi con le
braccia. Alzai una gamba
sul suo fianco -Sicuro di riuscire a riposare così?- stavo
chiedendo, ma dubito
che io stessa riuscissi a dormire finché restava eccitato.
-Proverò…-
-Mi fai
impazzire…-
-Allora
impazziremo in due- prese la
pelliccia da lupo avvolgendola meglio intorno ad entrambi. Restammo in
silenzio
per un po’, ma la mia mente non pensava ad altro che a quella
lunghezza che mi
premeva contro. -Cole…?-
-È
ritornato da Banal'ras-
-Dovevo capire
che centrasse in
qualche modo-
Ok, stavo
letteralmente impazzendo -Dovrai
spiegarmi come fai a controllarti in questo modo-
Ridacchiò
-Anni di pratica, anche se
con te sono sempre sull'orlo di cedere-
Oh! Al diavolo!
Lo tirai più contro di
me con la gamba che gli tenevo sul fianco e scesi con una mano fra noi.
Slacciai i miei pantaloni spingendoli verso il basso. Lo accarezzai
lentamente
attraverso il tessuto. Rispose con un ringhio -Vhenan…-
-Non ho
più sonno nemmeno io- prima
che potessi fare altro venni spinta e schiacciata con il suo peso
contro la
pelliccia. Mi alzò la tunica e dopo qualche secondo si
abbassò a leccarmi,
baciarmi e succhiarmi il seno -Oh! Ah… è
più sensibile… Solas!- si scostò, le
iridi bruciavano affamate. Si sfilò la maglia e posai le
mani sul suo petto,
accarezzandolo passando poi sulle spalle. Si impossessò
della mia bocca con
ferocia, affondando con la lingua. Iniziò a lasciarmi una
scia di baci sul
collo, seno, fino al ventre dove premette le labbra dolcemente e
più volte.
Ridacchiai -Mi stai facendo il solletico, vhenan-
Sorrise
divertito, si alzò e si tolse
i pantaloni. Entrò lentamente in me, ogni volta con una
leggera spinta, finché
non fu dentro fino all'elsa. Passai le mani sulla sua schiena e lo
strinsi con
le gambe. Con un braccio mi avvolse la vita e prese a muoversi, mi
baciò di
nuovo coordinando i due movimenti con lo stesso ritmo. Gemetti nella
sua bocca,
la pressione, come le spinte stavano arrivando al limite. Non vidi
più nulla. Continuava
a prendermi, sempre più forte. Inarcavo il bacino
assecondando quella
meravigliosa, ingombrante, intrusione. Un'ultima forte spinta e un
ringhio
profondo mi si riversarono contro. Il piacere nell’essere
trafitta da lui mi
annientò completamente. Si abbandonò su di me con
la testa sulla spalla. Lo
abbracciai non volendo che si scostasse. Mi lasciò altri
baci sulla pelle -Il
tuo corpo inizia a cambiare, ma'arlath-
-Il seno deve
aver tolto ogni dubbio-
ridacchiai. Si alzò su i gomiti e mi rivolse uno sguardo e
un sorriso furbo -Per
la sensibilità con cui reagisci al mio tocco, a dir la
verità. Ho sempre amato
il tuo seno e ancor di più i tuoi fianchi- mi
sovrastò e immerse la lingua
nella mia bocca in una promessa erotica, per poi appoggiarsi con la
fronte alla
mia -I fianchi?-
Sorrise -Si
stanno adattando anche
loro all'arrivo di nostro figlio, in modo molto seducente-
-Mmm…
il mio adulatore, come farei
senza?- mi diede un bacio fugace e si mise da parte. Allungò
una mano e prese
un pezzo di legna, lanciandolo nel fuoco. Rimasi a fissare le fiamme,
intanto
mi passò un braccio sulla vita tirandomi contro di lui -Non
si poteva davvero
salvarla?- non che l'avessi presa in simpatia, ma non si meritava di
morire,
dopo tutto quello che aveva passato.
-Zivanni?-
sospirò -No… si era legata
ad uno spirito di Serenità, i suoi pensieri lo hanno
corrotto. Non è semplice
mantenere un legame del genere con quello che è avvenuto-
-Capisco…
mi è dispiaciuto lo stesso…-
il tepore in cui ero avvolta mi fece addormentare.
Tenevo gli occhi
chiusi e un forte
senso di nausea mi aggredii. Passai una mano sulla bocca, aprii gli
occhi
venendo investita dalla luce del mattino. Mi alzai vacillante e mi
allontanai
un poco, rigettando dietro un masso. Questa nuova sveglia mattutina era
terribile.
Due dita mi
presero un gomito,
attirando l’attenzione alle mie spalle. -Acqua e poi
c’è del the che ti aspetta-
disse Solas porgendomi una tazza. La presi con un lieve sorriso
-Grazie, mi
stai salvando, lo sai?-
-Sei la mia
compagna e ti amo. Ti
aiuterò e mi prenderò sempre cura di te, vhenan-
con quel sorriso arrogante che
amavo, tornò al fuoco senza aspettare una risposta. Mi
sciacquai la bocca più
volte, per poi ritornare sul giaciglio. Riprese la tazza versando la
mia
salvezza contro la nausea. Lo sguardo fu attirato dal sole che era
già
piuttosto alto -Avresti dovuto svegliarmi- bevvi il liquido caldo
-Non
c’è fretta. Abbiamo ancora
qualche settimana di tempo prima di doverci ritrovare a Kirkwall-
intanto che
parlava stava sfogliando il suo quaderno -Hai bisogno di riposare, mi
piace
guardarti dormire e nostro figlio si è preso l'onore di
svegliarti in questo
periodo- concluse calmo -Ah… e amo questi momenti di
assoluta tranquillità con
te, spero di riuscire a dartene altri. Nel nostro mondo, nella mia
posizione,
avrei potuto darti molto di più e mi piacerebbe renderlo di
nuovo possibile-
smise di voltare le pagine e rialzò gli occhi su di me,
prendendo anche lui un
sorso di the. Era molto a suo agio, forse perché eravamo
vicini all'Oblio. La
posa che teneva, completamente rilassata. Restava con la maglia e i
pantaloni,
recuperai i miei, l’armatura abbandonata in un angolo.
-Mi stavo
godendo la vista…- mormorò,
sorrideva malizioso. Ricambiai il sorriso.
Molto di
più…
La folla che
avevo visto in quel ricordo.
Il profondo
rispetto che gli veniva elargito…
-Non so se
potrei fare quella vita.
Venticinque anni sono pochi, molto pochi…- si
alzò per poi risedersi da parte a
me e stringermi una mano -Avrai tutto il tempo di farti valere e
imparare.
Finché non sarai in grado di farlo da sola, avrai anche il
mio supporto. E
indirettamente o meno lo avrai sempre, sei mia moglie- si
chinò dandomi un
dolce bacio sulle labbra -E sei molto saggia, più di quanto
lo sia tuo marito
con cinquemila anni-
Mi stregava -Ti
piace proprio adul…-
premette di nuovo la bocca sulla mia -Sto dicendo le cose come stanno,
sai che
non lo farei se non lo pensassi veramente-
No, non lo
avrebbe fatto -Ma serennas,
è presto per pensarci, ma mi spaventa un po'-
intrecciò le dita e si portò la
mia mano alla bocca, posando le labbra -Andrai benissimo, ne sono
certo. Li
sorprenderai invece. Hai fatto più tu durante l'inquisizione
che molti elfi in
mille anni- bevve un altro sorso di the. Con un dito lo indicai -Ti
senti bene?-
domandai incredula. Fissò il liquido ambrato e
ridacchiò -Era mio dovere
assaggiarlo, con tutto quello che ne preparo. E a proposito di essere
vecchi,
non è ancora nato e sta già cambiando le
abitudini del suo papae-
Risi e negai con
la testa sconsolata, posò
le labbra morbide sulla mia guancia con un sorriso -E sai, quando hai
tanto
tempo, si tende anche a sprecarlo, te lo assicuro. Ce la si prende
molto comoda
in tutto. Tutto è molto più lento. Poi sono
arrivati gli shemlen, una definizione
crudele quella data dallo stesso Banal'ras, ma sentirai spesso
paragonarli agli
insetti…- finì quella spiegazione con quasi un
sospiro scoraggiato, guardando
il paesaggio davanti a noi.
-Mi hai detto
che i bambini non erano
numerosi…-
-Esatto, con una
vita lunga non pensi
a fare figli, non tanto presto. Gli umani si riproducono molto
più in fretta,
per noi era impensabile. Poi la guerra e gli Evanuris ci stavano
decimando, ma
è un'altra storia- lanciò un pezzo di legno sul
fuoco -Per le classi nobili era
ancora più raro, tanto che si festeggiava e lo si annunciava-
-E tu vorresti
farlo?-
-Intendo tornare
in un periodo ancora
tranquillo, e non potrò nascondere la tua presenza. Gli elfi
al servizio di
Mythal parleranno e non voglio far credere che non lo annuncio,
perché magari
mi vergogno di te-
Bevvi ancora del
the, non voleva far
pensare che fossi un errore, una relazione indesiderata. Spostai il mio
peso
verso di lui, appoggiandomi contro la sua spalla -Hai qualche progetto
per
questi giorni?- ora che la questione del tempio era risolta, non
avevamo ancora
pensato al dopo.
Rimase con un
braccio pigro sopra il
ginocchio della gamba piegata verso il petto, studiando il liquido
dorato del
the. -Passiamo da un distaccamento qui vicino- incatenò le
iridi grigie alle
mie -Dopo voglio mostrarti quella che era la mia casa e che spero
diventerà la
nostra, un giorno-
Appoggiata ad
una colonna venivo
osservata dal via e vai di elfi, profondamente incuriositi da
Fen'harel, ma
soprattutto da me. Eravamo arrivati mano nella mano. I primi anni,
avevo
pensato che non volesse esternare l'affetto che provavamo l'uno per
l'altro, e
lo avevo assecondato, stava bene anche a me così. Questa
cosa era radicalmente
cambiata, cercava spesso un contatto. Lasciava i suoi istinti da lupo a
redini
ormai sciolte. In contrapposizione la mia lupa dal mantello bianco ne
gioiva.
Quando mi
fissava, l'espressione di
Solas subiva un sensuale, impercettibile cambiamento. Un'eccitazione
calda scivolava
su di me, come della lava che avanzava lenta. Mi faceva quell'effetto
ogni
volta, senza il minimo sforzo. Poteva reclamarmi con uno sguardo, un
tocco, un
semplice sorriso da quelle labbra arroganti e morbide. Andavo in
fiamme. Sempre,
ovunque.
-Deve essere
sfortuna nera…- mi arrivò
alle orecchie una voce maschile che conoscevo, ma che forse avrei
preferito
dimenticare. Mi sforzai di deviare i miei piacevoli pensieri, sulla
persona
sgradita che invece mi ero ritrovata davanti, alzando lo sguardo. Ian,
occhi
d’ambra e capelli neri, però ora lunghi e tenuti
in una piccola treccia.
-Concordo. Ti
consiglio di starmi
lontano, sa tutto e potresti ritrovarti morto ancora prima di pensarlo.
Anche
se puoi rischiare, è di ottimo umore-
Abbozzò
un sorriso mesto -Non ne vali
la pena, anche se mi ci è voluto un po’ a capirlo-
stavo per controbattere,
quando Solas comparve venendo nella mia direzione e congedando una
Sentinella.
Lanciò un’occhiata a Ian, lessi un lampo di
consapevolezza, ignorandolo di sana
pianta. Se fosse stato una pietra, forse l'avrebbe trovato
più interessante. Si
posizionò tra noi -Nausea?-
-Ehm…
per il momento, no- ero
perplessa, ma il the in effetti… era un po’
diverso stamattina -Ti sei messo a
fare esperimenti con il the?-
-Io e lei
stavamo parlando- sputò
velenoso. Rivolsi gli occhi al cielo e mi passai una mano sul viso.
Ti prego no.
-Ora hai
concluso- disse Solas con tono
fermo e freddo. Dire che Ian stava giocando con il fuoco era riduttivo.
Le
iridi grigie si erano adombrate e un lieve bagliore argentato
vorticava,
annunciando il pericolo.
-Cosa ci fai
qui?! Forza! Veloce!
Andiamo! Siamo in ritardo!- esclamò una voce femminile.
Il mio mago si
girò e vidi Ian venire
spintonato da una ragazza con un Vallaslin di June in viso. Si rivolse
verso di
noi e chinò il capo -Ir abelas, hahren- e afferrò
Ian dall'abito trascinandolo
via -Ehi… io stavo…-
-Non stai
facendo un bel niente! Razza
d’imbecille! Cammina o ti prendo a calci!- si allontanarono.
L'elfa continuava
ad urlargli contro, stavo a vedere interessata se iniziava anche a
picchiarlo -Quella
ragazza mi va a genio-
-Con gusti
alquanto discutibili…-
mormorò Solas
-Forse sono solo
amici…-
Sbuffò
-Lo spero per lei…- si rigirò
verso di me più tranquillo -Comunque sì, ho
migliorato il the. Ho avuto modo di
parlare con uno spirito di Conoscenza e mi ha dato volentieri delle
informazioni per farti stare meglio-
-Oh…
grazie ad entrambi. Sto bene per
adesso, poi in caso ho sempre la menta- che non faceva miracoli, ma
meglio di
niente.
Sì
avvicinò e fece passare un braccio
sulla mia vita, tirandomi contro di lui, chinandosi e dandomi un bacio
sulla
tempia. Mi rigirai nella sua presa e gli misi le mani sul viso,
accarezzandolo -Sei
più calmo ora?- ero sicura che stava per uccidere
quell’idiota di Ian. Chiuse
gli occhi e si abbandonò al mio tocco con l'accenno di un
sorriso -Ero calmo
anche prima…-
-Ah
sì?- lo tirai verso il mio viso e
premetti le mie labbra sulle sue -So che lo stavi per sbranare-
Riaprì
gli occhi di quel bel grigio -Non
deve neanche osare guardarti-
Sorrisi
-Continuerei a stare così, ma
ci stanno fissando tutti-
Ridacchiò
e mi scostai dall’essergli
così vicino, vedendo gli elfi cercare di ricomporsi e
tornare alle loro
mansioni.
-Andiamo vhenan-
Altri Eluvian,
altre soste per
vomitare, e la temperatura cambiò diventando più
mite, il sole poco alla volta
si stava abbassando verso l'orizzonte. Un ultimo specchio e una brezza
marina
mi colpì l'olfatto. Girai il viso avvicinandomi al margine
dello strapiombo,
l'erba si diradava arrivando ad una spiaggia.
-Siamo oltre il
Mare Ghiacciato- spiegò
Solas
Non ci credevo
-Josephine vorrebbe
essere qui. Mi hai portato al di là del mare? Non siamo
più in Thedas!?-
Mi
mostrò un largo sorriso -Esatto, vhenan-
restammo per un po' a guardare le onde che si infrangevano sulla costa.
Mi
prese la mano -C’è altro da vedere e penso che un
bagno caldo sia gradito?-
-Certo!
Andiamo!- avevo bisogno di un
bagno. Rise avviandoci, continuammo fino a quando il rumore del mare si
fece
più lieve e iniziò una foresta. Trovammo una
radura con una statua di lupo, non
c'era altro.
Solas la
toccò studiandola e poi
guardando i dintorni -Ottimo, sembra immacolata anche dopo tutti questi
millenni. E non percepisco presenze estranee, gli incantesimi di
occultamento
resistono- gli occhi gli si illuminarono, la stessa cosa fece la statua
però di
un verde acceso. Si spostò di lato rivelando delle scale -Ti
piacciono proprio
i passaggi segreti-
Ridacchiò
-Quando ti danno la caccia
diventano i tuoi migliori amici- posò una mano sulla mia
vita invitandomi ad
entrare. Il passaggio si illuminava attraverso delle sfere di vetro,
dove
dentro restava il fuoco che vorticava su sé stesso. Le scale
erano di una
pietra bianca e liscia. Alla fine entrammo in una stanza abbastanza
grande,
dalle pareti al pavimento sempre formate da quella pietra bianca, con
quelle
luci strane che illuminavano tutto senza difficoltà. Un
corridoio sulla sinistra
e una porta, a destra una piccola statua di lupo ad accoglierci -Fa la
guardia?-
scherzai. Il mio mago sorrise -In un certo senso…-
Aprì
la porta, nella stanza c'erano
vari manichini, bastoni di varie forme, e un tavolo -Lasciamo
l'armatura qui,
le metteremo in ordine più tardi- senza farmelo ripetere
tolsi tutto quel
metallo nero, che anche se leggero a fine giornata non sopportavo
più.
Ci dirigemmo
verso il corridoio, dove
facevano capolino delle porte da una parte o dall'altra. Ero alquanto
curiosa
di scoprire cosa c'era in ogni stanza e iniziavo a sentire la
stanchezza -Sono
felice che gli incantesimi di preservazione funzionino ancora-
-Preservazione?-
-Vivendo per
millenni le cose dovevano
mantenersi il più possibile in ottimo stato. Dopo vedremo le
altre stanze, se
sono come le avevo lasciate quando sono stato qui l'ultima volta. Ora
pensiamo
al bagno- aprì una porta di cristallo, quella pietra bianca
era ovunque, al
centro della nuova stanza c'era un grande dislivello nel pavimento. Non
ero
sicura di capire…
Solas
andò verso un pilastro toccando
alcune incisioni che si illuminarono. Udii il suono
dell’acqua, saliva dal
fondo di quella che capii essere un'enorme vasca interrata nel
pavimento. L'aria
di fece più calda riscaldando la stanza. Continuai a
guardare l'acqua salire
affascinata, come una bambina a cui era stato mostrato un nuovo gioco.
-Entriamo?-
domandò Solas con un sorriso
divertito dalla mia faccia e sfilandosi la maglia lasciandola cadere
per terra.
-Per quanto
volevi tenermi nascosta
una vasca del genere?-
Rise e il suono
rimbombò -Mi ero
ripromesso di portatici quando avremmo avuto del tempo- e si tolse i
pantaloni.
Lo imitai e scesi i gradini, l'acqua era piacevolmente calda, mi
arrivava fino
alla vita e mi immersi fino alle spalle. Chiusi gli occhi godendomi
quel
silenzio interrotto solo dal movimento dell'acqua. Le braccia di Solas
mi
cinsero la vita, mi ritrovai con la schiena contro il suo petto e mi
appoggiai
del tutto a lui -Noto che è di tuo gradimento-
Sorrisi
-Decisamente, ma'arlath-
-Ne sono
contento- mi lasciò dei baci
sul collo, socchiusi gli occhi e alzai una mano posandogliela su una
guancia accarezzandolo
-Resterei qua con te per ore, ma rischio di addormentarmi-
continuò quel dolce
assalto -Se vuoi nessuno lo vieta-
Mi stavo
assopendo davvero, venni
tirata verso gli scalini dove si sedette e mi mise in grembo, l'acqua
ci
lambiva le gambe -Mi stai viziando…- appoggiai la testa
nell'incavo del suo
collo -Voglio farlo- mormorò. Posai un bacio sulla pelle
-Così poi quando
useremo la solita vasca mi sembrerà minuscola…-
Rise, quanto
adoravo quel suono, mi
riempiva ogni volta il cuore di gioia -Questa casa, come…?-
da quel poco che
avevo visto all'esterno eravamo in mezzo al nulla. L'unico effettivo
collegamento con il resto del mondo sembrava l'Eluvian non molto
distante, che
una volta disattivato si era celato alla vista.
-Un regalo da
parte di Mythal per i
miei anni al suo servizio- strinse il braccio sulla mia vita e prese
possesso
della mia bocca, affondava con la lingua famelico. Riprendemmo fiato e
sentii il
suo desiderio premere contro il sedere -Prendo il sapone…-
voltò la testa cercandolo,
scesi dalle sue gambe e mi spostai di nuovo in acqua. Si
alzò, era eccitato, ma
lo stava ignorando. Mi immersi del tutto bagnando anche i capelli e li
dovetti
scostare dalla faccia -Li dovevo tenere corti…- borbottai,
avevo poca pazienza
nel prendermene cura. -Non osare tagliarli, sei ancora più
bella così- portava
in mano due bottigliette di vetro, me ne passò una e
aprì quella che teneva in
mano -Ti aiuto?-
Mi girai
invitandolo ad iniziare, sentii
un liquido freddo sulla testa, poi le mani di Solas iniziarono a
massaggiarmi
il cuoio capelluto. Era magnifico, mi stavo rilassando come non mi
capitava da
tempo. Mi sfuggii un lieve gemito di piacere. -Finito, puoi sciacquare-
gli
ripassati l’altra bottiglietta e mi immersi di nuovo cercando
di togliere tutto
il sapone, riemersi. Si stava insaponando e anche se lo stava facendo
in modo
sbrigativo, era alquanto erotico. Gli sfilai il sapone dalle mani e
feci lo
stesso, per poi sciacquarmi. Ritrovai il mio mago che mi fissava e mi
mangiava con
gli occhi, sorrisi -Ti asseconderei volentieri, ma tuo figlio non
è d'accordo, mi
sta ritornando la nausea- che tempismo che hai cucciolo.
Sorrise -Preparo
dell'altro the e
mangiamo qualcosa?- annuii con un cenno del viso. Mi prese per mano e
uscimmo
dall'acqua -Un asciugamano?- chiesi, mi tirò verso l'uscita
e all'improvviso
un'aria calda ci asciugò completamente. Mi toccai i capelli
basita, sembravano
stati al sole, incatenai gli occhi ai suoi -Mi stai sorprendendo sempre
di più-
Ridacchiò
e venni condotta fuori dal
bagno, anche se nudi si stava bene, non faceva freddo -I vestiti?- non
che mi
servissero, eravamo solo noi due… bhe tre. Spostai la mano
sul ventre sentendo
il cucciolo -Tutto bene?- domandò Solas con
un’espressione preoccupata. Mi
sporsi verso di lui con un sorriso e lo baciai fugacemente -Benissimo,
cuore
mio. Ceniamo? Prima il the, però- ricambiò il
bacio e aprì una porta, un letto
matrimoniale con due comodini, tutto molto semplice, si riconosceva il
suo
stile e un'altra porta comunicante -Da questa parte
c’è il guardaroba- intanto
che lo diceva entrammo, mi ritrovai di fronte una marea di abiti dai
colori più
disparati.
-Scegli quello
che vuoi, non ti
preoccupare per la taglia, si adatteranno al tuo corpo- stava prendendo
dei
pantaloni verdi e una camicia bianca, allacciando solo qualche bottone.
Il
senso di nausea mi distolse dalla figura del mio lupo, mi avvicinai ad
uno
scaffale, c'erano vestiti per tutte le occasioni. Notai dei pantaloni
in pelle
blu scuri, li abbinai a una maglia di una tonalità azzurra.
Entrambi erano
troppo grandi, almeno il doppio del necessario. Anche se scettica
infilai i
pantaloni, immediatamente si adattarono alla mia figura, come se
fossero stati
fatti per me. Lo stesso fece la maglia, aveva indubbiamente un taglio
maschile,
ma mi piaceva.
Ancora nausea,
passai la mano sulla
bocca. Maledizione…
-Vieni, qualche
minuto e avrai il the-
Lo seguii fino
nel corridoio entrando
in un'altra porta. Un tavolo con delle sedie di buona fattura, niente
di
eccessivamente elegante. Varie credenze dove vidi dei piatti e pentole.
Ne
prese una e la riempì d'acqua al lavandino, la
posò su una superficie di
metallo. Non capendo mi avvicinai, risplendeva un sigillo di fuoco,
stava
riscaldando l'acqua.
Presi posto a
tavola. Un modo di fare
le cose molto differente a quello a cui ero abituata, dalle luci, al
bagno,
perfino i vestiti. Ero stata catapultata in un mondo diverso dal mio
con quelle
semplici cose. Una tazza di thè mi si presentò di
fronte, la presi subito,
ottenendo un po’ di sollievo. Stava aprendo degli armadietti,
scrutando l'interno.
Mise su un piatto dei biscotti, avevano al centro quella che sembrava
crema. -Un
dolce diffuso ad Elvhenan, mi è rimasto solo questo
purtroppo. Dovremmo dare
fondo alle nostre scorte e domani andare a caccia-
Ne presi uno e
si sbriciolò in bocca,
la crema dolce, erano friabilissimi. Come… lo guardai e mi
fissava divertito
con quel sorriso da lupo -Come si sono conservati? Sono buonissimi!- ne
afferrò
uno e se lo mise in bocca, chiuse gli occhi assaporando con
soddisfazione e si
leccò le labbra attirando la mia attenzione,
riaprì gli occhi -È una buona
domanda, ma non ti so rispondere. Non mi sono mai occupato di questo
genere di
magia-
Usare la magia
per cucinare? -Non sono
una grande cuoca, ma mi piacerebbe imparare un giorno-
-Lo metteremo
nella lista delle cose
da fare. In cima, sono curioso di assaggiare-
-Farai da cavia?
Il Temibile Lupo
avvelenato da un biscotto. Passerò alla storia- scherzai
Restò
con un leggero sorriso e uno
sguardo adorante -Verrai riconosciuta come colei che ha messo la
museruola a
Fen'harel, tanto per citare Banal'ras…- disse sereno, quasi
in un sussurro.
Appoggiai il
viso su una mano
inclinando la testa -Non ho mai voluto fare una cosa del genere...-
Sorrise
-Sembrerà così, ma invece
sappiamo che mi sono affidato del tutto a te, vhenan-
Era in vena di
un complimento dopo
l'altro e li accoglievo volentieri. Presi un altro biscotto e lui con
me -Tanto
per citare sempre Banal'ras, sei il mio lupacchiotto innamorato e il
mio cuore-
-Stai imparando
ad adularmi…-
-Mi piace-
Forse mi sarei abituata a quelle comodità molto in fretta.
Prima di tutto
Buon Natale! Lo so non mi sono fatta sentire per
parecchio, gli impegni e la mancanza d'ispirazione hanno
rallentato il tutto, spero sempre di pubblicare il più
presto possibile, ma mi vengono rotte le uova nel paniere... Spero che
il capitolo vi sia piaciuto! Ditemi che ne pensate, mi fa sempre
piacere! Solas ha fatto una bella sorpresa a Yen?