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Autore: Sherry93    24/12/2019    1 recensioni
Avevo sciolto l'Inquisizione, non sopportavo più quei falsi buonisti che avevano lasciato la salvezza del Thedas sulle nostre spalle e pretendevano che sparissimo. Corypheus era morto già da più di due anni e non aveva senso. Abbiamo un altro obiettivo, ho un altro obiettivo e non intendo restarne fuori, se voleva proteggermi doveva fare di meglio, quel suo maledetto orgoglio lo avrebbe ucciso e non posso permetterglielo.
[IN REVISIONE]
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inquisitore, Solas, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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No! Non sono morta! Ci sentiamo alla fine del capitolo!
Grazie a chiunque legga, sono benvenute le recensioni e soprattutto suggerimenti e critiche



CAPITOLO 41

Da'len.

Questa parola che mi veniva attribuita ogni volta che incontravo un elfo antico, stava iniziando a darmi sui nervi. Mi celai nelle ombre e prendendo lo slancio, mi fiondai verso di lei raccogliendo il pugnale. Nell'attimo in cui lo ebbi in mano, venni sfiorata da altri rami che dal basso spaccarono la pietra, creando profonde crepe che si estesero alle colonne circostanti, rendendole instabili.

Stava distruggendo il tempio! Rischiava di crollarci tutto addosso!

Anche i rumori provenienti dal piano inferiore non erano di buon auspicio.

Diedi vita a una tormenta di neve, il ghiaccio si attaccava ferocemente alla barriera, coprendola e limitandole sempre di più la visuale. Due sfere di fuoco le comparvero in entrambe le mani. Annullò la barriera, facendo sciogliere all'istante il ghiaccio. La tempesta non sembrava comunque toccarla. Mise le sfere a terra, rimanevano intatte, sembravano delle grandi biglie dove al loro interno viveva il fuoco. Presero a muoversi da sole, una si posizionò di fronte a Zivanni, fondendo il lastricato di pietra e sprofondando per metà in esso. L'altra dopo qualche breve oscillazione, mi puntò. Maledizione! O facevo proprio schifo a nascondermi o c’era qualcosa che mi sfuggiva! Rinfoderai un pugnale per avere la mano libera e creai una lancia di ghiaccio. Con un colpo forte e deciso la feci schiantare su quell’inquietante sfera. Esplose in mille schegge.

Non mi rimase che correre. Misi più distanza possibile tra me e quella cosa, ero sicura che se mi toccava sarebbero stati guai. Ad un tratto si fermò, stava diventando sempre più incandescente e di un rosso scuro. Si sciolse, riformando poi due sfere più piccole. Che diavolo…!? Queste schizzarono sempre verso di me, creando delle linee incandescenti sulla pietra, che rimanevano di un fuoco vivo. Si intrecciavano nei movimenti formando dei grandi otto. Notai che l'elfa si era acquattata a carponi senza fare altro, a parte guardarmi scappare. Si stava godendo lo spettacolo!? Concentrai il mana, un grande fulmine cadde verso di lei, ma si disperse. L'altra sfera aveva assorbito l'impatto. Cambiai di colpo direzione, mettendo inavvertitamente un piede sulle linee che le altre sfere continuavano a tracciare. Una scarica di dolore mi trafisse e balzai via con un gemito. Diavolo!! Mi bloccai sconcertata. Altre sfere più piccole erano comparse e continuavano a tracciare quella gabbia di linee. Dovevo allontanarmi. Stavo per uscire dal quel groviglio. Sbattei il viso contro una barriera. Le calpestai. Urlai non riuscendo ad evitarlo e rimettendomi in un posto libero da quelle trappole. Che diavolo di magia era?

Zivanni si era alzata e restava con le braccia incrociate. Perché sembrava delusa?

Non me ne fregava niente! Digrignai i denti e mi guardai intorno. Cosa potevo fare? I movimenti mi erano limitati. Non potevo colpirla…

-Stai aspettando che Fen'harel ti salvi? O magari pensavi di usare i marchi? Sai come si fa, vero?- disse prendendomi in giro.

-Perché dovrei imparare ad usare qualcosa che aborro?- replicai seccata cercando un modo per rivalermi. Gli occhi si posarono su una vicina colonna instabile.

-Con quale superiorità credi di poterne fare a meno, da'len?-

Diedi vita a un’enorme sfera elettrica. -Smettila di chiamarmi così!-

Abbozzo un sorriso -Come dovrei chiamare uno spirito tanto giovane? Porti il nome di Mythal e sarà la tua morte. Non sei in grado di sostenere un lascito del genere-

Lanciai la sfera contro la colonna. Questa si spaccò del tutto, cadendo verso di lei e sfondando il pavimento, mi tolsi evitando di venire schiacciata. Le linee diventarono inerti.

Un'enorme scossa fece tremare l'intero edificio. Le altre colonne tremarono pericolosamente. Notai risalire le scale delle fiammelle violacee, danzavano avanzando lentamente. Un ramo ne venne in contatto e si tramutò immediatamente in cenere. Circondarono Zivanni, la barriera che stava ergendo si infranse. Le fiamme cercarono di aggredirla, ma balzò lontano vicino al Pozzo dei Dolori. Lanciò un incantesimo di ghiaccio che si dissolse all'istante a contatto con la magia di Solas. Lui però non lo vedevo ancora, cosa che mi rendeva preoccupata.

All'improvviso l'elfa si portò quasi le mani alla gola. Terrorizzata tentava di toccarsela, ma qualcosa glielo impediva. Provava disperatamente a togliersi qualcosa dal collo senza successo. I piedi le si staccarono dal terreno, restando a penzoloni. Faceva fatica a respirare -Lasciami…- tossì cercando di prendere aria, lo sguardo illuminato si affievolì per qualche secondo per poi ritornare brillante -Chi pensi che fossero i Silvani…- si dimenò dalla presa non ottenendo risultati -…che hai eliminato? Sarebbe stato meglio se fossi morto come questo mondo. Come siamo morti noi per difendere una falsa Dea…- tossì di nuovo. Di fianco a lei Solas ritornò visibile, la teneva saldamente dalla gola con una mano. Gli occhi illuminati dalla concentrazione di mana, l'espressione rigida e tesa, non mostrava alcuna emozione. Il fuoco viola si mosse sotto i piedi di Zivanni creando un cerchio.

I sussurri risuonarono dal Vir Abelasan “Quando lo sguardo del Temibile Lupo è limpido, la luce brucia in un anello mortale

L'elfa si dimenò ancora -Uccidimi! Sai che questo legame corrotto non può essere spezzato!-

-Lo farà, ha attaccato la sua famiglia. Il Lupo brama il suo sangue- disse Cole alle mie spalle, guardando la scena insieme a me.

Cosa avrei dovuto fare? Ci aveva attaccato. Li raggiunsi e anche se in difficoltà Zivanni puntò gli occhi nei miei. La luce insolita che c'era stata fino a poco prima se ne era andata, rimanevano le iridi azzurre ormai rassegnate al loro destino.

-Se il suo Primo non ha il coraggio di farlo, lascia che lo faccia la nuova Mythal- mormorò sfinita -Sarà migliore del destino che è toccato alle Sentinelle venute prima di me-

Il braccio tremò e gli posai una mano sulla spalla -Solas che le sta succedendo?- l'ira che percepivo da lei non era ancora scomparsa del tutto.

Zivanni sbuffò e tossì -Una bambina che ne porta in grembo un altro…- la mano del mio lupo strinse la presa, la bocca era ridotta a una linea sprezzante.

-… pensa ad insegnarle a proteggerlo. Lo abbiamo percepito tutti, non sa gestire il suo legame con noi…-

Portai protettiva le mani sul ventre.

-Lo farò. Avevo intuito come potevate aver agito quando ho visto i Silvani. Ir abelas, non doveva andare così- lei chiuse gli occhi mettendo fine alla conversazione e Solas la lasciò andare. Appena toccò le fiamme si sprigionò una luce accecante. Voltai il viso per proteggermi gli occhi, quando mi girai era rimasta solo una macchia nera sul lastricato di pietra.

-Perché…- prima che riuscissi a concludere la domanda, venni afferrata dalle spalle -Mi avevi promesso di non metterti in pericolo!- esclamò furioso. Mi ritrovai con il viso premuto sulla pelliccia di lupo, in una stretta protettiva e disperata. Stava tremando? Solas…

-Non potrai proteggerci sempre- sussurrai

-Il buttarti contro il pericolo non mi aiuta, vhenan- posai una mano sul suo petto scostandomi per fissarlo in viso -Ho un potere superiore al tuo- si chinò unendo le labbra con le mie in un tenero bacio, appoggiando poi la fronte alla mia -Ma il tuo spirito è giovane, non puoi ancora gestire del tutto il potere di cui disponi-

Sospirai -Ma se non faccio nulla, non imparerò mai nulla-

-Per questo esiste l'Oblio, ne traiamo l'immortalità, ma anche una conoscenza infinita. Essenziale per degli spiriti giovani e motivo per cui le nuove generazioni di elfi hanno perso tutta la loro memoria, creandosene poi una nuova con le poche rovine e cimeli intatti- incatenò le iridi grigie alle mie. Ancora una volta mi sentivo trattata come una bambina. Non lo sopportavo più. Per lui e per nostro figlio sarei arrivata ad affrontare un viaggio nel tempo, dove però non sarei mai stata considerata alla sua altezza in quel mondo. Non gli avevo mai chiesto quanti anni aveva e saperlo avrebbe sicuramente peggiorato il mio umore. -Quanti anni hai?- maledizione alla mia curiosità.

Sorpreso inarcò le sopracciglia -Una domanda insolita, perché me lo chiedi ora?-

Sospirai -Perché non dovrei saperlo?- domandai esasperata dal non ricevere una semplice risposta diretta

-L’età non ha importanza…- disse vago, per nulla entusiasta a dirmi quello che volevo

-Ne ha quando non vengo ritenuta degna di te!-

Negò con la testa -Solo perché hai ancora molto da imparare, non significa che ti debba sentire a disagio…- lo interruppi -Invece sarà così! Soprattutto se riuscissimo a tornare indietro nel tempo. Per la mia età ti avrei ritenuto irraggiungibile e tu…-

-E io mi sarei ritenuto troppo vecchio per te- mi prese il viso tra le mani -Ma non avrei mai scordato come mi guardano questi occhi color ametista e avrei fatto di tutto per starti accanto e conoscerti-

Sospirai di nuovo e chiusi gli occhi -Non vuoi che mi senta a disagio, e non vuoi darmi una risposta- riaprii gli occhi e fissai i suoi -Lo verrò a sapere in un modo o nell’altro. È assurdo che l’uomo che amo, mio marito, nonché il padre di mio figlio, non voglia dirmi una cosa del tutto normale- risposi risentita separandomi dalla sua presa e mettendomi a carponi vicino alla bruciatura, fissandola in modo assente.

-Per un attimo è stata di nuovo Serenità. Lo spirito appena nato ha aiutato- disse Cole. Annuii distrattamente con un cenno.

-I bambini ad Elvhenan non erano numerosi…- mi alzai e anche se stava suscitando la mia curiosità, lo ignorai e mi posizionai di fronte al Vir Abelasan, mormorai un incantesimo che mi venne alle labbra senza neanche rendermene conto. L’acqua o il liquido che sembrava tale, evaporò. Lasciando la vasca vuota.

La mano calda e grande di Solas strinse la mia, in silenzio intrecciai le dita con le sue. Si schiarì la voce -Cinque…- mormorò. Alzai lo sguardo su di lui e la presa sulla mano si fece più forte -Cinquemila, senza contare i millenni in Uthenera… più o meno- concluse con difficoltà

Sorrisi -Più o meno?-

Cinquemila era un bel numero. Venticinque e cinquemila. Mi passai una mano sul viso. Era come dire che avevo appena iniziato a vivere. L'esperienza che avevo io, era nulla in confronto alla sua…

-Non li contavamo, dopo certe cifre diventava inutile. Puoi percepire però se lo spirito è giovane, vecchio o antico, non serviva chiedere-

Lo tirai dalla mano -Usciamo da qui- la nausea stava tornando e non so se era a causa del cucciolo o di quella triste macchia nera sulla pietra.

 

 

Stavo scartando il cibo che ci eravamo portati. Avevamo deciso di accamparci nel Crocevia e ci eravamo sistemati tra due pareti che si congiungevano tra di loro. L'unica cosa rimasta di quella costruzione che dava però una protezione sufficiente per passare la notte.

Mangiai della carne secca e del formaggio, accompagnando il tutto con il mio ormai inseparabile the allo zenzero. Appoggiai la tazza di fianco al giaciglio che avevamo preparato per la notte e iniziai ad allentare le cinghie dell'armatura, che cominciava a starmi stretta. Tolsi i guanti, i bracciali, gli stivali e le spalliere, liberandomi infine anche del pettorale. Rimasi in pantaloni e con la tunica che tenevo sotto l'armatura, slacciando il laccio posteriore dietro al collo. Con un dito tirai in avanti il bordo guardando dentro. Il seno iniziava ad aumentare di volume e si notava subito, non avevo mai avuto un petto prosperoso, anzi il minimo indispensabile.

Udii dei passi e vidi Solas tornare con della legna per il fuoco che avevamo acceso.

-Hai trovato altro- dissi con un sorriso.

-Ho rotto qualche sedia e scaffale- la lasciò a portata di mano e si fece scivolare di fianco a me. Mi spostai in ginocchio slacciandogli la cintura in vita. Negli occhi grigi passò un lampo di aspettativa e sorrisi maliziosa. Sfilai la pelliccia di lupo e l’abbracciai, distendendomi, dandogli le spalle e usandone una estremità come cuscino. Percepivo che mi osservava e ridacchiò. Udii del movimento, supposi si stesse preparando per la notte. Dopo un po’ di tempo non mi aveva ancora raggiunto. Avevo fatto anche un pisolino quasi senza rendermene conto, mi rigirai dalla sua parte, verso il fuoco. Aveva tolto tutta l'armatura, restando in pantaloni e tunica, era seduto con un quaderno tra le mani, appoggiato sulle gambe incrociate e ai suoi piedi la scatola con i colori che gli avevo regalato. Ne intingeva un pennello, disegnava qualcosa e si portava l’estremità in legno alla bocca pensieroso fissando le pagine. Lo studiai, non mi sarei mai stancata di farlo: la mano grande impugnava con sapienza il pennello, tracciando tratti con naturalezza. Le labbra morbide che avevo baciato e leccato parecchie volte, nascondevano i denti che stavano sicuramente mordendo la punta del manico, infatti avevo notato che erano quasi tutti segnati da quel vizio. I miei occhi color della tempesta restavano attenti sui fogli, finché non li posò su di me per poi sorridere dolcemente. Ricambiai, lanciò un piccolo incantesimo sul quaderno e ripose le cose che stava usando. Si avvicinò e sdraiò vicino a me, tirandomi tra le sue braccia.

Mi lasciò un bacio sulla pelle del collo -Ti ho svegliato?- sussurrò

-Sì, con la tua assenza- mormorai, passò una mano calda sul ventre e prese possesso della mia bocca, insinuandosi con la lingua.

-Ti stavi divertendo?- domandai curiosa. Appoggiò la testa sulla pelliccia di lupo affianco alla mia -Mai come ora- ridacchiai -Sul serio… eri concentrato-

Accennò un sorriso e chiuse gli occhi -È una sorpresa-

Posai una volta le labbra sulle sue in un bacio fugace. Una seconda sempre veloce, e una terza, dove però una sua mano si era infilata tra i miei capelli e mi aveva trattenuto rendendolo profondo e lento. -Era di questa sorpresa, che avevi accennato mentre giocavi a carte con Banal'ras?- passai la mano sulla sua che era ancora sul cucciolo, non mi riferivo infatti a quello che stava disegnando.

-Sì, speravo che arrivasse. Non volevo pianificazioni anche su di lui. Siete i miei due cuori che mi fanno sempre molte imprevedibili e gradite sorprese-

Mi ero emozionata e il cuore si era scaldato, esaurii le distanze abbracciandolo -Ho sonno…- sussurrai -Io non ne sono più tanto sicuro…- ridacchiai, infatti il suo desiderio mi premeva contro -… è sopportabile, mi hai fatto passare di peggio- replicò

-Tipo?-

-Per esempio, il presentarti a notte fonda nella rotonda a Skyhold, brilla e con tutta l’intenzione di fare l’amore-

Risi -Intendi quella volta che mi sono ritrovata stesa con te sul divano? Uno dei risvegli migliori-

-Se fossi riuscito a chiudere occhio, potrei concordare. Stanco e frustrato, avevo dovuto in seguito darmi piacere da solo. Non potevo assecondare l'istinto da lupo di prendere di peso la mia compagna e rinchiuderci in camera-

Immaginai Solas che magari durante una riunione nella sala da guerra, mi prendeva in braccio sotto lo sguardo scandalizzato e scioccato di Cullen e Josephine e invece complice di Leliana. Risi e lo baciai -Sarebbe stato magnifico, ci avresti salvato da una giornata monotona e noiosa-

Prese ad accarezzarmi un fianco e ridacchiò -Ti avrei tenuta per me almeno fino al giorno dopo. Questo te lo posso assicurare- disse con voce profonda. Lo accarezzai su una guancia, mi tirò completamente addosso a lui avvolgendomi con le braccia. Alzai una gamba sul suo fianco -Sicuro di riuscire a riposare così?- stavo chiedendo, ma dubito che io stessa riuscissi a dormire finché restava eccitato.

-Proverò…-

-Mi fai impazzire…-

-Allora impazziremo in due- prese la pelliccia da lupo avvolgendola meglio intorno ad entrambi. Restammo in silenzio per un po’, ma la mia mente non pensava ad altro che a quella lunghezza che mi premeva contro. -Cole…?-

-È ritornato da Banal'ras-

-Dovevo capire che centrasse in qualche modo-

Ok, stavo letteralmente impazzendo -Dovrai spiegarmi come fai a controllarti in questo modo-

Ridacchiò -Anni di pratica, anche se con te sono sempre sull'orlo di cedere-

Oh! Al diavolo! Lo tirai più contro di me con la gamba che gli tenevo sul fianco e scesi con una mano fra noi. Slacciai i miei pantaloni spingendoli verso il basso. Lo accarezzai lentamente attraverso il tessuto. Rispose con un ringhio -Vhenan…-

-Non ho più sonno nemmeno io- prima che potessi fare altro venni spinta e schiacciata con il suo peso contro la pelliccia. Mi alzò la tunica e dopo qualche secondo si abbassò a leccarmi, baciarmi e succhiarmi il seno -Oh! Ah… è più sensibile… Solas!- si scostò, le iridi bruciavano affamate. Si sfilò la maglia e posai le mani sul suo petto, accarezzandolo passando poi sulle spalle. Si impossessò della mia bocca con ferocia, affondando con la lingua. Iniziò a lasciarmi una scia di baci sul collo, seno, fino al ventre dove premette le labbra dolcemente e più volte. Ridacchiai -Mi stai facendo il solletico, vhenan-

Sorrise divertito, si alzò e si tolse i pantaloni. Entrò lentamente in me, ogni volta con una leggera spinta, finché non fu dentro fino all'elsa. Passai le mani sulla sua schiena e lo strinsi con le gambe. Con un braccio mi avvolse la vita e prese a muoversi, mi baciò di nuovo coordinando i due movimenti con lo stesso ritmo. Gemetti nella sua bocca, la pressione, come le spinte stavano arrivando al limite. Non vidi più nulla. Continuava a prendermi, sempre più forte. Inarcavo il bacino assecondando quella meravigliosa, ingombrante, intrusione. Un'ultima forte spinta e un ringhio profondo mi si riversarono contro. Il piacere nell’essere trafitta da lui mi annientò completamente. Si abbandonò su di me con la testa sulla spalla. Lo abbracciai non volendo che si scostasse. Mi lasciò altri baci sulla pelle -Il tuo corpo inizia a cambiare, ma'arlath-

-Il seno deve aver tolto ogni dubbio- ridacchiai. Si alzò su i gomiti e mi rivolse uno sguardo e un sorriso furbo -Per la sensibilità con cui reagisci al mio tocco, a dir la verità. Ho sempre amato il tuo seno e ancor di più i tuoi fianchi- mi sovrastò e immerse la lingua nella mia bocca in una promessa erotica, per poi appoggiarsi con la fronte alla mia -I fianchi?-

Sorrise -Si stanno adattando anche loro all'arrivo di nostro figlio, in modo molto seducente-

-Mmm… il mio adulatore, come farei senza?- mi diede un bacio fugace e si mise da parte. Allungò una mano e prese un pezzo di legna, lanciandolo nel fuoco. Rimasi a fissare le fiamme, intanto mi passò un braccio sulla vita tirandomi contro di lui -Non si poteva davvero salvarla?- non che l'avessi presa in simpatia, ma non si meritava di morire, dopo tutto quello che aveva passato.

-Zivanni?- sospirò -No… si era legata ad uno spirito di Serenità, i suoi pensieri lo hanno corrotto. Non è semplice mantenere un legame del genere con quello che è avvenuto-

-Capisco… mi è dispiaciuto lo stesso…- il tepore in cui ero avvolta mi fece addormentare.

 

Tenevo gli occhi chiusi e un forte senso di nausea mi aggredii. Passai una mano sulla bocca, aprii gli occhi venendo investita dalla luce del mattino. Mi alzai vacillante e mi allontanai un poco, rigettando dietro un masso. Questa nuova sveglia mattutina era terribile.

Due dita mi presero un gomito, attirando l’attenzione alle mie spalle. -Acqua e poi c’è del the che ti aspetta- disse Solas porgendomi una tazza. La presi con un lieve sorriso -Grazie, mi stai salvando, lo sai?-

-Sei la mia compagna e ti amo. Ti aiuterò e mi prenderò sempre cura di te, vhenan- con quel sorriso arrogante che amavo, tornò al fuoco senza aspettare una risposta. Mi sciacquai la bocca più volte, per poi ritornare sul giaciglio. Riprese la tazza versando la mia salvezza contro la nausea. Lo sguardo fu attirato dal sole che era già piuttosto alto -Avresti dovuto svegliarmi- bevvi il liquido caldo

-Non c’è fretta. Abbiamo ancora qualche settimana di tempo prima di doverci ritrovare a Kirkwall- intanto che parlava stava sfogliando il suo quaderno -Hai bisogno di riposare, mi piace guardarti dormire e nostro figlio si è preso l'onore di svegliarti in questo periodo- concluse calmo -Ah… e amo questi momenti di assoluta tranquillità con te, spero di riuscire a dartene altri. Nel nostro mondo, nella mia posizione, avrei potuto darti molto di più e mi piacerebbe renderlo di nuovo possibile- smise di voltare le pagine e rialzò gli occhi su di me, prendendo anche lui un sorso di the. Era molto a suo agio, forse perché eravamo vicini all'Oblio. La posa che teneva, completamente rilassata. Restava con la maglia e i pantaloni, recuperai i miei, l’armatura abbandonata in un angolo.

-Mi stavo godendo la vista…- mormorò, sorrideva malizioso. Ricambiai il sorriso.

Molto di più…

La folla che avevo visto in quel ricordo.

Il profondo rispetto che gli veniva elargito…

-Non so se potrei fare quella vita. Venticinque anni sono pochi, molto pochi…- si alzò per poi risedersi da parte a me e stringermi una mano -Avrai tutto il tempo di farti valere e imparare. Finché non sarai in grado di farlo da sola, avrai anche il mio supporto. E indirettamente o meno lo avrai sempre, sei mia moglie- si chinò dandomi un dolce bacio sulle labbra -E sei molto saggia, più di quanto lo sia tuo marito con cinquemila anni-

Mi stregava -Ti piace proprio adul…- premette di nuovo la bocca sulla mia -Sto dicendo le cose come stanno, sai che non lo farei se non lo pensassi veramente-

No, non lo avrebbe fatto -Ma serennas, è presto per pensarci, ma mi spaventa un po'- intrecciò le dita e si portò la mia mano alla bocca, posando le labbra -Andrai benissimo, ne sono certo. Li sorprenderai invece. Hai fatto più tu durante l'inquisizione che molti elfi in mille anni- bevve un altro sorso di the. Con un dito lo indicai -Ti senti bene?- domandai incredula. Fissò il liquido ambrato e ridacchiò -Era mio dovere assaggiarlo, con tutto quello che ne preparo. E a proposito di essere vecchi, non è ancora nato e sta già cambiando le abitudini del suo papae-

Risi e negai con la testa sconsolata, posò le labbra morbide sulla mia guancia con un sorriso -E sai, quando hai tanto tempo, si tende anche a sprecarlo, te lo assicuro. Ce la si prende molto comoda in tutto. Tutto è molto più lento. Poi sono arrivati gli shemlen, una definizione crudele quella data dallo stesso Banal'ras, ma sentirai spesso paragonarli agli insetti…- finì quella spiegazione con quasi un sospiro scoraggiato, guardando il paesaggio davanti a noi.

-Mi hai detto che i bambini non erano numerosi…-

-Esatto, con una vita lunga non pensi a fare figli, non tanto presto. Gli umani si riproducono molto più in fretta, per noi era impensabile. Poi la guerra e gli Evanuris ci stavano decimando, ma è un'altra storia- lanciò un pezzo di legno sul fuoco -Per le classi nobili era ancora più raro, tanto che si festeggiava e lo si annunciava-

-E tu vorresti farlo?-

-Intendo tornare in un periodo ancora tranquillo, e non potrò nascondere la tua presenza. Gli elfi al servizio di Mythal parleranno e non voglio far credere che non lo annuncio, perché magari mi vergogno di te-

Bevvi ancora del the, non voleva far pensare che fossi un errore, una relazione indesiderata. Spostai il mio peso verso di lui, appoggiandomi contro la sua spalla -Hai qualche progetto per questi giorni?- ora che la questione del tempio era risolta, non avevamo ancora pensato al dopo.

Rimase con un braccio pigro sopra il ginocchio della gamba piegata verso il petto, studiando il liquido dorato del the. -Passiamo da un distaccamento qui vicino- incatenò le iridi grigie alle mie -Dopo voglio mostrarti quella che era la mia casa e che spero diventerà la nostra, un giorno-

 

 

Appoggiata ad una colonna venivo osservata dal via e vai di elfi, profondamente incuriositi da Fen'harel, ma soprattutto da me. Eravamo arrivati mano nella mano. I primi anni, avevo pensato che non volesse esternare l'affetto che provavamo l'uno per l'altro, e lo avevo assecondato, stava bene anche a me così. Questa cosa era radicalmente cambiata, cercava spesso un contatto. Lasciava i suoi istinti da lupo a redini ormai sciolte. In contrapposizione la mia lupa dal mantello bianco ne gioiva.

Quando mi fissava, l'espressione di Solas subiva un sensuale, impercettibile cambiamento. Un'eccitazione calda scivolava su di me, come della lava che avanzava lenta. Mi faceva quell'effetto ogni volta, senza il minimo sforzo. Poteva reclamarmi con uno sguardo, un tocco, un semplice sorriso da quelle labbra arroganti e morbide. Andavo in fiamme. Sempre, ovunque.

-Deve essere sfortuna nera…- mi arrivò alle orecchie una voce maschile che conoscevo, ma che forse avrei preferito dimenticare. Mi sforzai di deviare i miei piacevoli pensieri, sulla persona sgradita che invece mi ero ritrovata davanti, alzando lo sguardo. Ian, occhi d’ambra e capelli neri, però ora lunghi e tenuti in una piccola treccia.

-Concordo. Ti consiglio di starmi lontano, sa tutto e potresti ritrovarti morto ancora prima di pensarlo. Anche se puoi rischiare, è di ottimo umore-

Abbozzò un sorriso mesto -Non ne vali la pena, anche se mi ci è voluto un po’ a capirlo- stavo per controbattere, quando Solas comparve venendo nella mia direzione e congedando una Sentinella. Lanciò un’occhiata a Ian, lessi un lampo di consapevolezza, ignorandolo di sana pianta. Se fosse stato una pietra, forse l'avrebbe trovato più interessante. Si posizionò tra noi -Nausea?-

-Ehm… per il momento, no- ero perplessa, ma il the in effetti… era un po’ diverso stamattina -Ti sei messo a fare esperimenti con il the?-

-Io e lei stavamo parlando- sputò velenoso. Rivolsi gli occhi al cielo e mi passai una mano sul viso.

Ti prego no.

-Ora hai concluso- disse Solas con tono fermo e freddo. Dire che Ian stava giocando con il fuoco era riduttivo. Le iridi grigie si erano adombrate e un lieve bagliore argentato vorticava, annunciando il pericolo.

-Cosa ci fai qui?! Forza! Veloce! Andiamo! Siamo in ritardo!- esclamò una voce femminile.

Il mio mago si girò e vidi Ian venire spintonato da una ragazza con un Vallaslin di June in viso. Si rivolse verso di noi e chinò il capo -Ir abelas, hahren- e afferrò Ian dall'abito trascinandolo via -Ehi… io stavo…-

-Non stai facendo un bel niente! Razza d’imbecille! Cammina o ti prendo a calci!- si allontanarono. L'elfa continuava ad urlargli contro, stavo a vedere interessata se iniziava anche a picchiarlo -Quella ragazza mi va a genio-

-Con gusti alquanto discutibili…- mormorò Solas

-Forse sono solo amici…-

Sbuffò -Lo spero per lei…- si rigirò verso di me più tranquillo -Comunque sì, ho migliorato il the. Ho avuto modo di parlare con uno spirito di Conoscenza e mi ha dato volentieri delle informazioni per farti stare meglio-

-Oh… grazie ad entrambi. Sto bene per adesso, poi in caso ho sempre la menta- che non faceva miracoli, ma meglio di niente.

Sì avvicinò e fece passare un braccio sulla mia vita, tirandomi contro di lui, chinandosi e dandomi un bacio sulla tempia. Mi rigirai nella sua presa e gli misi le mani sul viso, accarezzandolo -Sei più calmo ora?- ero sicura che stava per uccidere quell’idiota di Ian. Chiuse gli occhi e si abbandonò al mio tocco con l'accenno di un sorriso -Ero calmo anche prima…-

-Ah sì?- lo tirai verso il mio viso e premetti le mie labbra sulle sue -So che lo stavi per sbranare-

Riaprì gli occhi di quel bel grigio -Non deve neanche osare guardarti-

Sorrisi -Continuerei a stare così, ma ci stanno fissando tutti-

Ridacchiò e mi scostai dall’essergli così vicino, vedendo gli elfi cercare di ricomporsi e tornare alle loro mansioni.

-Andiamo vhenan-

 

Altri Eluvian, altre soste per vomitare, e la temperatura cambiò diventando più mite, il sole poco alla volta si stava abbassando verso l'orizzonte. Un ultimo specchio e una brezza marina mi colpì l'olfatto. Girai il viso avvicinandomi al margine dello strapiombo, l'erba si diradava arrivando ad una spiaggia.

-Siamo oltre il Mare Ghiacciato- spiegò Solas

Non ci credevo -Josephine vorrebbe essere qui. Mi hai portato al di là del mare? Non siamo più in Thedas!?-

Mi mostrò un largo sorriso -Esatto, vhenan- restammo per un po' a guardare le onde che si infrangevano sulla costa. Mi prese la mano -C’è altro da vedere e penso che un bagno caldo sia gradito?-

-Certo! Andiamo!- avevo bisogno di un bagno. Rise avviandoci, continuammo fino a quando il rumore del mare si fece più lieve e iniziò una foresta. Trovammo una radura con una statua di lupo, non c'era altro.

Solas la toccò studiandola e poi guardando i dintorni -Ottimo, sembra immacolata anche dopo tutti questi millenni. E non percepisco presenze estranee, gli incantesimi di occultamento resistono- gli occhi gli si illuminarono, la stessa cosa fece la statua però di un verde acceso. Si spostò di lato rivelando delle scale -Ti piacciono proprio i passaggi segreti-

Ridacchiò -Quando ti danno la caccia diventano i tuoi migliori amici- posò una mano sulla mia vita invitandomi ad entrare. Il passaggio si illuminava attraverso delle sfere di vetro, dove dentro restava il fuoco che vorticava su sé stesso. Le scale erano di una pietra bianca e liscia. Alla fine entrammo in una stanza abbastanza grande, dalle pareti al pavimento sempre formate da quella pietra bianca, con quelle luci strane che illuminavano tutto senza difficoltà. Un corridoio sulla sinistra e una porta, a destra una piccola statua di lupo ad accoglierci -Fa la guardia?- scherzai. Il mio mago sorrise -In un certo senso…-

Aprì la porta, nella stanza c'erano vari manichini, bastoni di varie forme, e un tavolo -Lasciamo l'armatura qui, le metteremo in ordine più tardi- senza farmelo ripetere tolsi tutto quel metallo nero, che anche se leggero a fine giornata non sopportavo più.

Ci dirigemmo verso il corridoio, dove facevano capolino delle porte da una parte o dall'altra. Ero alquanto curiosa di scoprire cosa c'era in ogni stanza e iniziavo a sentire la stanchezza -Sono felice che gli incantesimi di preservazione funzionino ancora-

-Preservazione?-

-Vivendo per millenni le cose dovevano mantenersi il più possibile in ottimo stato. Dopo vedremo le altre stanze, se sono come le avevo lasciate quando sono stato qui l'ultima volta. Ora pensiamo al bagno- aprì una porta di cristallo, quella pietra bianca era ovunque, al centro della nuova stanza c'era un grande dislivello nel pavimento. Non ero sicura di capire…

Solas andò verso un pilastro toccando alcune incisioni che si illuminarono. Udii il suono dell’acqua, saliva dal fondo di quella che capii essere un'enorme vasca interrata nel pavimento. L'aria di fece più calda riscaldando la stanza. Continuai a guardare l'acqua salire affascinata, come una bambina a cui era stato mostrato un nuovo gioco.

-Entriamo?- domandò Solas con un sorriso divertito dalla mia faccia e sfilandosi la maglia lasciandola cadere per terra.

-Per quanto volevi tenermi nascosta una vasca del genere?-

Rise e il suono rimbombò -Mi ero ripromesso di portatici quando avremmo avuto del tempo- e si tolse i pantaloni. Lo imitai e scesi i gradini, l'acqua era piacevolmente calda, mi arrivava fino alla vita e mi immersi fino alle spalle. Chiusi gli occhi godendomi quel silenzio interrotto solo dal movimento dell'acqua. Le braccia di Solas mi cinsero la vita, mi ritrovai con la schiena contro il suo petto e mi appoggiai del tutto a lui -Noto che è di tuo gradimento-

Sorrisi -Decisamente, ma'arlath-

-Ne sono contento- mi lasciò dei baci sul collo, socchiusi gli occhi e alzai una mano posandogliela su una guancia accarezzandolo -Resterei qua con te per ore, ma rischio di addormentarmi- continuò quel dolce assalto -Se vuoi nessuno lo vieta-

Mi stavo assopendo davvero, venni tirata verso gli scalini dove si sedette e mi mise in grembo, l'acqua ci lambiva le gambe -Mi stai viziando…- appoggiai la testa nell'incavo del suo collo -Voglio farlo- mormorò. Posai un bacio sulla pelle -Così poi quando useremo la solita vasca mi sembrerà minuscola…-

Rise, quanto adoravo quel suono, mi riempiva ogni volta il cuore di gioia -Questa casa, come…?- da quel poco che avevo visto all'esterno eravamo in mezzo al nulla. L'unico effettivo collegamento con il resto del mondo sembrava l'Eluvian non molto distante, che una volta disattivato si era celato alla vista.

-Un regalo da parte di Mythal per i miei anni al suo servizio- strinse il braccio sulla mia vita e prese possesso della mia bocca, affondava con la lingua famelico. Riprendemmo fiato e sentii il suo desiderio premere contro il sedere -Prendo il sapone…- voltò la testa cercandolo, scesi dalle sue gambe e mi spostai di nuovo in acqua. Si alzò, era eccitato, ma lo stava ignorando. Mi immersi del tutto bagnando anche i capelli e li dovetti scostare dalla faccia -Li dovevo tenere corti…- borbottai, avevo poca pazienza nel prendermene cura. -Non osare tagliarli, sei ancora più bella così- portava in mano due bottigliette di vetro, me ne passò una e aprì quella che teneva in mano -Ti aiuto?-

Mi girai invitandolo ad iniziare, sentii un liquido freddo sulla testa, poi le mani di Solas iniziarono a massaggiarmi il cuoio capelluto. Era magnifico, mi stavo rilassando come non mi capitava da tempo. Mi sfuggii un lieve gemito di piacere. -Finito, puoi sciacquare- gli ripassati l’altra bottiglietta e mi immersi di nuovo cercando di togliere tutto il sapone, riemersi. Si stava insaponando e anche se lo stava facendo in modo sbrigativo, era alquanto erotico. Gli sfilai il sapone dalle mani e feci lo stesso, per poi sciacquarmi. Ritrovai il mio mago che mi fissava e mi mangiava con gli occhi, sorrisi -Ti asseconderei volentieri, ma tuo figlio non è d'accordo, mi sta ritornando la nausea- che tempismo che hai cucciolo.

Sorrise -Preparo dell'altro the e mangiamo qualcosa?- annuii con un cenno del viso. Mi prese per mano e uscimmo dall'acqua -Un asciugamano?- chiesi, mi tirò verso l'uscita e all'improvviso un'aria calda ci asciugò completamente. Mi toccai i capelli basita, sembravano stati al sole, incatenai gli occhi ai suoi -Mi stai sorprendendo sempre di più-

Ridacchiò e venni condotta fuori dal bagno, anche se nudi si stava bene, non faceva freddo -I vestiti?- non che mi servissero, eravamo solo noi due… bhe tre. Spostai la mano sul ventre sentendo il cucciolo -Tutto bene?- domandò Solas con un’espressione preoccupata. Mi sporsi verso di lui con un sorriso e lo baciai fugacemente -Benissimo, cuore mio. Ceniamo? Prima il the, però- ricambiò il bacio e aprì una porta, un letto matrimoniale con due comodini, tutto molto semplice, si riconosceva il suo stile e un'altra porta comunicante -Da questa parte c’è il guardaroba- intanto che lo diceva entrammo, mi ritrovai di fronte una marea di abiti dai colori più disparati.

-Scegli quello che vuoi, non ti preoccupare per la taglia, si adatteranno al tuo corpo- stava prendendo dei pantaloni verdi e una camicia bianca, allacciando solo qualche bottone. Il senso di nausea mi distolse dalla figura del mio lupo, mi avvicinai ad uno scaffale, c'erano vestiti per tutte le occasioni. Notai dei pantaloni in pelle blu scuri, li abbinai a una maglia di una tonalità azzurra. Entrambi erano troppo grandi, almeno il doppio del necessario. Anche se scettica infilai i pantaloni, immediatamente si adattarono alla mia figura, come se fossero stati fatti per me. Lo stesso fece la maglia, aveva indubbiamente un taglio maschile, ma mi piaceva.

Ancora nausea, passai la mano sulla bocca. Maledizione…

-Vieni, qualche minuto e avrai il the-

Lo seguii fino nel corridoio entrando in un'altra porta. Un tavolo con delle sedie di buona fattura, niente di eccessivamente elegante. Varie credenze dove vidi dei piatti e pentole. Ne prese una e la riempì d'acqua al lavandino, la posò su una superficie di metallo. Non capendo mi avvicinai, risplendeva un sigillo di fuoco, stava riscaldando l'acqua.

Presi posto a tavola. Un modo di fare le cose molto differente a quello a cui ero abituata, dalle luci, al bagno, perfino i vestiti. Ero stata catapultata in un mondo diverso dal mio con quelle semplici cose. Una tazza di thè mi si presentò di fronte, la presi subito, ottenendo un po’ di sollievo. Stava aprendo degli armadietti, scrutando l'interno. Mise su un piatto dei biscotti, avevano al centro quella che sembrava crema. -Un dolce diffuso ad Elvhenan, mi è rimasto solo questo purtroppo. Dovremmo dare fondo alle nostre scorte e domani andare a caccia-

Ne presi uno e si sbriciolò in bocca, la crema dolce, erano friabilissimi. Come… lo guardai e mi fissava divertito con quel sorriso da lupo -Come si sono conservati? Sono buonissimi!- ne afferrò uno e se lo mise in bocca, chiuse gli occhi assaporando con soddisfazione e si leccò le labbra attirando la mia attenzione, riaprì gli occhi -È una buona domanda, ma non ti so rispondere. Non mi sono mai occupato di questo genere di magia-

Usare la magia per cucinare? -Non sono una grande cuoca, ma mi piacerebbe imparare un giorno-

-Lo metteremo nella lista delle cose da fare. In cima, sono curioso di assaggiare-

-Farai da cavia? Il Temibile Lupo avvelenato da un biscotto. Passerò alla storia- scherzai

Restò con un leggero sorriso e uno sguardo adorante -Verrai riconosciuta come colei che ha messo la museruola a Fen'harel, tanto per citare Banal'ras…- disse sereno, quasi in un sussurro.

Appoggiai il viso su una mano inclinando la testa -Non ho mai voluto fare una cosa del genere...-

Sorrise -Sembrerà così, ma invece sappiamo che mi sono affidato del tutto a te, vhenan-

Era in vena di un complimento dopo l'altro e li accoglievo volentieri. Presi un altro biscotto e lui con me -Tanto per citare sempre Banal'ras, sei il mio lupacchiotto innamorato e il mio cuore-

-Stai imparando ad adularmi…-

-Mi piace-

Forse mi sarei abituata a quelle comodità molto in fretta.




Prima di tutto Buon Natale! Lo so non mi sono fatta sentire per parecchio, gli impegni e la mancanza d'ispirazione hanno rallentato il tutto, spero sempre di pubblicare il più presto possibile, ma mi vengono rotte le uova nel paniere... Spero che il capitolo vi sia piaciuto! Ditemi che ne pensate, mi fa sempre piacere! Solas ha fatto una bella sorpresa a Yen?

   
 
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