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Autore: Devil_san    24/12/2019    0 recensioni
Desmond non muore e viene scambiato per un Istari.
…e si ritrova coinvolto in una guerra.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aragorn, Gimli, Legolas
Note: AU, Cross-over, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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VIII


 

 

I petali dell'albero del Re, in fiore dopo tutti questi secoli, si disperdevano al vento.
"Sei felice?" chiese Desmond guardando dal suo posto sotto l'albero dalla bianca corteccia come i cittadini tutti riuniti per vedere l'incoronazione del Re di Gondor, del loro Re, iniziavano a disperdersi verso i livelli più bassi della roccaforte per poter festeggiare con liquori forti e vivande prelibate tale lieto evento.
Dopo tanti secoli senza Re, Gondor ne aveva nuovamente uno sul trono.
"Contento." Rispose Frodo giù dal suo fianco, mentre osservava Sam, Pipino e Merry congratularsi con Aragorn e Arwen. Frodo in genere non era un hobbit a cui piaceva giocare d'azzardo, ma era pronto a scommettere che presto accanto al nuovo Re di Gondor presto ci sarebbe stata una Regina al suo fianco.
"Forse un po' perso." Continuò voltandosi verso l'Assassino e toccandosi la tempia "Qui, in particolare."
"Umm… ti capisco, sai."
Allo sguardo curioso che gli diede Frodo, Desmond chiese "Quanto ti hanno detto su di me i tuoi amici?"
"Che sei un viaggiatore proveniente da una terra molto lontana e che per una serie di circostanze particolari ti sei ritrovato qui nella Terra di Mezzo e che hai aiutato a combattere contro gli eserciti di Sauron."
"Sì, quello riassume perfettamente il mio permanenza qui. Quello che non ti hanno detto è che io non sono di questo mondo."
"Sei uno Stregone?" non poté fare a meno di chiedere subito Frodo.
Desmond lo fissò infastidito "Posso sapere perché siete tutti fissati col me essere uno Stregone? Io non sono uno Stregone, o Istaprats o come diamine si chiamano. Io sono umano, un semplice e normale umano."
Da qualche parte nel suo recondito cervello umano, i suoi Antenati sbuffarono derisori.
"…ok" disse Frodo con lo stesso tono che si usa per placcare un animale imbizzarrito "Allora… cosa intendi che non sei di questo mondo?"
"Intendo che nel mio mondo di origine ho sacrificato la mia vita per salvare il mondo da distruzione certa via fuoco per poi risvegliarmi qui non sapendo bene come diamine io ci sia arrivato qui visto che dovrei essere morto a casa."
Frodo lo guardò a bocca aperta emettendo un flebile "Oh."
Ma ormai nessuno poteva fermare lo sbraitare di Desmond. Ora che aveva iniziato, l'Assassino non avrebbe finito di riversare come un fiume di parole in piena tutta la frustrazione, senso di impotenza, rabbia e tutto il resto di emozioni traboccanti che aveva accumulato da quando era stato catturato dall'Abstergo e infilato in quella macchina infernale chiamato Animus.
"E ovviamente la macchina, l'oggetto che mi avrebbe permesso di fermare la fine del mondo era stata nei secoli corrotta da una entità maligna che non voleva far altro che schiavizzare tutta l'umanità al suo volere. Il fatto è che o non utilizzavo la macchina e quindi quella stronza di Juno non sarebbe stata liberata dalla sua prigione ma il mondo sarebbe finito in fiamme o utilizzavo la macchina e salvavo il mondo al modico prezzo di liberare Juno." Finì sputando velenoso il nome di quella dannata, schifosa, manipolatrice di un Isu. Se mai lei gli dovesse capitare tra le mani, gli avrebbe tirato il collo, come si fa con le galline, con grande piacere.
Un po' più calmo, puntò con la mano verso di sé gesticolò su e giù con essa per tutto il torso "Penso che puoi immaginare da te quale sia stata la mia scelta."
Frodo annuì lentamente "Hai usato la macchina. E Juno?"
"E Juno…" Desmond voltò lo sguardo verso il precipizio e le piane che si estendevano ai piedi di Minas Tirith "e Juno non lo so. Immagino che ora sia libera e stia creando il caos a casa. Posso solo sperare che un giorno i miei compagni riescano a fermarla definitivamente. Magari con una bella pugnalatina al cuore." Finì sospirando sognate.
Purtroppo quelle erano solo fantasie. Ma questo non vuol dire che non poteva sognare.
Rivolgendosi verso Frodo affermò "Quindi, come puoi vedere, ti posso capire benissimo." Con una scrollata di spalle finì offrendo "Quindi, se mai vuoi parlarne, sono qui, pronto ad ascoltare." Con un sorriso mezzo abbozzato, aggiunse scherzoso "Possiamo commiserare sulle nostre sfortune insieme."
Frodo lo guardò a lungo, con un aria pensosa e di profonda concentrazione. Fu solo dopo lunghi minuti di silenzio che Frodo parlò "Ci penserò."
Desmond accettò la sua risposta con grazia.
Dopotutto, sia la sua che quella di Frodo, erano ferite ancora troppo profonde perché non facessero male al solo pensarci.
Ma prima che potessero iniziare un qualsiasi altro discorso, o qualsiasi altra cosa, Legolas li raggiunse con un leggero sorriso sul volto "Frodo, Desmond. Eccovi qui. Forza, dobbiamo andare. Il banchetto reale sta per iniziare."
"Arriviamo." Gli rispose ad alta voce Frodo affrettandosi ad affiancare l'elfo.
Desmond si voltò un ultima volta verso il lontano orizzonte, la nostalgia di casa un peso pesante nel suo cuore in quel momento, prima di mettersi sulle labbra un leggero sorriso contento di circostanza e andare ad unirsi ai festeggiamenti.
Da qualche parte, sopra di loro, un aquila gridò.

 

 

 

Note dell'Autrice:
E ci siamo quasi cari i miei lettori, Solo un ultimo capitolo e questa storia sarà completa.

  
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